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Autore: Vanilla_91    23/10/2015    8 recensioni
Potrebbe essere il solito cliché, ma di scontato e ripetitivo non c'è nulla quando si parla di lui, InuYasha Von Taisho.
Poco più di vent'anni e una vita perfetta: una famiglia solida e benestante, un gruppo di amici, quelli di sempre, con cui condividere ogni esperienza e una ragazza popolare, che sembra essere uscita da uno di quei film per teenager americani che InuYasha tanto detesta.
Anche la natura è stata generosa con InuYasha, che da più di un anno è diventato l'idolo di centinaia di ragazze, grazie alla sua carriera di modello.
La vita di Kagome è diametralmente opposta. La sua famiglia cade a pezzi, può contare sul sostegno della sua unica vera amica, ma non ha tempo per l'amore.
InuYasha sogna la fama, il successo, la gloria, l'unica cosa che Kagome desidera dalla vita è un attimo di tranquillità.
Perchè due destini così diversi dovrebbero mai incrociarsi?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Di fronte quella lapide, Kagome restò indifferente.
Non provò disperazione, non avvertì voglia di piangere.
Non riusciva a capire come uno stupido blocco di pietra potesse o dovesse suscitare emozioni e sentimenti.
Il dolore per la sua perdita lo portava dentro, esternarlo chiacchierando con qualcuno che non avrebbe più potuto sentirla, non aveva senso, non per lei.
Il ricordo di suo nonno sarebbe rimasto vivo in lei e tanto le bastava.
Avevano trascorso poco tempo insieme, prima che la malattia trasformasse il silenzioso parente in un'altra persona.
Quello era il suo unico e vero rimpianto.
Avrebbe voluto averlo vicino il giorno in cui si sarebbe realizzata. Era convinta di doverglielo, per i molti sacrifici che lui aveva fatto e per riscattare quella figlia che l'aveva allontanato apparentemente senza motivo.
Erano state due settimane estenuanti.
Aveva ascoltato le parole di cordoglio di decine e decine di sconosciuti, dispensando falsi e miti sorrisi e aveva poi trascorso le notti piangendo tra le braccia di Sango ed InuYasha.
Aveva dovuto indossare una fredda maschera mentre risolveva questioni che avrebbe potuto voler svolgere in momenti diversi e aveva dovuto prendere decisioni razionali mentre la sua unica voglia era quella di lasciarsi avvolgere dal dolore, di poter sentire quella mancanza e imparare a conviverci.
-E così, nonno, questo è un addio.- sussurrò a se stessa.
Si allontanò dal luogo di sepoltura, avviandosi verso l'uscita.
Salì nella macchina scura in attesa, rivolgendo un tiepido sorriso al conducente.
- Gli hai detto addio?- le domandò.
-Ti ho già detto che trovo insensato parlare ad una pietra. Mi sentirei sciocca a farlo.- confessò.
-Ti senti pronta per ciò che ci aspetta?- le chiese lui, continuando a fissarla.
