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Autore: coccinella    20/02/2009    2 recensioni
Ormai si sa...da quando Draco Malfoy ha messo piede nella vita di Hermione Granger, quest'ultima è stata sommersa dalle novità e niente è più stato come prima.. Così la nostra giornalista preferita,dopo avere solennamente promesso di lasciare perdere con i piani e dove essersi convinta di essere veramente felice,si era ritrovata a fare i conti con problemi vecchi e nuovi,segretarie sempre più rompiballe, madri che pretendono di programmarti la vita,o almeno le serate e un capo che invece non è cambiato affatto.. per non parlare della gravidanza di Ginny e della convivenza con Malfoy... Ma può succedere che le cose cambino ancora...e allora,oltre ai problemi precedenti, torneranno alla carica anche vecchie conoscenze,come Ron e Lavanda,che ce la metteranno tutta,ma proprio tutta, per complicare la vita,già complicata di suo, della povera Herm.. e alla fine,persino la promessa di lasciare stare con i piani,potrebbe essere infranta...e in quanto alla felicità... bè...leggere per scoprirlo! [CONTINUAZIONE DI "CHI L'AVREBBE MAI DETTO!"]
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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salve gente!

rieccomi qua, un po' in ritardo.. spero che mi perdonerete.. anzi, per farmi perdonare questo capitolo è un po' più lungo dei precedenti, così non potete non perdonarmi :) XD

Scherzi a parte, ovviamente, vi ringrazio! Grazie a tutte le persone che hanno messo la mia ff tra i preferiti,a quelle che hanno letto e sopratutto a quelle che hanno recensito lo scorso capitolo..! ovvero:

Hollina: a chi lo dici! Draco è al di sopra di qualsiasi giudizio :) grazie! spero che recensirai anche questo capitolo ovviamente! kiss

gelb_augen: ma grazie cara! questa volta il capitolo è più lungo del soliti..ovviamente spero che ti piaccia! e inoltre, da questo capitolo, sopratutto nei prossimi, vedrai molto più spesso Draco e Herm da soli..non posso ancora svelarti nulla, ma lo scoprirai alla fine di questo capitolo :) grazie mille per tutti i complimenti! aspetto un tuo parere! baci!

TOM THE BEST: hehe povera Herm..XD sono davvero contenta che ti piaccia!spero vorrai recensire anche questo chappy..:)

Virgola: non ti svelerò se Lavanda scopre qualcosa..ti lascio leggere! :) lo scoprirai nel capitolo..! spero che ti piaccia,ovviamente! un bacio!

Ok, e ora vi lascio leggere..!

Piccola premessa: oltre ad essere un po' più lungo dei precedenti, questo capitolo ha un'altra particolarità..alla fine, succede qualcosa che introduce altri avvenimenti importanti che accadranno..è troppo presto perchè vi possa dire altro,anche perchè voglio che sia una sorpresa, o non c'è più gusto :), ma non spaventatevi se vi sembrano strani,alcuni avvenimenti.. capirete poi..:) spero di non avervi spaventato..:) XD

buona lettura!

Mi sono sempre chiesta come mai la gente usasse l’espressione “l’aria si tagliava con un coltello” riferito ad una situazione. Mi sono sempre chiesta, ma come fai a tagliare l’aria con un coltello? Chissà che coltello enorme ti servirebbe.. e se anche avessi un coltello così grande, come fai a tagliare tutta l’aria?

Quella mattina, per la prima volta, mentre Lavanda studiava Ellie con aria interrogativa, fui io stessa a pensare che l’aria si potesse tagliare con un coltello. E capii perché nessuno si fosse mai chiesto di che razza di dimensioni avrebbe dovuto essere quel benedetto coltello.

Semplicemente perché bastavano poche parole a tagliare l’aria. E le parole fanno molto più male dei coltelli.

“Allora? Conosci Ron?” incalzò Lavanda, rivolta alla mia collega riportandomi alla realtà.

Ellie mi lanciò un’occhiata disperata,cercando aiuto,ma non potei far altro che lanciarle una smorfia e guardarla annuire.

“Oh..” è tutto ciò che uscì dalla bocca di Lavanda.

Per un attimo,un fantastico attimo, pensai di aver scampato la visione di Ellie costretta ad ammettere tutto..

“..e come fai a conoscerlo?”.

Come non detto.

Da dov’era la mia collega proveniva solo silenzio.

