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Autore: Sere J Potter DiLaurentis    28/10/2015    3 recensioni
E se Harry Potter avesse una cugina?
Scarlett Ferguson è una Serpeverde, amica di Draco Malfoy e compagnia a seguito. Visse una vita alquanto tranquilla fino a quando la sua strada non si incrociò a quella del famoso Harry Potter, nella fatale notte d’Agosto del 1993 sul Nottetempo.
Un banale incontro che avrebbe dato inaspettate conseguenze per l’intero Mondo Magico e per Scarlett stessa, la quale si ritroverà a scoprire un segreto di famiglia che sigillerà il suo destino.
Il destino inizia a giocare, muove le sue pedine e qualcuna verrà inghiottita dall'oscurità.
Tutti vorrebbero essere degli eroi, i prescelti, e molte volte si prendono decisioni sbagliate; decisioni che possono portare alla propria morte e a quelle di persone innocenti.
La verità è che tutti hanno sia luce che oscurità, ciò che conta è da che parte si sceglie di agire.
Harry, Draco e Scarlett sono intrappolati in un destino cruedele e non servirà a nulla ribellarsi: la loro storia è già stata scritta.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Grazie alla mia Sister (La mia Sirius) per avermi fatta tornare a scrivere questa storia <3



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La profezia



Il primo giorno di lezioni fu abbastanza veloce, i Serpeverde ebbero pozioni alle prime due ore della mattinata con i Corvonero e a seguire Cura delle Creature Magiche con i Grifondoro; una gioia vissuta unicamente per Scarlett poiché non vedeva l’ora di affrontare qualche lezione in compagnia di Harry. Sarebbe stato divertente scambiarsi biglietti o qualche consiglio come l’anno precedente. La giovane strega sprigionò allegria durante tutta la lezione, anche se aveva avuto a che fare con gli Schiopodo, creature orride e poco piacevoli simili ad aragoste. Essendo la prima lezione dovevano solamente dargli da mangiare, ma quasi nessuno parve granchè soddisfatto.
Le lezioni del pomeriggio non sembravano favorirli poiché c’era Divinazione, materia interessante per pochi e ignorata da molti per via delle previsioni poco efficaci della Cooman.
Scarlett si ritrovò dalla parte degli interessati per via degli strani sogni che continuava a fare; ovviamente non ne avrebbe parlato con la strampalata professoressa, ma forse avrebbe trovato qualcosa di utile nei libri di testo. Sfortunatamente non avrebbero trattato l’argomento sui sogni tanto in fretta, nel primo periodo scolastico si sarebbero concentrati sul movimento pianeti e delle rivelazioni che si celavano. Per farlo venne distribuita una mappa circolare e tutti dovevano definire la posizione dei pianeti al momento della loro nascita.
«Allora… che pianeta influenzerà la tua vita?» domandò Madison cercando di non ridacchiare. Considerava inutile quella disciplina sotto ogni punto di vista, ma dal momento che la materia parallela risultava più complicata non aveva avuto altra scelta se non seguire il corso della Cooman. Al contrario, Scarlett era sempre stata affascinata dal poter trovare segnali che predivano il futuro, anche se ciò non dava a significare che chi la insegnava era competente.
«Marte.»
Nonostante fosse distante, la professoressa Cooman sembrò udire la risposta di Scarlett e, visibilmente interessata, balzò fino al loro tavolo. Allungò smaniosamente le mani sul foglio, dove la Serpeverde aveva svolto i suoi calcoli e scritto le sue annotazioni, e la lesse a lungo prima di annuire.
«Oh, bene… sì… è esatto, sei nata sotto il pianeta Marte. Sai cosa significa mia cara?» chiese guardandola insistentemente da quei suoi occhiali a fondo di bottiglia alquanto ridicoli, specialmente perché sembravano aiutarla poco. «Significa che sei energica e coraggiosa… anche violenta… sì… prevedo una guerra e la tua forza in essa, uhm… brutale!»
«Più che azzeccata, direi» bisbigliò Madison prima di beccarsi una gomitata da parte dell’amica. «Che c’è? Quando ti arrabbi, non sei un esemplare molto pacifico.»

Improvvisamente la Cooman alzò una mano aperta e la mise di fronte al viso di Scarlett che sbattè le palpebre un paio di volte, guardandola con un’espressione corrucciata.
“Che diamine sta facendo?” si domandò.
Lo sguardo della donna era fisso nei suoi occhi limpidi e puri, non riconoscendoli nella stessa persona che primeggiava le immagini che stavano scorrendo nella sua mente. Le labbra tremule boccheggiarono per qualche attimo, le inumidì cercando di spiegare: stava avendo una visione.
«Io vedo… vedo l’oscurità infittirsi nei tuoi occhi e giungerà al tuo cuore. Sì, l’oscurità stringerà il tuo cuore in una morsa crudele e sterminerà ogni cosa buona. Il sangue sarà versato sulle tue mani e ai tuoi piedi… con il suo ritorno…»
Le sue parole finirono in un sussurro, tutti gli occhi erano rivolti a loro. La professoressa parve risvegliarsi da un’intensa trance, si sentì sfiancata, e senza aggiungere altro si spostò al seguente tavolo, lasciando Scarlett alquanto turbata.
