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Autore: luley0    23/10/2015    1 recensioni
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=eWWi3vaC2bA
Il giorno che si incontrarono Sophia e Zayn non potevano immaginare che si sarebbero inseguiti negli anni
Sophia conosce Zayn quando ha soli tredici anni, da quel momento in poi i due saranno destinati a rincontrarsi più volte nel corso degli anni per brevi ma intensi intervalli di tempo. Arrivata all'età di ventitré anni, sul punto di abbandonare Londra e i suoi sogni nel cassetto, le si presenta l'occasione che può cambiare la vita e diventa l'assistente personale di Harry Styles. Solo successivamente scoprirà che Harry è il migliore amico di Zayn, con il quale - dopo una vita passata a trovarsi e sfuggirsi di nuovo - avrà la propria occasione per restare.
«Se ti avessi incontrato prima, forse… mi sarei innamorata di te»
«Forse»

‘Ma allora ognuno, inconsapevolmente, è artefice del proprio destino oppure è quest’ultimo a riproporti combinazioni e combinazioni fino al suo corretto compimento? ’
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Trailer della storia

Capitolo 10
 
«Cosa diavolo era quello?» sbottai alterata quando ci allontanammo da Zayn e miss copertina di Vogue.
«È tornato con quella arpia» disse lui, non rispondendo alla mia domanda, tenendosi ancora stretto a me perché non eravamo abbastanza lontano da quei due.
Per quanto fosse ovvio che formassero una coppia, l’affermazione di Harry me ne diede gelida conferma. Mi incupii talmente che non replicai, lui se ne accorse e, a modo suo, tentò di farmi sorridere.
«Ti ho vista lì, patetica, fissare le tette di Giselle come se gliele volessi staccare... E sono intervenuto»
«Grazie tante per avermi dato della patetica, eh!» mi lamentai, ma iniziai a ridere capendo che era solo il suo modo per sdrammatizzare.
Era abbastanza evidente che non la sopportasse, e su questo eravamo estremamente in accordo.
«Seriamente, non hai niente da invidiarle... piuttosto direi che lei ti voleva strangolare per come ti guardava Zayn»
«Non nominarlo più – affermai – Zayn è solo un…»
«Calma» Harry mi tappò la bocca con una mano e io provai a divincolarmi.
«Ma perché hai detto che stavamo insieme?!» gli chiesi, quando finalmente dopo un morso e svariate gomitate dopo riuscii a proferire parola.
«Perché conosco Zayn» rispose, lasciandomi abbastanza confusa.
«Che significa?»
«So quali sono i suoi punti deboli... È molto competitivo»
«Continuo a non capirti»
Odiavo quando Harry iniziava a parlare come un bigliettino appena uscito da un biscotto della fortuna cinese.
«Ascolta - si fermò d'improvviso, e mi prese per le spalle - non sono fatti miei, lo so. Ma è palese che provi qualcosa per lui. Quando abbiamo parlato dell'amore non mi hai detto una sola parola del tuo ex... Mi hai raccontato sempre e solo di Zayn»
«Che cosa importa? - incrociai le braccia e mi morsicai l'interno della guancia per l'imbarazzo, non era il tipo di conversazione che volevo avere con il migliore amico di Zayn - mi sembra ovvio che devo farmi passare questa cotta adolescenziale»
«È per Giselle?»
«Sì - ammisi - è la sua fidanzata storica, mi sembra inutile competere, mi sembra di muovermi in cerchio»
Già.
Giselle era la ragazza di Zayn. E a quanto avevo visto il loro era il tipo di amore che sopravviveva nel corso degli anni.
Giselle - a carattere informativo - era la stessa ragazza che mi aveva risposto al telefono di Zayn anni prima portandomi a non richiamarlo mai più.
 