Kagome si voltò, incrociando il suo sguardo.
InuYasha le era stato vicino in quei giorni, non l'aveva mai abbandonata.
Si era occupato di mille cose, risparmiandole le parti più brutali di quella faccenda, come l'organizzazione del funerale e le mille pratiche burocratiche.
Non avevano più parlato della lite che li aveva divisi..tutto quello sembrava deleterio e lontano mille anni.
-Purtroppo non ho altre opzioni, InuYasha. Il tempio non veniva più utilizzato come luogo di culto da lungo tempo e mantenere un posto tanto grande mi sarebbe impossibile. In più, che senso avrebbe vivere in una casa gigantesca tutta sola? Lui non c'è più, nulla mi lega a quella costruzione. Venderla è la soluzione migliore.- constatò, pragmatica.
-Se tu lo volessi, potrei aiutarti io al riguardo. Per me non sarebbe affatto un peso.-
-No! Davvero, ti ringrazio per la tua offerta generosa, ma non sarei mai in grado di restituirti quei soldi. In più, dopo aver completato l'iscrizione universitaria, avrò diritto ad un alloggio..cosa dovrei farmene, a quel punto, di un tempio in decadenza?-
InuYasha scrollò le spalle, visibilmente contrariato.
-Su una cosa non si discute: verrai a stare a casa mia. Lì di spazio ce n'è a sufficienza e avrai tutto ciò di cui hai bisogno.-
Quando aveva compreso di non poter continuare a vivere nella sua vecchia casa, si era trovata ad affrontare un nuovo problema.
I suoi risparmi sarebbero stati investiti in più nella cerimonia funebre e non avrebbe potuto permettersi a lungo una permanenza in un motel.
Sango, vivendo in un piccolo monolocale, non aveva potuto aiutarla in nessun modo.
Alla fine, InuYasha aveva risolto la questione, imponendole la propria idea.
- Non sarà per sempre e intendo pagare un regolare affitto.- chiarì.
InuYasha ridacchiò.
-Certo, magari potrei scalare il canone di locazione dal tuo stipendio.- la schernì.
-Non sarebbe una cattiva idea.- acconsentì Kagome, distrattamente.
Lui si voltò a fissarla.
Kagome aveva affrontato il suo lutto con enorme compostezza.
Aveva pianto il defunto parente, ma aveva lottato affinché la solitudine e il dolore non la sopraffacessero, trascinandola in una brutta depressione.
Era sicuro, che se si fosse trovato nella medesima situazione, non sarebbe stato capace di tanta risolutezza e determinazione.
Kagome era una continua scoperta.
Posata e decisa anche nei momenti più difficili.
C'era ancora tanto che non sapeva di lei, c'era ancora tanto che voleva scoprire.
Quella ragazza lo incuriosiva, lo stimolava e lui era irrimediabilmente affascinato dalla carica di vitalità che emanava.
Era sicuro: durante il tempo trascorso insieme, avrebbero potuto imparare molto l'uno dall'altra.
Mise in moto l'auto e si lasciò alle spalle il silenzioso cimitero.
Da quel momento, si sarebbe preso lui cura di Kagome.

