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Autore: I_SHIP4    30/10/2015    0 recensioni
Alexandra e i suoi amici Lukas, Thomas e Lija sono semplici studenti, con i classici problemi di quattro adolescenti che devono crescere. Ma qualcuno cambierà tutto. Possibile che esista il soprannaturale? E loro riusciranno a gestirlo? La loro vita cambierà, sono pronti?
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Non le piaceva Nicholas, non le piaceva lo zio di Nicholas e tanto meno la casa di Nicholas, proprio per questo stava andando a trovarlo alle tre di notte, aveva proprio idee geniali. Genialemente terribili.

La finestra vicino le scale d'emergenza era aperta, decise di passare da li; con varie imprecazioni, botte e tanto rumore. Appena entrata si ritrovò Nick che le puntava una pistola contro, in boxer (l'uomo, non la pistola), situazione preoccupante -Non sapevo che avessi una pistola-

-Non ho mai detto di non averla-

-Nemmeno di averla, se è per questo- L'uomo sbuffò visibilmente scocciato dalla situazione, e probabilmente anche stanco. -Quindi, pensi di spiegarmi che ci fai nel mio bagno alle tre di notte?-

-Volevo chiederti una cosa e avevo paura di perdere il coraggio, quindi sono venuta subito-

-E non potevi suonare al campanello?-

-Il campanello? Oh, giusto, non ci avevo pensato-

-Lukas ha decisamente una cattiva influenza su di te, si può sapere che dovevi chiedermi di così urgente che ti ha costretta a venire a casa mia, nel bagno per precisione, a quest'ora?-

-Volevo chiederti di allenarmi- Lo disse talmente veloce che per un secondo le venne il dubbio che Nicholas non avesse capito, ma poi giudicando dalla sua espressione decise che aveva capito: era qualcosa a metà tra lo sconvolto e lo schifato, con una punta di disprezzo, ma quella probabilmente era costante nelle espressioni dell'uomo e non dipendeva dalle parole di Alex.

-No, non se ne parla-

-Perché? Pensaci, così imparerei a difendermi-

-E io che ci guadagnerei?-

-Beh, potresti malmenarmi quanto ti pare senza aver bisogno di una scusa-

-Posso farlo anche adesso-

-Oh insomma! Perché ti prego?-

-Iniziamo domani dopo scuola-

-Davvero? Wow, aspetta...domani ho tre ore di pallavolo, con te poi, dopo non mi reggo in piedi!-

-Non è un problema mio e ora fuori!-

Non se lo fece ripetere due volte, dopotutto aveva ottenuto quello che voleva, più o meno, ed era stanca morta, contando poi che la prima ora era Francese, con un professore ancora più odioso di quello che aveva appena lasciato, meglio dormire qualche ora.

 

-Ho chiesto a Nick di allenarmi-

-Cosa? Tu sei pazza!-

-Senti, ormai ci sono in mezzo e voglio sapermi difendere, soprattutto ora che sappiamo che c'è un altro branco, tu invece che hai scoperto mentre eri chiuso da solo con lo zio cattivo?-

Stavano arrivando alla classe, fortunamente Francese era in comune, la classe di lingue era piccola e puzzava, per questo e per ovvi motivi dovuti all'insegnante i due non erano certo ansiosi di arrivare.

-Nulla di che, mi ha spiegato le gerarchie e il rito d'iniziazione, ma non posso parlartene, scusa. Oh, siamo arrivati, ne parliamo finita la lezione, ok? Dobbiamo anche discutere di Tommy-

Fantastico, buona tortura a tutti.

Non sapeva che se fosse più preoccupante il fatto che già alla prima ora pensasse di dormire, o che lo facesse in Francese, era stanca morta, la notte prima dopo essere tornata a casa non era più riuscita a riaddormentarsi e adesso riusciva a malapena a tenere gli occhi aperti, per non parlare di tutti quei verbi francesi che continuavano a riempirle la testa: Dormir, Manger, Dormir, Appeller, Dormir, Faire, Dormir… -Signorina Kejeken mi sta ascoltando?-

-Eh? Si certo! Solo…- Salvata dalla campanella, la sua salvezza -Solo che è finita l'ora, arrivederci prof!- e corse fuori prima che il professore si ricordasse del suo poter di tenerla in classe durante la pausa.

-Tu non hai visto la faccia del prof, prima o poi ti uccide secondo me-

-Lukas, hey, non ti ho visto uscire-

-E ci credo! Sei scappata prima che potessi rendermi conto anche solo che aveva suonato!-

-Scusa-

-Ma no, tranquilla, però per farti perdonare dovrei venire alla mia Festa dei Racconti-

-ecco si a proposito, non credo che sia una buona idea, sai, luna piena e...Ciao Thomas! Lija!-

-Hey, sapete che ho scoperto? Il professore di matematica ha uno zio, ancora meglio di lui- Alexandra non aveva mai notato la bellezza di Morgan, ma ora a pensarci bene in effetti non era decisamente brutto, peccato per la pazzia.

-Mi assilla con questa storia da stamattina, vi prego aiutatemi-

-Secondo me è gay-

-Lukas? Sei serio? Che poi… il prof o lo zio? Oddio pensa che tragedia: due uomini così belli gay!-

-Secondo me tutti e due-

-Lukas!- Questa volta erano Alex e Thomas ad essere scioccati

-Che c'è? Potrebbe benissimo essere e poi così la smette-

-Vabbe, lasciamo stare, io vado in classe, a dopo-

 

E dopo tre bellissime ora passate ad allenarsi doveva anche andare da Nicholas, ma come le era venuto in mente?