«Fammi capire - Zayn fece una pausa, mentre nervosamente sfregò il pollice sulla ruota zigrinata dell'accendino ottenendo tuttavia solo scintille e nessuna fiamma. Buffo, pensai, la rappresentazione del nostro rapporto praticamente. - sei tu ad essere arrabbiata con me? Ti ho lasciato il mio numero e non ti sei fatta più sentire»
«Eri fidanzato» ripetei, fissando la strada.
«Ancora con questa storia? - sospirò rumorosamente, il suo braccio era più affollato dell'ultima volta che l'avevo visto. Notai dei nuovi tatuaggi quando lo alzò e tese i muscoli nell'atto di portare i capelli indietro - non ti ho presa in giro, non avevo nessuna ragazza»
«Ti ho chiamato, Zayn! - esclamai - mi ha risposto una ragazza e mi ha detto di essere la tua fidanzata»
«Non è possibile»
«Ha detto di chiamarsi Giselle»
«Porca.. - Zayn sembrò essere arrivato ad una realizzazione - Giselle.. Si, lei.. o dio non è come credi»
«Non credo niente, e sono passati quattro anni... quindi non è poi così importante, non mi devi nessuna spiegazione» mi girai per ritornare dentro l'albergo ma Zayn mi bloccò per un braccio.
«Sì che è importante - mi si avvicinò pericolosamente, il solo suono della sua voce più da uomo di quanto ricordassi mi faceva battere il cuore all'impazzata, figurarsi averlo così vicino - ho aspettato che mi chiamassi per non so quanto tempo, sono tornato anche all'università di Manchester ma non studiavi lì»
«La prossima volta, allora, devi stare più attento a non lasciare il tuo telefono nelle mani della tua ragazza… se non vuoi farti scoprire» risposi dura.
«È vero, io e Giselle siamo stati insieme... ma ai tempi della scuola. Quando io e te ci siamo rincontrati a Manchester avevo già chiuso con lei»
«Allora perché ha risposto al tuo telefono?»
«Eravamo rimasti in buoni rapporti, lei aveva dei problemi e io non me la sentivo di lasciarla sola»
Zayn afferrò la mia mano, intrecciando le sue dita tra le mie. Non sapevo se potermi fidare, non lo conoscevo per nulla, ma i suoi occhi così dolci ed espressivi mi stavano pregando di dargli fiducia. Era sempre stato così, diventavo così fragile di fronte a lui ma allo stesso tempo così ingenua da iniziare a credere ad ogni cosa che diceva. E questo era uno dei sintomi dell'amore.
In realtà, lui non mi aveva mai mentito.
Ci credeva sul serio, di poter gestire tutto… anche terze persone.
Tuttavia non poteva pensare niente di più sbagliato.
 
«Ascoltami - iniziò Harry - si sono rimessi insieme da pochissimo, non lo sapevo neanche io... L'ho scoperto solo ieri e non pensavo sarebbero venuti, te l'avrei detto»
«Non è questo il punto, Harry. Io non sono nessuno qui... Sono solo una stupida che ha pensato... ecco, mi sento stupida anche solo a dirlo…»
«Giselle non è la ragazza per Zayn, non l'ho mai sopportata e lui non la ama sul serio - Harry poggiò le mani ai lati del mio viso e mi si avvicinò curvando le sue labbra in un sorriso dolce e di conforto – ci sono molte cose che non sai ma… ti fidi di me?»
«Harry non..»
«Lo conosco da vent'anni... e so quando non è felice. Facciamo finta di essere fidanzati... si accorgerà presto di aver fatto un’enorme cazzata a non correre da te appena ti ha rivisto. Dovevi vedere come si è raffreddato nei miei confronti quando ci ha trovato a casa sul divano... Saperci insieme lo farà impazzire»
«Ma...»
«Ma tentare non nuoce ... se rimane con Giselle allora avrai la prova che non siete destinati a stare insieme»
In un primo momento non riuscii a spiegarmi perché Harry stesse facendo tutto quello per me.
Mi aveva praticamente proposto di far finta di essere fidanzati.
Ero scettica considerate le mie doti recitative e il fatto che Zayn fosse il migliore amico di Harry, cioè un libro aperto per lui.
«Non lo so Harry, mentire in questo modo... non so se ne sono capace»
«Lascia fare a me, ok? - la voce perennemente roca mi rassicurò - se lo conosco bene, non la porteremo per le lunghe»
Le ultime parole famose.
«Ora andiamo a giocare» Harry mi strinse forte la mano e mi trascinò con sé verso la sala da pranzo.
«Ma... Meredith?»
«Le ho detto che ti sei lasciata con il tuo ragazzo solo ieri e non me la sentivo di farti rimanere da sola o con chissà chi in coppia - Harry assottigliò la curva della bocca in un ghigno che voleva essere malefico ma che in realtà diventò la cosa più tenera che avevo visto negli ultimi giorni - il problema ora è far finta di non far finta di essere una coppia davanti a lei... Penso che abbia una cotta per me»
«Come se questa cosa non sia già abbastanza incasinata» sospirai.
Il fatto che Harry avesse proposto di aiutarmi mi rincuorò non poco. Avermi teso la mano, come avrebbe fatto un amico fidato, aveva consolidato l’idea che il quasi bacio che stava per esserci, in fondo, era stato solo un momento di debolezza da parte di entrambi.
 
