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Autore: Vanya Imyarek    25/10/2015    1 recensioni
Chad e Penelope sono finalmente riusciti nel loro intento: rubare la corona di Tolomeo e portarla al sicuro nella Piramide Arena. Ma questo non significa certo che il loro compito è finito: dovranno impedire, al contempo, che Setne risorga e che la giustizia faccia il suo corso, e questo implicherà un viaggio nel luogo più pericoloso del mondo greco.
Dopo una corona contesa tra più parti, i nostri eroi saranno alle prese, come da profezia, con uno spettro da fermare e, al contempo, non fermare.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi del Kosmos'
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                                                CHAD



                     UNA  BELLA  GARA  DI  TUFFI









Voi in ascolto non lo avevate esattamente capito, vero? Cioè, forse solo Nico, al quale mia madre si era presentata direttamente. Ma a tutti voialtri avevo risposto solo che era una mia parente, senza precisare troppo. 
Nessun motivo di doppio gioco e simili, dietro quella scelta di parole: volevo semplicemente evitarmi la fiera della compassione, che immagino sarebbe inevitabilmente seguita alla rivelazione della verità. Però avete capito perchè esattamente fossi tanto pensieroso, dopo quell'incontro. 
Un po' era, naturalmente, il fatto di aver rivisto mia madre. Quando era morta, io avevo solo tre anni, quindi non ricordavo molto di lei: qualcosa del suo aspetto fisico, e la sua causa di morte. Investita da un camion: si era buttata sotto per cercare di salvare un ragazzo che era inciampato mentre correva in mezzo alla strada. Non aveva avuto molto successo, ed erano stati presi sotto tutti e due. 
Oltre che, ovviamente, triste, avevo trovato la cosa anche snervante, per un paio di motivi: primo, io ricordo abbastanza bene di averle sempre detto di stare attenta ai camion, e secondo, ma proprio per uno scemo che si metteva a correre in mezzo alla strada senza neanche aspettare che le auto si fermassero a lasciarlo passare doveva sacrificarsi? Non poteva farlo per qualcuno di più intelligente, o che aveva maggior diritto di cadere, tipo, che so, un disabile, o un bambino più piccolo che ancora non capiva come funzionassero quelle cose? 
Okay, lo so, è un modo strano di sentirsi riguardo alla morte della propria madre. Ma che ci posso fare? Non esistono leggi di natura che obblighino tutti a sentirsi allo stesso modo. 
E poi, insomma, c'era tutta la questione del fatto che proprio lei si fosse offerta per aiutarci, e anche le informazioni che ci aveva dato davano da pensare. Perchè era intervenuta? Non poteva sapere del gruppo che sarebbe partito per dare la caccia a Setne, non dei suoi componenti almeno, perchè non credo che Nico si fosse messo a dire a tutti i nomi scelti per quell'impresa. Però guarda che coincidenzona, proprio mia madre che si offriva per aiutarci! 
E poi, oltre ai nomi, che alla fin fine non erano neanche qualcosa di importanza eccessiva per noi due, c'era quell'accenno al doppio gioco per buoni motivi. Ovvero motivi altruistici ... tipo quelli per un bene superiore, o per mantenere l'equilibrio cosmico, giusto per fare un esempio, eh. Il preciso motivo dietro tutte le nostre mosse! Queste coincidenze avevano del mirabolante!
 No, sul serio, qui c'era qualcosa che decisamente non quadrava. Nessuno sapeva del nostro doppio gioco. Eppure tutti e due gli interrogati avevano lasciato intendere di saperne qualcosa. Come avevano fatto a scoprirlo? Glielo aveva detto qualcuno? E chi?
 Nel caso di Sisifo, la risposta era quasi sicuramente Setne, e già la cosa non era molto confortante. Ma mia madre? Non era possibile che lei fosse passata dalla sua parte, questo mi rifiutavo di crederlo; in particolar modo se fosse stata informata che io lavoravo per altri. 
Ma allora chi diavolo le aveva parlato di tutta quella situazione? Passi che lei probabilmente non avrebbe parlato, se le cose fossero state così, ma dovevamo assolutamente sapere se là fuori ci fosse qualcuno in grado di minacciare il nostro segreto.
