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Autore: tisdalesvoice    01/11/2015    10 recensioni
Uno sguardo.
Era bastato un solo sguardo per far si che gli sforzi di Zayn andassero in frantumi dopo anni.
Quando gli occhi verdi di Lydia avevano incontrato i suoi, sapeva che tutto, oramai, sarebbe cambiato.
Lui non avrebbe mai voluto che tutto ciò accadesse, soprattutto con una ragazza così innocente come lei.
Zayn non sapeva nulla di Lydia, così come Lydia non sapeva nulla di Zayn -o almeno in parte-, ma gli era bastato guardarla per qualche secondo per capire come fosse lei in realtà.
Lui la paragonava alla luce, perchè la sua purezza era così immensa capace di contagiare chiunque, anche un mostro come lui. E se lei era luce, Zayn era l'oscurità. Ma il punto era che lui non faceva parte di quel mondo. Era un essere umano, certo, ma con poteri che avrebbero potuto fargli distruggere ogni cosa... anche lei.
Entrambi erano così tremendamente diversi, ma questo oramai non aveva più importanza. Il legame che adesso avevano era indissolubile, creatosi solo con un contatto visivo.
Ma se gli avvenimenti portavano al pericolo, poteva Zayn proteggerla persino da se stesso?
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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30. Tomorrow

 
«Raggio di sole, poseresti, per favore, quel cellulare? Mi sento ignorato.»
Lydia premette frettolosamente “invio” sul suo ultimo messaggio, poi lo guardò. «Scusami, stavo parlando con Allison.» si scusò.
«Sai che non la ricordo? Com’è fisicamente?»
«Oh… be’, capelli biondi cenere, fin sotto le spalle, occhi grandi azzurri… mh… le labbra piccole ma molto carnose e… è molto alta e snella. Qualunque cosa indossi le sta benissimo.» sorrise. «E poi-»
«Aveva per caso un top rosso che indossava verso maggio anche a scuola?»
«S-si… ma com-»
«Le risaltava parecchio le tette. Si, me la ricordo.»
Lydia gli diede uno schiaffetto sul braccio.
«Che c’è?» si lamentò l’amico.
«Possibile che tu guardi solo quelle parti in una ragazza?»
«Era lei che indossava quel top per farsi guardare, ed io non potevo di certo deluderla nel suo intento.»
Lei scosse il capo. «Sei incredibile.»
«Lo so, me lo dico sempre.» disse Louis. «Adesso continua a mangiare.»
Si mordicchiò il labbro, guardando il cibo davanti a sé. «Pot-»
«No.»
«Ma-»
«No.»
«Assaggia.»
Louis la sfidò con gli occhi, poi trascinò il vassoio verso di lui e diede un morso a metà di quel panino.
«Fa schifo.» commentò.
«Mh…»
Il moro posò di nuovo il panino nel piatto. «Okay, diremo a Zayn che l’hai mangiato tutto.»
«Io ci sto.»
«Hey, un momento. Non dovresti mentire al tuo ragazzo.» la sfidò.
«E tu non dovresti mentire al tuo migliore amico.»
Louis sospirò sconfitto. «Sei fin troppo intelligente per me.»
Lydia ridacchiò appena, facendogli una linguaccia. Dopo un po’, trovò il coraggio di parlare. «Posso chiederti una cosa?»
«Certo.»
«Che rapporto aveva Zayn con i suoi genitori?»
L’amico la guardò. «Dovresti parlarne con lui.»
«Lo so, è che… ho “paura” a chiederglielo.»
«Perché?» domandò quasi divertito l’amico. Gli era difficile credere che lei non avesse il coraggio di chiedergli una così semplice domanda. Addirittura che avesse “paura”, quando poi il suo migliore amico le si era presentato completamente nudo nella sua natura.
«Perché… quando mi ha detto come tutto è iniziato… ho visto quanto abbia sofferto anche solo raccontandomelo. Quando accennava qualcosa dei suoi genitori sembrava così…» Lydia avrebbe voluto dire fragile, debole, indifeso, ma credeva che Louis non l’avrebbe presa sul serio. Zayn era bravo a nascondere i suoi sentimenti, lo faceva anche con lei e forse lo aveva fatto anche col suo migliore amico. Almeno una buona parte del suo essere debole.
«Lo so…» disse Louis, capendola perfettamente. «La sua maschera non nasconde ogni cosa, per noi che andiamo oltre essa.»
Lei imbronciò appena le labbra in un sorriso, sentendosi quasi leggera dopo quella piccola affermazione. Perché si sentiva capita. Perché Louis era stato il primo a capire il vero Zayn, ad andare oltre la sua maschera, il suo essere duro, scoprire le sue debolezze e accettarle, affrontarle insieme a lui e non ad uccidersi, come il destino celeste voleva.
Ogni giorno si rendeva sempre più conto di quanto fosse fortunato il suo ragazzo ad avere un amico come lui.
«Diciamo che come ogni adolescente, Zayn era una testa di cazzo.» cominciò l’amico, facendola ridacchiare. «Portava un po’ di problemi, i classici: risse, vandalismo… solite stronzate, ma per quanto potesse nasconderlo, Zayn adorava i suoi genitori. Sua madre era… tutto per lui, anche se le faceva sbattere la testa contro il muro per via della sua testardaggine. Con suo padre… era una sorta di sfida ogni giorno. Faceva qualche cazzata solo per farlo incazzare. Suo padre voleva solo che… prendesse una strada diversa, insomma. Ma Zayn aveva già deciso il suo futuro e non gli andava a genio. Sapeva di star sbagliando, comunque, ma sapeva nasconderlo bene. Non a me, però.» sorrise quasi vittorioso. Lydia fece lo stesso. «A volte, quando era completamente ubriaco, mi diceva che voleva fare qualcosa per loro. Renderli orgogliosi almeno per un attimo. “Vorrei fargli capire che non sono una merda di figlio, non del tutto, capisci Lou?”» il suo sorriso divenne quasi amaro. Il suo sguardo si posò sulle sue mani incrociate sul tavolo. «Non ha avuto il tempo di dimostrarglielo.»
A Lydia le si strinse il cuore. Sentiva la sua gola bruciare, i suoi occhi quasi inumidirsi. Sarebbe stata in grado di versare le lacrime che quella prima volta che Zayn si era aperto con lei non era stata in grado di versare, per una sua, di debolezza.
Da quando aveva accettato di essere la sua ragazza, o meglio, da quando aveva combattuto per averlo, si era accollata ogni sua paura, insicurezza, debolezza… dolore. Li aveva resi suoi.
«Dopo la loro morte non ho avuto modo di vederlo. Non ho avuto modo di stargli vicino. Mi ha allontanato. Una volta rispose ad una mia chiamata e me ne disse di tutti i colori.»
«Tipo?»
«Che ero una merda di amico, che facevo schifo… solite cose, con tanto di parolacce. Ma io non gli ho creduto, sapevo che lo faceva solo per… non so, proteggersi? Da cosa, poi? Da me? Non esiste.»
Lydia sorrise una seconda volta durante quel racconto. L’insistenza e la forza di Louis non la sorpresero affatto.
«Così andai da lui. Lo affrontai faccia a faccia dopo mesi che mi aveva evitato. Sembrava… totalmente un’altra persona, ma era ancora il mio migliore amico. Vidi quanto fosse… devastato. Credimi, Lydia, non lo avresti riconosciuto.»
Lei gli credette, perché per quanto ci provasse, sapeva che non avrebbe mai capito il suo dolore o immaginare cosa era stato costretto a sopportare. Troppe cose insieme, tutte in una volta.
«Fu in quel momento che scoprii che era… sai.»
«Te lo disse lui?»
Louis scosse il capo. «Io ho sempre saputo di essere un» s’interruppe. «Guardiano.» sussurrò. «Mio nonno mi preparò su ogni cosa quando ero piccolo, e un giorno mi disse “I tuoi nemici saranno chi meno te l’aspetti”. Zayn non voleva farsi toccare. Mi avvicinavo e si allontanava. Si nascondeva le mani. Ebbi conferma quando indietreggiava e il pavimento si spaccava. Per un attimo non volli crederci, insomma, era il mio migliore amico! Come poteva essere…» sospirò. «Ma dovetti accettarlo, proprio in quel momento, o credo che forse non saremmo qui.»
Lydia non si era mai chiesta come fosse stato, invece, per Louis tutta questa situazione. Era consapevole solo del fatto che l’avesse aiutato e sostenuto, ma non che avesse sofferto così tanto. Perché anche se non lo stesse dicendo esplicitamente, lei lo sentiva nella sua voce quel leggero dolore. Leggero, ma con un peso da far quasi abbattere anche lei.
«Quel bastardo mi disse che ero pazzo.» rise, con sincerità. «Che dovevo andare in manicomio e bla bla bla. A raccontarlo mi viene da ridere perché è davvero assurdo che lui mi desse del pazzo, ma glielo concedo. Infondo io ero a conoscenza di un mondo prima che lui ne facesse parte quanto me. Alla fine mi credette ed io credetti lui. Non si sarebbe liberato facilmente di me.»
Lei sorrise, capendo ancora quanto Louis ci tenesse a lui. Era lui quello più estroverso tra i due, forse è per questo che sono così tanto amici.
Gli si avvicinò e poggiò la testa contro la sua spalla, stringendosi appena a lui. «Sei un buon amico, Louis.» mormorò.
Lui poggiò la sua, di testa, contro la sua. «Ci provo.» mormorò a sua volta.
Lydia lo sentì quasi sorridere.
«E anche tremendamente bello, c’è da dirlo.»
Lei rise, staccandosi così da poterlo guardare. «Si, lo sei.»
Suonò la campanella e Lydia si affrettò a posare i libri in borsa. Non si era resa conto dell’orario. Di solito lasciava la mensa prima che suonasse, per entrare in anticipo in classe.
«Tu non hai lezione?» gli chiese, mentre si alzava.
Louis restò ancora seduto. «Forse, vedrò se avrò voglia di andarci.»
«Okay.» disse lei, superandolo appena. «Ci vediamo dopo.»
«Hey!» la chiamò Louis, facendola voltare. «Guarda che ti ho in pugno.» le disse, indicando il cibo sul tavolo.
«Secondo te, Zayn se la prenderà più con me o con te?»
L’amico restò qualche secondo in silenzio, sorridendo di ramando. «Ti odio, raggio di sole.»
Lei gli concesse un vero sorriso divertito e vittorioso, prima di voltarsi e andare verso la sua classe.

