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Autore: Mitsuki no Kaze    01/11/2015    3 recensioni
- Yuu-kun, sai quali sono i compiti di un Generale?-
[...]
- Cosa sta tentando di dirmi?!-
- Che… Ecco… ho un allievo per te. O meglio, un’allieva.-
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo XVIII – Inside me, inside you.

 
Kanda rimase a fissare il cane con gli occhi sgranati.
Chris era già entrato all’interno dell’abitazione, ad attenderlo vi era una donna vestita con un lungo abito scuro con sopra un ampio grembiule bianco. Doveva essere una cameriera.
L’attenzione dello spadaccino rimase però fissa sul cane che aveva osservato il ragazzino entrare in casa, per poi voltarsi verso di lui, scrutandolo attentamente. Nessuno dei due si mosse, come se entrambi aspettassero una mossa dell’altro. Infine quel gioco di sguardi si concluse, con l’animale che distolse il proprio per poi andarsene, sotto gli occhi attoniti del Generale. Poteva giurare di aver visto un bagliore verde nelle iridi azzurre del cane. Quello era Inu.
Kanda scosse la testa, riprendendosi da quella scoperta. Era assolutamente convito che quella fosse la bestia anti-Akuma di Akita, ma non presentava l’eterocromia. Sembrava quindi che la sincronizzazione non fosse mai avvenuta.
Cos’era quel posto? Sembrava quasi che fosse tornato indietro nel tempo, in un’epoca in cui Akita non era ancora un’Esorcista.
Come c’era arrivato? Doveva essere stata opera di Wisley. Non era la stessa cosa che era accaduta nella sede Nord Americana, quando il Noah aveva usato i suoi poteri per risvegliare Alma. Quella volta aveva rivisto i propri ricordi, come se stesse vedendo una pellicola. In quel caso però lui poteva muoversi attivamente e parlare con le persone.
Decise di approfittare di quel vantaggio. Probabilmente per tornare nel proprio tempo, avrebbe dovuto trovare Akita e farla sincronizzare con la sua Innocence.
Si avviò verso il casolare e bussò. Una delle domestiche gli aprì e lo osservò sorpresa, senza dire una parola.
- Sono un Generale dell’Ordine Oscuro, il mio nome è Kanda. Posso parlare con il padrone di casa?- disse senza tanti convenevoli.
La donna sussultò.
- Mi spiace, il signor Cavendish non è in casa. Ma si accomodi, l’annuncio alla signora.- e si fece da parte per farlo entrare.
Lui chinò il capo, in segno di ringraziamento e rimase ad aspettare nell’ingresso elegante dell’abitazione. C’era un appendiabiti, un piccolo mobile in legno sormontato da uno specchio e una cassapanca, coperta da un quadrato di stoffa finemente ricamato.
Da quello che poteva vedere la famiglia era piuttosto benestante, data l’argenteria esposta come suppellettile senza nessuna paura di furti, o qualcosa di simile.
Mentre il suo sguardo vagava per l’ambiente la sua attenzione fu catturata dallo specchio. Era ovale, dalla cornice dorata e raffinatamente intarsiata. Fu però sorpreso dal suo stesso riflesso: aveva uno zigomo tumefatto, un labbro spaccato e un taglio sulla fronte.
Aveva quasi dimenticato di essere stato nel bel mezzo di una battaglia, fino a pochi attimi prima.
In quel momento capì i motivi degli sguardi stupiti e allarmati del ragazzino, prima e della domestica, dopo. Si dovevano essere spaventati per via del suo aspetto e probabilmente si stavano chiedendo cosa avesse fatto per ridursi in quello stato. Certo non era il modo migliore per presentarsi a persone altolocate, ma la situazione non permetteva altre soluzioni.
Mentre rifletteva su quelle cose, la cameriera che lo aveva accolto ritornò all’ingresso.
- Signor Kanda.- disse a bassa voce. - Prego, mi segua. La signora l’attende nel suo studio.-
Lui annuì con un cenno del capo e si avviò al suo seguito.
Passarono per un lungo corridoio, ornato da carta da parati color panna e dai disegni dorati. Alle pareti vi erano lampade a due bracci in ottone e quadri che rappresentavano i soggetti più disparati: persone, paesaggi, cesti di frutta.
Per quanto all’Esorcista sfarzo ed eleganza non interessassero minimamente, nemmeno lui riuscì a negare che quella casa fosse stata arredata con gusto. In maniera assolutamente inutile e superflua, ma era sicuramente di buon gusto.
