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Autore: Pherenike    28/10/2015    1 recensioni
Dopo anni di assenza da Forks la nostra cara famiglia Cullen decide di tornarvici, molte sorprese li attenderanno, ritroverranno vecchi amici, e ne conosceranno di nuovi, le cose però si complicheranno quando in Italia si risveglia l'interesse dei Volturi. Chi sarà questa volta a salvare i nostri amati vampiri dall'essere assimilati dal crudele esercito italiano?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Inaspettato
 
Un Harry molto più che furioso sbucò dagli alberi in forma umana, con nient’altro che i pantaloni indosso, urlando «Cosa le avete fatto? Come avete potuto?» chiese, indicando Leah ormai completamente umana, coperta da un plaid che Esme le aveva dato prontamente.

«Sta zitto Harry» rispose lei con ancora qualche brivido sulla pelle.
«Perché hai fatto una cosa simile? Lo sai che loro lo riterranno un tradimento» disse con ira.
«Qui l’unico tradimento è il tuo Harry. Ti ho raccontato più volte la realtà ma tu non hai voluto ascoltarmi, quindi ho usato l’unico modo che conoscevo» rispose rivolgendosi infine a Jake «Mi dispiace Jake ma la sua voce nella testa mi aizzava, anche tu però, non potevi importi prima, e senza mettere in mezzo Ness?» disse lei mettendo le mani sui fianchi, dopo essersi alzata e sistemandosi il plaid modo pareo.
«Eppure dovresti conoscerlo Leah, il ruolo di capo non gli è mai piaciuto» intervenne Jasper, calmando un po’ gli animi con il suo potere.
«Mi spieghi a che pro hai ceduto il tuo ruolo di alfa?»
«Te lo spiegherà Jake non appena ti sarai trasformato» si limitò a dire Leah.
«Non ho intenzione di prendere ordini da un traditore della sua tribù» urlò Harry.
 
A quel punto un ringhio si levò dalla gola del lupo rossiccio, il nuovo alfa, Jacob Black, l’ultimo discendente di Ephraim Black, il primo lupo, che porta il suo nome. Jacob mostrava i denti e capii che voleva provare a far scattare Harry come spesso succedeva a Paul. Inizialmente Harry sembrava resistere, ma quando Jake fu talmente vicino da respirargli contro, l’altro non poté fare a meno di mutare, e un sonoro strappo riempì l’aria, addio pantaloni. Il lupo grigio dapprima provò a minacciare Jake, ma quest’ultimo probabilmente aveva messo mano alla sua memoria e gli stava mostrando quello che voleva dire avere l’imprinting perché il lupo grigio iniziò a muovere la testa a destra e sinistra come a voler cacciare via un cattivo pensiero, poi però pian piano iniziò a calmarsi. Il suo sguardo si fissò su quello di Jake, poi sul mio, e pian piano passò in rassegna tutta la nostra famiglia, il suo sguardo cambiò, improvvisamente la rabbia lasciò il posto al rispetto e alla devozione, proprio così, era quello che mi aveva sempre raccontato Jacob riguardo l’imprinting. Di come tutte le priorità si fossero spostate verso quella strana bambina dalla pelle tanto candida quanto forte, di come ogni altro legame fosse nulla in confronto a quello che aveva con lei, di come quel sentimento che provava per lei non avrebbe mai impedito alla stessa di scegliere la vita che preferiva, anche se non si era mai sentito di un lupo rifiutato dopo l’imprinting. L’unica cosa che davvero importava era la felicità di Renesmee, e ora finalmente lo aveva capito anche Harry, o almeno speravo.
 
Il suo sguardo da comprensivo e devoto si tramutò in qualcosa di pensieroso, preoccupato, il lupo grigio guardò a terra, mortificato, poi alzò lo sguardo prima verso i suoi fratelli protettori, poi verso di no.
 
