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Autore: Daeva    08/03/2005    1 recensioni
Ecco il mio simpatico Crossover/AU, ambientato nell'immaginaria NegaCity, metropoli ultramoderna tra il Blade Runner e Neon Genesis Evangelion o__O
Allora, essendo un Crossover utilizzo personaggi da varie serie, eccovi di seguito l'elenco dei coloro che ho usato e ho intenzione di usare:
Rei Ayanami, Shinji Ikari, Asuka Langley, Gendo Rokubungi, Kozo Fuyutsuki, Ritsuko Akagi } Neon Genesis Evangelion
Lain Iwakura, Masami Eiri } Serial Experiments Lain
Motoko Kusanagi } Ghost in the Shell
Kenji Asai } Eden
Conseguentemente utilizzo anche tratti e spunti da tutte queste serie per arricchire il tutto... Mi sembra poi corretto citare, per l'ispirazione, sia 'Dark Minds' (il comic di Pat Lee) che il film 'The Cell'.
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MENTAL SIEGE -- It scares
"You wanted more than I was worth
And you think I was scared
And you needed proof
Who really cares anymore?
Who restrains?"

10 -- It scares
Sai spiegarmi perchè rabbrividisci, quando li senti urlare..?


-Allora? E' tutto pronto? Oggi è il gran giorno.-
-Sì, Direttore.-
-Certo, Direttore.-
-Faremo del nostro meglio Direttore.-
Fuyutsuki annuì energicamente, spontandosi nel laboratorio successivo.

Prima di una grande battaglia, c'è una strana atmosfera nell'aria.

Un compromesso tra terrore ed eccitazione, ansia e furia.
Molto spesso si ha la tentazione di scappare, cedere il proprio posto ad un altro...
E' quell'insanabile batticuore che hai, all'inizio, anche se sai cosa devi fare esattamente, qual'è il tuo compito e il modo per vincere.
Il cuore ti fa una serie di piccoli balzi in gola, e la vista si annebbia un pò.
E' naturale, non è niente di cui preoccuparsi.
Anzi, molto spesso svanisce appena ti rendi conto di provarlo.
Alcune volte invece, afflitto dal supplizio dell'attesa, non vedi l'ora che sia il tuo turno e ti lanci impetuoso con furia e bava, mostrandoti fiero e feroce nel tuo onore e nella tua certa vittoria.
Senti come se ti si staccassero le viscere, come se cadessero fuori dal tuo ventre per alleggerirti, liberarti di quel peso inutile e permetterti di librarti in cielo.
Pochi sono quelli che si preoccupano delle loro viscere cadute, in battaglia.
Quando inizia la battaglia sei così stordito da dimenticarti addirittura di cosa stia davvero succedendo.

------------------

Asuka guardava il suo EVA che veniva imballato e caricato in uno dei mezzi di trasporto della polizia.
Ancora in divisa, controllava che le manovre non danneggiassero la sua postazione.
Ma al tempo stesso il suo sguardo era vacuo, decisamente poco interessato a ciò che stava succedendo in quel momento.
Non che stesse pensando ad altro, o avesse altre preoccupazioni.
Non sentiva quell'attimo appartenerle, non si sentiva come se stesse vivendo davvero la sua vita.
In un momento di fatica e sconforto siamo tutti portati a farci delle domande.
Asuka aveva scelto decisamente il momento peggiore per porsele.

-Il Direttore ha dato ordine di indossare i plug suite.-
La voce di Ayanami la riportò alla realtà, una realtà che ormai percepiva come torbida e insignificante.
-Lo metterò quando arriveremo alla Kogarashi.-
-E' un ordine del Direttore. Probabilmente quando arriveremo alla clinica non ci sarà dato il tempo di vestirci.-
La logica seccante del pupazzo era in grado di irritare Asuka in maniera indescrivibile.
Forse proprio perchè priva di quei momenti di sconforto degli esseri umani, Rei non riusciva a capire il bisogno di fare cose inutili, o stupide, o immotivate.
Allo stesso modo, Rei non concepiva il bisogno di non fare nulla.
Per lei il non fare nulla coincideva con la funzione di stand-by.
Ma quando era il momento di lavorare, tutto in Rei funzionava.
E andava liscio, veloce, tranquillo, fino al completamento della missione.
A conti fatti, Rei aveva bisogno solo di qualcuno che le dicesse quando stare in stand-by.
Tale era Asuka.

-...Non hai nulla di meglio da fare che seccarmi?-
-Sinceramente no.-
-Perchè non vai da Rokubungi, allora? E' certamente più divertente per te, no?-
-Non capisco il senso di questa affermazione.-
-Non capisci, eh?- lo sguardo di Asuka si fece crudele, mentre il portellone del blindato veniva chiuso.
-Allora se non capisci stai zitto, pupazzo.-
Asuka si allontanò da Rei, prendendo la direzione dell'entrata.
Rei non le prestò attenzione.
Mentre i blindati adibiti al trasporto degli EVA si allontanavano, lei controllava che tutto procedesse per il meglio.