Giunsero ad una porta a due battenti, di legno scuro, alla quale la donna bussò due volte, per poi entrare e annunciare l’ospite.
- Signora Cavendish, ecco il Signor Kanda.-
Dietro una grande scrivania, ricoperta da carte, plichi, penne e boccette di china, nonché da una grande lampada, sedeva una donna dai lunghi capelli neri. Le ciocche più vicine al viso erano portate indietro e acconciate da un fermaglio, mentre gli altri scendevano ordinati e lisci giù per le spalle.
- Onorevole Esorcista, prego si accomodi.- disse lei alzandosi e indicando una sedia posta di fronte la scrivania, foderata di velluto rosso.
Lo spadaccino rimase un attimo interdetto, fermo sul suo posto.
Se non fosse stato per gli occhi entrambi verdi e i capelli corvini, quella donna sarebbe stata identica ad Akita.
Solo quando udì la porta chiudersi alle sue spalle si riprese e si sedette dove gli era stato indicato.
- Cosa posso fare per lei?- chiese la donna riprendendo posto.
- Sto cercando una persona.- rispose. – Credo sia una ragazza, dovrebbe avere i capelli castani e gli occhi verdi.-
Il giapponese non sapeva dare una descrizione dell’aspetto che Akita avrebbe dovuto avere a quel tempo, non essendo a conoscenza dell’anno in cui si trovava, né quando fosse avvenuta la sincronizzazione tra lei e il cane.
Gli occhi della donna si ridussero a due fessure non appena finì di parlare.
- Come mai cerca questa persona?-
Kanda intuì la preoccupazione della signora in quella domanda. Data la somiglianza, Akita sarebbe potuta essere sua figlia.
- Credo sia una compatibile con un frammento di Innocence. La devo portare all’Ordine Oscuro.- spiegò lui.
Era la procedura standard nel caso del ritrovamento di un compatibile. Non fece ovviamente riferimento al sui presunto viaggio temporale e al fatto che conoscesse la suddetta Esorcista.
- Quindi anche la ragazza in questione entrerebbe a far parte dell’Ordine Oscuro, immagino. Non vi fate scrupoli a strappare i figli alle loro famiglie.-
- Con tutto il rispetto, signora, io mi limito a portare a termine i compiti che mi vengono assegnati. Non è compito mio giudicare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. E poi io stesso sono diventato Esorcista da bambino. Adesso vorrei sapere se conoscete qualcuno che corrisponde alla descrizione che le ho dato.-
Diretto e conciso, forse era stato anche un po’ rude, ma non aveva tempo da perdere. Doveva trovare Akita.
- No, mi dispiace. L’unico bambino che c’è in questa casa è mio figlio Chris.-
- Capisco. La ringrazio per la sua disponibilità.- disse prima di prendere la porta. – Un’ultima cosa signora.- aggiunse mentre era sull’uscio. – Voi avete un Akita Inu?-
La donna si era alzata e lo stava accompagnando fuori.
- No.- disse non capendo il motivo di quella domanda. – Ma c’è un randagio che gira per la tenuta. Mio figlio ci gioca spesso.-
L’Esorcista annuì con un cenno del capo.
 
Decise a quel punto di cercare il cane. Se avesse seguito l’animale, quello lo avrebbe sicuramente portato da Akita.
Dovette girare tutta la proprietà che non era affatto piccola, infine si arrese a chiedere informazioni ai giardinieri e agli agricoltori. Le risposte che ricevette furono pressappoco le stesse: non sapevano dove fosse il cane, ma si sarebbe sicuramente fatto vedere per le cinque del pomeriggio, all’ora della merenda, quando il piccolo Chris usciva in giardino a giocare dopo lo studio.
Kanda si arrese all’attesa, sedendosi in un sedile di pietra bianca, non lontano dalla veranda in cui avrebbero servito la merenda.
Alle cinque in punto il cane fece la sua apparizione dal giardino. Si sedette composto all’ingresso della veranda e pochi minuti dopo, dal casolare uscì Chris seguito da alcune domestiche che portavano un vassoio di dolci, vasetti di marmellate e fette di pane imburrato e una teiera con tazze, zuccheriere, miele e un piccola brocca con del latte.