 
—— ❀ ————
 

Lydia prese il cellulare dalla borsa e lo portò all’orecchio. «Hey.»
«Perché non hai risposto al mio messaggio?»
«Credevo che la risposta fosse ovvia.»
«Oh, quindi sei in qualche posto appartato a farti la foto alle tue tette?»
Lei scosse il capo sorridendo. «No, Zayn. Non ti manderò nessuna foto.»
«Guarda che stai spezzando il cuore di un ragazzo che in questo momento ha solo bisogno di energie dopo una mattinata così. E se te lo stai chiedendo, si, le tue tette danno parecchie energie.»
«Zayn!» lo richiamò lei, arrossendo. In un primo momento era riuscita a trattenersi, ma Zayn la faceva sempre fallire nel suo intento.
«Sono sincero. Il tuo ragazzo non dovrebbe essere sincero con te?»
Mugugnò imbarazzata. «Ti odio.»
Lui sospirò, divertito, e lei potè immaginarsi uno dei suoi sorrisi spontanei di quando la prendeva in giro. «Lo so. Sei già arrivata alla riserva?»
«Oh, be’, in realtà sto andando in centro. Vorrei passare in biblioteca.»
«Avrei potuto accompagnarti.» il suo tono si faceva già più serio.
«Ci metto pochissimo da scuola, e poi mi hai detto che avresti avuto una giornata difficile.»
«Si, ma che c’entra.» tentò lui.
Sorrise. «Zayn, non devi essere superiperprotettivo. Andavo in giro per la città da sola ancor prima di conoscerti. Non mi succederà nulla.» lo rassicurò.
«Si, come è successo tempo fa, vero?» chiese retorico il moro.
Lydia sospirò, non volevo restare un secondo di più in silenzio per evitare di ricordare i precedenti avvenimenti. «E’ passato, oramai.»
«Preferirei comunque starti accanto quando vai in questi posti.»
«Be’, se ci pensi, ogni volta che sei con me succede qualcosa. E questo fa di me un pericolo per te. Meglio che tu resti al sicuro.»
Zayn restò in silenzio per qualche secondo poi ridacchiò. «Cazzo, hai ragione. Forse dovrei lasciarti.»
«Lasciarmi? E lo faresti al telefono? Che delusione, Malik. Che delusione.»
Lui rise ancora. «Sei assurda.»
Lydia si fece contagiare e ridacchiò a sua volta.
Ultimamente si era lasciata andare un po’ di più nei suoi confronti. Stava combattendo la sua timidezza e lui l’aveva aiutata parecchio. Zayn la rendeva sicura e non le trovava mai una ragione per essere timida o frenata nei suoi confronti. La faceva essere se stessa e poco a poco, giorno dopo giorno, cacciava il suo carattere. Si sentiva così in pace e così bene, e sapeva che anche lui stava facendo lo stesso con lei. Si stavano affidando completamente l’uno all’altro, promettendosi di custodirsi, di proteggersi.
«Aspetta.»
Dall’altra parte del telefono c’era il silenzio, poi Lydia riuscì a sentire solo «una» e «grazie amico».
«Lydia?»
«Si.»
«Sei arrivata in biblioteca?»
Avrebbe dovuto superare solo altri due negozi. «Si.»
«Okay.» disse il moro. «Quindi dopo mi mandi le foto?»
Sospirò, ancora, divertita. «No, Zayn. Ci vediamo dopo.»
«Odio quando fai la testarda.»
Ridacchiò. «A dopo.»
Lui la salutò e chiuse la chiamata.
Posò il cellulare in borsa, sistemandola meglio sulla spalla e scese i piccoli scalini che portavano poi davanti alla porta della libreria. Quando la aprì, la piccola campanella sopra di essa si mosse risuonando per tutta la libreria. Lydia potè finalmente riscaldarsi un po’.
La biblioteca era rettangolare e molto lunga, piccola rispetto alle altre che ci sono nel mondo e come faceva vedere nei film, ma dava ad ogni cliente il proprio spazio e silenzio che cercavano.
Si affrettò subito a girovagare per i grandi scaffali, cercando qualsiasi libro le potesse essere utile per le sue ricerche scolastiche. Era oramai al passo con tutti i programmi e adesso poteva anche anticiparsi come era di suo solito fare.
Avrebbe potuto anche andare alla riserva e studiare lì, forse dopo l’avrebbe fatto, ma preferiva studiare le cose più importanti e che richiedevano molta più concentrazione in biblioteca, da sola, così che non si distraesse così facilmente, cosa che sarebbe successa se avesse incontrato Niall e Liam. Non sarebbe riuscita ad ignorarli, Niall non lo avrebbe permesso.
Era da un po’ che non li vedeva e le mancavano. Sperava di trovarli dopo.
Prese due libri di storia ed uno di letteratura e si diresse nell’altra stanza dove c’erano i tavoli con delle lampade al centro. C’erano forse dieci-undici persone, che avevano occupato tutti i tavoli.
Lydia si avvicinò ad un tavolo dove era seduta una donna dai capelli castani, un castano scuro e intenso, raccolti in uno chignon.
«Scusi, ehm, posso sedermi qui?» le chiese Lydia.
La donna alzò lo sguardo e Lydia potè vedere i suoi occhi verdi, i lineamenti del suo viso che erano dolci seppur decisi. Le labbra sottili e il naso piccolo, appena schiacciato. Un trucco leggero e perfetto. Era una bella donna, pensò.
Quasi restò a guardarla stupita, per qualche attimo, poi le rispose «Certo, cara.»
«La ringrazio.» le sorrise poi Lydia, sedendosi.
Sistemò la borsa sul tavolo, prendendo i quaderni in essa e aprì i libri che aveva preso qualche minuto fa. Alzò lo sguardo, trovando la donna a guardarla e timida le sorrise ancora, imbarazzata. Non capiva perché la guardasse… in quello strano modo. Non sapeva descriverlo. Un po’ si sentiva a disagio.
Iniziò la sua ricerca, scrivendo sui propri quaderni e poco dopo le arrivò un messaggio.

Da: Zayn
Ti prego.

Si mordicchiò il labbro mentre scriveva la sua brevissima risposta. Lo immaginava mettergli il broncio quando cercava di convincerla in qualcosa. Difficile da credere per uno come lui, che si era costruito una maschera da vero duro che tutti temevano. Si sentiva lusingata che cacciasse quel lato solo con lei.

A: Zayn
No.

Da: Zayn
Ti prego.

A: Zayn
Sto cercando di studiare. Non distrarmi.

Da: Zayn
Potresti trarne dei benefici, sai…

A: Zayn
Davvero?

La risposta di Zayn non arrivò subito come le altre, così lei riprese a scrivere. Dopo un po’, il suo cellulare vibrò di nuovo.

Da: Zayn
Oh, si.
Questa sera potrei farti stare bene come ho fatto qualche sera fa, ricordi?

Lydia sentiva che anche i suoi capelli stessero andando a fuoco. E la sedia dove era seduta. 
Sentiva così caldo.
Aveva fatto così tanto per ignorare quel ricordo ed avere il coraggio di guardarlo negli occhi, visto il costante imbarazzato, ed ora lui lo tirava fuori così. Doveva aspettarselo, Zayn si divertiva così con lei. Quanto avrebbe voluto rispondergli come lui desiderava, ma non sapeva come.
Posò subito il telefono sul tavolo, imbarazzata, sotto lo sguardo furtivo della donna seduta di fronte a lei.
Ingoiò il vuoto e riprese a scrivere, cercando di ignorare quei messaggi e di non pensare a quella sera e a quelle labbra e a quella lingua.
Il cellulare riprese a vibrare poco dopo, una pausa, poi ancora, segno che Zayn le stesse mandando dei continui messaggi.
Sapeva come quei messaggi potessero essere, o almeno provava ad immaginarlo, e provò a concentrarsi sulla sua ricerca, ma proprio non ce la faceva.
Riprese di nuovo il cellulare tra le mani, titubante, ed aprì la casella dei messaggi.