 
«Per fortuna il nostro tavolo è nell'altra sala... Staremo, almeno per la cena, lontano da Meredith» disse Harry.
«Siamo stati assegnati al tavolo diciotto» feci presente mentre mi facevo largo tra le persone ben vestite in sala che come noi cercavano il loro posto.
Quasi tirai un sospiro di sollievo non vedendo più nei paraggi Zayn e Barbie, logicamente avevo cantato vittoria troppo presto.
«È questo» balbettai incredula verso Harry appena trovai seduti Zayn e Giselle proprio a quello che doveva essere il nostro tavolo.
«Facce conosciute» La voce di Niall irruppe in quel fastidioso silenzio. Emma mi sorrise da dietro la spalla del biondo, ma appena vide Zayn la sua espressione mutò in modo evidente. Lo stesso fece Reese quando ci raggiunse con il suo accompagnatore. Quando però arrivò Louis, tutta l'attenzione fu rivolta a lui ... O meglio alla sua accompagnatrice.
«Bene, non potevo desiderare compagni di gioco migliori» sogghignò avvicinandosi, tenendo per mano la ragazza dai capelli lunghi e ondulati. Erano di un colore davvero particolare, chiari con dei riflessi dorati. Il vestito verde acido che portava aveva tutta l’impressione di costare più del mio con me dentro.
Lei era Sarah Young, la perfetta cheerleader della nostra vecchia scuola che, ai tempi, se ne andava in giro per sbatterti in faccia quanto madre natura fosse stata magnanima con lei e crudele con il resto della popolazione femminile.
Era bello constatare che nulla era cambiato.
Per quanto fossimo cresciute, la sua faccia ci avrebbe sempre fatto sentire le sfigate con l'apparecchio e i capelli vaporosi.
Louis era uscito fuori di senno. Non c'erano altre spiegazioni.
Anche sua sorella, Reese, fissava la strana coppia alquanto disgustata e poi avvicinandosi al mio orecchio sussurrò: «Questo si è rimbambito completamente»
Non che ci volessimo comportare da ragazzine invidiose, ma lui sapeva benissimo quanto l’odiassimo!
 