Il ragazzino coccolò affettuosamente la testa del cane, ma fu richiamato dalle cameriere. Prese velocemente una  fetta di pane ricoperta da una confettura rossa e si sedette sullo scalino che permetteva l’accesso alla piccola costruzione esterna. Con una mano reggeva il pane, con l’altra carezzava il cane.
All’osservare quella scena Kanda rivide nella sua mente un avvenimento simile. Ricordava di aver visto Akita fare la stessa cosa: carezzare Inu con una mano, mentre con l’altra reggeva una mela, alla quale dava dei morsi di tanto in tanto.
Agitò il capo, togliendosi dalla testa quell’immagine inutile. Doveva osservare l’animale, proprio per trovare Akita.
Chris fu costretto a bere una tazza di the – una tazza di the con molte zollette di zucchero e tanto latte -, prima di poter andare a giocare con il cane. I due cominciarono a rincorrersi nel giardino, tra grida e latrati. Uno degli uomini che lavorava nel campo diede loro una palla di pezza e Chris cominciò a lanciarla al cane, che la prendeva al volo. Un lancio però fu mancato dall’animale finì, proprio vicino a Kanda. I due arrivarono di corsa per riprendere il giocattolo, ma quando il ragazzino si accorse della presenza del giapponese, rimase sorpreso.
- Sei ancora qui?-
L’Esorcista inarcò un sopracciglio.
- Sì e allora?-
- Mi chiedevo cosa sei venuto a fare qui, dato che non sapevi nemmeno dove ti trovassi.- disse semplicemente e con innocenza.
- Cerco una persona.-
- Che persona?-
Kanda sospirò pesantemente, non voleva continuare quell’inutile conversazione con quel ragazzino. Si ricordò però della presenza di quello che sembrava Inu con Chris e a quel punto gli venne in mente che proprio lui potesse conosce Akita. Gli aveva già posto quella domanda, la prima volta che lo aveva visto, ma decise di riprovare, facendo riferimento al cane.
- Una ragazza. Credo che giochi anche lei con quel cane.-
- Ancora?- sbottò seccato mettendo le mani sui fianchi – Ti ho già detto che non conosco nessuna ragazza con gli occhi di colori diversi!-
- E se avesse entrambi gli occhi verdi?- insistette facendo appello a tutta la sua pazienza perché l’atteggiamento di quel moccioso gli dava sui nervi.
- No, non gioca nessun altro con noi.- confermò il bambino.
- Ne sei proprio sicuro? Magari qualche bambina che abita in una villa qui vicino.- chiese ipotizzando che Akita potesse essere più giovane in quell’epoca.
Lui sembrò pensarci su.
- Una bambina, dici?
- Sì, forse ha la tua età. E ti somiglia anche.-
Chris si voltò a destra e a sinistra, assicurandosi che nessuno li stesse osservando. Poi gli fece cenno di avvicinarsi. Kanda si piegò verso di lui, domandandosi il perché di tutta quella segretezza.
- Sai mantenere un segreto?-
Il giapponese annuì con un cenno della testa.
Il ragazzino arrossì e con gli occhi chiusi gli sussurrò all’orecchio:
- Io sono una bambina.-
L’Esorcista si scostò e rimase a fissare la piccola figura con gli occhi sgranati.
- Cosa?-
Chris annuì.
- Il mio nome è Christine, ma ufficialmente è il diminutivo di Christopher.-
Kanda la osservava attonito.
- Perché?-
La ragazzina alzò le spalle.
- Mio padre è il Conte di Cavendish e non voleva che il titolo passasse ad una donna. Dopo la mia nascita però mia mamma non ha più potuto avere figli, perciò mio padre ha deciso che io sarei diventata l’erede del titolo, ma solo se fossi stata conosciuta da tutti come un maschio.-
- Si vergogna di sua figlia?- domandò ancora scosso.
Lei si voltò verso il casolare.
- Diciamo che nella nostra società, una donna a capo di una famiglia ricca è praticamente una sventura. Il nostro nome perderebbe visibilità.-
Kanda osservò il suo profilo, mentre scrutava la propria casa. Sembrava molto più grande mentre faceva quel discorso. Quelle erano le parole di una bambina che era dovuta crescere troppo in fretta.
- Aspetta un attimo.- disse improvvisamente comprendendo solo in quel momento il peso di quella rivelazione. – Se tu sei una bambina e giochi con questo cane, allora…-
- Signorino, Signorino! Presto, è arrivato il signore! Deve farsi trovare in casa!-
L’Esorcista non riuscì a concludere la frase perché fu interrotto dall’arrivo di una domestica.