Da: Zayn
Ricordi le mie mani che accarezzavano il tuo corpo?

Così lentamente…                                   

E le mie labbra sulle tue gambe?                   

Che sentivano la morbidezza della tua pelle…       

E la mia lingua dentro di te?                      

Che assaporava ogn-                                


Nello scorrere i messaggi, ad un certo punto le cadde il cellulare da mano, finendo sul pavimento.
La bibliotecaria la richiamò subito, mettendo un dito davanti alla bocca e pronunciando un sonoro «shh!».
Lydia sussurrò appena la sue scuse, mentre riprendeva il cellulare da terra e lo rimetteva in borsa, spegnendolo definitivamente.
«Tutto bene, cara? Vuoi un bicchiere d’acqua?» le domandò la donna, abbastanza divertita.
«Oh, no, sto bene, la ringrazio.» riuscì a dire, ancora rossa in viso.
Non ebbe il coraggio neanche di incontrare il suo sguardo, tenne i suoi occhi sul quaderno cercando di far scemare, in qualche assurdo, quel calore che le aveva avvolto tutto il corpo, e di far rallentare il battere forte del suo cuore.
«Sai, anche io avevo un ragazzo, alla tua età, che mi mandava dei messaggi davvero…simpatici.» ridacchiò.
Lydia la guardò, imbronciando appena un sorriso imbarazzato. Per un attimo si sentì capita per la sua timidezza in quei casi.
«Simpatici è dire poco…» mormorò.
La donna ridacchiò ancora. «Tu rispondi con altrettanta simpatia?»
Ingoiò il vuoto, scuotendo il capo.
«Dovresti farlo. Basta un minimo da parte nostra e cadono come niente ai nostri piedi, fidati.»
Lydia le sorrise cortese. «Grazie.» non sapeva di preciso cosa dire, ma le uscì questo.
Riprese a scrivere, questa volta davvero concentrata sui suoi compiti, realizzando che la ricerca non era così difficile come si aspettava.
«E’ un bravo ragazzo?»
Lei alzò il capo confusa, troppo presa dalla ricerca.
«Il tuo ragazzo.»
«Oh, si lo è.» rispose, sincera e con un sorriso.
La donna annuì, allungando le labbra in un sorriso quasi di approvazione.
Lydia chiuse i libri e prese a posare le sue cose in borsa.
«Oh, ti ho disturbata? Non era mia intenzione.» si scusò la donna.
«Cosa? No, no! Assolutamente! Mi scuso se le ho fatto credere questo.» disse subito. «E’ che vorrei cercare lavoro da queste parti prima di tornare a casa.»
«Puoi lavorare qui.»
Lei la guardò un po’ confusa.
La donna sorrise divertita. «Questa biblioteca è mia. Dirigo io questo posto.»
«Oh! Wow! Ehm… davvero posso lavorare qui? Non ho visto nessun cartello che richiedesse una-»
«Si, il posto è già tuo. Puoi iniziare da domani.»
«Davvero?!»
«Si.» ripetè ancora.
«Oh mio Dio, grazie, grazie! Avevo davvero bisogno di un lavoro e questo è… perfetto! Grazie!»
Le si avvicinò, stringendo la sua mano un paio di volte, frenetica. Era davvero contenta di aver avuto quel lavoro. Era davvero perfetto come le aveva detto. Avrebbe potuto lavorare e migliorare anche le sue ricerche con i libri che aveva intorno a lei, oramai ogni giorno. Almeno lo sperava.
«La ringrazio davvero tanto, ehm…»
«Anne. Chiamami Anne.» la donna le sorrise ancora.
«Anne.» ripetè Lydia. «Allora a domani. Grazie ancora.»
«A domani e figurati.»
Lydia le rivolese un ultimo sorriso prima di voltarsi, posare i libri dove li aveva presi e uscire dalla biblioteca.
Aveva trovato un lavoro senza neanche chiederlo. Non si era mai sentita così fortunata. Ora avrebbe potuto gestirsi da sola, senza dover essere un peso per Zayn. Avrebbe potuto fare la spesa o comprargli qualcosa, anche per la casa e soprattutto contribuire a pagare le bollette. Qualunque potesse essere la cifra della paga, le andava  bene. Era un inizio.
Mentre si avviava verso la riserva, pensava se fosse stato il caso di dirlo a Zayn o meno. Se gliel’avesse detto, si sarebbe infuriato perché lui non voleva che lavorasse. Gliel’aveva detto così tante volte, ma lei non poteva permetterlo. Il fatto che provvedesse lui al cibo, alle bollette e a qualsiasi sua spesa, la faceva sentire male e in colpa. Non poteva permetterlo. E poi, voleva avere la possibilità di poter comprare qualcosa al suo ragazzo con i suoi, di soldi.
«Hey.» mormorò entrando nella riserva.
«Lyyyyyyyydia!» la salutò Niall, andandole subito incontro. La abbracciò, forte, dandole innumerevoli baci sulla testa e sulla parte superiore del viso.
Lydia riuscì a staccarsi, ridacchiando. «Ciao anche a te, Niall.»
Non aveva notato, in quella simpatica aggressione, che Liam li aveva affiancati e che poi aveva schiaffeggiato la nuca di Niall.
«La smetti di fare il coglione?» lo richiamò.
«E’ tutto apposto, Liam.» lo rassicurò Lydia.
«Non per Zayn.»
«Ho fatto il bravo!» si giustificò il biondo.
Liam lo schiaffeggiò di nuovo, tanto che Niall dovette massaggiarsi la testa e lo spintonò verso il divano, dove aveva fermato la loro sfida a calcio.
Lydia mormorò un divertito «scusa» prima di avviarsi verso la cucina, dove trovò Cher poggiata al tavolo mentre parlava al telefono. La salutò contenta con la mano per non disturbarla.
Si sedette al tavolo e aprì di nuovo i suoi libri. Doveva studiare le ultime cose così da essere un passo in più rispetto al programma.
L’amica si sedette anche lei, ancora al telefono, e Lydia capì finalmente con chi stesse parlando quando invitò quella persona a “scopare” con chissà chi. Sasha.
Ridacchiò ascoltando quelle battute spinte. Era così tipico di lei.
«Piccola Lydia!» la salutò, quando terminò la chiamata.
Lydia le sorrise, distogliendo l’attenzione dal libro di chimica.
«Hai recuperato il programma?» le chiese distrattamente Cher, mentre maneggiava il cellulare.
«Ehm, si.» rispose Lydia. «Cher, hai… qualcosa da fare?»
«No, perché?»
«Io… vorrei parlarti di una cosa.»
L’amica la guardò. «E’ successo qualcosa di grave?»
«No, no.» si affrettò a dire. «Riguarda, ehm… me e Zayn.»
«Okaaaaay…» la invitò a continuare.
Lydia si guardò intorno, turbata che gli amici dall’altra stanza potessero sentirla. «E’ un argomento abbastanza… ehm…»
«Riguarda quel tipo di argomento?» le sussurrò Cher.
Lei annuì, sentendo un leggero calore sulle guance.
«Oh.» disse l’amica, sorridendo compiaciuta. Si alzò, si affacciò verso il salotto guardando i due amici, poi tornò a guardare la sua piccola amica strofinarsi nervosamente le mani sotto al tavolo. Prese una sedia e si sedette accanto a lei, facendole come da scudo da i suoi amici. «Dimmi tutto.»
Lydia prese un respiro profondo, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio e guardando le sue mani che giocavano nervosamente con le maniche della maglietta. «Okay, ehm… qualche sera fa… io e Zayn  stavamo scherzando, insomma… e in qualche modo sono finita sul letto.»
«Mh-mhhhh.» annuì l’amica, spronandola a continuare con un sorriso. La inteneriva vederla in quello stato di imbarazzo. Le voleva così bene, riuscì a pensare in quel momento.
«E abbiamo iniziato a… non mi ha baciata, in realtà… però ha…» si grattò nervosamente la nuca.
«Ha iniziato a stuzzicarti?»
«Si…»
«Okay. Poi?»
«Poi, ehm… mi ha baciata sul, mh, collo e… insomma…» iniziò a gesticolare con le mani, sperando che Cher in qualche modo capisse. Non riusciva a spiegarlo, era così imbarazzata.
«Ed ha continuato scendendo più giù, si?»
Lydia annuì, torturandosi letteralmente le maniche. Stava allargando la maglietta per il nervoso. Nervosa perché non riusciva a spiegarsi, o almeno non aveva il coraggio di farlo, ma per fortuna Cher sembrava capirla subito e alla perfezione.
«E poi è arrivato… … e mi ha tolto le…» spostò il capo per assicurarsi che Liam e Niall fossero presi dal gioco. Lo erano. «mutandine e ha… ecco…»
«E ha iniziato a stuzzicare la tua patatina, mh?» finì Cher, abbastanza divertita.
Lei a quel punto arrossì e abbassò il capo, guardando le sue mani. «Si…»
L’amica rise, abbracciandola subito. «Oddio, sei così carina! Hai appena raggiunto la prima fase del sesso!»
«Shh!» la richiamò Lydia, ancora rossa in viso, guardando i loro amici. Ancora una volta, per fortuna, non le avevano sentite.
«Scusa, hai ragione.» mormorò, ancora ridendo.
«Dai, Cher, per favore!» disse lei, facendosi contagiare appena da quella risata. «Non sono riuscita a guardarlo in faccia per un po’.»
«E perché?»
«Perché… insomma… è imbarazzante!»
«In realtà un sacco di persone lo fanno. Anche io lo faccio. O meglio, me lo faccio fare.»
«Io non sapevo nemmeno che… si potesse fare una cosa… così.»
«Quanto ne sai sull’argomento sesso?»
Lydia restò in silenzio, a disagio per la sua poca conoscenza. Non ne sapeva nulla, se non quel poco che aveva visto nei film. Pensò di dirlo così da non sembrare ai suoi occhi una vera stupida, come si sentiva in quel momento.
«Be’, ehm, che lui sta sopra di lei e… insomma… entra in lei e fanno quello che fanno.»
Cher rise ancora. «Il mondo del sesso, mia cara, è molto più vasto di quanto pensi.» disse. «Quello che Zayn ti ha fatto, è una parte di quelli che si chiamano “preliminari”. Sono cose che si fanno prima del rapporto vero e proprio, per… eccitare, insomma.»