 

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La ragazza addentò l'ennesimo biscotto, fissando con sguardo contrariato il giovane seduto accanto a lei.
-La smetti di fissarmi in quel modo? Pare tu stia invocando le più terribili maledizioni sulla mia persona. Sono troppo giovane e bello per morire in modo strano e misterioso.- la provocò.
Lo fulminò, tentando di concentrarsi sulla propria colazione.
Si domandò come facessero gli occidentali a mangiare tanta roba dolce di primo mattino; latte, biscotti e pasticcini di ogni genere non l'attraevano, ma per non creare troppi fastidi, stava tentando di uniformare le proprie abitudini a quelle del padrone di casa.
Si era trasferita a casa Von Taisho da ben tre settimane e la vicinanza costante di InuYasha l'aveva aiutata a non deprimersi.
Il ricordo del nonno ancora l'addolorava, l'avrebbe sempre fatto, ma il ragazzo le lasciava poco tempo per pensare.
Non si era rimangiato le sue parole, l'aveva nominata sua assistente e trascinata da un set fotografico all'altro, passando per un'intervista veloce e un'apparizione televisiva.
Era uno stile di vita frenetico, ma le piaceva.
Si impegnava, stava tentando di imparare tutto ciò che c'era da sapere -Miroku stesso la stava aiutando molto- per assistere al meglio InuYasha.
Tuttavia, il suo nuovo lavoro portava anche innumerevoli complicazioni.
Stare sempre così attaccata al bel modello l'aveva anche resa maggiormente consapevole della forte attrazione che provava nei di lui confronti.
Era affascinata dal suo carisma, dall'impegno profondo e costante che metteva in tutto ciò che faceva e dalla chiara avvenenza del bel moro.
Qualche volta era difficile ignorare il nervoso che la prendeva quando lo vedeva civettare con giornaliste e modelle, impossibile placare il malumore che le sue continue provocazioni le suscitavano.
Era infatuata di InuYasha e lo sapeva.
Erano le premure che lui riservava solo a lei, le lunghe chiacchierate notturne e i sorrisi improvvisi, che le facevano battere il cuore.
Quella notte, se il suo telefono non fosse squillato, cosa sarebbe avvenuto?
InuYasha l'avrebbe davvero baciata?
Se l'era chiesto tante volte e finiva col darsi della sciocca quando tentava di immaginare che sapore potesse avere un suo bacio.
Lui non aveva più osato avvicinarla in quel modo, quindi si era convinta si fosse trattata di un episodio senza senso, di un gesto compiuto in un istante di rabbia e confusione.
-Kagome, particolarmente oggi, ho bisogno che resti concentrata. È un giorno importante e sei stata proprio tu a ficcarmi in questa situazione.-
Lo fissò, pensierosa.
Effettivamente, quella appena cominciata sarebbe stata una giornata impegnativa.
Lei stessa aveva insistito tanto nel convincere InuYasha a partecipare ai provini per un musical che avrebbe visto impegnati nomi importanti dello spettacolo e che sarebbe partito a breve.
A suo parere, l'audizione di InuYasha era stata perfetta, ma solo quel giorno avrebbero conosciuto la risposta ufficiale.
Se tutto fosse andato bene, quella sarebbe stata un'ottima opportunità per il giovane.
-Miroku non sarà presente.- le annunciò.
-Davvero? E come mai?-
Scrollò le spalle, indifferente.
- Ha farfugliato qualcosa riguardo un impegno importante ed improrogabile, ma non sono riuscito a farmi dire altro-
-È strano.- mormorò.
Miroku prendeva molto seriamente il suo lavoro di manager ed era sempre accanto all'amico in occasioni del genere.
-Sostiene che il più sia già stato fatto e che la riunione di oggi sia solo un cavillo burocratico per l'ufficialità.-
-Credi che gli sia accaduto qualcosa? Se non ha voluto dirti nulla, è probabile che si sia ficcato in qualche pasticcio.- domandò, lievemente preoccupata.
-È più probabile che abbia incontrato qualche ragazzetta con cui intende spassarsela.-
-Già..-
Si trattava davvero di qualcosa del genere?
Non che fosse difficile immaginarlo a bighellonare con qualcuna, tuttavia il suo comportamento rimaneva strano.
InuYasha si alzò, avvicinandosi ulteriormente.
Le pose un dito sotto il mento e, con una pressione leggera, la costrinse a sollevare il volto.
-Miroku sa badare ai fatti propri, non è uno sciocco. Se avesse bisogno di aiuto me lo direbbe senza tanti giri di parole.
Quindi, evita di preoccuparti inutilmente per lui.- le sussurrò, lasciandole un lieve bacio tra i capelli.
Kagome sorrise, felice per quel tenero gesto.
Quando voleva, InuYasha sapeva essere estremamente dolce.
-Vado a prepararmi e tu dovresti fare lo stesso.- le suggeri, voltandole la schiena e avviandosi verso le scalinate che conducevano ai piani superiori.
La ragazza non comprese immediatamente la ragione di quel sorriso a stento trattenuto, finché non si concesse di studiarlo meglio.
Le larghe spalle erano fasciate da un'aderente maglietta nera, su cui spiccava a caratteri bianchi la dicitura "Milf Addicted".
Sentì i nervi tendersi, rievocando gli avvenimenti legati a quella particolare ed esplicita t-shirt.
-Ehi, fermo lì! Che cosa significa? Non avrai intenzione di indossare proprio oggi quella COSA?- l'aggredì.
-Ti riferisci alla mia maglietta? Non capisco cos'ha che non vada. Mi sta bene, mi sottolinea i muscoli e poi si tratta di un regalo di Tsubaki.-
Kagome si indignò.
Proprio per quello non andava bene! Tsubaki era la protagonista femminile del musical e non aveva nascosto l'interesse per un ragazzo che poteva avere la metà dei
suoi anni.

