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Autore: Straightandfast    23/10/2015    3 recensioni
E okay, Beatriz è libera, forte e tutto il resto, ma quando Harry Styles la guarda con quegli occhi curiosi e l'espressione da bambino in attesa di chissà quali sorprese, un po' si sente tremare.
E va bene, va davvero bene anche se forse non se ne accorge nemmeno.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elastic Heart.


«Cristo, Bea, sembra di stare ai Caraibi!» Noah mette su un finto broncio mentre, sotto gli occhi vigili e attenti di Brooke, si sfila il maglioncino di cotone che aveva addosso e rimane con una semplice canottiera nera. Beatriz sorride e scuote piano la testa, auto imponendosi di non ricordarle – per l’ennesima volta – che lei aveva sottolineato la temperatura eccessiva della sua città natale, almeno un migliaio di volte.

Sono a Barcellona da poco più di venti minuti, e lei si sente già diversa.
E’ stato così bello poter parlare in spagnolo di nuovo, tanto che ha cercato di attaccare bottone con chiunque le capitasse a tiro, con grande gioia degli stewart dell’aereo. Ora sono sul taxi, diretti verso l’albergo che Harry le ha indicato nella fatidica lettera, e lei non riesce nemmeno a guardare fuori dal finestrino; non sa cosa potrebbero provare i suoi occhi, nell’incontrare quel cielo azzurro e senza nuvole che lei, senza nemmeno aver bisogno di dare un’occhiata, sa che c’è. Brooke e Noah le tengono la mano forte, mentre i loro sguardi si poggiano su ogni cosa appaia al di fuori del loro finestrino; sorridono, nel ritrovare ogni cosa descritta da Beatriz, e nel comprendere e assaporare finalmente tutti gli odori, i rumori e le facce di cui lei aveva sempre parlato. Alla fine, dopo ventotto minuti di viaggio in taxi e quasi duecento sobbalzamenti di Beatriz, l’automobile si ferma in una via affollata del centro, Carrer de Les Escudellers, di fronte ad un albergo elegante su cui, ovviamente, la spagnola è costretta a posare lo sguardo. Mentre con un “Gracias” sussurrato ringrazia e paga il tassista e prende le valige dal bagagliaio, deglutisce a fatica, percependo già le goccioline di sudore formarsi per la tensione sulla sua fronte; quella via del centro è una delle più trafficate, essendo incredibilmente vicina alla Rambla, e per lei sarebbe una gioia immensa rivederla, se solo i ricordi la lasciassero in pace. La sua mente e i suoi occhi volano all’edificio bianco qualche metro più avanti, e in particolare alle finestre verdi del quarto piano, quelle dalle quali si divertiva a guardare il mondo passare per le strade di Barcellona; ricorda tutte le volte che si era seduto sulle scale di quello stesso albergo elegante nel quale ora sta per entrare, ad aspettare che Andres scendesse da casa sua, con quel suo passo dinoccolato e con le mani già in movimento a rollare una sigaretta che poi avrebbero condiviso.

«Tutto bene, B.?» Gli occhi chiari e attenti di Noah squadrano il suo viso con affetto, gli occhiali scuri ben sistemati sulla testa per permettere ai loro sguardi di incrociarsi senza alcun impedimento. Beatriz sente di riuscire a respirare un po’ meglio, ora che si è ricordata della presenza dei suoi amici al suo fianco, e annuisce piano riprendendo a camminare ed entrando nell’albergo.
L’atrio è grande  ed incredibilmente lussuoso, come sottolinea Brooke, – cristo Bea, mi sembra quasi di essere ricco! – e i tre ragazzi sono piacevolmente sorpresi dall’aria condizionata che li accoglie non appena vi mettono piede. Beatriz si sta dirigendo a passo deciso verso il banco della reception quando, con la coda dell’occhio, coglie un movimento veloce alla sua destra e, pochi secondi dopo, Harry Styles si è alzato da una delle poltrone dell’ingresso e si è posizionato davanti  a lei.
La squadra con degli occhi attenti, la fronte aggrottata e le mani che sembrano non trovare una posizione giusta; il suo viso è serio, mentre il suo sguardo si posa su ogni centimetro della sua pelle e cerca di capire quale sia lo stato d’animo della ragazza.