«Non ce n’è bisogno, nessuno porta rancore nei tuoi confronti» affermò Edward che evidentemente era impegnato in uno dei suoi scambi di parole mute. Harry guardò prima me e poi cerco Ness con lo sguardo, non trovandola tornò su Edward «Ti ripeto che non hanno nessun problema nei tuoi confronti, sicuramente quello dell’altra sera è stato un incontro, come dire, acceso, ma puoi credermi quando ti dico che mia moglie Bella è stata una vampira fuori dal comune fin dalla sua nuova nascita, come hai potuto vedere attraverso i pensieri di Jake, e non è certo una persona» diede molta enfasi a quella parola, sapendo benissimo che avevamo poco a che fare con le persone comuni« molto saggia e non porta rancore, a meno che non le sia dato modo di farlo, se le dici quello che pensi ti capirà e perdonerà, anche se credo che lo abbia già fatto, dopotutto sei suo fratello» disse Edward con un senso di serenità che colmò quei pochi dubbi che ormai avevo, ma Harry evidentemente non era dello stesso parere.
Improvvisamente alzò il muso, iniziò a indietreggiare e alla fine si voltò e sparì.
«Harry torna qui» urlò Leah.
«Lascialo stare, ha bisogno di un po’ di tempo, si vergogna per quello che ha fatto, deve avere tempo per capire che nessuno di noi ha intenzione di scatenare una guerra a causa del suo comportamento» disse Edward tranquillo.
«Certo, a meno che il suo comportamento non spinga gli anziani Quileute a prendere precauzioni, sappiamo tutti cosa succede comunque quando ci avviciniamo al loro territorio, a breve ci saranno più lupi, e dobbiamo capire quali sono le loro intenzioni» Emmett non era un tipo da discorsi, ma quando ne faceva uno non sbagliava mai.
 
Aveva ragione, con Harry poteva anche andare tutto bene, ma con gli altri? Poi c’era il problema del capobranco che ormai era Jake, ed era una cosa complicata spiegare a qualcuno che ti detesta, come i Quileute, che da quel momento è lui il capo. Dovevamo venirne a capo e ci serviva Harry.
 
«Non vedo attacchi per il momento, sono indecisi.S non sbaglio previsione, staremo tranquilli per qualche settimana, posso azzardare persino un mese» disse Alice sbattendo le palpebre per tornare al presente.
«Bene, allora penso che sia meglio stare tranquilli, se ci saranno cambiamenti Alice li vedrà, e dopotutto tra qualche giorno inizia la scuola, quindi dobbiamo prepararci al grande giorno» Disse Carlisle sollevando il morale a tutti meno che a Renesmee.
«Perfetto nonno, grazie per avermelo ricordato» disse lei dalla sua finestra.
 
Ness non aveva mai amato granché la scuola, non lo studio, in quello eccelleva come tutti noi, non le faceva piacere il trattamento che ci riservavano gli studenti i primi giorni. Ormai, grazie a me, gli altri avevano imparato a integrarsi un po’ di più rispetto a prima e con Ness, quella di noi più simile a un umano, le cose erano andate ancora meglio, un’altra cosa che non sopportava era doverci chiamare per nome, per lei era stato complicato all’inizio, aveva dovuto frequentare tutti i corsi con Edward, per correggerla prima che potesse dire mio padre o i miei zii, era l’unico che poteva scongiurare una gaffe di quella portata, “sai mio padre Edward viene da Chicago” , mi vengono i brividi solo a pensare a quanto sarebbe stato complicato rettificare un affermazione simile. Tra le risate generali ci recammo tutti in casa, raggiunti anche da Jake che si era già trasformato e vestito.
 
