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Autore: StormySefr    28/10/2015    1 recensioni
Re: Life è ambientato in un mondo chiamato Samsara in cui praticamente ogni cosa funziona come un videogioco(livelli, esperienza ecc); chiaramente ora starete tutti pensando a cose del tipo 'è come Sword Art Online/The Gamer/Serie X Basata su Videogiochi' ma in quest'opera nessuno entra o partecipa ad un videogioco, è tutto il mondo/universo ad essere basato sulle meccaniche di un GdR/MMORPG. Chiarito questo, la storia narra le vicende di un certo individuo che continua la sua avventura cambiando il combustibile della fiamma che lo alimenta e che avanza puntando all'apice massimo di tutto ciò che è ottenibile. La storia è sviluppata in 10 capitoli del primo arco narrativo e in successivi capitoli riassuntivi degli archi narrativi che portano al finale, questa decisione è stata dura ma l'ho dovuta prendere a causa di impegni personali molto importanti, sono comunque aperto ad ogni tipo di domanda sull'opera. Sebbene io abbia riletto la maggior parte se non l'interezza di ciò che è scritto in questi capitoli, la combinazione dello scrivere a notte inoltrata con la datata e malridotta condizione della tastiera del mio computer potrebbe aver portato ad errori di battitura, vi prego di scusarmi nel caso. Buona lettura.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Darkness