 
Si giocava a tavoli, in quanto il numero di persone presenti alla festa non rendeva possibile portare avanti una sola linea di gioco per tutti. Ciò significava che tra di noi vi fosse un assassino. Qualcosa mi suggeriva, però, che di lì a poco di uccisioni e feriti ce ne sarebbero stati altri.
Ad esempio una barbie bionda che non faceva altro che fare la fusa da gatta in calore su Zayn. Così… un esempio a caso.
A turno avevamo pescato un biglietto da una di quelle ruote che si usano per il bingo, in miniatura, per conoscere quale sarebbe stato il nostro ruolo nel gruppo. Poi, ogni coppia, aveva scritto su di un foglio – la scheda del tavolo– i personaggi che interpretava.
L’informazione che però doveva rimanere segreta era il ruolo nella storia che ognuno avrebbe dovuto proteggere fino alla fine. Io ed Harry non eravamo i colpevoli, cioè gli assassini di un immaginario signor Foms, ma solo invitati inconsapevoli di una cena con delitto. Ovvero la parte più noiosa.
Perlomeno dopo la cena il gioco sarebbe diventato più interessante, cercando indizi sparsi in giro per la casa e provando a non essere uccisi anche noi!
Regole e dinamiche del gioco a parte…
«Conte e contessa Tomlinson?» Niall ridacchiò, mentre leggeva la scheda del nostro gruppo.
«E tu Horan? Sei il buffone di corte?»  Louis non perse tempo a rispondergli tagliente.
D'altra parte Niall sembrava immune a qualsiasi tipo di frecciatina, perché indisturbato aveva mantenuto un'espressione rilassata, versando da bere acqua liscia ad Emma.
«No, ti sbagli. Sono un industriale. Io e la mia bellissima fidanzata siamo amici della povera vittima – Niall si avvicinò ad Em, prendendole la mano sul tavolo, in bella mostra, e poi rivolgendosi a lei continuò – giusto... amore
Niall era uno stronzo patentato, nel senso che sapeva esattamente come e dove colpirti. Emma arrossì in imbarazzo mentre Louis si mosse sulla sedia nervoso, senza tuttavia bissare con le frecciatine.
Non eravamo neanche all’antipasto che già volavano sguardi omicidi da un lato all’altro.
Reese, come suo solito, riusciva a non risultare a disagio in nessuna situazione e prese a parlare con Zayn.
Mi voltai verso Harry che sedeva al mio fianco e lo trovai a fissare come imbambolato la ragazza del tavolo al fianco.
Andiamo bene, pensai, io e il mio finto fidanzato stiamo insieme da neanche venti minuti e lui già guarda le altre.
Gli diedi una gomitata da sotto al tavolo, «Ahi» esclamò attirando l’attenzione di tutti.
Assottigliai lo sguardo minacciosamente, lui sembrò capire perché si giustificò con un «Quel tavolo ha un centrotavola niente male, non credi?»
«Tu ed Harry state insieme da molto? – all’improvviso la voce di Giselle mi fece gelare il sangue nelle vene, non tanto per la sgradevolezza dovuta al fatto che un’onda sonora delle due stesse attraversando la mia stessa aria – di quello me ne stavo facendo una ragione, più o meno – piuttosto realizzai che Harry ed io non ci eravamo accordati su di un'unica storia credibile sulla nostra non credibile relazione – c’è un buona complicità tra di voi»
Reese fece cadere il bicchiere versando tutto lo champagne sulla tovaglia, il che portò il suo accompagnatore Senza Nome – sì lo chiamerò così perché non è importante ai fini della storia e poi, tra noi, chi se lo ricorda come si chiamava?! - mentre Emma iniziò a tossire stizzosamente.
In effetti, quello era un punto non abbastanza approfondito. Nessuno sapeva della finta relazione tra me e Harry per cui le loro reazioni erano state del tutto comprensibili.
Era semplicemente la peggiore idea del secolo.
E chi l’aveva avuta?
Harry, ovviamente.
E chi aveva accettato come un’idiota?
Io.
«Un mese»
«Una settimana»
Rispondemmo all'unisono per poi girarci e fulminarci con lo sguardo reciprocamente.
«Una settimana»
«Un mese»
Risi nervosamente, talmente tirata che temetti seriamente di aver superato il limite di elasticità del tessuto epidermico. Harry, dal canto suo, stava trattenendo una risata mordendosi il labbro inferiore.
«Quello che vogliono dire - si intromise Reese, e il mio respiro si bloccò in gola. Che cavolo stava per dire? - è un mese che non riescono a stare l'uno senza l'altra, ma si sono decisi ad uscire insieme ufficialmente da solo una settimana»
Harry sbarrò gli occhi curvando la coda della bocca totalmente esterrefatto dalla risposta, se non un pizzico compiaciuto.
Reese aveva capito tutto, quella ragazza aveva la capacità di stupirti in mille modi diversi e proprio quando dava l'impressione di non essere attenta se ne usciva con delle osservazioni su particolari che nessuno aveva percepito.
Emma in tutto ciò stava ancora riprendendosi dall'iperventilazione, mentre Niall la guardava divertito.
«Vi siete conosciuti per merito di Zayn?» continuò con l'interrogatorio Giselle, che neanche il tenente Colombo.
Lei sapeva che io e il suo non tanto perfetto fidanzato ci conoscevamo, non avrei saputo dire se avesse collegato la mia voce a quella a cui rispose ormai quattro anni prima. Pensai fosse improbabile. Eppure mi sembrò chiaro che per lei rappresentavo una minaccia e per questo le domande con cui mi bombardava non servivano ad altro se non a sondare il terreno.
«Hanno fatto tutto da soli» furono le uniche parole che disse Zayn, dopo le quali rimase muto per quasi tutta la cena.
 
«E io poi le ho detto... Piccola, stai benissimo anche con quell'orrendo cappello dell’aiutante di Babbo Natale» si innalzò un coro di 'Oh' sognanti. Harry aveva preso a raccontare una marea di cavolate sulla nostra fantomatica relazione e - con l'arrivo del dessert - una schiera di ragazze si era accalcata al nostro tavolo per ascoltare la storia di come ci eravamo innamorati. Alcune di loro mi guardava anche abbastanza male.
All'ennesima volta che tirò in ballo il cappello con i pompon, che avevo semplicemente messo un giorno per andare a lavoro e che lui poi aveva romanzato come 'il momento in cui ho capito che lei non era come tutte le altre', gli tirai un calcio sotto il tavolo.
Harry coprì la smorfia di dolore con un sorriso forzato e una mano a nascondersi la faccia. Poi si voltò verso di me e avvicinandosi al mio orecchio mi sussurrò un "porco caz...".
«Non ti ricordavo così romantico» disse Giselle.
«Neanche io – L'intervento di Zayn faceva trasparire un palese fastidio – Non sembri neanche tu, Harry... Non pensavo fossi il tipo da relazione stabile»
Forse a qualsiasi altra persona seduta a tavola quella non sembrava nulla di più che una normale conversazione tra due amici, ma per me che conoscevo Zayn più di quanto volessi ammettere non era passato inosservato lo scambio di battute del tutto poco naturale che seguì.
«Sì, neanche io l'avrei mai detto - Harry prese la mia mano che era appoggiata distrattamente a pugno sul tavolo e la chiuse nella sua provocandomi un brivido lungo la schiena; era un gesto inaspettato e ebbi quasi la sensazione che non fosse stato studiato - Avevi ragione quando dicevi che Sophia era una ragazza come poche»
La risposta di Harry aveva un tono di sfida, ma non ci feci molto caso dato che le sue parole mi si ripetevano in testa come una cantilena. Quando Zayn aveva detto una cosa del genere a Harry? E soprattutto perché Harry l’aveva detto davanti Giselle? Forse per allarmarla?
Calò un silenzio imbarazzante tra noi quattro, ben mascherato dal ronzio delle voci degli altri ospiti di fondo. Giselle fulminò con lo sguardo Zayn mentre io mi irrigidii ancora di più sotto il tocco di Harry.
 