«Ma io e lui poi non siamo stati insieme.»
«Si possono fare anche senza consumare del tutto. A volte lo si fa anche perché non c’è la possibilità di fare sesso.»
«Oh… okay. Preliminari, capito. Ed è… solo questo?»
«Oh, no. Può stuzzicarti con la lingua, con qualche… oggetto erotico, ma non parliamo di questo. E’ ancora presto, quindi non leggere 50 Sfumature di Grigio o potrebbe sconvolgerti l’esistenza. E può usare anche le dita.»
Lydia si avvicinò un po’ di più. «Ha usato anche quelle…» sussurrò.
Cher sorrise compiaciuta. «Bene, bene… ti ha trattata proprio bene il nostro Malik.»
Lei arrossì, portando le gambe contro di lei e nascondendo parte del viso contro di esse. Le veniva così difficile dirle che si, Zayn l’aveva trattata davvero bene, usando i suoi stessi termini. L’aveva fatta stare bene sul serio.
«E dimmi, è stato bravo?» domandò Cher curiosa, poggiando il braccio sul tavolo e con la mano si tenne la testa.
«Be’, ehm… non che possa fare paragoni, però… credo di si. Insomma… mi ha… fatta stare bene.» finalmente l’aveva detto. Tutto d’un fiato, ma l’aveva fatto.
«Ti ha fatta sospirare, gemere e urlare?»
Lydia ingoiò il vuoto, sentendosi fin troppo capita e scoperta.
«Non te lo dico per prenderti in giro.» ridacchiò Cher. «Se ha fatto sì che tu facessi queste tre cose, allora è stato bravo.»
Restò per qualche secondo in silenzio, poi annuì appena con il viso ancora nascosto contro le sue ginocchia.
«Abbassa queste gambe, fatti vedere!» la prese in giro Cher.
Lydia lo fece. «Si.» disse.
«E cosa hai provato?»
«Ehm… una sensazione… piacevole qui.» indicò il suo stomaco. «In realtà in tutto il corpo.»
«Quello, piccola mia, si chiama “orgasmo” e tutto gira attorno a questo.»
«Credo che posso capirvi, adesso…»
«Oh, ma sentila!» rise Cher, contagiando finalmente la sua amica in quella risata. Le spostò una ciocca di capelli dal viso e sorrise guardando il suo viso prendere il suo vero colore. Era come se fosse la sua sorellina e sentiva l’istinto di proteggerla da tutto e prepararla a qualsiasi cosa.
«Quindi ti ha fatta stare bene.» affermò.
Lydia sorrise timida. «Si…»
«E… insomma, per qualche attimo ti sei sentita come stavi con Kole o-»
«No, no, no.» la interruppe subito lei. «Quello che ho vissuto con Zayn non è neanche paragonabile a quello che è successo con Kole. In quel momento non ci ho neanche pensato. Zayn mi ha… fatto dimenticare tutto, in quel momento. Mi piaceva il suo tocco. Mi piace.» si corresse. Abbassò poi il capo, guardando le sue mani. «Mi piacciono le sue mani.» sussurrò timida.
Cher sorrise, divertita. «Capisco…»
«Cosa posso fare io per lui?»
«In che senso?»
«In… quel senso.»
«Oh… tu puoi fare un saaaaaacco di cose, ma andiamoci piano. Puoi, sai… cazzo, non so come dirtelo senza essere diretta. Okay, be’, prendere in una mano il frutto della vita e… stuzzicarlo.»
«Come si fa?» domandò Lydia. Quel concetto non le era chiaro, come tutto il resto, d’altronde.
«Lo avvolgi e… sembro una malata, cazzo.» rise. «Comunque lo avvolgi e fai…»
Cher prese a mimarle il movimento sul tavolo e solo allora Lydia capì, bloccandola subito. «Okay, okay, ho capito. E… quando devo farlo?»
«Queste cose non si organizzano, Lydia.» ridacchiò. «Succedono e basta, e soprattutto le si fanno quando ci sentiamo di farle. Non siamo costretti a fare niente.»
«Oh… okay. Capito.»
La porta d’entrata si aprì e quando sentì la voce di Zayn, Lydia si sistemò subito meglio sulla sedia, portando la sua attenzione al libro aperto sul tavolo.
Cher fece lo stesso, ridacchiando prima di sbloccare il telefono e navigare su internet.
«Hey.» disse Zayn, entrando in cucina.
Lydia si voltò verso di lui, sorridendogli. «Hey.»
Zayn le si avvicinò, dandole una bacio sulla testa, poi salutò con un cenno di capo Cher.
L’amico fece lo stesso, poi rispose alla chiamata che stava ricevendo, alzandosi e iniziando a girovagare per la casa.
«Hai ancora molto da studiare?» mormorò Zayn, posizionandosi dietro la sua sedia e poggiando le mani sul tavolo.
Lydia si sentì avvolta di nuovo dal suo profumo e dal suo calore. Lui, ancora una volta, sembrava proteggerla da chissà cosa e quella sensazione le piaceva.
Alzò il capo, guardandolo. «No, ho quasi finito.» sorrise. «Com’è andata la tua giornata?»
«Be’, sarebbe potuta andare meglio con una foto delle tue tette.» sussurrò.
Lei lo colpì sul braccio, provocandogli una risata.
Zayn le diede un lungo bacio sulla guancia. «Quando hai finito dimmelo così andiamo a comprare qualcosa da mangiare. Ti va il McDonald’s?»
Lydia annuì entusiasta. Forse non era il cibo più salutare del mondo, ma le andava un hamburger. Ultimamente, poi, aveva sempre molta fame.
Il moro la lasciò sola in cucina, così che potesse studiare e concentrarsi senza che lui la stuzzicasse come di suo solito. La tentazione era sempre tanta.
«Amico, che ha la tua ragazza?» gli chiese Liam, avvicinandosi a lui.
«Niente, perché?»
«E’ dimagrita un sacco.»
«Oh. Una settimana fa è stata malata, un virus intestinale, non so.» gli faceva male mentire così, eppure gli riusciva così facilmente.
«Capisco.» disse Liam.
Zayn sembrò non convincerlo molto. «In questi giorni però ha messo qualche chiletto. Si sta riprendendo bene.»
«Bene, mi fa piacere.»
«Non farglielo notare, però. Diglielo anche a quel coglione laggiù.»
«Bocca cucita, amico.» rispose Niall, ancora preso dal videogioco.
Iniziò a mandare qualche messaggio ai suoi colleghi e poi accettò la sfida di Niall a calcio sull’xbox, vincendo senza fin troppi sforzi.
«Sei pronta?» domandò a Lydia, vedendola sotto lo stipite della porta della cucina.
«Si.» rispose vagamente lei, mentre sistemava le ultime cose in borsa.
Il moro si alzò e Lydia, dopo aver salutato Cher, lo affiancò.
«Dove andate?» domandò Niall.
«Al McDonald’s.»
«Mi portate un panino?»
«No.» rispose Zayn.
«Ma potremmo.» disse Lydia, rivolgendosi al suo ragazzo.
«No.»
«Per f-»
«No.»
«Zayn, ma-» Lydia non potè aiutare il suo amico irlandese perché Zayn le avvolse con un braccio la vita e, tenendola su, la fece uscire con lui dall’appartamento, fino a metterla in macchina.
«Sei molto cattivo con i tuoi amici.» lo rimproverò.
«Posso convivere con questa cosa.» rispose lui, mettendo in moto.
Vide sui sedili posteriori la sua felpa e non ci pensò due volte a prenderla e iniziare ad indossarla.
Zayn la guardò con un sorriso appena accennato. «Forse dovrei farti smettere di indossare i miei vestiti.»
«Mi piace il tuo profumo.» si giustificò Lydia.
«Ah, si?»
«Si.» rispose, questa volta sorridendogli come per convincerlo a fargliela tenere.
Lui scosse il capo divertito, tenendo il suo sguardo fisso sulla strada.
Quando arrivarono al McDrive, ordinarono i loro panini. Zayn decise di prenderne tre e aumentare anche la porzione di patatine.
Lydia prese dalla sua borsa i suoi soldi e quando li porse a Zayn, lui la ignorò, così si fiondò subito su di lui, sporgendosi fuori dal finestrino per dare i soldi al ragazzo.
«Prendi i soldi dalla sua mano e giuro che ti spacco la faccia.» disse Zayn al ragazzo.
«Ignoralo.»  tentò lei.
«Tu provaci.»
Il ragazzo, dopo quella minaccia, prese i soldi dalla mano di Zayn e diede loro la busta col cibo.
Il moro non prese neanche il resto, partì subito sfrecciando sulla strada con ancora Lydia su di lui.
«Non fare mai più una cosa del genere.» la rimproverò, serio.
«No, tu non la fare.» rispose lei altrettanto seria. «Non puoi ignorarmi così quando voglio contribuire a qualche spesa.»
«Tu non contribuirai proprio a niente.»
«Si, invece! Non permetterò che tu paghi qualsiasi cosa per me. E’ inaccettabile.»
«I soldi ce li ho, Lydia, più di quanto immagini.»
«Non mi interessa! Puoi essere il ragazzo più ricco del mondo, a me dà fastidio e non posso permetterlo, quindi, non provare più ad ostacolarmi su qualche spesa. Tu sei il mio ragazzo, non mio padre.»
«Tu non devi contribuire a pagare un bel niente, Lydia. Quindi smettila.»
«Si che devo! Mi hai permesso di vivere a casa tua, di conseguenza usufruisco di qualsiasi cosa in quelle mura e non devi pagare tutto tu. Devo farlo anche io. Per il cibo è lo stesso, anche per gli oggetti che compriamo per la casa.»
«Non sei la mia coinquilina. Sei la mia ragazza. La casa è mia, quindi pago io quello che devo pagare. Per il cibo è lo stesso, per qualsiasi cosa lo è. Ti vuoi prendere responsabilità che non sono tue. Questa conversazione non ha senso, e non agitarti che sto guidando.»
Lydia non si era nemmeno resa conto in che condizioni gli stesse parlando: era seduta sulle sue gambe, con la schiena poggiata contro lo sportello e i piedi poggiati sul sedile del passeggero. Avrebbero potuto fare un incidente per colpa sua.
Sentendosi offesa da quelle sue ultime parole, provò a spostarsi e sedersi al suo posto, ma Zayn la bloccò con un braccio contro di sé.
«Non ti ho detto di spostarti.»
«Sono io che voglio spostarmi.» disse duramente.
«Mi dici perché te la prendi tanto?!»
«Perché tu non mi prendi sul serio!» sbottò.