Chi o cosa le assicurava che le parole sussurrate dalla Cooman fossero frutto della mente malsana oppure profetiche?
Madison le posò una mano sulla spalla, rivolgendole un sorriso rassicurante. «Se che credi veramente a ciò che ha detto, significa che non ti conosco per niente. Le parole di quella ciarlatana non possono veramente condizionarti. Non sei tu quella che ripete: se non ho le prove, non credo?»
Scarlett annuì, anche se aveva la leggera sensazione che quelle parole non presagivano nulla di buono. Rimase scossa per tutta la durata della lezione, non riuscì a presta ascolto a nulla. I suoi occhi erano fissi a terra, non riusciva a scordare quelle parole; era come se avessero usato un incantesimo per marchiarle nella sua memoria.
Era spaventata perché non sapeva come interpretare ciò che le era appena stato rivelato.
Oscurità nel suo cuore: sarebbe diventata malvagia come gran parte dei maghi Serpeverde? E di chi potrebbe essere il sangue sulle sue mani e ai suoi piedi?
Ricordava bene il suo smistamento e la gioia che aveva provato quando il Cappello Parlante urlò “Serpeverde!”; era sempre stata fiera di esser finita nella Casa cui era appartenuta sua madre e non si era mai fatta alcun problema sulle dicerie. E se invece fossero fondate? Se un giorno sarebbe diventata cattiva?
Si passò una mano sul volto non riuscendo a scordare nulla, quelle parole rimbombavano nella sua mente costantemente. Appena la campanella di fine lezione suonò, disse a Madison che aveva bisogno di star da sola, come del resto capitava ogni volta che qualcosa in lei non andava, e si defilò nella folla. Scarlett si rifugiò nel cortile, sedendosi accanto ad un grande albero, desiderava solamente cinque minuti di pace con sé stessa.
Harry avrebbe voluto consolarla dato che sapeva bene cosa significava ricevere pessime predizioni, per questo l’aveva cercata per gran parte del castello. Dubitava fosse al lago perché mancava poco all’ora di cena e non sarebbe neanche riuscita a recarsi. La trovò nel cortile per puro caso e vedendola da sola immaginava che non desiderasse avere persone attorno. Harry non diede ascolta alla sua testa, bensì al suo cuore.
«Ciao» la salutò timidamente.
Scarlett alzò lo sguardo e dopo avergli sorriso tristemente lo salutò con un cenno della mano. Il ragazzo poggiò a terra il suo zaino e si sedette al suo fianco; cercò di guardarla negli occhi, ma lo sguardo della cugina era sempre rivolto verso il basso, avvilito. «Senti… lo so che all’inizio sembra dura, ma guarda che sono sincero quando dico che non bisogna starla a sentire. Quante volte l’anno scorso ha predetto la mia morte? Tante! E guarda un po’: sono ancora qui!» disse attirando il suo sguardo.
Harry riuscì a strapparle un sorriso per l’espressione buffa che, secondo lei, era apparsa sul suo volto.
«Ti conosco da poco meno di un anno, ma sinceramente non mi sembri il tipo di persona che si abbatte così velocemente.»
«Grazie, suppongo.»
«Supponi male, cara cugina. Non devi ringraziarmi se ti dico la verità» continuò Harry stupendola per la sua schiettezza.
«So bene che tutti pensano sia una ciarlatana, però non puoi negare che l’anno scorso ha azzeccato rivelandoti il tradimento di Peter Minus» disse Scarlett riportandogli alla memoria di quel momento che andava ad incastrarsi bene alle paura di quel periodo.
La cicatrice era tornata a bruciargli e, dopo la Coppa del Mondo di Quidditch, aveva il timore che Voldemort sarebbe tornato presto come gli aveva predetto la stramba professoressa. Scarlett era al corrente di tutto, dal momento che per tutta l’estate si tenevano in contatto e ad ogni momento buono cercarono di incontrarsi per parlare.
«Visto? Ho ragione io» constatò la Serpeverde dopo il lungo silenzio di Harry accompagnato da uno sguardo vacuo.
Il ragazzo si riprese scuotendo velocemente il capo. «Ho ascoltato quello che ti ha detto e, credimi, non può aver ragione. Eh dai! Solo perché fai parte della Casa che sforna maghi cattivi non vuol dire che lo diventerai anche tu. Ripeti sempre che non bisogna generalizzare…»
«È vero, ma cosa accadrebbe se la Cooman avesse ragione? Se davvero fossi destinata a diventare… cattiva?» Non riusciva quasi a dire quella parola pensando che fosse riferita veramente a sé stessa.
«Non sei destinata perché non puoi esserlo.»
«Cosa ti rassicura così tanto, Harry?» chiese Scarlett in totale sincerità fissando quelle iridi smeraldine, invidiandone la sicurezza rinchiusa in essi. «In fondo non si nasce cattivi, magari lo diventerò col tempo… forse… forse…»
«Andiamo! Nemmeno tu credi alle tue parole, Scarlett» riprese Harry avendo la totale certezza che la Cooman avesse parlato a vanvera. «Credimi, non puoi diventar malvagia. Mi rifiuto anche solamente di pensarlo» continuò passandole un braccio attorno alle spalle per tirarla a sé. Imparando a conoscerla, era arrivato al punto di credere veramente che non tutti i Serpeverde erano perfidi. Scarlett si lasciò andare alla sua tenerezza e poggiò il capo sulla spalla di Harry lasciandosi coccolare. Tra le sue braccia si sentiva al sicuro e, in un certo senso, a casa.