 Disgraziatamente, limitarsi a scervellarsi su un argomento non sitnifica necessariamente che se ne avranno illuminazioni utili: io non sapevo proprio cosa fare con una situazione del genere. E neanche Penelope, per la cronaca, ne capì qualcosa - lo puntualizzo subito così almeno la smette di sfottere. Tra l'altro, non ce n'è assolutamente motivo: c'erano semplicemente troppi pochi indizi perchè anche una mente brillante come la mia potesse subito venire a capo di qualcosa. 
"Chad?" mi richiamò Sadie. Ormai eravamo quasi arrivati al celebre crepaccio, ma ero talmente assorto nei miei pensieri che quest'informazione mi colse quasi di sorpresa.
 "Uh?"
 "Chi era quella donna?"
 Sembrava un po' esitante a chiederlo, quasi temesse che rispondere mi avrebbe potuto disturbare in qualche modo. 
"Una mia parente" replicai, come appunto ho detto prima. 
"Oh. Ma cosa faceva, la spia? Per sapere tutte quelle cose e venircele subito a riferire ..."
 Non so perchè, ma quella frase mi fece quasi venire da ridere. "Faceva la cameriera. Al massimo aveva fatto delle scuole di recitazione prima ... da giovane, voglio dire, ma poi non ha più potuto pagarseli, e ha preso il primo lavoro che le è capitato" 
"Recitazione? Allora potrebbe aver finto?" meditò Carter. "Magari è dalla parte di Setne anche lei, e ci ha dato dei nomi falsi di proposito ..." 
"Sisifo ti sembra un nome falso?" replicai. Ero indispettito dal fatto che qualcuno avesse questionato mia madre - cosa che poco prima avevo fatto anch'io, ma passi - ma per fortuna le circostanze erano tali da far pensare che ciò che mi irritasse fosse la possibilità che qualcuno considerasse Sisifo innocente.
 "Assolutamente no" si affrettò a intervenire Sadie, guardando malissimo suo fratello. 
Lui colse e concluse: "In effetti hai ragione tu, Chad"
 Ragazzi, ma sapete che quella è stata veramente una pessima mossa? E non parlo perchè la situazione abbia avuto risvolti particolarmente vantaggiosi per noi (come si è poi scoperto con più che certezza, tutti i nomi dati da mia madre erano veri), ma perchè c'era comunque la possibilità che lei avesse mentito. Il fatto che fosse una mia parente non escludeva per forza che avesse cattive intenzioni: se avesse voluto tornare in vita a tutti i costi avrebbe anche potuto non darsi troppo pensiero di me.
 E anche se posso capire il fatto di non volerne parlare davanti a me - che come ho già ammesso, in effetti mi ero irritato a sentir sospettare di lei a quel modo - avete comunque perso un occasione di discutere di una potenziale minaccia e di confrontare le vostre idee in merito con quelle degli altri. Cosa utilissima, perchè io nel caso avrei potuto provvedere a fornire altre informazioni sull'oggetto della discussione.
 Ma lezioni di strategia a parte, che temo la mia reputazione e tutte le mie azioni non faranno granchè apprezzare, noi restammo tutti con quest'interrogativo in sospeso, e io e Penelope con un sacco di altri problemi. Cosa mia madre potesse sapere del nostro doppio gioco, come avesse fatto a scoprirlo, cosa diavolo avesse voluto dire Sisifo, se fosse tutto un piano di Setne per informarci che eravamo sotto osservazione ... e davanti a noi, la prospettiva di un bel tuffo nel luogo della mitologia greca in cui era difficile entrare e pressochè impossibile uscire (tanto per dirlo facendo un po' di scena).
 Letteralmente, per di più: a furia di camminare e di parlare, eravamo arrivati davanti all'ormai celebre crepaccio. I due egizi guardarono nervosamente in basso. Evidentemente, erano preoccupati al pensiero di doversi ficcare in quel luogo così pericoloso e diverso dalla loro civiltà ... e in quel momento preciso realizzai che io non mi sentivo affatto così.
 Non ci avevo mai riflettuto prima, passando davanti a quel  crepaccio, ma non mi aveva mai inquietato o spaventato. E nemmeno mi sentivo confortato o 'a casa', come qualcuno potrebbe pensare: semplicemente, era come qualsiasi altro luogo, un posto normalissimo dove stare. E ripeto, non me n'ero neppure accorto finchè non avevo visto l'effetto che esercitava sugli egizi. Forse quella storia dell' 'appartenere a quel luogo' non era poi così incerta ... tra l'altro, nemmeno Penelope sembrava particolarmente agitata dalla prospettiva di buttarsi là dentro.