Il mio sguardo saettò su di lei, che guardava Lavanda con l’aria di chi si aspetta di venire ucciso da un momento all’altro, senza avere la forza di aprire bocca, con un’espressione di puro spavento stampata in faccia. Voldemort, in confronto, era uno dei Teletubbies.

Improvvisamente ebbi l’idea.

Non era perfetta, e neanche chiara.. era un cumulo di probabilità fortunate nella mia testa.. ci voleva troppo culo perché funzionasse..ma, in fondo, che avevo da perdere?

“Scusatemi, torno subito”.

Scattai in piedi e le lasciai lì, cercando di ignorare l’espressione interrogativa sulla faccia di Lavanda e lo sguardo di odio negli occhi di Ellie. Avrei voluto dirle che non la stavo abbandonando, era solo una ritirata che sarebbe andata a suo favore.. o almeno,era quello che speravo.. ma qualsiasi parola davanti a Lavanda poteva essere un arma a doppio taglio.

Mi chiusi la porta alle spalle, sperando che non si fucilassero in mia assenza, tirai fuori il cellulare e composi veloce un numero.

Segnale di libero e nessuna risposta.

Ti prego, rispondi, ti pregotipregotipregotipregotipr..

“Pronto?”.

“Ginny! Grazie al cielo hai risposto..sono in un mare di guai”.

Sentii la mia amica ridere dall’altra parte della cornetta. Mi era mancata quella risata..

“Come sempre, Herm..!”. ..le sue battutine un po’ meno. “Che hai combinato sta volta?”.

“Io niente” e le parole mi colpirono per la loro verità. Già, io non avevo combinato niente. E per quale strano motivo ci finivo sempre in mezzo?

“E allora dov’è il problema?”.

Come potevo spiegarle che il problema era che la moglie e l’amante di suo fratello ora erano nel mio ufficio, presumibilmente a scannarsi a vicenda?
Senza contare che Ginny, di Ellie, non sapeva nulla. Meno che mai del tradimento. E soprattutto, non doveva saperlo. O probabilmente le avrebbe causato un aborto spontaneo. O un infarto. O entrambi.
Dovevo inventarmi una scusa. Una scusa credibile. Sentii la mia mano tremare. Sperai ardentemente che il cellulare non mi cadesse di mano.. anche se forse era l’ultima delle catastrofi che potevano accadere.

Calma, Herm. Calma, calma, calma. Sii convincente.

“Ho un problema con Bet. Mi sta stressando in una maniera spropositata..”. Non poteva funzionare. Cominciai ad avere caldo. Era troppo debole come scusa. Una segretaria che  rompe ero perfettamente in grado di metterla a posto da sola. Meglio peggiorare la situazione..

“..ed è passata Lavanda in ufficio, per chiedermi una cosa e non so più come liberarla dalle grinfie di Bet”. Se non altro, Lavanda era davvero in ufficio. Una bugia in meno. Bastava poco per sentirsi la coscienza meno sporca.. o forse non bastava affatto.

“Lavanda?” fece Ginny “da quando Lavanda sa dell’esistenza di un quotidiano?Mi sono persa qualche pezzo?”.

Lei scherzava, ma non sapeva quanto ci era andata vicino. Di pezzi se n’era persa parecchi.
Per un attimo, contemplai la possibilità di dirle la verità.. come gliel’avrei detto?

Oh si, tuo fratello ha fatto le corna a sua moglie con la mia collega, perché pensava che fosse incinta e lei invece non lo era.

No, decisamente non potevo dirglielo.

“No,era venuta a chiedermi di Malfoy. Ron le ha detto che ora ci frequentiamo e sai Lavanda com’è fatta..se non sa tutto non è felice” inventai. Intrecciai due dita dietro la schiena e guardai l’orologio. Erano già passati un paio di minuti. Dovevo sbrigarmi.

Ginny rise ma decise di darmi retta: “Lavanda è incorreggibile. Ma io che dovrei fare?”.

“Chiama la Gazzetta, non il mio ufficio, la sede centrale. E chiedi di Lavanda. Dì che sai che è nell’ufficio di Hermione Granger, e che vorresti che te la chiamassero. Poi, quando ti ha detto che sta venendo a chiamarla, attacca.” Ok, mi rendo conto che sembra un discorso da pazzi..ma che altro potevo fare?

“Herm.. hai bevuto?”.

“No, Ginny, davvero. Richiamami al cellulare per la pausa pranzo e ti spiego tutto, ma ti prego fai come ti ho detto”.

