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Autore: pandaforpresident    01/11/2015    1 recensioni
In un mondo popolato da creature sovrannaturali, governato da Angeli e Demoni, i pochi umani superstiti sono stati costretti ad adattarsi, tra cui io, Ilimya. Ma cosa farò se sarò scelta per una missione (potenzialmente) suicida? E se dovrò viaggiare con un angelo egocentrico, con un demone sexy (che mi odia), un elfo con una direzione sessuale alternativa e con una vampira bipolare? Aggiungete un nemico molto attraente, un cucciolo fin troppo affettuoso, un morbo mortale e la consapevolezza di non essere proprio umana.
Ecco a voi la mia vita!
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo essermi fatta la doccia mi buttai sul letto. La giornata appena passata era stata estenuante: l'allenamento del pomeriggio mi aveva distrutta, con conseguente carne greve e lividi da tutte le parti. La consapevolezza poi che non avevo fatto nulla di decente mi demoralizzava, senza contare i commenti del mio compagno di avventure, il demome premio Nobel della gentilezza. Mi sarei sognata le sue sfuriate pomeridiane per giorni. Non sopportavo essere sgridata o seguire gli ordini, quindi mi chiedevo cosa ne sarebbe uscito da quella sera, visto che l'allenamento privato di Julian era prossimo. Mi buttai sul letto effetto balena spiaggiata. Prima di andare a cena avevo pure dovuto fare delle analisi con Karolina, e non vedevo l'ora di addormentarmi. Chiusi un attimo gli occhi. Dopo mezzo secondo sentii bussare alla porta, aprii e mi ritrovai di fronte un alquanto incazzato Julian. Lo guardai infastidita, poi sbattei gli occhi. «Dimmi che non è già l'ora per la riunione» dissi spossata.«Oh, credo proprio di sì, e sai un'altra cosa? Sei pure in ritardo di mezz'ora» sibilò il demone. Feci un profondo sospiro. Prima o poi doveva smettere la serie di sfortunati eventi. «Fammi strada mister Gentilezza». Lui scosse la testa contrariato, girandosi e avviandosi lungo il corridoio. Non ci scambiammo parola per tutto il tragitto, non molto lungo per fortuna. Arrivammo di fronte a un grande quadro e, con gesti sicuri, Julian sfiorò la tela come a seguire un disegno immaginario. Si sentì uno scatto, e uno spiraglio di luce fuoriuscì da dietro il quadro, che si scostò dalla parete mostrando l'ennesimo buio corridoio segreto. «Meglio di Hogwarts...» sussurrai meravigliata. Julian non commentò, procedendo spedito. Riuscivo a malapena a starli dietro. Il labirinto di porte e corridoi ci portò di fronte ad una grande porta doppia. All'interno c'era un piccolo salottino, e tutti gli altri tre loschi figuri dell'elite erano lì ad aspettarci. «Alla buon'ora. Pensavo che vi foste appartati da qualche parte a fare porcate!» esclamò imbronciato Sebastian, seduto placidamente su una poltroncina. «Geloso, angioletto?» sospirai irritata buttandomi su una comoda poltrona. «Ne ho motivo?» disse mellifluo, fissandomi interessato. «Ti prego, la faccia da stupratore seriale risparmamiela» sospirai ancora. Myll si schiarì la voce. «Credo cbe possa bastare» disse sorridendo. Adoravo il suo costante buon umore. «Diamo inizio alla prima riunione ufficiale dell'elite» disse allegra Bianca, saltellando a destra e a manca. «Per prima cosa, presentazioni ufficiali ufficiose» disse, facendo cenno a Julian di parlare. Lui inarcò un sopracciglio «È la cosa più stupida...» cominciò, ma, vendendo gli occhioni gioiosi di Biby sospirò, e cominciò a parlare. «Julian, demone Superiore, erede al governo, 19 anni, capogruppo, specializzazione lotta corpo a corpo» . «Sembra un'associazione alcolizzati anonimi...» dissi ridacchiando, suscitando l'occhiataccia di un demone a caso. «Tocca a me» disse Myll «elfo bianco, non