 "Ehm, allora, che facciamo?" chiese Sadie, guardando Nico come un'ancora di salvezza. "Saltiamo lì dentro e basta?" 
"Esattamente" fu la risposta del figlio di Ade. "Magari non sarà piacevolissimo, perchè si dice che la discesa sia piena di sporgenze e voi non siete spiriti come Setne o le Danaidi, ma dovreste comunque riuscire ad arrivare fino in fondo. Cosa ci sia esattamente là sotto, però, non lo so nemmeno io. Il Tartaro è un posto immenso" 
"Una simpatica versione alternativa della Terra dei Demoni" commentò Carter. "Qual'è la cosa peggiore che potrebbe capitarci, quanto ad atterraggio?"
 "Finire in uno dei fiumi, direi. Rappresentano tutti qualcosa di negativo"
 "Finiremo senza dubbio in uno dei f -" esordì Penelope.
 "Zitta!" la tacitò Sadie. "Già esiste la legge di Murphy, non mettertici pure tu!"
 "Giustissimo" approvai. Penelope tacque, guardandoci male entrambi. Non dubitai che, almeno per salvare le apparenze, io e Sadie avremmo avuto qualche piccolo incidente quando avessimo finito quella missione.
 "Fiorellini profumati che senza dubbio abbondano nel Tartaro" fu la conclusione della mia socia.
 "Questa sembra una censura da cartone animato su 4Kids" le feci notare. 
"Perchè non provi tu a trovare qualcosa che possa terminare decentemente ..." 
"Le discussioni prima di saltare?" suggerì Carter. "Non vorrei suonare noioso ..."
 "Lo sei, levati addirittura il pensiero ..." lo rassicurò sua sorella. 
"Ma non mi sembra il caso di trattenersi ulteriormente"
 "Va bene, va bene" gli risposi. "Cercavamo solo di sdrammatizzare un po' l'atmosfera. Suggerisco tuffo a candela" proposi, dopodichè saltai. 
Sì, non ebbi bisogno di una qualche preparazione psicologica. Ve l'ho già detto, il Tartaro non mi dava nessuna impressione particolare. Era un posto normalissimo, per me. E vi assicuro che non sto cercando di fare lo spaccone o simili: anzitutto sono troppo straordinario per averne bisogno, in secondo luogo, se nella discesa mi avete sentito imprecare, era solo a causa delle asperità e degli spuntoni rocciosi sopra menzionati da  Nico. E sono sincero, potete averne la certezza perchè ci avete preso dentro anche voi! Anche senza essere terrorizzato dal luogo in sè, un pezzo di pietra nello stomaco o in faccia non è il massimo del godimento.
 Probabilmente le sfighe di Penelope avevano effetto anche per via telepatica, perchè non atterrammo affatto su fiorellini profumati. Ve lo ricordate il Cocito, no? Quell'improvviso olezzo di cadavere vestito con una vecchia tuta da ginnastica, e poi l'impatto con le acque gelide. Per non parlare, poi, delle sensazioni.
 Qualcuno di voi si è mai chiesto che effetto abbia avuto il Fiume della Disperazione su di noi, con tutto quello che avevamo fatto? Be', devo ammettere che forse non sarà stato così devastante come potreste pensare. Del resto, quelle che si possono ritenere le nostre azioni peggiori non erano neanche nell'anticamera del nostro cervello, al tempo. 
Oppure starete pensando che su di noi non abbia avuto effetto? Del resto, se eravamo riusciti a passare tutti quei mesi mentendovi e imbrogliandovi, perchè avremmo dovuto provarne qualche rimorso?
 La verità sta nel mezzo, come si dice. Ovvero, fu come se di punto in bianco realizzassi l'esatta ed effetiva portata delle mie azioni. Avevo degli amici con cui avevo consapevolmente e fin da subito stabilito un rapporto falso e insincero, impiegando il mio tempo con loro a memorizare le loro parole, ciò che pensavano di sè stessi, i loro punti di forza e le loro debolezze, i loro altri legami affettivi e le relative importanze, i loro ideali, per poi riferire tutto questo alla parte avversa. 