Ron me la pagherà. Tutto questo per coprire le sue scappatelle con Ellie.. me la pagherà cara, molto cara. E sarà lui a spiegare a sua sorella tutta la storia, io me ne tirerò fuori prima che lei scopra tutto e sarà Ron a doverle raccontare tutto quanto. Mi attaccai a quella speranza con la stessa forza con cui stavo stritolando il cellulare.

“Ok, come vuoi. Ma sappi che se Bet non la pianta di rompere la ucciderò io,se non vuoi farlo tu..”.

Mi sarei messa a saltare dalla gioia. Era andata. Bè, almeno, la parte A del piano.

“Grazie, Ginny, grazie davvero! Sei un’amica!”.

“E tu una pazza” aspettò una mia risposta che non arrivava e poi riattaccò.

Non ebbi la forza di negare. Aveva perfettamente ragione. Ero una pazza. Ma poteva anche funzionare.. Ero pazza, ero abbastanza sana da ammetterlo, ma in mondo girava così. Non potevo far altro che adeguarmi. Mi tornò in mente la canzone di Vasco..”la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia”. *

E’ tutto un equilibrio sopra la follia. E io ero pazza. Bè, direi che sono a cavallo allora.

L’occhio mi cadde sull’orologio. Erano passati più di cinque minuti. Lavanda aveva già ucciso Ellie?

Mi ricacciai il cellulare in tasca e spalancai la porta del mio ufficio con più forza di quanta ne serviva. Lavanda e Ellie si girano di scatto a guardarmi. Se non altro, nessuna delle due era morta..

“Era una cosa urgente” borbottai a mò di scusa “che mi sono persa?”.

Fu Lavanda a rispondermi: “Oh nulla. Appena te ne sei andata è venuta la tua segretaria..com’è che si chiama?” non aspettò una risposta e andò avanti da sola, senza accorgersi della mia faccia, grazie al cielo “Vabbè, è venuta a prendere delle carte e Ellie l’ha aiutata a trovarle. Tutto qui”.

Guardai El in cerca di una conferma. Era ancora paurosamente bianca ma non sembrava così disperata come se avesse confessato tutto a Lavanda. Bet le aveva evitato il dramma. Le avrei dovuto dare un aumento, prima o poi…

“Comunque..” riattaccò Lavanda prima che riuscissi a trovare un qualsiasi argomento di conversazione “..come fai a conoscere mio marito, scusa?”.

Non ebbi la forza di girarmi a guardare la faccia della mia collega,la sentii solamente sussurrare un flebile: “Io…bè…ecco…”. Strinsi di nuovo due dita dietro la schiena e pregai che Ginny si sbrigasse.

“Tu?” incalzò Lavanda, ora curiosa. Prima che riuscissi a sentire la risposta di Ellie suonò il mio citofono.

Mi ci attaccai, tirandolo praticamente giù dal piedistallo e ci scandii dentro un speranzoso: “Si?”.

“Hermione Granger? C’è una telefonata per una certa Lavanda che dovrebbe essere nel suo ufficio”.

Se avessi avuto Ginny lì, in quel momento, avrei potuto abbracciarla e non mollarla più. Mi aveva salvato anche sta volta. E non sapeva quante cose invece le avevo tenute nascoste.. ma non era quello il momento per pensarci..

“Lavanda?” ripetei, girandomi a guardarla con aria interrogativa. Ero una pessima attrice. Sperai solo che Lavanda fosse ancora ingenua come una volta…

“Si, Lavanda. Può farla venire qui?”.

Lavanda mi stava ancora guardando con aria interrogativa, per cui decisi di spiegarle: “Chiedono di te al telefono nella sede centrale. Puoi andare a sentire chi è?”.

Mi studiò come se fossi impazzita ma poi annuì: “Si, certo, vado”.

Fu con estrema soddisfazione che annunciai all’addetta: “Si, arriva subito”, prima di vederla sparire fuori dalla mia porta, salutandoci con un gesto della mano.

Neanche il tempo di veder sparire Lavanda che Ellie si riprese dal suo torpore e attaccò con un quasi isterico: “Ora tu mi spieghi tutto”.

Decisi di riassumere: “Per evitare che tu dovessi dirle cose che lei non dovrebbe sapere o peggio inventarti altre scuse, ho chiesto ad una mia amica di chiamarla all’ufficio dalla parte opposta e riattaccare. Così Lavanda non scoprirà che è lei ma ora è fuori gioco per almeno una decina di minuti”.

Ellie rimase a guardarmi come se non credesse alle sue parole.

