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Autore: The Ersatz Diplomat    22/02/2009    7 recensioni
Remus e Tonks - una coppia improbabile. Potrà funzionare tra un'auror punk-rock e un apparentemente tranquillo professore-lupo mannaro? Si accettano scommesse! (Segue gli eventi tra "L'Ordine della Fenice" e "Il Principe Mezzosangue")
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo qui, anche se stavolta non con una mia creazione (anche se mi piacerebbe poter vantare un simile lavoro, :D) ma con la mia prima traduzione dall'inglese. Questa fic è opera dell'immensa The Ersatz Diplomat, vi consiglio di andare a dare un'occhiata al suo profilo su fanfiction.net, è davvero una scrittrice formidabile!

E' molto lunga, per ora sono stati scritti 25 capitoli ed è tutt'altro che conclusa, ma a mio parere ne vale la pena, è una delle fic più belle che abbia mai letto: scritta divinamente, completamente canon, caratterizzata da personaggi azzeccatissimi, citazioni letterarie e musicali e un adorabile senso dell'umorismo. Spero di averle reso giustizia con la mia traduzione!

Buona lettura e mi raccomando recensite, riferirò tutto all'autrice!

Step Into The Night

L'Auror precedentemente conosciuta come la ragazza-dai-capelli-rosa



“Ce l'hai fatta, finalmente, Lupin!” esclamò secco Moody. Una schiera di visi si voltò a guardarlo mentre varcava la soglia della cucina, fradicio e inzaccherato di fango.

“Ehm, scusate” sentì il volto bruciare leggermente mentre prendeva posto accanto a Sirius Black. “Ero fuori per una commissione, e sono stato sorpreso dalla pioggia... ovviamente.” Fece scivolare un pacchetto di carta dalla tasca del cappotto e lo passò a Sirius.

“Allora li hai trovati?” mormorò questi. L'uomo dai capelli corvini infilò l'involucro sotto il mantello. “Sono in debito con te, Lunastorta.”

E quante volte mi sono sorbito questa solfa da quando avevamo dodici anni, Felpato?

Si era perso le presentazioni, emergendo dall'acquazzone con una buona decina di minuti di ritardo, e ora cercava di aggiornarsi sugli ultimi dettagli del piano di Moody per andare a prendere Harry dai Dursley.

Più che altro per soccorrerlo... Da quello che Harry lascia trapelare, quei babbani sono terribili con lui...

C'erano alcuni nuovi membri che non conosceva di persona, sparsi tra ciò che rimaneva dell'Ordine originario, ma solo uno non riconosceva affatto, una giovane seduta tra Piton e Molly Weasley. La osservò per un po', dandone la colpa al fatto che la sua attenzione era inconsapevolmente attratta dal look colorato nel mezzo di mura grigie e mantelli neri. Aveva capelli di un'intensa sfumatura di rosa, ed indossava un trench giallo fluorescente su una maglietta verde acido con un incomprensibile slogan stampato davanti. La testa inclinata di lato, di tanto in tanto prendeva appunti su un pezzo di pergamena, o si protendeva verso la signora Weasley a sussurrarle qualcosa. Le sue labbra erano increspate in un piccolo sorriso, ad enfatizzare quanto fosse l'opposto dell'uomo seduto alla sua sinistra, che poteva essere facilmente descritto come la persona più tetra sulla faccia della Terra.

Piton dovrebbe prendere lezioni di moda da lei... illuminare un po' il guardaroba... magari un nuovo taglio di capelli...

Studiò i due membri giustapposti, la giovane così colorata da sembrare un dipinto di Andy Warhol... e accanto a lei Piton, avvolto in vesti nere, con un'espressione imbronciata e annoiata, come se stesse celebrando il rito funebre dello Shiv’ah ma senza essere realmente in lutto.

Promemoria : Non invitare Piton al tuo funerale...

La ragazza-dai-capelli-rosa alzò lo sguardo dalla sua celata conversazione con la signora Weasley e sorrise a Remus, sistemando una ciocca di capelli dietro all'orecchio. Il suo ghigno a trentadue denti era familiare, sapeva di averlo visto da qualche parte prima d'ora, ma proprio non riusciva a ricordare. Lupin fissò il suo tè, rigirandolo pensoso. Non l'aveva mai incontrata prima di quella sera, era sicuro che avrebbe ricordato qualcuno con i capelli color zucchero filato, eppure aveva un'aria così familiare.

Lo sbuffo di una risata alla sua destra lo scosse dalle sue considerazioni. Sirius Black aveva il volto tra le mani e scuoteva il capo.

“Perché stai sghignazzando?” sibilò al ridacchiante ex prigioniero.

Sirius indicò vago la sala. La ragazza-dai-capelli-rosa ridacchiò nuovamente, ma questa volta non aveva più capelli rosa: le arrivavano alle spalle, neri e artisticamente spettinati. Mostrava lo stesso sorriso consapevole e birbante che lui aveva cercato di collocare per tutta la sera.