- Chris.- disse a voce alta, superando quella della donna. – Devi sapere che tu sei destinato ad essere un Esorcista. Devi sincronizzarti con l’Innocence presente in questo cane. E’ una Bestia anti-Akuma.-
- Cosa?- chiese lei voltandosi verso di lui, ma venne strattonata dalla cameriera che non aveva ascoltato nulla di quello che l’Esorcista aveva detto.
- Non c’è tempo da perdere! Guardati, sei tutto sporco! Devi andarti a preparare!-
Chris guardò un’ultima volta Kanda, prima di raggiungere l’abitazione e sparire al suo interno.
 
L’Esorcista aveva finalmente trovato l’Akita di quel tempo, ma non bastava. Senza la sincronizzazione non sarebbe potuto tornare indietro nel suo tempo.
Dovette restare lì, per vedere l’evolversi della situazione e tentare di mediare la connessione tra Innocence e compatibile.
Si ritirò in una stalla senza farsi vedere dagli stallieri e dal resto della servitù. La sua presenza alla villa dopo l’incontro della mattina con la signora Cavendish e senza aver ricevuto un invito sarebbe stata difficile da spiegare.
Era passato un giorno in quella tenuta e non poté fare a meno di chiedersi se era passato tanto tempo anche nella loro realtà e come stese procedendo lo scontro con i Noah.
Decise di provare a riposare tra la paglia, fulminando con uno sguardo un cavallo che aveva preso ad agitarsi nel suo box e gli impediva di prendere sonno. L’animale sotto la sua occhiata affilata, si placò immediatamente e l’Esorcista chiuse gli occhi soddisfatto.
Proprio quando credeva che avrebbe potuto riposare indisturbato, un grido riecheggiò nel silenzio della notte assieme al suono di vetri infranti.
Scattò subito in piedi e poi fuori, alla ricerca della causa di quel rumore.
Dovette fare quasi il giro dell’intera struttura, fino a trovare il luogo da cui provenivano le grida. Una porta a vetri era stata rotta e Chris era accucciata per terra, fuori dall’abitazione. Era scalza e aveva indosso i vestiti da notte, macchiati di sangue lungo un braccio. Piangeva e sopra di lei incombeva la figura di un uomo.
Kanda accorse e giunse proprio quando l’uomo la schiaffeggiò.
- Vuoi lasciare la villa? Per diventare un Esorcista?! Non dire sciocchezze!-
- Ehi, che diavolo stai facendo?!-
- Chi è? Che vuole?!- tuonò la voce dell’uomo che cercò la figura dell’Esorcista nel buio della notte.
- Lasci immediatamente stare Chris!- replicò lui.
- Se ne vada! Come educo mio figlio non è affar suo!-
- Sua figlia, vorrà dire!- insinuò mentre sguainava Mugen.
- Chi è lei?! Come fa ha sapere queste cose?- proruppe ancora l’uomo, la voce resa stridula dalla collera.
Chris approfittò del momento di distrazione per allontanarsi dal genitore, muovendosi carponi  sul prato umido della sera. Fu però afferrata per una caviglia e tirata indietro. Cominciò a scalciare e a dimenarsi nel tentativo di liberarsi, mentre Kanda si avvicinava con la katana sguainata. Non poteva però attaccare l’uomo, la ragazzina era troppo vicina e si agitava, rischiava di ferire lei.
Il Conte di Cavendish alzò ancora una volta la mano per colpire la figlia, quando si udì un lieve ringhiare. L’Akita Inu con cui Chris giocava, era a pochi metri da loro, il pelo irto sulla schiena e i denti ben in mostra. Spiccò un balzo, atterrando addosso al Conte che lasciò la presa sulla bambina e cadde all’indietro. Chris corse tra le braccia di Kanda e i due si allontanarono, mentre il cane mordeva l’uomo. Questi però riuscì a liberarsi, scalciando via l’animale, facendolo guaire. Il padre di Chris si voltò verso l’Esorcista e la figlia e si avventò su di loro come una furia, gridando ed estraendo da una tasca della giacca un coltello a serramanico. Kanda agì d’istinto, spingendo Chris per terra e accovacciandosi, stringendo Mugen con entrambe le mani. Udì solo un rantolo e solo quando sollevò lo sguardo, che aveva tenuto puntato in quello della bambina, capì che suo padre era rimasto trafitto dalla katana.