Re-Life Arco Conclusivo: Gods Killers

Anni passano dalla proclamazione globale di pace stipulata dall’alleanza vincitrice grazie a Shirash; tutti e 9 gli imperatori non mostrano alcun segno di conflitto, nessuna Guerra viene più combattuta.  Alla morte del precedente Imperatore Umano, l’Alta Guardia gli succede ed Hellen prende il posto di quest’ultima; è una donna adulta ormai, il suo carattere non è cambiato minimamente ma ora cerca almeno di darsi un contegno. Shirash ed Hellen si vedono quotidianamente tramite mezzi di comunicazione e tengono uniti i rapporti fra demoni-bestia e umani; ormai il sostituire il braccio mancante di Hellen non è più una mansione di Shirash, le è stata donata dai dyriki in segno di alleanza una protesi molto funzionale. La pace dura fino a quando delle veggenti non irrompono nel quartier generale di Shirash, annunciando una catastrofe imminente; il disastro non si fa attendere molto, due giorni dopo nel mezzo dell’oceano precipita qualcosa dal cielo che fa emergere delle grandi porzioni di terra. Terremoti, maremoti, uragani e tempeste, dal momento dello schianto, i disastri naturali iniziano a manifestarsi su tutto il pianeta. Lasciando i loro secondi al comando, i nove imperatori si recano sul luogo dell’impatto. Ad attenderli un ragazzo, apparentemente umano, seduto al centro dell’immenso cratere a sua volta centro di tutte le terre emerse;  si tratta di un asceso, un Dio. Tutti gli imperatori vengono annichiliti dalla sua superiorità e, pur restando in vita, ricevono una sentenza di morte, con un tempo limite massimo di 40 anni, tutto l’universo verrà completamente distrutto; l’ascensione dei livello 500 è annullata, nessuno andrà nel Nirvana, nessuno verrà salvato. Shirash si rialza e attacca il Dio, riesce a colpirlo e questo causa la sua ira, alza le mani al cielo e fa collidere le due lune di V ithyaa, i frammenti iniziano a precipitare dando vita ad una pioggia di meteoriti. Il Dio porge i suoi saluti e le sue condoglianze al gruppo ma nell’intento di andarsene da quel pianeta viene bloccato dall’impossibilità di attivare skill causata dal Famine Field attivato da Shirash e conseguenza dell’attivazione della Famine Mode. Lo scontro fra la coscienza della Famine Mode e il Dio prosegue per qualche minuto in assoluta parità, tuttavia il Famine Field si disattiva e Shirash viene colpito in pieno petto da un colpo del Dio, venendo scaraventato via e finendo nell’oceano. Il Dio cerca di distruggere Shirash una volta terminato il Field ma non ha effetto nulla, sembrando spaventato e sconvolto, fugge velocemente; Shirash perde conoscenza. Due giorni dopo viene tenuta una riunione di tutte le cariche superiori del pianeta per discutere sul da farsi, le opzioni sono due: aspettare 40 anni e vivere una vita pacifica e tranquilla sotto la consapevolezza di venir sterminati o affrontare gli Dei stessi per impedire la distruzione dell’universo. Per il successivo anno tutti i ricercatori, gli scienziati e i saggi cercarono una soluzione, Shirash partì per un viaggio poco dopo la riunione facendo perdere le sue tracce; Shirash non mostrava mai la sua forma da demone-bestia, utilizzava sempre una forma umana o semi-umana e per questo, tornando al suo aspetto originale nessuno lo riconosceva. Un enorme lupo bianco con grossi artigli, un paio di corna incurvate sulla testa e una bocca priva di labbra che mostra i denti. Un lupo bianco è stato avvistato in una delle grandi foreste fra il territorio umano e quello sylvano, questa è l’ultima notizia che si ha di lui. Nella foresta, Shirash torna alla sua forma umana e indossa l’armatura che si è portato in groppa fino a quel momento, non c’è nessuno che l’abbia mai visto in quella foresta, quindi non c’è il rischio che lo riconoscano. La foresta è abitata da numerosi sylvani, ma nessuno sembra essergli ostile, solo una giovane donna gli si avvicina chiedendogli per chiedergli i motivi della sua presenza e chi lui fosse; l’espressione turbata di Shirash viene spezzata da un sorriso una volta riconosciuta la sylvana, lei però non poteva sapere chi lui fosse. E’ in cerca di una grotta-dungeon piena di gemme e altri minerali dove una volta vide qualcosa di strano; nessuno seppe dirgli nulla a riguardo, solo uno degli