«Grazie… e permettimi di ringraziarti veramente. Sei sempre così carino e gentile, veramente un bravo ragazzo» disse prima che il cugino potesse fermarla nuovamente. Molte volte le piaceva pensare che fossero la seconda possibilità non concessa a James e Rosalyn. Avrebbero avuto le loro difficoltà, ma sperava che sarebbero riusciti superarlo al contrario dei genitori. Scarlett e Harry non avevano idea di ciò che causò la rottura del rapporto tra i loro genitori; quando andavano sul discorso buttavano giù qualche ipotesi, ma non avendo una base concreta preferivano lasciar perdere e attendere, prima o poi la risposta sarebbe giunta e tutto sarebbe diventato più chiaro. Rimasero abbracciati lontano da sguardi indiscreti, sguardi che non avrebbero mai potuto capire cosa li legava così tanto, cosa li rendeva speciali.
«Dovremmo raggiungere gli altri a cena» esordì Scarlett ad un tratto, accorgendosi dell’ora che si era fatta. Velocemente si alzarono dal prato e presero i loro zaini per tornare dentro al castello.
«Allora dimmi… tua madre è davvero così cicciona, o è solo la foto?»
La voce di scherno di Malfoy giunse subito alle loro orecchie. Trovarono il rampollo purosangue davanti all’entrata della Sala Grande assieme alla sua combriccola di leccapiedi che tormentavano Ron. Harry scattò subito a difendere l’amico mentre Scarlett si lasciò andare ad un sospiro immaginando che certe cose non sarebbero mai potute cambiare.
Lo sguardo di sfida di Pansy la fece irritare ancor di più; la coetanea non aspettava altro che vederla in difficoltà specialmente se nelle vicinanze c’era Draco.
«Perché non pensi a quelle fiamme umane dei tuoi genitori, eh Malfoy?» lo istigò Harry mentre Hermione teneva fermo Ron giunto al limite della sua già scarsa pazienza. «Scarlett deve aver patito un grande freddo nella tua umile dimora anche se era piena estate.»
Il principe delle serpi ridusse gli occhi a due fessure, volse uno sguardo a Scarlett e poi tornò sul suo acerrimo nemico. Era dal primo anno che c’era un notevole contrasto tra loro, da quando Harry aveva poco-garbatamente declinato l’amicizia di Malfoy. Orgoglioso fino al midollo, non avrebbe mai ammesso il fastidio che aveva provato nell’esser rifiutato per un Weasley, un traditore del proprio sangue. Inoltre vederlo trionfare e lodato da tutti era qualcosa che non tollerava, aveva cercato di superarlo in ogni maniera; a Quidditch, nello studio, nei duelli. Eppure Potter sembrava risultare sempre quello vittorioso, senza fare neanche uno sforzo, e vederlo arrivare lì al fianco di Scarlett lo mandò in bestia. Draco non comprendeva cosa ci trovasse lei: cosa aveva Potter in più?
Aveva notato il loro affiatamento e questo lo turbava non poco per motivi che solo lui sapeva.
«Prima o poi tutti si stufano di te, Malfoy» sputò Ron con il fuoco negli occhi cerulei. Anche spesso non andava d’accordo con i suoi fratelli, non avrebbe permesso a nessuno di parlar male su ognuno di loro. La famiglia era sacra e l’avrebbe difesa come fa un leone, il re della foresta, con la sua. Poteva non essere il più brillante o quello dal tatto delicato, ma aveva coraggio e lo avrebbe dimostrato. «Anche la tua cosiddetta migliore amica preferisce Harry a te. Evidentemente Scarlett ha capito che sei marcio dentro e preferisce qualcosa di meglio» disse pur sapendo cosa legava l’amico alla Serpeverde, ma voleva toccare il tasto dolente di Draco e, dall’espressione che il biondo assunse, capì di esserci riuscito con successo.
«Adesso basta…» tentò Scarlett, ma Pansy si mise davanti a lei prendendola con forza per il polso.
«Vuoi dire qualcosa solamente ora? Non pensi sia un po’ tardi?»
Scarlett le lanciò uno sguardo raggelante. In quel momento la stava odiando in una maniera che non aveva mai provato. Poteva accettare le sue frecciatine e i dispetti, però non avrebbe mai accettato che si mettesse in mezzo tra lei e Draco. Nonostante quello che Malfoy o altri potevano pensare, lei gli voleva bene e sì, era felice del legame con Harry, ma non per questo lo avrebbe lasciato indietro.
«Fatti da parte che è meglio» continuò Pansy sfidandola con lo sguardo e non solo con le parole o i gesti. Ormai osteggiare Scarlett sembrava esser una faccenda di vitale importanza e, conoscendola, non si sarebbe arresa tanto presto.
«Non sottovalutarmi, Pansy» disse tagliente la Ferguson «e non provare a tentare la mia furia. L’anno scorso ti ho già dato una lezione, non farti trovare con le gambe all’aria un’altra volta.»
