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Autore: ulvinne_    28/10/2015    0 recensioni
- "Non è orario di visite."
Alzai gli occhi alla risposta meccanica di una delle infermiere, scuotendo la testa.
- "Non mi importa, devo andare da lui."
Rabbrividii.
Una voce sottile, quasi un sussurro; acuta ma non strillante, sensuale ma non roca, non possente.
Era una voce delicata, sembrava portata dal vento, leggera.
Louis.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una scossa, un brivido, spalancai gli occhi, scattando seduto; era la mia stanza, il mio lettino; c'erano le sedie per le visite, la grande finestra che dava sulla strada, c'era il quadro sulla parete; avevo il mio camice, guardai il braccio sinistro: la flebo era ancora lì. 
Sospirai, deglutendo e passandomi le mani tra i capelli, chiudendo per qualche secondo gli occhi nel tentativo di ricordare cos'avessi appena sognato. Nulla, solo il vuoto.
Appoggiai nuovamente la schiena, voltando lo sguardo verso il comodino e soffermandomi sull'orologio: 11:50 p.m. 
Mi ero addormentato presto, quella sera, nella speranza di risvegliarmi il mattino dopo senza quell'atroce mal di testa. 
"E invece."
Almeno il dolore era passato.
Alcune voci nel corridoio invasero i miei pensieri, aggrottai le sopracciglia e stetti ad ascoltare: erano in due.

- "Non è orario di visite."
Alzai gli occhi alla risposta meccanica di una delle infermiere, scuotendo la testa.
- "Non mi importa, devo andare da lui." 
Rabbrividii. 
Una voce sottile, quasi un sussurro; acuta ma non strillante, sensuale ma non roca, non possente.
Era una voce delicata, sembrava portata dal vento, leggera. 
Louis.
Mi morsi d'istinto il labbro, mentre le voci si avvicinavano gradualmente.
- "Mi ascolti. Non faremo rumore, chieda a chiunque lavori qui dentro, non è la prima volta che vengo qui fuori orario.." 

Accennai un sorriso, pensando effettivamente a tutte le volte in cui me l'ero visto piombare in stanza senza il minimo permesso. Ripresi ad ascoltare.
- ".. Ci saranno i fuochi d'artificio, tra meno di dieci minuti, voglio.. Solo passare del tempo con lui."
La sua voce aveva un tono supplichevole, ora, sembrava potersi spezzare da un momento all'altro, e mi fece ripensare a tutte le volte in cui, a causa della debolezza e delle varie complicazioni riscontrate dopo l'incidente, i medici avevano rimandato i miei giorni liberi. 
Intravedevo le due ombre dietro la porta, sentii l'infermiera sospirare rassegnata, poi Louis mormorò un 'grazie', e l'altra figura sparì, mentre io sentii la porta aprirsi. 
Mi girai su un fianco, chiudendo immediatamente gli occhi, finsi di dormire; nel frattempo, sentii un respiro unirsi al mio, nella stanza, mentre quel ragazzo in grado di arruffianarsi qualsiasi infermiera, avvicinava la sedia delle visite al lettino; trattenni a fatica un sorriso.
- "Hey, Har." 

'Dio. La sua voce.'  
Mi avvolgeva, mi faceva rabbrividire ogni maledetta volta.
Unì una carezza al sussurro, mentre, delicatamente, mi spostava alcuni ricci dalla fronte; uno di questi, però, mi solleticò il viso, facendo arricciare il naso a me e ridere lui. 
- "Se vuoi le coccole, basta chiedere, lo sai? Non c'è bisogno che tu finga di dormire!" 