«Sei venuta.» Constata poi, facendo sorridere con aria di divertimento Noah perché, sul serio, non aveva un’uscita più intelligente da fare?
«Così sembra.» Anche la voce di Beatriz esprime una lieve traccia di divertimento, anche se il suo sguardo rimane serio, a soppesare ogni movimento del ragazzo che le si trova di fronte; non ha ancora deciso come deve sentirsi nei confronti di Harry Styles, e sta cerando di capire come il suo corpo e la sua mente reagiscono alla sua presenza. «Avevi dei dubbi? »
Harry sorride tra sé e sé, facendo spuntare le fossette agli angoli della bocca e passandosi una mano sulla guancia in un gesto sorpreso, ‘che non si aspettava di dover iniziare già la battaglia di parole che intraprende ogniqualvolta ci sia una conversazione tra lui e Beatriz. Poi, posando di nuovo gli occhi sul viso di lei, borbotta un «Ho sempre dei dubbi, quando si parla di te.» che fa aggrottare la fronte di Beatriz in segno di confusione.  Noah e Brooke, dietro di loro, si godono la scena con dei sorrisetti maliziosi stampati sui loro bei visi, scambiandosi qualche occhiatina complice di tanto in tanto; poi, Harry fa un passo verso destra, distogliendo la sua totale attenzione da Beatriz e rivolgendone una parte ai suoi amici, riservando loro un sorriso riconoscente, consapevole del ruolo che devono aver giocato nella decisione della spagnola.
«Ho prenotato una camera al mio stesso piano per voi due, ragazze.- Rivolge un veloce sguardo a Beatriz ed inciampa nei suoi occhi verdi, prima di dedicarsi a Noah. – Mentre, Brooke, se per te non è un problema, ho pensato che potresti dormire in camera mia. Ho un letto in più, dato che Liam è qui con Sophia, e la nostra camera sarebbe proprio di fronte a quella delle ragazze.» Beatriz coglie una stanchezza disumana, nella sua voce strascicata, che riscontra anche nei suoi capelli raccolti malamente e negli occhi un po’ meno brillanti del solito; gli rivolge un sorriso veloce, ringraziandolo mentalmente per averla tolta dall’imbarazzo di condividere una camera insieme a Brooke e Noah.
Brooke, con un sorriso altrettanto riconoscente – perché, insomma, non sa se sarebbe riuscito a sopravvivere in camera con una Noah che dorme in mutande e passa il tempo a parlare di quanto siano fighi i ragazzi spagnoli - , riprende in mano la sua valigia ed inizia a seguire Harry e Beatriz, che già si sono avviati verso gli ascensori.