Era di fronte alla casa e la finestra del bagno era di nuovo aperta, ma optò per suonare il campanello, non ci teneva a ritrovarsi una pistola puntata contro, di nuovo. Dopo qualche secondo la porta si aprì e il licantropo le comparve di fronte -Entra- dire che non le piaceva la casa era un eufemismo, però comunque entrò, dopotutto non si aspettava certo che affittasse una palestra o simili, Nick interruppe i suoi pensieri: -Per ora faremo qui, poi potremo iniziare a usare la vecchia fabbrica abbandonata, ricordi? - certo che ricordava, la fabbrica dentro cui non sarebbe mai dovuta entrare -Comunque, immagino che tu voglia imparare a difenderti, e per questo devi avere i riflessi pronti- Boom, si ritrovò a terra con il naso dolorante, le aveva tirato un pugno a tradimento. -Rialzati, nessuno aspetta che il proprio avversario si riprenda e io non sono da meno-.

I pugni del uomo erano velocissimi e forti abbastanza da non poter essere parati, per questo l'unica cosa che poteva fare la ragazza era schivare, ad ogni colpo lui le urlava qualcosa: -Tieni alte le mani, non abbassarti troppo, usa l'agilità, usa la testa, contrattacca- ed era facile a dirsi, aveva fatto boxe per un po' ma non sapeva proprio da dove iniziare per contrattaccare, appena provava ad avvicinarsi Nicholas la colpiva costringendola ad allontanarsi si nuovo, pensò di provare un calcio, ma non fu una buona idea: le fece una strana mossa di qualche strana arte marziale e finì di nuovo col culo per terra. -Sei lenta, devi contare molto sulla velocità vista la tua statura. Tanti colpi deboli e veloci e per ora lascia stare i calci. -In piedi, ricominciamo-.

Destra, sinistra, destra di nuovo e colpo strano (poteva essere una ginocchiata, gomitata o una cosa simile allo schiaffo) era questa circa la sequenza che usava Nicholas per attaccarla, di intromettersi durante il colpo finale non se ne parlava, la destra era troppo forte, l'unica possibilità era colpirlo mentre le tirava un sinistro, ci provò e, diciamo che era andata meglio che col calcio ma comunque un disastro: le aveva semplicemente bloccato il pugno -Bell'idea, combatti con la testa, ora facciamo qualcosa di diverso-

-Cioè? Mi spieghi la tecnica?-

-No, cento flessioni, ora-

-Che? Ma sono sfinita! Dammi cinque minuti di pausa almeno-

-Ora sono centocinquanta, muoviti-

A cento crollò, non poteva farne nemmeno mezza in più. -Non credo di potermi rialzare-

-Vorrà dire che ne farai cinquanta in più domani, ora cento addominali ed evita di protestare, sei venuta tu a pregarmi di allenarti- Si, ma si aspettava qualcosa di diverso.

 

Noantavove, cento, ora era sicura, non si sarebbe più mossa da lì. -Fatto, ora posso avere cinque minuti di pausa?- poi pensandoci bene aggiunse: -Ti prego- visto che gli piaceva tanto essere pregato. -No, in piedi ti insegno i pugni, i tuoi sembrano più carezze- Alexandra guardò l'orologio, era lì da due ore -Stai scherzando vero? Sono circa cinque ore che ti diverti a sfinirmi, sono morta!-

-Tu mi hai chiesti di allenarti, non è colpa mia se sei debole, se proprio pensi di non farcela lascia la squadra. E ora alzati, o striscia fino alla porta e non tornare domani, ne mai-

-Recepito il messaggio- Si alzò usando energie a lei sconosciute e si mise in posizione di combattimento di fronte al suo “maestro”.

-Muovi i fianchi, la forza parte da lì, tieni il braccio dritto, ecco così, brava- Erano circa dieci minuti che continuava a prendere a pugni la mano dell'altro cercando la tecnica giusta e l'unica cosa che era riuscita a guadagnare era un dolore pazzesco alla mano, sembrava di prendere a pugni un muro, un muro che criticava: -Non sei concentrata, lavora con la testa- pugno, pugno, pugno, le faceva vedere lei come “non era concentrata”. -Basta, ferma, si può sapere che hai?-

-Intendi a parte che sono sono stanca morta? Nulla-

-Non ci credo, che succede?-

-Te l'ho detto! Nulla, pensi di farmi da psicologo ancora per molto?-

-Prendi a pugni il muro-

-Come scusa?-

-Mi hai sentito, scegli la parete che vuoi e dai cinquanta pugni al muro, voglio vedere le mani sanguinarti-

-Ehm, è tipo una punizione perché non ho nessun problema di cui parlarti?-

-No è un esercizio per farti controllare il dolore e la forza, e per farmi guardare mentre prendi a pugni un muro fino a farti sanguinare le mani-

-Fantastico-

-Me l'hai…-

-Lo so!- E se ne stava già pentendo.
 


Sono tornata! 
Allora, spero che vi sia piaciuto, io come al solito mi ci sono impegnata al massimo e, sempre come al solito, vi invito a lasciare una recenzione.
Detto questo
Vi confido che avrei voluto pubblicare questo capitolo domani ma non ho restito, infatti domani (31 ottobre) sarà il compleanno di una mia amica che probabilemente leggerà, e, nulla, volevo farle gli auguri in grande stile
Auguri

   
 
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