Aprii gli occhi, e finalmente incontrai i suoi: il loro blu acceso risaltava anche alla fioca luce della abat-jour, sottolineavano ogni lineamento del suo viso assonnato, contornato da un cespuglio di capelli castani ed arruffati. Scoppiai a ridere.
- "Mi aspettavo una di quelle confessioni proibite, come quelle dei film!" 
Sorrise, passandomi rapidamente la mano tra i capelli scompigliati. 
- "La mia confessione più grande è che ti amo, ma questo mi pare che tu lo sappia già."
Annuii con aria di superiorità, scrollando le spalle: "Sì, infatti!"
- "Non dia per scontata la mia dolcezza, Styles!" 
- "Mi perdoni, Tomlinson, non intendevo sminuire la sua confessione!"
Ridemmo entrambi, poi io mi spostai maggiormente verso di lui, battendo un paio di volte il palmo della mano sullo spazio vuoto al mio fianco. Lui si alzò, facendo il giro del letto e sfilandosi le scarpe, per poi stendersi in jeans e canottiera accanto a me, poggiando la fronte contro la mia. 
- "E dunque, ci sono i fuochi d'artificio?" Sussurrai a pochi millimetri dalle sue labbra, accennando un sorriso.
- "Mhmh."
- "E tu hai deciso di venire a guardarli da dietro una finestra, in una stanza che puzza di medicinali." 
Sospirò, sfregando la punta del naso contro la mia. 
- "Li guardo con il mio ragazzo."
- "In una stanza che puzza di medicinali."
Restò qualche secondo in silenzio, con la fronte poggiata alla mia, poi il suo braccio avvolse il mio fianco, e la mano alla base della mia schiena mi avvicinò maggiormente al suo corpo, premuto dolcemente contro il mio; mi guardò, guardò le mie labbra, le fissò, e per un momento mi sembrò di avvampare. Lui parve accorgersene, perché sorrise e soffocò il mio imbarazzo con un bacio.
Premette con la stessa delicatezza della sua voce, le sue labbra sulle mie, le mosse lentamente, ed io ricambiai. Chiusi gli occhi, respirai sulle sue labbra mentre queste si avvicinavano e si allontanavano, non mi davano tregua, non ne avevo mai abbastanza. 
Percepii la sua mano tra i miei capelli, li massaggiava, li stringeva, mi assaporava.
Un botto improvviso fece sussultare entrambi, poi io sorrisi: "Mezzanotte."
Louis si voltò, stendendosi sulla schiena, ed entrambi guardammo verso la finestra. 
Restammo svariati minuti in silenzio ad osservare i fasci di luce esplodere nel cielo, poi io feci scivolare la mia mano sulla sua; la strinsi, e nascosi il viso nell'incavo del suo collo, inspirandone a pieni polmoni il profumo.
- "Ho anche io una grande confessione da farti."
- "Devo far finta di dormire?" 
Accennai un sorriso.
- "Non ho mai conosciuto una persona in grado di corrompere così facilmente qualsiasi infermiere."
Scoppiò a ridere, annuendo.
- "Ho un visino adorabile, che posso farci?"
- "Sempre la stessa storia, 'non faremo rumore!', è ovvio che scappino via, suona un po' ostile, non credi?"
Alzò leggermente le sopracciglia, con espressione sorpresa. 
- "Sei un pervertito, Harry!"
- "Ma il senso sembra quello, cosa mai potremmo fare, di rumoroso, in un ospedale?!" Suggerii in mia difesa, mentre lui alzò gli occhi al cielo, per poi tornare con lo sguardo su di me, scuotendo la testa.
Mi resi conto di sembrare un bimbo.
- "Sei il mio raggio di sole.", sussurrò. 
"Raggio di sole."
Trovava qualcosa di luminoso, in me.
Trovava la luce che io cercavo costantemente, ritrovandomi a fare i conti con le ombre ed i ricordi. 
- "Ti amo.", sussurrai. 
Lui annuì, mi strinse e nascose il viso il viso tra i miei capelli.

I botti dei fuochi coprivano il silenzio tra un respiro e l'altro.
Contavo i secondi, mentre il suo respiro si faceva gradualmente più pesante; mi addormentai contro di lui. 
'Al diavolo le infermiere.'


Ed eccomi anche qui, con un po' di ritardo.
Innanzitutto, ti ringrazio sinceramente se sei arrivato/a fin qui!
So che è piuttosto scocciante, ma mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensi.
Quindi, non farti problemi a scrivere le tue impressioni, positive o negative che siano!
   
 
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