«Si che ti prendo sul serio, ma non condivido quello che dici.»
Lydia grugnì dalla rabbia e provò ancora di spostarsi, ma il moro glielo impedì di nuovo.
«Non mi toccare.»
«Oh, adesso vuoi che non ti tocchi?»
«Esattamente.» rispose, incrociando le braccia contro il petto. Quanto mentiva.
Il moro distolse per un attimo lo sguardo dalla strada per guardarla. Il suo sguardo fu ricambiato e lui non potè fare a meno di ridacchiare nel vedere quel viso imbronciato. Era arrabbiata sul serio, però.
Con un braccio guidava l’auto e con l’altro la spinse più contro di sé, tenendola bloccata contro il suo corpo mentre le dava dei baci sulla fronte.
Lydia provò a liberarsi in qualsiasi modo, ma Zayn era ovviamente più forte di lei, così si arrese e si lasciò andare contro di lui, rilassandosi anche grazie all’odore della sua pelle.
«Mi fai innervosire.» mormorò contro il suo petto.
Zayn la sistemò meglio su di sé. «Lo so.»
«Ti odio.»
Lui sorrise. «Lo so.» ripetè, intrufolando una mano sotto la felpa e la maglietta, entrando a contatto con la sua pelle morbida. Iniziò ad accarezzarle dolcemente il fianco col pollice e la sentì rilassarsi maggiormente sotto quel tocco.
A Lydia le venne quasi da ridere nel ripensare a ciò che aveva detto qualche minuto fa. Con quale coraggio e faccia tosta era riuscita a dire di non voler farsi toccare da lui, neanche lei lo sapeva, quando nel pomeriggio aveva confessato a Cher che amava il suo tocco. Amava le sue mani. E ribadiva quel suo pensiero proprio in quel momento, mentre Zayn la accarezzava, ed era convinta di poter addormentarsi tra le sue braccia. Riusciva sempre ad averla vinta su di lei, in qualche modo. Bastava che la toccasse e lei si scioglieva, letteralmente, sotto di lui. Aveva così tanto potere su di lei che a volte la intimoriva, ma non avrebbe mai fatto a meno. Non sarebbe mai riuscita a privarsi di tutto questo. Sentiva di aver aspettato una vita per avere ciò che infondo aveva sempre desiderato. Zayn le dava tutto questo, ed anche di più.
Lydia alzò il capo solo per avere la possibilità di mangiare meglio. Prese il cartoncino pieno di patatine, ci mise sopra le salse ed iniziò a mangiare.
«Mi stai ignorando?» disse Zayn, guardandola per un attimo.
«Si.» rispose lei, mangiucchiando una patatina fritta.
«Capisco, ma avrei fame anche io, sai.»
Lei prese una patatina ricoperta per metà di maionese e la avvicinò alla sua bocca. Quando Zayn tentò di morderla, lei allontanò la patatina dalla sua bocca, ricevendo uno sguardo di rimprovero da parte sua. Non potè fare a meno di ridere mentre continuava a ripetere l’azione, finchè il moro non riuscì nel suo intento dando un morso al cibo.
Lydia mangiò la metà rimasta e gli guardò la bocca sporca di maionese in un angolo. Restò a guardarlo per qualche secondo sul che fare, per cercare di fare qualcosa di… sexy per i suoi occhi? Non sapeva nemmeno lei cosa volesse fare di preciso.
Senza pensarci troppo, avvicinò le sue labbra all’angolo della sua bocca e con la lingua leccò via quella piccola parte di maionese, lasciandogli poi un bacio appena accennato.
Quando si allontanò, gli occhi di Zayn sembravano bruciare. Un sorriso malizioso si formò sulle sue labbra mentre passava la sua lingua dove Lydia aveva lasciato il suo piccolo marchio.
«Attenta a te.» sussurrò.
Lei lo ignorò prendendo altre patatine dal cartoncino. Una parte di lei voleva esultare, perché era riuscita nel suo piccolo intento.
Continuò ad imboccare anche lui, questa volta cercando di non sporcarlo, e quando finirono le patatine passarono ai loro panini.
Zayn aveva deciso di non fermarsi da nessuna parte: voleva guidare per chissà dove mentre cercavano di mangiare senza sporcarsi e sporcare l’auto. Non aveva permesso a Lydia neanche una terza volta di spostarsi, l’aveva tenuta sulle sue gambe e lasciava che lo imboccasse.
«Ultimamente stai mangiando parecchio, deve venirti il ciclo?» le chiese Zayn.
Lydia tossì appena prima di ingoiare bene il suo boccone. «Può darsi.» mormorò, non guardandolo in viso.
«Dovremmo andare a comprare gli assorbenti.»
«Ce li ho.»
«E’ preciso?»
Lei lo guardò, rimproverandolo con lo sguardo.
«Che c’è? Sto solo chiedendo.» si giustificò, spegnendo il motore. Aveva messo l’auto nel parcheggio vicino casa.
«A volte si, a volte no.» mormorò.
«Capisco.» commentò lui. «E deve venirti in settimana? Così anticipiamo il nostro divertimento.»
Lydia lo colpì sulla spalla, arrossendo.
«Che c’è? Non ho mica specificato che tipo di divertimento.» affermò, trattenendo una risata alla vista della sua ragazza in silenzio. «E questo mi fa pensare che stai iniziando ad avere una mente leggermente spinta.» disse infine, con voce roca e fin troppo maliziosa.
Lei non ebbe il coraggio neanche di replicare in qualche modo. Dalla sua bocca non uscì nessun suono e tutto quello che riuscì a fare fu colpirlo ancora, senza che lui avesse, in realtà, nessuna colpa. Ed arrossì, ovviamente.
Il moro rise, portandola di nuovo contro di sé e dandole un bacio sulla tempia.
Lydia riuscì a liberarsi dalla sua presa e ad uscire dall’auto, puntandogli poi un dito contro e guardandolo severamente. Il suo ragazzo non smise di ridacchiare, mentre guardava ogni suo movimento.
Uscì infine anche lui e insieme si diressero verso casa.
Quando Lydia aprì la porta sobbalzò, trovandosi davanti agli occhi un uomo alto e robusto.
«Salve.»
Zayn la sovrastò subito, mettendosi davanti a lei.
«Zio Hunter…» mormorò lui. «Che ci fai qui?»
A quel punto, Lydia potè rilassarsi nel sentire che quell’uomo era suo zio ma sembrava che Zayn fosse ancora sulla difensiva.
«Sono venuto a trovarti.» disse l’uomo, sorridendo, poi i suoi occhi puntarono su di lei. «Tu dovresti essere Lydia, giusto?»
Lei annuì e timida uscì dal suo piccolo nascondiglio, porgendogli la mano. «E’ un piacere conoscerla, signor, ehm-» non sapeva se fosse il fratello del padre o della madre.
Era alto e molto robusto, i capelli neri, ancora folti, tirati indietro col gel, la pelle ambrata, come suo nipote. Avevano anche gli stessi occhi, anche nella loro perfetta forma e colore. Accenni di barba, segno che stesse ricrescendo e qualche ruga sul viso, segno della vita. Zayn un po’ gli assomigliava.
«Chiamami Zio Hunter.» le sorrise l’uomo, ricambiando la stretta. «E’ graziosa proprio come dicono tutti, Zayn.»
Lydia allungò le labbra in un timido sorriso, non avendo il coraggio neanche di mormorare un sincero “grazie”.
«Perché sei qui?» chiese nuovamente Zayn, la voce ferma e lo sguardo severo. Le sue mani erano strette a pugno e Lydia non capiva perché stesse così tanto su di giri. Era suo zio, infondo.
«Te l’ho detto, sono ven-»
«Risparmiati queste stronzate.» sbottò.
Hunter gli puntò un dito contro. «Attento a come parli, nipote.»
Il moro si morse nervosamente il labbro, guardando altrove per non dire qualcos’altro di irrispettoso nei confronti di suo zio. Mai era stato così nervoso a causa della sua presenza. Sapeva perché era lì.
«Vorrei farle qualche domanda.» ammise infine l’uomo.
Lydia si sentì turbata per un attimo quando gli occhi di Zio Hunter finirono su di lei. Perché doveva farle qualche domanda?
«No.» rispose subito Zayn. La sua rabbia cresceva.
«Sono semplicissime domande, Zayn.»
«Ho detto di no.»
Lydia lo vide spostarsi di nuovo davanti a lei, sentendo il suo respiro pesante. Non capiva perché si stesse arrabbiando così tanto e sentiva di dover fare qualcosa, perché c’era fin troppa tensione tra quelle mura.
Gli prese la mano, ancora stretta a pugno. «Va tutto bene, Zayn.» sussurrò. «Posso rispondere a qualche domanda.»
Lui girò appena il capo, non guardandola del tutto però, e finalmente la mano si schiuse, segno che si fosse rilassato sotto quel suo leggero tocco.
Zayn sospirò profondamente, lanciando un ultimo sguardo a suo zio che sorrise vittorioso dopo le parole della sua ragazza.
Mormorò un, ancora, nervoso “okay” e lasciò che lei si sedesse sulla sedia dove suo zio l’aveva invitata a farlo. Lui si sedette di fronte mentre il moro restò alzato accanto alla sua ragazza.
«E’ per il mio business, cara, devo farlo per forza.» iniziò.
«No che non devi.» disse Zayn.
Zio Hunter lo ignorò. «Di solito, per far parlare qualcuno, uso maniere molto più… forti.»
Il cuore di Zayn prese a battere più forte del solito, segno che Lydia si fosse un po’ spaventata, ma vide quanto fosse brava a nasconderlo bene. «Cristo Santo, non dirle queste cose!» sbottò.
«Devo.» replicò l’uomo. «Voglio che tu sia del tutto sincera con me, va bene?»
Lei annuì.
«Dimmi, ragazza, Duke Morel era tuo padre?»
«No, ehm, lui era il compagno di mia madre.»
«Capisco. E vivevi con lui, giusto?»
Annuì ancora.
«E’ mai venuto qualcuno a parlare con qualcuno di… affari, insomma.»
«Oh, ehm… di solito lui era sempre fuori e… ho visto solo un… ragazzo a casa nostra.»
«Ti ricordi il suo nome?»
Lydia istintivamente alzò lo sguardo verso Zayn e lui ricambiò subito. «Kole.» mormorò poi.
«Okay.» disse Hunter. «Ti ricordi qualcosa di ciò che dicevano?»