«La tua famiglia sa che sei qui?» Harry è incerto, mentre pronuncia quella domanda, apparentemente innocua; in fondo non ha idea di cosa tenga Beatriz lontano da Barcellona, e teme di spingersi troppo oltre. Entrano dentro all’ascensore e lui cerca di mascherare la sua incertezza accarezzando lentamente la schiena della ragazza, lasciata scoperta da una maglietta che lui, ne è certo, sognerà per tutta la notte.
«No, in realtà no. Vorrei fare una sorpresa, questa sera.» Il sorriso che si apre sul viso di Beatriz lo tranquillizza notevolmente, e rassicura la sua mano al punto da continuare a passarla sulla pelle morbida di Beatriz. Lei si limita a lanciarle un’occhiata maliziosa, ma non protesta e si lascia accarezzare senza alcuna lamentela, evento più unico che raro. «Penso che mia mamma piangerà, o qualcosa del genere.» Harry la guarda con interesse, mentre la sente nominare per la prima volta un membro della sua famiglia.
«E’ bella come te?» Brooke e Noah, accanto a loro, ridacchiano senza neanche preoccuparsi di nascondersi perché, davvero, è ridicolo quanto quei due non riescano a condurre una conversazione insieme senza un pizzico di malizia.
«Di più.» Beatriz lampeggia orgoglio dagli occhi, mentre nella sua mente si raffigura il bel viso della madre, di cui il suo non è che un pallido tentativo di imitazione.
«Oh, bè, molto bene. Ho sempre avuto un debole per le donne più grandi di me. » Il viso di Harry diventa una maschera carica di malizia, mentre si china per prendere la valigia di Beatriz e la porta fuori dall’ascensore; la sua passione – forse un po’ insana – per le donne di  una certa età è conosciuta a tutto il mondo, e muore letteralmente dalla voglia di conoscere la madre di Beatriz.
La spagnola si limita a ridere e a scuotere la testa, borbottando qualcosa sulla totale adorazione che sua madre prova nei confronti di suo padre, mentre segue Harry e la sua schiena – ha sempre avuto le spalle così larghe? – lungo il corridoio dell’albergo. Alla fine, il ragazzo si ferma davanti alla porta della camera 205 e fa entrare Noah e Beatriz in esplorazione, divertito dai loro sguardi ammirati e incantati; prima di far vedere a Brooke anche la loro stanza, riesce ad afferrare per un polso Bea e farla voltare verso di lui.

«Dopo la cena con i tuoi, ti va di mostrarmi la tua Barcellona?» L’ha girata in lungo e in largo, il giorno prima, insieme a Louis e Niall, e gli è piaciuta, gli è piaciuta davvero; ma è sicuro al cento per cento che, con Beatriz e i suoi occhi pieni di amore al suo fianco, potrebbe davvero diventare la sua città preferita. Beatriz sorride, felice, ancora incredula all’idea di essere lì, nella sua terra. «Okay, allora ti passo a prendere per le dieci e mezza, va bene?»
«No, che hai capito? Stasera sei invitato a casa mia, a cena. Mia madre vorrà sicuramente conoscere l’affascinante giovanotto che mi ha riportato da lei.» Dice, sinceramente; non può immaginare la delusione sul viso di sua madre nel sapere che colui che la ha riportata a casa è a Barcellona e non è andato a cenare da lei.
Harry sbatte le palpebre, lievemente sorpreso dal suo invito, ma poi sorride con tutti i denti fuori e annuisce, prima di entrare nella sua camera; è quasi sicuro di non aver mai visto Beatriz così tranquilla, rilassata e felice, a Londra. Forse è riuscito davvero a fare la cosa giusta, per una volta.
Forse.

Tre ore dopo Brooke, Noah, Harry e Beatriz si trovano di fronte al portone verde della casa di infanzia  ( e adolescenza ) della spagnola; l’appartamento in cui è cresciuta è poco distante dall’albergo in cui hanno passato il pomeriggio, perciò ci sono arrivati a piedi, iniziando già ad assaporare il clima spagnolo. Beatriz sembra ancora più inarrestabile del solito; sorride a destra e a manca senza curarsi di sembrare stupida, parla con chiunque gli capiti a tiro, anche solo per dire “Buenas tardes” e la gioia che prova riesce a trasparire perfino da ogni suo passo. Brooke e Noah si perdono a contemplare i vicoli in cui Bea li conduce con grande sicurezza, mentre Harry si limita a lanciare un’occhiata ogni tanto al viso di Beatriz, intimorito all’idea di trovarvi una qualche traccia di apprensione o nostalgia; per il resto, cerca di guardare per terra e non alzare il viso, che sa essere estremamente riconoscibile in qualunque posto si trovi.
Beatriz, le mani che le tremano vagamente per l’emozione e gli occhi che già le si fanno lucidi, suona con lentezza il campanello di quella che è stata la sua casa per diciotto anni; quando Noah le ha fatto notare che forse sarebbe stato meglio avvisare la madre dell’arrivo di quattro persone per cena, Beatriz aveva liquidato la situazione con un
«Noah, mia madre è spagnola. Tu non ti immagini neanche le porzioni di cibo che cucina ogni giorno; vedrai che ci basterà.» ma ora, perfino lei inizia a preoccuparsi. Harry percepisce il suo cambiamento di umore, vede il suo piede destro iniziare a tamburellare l’asfalto con impazienza e la sua fronte aggrottarsi, e le posa una mano alla base della schiena, lasciandole una carezza impercettibile, facendola sorridere altrettanto impercettibilmente.