E se poi fosse stata quella la mia parte, almeno con loro sarei stato sincero. Invece no! All'esercito di Setne riservavo lo stesso trattamento che riservavo ai ragazzi del Campo: c'erano così tante persone idealiste, persone convinte di combattere per un mondo migliore in cui il male fosse scomparso del tutto, e che invece si trovavano manipolate da un rifiuto di mago defunto a cui non importava un accidente di loro e li vedeva solo come strumenti per raggiungere la propria divinizzazione. Così si trovavano imbrogliati su due fronti: da lui e da noi! Come ero riuscito finora a sopportarlo? Persone così altruiste e, a loro modo, eroiche ... 
E invece l'avevo fatto. Senza neanche particolari drammi, tra l'altro. Certo, il senso di colpa c'era, c'era stato fin dal primo giorno, sia quando si era trattato di fare doppio gioco sia quando si trattava di istigare il crimine, ma non era mai stato un ostacolo rilevante. Che razza di persona ero? 
Bene, considerando però che queste sensazioni erano iniziate nel preciso momento in cui ero entrato in contatto con la prima goccia d'acqua, non ci voleva una volpe del deserto per capire che erano tutte un effetto del fiume. Non erano nulla di estraneo a cose che mi ero già trovato a pensare, ma amplificate ed esagerate di mille volte. 
Provai a contrastare quel flusso di pensieri. Io non lo stavo facendo per tornaconto personale, come mia madre stessa aveva puntualizzato poco prima. Il motivo dietro tutto ciò che avevo fatto era il mantenimento dell'equilibrio cosmico, il tentativo di impedire un'epoca di catastrofi, la fuga di tutto ciò che manteneva l'umanità una razza vagamente civile. 
Ma, e quella era una cosa a cui non avevo mai pensato, nessun altro l'avrebbe riconosciuto. Se il mio doppio gioco fosse stato scoperto, sarei stato per tutti un traditore e basta, qualcuno che si era approfittato della loro fiducia e della loro amicizia. Qualcuno che non era mai stato davvero sincero con loro ... seriamente, meno male che ci sono finito in quel momento, nel Cocito. Fosse successo in seguito, ci sarei annegato senz'altro.
 In quel momento, mi pesò come non mai il fatto che le persone sulla faccia della Terra di cui potessi fidarmi nel modo più assoluto e con cui potessi e dovessi essere assolutamente sincero fossero solo due. Sembrava tutto così deprimente ... e a quel punto mi scocciai sul serio. 
Ma cosa stavo andando a pensare per quell'acqua? Va bene, era tutto maledettamente vero, ma lo sapevo benissimo che quelle sensazioni non erano naturali! Era tutto un effetto di quello stupido fiume. Non dovevo pensarci, dovevo concentrarmi su altro.
 Tipo: dov'era la riva? Ma possibile che non ci avessi badato? Come avevo fatto a non individuare la riva fino a quel momento?! Be', ero stato molto preso da quegli allegri pensieri ... comunque, adesso la vedevo più o meno bene. Dovevo solo raggiungerla. 
Ma per che cosa? Per continuare quello stupido doppio gioco non appena avessi toccato terra? Per andare avanti a mentire e - e basta! Mi sforzai di focalizzarmi solo sulla riva.
 Una spiaggia nera, forse sassosa. Una parete nera iniziava là vicino, vedevo dei riflessi delle rocce. La fonte di luce principale? Un gruppetto di spettri che sembrava aspettarci.
 Oh, fantastico, adesso avevamo anche il comitato di benvenuto? Ci avrebbero augurato di trascorrere un buon soggiorno nel Tartaro, e dato una cartina con le attrazioni, gli alberghi, i ristoranti e i luoghi dove rischiare una morte atroce che non potevamo assolutamente perderci? 
Devo dire che orientare i miei pensieri in tal sensomi fu di grande aiuto. Seriamente, essere dei grandi umoristi talvolta può salvare la vita.
 Tra l'altro, non dovetti neppure interrogarmi a lungo: mi bastò nuotare di qualche bracciata per riconoscerle come donne vestite con pepli alla maniera greca. Certo, quando avevamo scatenato l'evasione delle Danaidi, non eravamo esattamente stati lì a memorizzare le facce di tutte loro, ma chi altro poteva essere? Evidentemente, la loro idea di buttarsi nel Tartaro non era stata granchè vincente. Sempre meglio di quello che stava succedendo alle loro sorelle. 
Grazie alla distrazione, riuscii a raggiungere finalmente quella benedettissima riva; e tra l'altro, non ero nemmeno stato il primo. Carter ci era arrivato poco prima di me, e adesso aveva iniziato a saltellare come un matto, nel tentativo di scorgere la sorella. 