anziani diede qualche cenno di sapere a cosa si riferisse e indicò lui la direzione. Giorni passarono prima che lui potesse trovare quella caverna e altri prima che lui trovasse quell’essere, non era sicuro che fosse ancora lì dopo tutti quegli anni ma era la cosa più potente mai incontrata nel corso di tutte le sue vite, doveva potergli dare una risposta. Trovato quell’essere, Shirash chiede lui spiegazioni per praticamente tutto, lui dice di chiamarsi Farhael e quando Shirash chiede lui se è un Dio, Farhael risponde di poterlo essere e non essere allo stesso tempo. Giorni passarno prima che Shirash potesse uscire da quel luogo, l’essere luminoso illustrò lui il da farsi e infilandosi una mano nel petto, estrasse un cristallo sferico e lo consegnò al demone-bestia dissolvendosi subito dopo, il suo ruolo era completato, ora stava a Shirash.  Una volta fatto ritorno, l’Imperatore Demone-Bestia indì una riunione degli Imperatori per illustrare la sua soluzione al problema; bisognava affrontare gli Dei, aveva personalmente dimostrato che non sono invincibili, la sua Famine Mode è stata in grado di mettere in difficoltà uno di loro ed è solo una di quattro abilità che se riunite porteranno alla salvezza del Samsara. I possessori di queste abilità però, non possono in nessun modo trovarsi sullo stesso pianeta, il che vuol dire che sarà necessario viaggiare per lo spazio e cercarli, trovarli entro lo scadere del tempo, riunirli e affrontare gli Dei. Per portar a termine questo progetto, verranno chiamati tutti i fabbri, i maestri costruttori, gli scienziati e tutti i saggi per creare un mezzo in grado di trasportare Shirash attraverso i pianeti; lui e lui soltanto dovrà partire, nessuno potrà accompagnarlo a causa dell’estrema pericolosità della missione. Uscito dalla riunione, Shirash viene aggredito da Hellen sotto gli occhi di tutti i presenti, non vuole che lui vada da solo e vuole perciò accompagnarlo, la discussione và avanti per alcuni minuti finendo con Hellen in lacrime fra le braccia di Shirash impassibile, che le promette di tornare; a quel punto indossa l’elmo e il mantello e si dirige verso il punto di raduno degli individui che lo aiuteranno nell’impresa. Per due mesi sotto precise direttive di Shirash tutti gli uomini svolgono un lavoro stenuante, costruendo una struttura metallica di decine di kilometri  vasta e alta, tutti però si chiedono come possa funzionare e come possa essere alimentata. Completata la costruzione, Shirash si reca nella sala di comando e pone il cristallo sferico nella console, l’intera struttura si illumina irradiata di energia e inizia ad essere assorbita dal cristallo; dopo diversi minuti l’opera è compiuta, il mezzo di trasporto è stato fornito: si tratta di un piccolo essere non senziente fatto di metallo, con delle piccole ali e una coda terminante con una specie di forca, con il cristallo per testa. Shirash chiede a tutti di allontanarsi, poi lancia verso il cielo quell’oggetto che ingrandendole, avvolge le sue ali attorno a lui per poi allungare a dismisura la sua coda verso l’alto. Shirash spiega che quell’artefatto è fatto funzionare dal cristallo ma come carburante utilizza materia di corpi celesti e subito dopo averlo spiegato, entrambe le lune in frantumi svaniscono venendo consumate dalla forca metallica, risolvendo anche il grave problema delle frequenti piogge di meteore che opprimeva il pianeta; Un lampo di luce, un’onda d’urto, l’Imperatore sparisce, il viaggio inizia. Le speranze di un intero pianeta, di un intero universo sono riposte in colui che iniziò e vinse una lotta rivoluzionaria anni prima, colui capace di realizzare l’impossibile, l’Imperatore Demone-Bestia prima distruttore, poi salvatore, Shirash, di cui tutti attendono il ritorno. Passano 2 anni prima che Shirash possa trovare il primo possessore, oltre lui, di una delle quattro abilità capaci di sconfiggere gli Dei, fino a quel momento viaggiò fra numerosi pianeti, molti disabitati, altri  semplicemente senza chi lui cercava. Il possessore della skill ‘Plague Mode’ si trova sul pianeta chiamato Gyaalza, si tratta di un umano di nome Lou Cleer (L.441) che vive da solo su un isola completamente distaccata dal resto dei continenti, nessuno lo ha mai accettato o voluto, è