«Sono migliorata dall’anno scorso, sappilo.»
«Lo vedremo» sussurrò Scarlett accettando il guanto di sfida. Con uno strattone si scostò dalla compagna di Casa e si avvicinò ai ragazzi che poco prima non si saltavano addosso per sbranarsi. «Dovreste imparare a maturare… che esempio daremo alle scuole straniere? Anche se non parleranno inglese riusciranno a comprendere che ci sono dei dissapori.»
«Guarda che…» tentò Ron partendo alla carica.
«Io non sono tua amica» lo bloccò subito Scarlett «e il fatto che tengo ad Harry non significa che ti puoi permettere di metter becco nel mio rapporto con Draco. Se volete continuare a litigare in eterno, fate pure, ma non mettete me in mezzo quando evidentemente non c’è bisogno» concluse dura, con l’aria di una che non avrebbe accettato repliche. Scarlett stava rimanendo in posizione neutrale,  non si sarebbe schierata.
Se ci fosse stato altro che avrebbe voluto metter in chiaro nessuno lo seppe mai. L’attenzione venne richiamata dal rumore di un incantesimo appena lanciato: Draco aveva colpito Harry in pieno viso.
Malfoy l’avrebbe colpito una seconda vola se Malocchio Moody non fosse sorprendentemente intervenuto trasformandolo in un furetto bianco di fronte a tutti. Scarlett si portò una mano alla bocca e sgranò gli occhi di fronte a quella scena che non avrebbe scordato per molto tempo.
«Detesto chi attacca alle spalle. Piccolo codardo!» ruggì Moody facendo levitare il furetto dal basso verso l’alto in continuazione.
L’arrivo tempestivo della McGrannit avrebbe presto messo fine a quello spettacolino. «Professor Moody! Prof-… ma cosa sta facendo?»
«Insegno.»
«Quello è uno studente?»
«A me pare sia un furetto» rispose Moody prima di scoppiare fragorosamente a ridere. L’algida professoressa inarcò un sopracciglio, che faceva perfettamente pendant con la fronte accigliata, e con un colpo di bacchetta ridiede a Malfoy la sua forma originaria. La pubblica umiliazione del ragazzo aveva attirato non poca folla, i Grifondoro specialmente si divertirono parecchio a vedere il pomposo Serpeverde preso deliberatamente per i fondelli. Senza dubbio sarebbe stata la barzelletta dell’anno. Cosa poteva battere un evento così esilarante?
Livido di rabbia e vergogna, Draco stava per rispondere al nuovo docente di Difesa, ma Scarlett gli si parò davanti scuotendo il capo.
«Hai detto qualcosa ragazzo?»
«Non ha detto niente!» ribattè Scarlett voltandosi di scatto verso Moody dandogli modo di osservarla per la prima volta. Qualcosa saltò subito all’occhio dell’ex Auror; forse era stato il suo tono ruggente o lo sguardo tenace. Una scossa lo percosse, lo si sentì borbottare qualcosa e poi abbandonò la scena zoppicando verso l’uscita della Sala Grande.
«Forza! Non c’è più niente da vedere, largo!» tonò la McGrannit facendo sgomberare il passaggio dalla folla che si era creata.
Draco fu certamente il primo ad andarsene con dietro tutta la sua combriccola. Scarlett lo seguì con lo sguardo, vide quando mandò a quel paese Pansy che cercava di stargli attaccata come una piovra.
«Ci vediamo domani, ok?» chiese a Harry volendo raggiungere l’amico.
Il Grifondoro sembrò pensieroso, ma alla fine annuì unendosi poi a Hermione e Ron per andare a cena. Il sorriso soddisfatto di Weasley partiva da un orecchio e arrivava fino all’altro, si sentiva veramente vittorioso! Trovava un peccato che la McGrannit fosse arrivata subito, avrebbe potuto godere il suo momento di gloria ancora per un po’. Senza dubbio l’immagine di Malfoy versione furetto non sarebbe potuta mai andar via dalla sua mente.
«Furetto platinato!» esclamò con occhi mirati al cielo. «Il furetto saltante… il malvagio furetto platinato. Oh, che bel momento!»
Hermione e Harry scossero il capo non riuscendo a trattenere un sorriso divertito: era stato un bel momento anche per loro.
«Moody è il mio nuovo insegnante preferito!»
«Stranamente c’è da concordare con te, fratellino!» I gemelli Weasley arrivarono allegri come sempre e si sedettero assieme a loro.
«Abbiamo già fatto lezione con lui ed è veramente strabiliante» disse George.
Fred annuì. «Meglio di Lupin, azzarderei.»
Ron sbuffò osservando l’orario delle lezioni, preso da Hermione. «Uffa! Noi lo abbiamo per la prima volta giovedì. Oh beh… gli stringerò la mano dopo quello che ha fatto oggi!»
«Ti riferisci al fatto che ha trasfigurato Malfoy?» domandarono in sincronia i due gemelli, spaventando non poco gli stava attorno a loro. Non c’era molto da stupirsi, raramente pensavano cose differenti.
«Eravate là?» chiese Harry prima di addentare un pezzo del suo stufato.