Una volta arrivata nella camera di albergo sfilai i sandali aiutandomi con le caviglie, poi buttai la giacca sul letto notando come le coperte bianche ricamate fossero perfettamente tirate e sistemate. Il solito asciugamano piegato a forma di cigno, e i cioccolatini sparsi un po’ dappertutto.
Mi chiesi quando fosse entrata la cameriera a ordinare se erano appena le undici ed ero uscita piuttosto tardi.
Avevo lasciato il ristorante, pregando Reese di rimanere insieme a Liam e godersi la serata, ma io non potevo restare. Ero praticamente scappata da Zayn.
Avevo avuto paura.
Avevo un fidanzato, una vita quasi perfetta, e lui era rispuntato proprio quando la mia mente sembrava aver rimosso il ricordo.
Eppure il mio cuore aveva una memoria di ferro, perché il solo rivederlo mi aveva portato uno scompenso emozionale da tachicardia.
Sentivo il cuore scoppiarmi.
Improvvisamente sentii la porta aprirsi, ma invece della chioma bionda di Reese ritrovai due occhi color nocciola fissarmi.
Come avesse fatto a procurarsi le chiavi non volevo neanche saperlo.
Le sue spalle si alzano e abbassavano velocemente, aveva il fiato corto come se avesse corso per quindici piani a piedi. Cosa che non esclusi.
«Soph, questa volta non ti lascio andare – Zayn boccheggiò venendomi vicino – non mi interessa se pensi che ti abbia mentito, ti farò cambiare opinione. Ti dimostrerò che ti stavo aspettando da una vita»
Fu tutto troppo veloce per reagire.
Portò entrambe le mani dietro il mio collo, avvicinandomi a sé, scrutò le mie labbra per qualche secondo per poi fiondarcisi sopra.
Quel secondo bacio fu diverso. Più vorace, bisognoso. Più maturo. Senza alcun timore di essere troppo, di chiedere di più.
Avvertivo la necessità di Zayn di sentirmi sempre più vicina, e tra uno schiocco e l’altro cercavamo entrambi di approfondire il contatto.
Feci salire le mani dalle sue spalle fino al suo avambraccio, lo strinsi forte, quasi inconsciamente, per paura che se ne andasse di nuovo. Le sue labbra si posarono sul collo, lasciando una scia umida di baci alternati a leggeri morsi.
E per quanto sapessi fosse sbagliato, immorale, irrispettoso nei confronti del mio ragazzo e autolesionista per il mio cuore non riuscivo a far a meno di quelle labbra.
Poi, quando si staccò da me per fissarmi sotto quelle ciglia che sembravano dipinte, persi totalmente la ragione, le cosiddette farfalle nello stomaco non sembravano placarsi e fu allora che mi lasciai completamente andare a lui.
Zayn mi spinse senza fare troppa pressione verso il letto, non curandosi minimamente dei cioccolatini o dell’asciugamano a forma di cigno. Si stese sopra di me puntellando i gomiti sul materasso e tornando a riempire le mie labbra e il mio collo di attenzioni. 

 

Domanda: vi farebbe piacere se scrivessi dei sottocapitoli più brevi dal punto di vista di qualche altro personaggio secondario? (Non chiedetemi Zayn o Harry... loro non possono intervenire :P)

Scusate se il capitolo non è il massimo, ma non ho tempo di scrivere in questo periodo e volevo comunque aggiornare... 

cosa pensate dell'idea di Harry? A cosa porterà? 

E Zayn come reagirà?

E della quasi coppia Emma e Niall?

Fatemi sapere che ne pensate :)

   
 
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