«Nene?» La mamma di Beatriz ha i suoi stessi occhi grandi, e questo Harry Styles lo nota nell’istante esatto in cui la donna apre la porta; nota anche i lacrimoni che scendono sulle sue guance non appena si accorge che sì, sua figlia è lì per davvero, e Harry deve guardare in basso, distogliere lo sguardo, perché è stato protagonista di una scena simile così tante volte che sente il bisogno netto di chiamare la sua, di madre.
«Hola, mama.» Beatriz sostiene lo sguardo di sua mamma con fierezza, anche se Noah si accorge del piccolo tremolio della sua voce, nel pronunciare quel piccolo e semplice saluto. Sua madre si lascia andare ad un piccolo sospiro che è così pieno di affetto che fa stringere lo stomaco di Brooke, e poi si fionda sulla figlia, incurante delle sue proteste burbere, soffocandola con il suo abbraccio caloroso.
«Eduardo!» Grida poi, il viso rivolto verso l’interno della casa e le mani che continuano a correre ai capelli della sua bambina, al suo viso così maturo e al suo corpo magro e così cresciuto.
Il padre di Beatriz compare sulla porta di casa con addosso solo dei pantaloni corti, in una mano un pomodoro tagliato per metà e nell’altra un coltello sporco; anche i suoi occhi si spalancano, quando si posano sulla figura che la moglie tiene stretta a sé con tanta gioia e possessività, e annaspa un po’. Gli occhi gli si inumidiscono e nel viso gli compare un sorriso pieno di tutta la gioia del mondo, quando Beatriz allunga una mano fuori dal corpo della madre e lo porta vicino a sé. Harry, Brooke e Noah li sentono parlottare, stretti in quell’abbraccio, una serie di “Oh, mi nene” “Tu tienes que comer, eres demasiado magra” ,“mi nina, te he extranado mucho” e la voce di Beatriz che si lancia in spiegazioni affrettate, che alle loro orecchie suonano semplicemente come un’accozzaglia di suoni stranieri e dolci. Poi, la madre di Beatriz sguscia dall’abbraccio, lasciando il marito a godersi, ammirato, la sua meravigliosa figlia minore, tanto bella quanto fragile, e si pianta di fronte ad Harry; gli prende le mani tra le sue, gli occhi grandi che scrutano quel viso così dichiaratamente inglese, e lo sguardo carico di gratitudine.

«Grazie di cuore.» Il suo inglese è molto più traballante di quello di Beatriz, la sua lingua sembra quasi inciamparsi su quelle sillabe straniere che chiaramente non le appartengono, ma la sua voce è così piena di gioia sincera, che il messaggio arriva chiaro e puntuale. Harry sorride, le fossette che si mostrano ancora più evidenti del solito e lancia un’occhiata veloce a Beatriz, che scopre già a guardarlo, gli occhi un po’ lucidi e il viso rilassato; mormora un «De nada. » felice, mettendo in pratica gli insegnamenti che si è fatto dare dalle fans che ha avuto modo di incontrare nei giorni scorsi, e facendo ridere i presenti di nazionalità spagnola.
Finalmente, poi, gli sguardi dei genitori di Beatriz si posano anche su Brooke e Noah, fino a quel momento solo spettatori della scena, e a loro riservano lo stesso trattamento di loro figlia; poi, borbottando una marea di parole alla velocità della luce, Marìa – ma puoi chiamarmi Mary, Harry! – li conduce concitatamente all’interno della casa, sotto lo sguardo incredibilmente divertito del marito e della figlia che, dopo tanto tempo, si possono nuovamente coalizzare per prenderla in giro.
Dio, quanto le è mancato quel posto.