sono un vip, 18 anni, esperto in armi da taglio...» disse allegro. Era così bello! Lo fissai con gli occhi a cuore. «...e sono omosessuale» disse con tranquillità. Il mio cuore si infranse. «Nooooo!» ululai disperata, mettendomi una mano sul cuore. Tutti mi fissarono straniti. «Che pena» disse a mezza voce Julian. Myll mi fissò sbalordito, arrossendo poi violentemente. «Perchè i migliori sono gay» piagnucolai. Sospirai pesantemente. «Comunque no problem. La comunità femminile è in lutto» dissi sconsolata. Si propagò un silenzio imbarazzante. «Oookay» ruppe il silenzio Bianca «tocca a me. Regina d'Italia, vampira, 527 anni, sposata dal 1867. Amo i dolci, i panda e la primavera. Abile con le armi a fuoco» disse allegra. «Aspetta, tu sei sposata...» dissi scioccata. Il mio cervello stava andando in pappa. Troppe informazioni in poco tempo! «Ho 19 anni, sono un angelo. Il resto lo sapete già. Sono specializzato nella strategia» disse Sebastian, sorridendo sornione. «Perfetto. Sono Ilymia, ho 17 anni, sono un'umana non tanto tale, sono specializzata in abbuffate di hot dog e basta» dico annoiata, vista la mia poco interessante vita. «Incapace» bisbigliò Julian. Lo ignorai, cosa che facevo alquanto spesso, ultimamente. Myll tirò fuori un plico di fogli. «Credo che dovrai studiare un po'» disse dispiaciuto. Mi spappolai ancora di più sulla poltrona. «Voi mi volete morta» piagniuccolai disperata. «Si» «no» «forse» dissero in coro rispettivamente Julian, Biby e Sebastian. Andiamo bene. Tra due chiacchiere, e due o tre sguardi assassini, arrivò il momento fatidico. «Seguimi» disse serafico il demone. Salutai gli altri e lo seguii fuori, a malavoglia. Arrivammo in una piccola palestra: tutte le attrezzature, ultimo modello e pulitissime, erano disposte ordinatamente da un lato, e al centro, spazioso, il parquet liscio che ricopriva il pavimento era sovrapposto da un tappeto morbido, fissato al legno. La parete di fronte era tutta un immenso specchio, come quella opposta. «Immagino che quel tappeto farà molto amicizia con la mia faccia». «Oh no, no» mi rispose Julian «non solo quella». «Ah ah ah, ma sai che sei uno spasso?» ironizzai. «Me lo dicono spesso». «Immagino la tua dolce e intelligente metà, no?» replicai. Lui si zittì. Ah! Lo avevo fregato! Mi tolsi la felpa, rimanendo nel mio abbigliamento da allenamento, cioè una canotta aderente viola e dei pantaloni larghi della tuta. Il demone mi fissò attentamente, girandomi attorno a braccia conserte. «Ehi, mi consumi così...» ironizzai, leggermente in imbarazzo. «Togliti la maglia» disse serio. Arrossii fino alla punta dei capelli. «Credo che tu abbia saltato alcuni passi: la cena romantica, le rose...». «Idiota. Devo vedere la forma fisica» disse irritato. «E io ti dovrei credere?!». «Non provo interesse in galline secche» ghignò. Aprii la bocca, scandalizzata. «Fino a stamani non ti dispiaceva questa gallina sec...» mi bloccai, ricordando che forse non era il caso di ricordare certi avvenimenti oscuri. «Cosa dici?» mi chiese dubbioso, socchiudendo gli occhi. «Ehm...niente» dissi, cominciando velocemente a togliermi la maglia, rimanendo in top. Lui mi fissò ancora poco convinto, ma sembrò ignorare la cosa, per mia fortuna: sarebbe stato imbarazzante spiegare che aveva chiesto la mia mano. «Hai pochi muscoli, e quelli che hai sembrano pomodorini secchi. Devi mangiare meglio e di più» elencò minuziosamente. «Tu si che sai cosa dire a una donna» ironizzai. «Non è mio interesse farti sentire meglio. Dopodomani abbiamo una battaglia, e qua davanti ho uno stecco, non un combattente». «Signor sì» dissi ironica, facendo un teatrale saluto militare. Lui scosse la testa, esasperato. «Smettila di dire cretinate e ascolta. Ti insegnerò