Aveva addirittura osato regalargli quella maglietta di dubbio gusto.
-Se ho anche il sostegno della protagonista, aumento le mie possibilità di riuscita.- la provocò.
- Non indosserai quella cosa. È inaccettabile.- preferì, arrabbiata.
- Non essere gelosa, ragazzina. Non sono interessato a farle prendere il tuo posto.- ridacchiò, scomparendo.
Kagome restò pietrificata.
Che significavano quelle parole? Farle prendere il suo posto..che ruolo e che peso aveva lei realmente nella vita del ragazzo?
E perché, diavolo, lui si divertiva così tanto a stuzzicarla e confonderla?
-Io non sono affatto gelosa, chiaro?- strillò, sperando che lui la sentisse.
Dal piano superiore si udì, in risposta, solo una risata profonda.


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Impiegarono quasi un'ora per raggiungere il teatro dove si erano svolte le selezioni.
Per Kagome, i tempi di attesa si prospettarono ancora più lunghi.
La riunione che avrebbe portato alla decisione finale, si prolungava da più di due ore e lei non aveva potuto partecipare.
Perché, se si trattava solo di una pura formalità, le cose andavano così per le lunghe?
Avrebbe voluto essere accanto ad InuYasha, sapere che cosa stava accadendo lì dentro.
E se avessero scelto un altro, lui come avrebbe reagito?
Sebbene lo negasse, aveva visto quanto si fosse impegnato per ottenere quella parte.
Quel ruolo doveva essere suo, non poteva andare diversamente.
Quando la porta finalmente si aprì, Kagome scattò in piedi.
InuYasha si congedò da un uomo che lei non aveva mai visto, prima di raggiungerla.
L'espressione chiusa e imperturbabile del suo viso, non le permise di capire.
E se fosse andata male? Cos'avrebbe dovuto fare, cosa avrebbe potuto dirgli?
-A..allora?- domandò, ansiosa.
-Sarà problematico e difficile.-
-C..che vuol dire?-
-Insomma non sarà per nulla semplice.-
-Dannazione, InuYasha, smetti di essere così evasivo e dimmi cosa è appena accaduto lì dentro.-gli ordinò.
Le sorrise, prima di parlare.
- La parte è mia, ragazzina. Nutrivi forse dubbi in proposito?-
Kagome strillò, in preda all'euforia, incurante del luogo in cui si trovava.
Lo abbracciò di slancio e lui ricambiò la stretta.
-Congratulazioni, InuYasha. Te lo sei meritato.-
-È anche merito tuo, ragazzina.-
Si allontanò da lui quel tanto che le occorreva per fissarlo in viso.
I lineamenti del ragazzo erano rilassati e i suoi occhi carichi di entusiasmo.
Si sentì felice per lui, euforica per le porte che un incarico tanto importante gli avrebbe aperto e anche soddisfatta del proprio lavoro.
-Fatti bella, stasera si festeggia.-
-Cosa?- mormorò, eccitata.
-Tsubaki ha organizzato una piccola festicciola per festeggiare l'incarico ottenuto. Ovviamente si tratterà di una cosa informale, poche persone.-
Kagome si rabbuiò. Non aveva voglia di passare tempo con quella donna, non voleva che stesse vicino ad InuYasha.
-Beh, va tu, io non ne ho voglia. Non ho portato neanche un ricambio, non posso certo venir vestita così.-
La gonna nera lunga fino al ginocchio e la semplice camicia color panna, non le sembravano certo l'outfit adeguato per presentarsi ad una festa organizzata da quella Tsubaki.
- Non pensarci nemmeno, verrai con me. Non accetterò un no come risposta.-
-Ma, InuYasha..- tentò di protestare.
-Fallo per me, Kagome.-
E di fronte a quelle parole, non ebbe cuore di dir di no.
Fin dove si sarebbe spinta per lui?
Prenotarono una camera, dove InuYasha trascorse l'intero pomeriggio.
A Kagome, invece, toccò girare alla ricerca di qualcosa da indossare per quella sera.
- Non mi sembri particolarmente entusiasta di partecipare a questa festa.- constatò Sango, al cellulare.
-Per nulla, a dire il vero. Quella Tsubaki mi sta antipatica e inoltre mi sentirò totalmente a disagio, come sempre. Non sono abituata a queste cose.-
-Magari potresti conoscere un famoso regista che deciderà di scritturarti per un film.- scherzò.
-Certo, come no. Vorrei tu fossi qui con me. Potresti almeno aiutarmi a scegliere cosa indossare. Cosa dovrei mettere?-
-InuYasha avrebbe quantomeno potuto accompagnarti invece di starsene rintanato in hotel. Avrebbe dovuto farti compagnia, consigliarti e, perché no, anche pagarti l'abito.-
-Non se ne parla. Sono stata io a pregarlo di non venire. Sono già abbastanza agitata, non ho bisogno di una fila di bambine che mi corrono dietro chiedendo una foto o un autografo. E poi, lasciar scegliere il vestito ad InuYasha? Sei impazzita? Mi sentirei a disagio..
Sango, mi stai ascoltando?-
-Scusa, Kagome, devo staccare. Ti richiamo io.- esordì la voce fredda della ragazza dall'altro lato del telefono.
Kagome fissò sorpresa il display del proprio cellulare.
Sango aveva messo giù in un modo così brusco da lasciarla interdetta.
Avrebbe dovuto richiamarla?
Decise che l'avrebbe fatto più tardi.
Rispose il cellulare ed entrò nel centro commerciale, decisa a trovare l'abito adatto.