«No, ma la voce di è sparsa. C’era anche la sorella di Mason» disse George iniziando a riempire il suo piatto di tutte le leccornie che erano state cucinate.
«In realtà lei l’abbiamo vista che correva dietro a Malfoy nei corridoi.»
«…il che spiega la sua assenza…»
«…ma è alquanto normale…»
«…visto che sono migliori amici» conclusero insieme i gemelli.
Ron si mostrò alquanto perplesso mentre aggiungeva cibo alla montagna che già stava nel suo piatto. «Secondo me tutta questa grande amicizia non c’è. Punto primo: Malfoy non è una persona così facile da sopportare. Punto Secondo: gli amici non si nascondono la verità…»
«Ron!» esclamò Hermione prima che potesse dire qualcosa di compromettente, mentre Harry si limitò a lanciargli un’occhiataccia.
Fred e George si scambiarono un’occhiata d’intesa e poi si sporsero verso di loro. «Lasciate perdere queste frecciatine e gli sguardi ambigui, sappiamo tutto.»
«Cosa?»
«Sappiamo che la mamma di Scarlett è… era tua zia siccome era la sorella di tuo padre» mormorò Fred all’orecchio di Harry cosicché nessuno sentisse, anche se con tutto quel baccano origliare non sarebbe servito a molto.
«Prima che iniziate a fare tremila domande vi diciamo subito che è stato Mason a dirci la verità, quest’estate. Ricordate quella volta che è venuto e abbiamo giocato tutti a Quidditch alla palude» esordì George.
«Comunque non preoccuparti Harry!» esclamò Fred dandogli una pacca sulla spalla. «Manterremo il segreto.»
«Grazie… suppongo» disse incerto Harry. Per quanto adorasse quei due mattacchioni, si sentiva leggermente insicuro sulla loro affidabilità. Non era infastidito perché ne erano a conoscenza, per quanto lo riguardava potevano saperlo tutti, ma per come era messa la situazione in quel momento sarebbe stata Scarlett a uscirne danneggiata. Non si trattava solamente di chiarire con il padre, la notizia l’avrebbe colpita su un nervo scoperto: Draco.
Harry dubitava che il suo acerrimo nemico avrebbe preso bene la notizia e così anche gli altri Serpeverde. Era vero che molti di loro possedevano amicizie con studenti di altre Case, ma gli altri non erano lui: non c’era Serpeverde, all’infuori di Scarlett, che si era mai avvicinato a Harry. Sembrava un tabù!
Al piccolo gruppetto formatosi, si unì Madison Greenwood. «Buonasera a tutti!» salutò con un sorriso che venne ricambiato da tutti i presenti. La ragazza andava d’accordo con tutti per via della sua disponibilità e gentilezza verso tutti, che aveva fatto traballare il Cappello Parlante tra Grifondoro e Tassorosso.
«Hai trovato Scarlett?»
Harry annuì. «Tranquilla, le ho parlato e mi sembrava che stesse meglio. Quello che ha detto la Cooman non ha fondamenta… insomma, l’anno scorso ha predetto la mia morte.»
«Sinceramente mi domando come possa Silente tenerla ancora a scuola» commentò Madison scoccando un’occhiata alla donna che sedeva al tavolo dei professori.
«Dovevate scegliere Antiche Rune come me» intervenne Hermione «avreste meno preoccupazioni e un insegnante che sappia fare il suo mestiere come si deve!»
«Non ha tutti i torti» aggiunse Ron con la bocca piena di cibo. Madison storse il naso per quella visione poco carina e tornò a mangiare in maniera più delicata rispetto al compagno di Casa. Quella questione su Scarlett e le parole profetiche della Cooman aveva turbato anche lei, non credeva possibile che potessero rivelarsi veritiere, però aveva una terribile sensazione.
«Harry mi ha detto cosa è successo e, credimi, non c’è ombra di dubbio che quella donna abbia interpretato granchè male ciò che il suo cosiddetto “Occhio Interiore” le ha mostrato» disse Hermione mostrando sicurezza nelle sue parole. Aveva una minima conoscenza di Scarlett, ma dubitava lo stesso della Cooman.
«Sicuro!» esclamò Harry con una punta di rabbia. «Chissà cosa si è bevuta prima della lezione! Qualche suo strambo infuso che le ha dato al cervello, senza dubbio.»
Tutti annuirono alquanto convinti e poi tornarono a cenare parlando di discorsi che davano meno pensieri. Erano al primo giorno di lezione e si sentivano già stanchi, era inutile specificare quanto mancasse a tutti l’estate. Harry invece faceva della piccola cerchia che, nonostante lo studio di alcune materie, adorava riprendere il solito ciclo.
Quando la cena terminò, gli studenti iniziarono ad avviarsi verso l’uscita per raggiungere le proprie Sale Comuni. Madison stava camminando tranquillamente accanto a Harry, Ron ed Hermione quando venne improvvisamente tirata per un gomito da un tocco delicato. I suoi occhi smeraldini si scontrarono con quelli grandi di Mason Ferguson quando ella si voltò.