Il corpo dell’uomo gravava ricurvo sull’arma, ma prima che lo spadaccino sfilasse la lama, questo si mosse. Fece dei passi indietro, facendo uscire Mugen da dove era entrata e rimase dritto in piedi, in una posa innaturale con le braccia flosce e la testa piegata in avanti.
L’Esorcista si parò davanti alla bambina, pronto a proteggerla, impugnando meglio la katana. Anche il cane si era ripreso e stava in attesa, pronto a scattare in caso di necessità.
La testa del cadavere si mosse e da esso provenne una risata sinistra ed inquietante. Dalla bocca uscì un fumo bianco che rimase a galleggiare sopra l’uomo come una piccola nuvola, fino a condensarsi e prendere la forma di una pallina bianca, stranamente somigliante a Road, il Sogno di Noè.
- Complimenti Esorcista, bravo!- la voce della Noah risuonò nell’aria, ma quel globo fumoso con il suo aspetto non aveva bocca. - Hai risolto il Sogno, senza sapere le regole! Davvero notevole!-
- Di che stai parlando?!- gridò Kanda.
- Questo che hai appena vissuto era un gioco organizzato da me, con l’aiuto di mio fratello Wisley, dato che non posso contare su tutte le mie capacità in questa forma. Tu mi hai battuta e come premio puoi tornare alla tua realtà! Congratulazioni!- disse fluttuando verso di lui.
- E lei?- chiese indicando la bambina ancora accovacciata a terra dietro di lui.
- Sai chi è, no? Sei entrato nella sua mente, perché i vostri Sogni si sono incrociati. Lei sta vivendo il tuo.-
Kanda capiva, ma non del tutto. Chris era Akita, figlia del Conte di Cavendish e lui aveva scoperto tutto quello grazie ai poteri di Road e Wisley che avevano tratto loro un tranello, che però lui era riuscito a risolvere.
- Voglio andare da Akita.- disse.
- Non puoi. Tu hai vinto e ora devi andartene. Vedrai la tua compagna una volta che entrambi avrete finito il Sogno.-
- Akita non ha ancora finito?-
- Chi lo sa… Ora basta, abbiamo perso troppo tempo!-
- Un’ultima cosa!- esclamò voltandosi verso la ragazzina. – Chris, mi puoi dire quando fai il compleanno?-
 
 
 
Akita era rimasta immobile al suo posto, gli occhi dei due bambini la fissavano. Quello che era seduto sui gradini e con cui aveva parlato poco prima le rispose.
- Io sono Yuu, perché?-
Lei non seppe cosa rispondere a sua volta, confusa da quello che era accaduto. Poteva essere che quel ragazzino fosse il Generale Kanda?
- Chi sei?- insistette il bambino.
- Mi chiamo Akita, te l’ho detto prima.-
- E che ci fai qui?-
Sicuramente il carattere era lo stesso.
- Mi sono persa.- disse, infondo era vero. Non sapeva dove si trovasse e come fosse arrivata in quel luogo. – Che posto è questo?-
- Questa è la Sede Asia dell’Ordine Oscuro!- esclamò l’altro bambino, quello che le era quasi finito addosso.
Vestiva nello stesso modo di Yuu, ma aveva i capelli più corti sulla nuca, due ciocche più lunghe gli incorniciavano il volto e la fronte era coperta da una strana frangia a punta.
Aveva gli occhi chiari, che brillavano nel volto segnato da una cicatrice.
Akita assottigliò lo sguardo sulla sua figura, come per concentrarsi. Quel viso lo aveva già visto da qualche parte.
In quel momento Yuu aveva colpito l’altro ragazzino con un colpo alla nuca.
- Alma, sta’ zitto.-
La ragazza sgranò gli occhi.
- Alma Karma?- chiese.
Il bambino dagli occhi chiari e la cicatrice nel viso si voltò verso di lei stupito.
- Sono io.-
- Come fai a sapere i nostri nomi?- s’intromise Yuu.
- Perché sono un’Esorcista.- rispose lei tentando di prendere tempo. Doveva pensare velocemente per capire cosa era successo e mettere insieme delle idee per ritornare alla sede Europea, dove stavano combattendo contro i Noah.
Si trovava nella Sede Asiatica, con un giovanissimo Generale Kanda e l’Esorcista Alma Karma che era stato usato come matrice per la creazione degli Third Exorcist.