Restò in silenzio cercando di ricordare qualche loro conversazione, ma si rese conto che non avevano mai parlato seriamente di affari, almeno quando lei era presente. Duke non si fidava neanche di lei, lo aveva sempre detto, quindi evitava di parlare di qualsiasi cosa davanti a lei. L’unica conversazione che le venne in mente fu quella che fecero quando sentì Duke dire a Kole che dovevano trasferirsi. L’ultima volta che l’aveva visto.
«Lui non… parlava mai quando c’ero io. Solo una volta, ehm, li ho sentiti parlare che… Duke doveva per forza andarsene. Però non so questo quanto possa contare…»
L’uomo le sorrise. «Tranquilla, ogni cosa è importante.» la rassicurò. «Sai perché doveva andarsene?»
«Perché… mh, avevano ucciso qualcuno.» si sentiva abbastanza sicura nel dirgli tutte queste cose, perché oramai Duke e Kole non c’erano più e non gli sarebbe  potuto succedere nulla a causa sua.
«Sai chi era quel qualcuno?»
Lei scosse il capo.
Hunter restò a guardarla fissa per qualche secondo in più e Lydia per un attimo non ebbe il coraggio neanche di battere le palpebre, ma mantenne il contatto visivo. Sapeva che la stava studiando per assicurarsi che non mentisse. E non l’aveva fatto, perché non ne aveva motivo.
«Okay tesoro, ti ringrazio.» disse infine, sorridendole ancora e toccandole poi il mento, come farebbe un qualsiasi parente con un suo nipote.
Lei sorrise appena, alzando lo sguardo verso Zayn. I lineamenti del suo viso erano ancora duri, le sopracciglia corrugate e le mani di nuovo strette a pugno. Solo dopo qualche secondo, lui ricambiò il suo sguardo. Per un attimo si addolcì.
«Va di là, ti raggiungo dopo.» le mormorò, questa volta calmo.
«Okay.» mormorò lei a sua volta, alzandosi. Si voltò verso su zio, che si era alzato anche lui. «E’ stato un piacere conoscerla, ehm-»
«Zio Hunter.» quasi la rimproverò.
Lei sorrise. «Zio Hunter.» ripetè.
Si avviò pianto verso la camera, posando la borsa sul letto e prendendo i vestiti per dormire. Poco dopo vide Zayn e suo zio uscire di casa, parlando vicino la porta d’entrata.
Cercando di non far sentire i suoi passi, si avvicinò alla porta, provando ad ascoltare la loro conversazione.
«Chi mi dice che non l’avresti torturata se non ci fossi stato io?!» sbottò Zayn. Riusciva quasi a sentire il suo sforzo nel restare calmo.
«Non l’avrei mai toccata e tu lo sai.»
«Non avresti dovuto metterla in mezzo, lei non c’entra nulla. Cosa ci hai guadagnato?»
«Dovevo tentare, forse ne sapeva più di quanto ne sapevamo noi.»
«Sta di fatto che avresti dovuto chiamarmi.»
«E perché avrei dovuto chiedere il permesso a te?» dalla sua voce capiva che fosse abbastanza divertito.
«Perché è la mia ragazza.»
Per qualche secondo ci fu silenzio. «Allora è proprio vero: esci fuori di testa se ti toccano quella ragazza.» parlò poi Hunter. «E lei ti tiene calmo.»
Lydia sorrise appena contro la porta, sentendosi fortunata nell’avere quel piccolo potere su di lui, anche se non sapeva come fosse in grado di farlo.
«Non iniziare con questo discorso.» disse seccamente Zayn.
«Vogliamo iniziare col discorso che, per quanto ti calmi, quella ragazza di fa perdere il controllo di ogni cosa?» l’uomo alzò un po’ il tono di voce. «Hai ucciso tre persone nel giro di due mesi.»
«Mi sono occupato di tutto.»
«Ti ho sempre detto che quando metti la polizia di mezzo, devi venire da me.»
«Li ho corretti bene.»
«Li hai corrotti per tre volte!» sbottò Hunter. «Perché corromperli per quel ragazzo?»
Lydia capì che si riferisse a Mike. A ripensarci le si strinse lo stomaco.
«Non c’era bisogno di ucciderlo.»
«Si che c’era.» rispose subito Zayn.
Lei abbassò il capo, mordendosi il labbro inferiore, sospirando appena per non farsi sentire. Iniziò a sentire un peso sullo stomaco che non sentiva da un bel po’, e odiava sentirsi così.
«Avrebbero lasciato perdere il caso comunque. Non gli hai permesso di fare un minimo almeno per non creare dubbi. Perché?»
«Perché sarebbero venuti a scuola, sarebbero arrivati a Lydia e le avrebbero fatto domande. Non potevo permetterlo.»
Era sempre così protettivo. Lei gli era così grata, ma forse avrebbe dovuto far qualcosa per far si che Zayn la smettesse. Gli creava così tanti problemi a sua insaputa.
«Vedi? Non riesci a ragionare quando c’è lei di mezzo! E per Duke e Kole?»
La risposta di Zayn arrivò dopo qualche secondo in più. «L’avrebbero cercata. Poteva essere anche accusata. Non aveva bisogno di altri problemi e tensioni, dopo quello che le era successo.»
Sentì un lungo sospiro. «Okay, posso comprenderlo, ma la prossima volta vieni da me.»
Prossima volta? Lydia non l’avrebbe permesso. Non avrebbe potuto creare un’altra situazione di disagio e tensione tra Zayn e suo zio.
Quando sentì che si stessero salutando, corse subito via, chiudendosi in bagno. Quando sentì la porta d’entrata chiudersi, spiò dal buco della chiave, cercando di vederlo, e lo vide avviarsi verso la camera.
Fece una doccia veloce e indossò i vestiti del pigiama. Uscì dal bagno e si recò in camera, trovandolo seduto sul letto con lo sguardo per terra. Quando la sentì arrivare, alzò il capo per guardarla.
Lydia incrociò le braccia contro il petto, restando ferma sulla sua posizione.
«Hai sentito tutto, non è così?»
Lei non rispose, restò a guardarlo come per rimproverarlo. Non si era mai sentita così in colpa in vita sua. Aveva cercato di rilassarsi, in qualche modo, sotto il getto d’acqua calda, ma il peso era ancora lì, sullo stomaco.
Zayn sospirò. «Vieni qui.» mormorò.
«No.»
Lui sorrise. «Vieni qui.» ripetè.
Riuscì a resistergli solo per pochissimo, poi avanzò lentamente verso di lui, con le braccia ancora incrociate contro il petto. Lui poggiò le mani dietro le sue cosce, facendola più vicino a lui, posizionandola, in piedi, tra le sue gambe. Col sorriso sulle labbra, poggiò le mani sulle sue braccia, cercando le sue mani e lei finalmente fece si che le intrecciasse con le sue, lasciando andare poi le braccia lungo il suo corpo.
«Non dovevi farlo.» disse Lydia, ripetendo le parole di Hunter.
Zayn sciolse l’unione delle loro mani solo per invogliarla a sedersi su di lui e, stranamente, Lydia lo fece. Poggiò le gambe piegate sul letto, ai lati dei suoi fianchi. Le sue mani presero ad accarezzare i fianchi sotto la maglietta, guardandola con occhi furbi, maliziosi e adoranti.
«Si che dovevo.» mormorò.
«No, invece. E devi anche smetterla di-»
Zayn la interruppe subito. «Possiamo litigare domani?» chiese in modo dolce. «Giuro che domani litighiamo quanto vuoi, anche tutto il giorno se ti va. Mi faccio prendere anche a schiaffi, se ti farà stare meglio, ma possiamo evitare stasera?»
«Non ha senso litigare domani per un litigio di adesso.»
«Si invece.» replicò lui, iniziando ad accarezzare la parte inferiore della sua schiena. «E’ stata davvero, ma davvero, una giornata assurda. Sono stanco.»
«Tu non sei mai stanco.» disse lei.
Il moro sorrise appena, divertito. «Non fisicamente, certo, ma la mia mente lo è.»
Lei sospirò, dandogliela vinta ancora una volta. Si vedeva, comunque, che volesse un po’ di tranquillità, e per quanto lei volesse discutere, gliela concesse.
«Domani ti lasceresti davvero prendere a schiaffi?»
«Tu mi prenderesti a schiaffi?»
«Si.» rispose, come una bambina.
Lui ridacchiò, spingendola più contro di sé, sentendo il calore della sua pelle nonostante ci fosse quello strato, per lui, di troppo.
«Sei impossibile.» disse frustrata Lydia. Frustrata perché riusciva a farsi convincere così facilmente. Un po’ si odiava per questo.
«Lo so.»
«E ti odio.»
Zayn sorrise. «Lo so. Mi baci adesso, per favore?»
«No.»
«No?»
Lydia scosse il capo, riuscendo a non farsi contagiare dal suo sorriso che era a pochi centimetri dalle sue labbra. E voleva così tanto baciarlo. Non aspetta altro da tutta la giornata, ma non gliel’avrebbe data vinta così in fretta. Voleva vincere lei, almeno su qualcosa.
Zayn azzerò la distanza, ma poggiò le labbra prima sul suo mento, poi lentamente iniziò a baciarle la mascella, salendo poi sulle guance. Dei baci lenti, sensuali, che la fecero costringere a sospirare contro il suo orecchio. Quando poggiò finalmente le labbra sulle sue, non fu sorpreso nel vedere che ricambiava con molto facilità e passione.
«No, hm?» sussurò contro le sue labbra, con un sorriso vittorioso.
Lydia avvicinò di nuovo le labbra contro di lui, con l’intenzione di approfondirlo, questa volta.
Il moro poggiò una mano sulla base della sua schiena, portando il suo bacino più contro di lui. Un masochismo, per lui, ma voleva sentirla.
Le sue mani presero a stringere i suoi glutei e ad accarezzare lentamente le sue gambe da sopra il tessuto della tuta. Quanto avrebbe voluto togliergliela di dosso.
Sentì le mani di lei poggiarsi sul suo collo, mentre le loro lingue si rincorrevano tra loro, e poi finivano nei suoi capelli che piano stringeva. Si ritrovò a mugugnare contro la sua bocca.