«Tutto bene? Non è meglio che torni a letto?» chiese preoccupato a mia figlia, in quei momenti ringraziavo il cielo che lo aveva portato nella mia vita. Non credo avrei potuto accettare qualcun altro al fianco di Ness, sarebbero stati pochi i vampiri alla sua altezza, ma in fondo sono sua madre chi lo è veramente?
«Andiamo, ricordati che sono una succhia sangue, ci vuole ben altro per mettermi a terra» affermò lei soddisfatta.
«Se bene detesti ammetterlo penso che Jacob abbia ragione, sei una vampira certo, ma l’altra metà di te è umana e molto più vulnerabile di quello che credi, quindi fila a letto» disse Edward indicando con un movimento della testa le scale che portano al piano superiore.
«Certo quando ti pare a te ti coalizzi con lui, vado sopra, ma mi porto il mio fidanzato se non ti dispiace» rispose lei afferrando Jacob per un polso e trascinandolo verso la scala.
«Ei Ness, ricordati che è sempre tuo padre, e può metterti in castigo se vuole» gli dissi, anche se era già scomparsa dalla vista.
«Quando papà mi metterà in punizione, finirà il mondo» rispose lei ridendo e sbattendo la porta. Edward stava per parlare ma lo fermai in tempo.
«Lasciala stare, deve avere i suoi spazi e non è più una bambina» dissi baciandolo e inebriandomi del suo profumo delizioso.
«No infatti, non è una bambina, è un’adulta che potrebbe farti diventare nonna se non sta attenta» ammise preoccupato.
«Sei incorreggibile. A parte il fatto che conosce bene tutti i rischi delle sue scelte, e poi non credo che quello sarebbe il male peggiore» risposi per tornare alla sua bocca di miele.
«Devo ricordarti quello che è successo a te? Poi quando avresti parlato dei rischi di un rapporto prematuro con gli uomini?» disse spazientito e non riuscii a trattenere una risata.
«Allora per rispondere alla tua seconda domanda circa cinque o sei anni dopo la sua nascita, calcolando che doveva avere tra i tredici e i quindici anni e che era una bambina intelligente penso di aver fatto la cosa giusta, per la tua prima affermazione invece purtroppo non ho una risposta precisa, ma sapendo che lei comunque è per metà vampira non credo possa ridursi come me, e comunque ne parleremo a tempo debito. Ora dobbiamo prepararci per qualcosa di molto più importante. Il primo giorno di scuola» entrambi scoppiammo a ridere, per quanto fosse banale il primo giorno di scuola per noi era sempre stato motivo di forti preoccupazioni.
 
Le settimane passarono tranquille e veloci, visto che per noi un’intera giornata poteva corrispondere ad un solo secondo umano. Non ci furono grandi problemi, Harry faceva avanti e indietro da casa sua alla riserva a noi, ma semplicemente per portare notizie degli anziani, che come avevamo pensato non avevano ben accolto la novità del capobranco Jacob Black. Di nuove mutazioni non si è saputo nulla, ma infondo, quando iniziò la prima volta, i Cullen erano qui già da un po’ quindi probabilmente si doveva solamente aspettare qualche tempo.
Esattamente la mattina del venticinque Agosto, Alice ebbe una visione, ma non quella che tutti aspettavamo. Ognuno di noi era impegnato a svagarsi in vari modi, io stavo giocando a scacchi con Edward, l’unica oltre ad Alice a poter giocare con lui senza essere imbrogliata, anche se ogni tanto con il mio scudo mi divertivo a oscurare i pensieri degli avversari di mio marito. Quando chiesi ad Alice quale sarebbe stata la prossima mossa di Edward lei non mi rispose quindi tutti ci voltammo verso di lei, Edward come lei aveva gli occhi persi nel vuoto, impegnato a leggere la sua visione, e la faccia che fece alla fine non mi piacque molto.
 
«Ci mancava solo questa» disse Edward avvicinandosi alla sorella.
«Cosa vorrà?» chiese lei al fratello come se potesse avere una risposta.
«Credo che dovremmo aspettare, il mio potere non è così forte» ammise lui quasi impotente.
«Non è che potreste spiegarci?» chiese Rosalie che attendeva risposte.
 
I fratelli si guardarono e capii che Edward disse ad Alice di spiegare cos’avesse visto.
 