Aspetta un momento... Cosa...?

E improvvisamente seppe di chi si trattava.

“Tua... cugina.” Azzardò, rammentando una conversazione sulla famiglia di Sirius qualche settimana prima.

“Pffft! Sì, è lei.” bofonchiò lui, sorridendole di rimando.

“Tua cugina?”

Perché una cugina di Sirius dovrebbe essere nell'Ordine? Non sono tutte... in prigione? O sposate con Lucius Malfoy?

“Già. Non vedevo Tonksy da quando sua madre mi ha affatturato per averla portata a fare un giro in moto... Merlino, era anni fa!”

“Non mi avevi detto che tua cugina era nell'Ordine.”

“Lei voleva provare! Indossavamo quegli stupidi caschi e tutto il resto, era perfettamente sicuro. L'ho detto a 'Dromeda, ma lei non voleva sentir ragione...” Scosse la massa di capelli neri in costernazione.

“No, Sirius. Non mi avevi detto che tua cugina è nell'Ordine.

Sirius abbandonò la nostalgica elaborazione di una scusa.

“Mmmm, no, non l'ho fatto. E non ti ho detto che mia cugina Tonks è un auror... precisamente un auror in gonnella.” Sirius dimenò le sopracciglia in modo allusivo al di sopra della sua burrobirra. “ Ma ti ho detto che è una metamorfomagus. Davvero, Lunastorta, dovresti prestare più attenzione.”

Davvero, Felpato, dovresti essere meno ubriaco quando tenti di dirmi qualcosa.

Entrambi rimasero in silenzio per un momento, studiando l'auror Tonks, precedentemente conosciuta come la ragazza-dai-capelli-rosa, mentre continuava a fare smorfie a Sirius con il suo stesso aspetto, barba incolta a parte.

“Mi dispiace dirlo, Felpato, ma ha un aspetto migliore del tuo anche con la tua faccia.”

Sirius quasi si strozzò con la sua burrobirra e batté i denti contro la bottiglia. “Owww, dannazione!”

“C'E' QUALCOSA CHE VORRESTI AGGIUNGERE ALLA DISCUSSIONE, BLACK?” tuonò Moody.

“N-no” tossì lui tra risate strozzate.



*****



L'atmosfera nella stanza si fece esponenzialmente più allegra al termine del discorso di Moody, e in qualche modo Remus si ritrovò a farsi largo attraverso il salotto in direzione dell'auror Tonks, un piatto di biscotti e due tazze di cioccolata calda tra le mani. La trovò presto, seduta sul bracciolo del divano del salotto, intenta ad osservare quel gesticolante putiferio che era suo cugino mentre mimava scene da un aneddoto che coinvolgeva, così pareva, la piovra gigante, nel tentativo di far ridere Minerva McGranitt. Stava fallendo miseramente, come al solito.

Remus si sedette all'altro lato del divano, posando il piatto di biscotti sul tavolo con un thud. Lei si voltò verso di lui dolcemente. Lui la indicò con una tazza di cioccolata.

“Ti andrebbe-”

“-Oh, sicuro!” sprofondò nel divano accanto a lui, prendendo la cioccolata. “Grazie.” Sistemò il trench sui jeans stracciati. Il suo sguardo incrociò quello di Remus, e lui trovò difficile abbassare il proprio alla tazza.

Lunastorta, sei un imbecille. Sei un membro del dannatissimo Ordine della Fenice... un professore di Difesa Contro le Arti Oscure... un Malandrino, senza menzionare un Grifondoro... un maledetto lupo mannaro, per giunta... Non riesci neppure a parlare con una ragazza. Imbecille.

Ignorando la voce persistente all'interno della sua testa, la fissò sfoggiando la sua più amichevole espressione.

“Tu sei-” iniziò, ma lei lo interruppe.

“-la metamorfomagus. Sì, e...?” concluse, bevendo un sorso dalla sua tazza. La sua voce era quasi un sussurro, ma tagliente come un rasoio. Si sistemò sul divano, a gambe incrociate.

Sì, questo è davvero un membro dell'anticamente irritante e nobilmente malvagia Casata dei Black... Sorrise suo malgrado.

“Stavo per dire 'la cugina di Sirius', ma qualunque nom de guerre tu preferisca va bene” replicò, scoccandole un'occhiata di falso monito. Gli occhi di lei si spalancarono per l'imbarazzo.

“Mi dispiace!” sospirò “Sono stata scortese, non intendevo-” Il suo sguardo si abbassò fino agli stivali da combattimento “Non era necessario-”

“Ma considerevolmente divertente, ciononostante.” Scrollò le spalle, e lei rise, alzando lo sguardo per chiedere

“Tu non sei-” iniziò lei.

“Il lupo mannaro” udì le fatidiche parole prima di realizzare di averle, in effetti, pronunciate.

Oh, merda.