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Sango fissò interdetta il ragazzo che le stava di fronte.
-Che diamine ci fai tu qui?- ringhiò, mentre la rabbia le arrossava il viso.
Come osava quell'essere presentarsi lì, con il suo odiato sorriso dipinto in volto?
Quel giorno, l'incontro con il professor Moushi l'aveva già messa di pessimo umore. Non necessitava di altri motivi per maledire l'intero universo.
-Cercavo te.- le disse Miroku, continuando a sorridere.
-Peccato che io non abbia nulla da dirti.- 
Tentò di oltrepassarlo, ma il ragazzo le sbarrò la strada col proprio corpo.
-Andiamo, Sanguccia, non fare così.-
-Non chiamarmi in quel modo. Non prenderti certe confidenze, sei un estraneo per me.- sibilò lei ad un palmo dal suo viso.
-Estranei? Non credevo la pensassi in questo modo dopo quanto accaduto tra noi.-
Con un gesto fulmineo, Sango lo schiaffeggiò.
-Apri bene le orecchie, caro il mio pervertito, perché non lo ripeterò una seconda volta. La notte che abbiamo trascorso insieme è stata il più grande errore della mia vita. Se ci ripenso, mi picchierei da sola. Se ho tollerato la tua presenza nelle scorse settimane, è stato solo per rispetto al dolore di Kagome. Tu, Miroku Acchimon, mi fai schifo. Spero che il mio discorso sia stato chiaro. Non voglio più rivederti.-
Gli sputò addosso il proprio risentimento e il proprio disprezzo senza esitazione.
Tentò ancora di superarlo, ma lui la bloccò nuovamente, catturandole un braccio.
-Aspetta, Sango.-
La ragazza esitò, sorpresa da quel contatto inaspettato.
Qualcosa nella sua espressione era mutata..sul suo viso non v'era più traccia di scherno. Era serio, terribilmente serio.
- Sono venuto qui con l'intenzione di scusarmi. Ho fatto una bella chiacchierata con Kagome e lei ritiene che il mio comportamento in qualche modo ti abbia offesa.-
Lo fissò, sbalordita e scocciata.
-Sei davvero sciocco sino a tal punto? C'era bisogno che fosse Kagome a dirti una cosa tanto ovvia? Ho decisamente sopravvalutato la tua intelligenza.-
-Beh, in questo caso, mi spiace. Mi piace divertirmi con le ragazze, di questo non ne faccio mistero, ma ti assicuro che non era mia intenzione offenderti. Mi scuso se il mio comportamento ti ha ferita.- dichiarò, sincero.
Sango distolse lo sguardo, impreparata.
-Accetto le tue scuse, ma sappi che sei stata un vero cafone.-
-In tal caso, mi impegnerò per dimostrarti che sono diverso da ciò che pensi.- sorrise, ritrovando il buon umore.
Quella Sango aveva fegato. Lo aveva affrontato senza esitazione, senza peli sulla lingua gli aveva urlato tutto il suo disprezzo.
Decisamente non era una cosa che uno come lui era abituato a vedere tutti i giorni.
-Sei stolto allora? Ti ho detto che non voglio rivederti mai più.- gli ripeté lei.
Miroku approfittò della loro vicinanza e con estrema rapidità le scoccò un bacio sulla guancia.
Evitò, per pura fortuna, il secondo schiaffo della ragazza.
-Allora a presto, Sanguccia.-
Corse via, lasciandola lì, inebetita e furente.