Le era mancato così baciarla in quel giorno. Lydia era in grado di fargli dimenticare le cose assurde fatte in mattinata, le parole di suo zio di poco fa e le parole del nonno di Louis che mai avevano lasciato la sua mente. C’era solo lei, che, presa quanto lui, si avvicinava sempre di più al suo corpo, come a voler di più, e che lo baciava come se quello fosse il suo ultimo giorno di vita.
Lo faceva impazzire. E gli piaceva, gli piaceva così tanto…
Ad un tratto, sentì quasi di star per esplodere quando sentì una sua mano scendere lentamente dal suo petto fino in basso.
«Lydia.» riuscì a dire, staccandosi. «Che stai facendo?»
Lei ritirò la mano, arrossendo subito. «Oh, ehm… i-io… io voglio fare qualcosa per te.»
La guardò confuso, ancora frastornato per il bacio. «Qualcosa per me?»
«S-si… voglio, ehm… farti stare bene.»
Si ritrovò a sorridere divertito e un po’ intenerito. «Farmi stare bene? E questa da dove viene fuori?» poggiò le mani sul materasso, tenendosi per farsi più indietro e guardarla meglio.
Lydia abbassò il capo, del tutto imbarazzata. «Tu con me l’hai fatto… volevo solo… essere in grado di… ricambiarti.»
Il moro si passò la lingua sulle labbra, cercando di trattenere un ennesimo sorriso, poi si fece di nuovo più vicino a lei. «Sono davvero onorato di sentire che sono stato in grado di farti stare bene, ma non l’ho fatto con l’intenzione di essere ricambiato. L’ho fatto perché volevo farlo e tu non sei costretta a fare niente.»
Lei ebbe il coraggio di guardarlo, ancora con le guance rosse. «Ma io voglio farlo.»
«Lydia…»
«Davvero. Voglio farlo.»
Zayn restò a guardarla mentre le spostava una ciocca di capelli dietro l’orecchio e i suoi occhi verdi non si distolsero neanche per un attimo. Voleva che fosse convinta. Non avrebbe mai permesso che lo toccasse contro il suo volere, ma dovette ammettere che vedeva quanto, ancora, sincera lei fosse.
«Va bene» disse, sistemandola meglio su di sé.
La guardò, mentre restava con lo sguardo basso a pensare forse sul che fare, poi i suoi occhi tornarono a lui. «Posso prima baciarti?»
Lui sorrise. «Puoi farmi quello che vuoi, sono tutto tuo.»
«Okay.» mormorò, poggiando poi le labbra sulle sue.
Zayn potè sentire quanto adesso fosse nervosa. «Rilassati.» le sussurrò, tra un bacio e l’altro.
Solo dopo un po’, mentre ancora si baciavano, Lydia si rilassò completamente come poco fa e lentamente iniziò a far scendere, di nuovo, la sua mano lungo il suo corpo.
Senza smettere di baciarlo, cerco di far abbassare la molla della tuta e vide Zayn muoversi appena sotto di lei per aiutarla. La aiutò anche nell’abbassare i suoi boxer e smise di baciarlo solo per poter guardare in basso.
«Oh.» sussurrò imbarazzata, alzando di nuovo lo sguardo e nascondendo il viso contro la sua spalla.
«Già.» sussurrò a sua volta Zayn, divertito. «Questo è l’effetto che mi fai. Pensa a quelle volte in cui mi hai messo in questa condizione.»
«I-io… io ho… fatto questo?» ancora non aveva il coraggio di guardarlo.
«Esattamente.»
«Mi dispiace.»
Il moro portò il capo all’indietro, cercando il suo viso. «Ti scusi per avermi fatto eccitare?» disse divertito.
Con le guance rosse, Lydia alzò le spalle, non sapendo di preciso cosa dire.
Lui la baciò di nuovo, mentre ancora sorrideva e si ritrovò a pensare in quel preciso momento quanto adorasse, e forse anche di più, quella ragazza. Nelle sue piccolezze, lo stupiva ogni volta.
Lydia lasciò che Zayn la calmasse attraverso i suoi baci e quando non ci pensò troppo, fece la sua prossima mossa, cercando di ricordare gli insegnamenti dati da Cher in quello stesso pomeriggio.
Avvolse in una mano la sua erezione, mentre ancora lo baciava.
«Cazzo.» riuscì a dire Zayn, cercando di rimanere lucido, ma in quel momento, più di tutti, gli risultava difficile.
Lei riprese a baciarlo, restando ferma senza sapere se quella sua esclamazione fosse stata positiva o negativa, poi sentì la mano di Zayn che si poggiava sulla sua e piano iniziò a fare su e giù per tutta la sua lunghezza, come per istruirla.
«Così…» sussurrò.
Lydia si lasciò guidare, aprendo gli occhi per vedere come lui volesse essere toccato. Poco dopo, la sua mano lasciò la sua, come a fidarsi, e lei fece esattamente ciò che lui le aveva insegnato.
I movimenti erano lenti e la sua mano era stretta come lui voleva. Zayn sentiva già di essere al suo culmine nel solo pensare al colore della sua mano attorno a lui. Per due anni era stato in astinenza, nessun tocco così delicato e preciso, se non forse il suo in casi estremi in cui lei lo sottoponeva, ma sentiva che quell’attesa ne era valsa la pena.
Lydia non sapeva di preciso se stesse facendo bene o meno, ma trovò sicurezza nei suoi gemiti che piano aumentavano.
Non lo aveva mai visto così vulnerabile e non si era mai sentita così dominante come in quel momento. Zayn sembrava dipendere completamente da lei e dal suo tocco e lei era completamente estasia da quella visione di lui, che la baciava anche con fare disperato e bisognoso.
Si ritrovò a mugugnare contro la sua bocca quando le sue mani presero a stringerle le cosce. Adorava anche quel tipo di tocco, la faceva sentire così desiderata.
Lui si staccò da lei solo per gemere contro la sua bocca, per prendere fiato, e lei guardò in basso, curiosa di voler fare qualcosa di più.
Girò lentamente sulla cappella col pollice, e alzò lo sguardo su di lui sentendolo sospirare pesantemente.
«Porca puttana.» mormorò con voce spezzata.
Lydia ripetè l’azione e poi lo baciò di nuovo, questa volta mordendo lei per la prima volta il suo labbro inferiore. Dalle sue labbra uscì diverse volte il suo nome e lei potè dire che quella fu una delle cose più sensuali del mondo. Mai si era sentita così brava e sexy. Era tutto ciò che voleva essere per lui.
Iniziò a baciargli il mento, scendendo lentamente sul collo e decise di voler provare a mordicchiarlo come faceva lui con lei. Ebbe una risposta positiva quando, dopo averlo fatto, lui le strinse di nuovo le cosce, iniziando ad accarezzare di nuovo i suoi glutei e stringerli delicatamente. La rendeva partecipe del suo piacere, nonostante lui fosse il protagonista di quel momento.
Gli tornò di fronte, guardando le sue palpebre chiuse e la bocca schiusa che lasciava uscire dei respiri mozzati. Con l’altra mano gli spostò i capelli dalla fronte mentre con l’altra continuava i suoi movimenti, che sentiva gli stessero piacendo.
Era così bello, ed era suo, completamente.
«Di più.» quasi supplicò.
Lei accolse la sua richiesta aumentando la velocità, stringendo come lui desiderava. Zayn prese tra le dita il suo mento e la baciò con passione e con una piacevole durezza. Riuscì a ricambiarlo appena.
«Lydia…» gemette.
Continuò i suoi movimenti, desiderando sentire il suo nome pronunciato così dolcemente ancora una volta, e lui sembrò capire quel suo piccolo desiderio perché lo fece ancora, finchè finalmente non arrivò al suo culmine, rilasciando il liquido bianco sulla parte inferiore della sua maglietta.
Lydia lasciò che si riprendesse mentre gli toccava i capelli e gli lasciava dei timidi baci a stampo sulle labbra. Lui approfondì appena qualche secondo dopo, prendendo il mento tra le sue dita.
I loro occhi si scontrarono e Lydia arrossì di botto, mordicchiandosi appena le labbra.
Il moro sorrise contro le sue labbra, poi si staccò, tirandosi su i boxer e la tuta e prendendo dal bordo la sua maglietta.
Lydia alzò istintivamente le braccia e lui fu libero di sfilargliela. Non appena fu scoperta, si coprì il seno, seppur avesse il reggiseno, con le braccia.
Zayn la rimproverò con lo sguardo e lei abbassò il capo, timida e imbarazzata, senza però scoprirsi.
Avvolse la maglietta oramai sporca su se stessa e piano fece spostare Lydia, facendola sedere sul letto. Lui andò in cucina, gettando la maglietta nel cestino e tornò in camera, trovandola a coprirsi il petto con le lenzuola.
Si avvicinò al suo armadio e le diede un’altra maglietta.  Quando gliela porse, lei si girò verso il muro, dandogli la schiena e indossandola.
Poi si stese e dopo qualche secondo trovò il coraggio di voltarsi dalla sua parte. Zayn si era seduto sul letto, con lo sguardo rivolto verso di lei.
Il suo cuore battè forte per un attimo a causa di un tuono che risuonò nel cielo e nella casa. La vide sobbalzare appena.
«Appena in tempo.» disse lui.
La fronte di lei si corrugò confusa. Non capì.
«Be’, nervosa come sei durante un temporale, mi avresti letteralmente ucciso.»
Le guance di Lydia si colorarono di rosso e lo colpì sul braccio, facendolo ridere.
«Vuoi che stia un po’ con te prima che vada a lavarmi?»
Lei annuì e gli fece spazio per far si che si stendesse accanto a lei.
La coprì con la coperta e la accolse poi tra le sue braccia, dandole un bacio sulla fronte.
«Domani litighiamo.» disse a voce bassa lei, ancora timida.
Zayn sorrise, sospirando divertito. «Domani litighiamo.» sussurrò.
E gli veniva da sorridere ancor di più nel ripetere quel domani, realizzando per davvero che lei, in quel domani, ci sarebbe stata.