C’era da comprendere come mai si trovasse lì. Era ovviamente stata opera di Wisley, ma da quello che aveva letto nei rapporti, il potere di quel Noah permetteva di vedere i ricordi di un’altra persona, quasi di entrargli nella testa.
Lei però stava avendo un ruolo all’interno di quel ricordo del Generale, non era una semplice spettatrice.
Provò a riflettere su cosa avesse potuto causare quel cambiamento, ma per quello che sapevano all’Ordine Oscuro di Wisley, quella poteva essere semplicemente un’altra sua abilità.
Eppure quell’ipotesi non la convinceva del tutto. Era come se le sfuggisse qualcosa, come se conoscesse uno scenario simile a quello.
- Se sei un’Esorcista, allora ti dobbiamo portare da Edgar. Lui saprà sicuramente aiutarti.- disse il piccolo Kanda osservandola torvo. Sembrava piuttosto che non le credesse affatto e che volesse accertarsi di ciò che lei aveva raccontato.
Annuì e li seguì per un corridoio. Non poteva rifiutarsi, doveva escogitare un modo per evitare l’incontro con il responsabile della sede. Nessuno lì la conosceva e negli schedari dell’Ordine non ci sarebbero certo stati documenti su di lei, che certificassero il suo essere un Esorcista.
- Yuu.- iniziò, fermandosi in mezzo ad un corridoio fortunatamente deserto. – Sono venuta qui per portarti via.-
I due ragazzini si fermarono e la guardarono negli occhi.
- Portarmi dove?-
- In Europa. Mi è stato detto dal Generale Tiedoll di portati al Quartier Generale dell’Ordine Oscuro.-
Il ragazzino la osservò con sguardo indagatore.
- E perché mi voglio lì?-
- Perché sei un Esorcista, no?-
- Ma gli Esorcisti non devono essere sincronizzati con l’Innocence?- s’inserì Alma. – Noi non l’abbiamo ancora fatto!-
- Hanno trovato un frammento di Innocence compatibile con te, Yuu.- rispose lei senza però rivolgersi direttamente all’altro ragazzino.
- Se è così, allora andiamo da Edgar e Tui.- insistette il bambino dagli occhi scuri.
Akita si trovava in un vicolo cieco. Kanda era sempre stato sospettoso, fin da piccolo. Doveva forzare un po’ la mano o avrebbero scoperto che lei non apparteneva all’Ordine Oscuro, in quel mondo.
- Loro non lo devono sapere. Se sapessero che sono qui per portarti via, me lo impedirebbero! Direbbero che non sanno chi io sia, che non conoscono un’Esorcista con il mio nome e che non è arrivata nessuna comunicazione da parte della Sede Europea per il tuo trasferimento.-
- Edgar e Tui non lo farebbero mai!- esclamò Alma sconvolto.
- Sì, che lo farebbero.- Akita si voltò finalmente nella sua direzione. – Perché loro qui vi usano come cavie da laboratorio e siete troppo preziosi per permettervi di andarvene. Dimmi Yuu, tu non vorresti andare via?-
Lui la guardò negli occhi senza risponderle.
Akita sapeva che quel silenzio valeva più di mille parole. Quella proposta lo allettava, perché era certa che in quei laboratori i due ragazzini subissero test sull’Innocence paragonabili a torture, ma il suo carattere lo portava a non fidarsi, a dubitare di una  proposta fin troppo rosea. Non distolse lo sguardo, quello era il modo che il Generale usava per scoprire le intenzione del proprio interlocutore, era una sfida e lei non la poteva perdere.
Alma, però si mise in mezzo.
- Non puoi portare via Yuu! E’ il mio migliore amico! Se lui se ne va, io resterò solo!-
Akita sentì il dolore che quel bambino stava provando, ma non poteva lasciarsi intenerire.
Quella non era la realtà, era come un sogno, un’illusione della mente dalla quale doveva uscire.
Un sogno, certo.
Quello non era un semplice sogno. Era il Sogno del Generale Kanda. Aveva letto dei rapporti risalenti all’Arca dei Noah, nei quali si diceva che Road aveva intrappolato Lavi nelle sue memorie e le aveva usate contro di lui. Il ragazzo aveva dovuto combattere la Noah nella propria mente, mentre il suo corpo era stato manovrato contro la sua volontà, fino a combattere contro i proprio compagni.
Akita ebbe un fremito di paura, al solo pensiero che al difuori di quel luogo, i loro compagni stessero combattendo contro di loro.
