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Autore: Vavi_14    19/10/2015    10 recensioni
[...] «Forse hai ragione» l’hai sentita sussurrare, nessun accenno a quel balbettio che talvolta le spezzava la voce. Ha recuperato il suo cappotto, diretta verso l’uscita. «Devo andare» ha aggiunto chiudendosi la porta alle spalle, senza aspettare un richiamo da parte tua che sapeva non sarebbe mai arrivato.
Da quel momento sono passati tre giorni. Non un messaggio. Non una telefonata.
È sparita nel nulla, così come il suo profumo di lavanda tra le lenzuola, il suono della sua voce gentile tra le mura di casa tua, l’odore acre del tè che preparava nelle sere d’inverno, quando il freddo che seguiva le nevicate la convinceva a restare per la notte. [...]
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Un tentativo di addentrarmi in un pairing differente che, seppur ancora estraneo rispetto ai classici definiti "canon", ha sempre attirato la mia curiosità. Spero possiate apprezzare!
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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[…Ciò che la pioggia lava via…]













Una goccia.

Ti strofini la punta del naso, lavando via il principio di un temporale che minaccia di mandare a monte tutte le tue buone intenzioni.
Sei davanti a quel cancelletto da venti minuti ormai, immobile sulla soglia del marciapiede ed incapace di muovere anche un solo dito per fare quel gesto all’apparenza tanto innocuo: suonare il campanello.
Liberi un sospiro che somiglia ad uno sbuffo.

Tre gocce.

Sollevi il mento per osservare il cielo, coperto da un manto di nubi che intrappola la luna oscurandone i flebili barlumi.

Dopotutto è stata lei ad andarsene.

In fondo hai solo detto le cose come stanno, le hai rimproverato quella gentilezza che dispende sempre a chiunque ne faccia richiesta, quel suo modo di agire volto ad aiutare il prossimo che non conosce il tornaconto personale. L’hai fatto per il suo bene, perché sai che qualcuno un giorno potrebbe ferirla, approfittandosi della sua ingenua bontà: volevi semplicemente proteggerla.

Ti massaggi le tempie. Certo, inveire contro di lei urlandole che in quel modo avrebbe solo continuato a soffrire inutilmente, mostrandosi come una ragazza debole e incapace, non era stato il modo migliore per farglielo capire.
Ma tu non sei mai stato bravo con le parole e lei questo lo sa. Eppure ti ha stupito. Ha alzato lo sguardo, trafiggendoti con una determinazione che non credevi le appartenesse; i suoi occhi gridavano rabbia, forse non solo nei tuoi confronti, eppure sembravano voler distruggere quell’immagine di lei che ti eri costruito, dimostrando che infondo avevi ancora molto da imparare su Hinata Hyuuga.

«Forse hai ragione» l’hai sentita sussurrare, nessun accenno a quel balbettio che talvolta le spezzava la voce. Ha recuperato il suo cappotto, diretta verso l’uscita. «Devo andare» ha aggiunto chiudendosi la porta alle spalle, senza aspettare un richiamo da parte tua che sapeva non sarebbe mai arrivato.

Da quel momento sono passati tre giorni. Non un messaggio. Non una telefonata.

È sparita nel nulla, così come il suo profumo di lavanda tra le lenzuola, il suono della sua voce gentile tra le mura di casa tua, l’odore acre del tè che preparava nelle sere d’inverno, quando il freddo che seguiva le nevicate la convinceva a restare per la notte.
Forse è per questo che ora sei lì, bagnato dalla testa ai piedi, i capelli grondanti di acqua piovana e il giacchetto in pelle che aderisce al corpo, facendoti rabbrividire.
Perché lei ti manca. Ti manca terribilmente.
O magari, infondo, ti senti anche un po’ in colpa. Ma questo non lo ammetteresti mai.

