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Autore: Tina77    20/10/2015    3 recensioni
"Forse lo sto fissando da un po', perché lui mi guarda per qualche secondo con aria interrogativa, finché io non scuoto lievemente la testa, le guance imporporate. Lui mi sorride dolcemente, e questo sorriso mi riporta a quello che sembra un secolo fa, dopo la parata dei nostri primi giochi. E come quella volta, mi alzo leggermente sulle punte dei piedi e gli do un piccolo bacio sulla guancia, sussurrando -Grazie per i fiori, Peeta.-, con gli occhi lucidi."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 30 - EPILOGO

 

Per prima cosa, ancora una volta, ci tengo a scusarmi per il ritardo. Non cercherò scuse varie, vi dico solo che per mancanza di tempo e di ispirazione, solo ora sono riuscita a concludere la mia storia. Ringrazio in anticipo chi ha avuto la pazienza e la voglia di seguirmi in questo mio piccolo esperimento e spero davvero di non avervi deluso. Grazie davvero e buona lettura!

Martina

 

 

Resto a fissare la faccina sorridente per un minuto interminabile, chiedendomi cosa ci sia da ridere in questa situazione. Una donna deve essere pazza a pensare che sia divertente avere un figlio. Emozionante, forse. Divertente? Decisamente no. Sono chiusa in bagno da più di un'ora, ed è una fortuna che Peeta e gli altri siano ancora in spiaggia. Con tutto quello che ho mangiato in questi mesi, i chili di troppo non sembravano attribuibili ad una gravidanza. Il mese scorso sono stata regolare come sempre. Non me lo aspettavo così presto. Non ora. Questa prima settimana passata al mare con Michelle, Johanna ed Annie non avrebbe potuto farmi più felice. Sembra di essere tornata indietro alla mia luna di miele, dove nulla avrebbe dovuto preoccuparmi e tutto avrebbe dovuto essermi concesso. Passeggiate al chiaro di luna. Canti in riva al mare. Cene di famiglia sul molo...tutto perfetto, fino ad ora. Eppure è da circa due mesi che io e Peeta cerchiamo di avere un figlio, quindi la cosa non dovrebbe sconvolgermi più di tanto, no? Dovrebbe, sì. E invece sento nascere dentro di me la paura folle di venire trascinata sul fondo di un precipizio, di essere risucchiata da una qualche potenza sovrannaturale. Una sensazione che mi prende lo stomaco, rendendomi difficile restare in piedi e costringendomi a sedere sul bordo della vasca da bagno della stanza dove alloggiamo Peeta ed io. Peeta....Dovrebbe essere qui con me ora, vorrebbe sapere subito che il suo più grande desiderio si realizzerà tra non molto. Eppure una parte di me è immensamente grata al fato per non avermi costretto a simulare felicità dal primo istante. Mi alzo di nuovo, percorrendo avanti e indietro la lunghezza del bagno per un tempo che mi sembra infinito. Poi, quando mi sembra di essere sufficientemente calma e presentabile, torno nella stanza e telefono a Johanna( È l'unica tra noi ad aver un telefono cellulare, credo le serva per mantenersi in contatto con i vari spasimanti che ha incontrato nel distretto 11.).

-Ehi, colombella. Ci raggiungi? Il tuo bel maritino ha promesso di cucinarti una torta speciale se ti decidi a tornare tra i comuni mortali.-. Dalle proteste in sottofondo deduco che Peeta non abbia promesso proprio niente a nessuno. Rido appena, prima di chiederle di passarmelo al telefono.

-Hei Kat. Non crederle. Torni?-.

-Potresti venire tu? Devo parlarti di una cosa.-. La missione “sii calma e serena, non farlo agitare” è appena fallita miseramente, direi. Chiude la chiamata in tutta fretta e in meno di dieci minuti me lo ritrovo davanti.