In quel momento doveva pensare a come poter uscire dal Sogno, solo in quel modo avrebbe potuto evitare guai anche nel loro mondo.
- Mi dispiace, se potessi portare anche te lo farei.- disse sinceramente dispiaciuta.
Alma scosse la testa.
- Io non voglio andare via! Voglio restare qui con Yuu e tutti gli altri! Questa è casa nostra!-
La ragazza non poteva trovare una soluzione, quel ragazzo non era nemmeno reale, non doveva lasciarsi influenzare, nonostante il dolore che leggeva nei suoi occhi velati dalle lacrime sembrasse autentico.
Lo superò e prese il braccio di Kanda.
- Se vuoi andare via, mi devi indicare una strada sicura.-
Il ragazzino annuì e si voltò nella direzione opposta a quella che stavano percorrendo.
- Non ti lascerò portare via Yuu.-
La voce di Alma rimbombò nel corridoio. I due si voltarono e quello che Akita vide negli occhi del ragazzino era una luce sinistra e malvagia.
Nella mente della ragazza si realizzò il pensiero che proprio Alma potesse essere Road all’interno del Sogno, pensiero che divenne una certezza non appena vide che il corpo del bambino era mutato. Sulla schiena si dipartivano quelli che sembravano gli abbozzi di un paio d’ali e il suo il suo braccio destro si era trasformato in una lama affilata. Era riuscito a sincronizzarsi con l’Innocence.
- Se sei un’Esorcista dov’è la tua Innocence?- domandò la voce distorta di Alma, mentre si avvicinava a passi lenti.
Akita afferrò un braccio di Kanda e lo portò dietro di sé, per fargli da scudo, ma quelle parole le fecero improvvisamente realizzare che Inu non fosse lì con lei. Era completamente indifesa.
Yuu la spintonò e si mise tra lei e l’amico.
- Alma, smettila!-
- Lei sta mentendo! Non è davvero un’Esorcista, vuole portarti via! Non posso permetterlo!- esclamò agitando il capo. Le lacrime cominciarono a scendere copiose dai suoi occhi.
- Anche tu mi hai mentito! Hai detto che non ti eri sincronizzato!-
- Mi dispiace! Temevo che se te l’avessi detto ti saresti arrabbiato! Ora l’hai scoperto ed è tutta colpa sua!- puntò il suo sguardo azzurro su Akita e corse verso di lei, il braccio teso e pronto a ferirla.
La ragazza riuscì a schivare il fendente, ma più di quello non poteva fare. Doveva scappare, trovare un’arma per contrastare Alma e poi riprendere il giovane Kanda.
Iniziò a correre ritornando all’ambiente circolare in cui si era ritrovata all’inizio del Sogno. I due ragazzi la seguirono e Yuu gridava all’amico di fermarsi, ma l’altro non lo ascoltava.
Fortunatamente il porticato circondava tutta la zona e permetteva l’accesso ad altre aree interne dell’edificio principale. Imboccò il primo corridoio disponibile e accelerò la corsa per seminare il piccolo, ma pericoloso inseguitore. Notò una serie di porte che si affacciavano sul esso ne aprì una e s’infilò dentro, sperando che Alma continuasse a percorrere il passaggio.
Crollò seduta a terra e riprese fiato. Dal rumore di passi affrettati che sentì subito dopo sembrò che Alma avesse superato quella stanza e avesse proceduto oltre.
Alzò lo sguardo e capì di essere in una specie di infermeria. Nell’oscurità della stanza vide sulla destra un lettino, con accanto un piccolo carrello sul quale vi erano dei display, mentre difronte a lei vi erano alcuni mobili, in cui ipotizzò ci potessero essere medicinali e strumentazione medica.
Non appena il suo respiro si fece regolare, si alzò e cominciò a ispezionare l’ambiente alla ricerca di qualcosa che le potesse essere utile. Non trovò niente di più di qualche bisturi, ma dubitava di trovare altro. Ne prese uno e lo ripose in una tasca posteriore dell’uniforme.
Si accostò alla porta tentando di udire qualche altro suono.
L’aprì un piccolo spiraglio, quanto bastava per osservare l’esterno. Vide Kanda uscire da un’altra stanza vicina e sembrava indeciso su quale volesse entrare dopo. La stava cercando.
La sua attenzione fu però catturata da qualcosa che proveniva dall’inizio del corridoio e si voltò in quella direzione. Akita chiuse prontamente la porta e rimase in ascolto.