Oh cavolo ... come avevo fatto a non pensare a loro? Il Cocito probabilmente non li aveva lasciati in pace. Soprattutto Penelope: era nella mia stessa identica situazione. Ma ce l'avrebbe fatta? Quello che intendevo era: sapevo benissimo di essere molto più resistente (tra le altre cose) di lei, ma se avesse ceduto e fosse annegata lì dentro la cosa non sarebbe stata molto vantaggiosa. Avrei dovuto gestire tutta quella faccenda completamente da solo. Naturalmente ne sarei stato perfettamente in grado, ma sarebbe stato molto poco pratico. Insomma, ma che fine aveva fatto?
 Ah, eccola ... aveva l'aria stravolta, ma si stava sforzando di nuotare fino a noi. Più vicina era Sadie, che ormai ci aveva praticamente raggiunti, incitata dal fratello. 
"E piantala di fare casino!" fu il suo esordio, quando emerse del tutto dall'acqua. "Lo vedi che stavo arrivando, no?"
 "Okay, mi sembra che tu stia benissimo" borbottò Carter, per poi aggiungere in tono più preoccupato: "Stai bene?"
 "Perchè hai dovuto aggiungere questa frase? La prima ti faceva anche sembrare intelligente!" 
Okay, Sadie, sarcasmo e passione nello scocciare tuo fratello erano tutti al loro posto, però si vedeva che non stavi proprio benissimo. La cosa, sulle prime, mi sorprese anche un po': non avrei pensato che voi due poteste essere così affetti da quel fiume. Poi mi diedi dello stupido, certo ... del resto, non è possibile salvare il mondo senza qualche sacrificio, no? 
Finalmente ci raggiunse anche Penelope.
 "Alla buon ora!" borbottai. "Va bene che ci si diverte a sguazzare un po' prima di dedicarsi alle cose serie, ma qui si esagera!"
 Lei mi guardò malissimo. Preferii tacere. Okay, volevo solo alleggerire un po' l'atmosfera, ma devo ammettere che capivo, se in quel frangente non gradiva prese in giro. Anche perchè probabilmente non era passata attraverso cose molto diverse da quelle per cui ero appena passato io. Anzi, magari il fatto di essere davvero amica di Sadie, anzichè semplicemente in buoni rapporti, aveva infierito non poco.
 "Chiedo scusa"
 Da quando ero arrivato a riva, le Danaidi si erano tenute talmente in disparte che mi ero praticamente dimenticato di loro. Adesso erano tornate alla ribalta, con una di loro che si era appena appellata a Sadie. 
"Uh?" fu la reazione di quest'ultima. 
"Voi state inseguendo Setne?"
 "Siamo stati mandati a recuperarlo, sì. Voi siete quelle Danaidi che si sono buttate quaggiù?" chiese Carter.
 La donna non diede segno di averlo notato, e continuò a guardare Sadie con aria di attesa. Ci vollero alcuni istanti per realizzare che no, quella tipa non avrebbe voluto sapere niente da Carter. 
"Sì, voi siete quelle Danidi che si sono buttate al piano di sotto, giusto?" Sadie ebbe quindi la premura di tradurre. 
"Danaidi" rettificò l'altra donna, beccandosi un'occhiataccia dalla prima, che continuò poi nel suo discorso. "Allora, ve ne prego per tutti gli dei, risparmiate nostra sorella. Lei non ha nessuna colpa, è quell'egiziano che le ha riempito la testa di promesse, sapete, le ha promesso che eliminerà tutti gli uomini dalla faccia del pianeta ..." 
Non  avevo capito molto dove stava andando a parare il discorso, anche se quanto udito finora non mi compiaceva; Sadie doveva essere nella stessa situazione di comprendonio, perchè interruppe subito lo spettro. 
"Ehi, frena, di cosa stai parlando, esattamente?" 
"Nostra sorella Crisippe" spiegò l'altra. Ah, quindi quella era proprio la Danaide casinara per eccellenza. "Quando siamo saltate qui dentro, siamo state immediatamente seguite da quel fantasma egizio, Setne. Ha voluto parlare con noi, sapere chi fossimo. I tentativi di tenerlo alla larga non hanno funzionato. Quando però ha saputo che eravamo figlie di Danao, è diventato subito molto rispettoso. Ci ha chiesto scusa per l'invadenza, e si è perfino detto dispiaciuto per il fatto di essere un uomo ..." 
Setne?