Il ragazzo sorrise imbarazzato. «Scusami, sai per caso dove sia mia sorella? Non l’ho vista a cena»
«Harry mi ha detto che è tornata nella Sala Comune dei Serpeverde per parlare con Draco o qualcosa di simile» rispose semplicemente, ma notando l’espressione preoccupata del ragazzo continuò: «perdona la mia indiscrezione, ma è successo qualcosa?»
«No… cioè, ho saputo cosa è accaduto nell’ora della Cooman e speravo che non fosse stata condizionata.»
Madison si morse il labbro nervosa, conosceva Scarlett da quattro anni e ormai aveva capito come interpretare i suoi gesti; non voleva preoccupare Mason, ma forse era importante riferirgli il suo pensiero.
«È rimasta scossa… con mio grande stupore. Conosci tua sorella, non è il tipo di persona che si lascia condizionare facilmente e, come tutti, sa quanto sia competente la Cooman nel suo settore, eppure c’è stato qualcosa che ha fatto scattare in lei una sorta di paura.»
«Quella donna!» imprecò contro la professoressa di Divinazione. La sua conosciuta reputazione lo aveva fatto optare Antiche Rune al posto della sua materia. «Facendo un calcolo approssimativo, predice la morte di almeno venticinque studenti all’anno. Le sue predizioni hanno un fondo di verità pari a zero e medesimo è il valore della sua competenza in materia. Sinceramente, non capisco perché mia sorella le presti attenzione… più che altro, non è da Scarlett.»
«È quello che le ho detto io! Lei non crede mai a ciò che non vede o che non ha le prove. Ricordi bene come ha fatto a scoprire quella cosa» disse Madison riferendosi alla notte in cui ha trafugato l’archivio per colmare il dubbio del legame che conduceva loro a Harry Potter.
Mason corrugò la fronte riflettendo sulla questione. «Mia sorella è sempre stata molto tenace e non è tipo da arrendersi al primo ostacolo. Quindi proprio non comprendo cosa la possa portare a credere alla Cooman.»
«Beh… sai forse meglio di me quanto lei insista nel dire che non tutti i Serpeverde siano destinati a diventare cattivi. Può darsi sia preoccupata che ciò non sia vero… anche se chiaramente non vale per lei» chiarì, non desiderando che Mason fraintendesse le sue parole. Il sorriso spensierato del ragazzo le fece tirar un sospiro di sollievo. Osservandolo incantata pensò che avesse il sorriso più bello, sarebbe riuscito ad illuminare anche la più oscura delle notte.
«Scarlett possiede delle qualità che l’hanno fatta finire in Serpeverde: è determinata, sa portare una grande lealtà ed è notevolmente furba» concluse ridendo assieme a Madison «però hai ragione, senza dubbio fa parte di quella ristrettissima cerchia di Serpeverde non-malvagi.»
Roger Davies passò accanto a Mason e gli battè una mano sulla spalla. «Mason, andiamo! Dobbiamo fare la gara di Storia della Magia e ti voglio nella mia squadra!»
Il fratello maggiore di Scarlett si passò una mano tra i capelli bruni prima di sorridere a Madison. «A quanto pare sono richiesto. Grazie veramente per ciò che fai nei confronti di mia sorella» disse sincero, mettendole una mano sulla spalla. «Sei veramente una cara ragazza. Buonanotte e sogni d’oro» sussurrò facendole l’occhiolino prima di andar via.
Madison rimase imbambolata per qualche attimo, ormai non poteva più negare a sé stessa di provare qualcosa per Mason. Non era solamente un ragazzo di bell’aspetto o dalla vasta cultura, a colpirla era stato il suo amore dolce rivolto alle sorelle. Possedeva una grande umanità che lo distingueva dalla massa dei rampolli pomposi che la sua famiglia frequentava.
Scosse la testa abbandonando i pensieri su Mason; non negava che spesso fantasticava su loro due insieme, ma sarebbe rimasto un sogno.
Perché fra tutte le ragazze belle e più grandi di Hogwarts, lui doveva guardare proprio lei?

 

***

 

Quella sera, Scarlett non aveva avuto fame. Era tornata nella Sala Comune e si era messa a leggere “Gli Animali Fantastici: Dove Trovarli” di Newt Scamander. Seppur avesse una predilezione più per le Arti Oscure, per sapere come difendersi, era stata affascinata da ciò che il magizoologo incontrò. Quello era uno dei libri più famosi del mondo magico, tutti ne possedevano una coppia nella propria libreria e poi era obbligatorio leggerlo durante il periodo scolastico, ma alcuni si erano portati avanti.
La sua lettura venne distratta dai borbottii di Tiger e Goyle che lamentosi di aver fame aggiunsero qualche su Draco, il loro “Boss”, che non aveva voluto andar con loro. Scarlett prese la palla al balzo: rimise a posto il libro e poi si diresse di soppiatto nel dormitorio maschile, fino a giungere alla camera del ragazzo.
Bussò un paio di volte prima di aprire ed entrare.
«Ho detto di lasciarmi in pace!» sbraitò prima di accorgersi che si trattasse di Scarlett.
La ragazza alzò le spalle mostrando un sorriso comprensivo e lui rimase ad osservarla in silenzio per qualche attimo. Dopo l’enorme figuraccia che quel dannato di Moody gli aveva fatto fare, era più che irritato!
