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Autore: Amantea    25/10/2015    17 recensioni
Dall'episodio 37, fino al noto epilogo, a partire dalla scena del quadro, con un missing moment che mi sarebbe piaciuto vedere nell'anime, una notte delle lucciole un po' particolare, il tutto narrato dalla voce di Oscar.
(Cap. 1): "[…] Questa volta non opporrò resistenza.
Questa volta te lo dirò, che ti amo, che ti amo con tutta me stessa André. […] "
Doveva essere solo una OS... poi Oscar ha continuato a narrarsi...
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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DIMMI CHE E' VERO



La nonna si affaccia sul salotto, annuncia la cena con fare distratto, ma si blocca, una parola smezzata e poi conclusa in un vocalizzo che sa di stupore e d'inatteso.
Lasci le mie mani, forse temi una mia reazione, ma io mi sollevo piano, senza fretta.
E' tutta la vita che interpreto alla perfezione un ruolo che mi hanno cucito addosso, preciso e attillato come un'uniforme.
E ora voglio di più.
Sì, ora c'è un'altra parte di me che grida per uscire allo scoperto.
Ma non alzo la voce. Trattengo il tumulto nella gola, lo soffoco come fosse un accenno di tosse, e rispondo ringraziando che io e André, forse, ceneremo in un altro momento.

E' un azzardo, lo so.
Chissà cosa provi ancora per me... anche se le tue parole così colme d'amore, e il battito impazzito del tuo cuore mi fanno sperare che...
Dimmi che non è tardi, André.

Solo a questo punto ti volti.
Il tuo sguardo mi spiazza, devo abbassare il mio.
Si è mai veramente pronti all'amore?
Tu lo sei da sempre, André... io imparo adesso...aspetta, ti prego.
Aspetta ancora un poco.
Le tue mani sul mio viso, ne tracci i contorni, sfiori i miei capelli, mi scopri una gota.
Il mio nome nella tua bocca è appena un sussurro, eppure mi scuote, come questa luce calda che ora attraversa la stanza, un fascio dorato sul dipinto, l'ultimo spicchio di sole su di noi.
Il giorno sta morendo André... e sento che noi, invece, stiamo per nascere... a dispetto di tutto, una seconda volta. Insieme.

"Io... ho amato Fersen, anche se sapevo che eri innamorato di me".
Dio che sciocchezza! Mi mordo le labbra, maledico la mia stessa voce e arrossisco...
La dichiarazione d'amore più orribile al mondo... possibile che io sia nuda senza la mia spada... nuda e incapace di parlarti di me...
Non era questo che volevo dirti...
Scruto il tuo volto tra le ciocche che ancora nascondono la mia fronte. Sorridi.
E prendo coraggio.
"André so che non vedi quasi più... Voglio che rimani qui, quando ci chiameranno a Parigi. Tua nonna si occuperà di te, non posso lasciare che ti accada qualcosa".
La tua stretta si fa più sicura, sorridi ancora.
Sei felice che mi preoccupo per te? Oh, amore mio... Se ti succedesse qualcosa, io...
"No".
Fisso imbambolata le tue splendide labbra, nel movimento impercettibile che ti lega a me, ancora e sempre.
"No. Verrò con te. Ormai è una vita che vengo con te in ogni occasione, non posso certo cambiare adesso, ti pare".
La tua voce mi rapisce.
E' miele caldo, è pacatezza assurda, è un proposito solido come le tue spalle.
Il tuo corpo sovrasta il mio, mi sembri quasi più alto... o forse è solo la mia testa che sta appoggiandosi al tuo petto, il mio busto che si china verso te, il mio corpo che cerca il tuo.
"André... possibile che tu mi voglia ancora bene?"
Forse stai sorridendo ancora.
Non vedo più il tuo viso, ora che respiro il tuo odore contro il tuo torace.
Voglio sentirmelo dire, che mi ami ancora.
Che non ho rovinato tutto, come mio solito...
"Io ti amo da sempre, Oscar".

Perdona la mia fragilità, amore mio.
Perdona la mia insicurezza, se puoi.
"Oh, André... anche io ti amo... ".
La mia voce appare straniera alle mie stesse orecchie.
Un singulto, affondata tra le tue braccia, che ora mi stringono.
Taci per un lungo istante... ma mi par di vederla, la gioia che ora illumina il tuo occhio.
Forse sorridi ancora, soddisfatto, che finalmente ogni tua attesa è stata ripagata, che ogni tua speranza non è stata vana.
Sei così immenso, André.
Io ho dubitato persino di me stessa, ho tenuto nascosto questo mio cuore al mondo, ho finto, e ho ferito...
Ti ho allontanato, ti ho ucciso, e ora sono qui che mi dichiaro arresa al tuo amore...
E tu resti calmo... Fermo come può esserlo una roccia, a dispetto del fragore delle onde...
Lo hai sempre saputo che ti amavo, non è vero André?

Ma ora che queste mie lacrime hanno lavato via anche l'ultima maschera, le parole finalmente fluiscono libere e leggere, tra noi.
"André, voglio stare un po' sola con te".
Questa volta sei tu, a tremare.
Forse sono stata troppo ardita?
Rimango incerta ad aspettare una tua risposta... Ho sbagliato, forse, non so, io... Io non so nulla dell'amore...
Mi allontani dal tuo petto, forse vuoi vedere i miei occhi... vuoi essere sicuro di aver capito bene.
Ma se mi guardi così io...
Sei nella mia bocca, e prima ancora che capisca cosa fare lo sto già facendo.
Ti assaporo, a lungo, ogni tocco delle tue labbra un brivido, ogni carezza un languore che cresce e si fa strada in me.
Mi lasci, gemendo, ma i tuoi occhi implorano una risposta:
"Dimmi che è vero, Oscar... Dimmi che è vero".
Socchiudo gli occhi, e sorrido sulle tue labbra, mordendole un po'.
Annuisco, chinando un poco la testa di lato per baciarti il collo, dove il tuo profumo è più forte.

E' tutto vero... e ora non voglio pensare ad altro che a te.






   
 
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