“Hai fatto tutto questo da sola? Per me?”.

“Bè..si” ammisi, cercando di non sembrare troppo compiaciuta e minimizzai “ma ora, se fossi in te, io me ne andrei di qui prima che torni..”.

“Oh si, certo..me ne vado subito” Ellie si illuminò; scattò in piedi e volò aggraziata fino alla porta. Era incredibile; riusciva ad avere un aria da velina anche in mezzo a tanto casino.

Era ormai sulla porta quando si girò e mi abbagliò con uno dei suoi sorrisi. “Ehi, Herm..”.

“Eh?”.

“Grazie, Herm. Davvero. Mi hai salvato un’altra volta anche se sai che ho fatto a quella donna..”.

“Oh,non è stato un problema mentire a Lavanda…l’ho odiata per anni” ammisi, ma cercavo di minimizzare. Mi faceva piacere sentirmi ringraziare ma non volevo esagerare. 

El sorrise ma insistette: “Grazie lo stesso. Non importa se l’hai odiata, mi hai coperta anche se tutto quello in cui hai sempre creduto ti diceva il contrario..grazie”.

Improvvisamente sentii di avere fatto la cosa giusta. Cominciai persino a sentirmi meglio. Era la prima volta che qualcuno mi riconosceva di aver fatto i salti mortali per lui. Non era male. Mi faceva sentire finalmente apprezzata.

Sorrisi ad Ellie e mi resi conto che, nonostante tutto, era una delle poche persone, oltre a Ginny che ormai mi conosceva da una vita, a capirmi davvero.

“Ehi, Ellie..”.

Si girò, già con una mano sulla maniglia. “Dimmi”.

“Grazie”.

Sorrise, ma non sembrava capire. “Di cosa?”.

“Di avermi ringraziata”.

Continuava a non capire ma parve rinunciarci. Mi sorrise di nuovo. “Prego”. E la vidi sparire oltre la porta, lontano da Lavanda

Io mi sedetti sulla mia scrivania e mi concessi di sentirmi soddisfatta.

Ce l’avevo fatta.

Ok, dovevo ancora un mare di spiegazioni a Ginny, mi sentivo ancora in colpa per Lavanda e, ovviamente, mi sentivo terribilmente in colpa per Malfoy e per tenerlo all’oscuro di tutto.. ma ce l’avevo fatta.

E qualcuno mi aveva ringraziato.
Era sempre una vittoria. Magari in piccolo, magari meno importante..ma pur sempre una vittoria.

Ce l’avevo fatta.

Herm, allora non sei così idiota come sembri..!

Mi fai un favore, cervello?

Quale?

Taci.

#########

C’è una controindicazione ad essere dei geni che risolvono i casini al mondo intero.

Distrugge.

Dico sul serio, tra lo stress e tutto il resto, ero completamente a pezzi. Decisamente,stanca morta.

Motivo per cui crollai sul divano non appena arrivai a casa. Malfoy non c’era e Ron era chissà dove. Avevo preso l’abitudine di ignorare che faceva o dove andava. Avevo imparato che certe volte era meglio non sapere piuttosto che finirci dentro fino al collo. Se anche si ficcava nei guai, sta volta, se ne sarebbe dovuto tirar fuori da solo.

Ero tranquilla a questa prospettiva. Avevo fatto il mio dovere, almeno in parte. Per le bugie ci avrei pensato poi. Per ora, potevo rilassarmi.

Dormivo persino tranquillamente. Niente incubi. Era tutto troppo perfetto per durare.

Fui svegliata dalla suoneria insistente e odiosa del mio cellulare. Mi svegliai di botto e guardai chi era a rompere una povera pazza che dormiva in pace. Con mia grande sorpresa, sul display brillava la parola “Malfoy”.

“Pronto?” risposi, a metà tra il preoccupato e il curioso.

Come mai mi chiamava? Sarebbe stato a casa tra mezz’ora, che c’era di così fondamentale da chiamarmi ora?

“Herm,ti disturbo?Sei a casa?”.

“Non mi disturbi,non ti preoccupare” mentii, improvvisamente sveglia, ma in fondo non era nemmeno una bugia. Malfoy non disturbava mai. Aveva il potere di potermi rompere le scatole quanto voleva senza che io protestassi. “Si, sono a casa, perché?”.

Sentii Malfoy sospirare e qualche rumore di fondo confuso. Ma che stava succedendo?

Lasciai perdere i giri di parole e andai dritta al punto. “Malfoy…che c’è?”.