Non voleva vedere nessuno, aveva persino sbattuto fuori i suoi fedeli cagnolini. Tutto ciò che rientrava nei suoi programmi era di farsi una doccia fresca e scrivere immediatamente a suo padre, Lucius doveva sapere dell’affronto subito.
«Eri proprio carino sottoforma di furetto» disse Scarlett per rompere il ghiaccio.
«Ero carino?» ripetè Draco con un sopracciglio inarcato e un sorriso malizioso sulle labbra sottili.
«Sì, beh… anche se ti preferisco in forma umana senza dubbio.»
«Stai flirtando con me?» chiese il biondo avvicinandosi alla ragazza a passo felpato.
Il viso di Scarlett divenne paonazzo, in pochi attimi, dall’attaccatura dei capelli alla punta del mento. Le aveva fatto uno strano effetto quella domanda: aveva notato un cambiamento in Draco, normalissimo dato che era in piena pubertà, ma pensare di provarci con lui o essere una delle sue ammiratrici la straniva non poco.
«In realtà era un complimento per non iniziare a litigare… e direi che è servito anche per tornare amichevoli.»
«Quindi hai usato il tuo charm. Mossa furba.»
«Imparo dal migliore dopotutto» aggiunse lei lanciandogli uno sguardo d’intesa. Lo fissò negli occhi, osservò quelle iridi grigie e glaciali che a molti incutevano timore. Le veniva da ridere per come si erano ritrovati in una maniera così semplice, senza domande o veri chiarimenti. Fu sicura di aver visto le labbra di Draco abbozzare un sorriso e lì ebbe la certezza che tutto era tornato come prima.
«Mi stupisco non vederti arrabbiata per quello che è successo prima e sono anche sorpreso che tu abbia scelto di seguire me. Ero quasi certo che preferissi Potter.»
«Sul serio? Così offendi il tuo ego» disse ironica, ma l’espressione seriosa sul viso dell’amico le fece capire che le sue parole non erano state altrettanto sardoniche. «D’accordo… sono alquanto sicura di averti ripetuto fino alla nausea che la mia amicizia con Harry non ci separerà. Niente e nessuno potrebbe mai dividerci a meno che non lo vogliamo noi. So bene che non sei un tipo da smancerie, però se servirà a non farti dubitare di me allora te lo dico: ti voglio bene e per quanto sia affezionata ad Harry, e ammetto che lo difenderei sempre, io non potrei mai separarmi da te…»
Draco scoppiò a ridere. «Sai non riesco a comprendere il motivo di questo gran bel discorso… in realtà non ho capito perché hai pensato che non fossimo più amici, ma non potevo fermarti. È stato troppo divertente assistere a questa dichiarazione a cuore aperto!»
Scarlett sgranò gli occhi e strinse i pugni sbuffando con il naso. Era a dir poco indispettita e si sentiva anche offesa: aveva voluto solamente essere carina e dimostrargli che nonostante tutto desiderava averlo accanto.
Era ciò che di più vero stava nel suo cuore. L’affetto che provava per Harry e la felicità dell’avere un legame solido era sincero, ormai lo trattava allo stesso modo di Elsa e Mason: quello che faceva per loro, lo faceva con lui. Non per questo aveva dimenticato i momenti passati con Draco, le risate e i litigi, che avevano fatto in modo di tenerli uniti. Voleva bene ad entrambi, ma forse il sentimento che lei provava non era del tutto ricambiato da uno di loro. Fece per andarsene, ma Draco l’afferrò di slancio per il polso e l’attirò a sé abbracciandola.
«Stavo scherzando. Da quando sei così permalosa?»
«Sei un cretino!» esclamò Scarlett cercando di divincolarsi. In quel momento si sentiva presa in giro, alle volte faceva davvero fatica a capirlo ed erano quegli attimi che mettevano in discussione la sua certezza di un’amicizia duratura.
«Mi conosci, lo sai che non sono sdolcinato e non lo sarò mai. Quelle cose non fanno per me» disse Draco serio continuando a stringerla tra le sue braccia.
Una mano era sulla schiena e l’altra sulla sua nuca, tentava di calmarla e di tenerla prigioniera allo stesso tempo. Sentiva il profumo dolce dei suoi capelli e gli veniva da sorridere immaginando l’espressione contrariata che doveva possedere in quel momento. Le voleva bene, ma non faceva parte di lui esternare i suoi sentimenti. Draco non si sentiva in colpa perché si conoscevano da quando erano piccolissimi e quindi Scarlett sapeva bene come era fatto: non si sarebbe scusato.
«Non capisco perché vuoi sentirti dire certe cose. Lo sai benissimo cosa provo per te…» mormorò calando il tono di voce sulle ultime parole.
«Non è vero. Io non ti capisco, in questo momento proprio non ti capisco» ripetè Scarlett scuotendo il capo. Riusciva benissimo ad ammettere a sé stessa che ci stava rimanendo male e si sentiva anche un po’ stupida per questo perché credeva che Draco si stesse distaccando sempre più. «Mi è sembrato che ci fossimo chiariti lo scorso anno, che non ci fossero più problemi per via della tua antipatia verso Harry e la mia verso Pansy… però poi quest’estate ti sei comportato da stronzo e qui a scuola mi eviti. Cosa dovrei pensare, Draco?!» sbottò spingendo con forza le sue mani sul petto del ragazzo. «Se ti sei stufato di avermi attorno o ti da così fastidio quello che dico o faccio, allora possiamo benissimo non essere amici. Seriamente, posso accertarlo… quindi smettila di dirmi cose che non pensi!»