Una luce si accende e attira la tua attenzione: è la finestra di camera sua, quella che dà sul vialetto principale. Assottigli lo sguardo e scorgi un’ombra muoversi lentamente: alza le braccia, raccoglie i capelli in una mezza coda, poi si siede. Le forme sono prosperose, morbide come le ricordi, quasi potessi sentirle muoversi sotto i polpastrelli.
Le tende sono tirate, forse si sta preparando per andare a dormire.
Tiri su il cappuccio della felpa che indossi sotto la giacca; sei uscito in tenuta da casa, tanto nessuno avrebbe notato la tua presenza in quella notte così buia.
L’ombra esce dalla visuale, ma senti già un sorriso tirarti gli angoli della bocca. Ammirarla dietro un velo non ti basta, eppure sembra che quella visione abbia inebriato i tuoi sensi a tal punto da convincerti a desistere dal tuo intento.
Hai avuto la tua dose giornaliera di lei, cercherai di sopportare ancora un po’.

Magari sarà Hinata a fare il primo passo, magari ti chiamerà l’indomani… o magari no.

Ormai è troppo tardi, sei già a qualche metro dal cancelletto e hai preso la tua decisione.
All’improvviso la pioggia cessa, ma puoi ancora sentire il rumore delle gocce che scrosciano sull’asfalto. Abbassi lo sguardo alla tua sinistra e la vedi: ha un ombrello in mano e il naso rosso per il freddo. Il vento le scompiglia i capelli corvini, raccolti in una crocchia disordinata che la rende dannatamente bella, il corpo è avvolto in una vestaglia lilla destinata ad estinguere qualsiasi pensiero non troppo casto possa esserti venuto in mente.

«Congeleremo qui fuori» mormora, battendo i denti. «Andiamo dentro, preparo qualcosa di caldo». Indica il cancelletto aperto ed accenna ad un sorriso.
Tu la guardi per un attimo che sembra un’ora, dopodiché le afferri il volto senza pensarci e le lasci un bacio breve ma intenso, assaporando quelle labbra piene che ti accolgono incerte perché impreparate, ma ugualmente intrise di desiderio.
Si allontana lentamente, abbassando lo sguardo. «È un modo per chiedermi scusa?»
Tu alzi le spalle, mentre insieme accorciate le distanze in direzione dell’appartamento.
Le cingi il fianco con un braccio. Probabilmente sì, Hinata.
«Ci sto ancora pensando» ammetti sorridendole.
























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Ciao a tutti!
Mi cimento in un nuovo pairing questa volta, perciò sono pronta ad accogliere qualsiasi tipo di critica o consiglio abbiate per me. Se c’è qualcuno che mi segue, sicuramente si starà chiedendo che cosa ho fumato prima di scrivere suddetta one shot… ebbene, il mio avatar la dice lunga su quale sia la mia OTP per eccellenza, ma infondo credo che ogni tanto si possa anche provare a sperimentare qualcosa di diverso.
Veniamo al titolo. In primis mi sono detta: perché non facciamo finta che cinque anni di liceo linguistico siano serviti a qualcosa? Che poi sono dovuta andare a cercarmi la coniugazione di “blanchir”, dato che non l’avevo mai sentito prima d’ora. Sapevo che “lavare” nel senso di “pulire” si dicesse “nettoyer”, ma a me serviva un termine con un significato figurato, ed ecco che internet mi suggerisce blanchir. Spero di non aver fatto pasticci! Se qualcuno che sa il francese ritiene sia sbagliato non esiti a farmelo notare.
Essendo la prima volta che tratto Sasuke ed Hinata insieme, ho voluto proporvi qualcosa di molto semplice, un approccio alla coppia che sa di quotidianità. Temo di essermi fatta sfuggire Sasuke verso la fine… qualora decidiate di lasciarmi un vostro pensiero, magari ditemi anche cosa pensate dell’IC.
Vi ringrazio in ogni caso per aver letto fin qui!

Un bacio! <3
 


Vavi

  
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