                                                                                      ************************************************************


Kagome sbuffò, scocciata.
Erano giunti alla festa da pochissimo e lei già non vedeva l'ora di andare via.
Buttò giù il secondo bicchiere di alcool. Non le piaceva bere, ma quella bevanda era talmente dolce da inebriarla.
InuYasha l'aveva mollata lì ed era sparito, con quella piovra di Tsubaki incollata al braccio.
A peggiorar le cose, c'era quel tipo, Hojo, un attore secondario che non la smetteva di cianciare riguardo la propria salute cagionevole e gli sballati rimedi naturali che utilizzava per curarsi.
-Chi poteva saperlo che le lingue di lucertola essiccate avessero tante proprietà-
-L..lingue di lucertola- ripeté, schifata.
-Già, il loro sapore non è dei migliori, ma la salute è importante. Se vuoi, potrei procuratene un po'.- si offrì.
-Ehm..Sei molto gentile, ma non serve.- ridacchiò nervosa. -Piuttosto, credo andrò a farmi un altro bicchiere di questo.-
Tentò di allontanarsi, maledicendo InuYasha per averla trascinata a quella stupida festa e poi abbandonata, la commessa che l'aveva convinta a comprare quelle scarpe troppo alte che le stavano procurando un forte mal di schiena e soprattutto quel tipo che sembrava deciso a non lasciarla più in pace.
Avrebbe preferito far da tappezzeria piuttosto che continuare ad ascoltarlo.
-Oh, ti accompagno- si propose.
Raggiunsero insieme il tavolo delle bevande.
-Cosa desidera bere,Signorina?- le chiese affabilmente il cameriere.
-Qualcosa di forte, la prego.-
Ridacchiò, porgendole il bicchiere nuovamente colmo.
Kagome non esitò. Butto giù il liquido d'un sol colpo, sentendo la gola bruciarle immediatamente.
-Carissima Kagome, non dovresti bere in questo modo. L'alcol danneggia il fegato, comporta problemi ai reni e..-
Uno strano calore le si diffuse in tutto il corpo e improvvisamente scoprì di sentirsi felice.
Afferrò la mano di Hojo, trascinandolo in pista.
-Coraggio, dottorino, andiamo a ballare.-
La sua euforia, tuttavia, durò poco.
Più che renderla allegra, gli alcolici, scoprì, le provocavano un gran sonno.
Seduta sul divano, sbadigliò rumorosamente, ignorando quello strano tipo che ancora parlava.
Sbuffò, esasperata.
La testa, i piedi e la schiena le dovevano terribilmente..desiderava solo un bel letto soffice, ma InuYasha sembrava sparito.
Se lui non si era curato di lei, perché lei avrebbe dovuto far diversamente?
Prese in quel momento la sua decisione.
-Senti, io vado via. Ciao.- salutò il chiacchierone che non l'aveva abbandonata, piantandolo in asso.
Recuperò il proprio cappotto e, senza dir nulla, lasciò la sala.
Chiamò un taxi per tornare in albergo.
Quando finalmente raggiunse la camera, era talmente stanca che si lasciò cadere sul letto incurante del fatto di esser ancora vestita.