 "Ha anche detto non so che a proposito del fatto che ai suoi tempi amava travestirsi da donna ..." 
Come scusa? Giuro che all'interno dell'esercito di Setne non se ne sapeva nulla. Anche i miei compagni di viaggio parevano alquanto confusi da queste rivelazioni. 
"Io sinceramente non ho capito bene cosa intendesse, e ho dtao per scontato che stesse mentendo, ma Crisippe si è interessata. Neanche io ho capito bene come, ma sono finiti a parlare a proposito di un mondo privo di uomini e abitato da sole donne. Setne ha detto che con i poteri che avrebbe guadagnato una volta tornato in vita, ciò sarebbe stato possibile" 
"Uh ..." mormorò Sadie. "Capisco che i maschi non siano gli esseri migliori che puoi trovare sulla faccia della Terra, ma qui ne verrebbe fuori uno sterminio ..." 
Nonchè l'estinzione della specie umana, a meno che Setne non riuscisse anche a donare l'immortalità o la partenogenesi con i suoi fantastici superpoteri. 
"No, a dire il vero sarebbe un'utopia, ma siamo sicure che stia mentendo" replicò la simpatica Danaide. "Non bisognerebbe credere a un uomo per principio, anche se medita di sterminare il suo genere. Crisippe, quella stupida, ci ha creduto, gli ha promesso il suo aiuto in qualsiasi battaglia si renda necessaria per conseguire tale scopo, e l'ha seguito per tornare in vita anche lei" 
Fece una pausa, per controllare che avessimo tutti recepito adeguatamente il messaggio. Non fu soddisfatta.
 "Non è colpa sua, capite! Crisippe è sempre stata una gran testa calda, e Setne è andato a premere i tasti giusti. Non potete biasimarla completamente. Non datele una pena peggiore di quella che già abbiamo dovuto sopportare" 
Ah, era lì che doveva andare a parare tutto il discorso. A quanto pareva, quelle laggiù non sapevano del cambio di pena. Meglio per loro, probabilmente.
 "Vedremo quello che possiamo fare" intervenne Carter, con l'unico risultato che le Danaidi continuarono a guardare Sadie speranzose.
 "Uhm, cercheremo di intercedere, ma non possiamo promettere nulla" borbottò quest'ultima. A quanto pareva, ciò era sufficiente alle Danaidi per profondersi in ringraziamenti, al punto che fu quasi difficile scollarcele di dosso per poter finalmente iniziare a seguire le tracce di Setne. 
"Cosa ne pensate?" fu la prima cosa che chiese Carter non appena fummo fuori portata d'orecchio. 
"Che non sottoscrivo sulle idee di Crisippe" annunciai.
 "Quello anch'io, ma cosa facciamo? Prendiamo per buono quello che ci hanno detto le sue sorelle?"
 "Più che altro, ci sarebbe da chiedersi di che aiuto potrebbe essere" meditò Penelope. "Conosco bene il mito delle Danaidi, e nessuna di loro era una guerriera o una maga. Erano solo una cinquantina di ragazze succubi del padre e decisamente misandre, stando ad Eschilo, che a quanto pare aveva anche ragione. Ma l'aiuto di una di loro non sembrerebbe un grande affare"
 "Magari Setne ha bisogno di fare numero" ipotizzò Sadie. "Il suo esercito non è esattamente una gran cosa, vero? E noi siamo due campi estivi e potenzialmente tutti i Nomi del mondo messi insieme. Dev'essere davvero disperato, però ..." 
No, non avrei detto così. A parte il fatto che il suo esercito comprendeva anche parecchi mostri da sguinzagliare al momento opportuno, Setne era sempre stato molto sicuro di sè, anche se numericamente in svantaggio. Probabilmente, se aveva scelto Crisippe, una qualche utilità da parte di quella donna doveva esserci. Ma sapete com'è, non era esattamente il genere di cose che potevo star lì a dire.
 "A parte questo" intervenne Sadie. "Non prenderemo proprio nessuno, se non iniziamo a muoverci. Questo lo chiederemo a Crisippe di persona, va bene?"





Ladies & Gentlemen,
applaudite, prego: state contemplando un aggiornamento puntuale! Miracolo che non si è ripetuto per un'intera estate! Fatto? Bene, allora passiamo allo spoiler: nel prossimo capitolo, i nostri eroi si imbatteranno in un individuo modesto e amichevole, e Penelope vedrà ancora un po' di sfiga futura.



  
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