un pericolo per gli abitanti del pianeta; Shirash lo convince dopo settimane di permanenza su Gyaalza ad aiutarlo ed accompagnarlo nell’impresa, giurandogli che sul suo pianeta ci sarà sicuramente spazio anche per lui. Restano da trovare i possessori della ‘War Mode’ e della ‘Death Mode’. Durante il viaggio che intraprendono, i rapporti fra Shirash e Lou si rafforzano scaturendo in amicizia; a 3 anni dalla sua partenza, Shirash ha già trovato uno dei tre individui che cercava ed individuato la posizione del successivo, si trova, stando a voci raccolte sui pianeti lì vicini, su Yhawak, il pianeta argenteo. Subito prima di Yhawak, Shirash e Lou approdano su Zeebi, un pianeta nello stesso sistema solare da cui è possibile vedere il gigante argenteo; un pianeta immenso, completamente ricoperto da metallo, con un singolo cratere collegato direttamente al nucleo che riscalda l’ammasso nella sua interezza. Finalmente lo raggiungono, Yhawak, ha tanti nomi, ‘pianeta argenteo’ è solo l’ultimo usato per definirlo, altri appellativi sono stati ‘pianeta delle armi’, ‘pianeta della guerra’, ‘pianeta dei fabbri’, ‘forgia di sangue e ferro’ e altri ancora; è un pianeta abitato solamente da dyriki. Passano 3 anni prima che i due possano trovare chi cercano su quell’immenso pianeta; Thuu WH412(L.462), il più bravo, famoso e rispettato maestro d’armi dell’intero pianeta, lui è quello che cercano. Thuu crede in ciò che dicono i due, non può però lasciare quel pianeta, è troppo importante per lo stesso, è tanto bravo che la maggior parte delle armi leggendarie risiede lì a causa dell’altissima qualità con cui le ha forgiate; Thuu viene convinto ma ad una condizione: Shirash e Lou devono concedergli un anno di tempo per preparare il pianeta alla sua assenza, così il viaggio ricominciò dopo un anno. L’ultimo membro del gruppo non era rintracciabile, nessuno su nessuno dei pianeti visitati sapeva nulla a riguardo, per altri 2 anni la ricerca continuò e si spinse più lontano di quanto mai immaginato da Shirash, in un remoto pianeta, ai confini di un piccolo sistema solare in decadimento, una risposta dallo stesso mezzo di trasporto indica loro l’obiettivo. Un sole nero che illumina ben poco quell’unico pianeta che gli ruota attorno, anch’esso nero, morto, sembrerebbe il luogo perfetto dove trovare il quarto membro.  Atterrati sul pianeta, una moltitudine di cadaveri impediva loro di poggiare i piedi sul terreno, morte a perdita d’occhio, impiegano, dividendosi, una settimana per trovare l’unico abitante di quel pianeta, quello che cercavano. Ami Ggrujir(L.218), un demone. Ami non volva seguirli per paura che a causa dei propri poteri morissero anche loro come tutti gli abitanti di quel pianeta senza nome e gli Dei arrivati ad ucciderla definitivamente. Gli abitanti di quel pianeta morirono talmente tante volte a causa dei poteri di Ami da smettere di rinascere sullo stesso, lasciandola sola per il resto delle sue vite; non essendoci nulla oltre lei sul pianeta, non poteva fare altro, ogni volta, che raggiungere il suo valore AdV, morire, rinascere e ricominciare. Proprio in quel momento, un gruppo di tre Dei giunge sul pianeta, proprio come fece quel ragazzo tempo fa. Ami resta impassibile, come anche Thuu e Lou, l’unico ad avvertire la reale minaccia è Shirash che attiva immediatamente la Famine Mode, a causa della presenza di tutti e quattro i membri del gruppo, per risonanza, anche le altre abilità si attivarono in quel momento, rivelando che, la Death Mode, non uccide gli altri tre; Ami comincia a fidarsi del gruppo. Nello scontro che segue risaltano tutte le migliori qualità dei quattro, tutti i loro pregi, tutti i loro difetti, riescono a uccidere i loro persecutori ma si rendono conto che il loro attuale livello di forza non basta minimamente per completare l’impresa. A 5 anni dalla sua partenza, Shirash trova tutti i membri del gruppo che lo aiuterà a sconfiggere gli Dei, Hellen è sempre nei suoi pensieri; altri 5 anni passano, il gruppo dalla vittoria sul pianeta di Ami, si spostò su Galvav, un pianeta disabitato ma rigoglioso e accogliente, per sottoporsi a rigidi ed intensivi allenamenti. Dopo quel duro addestramento, sia le loro abilità che i loro corpi si evolsero ad un livello superiore.