«Tra un paio di giorni dovrebbe arrivare Nahuel» ammise severa.
 
In quel momento non capii il motivo di tanta agitazione ma Alice non si fece pregare e continuò «Viene per metterci in guardia da due vampiri, non so chi siano, li vedo, ma non chiaramente, e ho la brutta sensazione che uno dei due sia come Ness» per un attimo di nuovo ci fu il vuoto nei suoi occhi «Non riesco a vedere altro» disse un po’ delusa.
 
Ormai sapevamo tutti che le visioni di Alice non sempre erano esatte, bastava che chi stesse seguendo facesse una minima deviazione che il suo intero futuro cambiava completamente. Comunque le sue visioni non funzionavano con i vampiri come Ness, quindi un giorno, quando Ness era abbastanza grande per decidere da sola, Carlisle le propose un modo per riuscire a vedere gli ibridi. Lei non fu molto d’accordo con la probabile soluzione, cioè bere il sangue di Ness, ma sarebbe stato l’unico modo per vedere se riusciva ad acquisire qualche informazione su di loro, poteva vedere gli umani perché una volta lo era stata anche lei, i vampiri perché lo è, ma non poteva vedere gli ibridi perché non aveva mai avuto alcun contatto con nessuno di loro, ovviamente non bastava solamente il contatto fisico o emotivo, ma qualcosa di più forte, il sangue era l’unica possibilità, fortunatamente la proposta di Carlisle fu brillante come tutte le altre e funzionò.
 
«Quindi dobbiamo solo aspettare» dissi pensierosa «Bisogna avvertire Harry, Nahuel sa come viviamo e non credo si nutrirà in questa zona, forse sarebbe meglio che qualcuno di noi gli vada incontro» mi rivolsi a Edward.
«Hai ragione, quando torna Emmett ne parlerò con lui, tu intanto di a Jake di avvisare Harry che abbiamo novità» annuii e corsi subito in veranda dove si trovava Jake, il lupo.
«Jake ascolta, devi dire a Harry di venire immediatamente qui, ci sono delle novità e deve essere messo al corrente anche lui» il lupo mi guardò e immediatamente un ululato squarciò l’aria fresca che ormai imperversava sulle giornate di sole.
 
Tornai nel salotto, in attesa che arrivassero i lupi, fossi stata umana, avrei sudato per l’agitazione. Non c’era più stato modo di parlare con Harry da quando Jake aveva preso il posto di Leah, non che non ci avessi provato, ma lui si rifiutava, a detta di Edward perché si vergognava per quello che aveva combinato. I rumori delle zampe di tre lupi mi distrassero, c’era anche Leah. Jacob entrò tranquillamente e fece strada agli altri due, in quell’istante, quelli di noi che stavano in casa si riunirono in salotto, Renesmee compresa. Edward prese parola.
 
«Volevamo informarvi che presto arriveranno tre vampiri. Uno Jake e Leah lo conoscono già, ma probabilmente anche Harry. Si tratta di Nahuel l’altro ibrido» disse Edward con disprezzo, non gli piaceva molto quella parola per indicare sua figlia.
 
Jake per un attimo ebbe un sussulto, la sua più grande paura era che un vampiro potesse prendere il suo posto accanto a Ness, anche se io la ritenevo impossibile come opzione. Poi si fece curioso «Perché viene qui?» mi chiese.
«Come ha detto Edward i vampiri saranno tre, e lui viene solo in conseguenza degli altri due, uno che non conosciamo e un altro ibrido» dissi a tutti.
«Un altro? Quanti ce ne sono in giro?» chiese Harry rivolgendomi la parola per la prima volta.
«Noi eravamo a conoscenza di altri quattro oltre Nessie, Nahuel e le sue tre sorelle, dato che questo è un altro maschio probabilmente Joham ne avrà creato qualcun altro» dissi semplicemente.
«Cioè vorresti dirmi che esiste qualcuno che crea vampiri per hobby?» chiese lui stupefatto.
«La sua motivazione sono le ricerche scientifiche, ma credo che ormai lo faccia tanto per… mi domando perché i Volturi non abbiano provveduto a sistemare le cose» disse Carlisle che era appena rientrato dlla caccia.
«Per lo stesso motivo per cui non fermarono i neonati  di Victoria, curiosità sui possibili scenari» rispose Edward.
«Volturi, neonati? Di cosa stiamo parlando?» chiese Harry.
«Jacob, penso sia meglio che gli spieghi tutto, noi nel frattempo parliamo un attimo con Emmett» disse Edward per poi sparire dalla stanza.
 