------------------

Kenji restava silenzioso sul suo letto da ospedale.
Non riusciva a ricordare cosa fosse successo dopo l'attacco di Seele.
Allo stesso tempo, si chiedeva come avesse fatto Seele ad intrufolarsi nelle apparecchiature della clinica.
Era passata una settimana, e i tecnici dei laboratori avevano concluso che non c'era la presenza di alcun virus nelle apparecchiature e nei sistemi.
Lo stesso valeva per Shinji Ikari.
Ma la supposizione che un virus informatico potesse trasmettersi a un cervello umano, restava un'ipotesi angosciante.
E se anche lui fosse stato infettato dal virus? Se entrare in contatto con la mente di Ikari fosse equivalso ad esporsi a una fonte di trasmissione diretta?
Quali sarebbero state le conseguenze? Cosa avrebbe comportato nel comportamento di un essere umano? Avrebbe influito nelle sue decisioni, sul suo carattere?
Erano dei dubbi affascinanti, per Asai.
Alzò la sua mano, fino a vederla contrastare contro il soffitto, una mano scura contro il bianco del muro.
...E se qualcosa in lui fosse già cambiato?

------------------

Gendo spinse il viso sulla spalla di lei, come a cercare un vano conforto.
Chiuse gli occhi, e apprezzò le carezze di lei sulla schiena.
-Suvvia Gendo, smettila di essere così inutilmente preoccupato...-
-Effettivamente, non c'è nessun motivo per cui io debba avere paura...-
-Eppure ne hai.-
-Già...-
Ritsuko cercò il viso di lui, e spingendolo ad abbandonare la sua spalla morbida, calda nonostante il camice, lo baciò teneramente sulle labbra.
Sì, anche questo era confortante.
Talmente confortante da spingere Gendo a chiudere gli occhi, e a tranquillizzarsi come un bambino che riceve nutrimento dalla madre.
Essere così vulnerabile, in fondo, non lo rendeva di cattivo umore.
Si staccò da Ritsuko con un sospiro.
Evidentemente, non era abbastanza.
Ritsuko non si sentiva a suo agio.
Le preoccupazioni lo allontanavano sempre più da lei.
L'idea che fuggisse constantemente dalla realtà la faceva sentire inutile.
La certezza che non fosse sufficiente a renderlo felice la inquietava.

-...Vuoi parlarne?-
-No, è che... Ho un brutto presentimento.-
-Riguardo cosa? La missione?-
Gendo annuì.
-...Sei preoccupato per la tua Rei?-
A Gendo non sfuggì un'intonazione di fastidio, come se Ritsuko avesse fatto quella domanda in modo retorico, per ottenerne una decisa negazione.
O comunque una negazione.

-Sei ingiusta, con me.-
-Ingiusta? Io?-
-Mi avevi detto che non mi avresti soffocato, che non mi avresti negato la tranquillità di soffrire un pò!-
-Soffrire! Oh, Gendo... Sei terribilmente stupido!-
-Cosa c'è? Ti danno davvero così fastidio i miei sentimenti?!-
-Certo, finchè sono diretti verso un fantasma, e non verso di me! Odio i tuoi sentimenti, se sono diretti verso un pupazzo, e non verso di me!-
-Tu sai che provo dei sentimenti anche per te.-
-E' quell'"anche" che odio. E spero che sparisca il prima possibile.-
-Non contarci.-
-Ma sparirà, Gendo. sparirà, vedrai.-

Ritsuko desiderò che Rei Ayanami fosse distrutta.
Desiderò che tutti i dati su Rei Ayanami e Yui Fuyutsuki fossero frantumati, stracciati e bruciati.
Ritsuko desiderò che la battaglia che stavano per combattere fosse fallita.

------------------

Il paesaggio scorreva monotono dal finestrino del furgone.
Fuyutsuki attendeva l'arrivo alla clinica, ben conscio dei rischi che comportava la missione, non solo per la gravità della situazione, ma per l'incolumità stessa dei suoi sottoposti.
Innanzitutto, Ikari.
La condizione in cui versava la sua salute è a dir poco critica, e l'aggressività dell'attacco che stavano per portare era dalle conseguenze ignote.
Avrebbe preferito una vera guerra, Fuyutsuki.
Nessuno era preparato ad un assalto mentale.
Lì dove i confini tra realtà e sogno sono fragili. E gli errori irreversibili.
E se fosse questo che voleva il virus? Essere attaccato, per infettare i suoi assalitori? L'incidente di Asai aveva aperto nuove incognite, e nessuno aveva il coraggio di sporgersi oltre quella porta buia.
Tutti erano pronti a dimostrare di essere capaci di chiuderla.
Ma nessuno era pronto a prendersi la responsabilità sul modo in cui questo sarebbe stato fatto.