 

Shirash. L.785. Demone-Bestia. [EX] Perfect Famine Mode.

 Ami Ggrujir. L.616. Demone. [EX] Perfect Death Mode.

Lou Cleer. L.713. Umano. [EX] Perfect Plague Mode.

Thuu WH412. L.780. Dyriko. [EX] Perfect War Mode.

 

Il Prodiç(l’oggetto usato come mezzo di trasporto da pianeta a pianeta) era la chiave per raggiungere il Nirvana or a che l’ascensione non era più possibile, per raggiungere l’obiettivo però il costo da pagare è Galvav, l’intero pianeta andava infatti usato come combustibile per raggiungere Brahma, il pianeta più vicino al Nirvana, da cui si dice vi si possa accedere direttamente. Una volta giunti in prossimità di Brahma, si rendono conto che il pianeta è tutt’altro che incustodito, schiere di Dei ne custodiscono la superficie mentre l’intero pianeta è protetto da una potentissima barriera, non c’è da stupirsi che il suo nome prima di venir colonizzato fosse ‘Firewall’. La barriera posta a protezione di Brahma è generata da un artefatto leggendario: ‘Palladio’, una statua grande decine e decine di volte più dello stesso pianeta in cui è custodito, contenuto all’interno di ‘Trojorse’, altro artefatto leggendario sigillato nel nucleo di Brahma; all’interno di Trojorse dovrebbero anche esserci dei frammenti di ‘Omphalos’, chiave per accedere al Nirvana e loro obiettivo finale. Una battaglia lampo nello spazio subito circostante al pianeta e sulla superficie della barriera stessa, vede vincitori i quattro che con i loro Field obliterano chiunque gli si pari davanti. La barriera però sembra impenetrabile, la Famine Mode apre solo una piccola breccia in essa inutilizzabile per passare, Thuu però aveva già un piano prevedendo che qualcosa di simile sarebbe potuto accadere; un portale si materializza dietro le spalle di Thuu e poi si espande esponenzialmente, dal varco così creato esce l’intero Yhawak. Un bombardamento a tappeto verso la barriera inizia a colpire incessantemente la barriera, ogni singola bocca di fuoco del pianeta spara a pieno regime, la barriera viene perforata da alcuni colpi grazie alla breccia della Famine Mode, i colpi raggiungono Trojorse danneggiandolo e distruggendo la statua al suo interno e la barriera di conseguenza. Il Nirvana era vicino, lo scontro finale imminente, le speranze di un intero universo sulle spalle di quei quattro individui. Il Prodiç assorbe dentro di se i frammenti di Omphalos e usando quelli e se stesso come tramite trasferisce i quattro a destinazione. Un mondo privo di qualunque cosa, completamente bianco, sembra di camminare sull’acqua ma è tutto completamente bianco, senza segni di riferimento. Un esercito, un’infinità di nemici, circondati, una battaglia eterna, quattro mostri deicidi contro un esercito di Dei, lo scontro si protrae per 3 giorni senza interruzioni, ferite inevitabili vennero subite, i quattro rimasero i soli in piedi alla fine dello scontro. L’ultimo rimasto è Dio, il Dio Originario, colui che ha stabilito tutte le leggi del Samsara, colui che decide tutto e governa tutto. Un essere immenso, grande più di un sistema solare e completamente formato di luce, innumerevoli paia di ali, tre volti incisi in maschere coprono la testa, un’enorme aureola dorata e al centro del petto un grande occhio circondato da colonne nere e metalliche. Nessun termine di paragone fra le due potenze in gioco, semplicemente impossibile da battere, nessuno avrebbe potuto competere anche quando Dio per pietà ridusse le proprie dimensioni a quelle di un pianeta. Le speranze erano finite tutte dopo la dimostrazione di forza dell’avversario, non avevano più voglia di combattere, erano finiti; Dio stordisce i 4 con un’onda d’urto, sono distesi su quel suolo simile a liquido, pronti per il colpo di grazia. In quei momenti d’incoscienza, tutte le loro vite passarono avanti ai loro occhi e in quel momento ricordarono il motivo per cui combattevano, amore, amicizia, gratitudine, dovere, salvezza, non potevano arrendersi e non l’avrebbero fatto! I Field si espansero come aure vulcaniche dai loro corpi distesi in terra, trasfigurati, le forme finali di quelle quattro abilità si mostrarono. Il Famine Field fu il primo ad attivarsi, la divinità perse il suo corpo luminoso lasciando nient’altro che l’occhio e i pilastri che lo circondavano; poi il Plague e il War Field che resero vulnerabile quell’essere divino; infine il Death Field, che riportò in vita parte degli dei caduti e maledì il corpo ormai indebolito dell’ultimo rimasto consentendogli di morire. Un attacco combinato dei quattro mostri spazzò via tutto ciò che rimase, poi il buio. Un’immensa stanza metallica, centinaia di terminali collegati a monitor e server, un corpo robotico si riattiva, sopra il luogo in cui è allocato c’è la scritta ‘JB-DBM--12’e sulla fronte della stessa testa del robot il simbolo ‘’. Si stacca dai macchinari e cammina per le stanze piene di suoi simili mentre allarmi di ogni tipo continuano a suonare, si avvicina ad una vetrata dalla quale si vedono dozzine di strutture identiche a quella in cui si trova, un complesso dalle dimensioni titaniche,; tutto però inizia a spegnersi, pian piano ogni struttura cessa di funzionare così come ognuno dei robot al suo interno e alla fine, anche lui si disattiva, in piedi dov’era, disattivato per sempre.

3122, viene istituito il Progetto Samsara, un progetto che prevede la collaborazione globale dell’intero pianeta per generare un complesso sistema costituito da intelligenze artificiali immesse in una realtà virtuale fittizia, che risolvono inconsciamente i problemi dell’intera umanità. Il tempo all’interno del mondo fittizio scorre in rapporto 10 anno nel modo virtuale = 1 secondo nel mondo reale. Nei primi giorni del 3126 il virus Far-Heal infetta la rete neurale di Samsara generando programmi e bug capaci di distruggere l’intera struttura, in poche ore il progetto resta compromesso irreparabilmente e il computer centrale Nirvana viene ditrutto, viene quindi decisa la disattivazione e lo smantellamento del tutto. Poco prima dello shutdown finale, quattro delle intelligenze artificiali, di diversi Branch e server, riuscirono a liberarsi dalla realtà virtuale, tuttavia la disattivazione terminò definitivamente ogni attività; fine del progetto Samsara.

 

Re-Life: Fine

 

 

 

 

   
 
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