Ascoltai in silenzio i racconti di Jacob, rinforzati da quello che era il punto di vista di Leah, ero divertita dalle espressioni che faceva Harry a ogni notizia. Quando finirono Harry si diresse alla porta, ma Leah mi fece cenno con la testa e io d’istinto lo chiamai.
 
«Harry» lui si fermò, tentennò un momento ma poi si voltò.
«Sì Isabella?» mi chiamò per nome, eravamo un passo avanti.
«Chiamami Bella, posso parlarti un attimo?» in quel momento la stanza si svuotò.
 
Harry fece un respiro profondo e si avvicinò di nuovo, mentre Leah e Jacob sparivano dietro la porta.
«Cosa c’è?» chiese timoroso, con lo sguardo a terra.
«Puoi guardarmi, non mordo mica, almeno non esseri umani» dissi, lui fece una risatina sotto i baffi, ma tornò serio per mostrarmi che non era divertito dalle battute dei vampiri «Lo sai che non ce l’abbiamo con te vero? Te l’ha spiegato Jake?» non rispose ma annuì con la testa «Allora perché non vuoi parlare con noi?» chiesi, lui sbuffò e iniziò a parlare.
«Francamente Isa… Bella» si corresse non appena vide il mio cipiglio «Ho rischiato di uccidere tua figlia, che per di più mi è nipote, e ancora mi chiedo come possa essere possibile, come fai, come fate a non essere incavolati con me?» chiese sincero.
«Secondo te perché Jake dopo che ha avuto l’imprinting con lei è ancora vivo?» chiesi scherzando, mentre un guaito mi giungeva da fuori «Se c’è uno che avrei dovuto ammazzare era proprio lui, ma come ti abbiamo già spiegato se dovessimo portare rancore sarebbe per l’eternità, e non è un bell’affare essere incavolati con un mutaforma tutta l’esistenza, poi il vampirismo ti porta ad essere più coscienzioso, anche ai più scatenati di noi, alla fine siamo pur sempre dei predatori, e calcoliamo ogni cosa con la massima attenzione, nello steso tempo in cui tu impiegheresti a trasformarti» alzai le spalle come per dire “è tutto normale”.
«Quindi nemmeno lei ce l’ha con me?» mi chiese parlando di Ness.
«No, ma se ti azzardi di nuovo a far soffrire mia madre, zio o no, te la vedrai con me» rispose Renesmee appena entrata nella stanza.
«Ti sconsiglio vivamente di fartela nemica, ha il temperamento del padre, è ingestibile»dissi fingendo che lei non potesse sentirmi
Lei mi sorrise e mi abbracciò, poi tese la mano a Harry, lui un po’ riluttante la prese, e capii subito che gli stava facendo un resoconto dettagliato della sua e della nostra vita dallo sguardo stupito di lui.
 
Un problema era sistemato, ma quello probabilmente più preoccupante si sarebbe presentato da lì a due giorni e questo mi metteva una strana ansia. Avevo il brutto presentimento che la venuta di Nahuel avrebbe portato più danni di quelli che potevamo immaginare.



Parla l'autrice,
ciao a tutti, questo capitolo è più lungo del solito e spero con ciò di farmi perdonare il ritardo della pubblicazione dello stesso. Buona lettura a tutti.
  
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