------------------

Asuka e Rei attendevano la conclusione del procedimento di connessione.
Si trattava di unire i collegamenti dell'EVA a quelli dell'esploratore psichico della clinica Kogarashi.
Una procedura che naturalmente aveva i suoi rischi.
D'altraparte, un esploratore è sempre un esploratore.
Tuttavia era strano esplorare la mente di un essere umano, invece che un servizio di connessione come poteva essere il Wired.
C'era qualcosa di inquietante.
Il Wired era certamente più vasto di una mente umana, era facile venire travolti da dati, virus e bug di sistema durante le esplorazioni.
Ma nonostante le minori dimensioni, non si può dire che la mente di Ikari incutesse minore timore.
Che diritto avevano, loro, di entrare nella sua mnte?
E quali sarebbero state le conseguenze? Cosa sarebbe accaduto ad Ikari?
Chi poteva garantire che la missione avrebbe avuto successo, anche se la avessero portata effettivamente a termine?
Asuka era terrorizzata.
Non voleva entrare nella sua mente.
Quello che la terrorizzava non era tanto il vedere cosa Shinji avesse nella sua testa.
Ciò che la terrorizzava è la certezza di non trovarvi niente su di lei.

-Langley, sei molto agitata.-
Asuka trasalì.
-Ti consiglio di calmarti.-
-Ah! Ora che me lo hai detto mi calmerò di certo!-
-Bene.-
-S...Stavo ironizzando, STUPIDA!-
-...-

-...-
-...Senti, Ayanami...-
-Cosa c'è?-
-Tu hai conosciuto Ikari...Sai dirmi che persona è?-
-Mi dispiace.-
-..Di cosa?-
-Quelle informazioni non sono contenute nella mia attuale memoria. Si tratta di un'estensione sotto il controllo del Responsabile di Reparto Gendo Rokubungi.-
-Ah.-
-Sembra che quell'estensione abbia la capacità di farmi comportare in modo più umano.-
-...-
-Ma non credo che questo mi renderebbe meno inopportuna ai suoi occhi, Agente.-
Asuka sospirò -Scusami, Ayanami.-
-In fondo, mi piacerebbe essere apprezzata da te.-
-D..Dici davvero?-

Era strano sentirselo dire da un robot.
Davvero strano.
In un certo senso ti rende davvero orgoglioso.

-Stavo ironizzando, stupida.- aggiunse Rei dirigendosi verso la sua postazione.
-Touchè.- constatò Asuka sottovoce.

------------------

-Inizializzazione.-
-Battito cardiaco -Regolare.-
-Elettroencefalogramma -Regolare.-
-Traccia Sinaptica -Regolare.-
-Composizione.-
-Verifica ID-
-Verifica password in corso.-
-Connesso al soggetto 09876//TRV/0101101110111/-

"Hello."

Asuka non riusciva a respirare regolarmente.
La tensione aumentava.
E ora che si trovava in quel luogo assurdo, la sua inquietudine era a livelli alti.
Troppo alti.
La voce di Rei la riportò alla realtà.
Per un momento benedì il suo essere inopportuna.

-Langley, mantieni la calma. Non può accaderci nulla di particolarmente grave.-
-Parli bene, tu...-

Asuka e Rei camminavano lungo questo deserto viola.
Le dune erano modellate dal lavoro lento del vento, e con mille sottili strati di polvere andavano a costituire un pezzo della mente di Shinji.
Asuka guardava il terreno.
Effettivamente non sembrava affatto terra, ma polvere.
Una sostanza più leggera e impalpabile della sabbia, insomma.
Come se avessero gratuggiato milioni di gessetti viola.
Instancabilmente, continuamente.
Gessetti viola polverizzati.
Asuka alzò gli occhi in alto, verso il cielo.
Un cielo nero, buio, con al centro un sole di elettricità.
Si stupì di quel buio.
Il deserto sembrava illuminato di luce naturale.