le basi del mma*, anche se hai poche possibilità...». «Sottovaluti il mio potere!» dissi, mettendomi in posizione di combattimento. Lui mi osservò con un sopracciglio alzato, sfottendomi. Poi, con una velocità sovrumana (n.d.a.: è un demone, cara xD), mi afferrò il braccio e, in una frazione di secondo, mi ritrovai la faccia contro il tappeto e un demone sopra alla mia schiena, con il ginocchio sopra alla mia spina dorsale. Rilasciai in un botto tutta l'aria che inconsciamente avevo trattenuto. «Che male, sei proprio un demonio» sibilai a fatica. «Oh, lo so» disse, rimanendo ancora un po' sopra di me, alzandosi poi di scatto. Mi massaggiai il braccio e la guancia. «Tu mi vuoi morta» sibilai. «Probabile» «Rassicurante» borbottai. Lui cominciò a spiegarmi tutte le posizioni con sorprendente pazienza, facendomi ripetere tutte le mosse con attenzione. Ovviamente le sue frecciatine non mancavano, ma almeno non mi aveva ancora uccisa, il che era un gran traguardo. Era tutto molto interessante, ma dopo due ore l'unica cosa che volevo era fondermi col letto. «Basta! Pietà!» gracchiai stremata. «Allora vieni qui» disse ridacchiando. Ah, ti diverti, eh? Appena si girò di schiena, gli saltai addosso. O almeno, tentai di farlo. Mi ritrovai una sua mano al collo e, in un lampo, mi buttò per l'ennesima volta a terra, con tutto il suo pesante corpo. Ansimavo come una locomotiva, e ormai cominciavo a prendere coscienza della nostra vicinanza, del suo profumo e del calore del suo corpo. «Spostati» gli dissi, arrossendo, sentendomi indifesa in quella posizione. Lui non rispose, e continuò a rimanere nella posizione. Guardai i suoi occhi, e notai il suo sguardo, e mi spaventai. Guardava intensamente le mie labbra, famelico. «Oh, no no no! Sveglia!» gli urlai, cercancando di sgattaiolare via da sotto di lui, ma la sua presa era fortissima. Lui, per risposta, cominciò a stringere la presa attorno al mio collo. «Piantala, non sei in te!» sibilai con un filo di voce. Sapevo che era una delle sue "crisi adolescenziali", ma mi spaventava molto. «Stai zitta» mi ringhiò lui, cominciando ad annusare il mio collo. Cominciai ad ansimare per la mancanza di ossigeno. La vista mi si oscurava. «Julian, ti prego» singhiozzai. Lui mi ignorò. Sentii dei passi nel corridoio, ma erano troppo lontani. Stavo per morire. Questo pensiero mi fulminò improvvisamente. Sentii una morsa al petto, come se avessi un macigno sopra di esso, ed improvvisamente il peso di questo, diventato insopportabile, sparì. Vidi in un secondo Julian volare via, per poi abbattersi contro la parete, spaccando lo specchio. Mi piegai sulle ginocchia, tossendo per riprendere fiato. Avevo un male atroce alla testa e al collo, che massaggiai alzando per la prima volta lo sguardo. Julian era accasciato in un angolo, senza sensi, e la porta era spalancata, con Sebastian in piedi, agitato. Alle sue spalle c'erano un ancora più preoccupato Myll e Bianca, che volò in un lampo da me. «Stai bene?» mi chiese, cominciando a controllare il mio collo. «Credo di sì» gracchiai. Myll si spostò verso Julian, per controllare le sue condizioni. «Grazie per avermi salvata» dissi a Sebastian. Lui mi guardò sbigottito. «Io non ho fatto niente» . «Allora chi...» chiesi. «Solo una persona poteva, considerato i tempi» disse pensierosa Bianca. Li guardai uno a uno. Tutti mi fissavano, con espressione dubbiosa. E allora compresi. «Io?!». 0-Spazio Autrice-0 Salve carissimi/e *schiva i pomodori marci*. Okay, non ho nulla da dire per giustificarmi. Domani vado al Lucca Comics! Gioite con me! *silenzio imbarazzante*...coff coff... Buon Halloween! *mma significa tutte le arti marziali combinate insieme.
  
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