 

                                                                 **************************************************************************

Si svegliò qualche ora dopo, consapevole di non essere più sola.
La sveglia segnava le 04:00..aveva dormito appena due ore.
-Si può sapere che fine hai fatto? Come diavolo hai fatto a tornare? Chi ti ha riaccompagnata, ragazzina imprudente?-
-Una domanda alla volta, per favore. E non urlare, ho un gran mal di testa.-
-Mi hai spaventato, Kagome. Sei scomparsa di punto in bianco, nessuno pareva sapere che fine avessi fatto.-
-Mi hai mollata lì e sei sparito, InuYasha. Mi ero scocciata e così ho chiamato un taxi e sono tornata in albergo.-spiegò
-E perché sei ancora vestita? -
-Volevo solo dormire, ero troppo stanca per cambiarmi.-
-Hai bevuto?- le chiese, sorpreso.
-Solo un po'.- mentì, nascondendo la testa nel cuscino.
InuYasha sospirò, rimettendosi in piedi.
Le tolse le scarpe e il cappotto, riponendoli sulla poltrona.
-Non puoi dormire in queste condizioni. Devi cambiarti.-
-Non importa. Ho un terribile mal di schiena e non riesco a muovermi.-
Lo sentì ridacchiare, cosa che ultimamente avveniva di frequente.
Sobbalzò, quando le mani di lui presero a massaggiarle la schiena.
I movimenti di InuYasha erano lenti, mirati e il dolore si attenuò.
-Sei bravo.- ammise.
-Posso fare di meglio.-
In un gesto rapido, tirò giù la cerniera dell'abito fino a scoprirle la schiena e lei si irrigidì.
Le mani di InuYasha ripeterono sulla pelle nuda quegli stessi movimenti ondulatori e la sensazione di benessere fu triplicata.
Le grandi mani di lui erano calde e si muovevano con consapevolezza, con gentilezza.
Soggiogata da quelle sensazioni, le venne istintivo inarcarsi offrendo un'altra porzione di pelle a quelle abili dita.
Era paradisiaco, dolce e sensuale allo stesso tempo.
Sentì i suoi sensi risvegliarsi e una nuova consapevolezza farsi strada in lei..lo desiderava.
Voleva davvero scoprire che sapore avevano le sue labbra e sentire le mani che la stavano accarezzando risvegliare il suo corpo.
Era forse un desiderio sbagliato?
Si voltò a fissarlo e colse qualcosa di strano negli occhi del ragazzo.
Erano tumultuosi, vigili, bramosi.
Possibile che anche lui la volesse?
Si mise a sedere, fronteggiandolo.
L'aria tra loro vibrava, carica di aspettativa e desiderio.
Fu InuYasha a prendere in mano la situazione.
Le avvolse i fianchi, tirandosela in braccio.
Fermò una mano, calda, sulla gamba della ragazza, lasciata esposta dal corto abito, arricciatosi intorno alla vita.
Incatenò i loro occhi e lei sentì un brivido attraversarle la schiena nuda.
La stava fissando in un modo così intenso, profondo, febbrile e al contempo dolce, che arrossì.
Era una maniera nuova e mai sperimentata di far l'amore, le mani di lui non l'avevano ancora toccata, ma i suoi occhi le stavano spogliando l'anima.
Ebbe paura della sensazione ferocemente intensa che la colpì allo stomaco.
InuYasha le sfiorò il viso in una carezza leggera, prima di fermare un dito sul labbro inferiore di lei.
La baciò d'impeto. C'era bramosia e urgenza in quel contatto inaspettato.