-Così questa è la mente di una persona...-
-Sì. Non si presenta in modo differente da una qualsiasi porzione di Wired, non trovi?-
-Già... Effettivamente...- Asuka continuava a guardarsi intorno -Anche il Wired...Se non fosse altro che un enorme mente esso stesso..?-
-Teoria interessante. Ma inutile, all'attuale stato dei fatti. Guarda laggiù.-
Rei indicò un'area verde, dopo il deserto.
Sembrava un giardino, o un prato.
C'erano alberi di ciliegio, terribilmente carichi di fiori.
-Scommetto che ce n'è uno nella mente di ogni giapponese..- sorrise Asuka.
-Probabile.- aggiunse con disinteresse Rei, avviandosi verso il prato.
Asuka si voltò, guardando lo spazio finora percorso.
Non riuscì a visualizzare l'orizzonte del deserto.
Lì si mescolava col buio del cielo, diluendo i suoi confini.
Asuka rabbrividì.

-Non distrarti. Cerchiamo di rimanere vicine.- disse Rei, catturando la sua attenzione.
La rossa annuì.
Si incamminarono verso il prato, rialzato su una duna, mentre i loro piedi sprofondavano nella polvere viola.
-Ayanami, noi siamo nella mente di Ikari, vero?-
-Sì.-
-Quindi la nostra presenza qui... Credi che avrà ripercursioni sul comportamento di Ikari?-
-Credo sia opportuno che ti spieghi meglio.-
-Il nostro passaggio qui, nel suo inconscio...Lascerà delle tracce? Per dire, le nostre orme sul deserto... Su questa sabbia... Consizioneranno il comportamento futuro di Shinji?-
-Non ho dati sufficienti per formulare un'ipotesi.-
-Già...Lo sospettavo...-

Avvicinandosi, si resero finalmente conto di ciò che era in realtà quel prato.
Miliardi di piccoli vermi verdi spuntavano ad terreno, agitando i loro corpicini esili freneticamente verso l'alto.
Asuka provò ribrezzo davanti quell'immagine.
I ciliegi invece erano realistici.
A volte cadevano dei petali, come fossero troppo saturi di fiori.
I petali però si dissolvevano a metà del loro tragitto verso il terreno, come un effetto ottico, o un miraggio.
Al centro del prato brulicante era un recinto, di quelli dove nei parchi i bambini costruiscono castelli di sabbia.
Qui la sabbia non era viola, ma di colore reale.

-Credi che dovremmo andare lì?- chiese Rei.
-Perchè mi fai una domanda simile? Sei tu il cervello elettronico infallibile, no?-
-La mia fredda razionalità ha dei limiti. In quanto essere umano tu cosa credi di fare?-
Poteva essere un'altra frase ironica, ma Asuka dubitava che Rei fosse capace di fare simili battute due volte in un giorno.
Si guardò intorno.
Oltre a quella porzione inquietante di mente, c'era solo polvere viola, immense distese senza confini.
Asuka fissò adesso il piccolo prato.
Non c'era nulla che potesse far suporre un passaggio o qualcosa di simile.
Ma certamente dovevano addentrarsi più a fondo che in quel livello superficiale.
E quell'ambiente sembrava una strada obbligatoria.

-Ok, andiamo verso il recinto di sabbia...Magari ci troveremo qualcosa.-
Rei annuì, e iniziarono a camminare sui vermi.
Con raccapriccio, Asuka vide che venivano schiacciati dai loro passi, secernendo un liquido rosa.

Anche quello aveva il sapore della violazione.

Qualunque cosa facessero in questa missione aveva un fastidioso eco di "violenza" agli occhi di Asuka.
La mente di una persona...E' in fondo un luogo così intimo...Che dovrebbe restare inviolabile persino al diretto possessore.

Asuka corse in punta di piedi, cercando di recare meno danni possibili a quel prato vivente.
Rei fece lo stesso, senza porsi particolari domande.
Arrivarono nel quadrato di sabbia.
Asuka si inginocchio e guardò il terreno, passandoci le mani dentro.

Anche quella era una violazione.

-Cosa fai?- chiese Rei.
-Cerco qualcosa... Un oggetto, un passaggio... Deve esserci qualcosa, qui dentro.-
-Perchè proprio qui? Potremmo guardare sugli alberi.-
-No...questo recinto è esattamente al centro. E questa sabbia è reale... O almeno, legata a un ricordo reale, come gli alberi. Forse sono i primi ricordi di Shinji. O magari è solo la metafora di qualcosa, non sò dirti...-
-Capisco. -
Rei si inginocchiò sul terrenno a sua volta, smuovendo la terra.
-No, sembra non ci sia nulla...- constatò però Asuka.
Le due rimasero immobili nel terreno, non sapendo cosa fare.
Poi Asuka provò il gesto istintivo di mettere la mano sotto uno strato di sabbia.
Sgranò gli occhi e ritrasse la mano terrorizzata.
-Cosa c'è?- chiese Rei, imitando il gesto della collega.
Asuka iniziò a singhiozzare.
Anche Rei lo sentì, sotto la sabbia.

Era il battito di un cuore.

"You know I don't love you and I never did
I don't want you and I never will "
   
 
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