“Solo un po’ di stress al lavoro” rispose lui ma sembrava vago, come se non avesse detto tutto quello che c’era da dire.

Oh, approposito.. nel caso non ve l’avessi ancora detto, Malfoy lavorava con suo padre al Ministero ma non parlava spesso del lavoro. Era come se non gli piacesse parlarne. Non avevo mai capito perché, ma poi pensavo a Bet e mi convincevo che nemmeno a me piaceva parlare di lei.

“Solo un po’ di stress al lavoro?” ripetei, poco convinta.

“Si...bè…molto stress” si corresse lui e poi tacque. Non replicai. Volevo lasciare che fosse lui ad interrompere quel silenzio.

“Herm” attaccò lui, improvvisamente “ho una proposta da farti”.

Oddio.

Oddio, oddio, oddio.

Oddio.

“Che proposta?” biascicai.

“Facciamoci una vacanza. Tre o quattro giorni lontano dal lavoro e dallo stress, solo io e te”.

Se non mi fossi svegliata completamente con la suoneria odiosa avrei pensato che stessi ancora sognando.

Una vacanza? Io e Malfoy? Magari. Sarebbe stato perfetto. Un paio di giorni lontano da tutto sto casino.. un sogno.

“Sarebbe l’ideale. Io posso chiedere qualche giorno di vacanza tra un paio di settimane..”.

Non mi lasciò nemmeno finire: “Herm, non hai capito…ora e subito. Se vuoi partiamo anche domattina. Quattro giorni via da tutto, io e te”.

Ora?

Come avremmo fatto? Come io avrei fatto? Il lavoro..avrei dovuto chiedere un permesso..sempre se me lo davano..e poi c’era da risolvere la questione di Ellie, Lavanda e Ron..e spiegare tutto a Ginny..e poi,Ron… avremmo lasciato Ron a casa? Casa mia, solo con Ron a fare da guardia per quattro giorni??

“E Ron? Lo lasciamo qui?”.

“Naturalmente. Ho detto io e te, Weasley non deve venire” replicò Malfoy con una punta di acidità in quelle parole che mi fece strano. Che gli era preso? La vacanza, quattro giorni via.. perché?

“Siamo io e te anche qui” obbiettai, debolmente “dove dovremmo andare?”.

“Pensavo ad una vacanza rilassante per distrarci da tutto. Anche da Weasley. Penserà lui a casa tua” ..come se potessi fidarmi.. chiederò a Ellie di occuparsene lei. Tanto immagino che verrà molto spesso se noi ce ne andiamo.. ma Malfoy continuava, imperterrito, ignaro dei tanti problemi pratici che mi frullavano in testa: “Pensavo a qualcosa di romantico. Parigi, magari”.

Bastò quello.

Io e Malfoy. E Parigi. Lontano dal casino, da tutto. Io e lui e basta. Quattro giorni.

Improvvisamente i problemi pratici sparirono. Avrei preso un permesso dal lavoro..se non me l’avessero concesso mi sarei finta malata..avrei parlato con Ginny al mio ritorno..avrei risolto anche la storia di Ellie,Ron e Lavanda al mio ritorno.. poteva aspettare. Tutto poteva aspettare. 

Ginny aveva ragione.

Ero pazza sul serio.

“Allora? Herm? Ci stai? Ci sarebbe un volo domattina…prenoto?”.

Parigi. Io e Malfoy. Domattina.

Era una follia.

“Si, prenota. Io e te e Parigi non può aspettare”.

Non osavo credere alle mie orecchie.

Domattina sarei partita per Parigi. Con Malfoy. Lasciando qui più problemi di quanti ne avessi avuti in tutto il resto della mia vita messa insieme.

Ero pazza, decisamente.

Ma, in fondo, è tutto un equilibrio sopra la follia, no?

* La stupenda canzone in questione è Sally – Vasco Rossi :)

et voilà! capitolo finito..!

ora avrete capito a cosa mi riferivo con avvenimenti che cambiano un po' la storia.. in realtà introducono altri avvenimenti che accadranno poi di cui però non posso dirvi nulla :) comunque,non temete, Herm sarà in mezzo ai guai anche a parigi!

N.B.  l'idea di parigi la devo ad una mia amica che mi ha dato questo piccolo consiglio..era troppo romantico per rifiutare :) grazie cara!

detto questo,ovviamente spero che vi sia piaciuto questo capitolo e aspetto i vostri pareri!

baci! alla prossima

  
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