Non era che la gente non sapesse del suo... problema. In tutta la sua vita l'aveva solo rivelato di persona soltanto ai suoi quattro più cari amici, e adesso due di loro erano morti, uno sulla lista delle persone che avrebbe sinceramente voluto vedere morte, e l'ultimo si stava ancora dimenando follemente accanto al caminetto. Sentì il volto bruciargli per l'imbarazzo; aveva accidentalmente confidato il suo più oscuro segreto ad una qualunque sconosciuta.

Le sopracciglia di lei balzarono in alto. “Stavo per dire 'non sei offeso' ?” Gli si avvicinò, occhi scuri scintillanti alla luce della lampada. “Ma, sei davvero...?” la sua voce era quasi un sussurro.

Si è per caso avvicinata a me? Questo è uno sviluppo inaspettato...

Sentendosi la nuca in fiamme, si mosse nervosamente sul divano. Lo sguardo indagatore della giovane non lasciò il suo viso per un istante.

“Eh, no” sospirò. “Non sono offeso. E sì per quanto riguarda l'altra parte...”

“Beh, non l'avrei mai immaginato” si sedette nuovamente contro i cuscini del sofà, sorseggiando la sua cioccolata con quegli strani occhi scuri ancora puntati su di lui. Sorrise, le labbra sulla tazza, ma si trattava di un sorriso gentile, non sprezzante, come lui si era aspettato. Remus avvertì una strana sensazione alla bocca dello stomaco.

“Non sei un auror?” rispose, la voce carica di non intenzionale derisione. “Dovresti essere in grado di riconoscere un lupo mannaro quando ne incontri uno.”

Sto solo tentando di recuperare ciò che resta della mia dignità, pensò Remus, cercando di giustificare il suo tono, anche se se ne pentì all'istante.

Gli occhi di lei si strinsero in... rabbia? Sperò di no.

Dannazione...

“Occhi azzurri e fossette non compaiono sulla lista di criteri che definiscono gli archetipici tratti di un lupo mannaro.” Il commento le uscì di bocca in modo buffo... Ma lei arrossì quando udì le proprie parole. Qualche istante di silenzio carico d'ansia passò tra i due come elettricità. Il collo di Remus era così cotto che lui dovette trattenersi dallo strattonare il colletto della camicia.

Ha forse appena detto quello?

Scoppiò in una risata mortificata.

E ora mi affatturerà...

“Per il bene della conversazione dovremmo far finta che io non abbia detto quello... ad alta voce” affermò lei, scrollando il capo “E assumere come dato di fatto che sono un’ idiota inconcludente.”

Beh, almeno non mi ha affatturato...

“Ritratteresti un così bel complimento?” Si sforzò di riprendersi dall'attacco di risolini che l'aveva sopraffatto. “Erano secoli che non avevo una decente carica al mio ego martoriato” le sorrise “soprattutto dopo la scoperta che, ehm, occhi azzurri e fossette, giusto?” Lei arrossì furiosamente “sono accompagnati da una personalità piuttosto noiosa e, occasionalmente, da pelliccia.” Scrollò le spalle e la fissò, un sopracciglio inarcato. Lei lo fissò di rimando con quegli strani occhi scuri.

“-E quanto ad essere un’ idiota inconcludente... Beh, suppongo di doverti un'occasione per smentire quella teoria.”

A volte devi lottare col fuoco...

La risata mista di Sirius e Arthur Weasley filtrò attraverso il loro silenzio quando Sirius si lanciò in un'altra barzelletta.

Lei gli rivolse un ampio sorriso e tese una mano ornata da pesanti anelli d'argento.

“Sono Tonks, a proposito” affermò, come se la precedente conversazione non avesse mai avuto luogo.

Strinse la sua mano, incapace di sopprimere una risata. “Remus Lupin... lieto di fornire le conversazioni tra completi sconosciuti dei faux pas sociali necessari per provocare la giusta dose di silenzi imbarazzanti.”

“Oh...?” Rise lei in ammirazione. Lieta di conoscerti formalmente, Remus... E' latino?”

Sta parlando con me? Suona fin troppo bene per essere il mio nome...

“Lo è?” si riscosse dal momento di distrazione “Quello che volevo dire è - non sei assolutamente disgustata al pensiero di bere cioccolata calda in compagnia di un lupo mannaro?”

Merlino, spero non sia disgustata...

Una pausa carica di aspettativa saturò l'atmosfera mentre lei afferrò un biscotto dalla pila nel piatto.

“Tutti gli uomini sono cani, a volte, signor Lupin” canzonò, il tono scherzoso nuovamente nella sua voce, ad unirsi alla scintilla nei suoi occhi. “Almeno tu sei onesto ad ammetterlo” Rise chiassosamente ed addentò il biscotto con foga, e all'improvviso Remus avvertì un irragionevole tepore, come se avesse trangugiato un'intera tazza di cioccolata in un unico sorso.

  
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