«Scarlett, adesso basta!» gridò Draco prendendola per le spalle per scuoterla. Ci fu un attimo di silenzio e prese un lungo respiro fissandola costantemente negli occhi. Per reagire in quella maniera doveva esser stata davvero satura di tutta la situazione e, arrivati a quel punto, Draco non potè rifiutarsi di comprenderla.
Il giovane Malfoy sapeva di non essersi comportato bene, anche perché lo aveva fatto apposta. Non era stato contento di averla a casa sua proprio perché non sarebbe riuscito ad evitarla. Aveva cercato di ridurre al minimo il loro rapporto, ma ogni volta accadde qualcosa che li faceva star uniti. Era accaduto al campeggio durante la finale della Coppa del Mondo di Quidditch, quando aveva voluto andar a cercar Potter durante l’assalto dei Mangiamorte e poi a Villa Malfoy quando si intrufolò nel suo letto: quell’ultimo caso lo scombussolò non poco. In realtà si sentiva in conflitto tutta l’estate, in conflitto con i suoi sentimenti per lei.
L’aveva sempre considerata come una sorella, come una sua pari e mai una spalla; eppure da un po’ non era più così.
Ogni volta che la incontrava si sentiva nervoso e quando parlavano di lei diveniva teso.All’inizio non ci badò: aveva sempre sentito il desiderio di passare del tempo con Scarlett, in quanto migliori amici, ma mai aveva sentito un groviglio nello stomaco. Non avrebbe mai confessato che inizialmente credeva si trattasse di mal di stomaco, poi aguzzò l’ingegno e si rese conto di essersi preso una cotta. Ogni sorriso, o sguardo, che Scarlett gli rivolgeva prendeva la forma di una freccia e lo colpiva in pieno petto. L’aveva evitata perché quando gli stava vicina sentiva un'irresistibile voglia di stringerla e baciarla e… non doveva accadere!
Non doveva accadere per Theodore, non doveva accadere perché era un Malfoy e non doveva accadere perché non poteva permettersi di innamorarsi!
Draco non voleva diventare come quei malati d’amore che riteneva ridicoli!
In quel momento in cui la teneva stretta, in cui la distanza tra i loro visi era minima… oh, quanto avrebbe voluto averla tutta per sé e bearsi di ogni suo sorriso e ogni suo bacio.
Draco lasciò lentamente la presa sulle sue spalle: una parte di lui voleva lasciarla andare, ma non appena lo faceva, si pentiva e desiderava riprenderla.
Emozioni contrastanti che lo rendevano nervoso tutto il tempo.
Non era un idiota. Era conscio che quel momento era determinante per decidere se troncare ogni rapporto o continuare la loro amicizia: sospirò, sapendo che lei lo avrebbe guardato solo come un amico e il suo orgoglio non riusciva ad accettarlo.
Draco poteva aver Scarlett “a metà” o non averla affatto: cosa avrebbe scelto?
«Ricominciamo da capo» esordì il ragazzo serio, fissandola negli occhi proprio per farle percepire pienamente la sua sincerità messa in dubbio nell’ultimo periodo. «Ti do la mia parola che il mio comportamento non si ripeterà. Non ho intenzione di farti soffrire o darti pensieri totalmente inutili.»
«E pensi che dovrei crederti?»
«Come preferisci» rispose alzando le spalle. Lui aveva fatto il primo passo, ora toccava a Scarlett fare la prossima mossa.
La decisione della ragazza era prevedibile, non avrebbe mai voluto stargli alla larga neanche dopo una tremenda litigata, fatto già accaduto l’anno prima e ricordava bene come era andata a finire. Scarlett prese un lungo respiro profondo tenendo le braccia conserte e lo sguardo basso.
«Non farmi promesse che sai di non riuscire a mantenere.»
Draco avanzò verso di lei e le alzò il mento, amava così tanto guardare quei grandi occhi azzurri. «Mai.»


Note Autrice:
Eccomi tornata!
Questo capitolo è fondamentale per tutta la storia. La Cooman ha fatto una previsione del futuro, ma le sue parole sono solamente una parte della profezia di Scarlett: leggerete e scoprirete il significato molto più avanti.
Scarlett è spaventata perchè non riesce ad immaginarsi protagonista di quella previsione, ma solamente il tempo darà conferma oppure una diversa interpretazione.
Per quanto riguarda il rapporto con Draco, sappiate che (finalmente, diranno i fan) avranno un periodo di calma. Hanno terminato di litigare e di evitarsi, vedrete pian piano le sorprese che questi due testoni ci daranno. Sappiate che tra Draco e Scarlett, è solamente l'inizio... e con questo non mi dilunguo oltre ahahah
Attendendo la pubblicazione del prossimo capitolo, ringrazio tutti voi che seguite questa storia e coloro che hanno recensito.
Grazie a tutti per il sostegno!
Un Bacione,
-S



 

   
 
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