 

Hello... it’s me...
I was wondering if after all these YEARS

you’d like to meet...

Vi ho appena dedicato una canzone di Adele e insomma,
come potete non perdonarmi?
INSOMMA E'  A D E L E.
 Scherzi a parte, mi dispiace davvero un sacco.
Non ho scuse per questo ritardo, lo so perfettamente.
L'ultimo periodo è stato... davvero una merda, credetemi.
Non avevo la testa per scrivere e non mi sembrava il caso di
scrivere contro voglia e darvi così un capitolo più schifoso di questo.
Non mi sto giustificando, davvero, sto solo cercando di essere sincera con voi.
Che saranno passati, 3/4 mesi? Ho perso il conto ormai.
Come voi.
Forse vi siete dimenticate di questa storia e di me. Lo comprendo bene.
Ma hey, io sono seeeeeempre qui. Non vi libererete mai di me, e degli Zydia.
Anche con ritardi assurdi, questa storia va portata a termine.
L'ho sempre detto e anche se con fatica, la finirò.

Allora, come state?
NO WAIT
**
Hello... how are you?????
**
Dovevo, scusate.
Comunque, che mi dite? Scuola, università, lavoro, che fate?
Va bene pur a ricuttar.
Vi sono mancati gli Zydia?
Quando dopo un sacco di tempo ho ripreso a scrivere su di loro mi 
sono quasi commossa perchè MI SONO MANCATI, CAPITE???
E quindi, che ne pensate del capitolo?
Vi è piaciuto? Fa schifo?
State attente alle nuove comparse......
Avete visto la nostra piccola Lydia? eheheheh!
Qualcuno qui sta crescendo.
Forza, voglio ogni vostro commento.

Ieri i bimbi hanno tenuto il loro ultimo successo dopo una lunga pausa
*piango*
Però se la meritano, dai. Onestamente pure io perchè rivoglio indietro la mia sanità mentale.
Zayn non so che fine ha fatto ma l'importante è che sia qui con Lydia, so.

Avete qualche canzone che vi ricordi gli Zydia?
O avete fatto qualche fotomontaggio?
E QUALCUNO E' BRAVO CON I TRAILER?
Insomma, sarebbe bello avere un trailer della ff. Ma sogno troppo, lo so.

Dopo tutto questo tempo, io vi amo sempre e so che amate anche me, anche se dite di odiarmi.
Tipo come Lydia dice di odiare Zayn, insomma.

Se volete fare qualche commento su twitter della ff, mettete tipo l'hashtag #wmemy
Mi farebbe piacere leggervi!

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Instagram: stylisdale

Adesso vado.
Ci vediamo... spero presto.
Non ho intenzione di farvi nessuna promessa perchè non sono brava a mantenerle.
Peppina vi ama sempre e comunque.

chiss chiss,
peppina.
 
   
 
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