-Stai bene?-. Lo sguardo allarmato sul suo viso mi rende impossibile restare seria. Scoppio a ridere, isterica. Mi raggiunge e mi prende per le braccia, costringendomi poi a sedermi sulle sue ginocchia, mentre mi culla dolcemente.

-Katniss.-. Cerco di guardarlo negli occhi e sorridergli, come a dire “Sto bene, dammi un secondo”, e invece scoppio a piangere. Lo stringo così forte a me da farmi male e da sentire il cuore premere contro il torace, martellante. Lui non parla e qualcosa mi dice che forse ha già capito cosa gli devo dire. Dopo quella che sembra un'eternità riesco a calmarmi e mi ritrovo a fissarlo dritto negli occhi.

-Dimmelo, Katniss. Ti prego.-.

L'aspettativa, il desiderio nel suo sguardo..non c'è nulla che potrei negargli, non importa quanto io sia sconvolta.

-Aspettiamo un bambino, Peeta.-.

Mi fa alzare dalle sue ginocchia e prende a camminare attorno al letto, portandosi le mani nei capelli e al volto, di tanto in tanto. Quando penso che ormai lui sia più sconvolto di me, lo vedo tornare a sedersi al mio fianco, il sorriso stampato sul volto. Mi prende le mani tra le sue.

-Scusami, amore. Scusami. Ti amo.-. Per ogni frase mi dà un bacio sul dorso della mano destra.

Rido ancora, questa volta senza dare di matto.

-Per un attimo ho temuto ci avessi ripensato, Peeta.-.

-Non scherzare!-. Sembra davvero sconvolto dalla mia idea. -Sono l'uomo più felice del mondo.-. A questo punto mi bacia, ed è tutto fuorché un bacio casto. Quando ormai non ci sono dubbi sulle sue intenzioni, mi decido a facilitargli il compito e mi sfilo il vestito leggero che indossavo. Quando mi vede Peeta si blocca. Tremante appena, ma di gioia, allunga una mano verso il mio ventre e vi fa scorrere le dita. Quando vedo una lacrima scivolare lenta dall'angolo esterno del suo occhio, mi avvicino appena e la bacio, assaporando sulle labbra il sapore della sua felicità.

-Hai paura?-.

Le sue mani hanno ripreso a vagare sul mio corpo, le sue labbra sono insistenti sul mio collo nudo.

-Di questo?-. Sussurro appena, senza fiato. Lui ride piano, facendosi ancora più vicino e sfilandomi la biancheria.

-Di questo.-. Mormora, mentre la sua mano indugia sul mio grembo.

-Non se siamo io e te.-.

-E allora non ti lascerò sola nemmeno un secondo.-.

Dopo, restiamo abbracciati a lungo. I nostri respiri sono sincronizzati, ma sento bene che il suo cuore, sotto il mio orecchio sinistro, batte all'impazzata. Quando parla, capisco il motivo del suo nervosismo. -Katniss, devo chiederti una cosa.-. Resto in silenzio per dargli modo di porre la domanda. Prende un respiro profondo. -Tu mi ami. Vero o falso?-. La prima cosa che penso è che questa di fatto è un'affermazione. Per quanto dolce e sussurrata resta comunque una certezza, soprattutto dopo gli anni trascorsi assieme e le volte in cui gliel'ho detto. Poi mi riscuoto e mi rendo conto che lui invece sta aspettando. Evidentemente la mia reazione alla gravidanza lo ha spaventato, così decidi accontentarlo. Ma una semplice parola, soprattutto dopo quello che è appena successo, non può esprimere davvero quello che provo, per cui avvicino il viso al suo, lasciando che i miei capelli creino una sorta di capanna per estraniarci dal resto del mondo. Avvicino la bocca alla sua con una lentezza esasperante. Il mio cuore potrebbe anche esplodere, se io non colmassi questo divario. È lui a cedere, però, e a darmi quello che desidero. Quando ci separiamo per prendere aria, avvicino le labbra al suo orecchio e mormoro -Vero.-.

  
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