Tre ore dopo, con la paella di sua madre in pancia e l’odore di casa nelle narici, Beatriz si muove in punta di piedi per i corridoi dell’appartamento in cui è cresciuta, diretta verso il piccolo balconcino che dà su Barcellona. Ha lasciato Brooke e Noah e discutere con i suoi genitori  e sua sorella – è arrivata qualche ora prima con il suo pancione e le sue voglie assurde - delle sue strane abitudini alimentari – non è poi così strano il fatto che il prosciutto le faccia paura, no? – e, con i piedi scalzi e in mano una sigaretta rubata a Brooke, ha deciso di seguire l’unica persona non presente in cucina.
Harry le dà le spalle, è appoggiato con i gomiti alla ringhiera verde che suo padre ha dipinto qualche anno prima e sembra concentrato su un punto impreciso tra le guglie della Sagrada Familia e un edificio particolarmente alto che si staglia tra gli altri. Non dà segno di aver percepito il suo arrivo, né dice nulla quando sente il click leggero dell’accendino risuonare nel silenzio della notte; per qualche secondo stanno immobili a osservare il paesaggio infinito che si estende davanti a loro, ognuno immerso nei propri sentieri.
Poi Beatriz prende un nuovo tiro dalla sigaretta e
«Grazie» dice, spezzando quel silenzio dolce che si era incastrato tra i loro corpi; Harry si volta verso di lei lentamente, la lingua incastrata tra i denti e un’espressione sul viso che le fa ricordare il primo giorno che lo ha visto.
«Di niente.» Si limita a dire, scrutandola con gli occhi socchiusi per il fastidio del fumo che gli va a finire dritto in faccia; Beatriz se ne accorge, stranamente, e decide di non infastidirlo ulteriormente, spostando quindi la sigaretta più lontano da loro. Lui accoglie il gesto con un sorriso riconoscente, mentre la voce bassa di Eduardo che si cimenta con l’inglese, all’interno dell’appartamento, fa sorridere entrambi. «I tuoi genitori e tua sorella sono davvero felici.>> Dice poi, negli occhi ancora l’immagine del padre di Beatriz palesemente commosso e di sua madre incredibilmente agitata.
«Già, lo sono.» Beatriz abbassa il capo, ancora troppo orgogliosa e sicura di sé per potersi permettere di farsi vedere emozionata da Harry Styles ; eppure, come è evidente a tutti nonostante i suoi tentativi di nascondersi, lo è, lo è per davvero.
«E tu? Tu sei felice?» Harry, a modo suo, la capisce, capisce il suo orgoglio e il suo bisogno di non farsi vedere fragile da nessuno, specialmente da lui; così, mentre le pone questa domanda, si volta di nuovo verso il paesaggio, distogliendo lo sguardo dal suo viso struccato e illuminato dalla luce di un lampione.
Beatriz ci deve pensare un po’, prima di rispondere, perché non lo sa, non lo sa per davvero quale sia la risposta; non sa se è felice, non sa ancora se essere venuta a Barcellona sia stata una buona idea o meno, né se domani sarà in grado di camminare tra le strade della sua città, della loro città, senza farsi prendere da attacchi di panico. Pensa al sorriso di sua madre quando l’ha vista sulla porta di casa sua, agli occhi di suo padre che si socchiudono per le troppe lacrime o all’urlo di sua sorella quando, con tanto di pancione e figlio di otto mesi dentro, le si è lanciata addosso senza tanto pensarci. Pensa alla sua città, a Brooke e Noah che ridono insieme alla sua famiglia seduti nella stessa cucina in cui lei ha imparato a fare la torta al cioccolato preferita dalla sua migliore amica, e pensa ad Harry Styles, sul suo balcone con addosso una camicia a fiori improponibile e gli occhi che brillano un po’ più del normale.