Scese a lambirle il collo, mentre capovolgeva la loro posizione.
L'adagiò sul letto, privandola dell'abito.
Non le diede tempo di riflettere o di tirarsi indietro, la stuzzicò con baci leziosi e morsi provocanti..
Gemette quando le catturò i seni ed esitò appena un istante quando lui la privò degli slip.
Ciò che stavano per fare non sarebbe rimasto senza conseguenze, ma come poteva sottrarsi a qualcosa che la faceva sentire così bene, ad una passione così bruciante?
InuYasha vezzeggiò il suo corpo con mille carezze, toccandola con sicurezza, con trasporto.
Era puro fuoco quello che le incendiava le vene.
Se lui non l'avesse fatta sua, sarebbe morta per il desiderio.
Dal canto suo, il ragazzo si sentiva completamente perso, affascinato dalle forme provocanti di lei e incantato dalla sua reazione passionale.
Era bella, delicata e assolutamente dolcissima.
Tornò a baciarla, mentre le sue dita la penetravano.
Era assolutamente deliziosa e lui si sentiva scoppiare per il desiderio, per l'impazienza di farla sua.
Si allontanò da lei il tempo sufficiente a spogliarsi completamente e a recuperare dal portafoglio un preservativo.
Si stese accanto a lei, non volendo accelerare le cose.
Voleva godersi a pieno quel momento.
La strinse a sé, catturando un capezzolo scuro e turgido tra le labbra, fin quando non la sentì protestare.
Quando la mano di Kagome, leggermente esitante, si chiude attorno al suo membro, capì che non sarebbe riuscito a sopportare oltre quella piacevole tortura.
La penetrò con decisione muovendosi in lei con brama.
Brividi attraversarono il corpo accaldato e sudato di Kagome.
Le braccia di InuYasha l'avvolsero e la tirarono su, finché lei si ritrovò seduta sul suo grembo.
Capì cosa lui voleva e l'accontentò.
Nascose il viso nell'incavo della spalla del ragazzo e prese a muoversi con lui.
Lo baciò quando il piacere divenne così intenso da essere insopportabile e doloroso.
La passione divampata divenne un incendio indomabile, destinato a consumarsi rapidamente, ma non ad estinguersi.
E dopo poche spinte, vennero entrambi.
Rimase stretta a lui, unico punto fermo in quel mondo di piacere.

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE:

Eccolo qui, il punto di svolta :)
È un capitolo decisamente importante e devo ammetterlo che scriverlo non è stato facile. Ho cancellato, modificato, aggiunto, ma il risultato finale non mi soddisfa poi molto :|
Probabilmente senza l'aiuto di Chiara e Serena sarei ancora lì a rileggerlo per capire cos'ha che non va!
Ovviamente, tutti i commenti li lascio a voi :D
Sono proprio curiosa di sapere cosa ne pensate di questa passione divampata :D
Un ringraziamento a tutti voi che continuate a seguire questa storia con tanto affetto..sappiate che ci avviciniamo inesorabilmente al finale (4 o 5 capitoli al massimo).
Alla prossima :D
Vanilla

P.s. Vi lascio, come sempre,il link del nostro gruppo per chi avesse voglia di aggregarsi.
Siamo qui:https://www.facebook.com/groups/758064124210814/ 

 

 

   
 
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