«Sono serena.»Risponde, perché felice è una parola grossa, ma serena se la può permettere, ed è già qualcosa. Harry sorride piano, intimamente felice di questa ammissione perché, davvero, serena è uno degli ultimi aggettivi che avrebbe mai pensato di abbinare al viso sempre nostalgico di Beatriz o alle sue mani perennemente in movimento, e invece adesso gli sembra così giusto per lei, che sente il bisogno di accarezzarle una mano.

«Bea? Harry?» La voce di Ana e i suoi occhi puntati sulle loro mani vicine non li imbarazza né li fa muovere dalla loro posizione, ‘che non sono di certo due timidoni, loro due. «Harry, temo che mia madre si sia innamorata di te. Continua a dire quanto sei gentile e ben educato, ed è ore che si chiede dove tu sia finito. » Ana scuote la testa con divertimento, mentre squadra l’espressione tranquilla della sorella minore e si accarezza piano la mano con la pancia. Non le ha ancora detto che sarà un maschio e che il nome è già stato deciso da mesi, perché fondamentalmente teme la reazione di Beatriz.
«Bè, il sentimento è ricambiato. Sappiate che, se sarà d’accordo, ho intenzione di scappare con vostra madre alle Hawaii.» Harry si passa una mano nei capelli, mentre parla, perfettamente a suo agio sotto quella pioggia di complimenti che, da quando è iniziata la serata, lo hanno ricoperto.
«E io che mi illudevo di poterti piacere!» Ana ride, mentre scuote i capelli e finge di flirtare con Harry, per nulla stupito dal suo comportamento; del resto, ha capito già da qualche ora, che l’arte della seduzione e della malizia sono presenti nel DNA di quella famiglia. Basti vedere le lusinghe da cascamorto con le quali Eduardo ha sedotto senza tanti problemi Noah, che ora pende letteralmente dalle sue labbra.
«Oh, ma mi piaci infatti! Se non pensi che sia poco opportuno, sai con il bambino e tutto, sei invitata nella nostra fuga alle Hawaii.» Harry muove qualche passo verso Ana, la mano che le sfiora il viso in modo scherzoso, la pancia ingombrante di lei che incombe tra di loro a ricordare, nel modo più evidente possibile, quanto quello sia effettivamente solo uno scherzo.

Dopo una breve occhiata tra lui ed Ana e prima di rientrare all’interno dell’appartamento, Harry si gira nuovamente verso Beatriz, ancora appoggiata alla ringhiera del balcone, i capelli mossi dal vento e un sorriso divertito sulle labbra carnose che – grazie al cielo per la sua sanità mentale! – ha deciso di non dipingere con nessun tipo di rossetto. Le rivolge un’occhiata giocosa, prima di affermare «Non offenderti, anche tu non sei male e, finalmente, rientrare.
Beatriz scoppia a ridere, seguita da Ana che, anche se con discrezione, scruta con attenzione la reazione di sua sorella, il modo in cui il suo corpo e i suoi nervi sembrano distendersi quando Harry Styles è insieme a lei.
Entrambe ridono perché entrambe sanno che non importa quanto lui cerchi giocosamente di sminuirla, né quanto flirti in giro con chiunque gli capiti in tiro, perché la verità è solo una; Beatriz lo ha in pugno.

 



Ciao ragazze belle :)
Lo so, sono incredibilmente imperdonabile e sono in un ritardo imbarazzante.
Avevo (e ho) una voglia matta di farvi leggere questo capitolo sulla mia Barcellona, sulla fantastica famiglia Iniego e sulla mia bellissima Beatriz che torna finalmente nella sua bellissima città natale e volevo farlo in un momento in cui avessi avuto un po' di tempo per godermelo anche io. In questo periodo non trovo tempo per fare nulla, sul serio, nemmeno per respirare, e per questo mi scuso davvero con voi.
Detto questo, vi lascio con questo capitolo, spero che notiate l'istantaneo rilassamento di Beatriz quando arriva a Barcellona, il modo molto più naturale con cui si avvicina un po' di più ad Harry e la sua felicità nel rivedere tutta la sua famiglia.
Spero davvero che vi piaccia, ci tengo moltissimo.
Un bacione e grazie di tutto,
Chiara

 


  
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