- Che ci fai tu qua?- esclamò, ma nessuno gli rispose. - Perché continui a farti vedere? Chi sei?!-
La voce del ragazzino le arrivava ovattata da oltre la porta. Sembrava che fosse arrivato qualcuno, ma Akita non era riuscita a vedere chi fosse.
- Ti vedo solo io! Quando parlo di te Tui ed Edgar fanno delle facce preoccupate! Rispondimi, chi sei?!- Kanda sembrava davvero spaventato. Il suo interlocutore però non rispondeva.
Il bambino emise un singulto, subito dopo si udì un tonfo, come se qualcosa venisse sbattuto contro il muro.
- Lasciami, mi fai male!- la voce di Yuu ora era sofferente, affaticata.
La ragazza socchiuse di nuovo la porta e poco più avanti a lei, una donna bionda con indosso un vestito nero, aveva inchiodato il ragazzino alla parete, stringendogli la gola.
Dall’altro lato del corridoio Alma accorse.
- Lascialo stare! Yuu!-
Akita poteva lasciare fare all’altro ragazzino ed evitare di mettersi in mezzo per poi dover scappare ancora o rischiare di ingaggiare un combattimento con Alma, ma non poteva lasciare il giovane Generale in pericolo.
Se quello fosse stato davvero il suo Sogno, se gli fosse successo qualcosa in quel luogo, probabilmente avrebbe avuto delle ripercussioni anche nel loro mondo.
Estrasse l’arma improvvisata dalla tasca dell’uniforme e uscì dalla stanza nella quale si era rifugiata.
Colpì la donna e quella lasciò andare Yuu. Immediatamente Alma fu accanto all’amico.
La ragazza scambiò un’occhiata con il ragazzo e tacitamente gli affidò Kanda.
La donna in nero si riscosse dopo il colpo subito e subito si scagliò contro Akita, ma lei fu più svelta a reagire e lanciò il bisturi, come se fosse stato un coltello da lancio.
La colpì al petto, con estrema precisione. L’avversaria barcollò sul posto per poi arrestarsi, rimanendo immobile.
Dalla sua bocca fuori uscì una nuvola bianca che presto prese la forma del globo luminescente che aveva visto vicino al Noah Wisley, all’Ordine Oscuro.
Quella sostanza galleggiò verso di lei e vedendola meglio, si accorse che ricordava Road e questo confermò all’Esorcista di essersi trovata davvero nel Sogno del Generale.
- Brava Esorcista! Hai visto il mio gioco, anche se per fortuna! Avevi capito che questo era un Sogno creato da me, ma hai sbagliato a giudicare chi avessi impersonato! C’è mancato poco che fallissi!-
- Portami al mio mondo!- la liquidò lei.
- Come siamo impazienti! Va bene, allora! Detto fatto!-
 
Kanda si trovava in uno spazio incolore e sconfinato. Accanto a lui c’era Chris, o meglio, la piccola Akita. Lei gli rivolse uno sguardo preoccupato e si aggrappò alla sua uniforme. Il Generale vide la sua piccola mano stretta contro la stoffa nera e la prese nel proprio palmo.
- Andiamo.- disse.
E insieme cominciarono a camminare verso quella distesa.
 
- Ehi! Che stai facendo?- la voce del giovane Generale distrasse Akita dal suo osservare quello che aveva intorno. Era tutto così candido e infinito, da farle provare contemporaneamente un senso di libertà e di soffocamento.
Annuì in direzione del bambino  e gli tese una mano. Lui l’afferrò, nonostante le stesse rivolgendo uno sguardo torvo.
 
Angolo Autrice
 
Avrei dovuto aggiornare entro ottobre, è vero- Ma ho sforato solo di un giorno e questo capitolo è venuto abnorme :’’’D Davvero, sembrava non volesse finire più :’D
Per fortuna ci sono riuscita, anche se con un piccolo ritardo >_>
Questo è uno dei capitoli che mi piacciono di più e a cui tengo particolarmente çvç Si scoprono davvero tante cose di Akita, per questo lo riterrei fondamentale!
Il prossimo capitolo sarà di svolta per tante cose, perciò preparatevi! Stiamo davvero finendo!
Devo capire bene come organizzare gli ultimi avvenimenti per vedere come gestirli nei capitoli e quindi quantificare quanti ne mancano. Arriveremo sicuramente a 20, non so però se saranno 21 o  22, dipende anche dal fatto se voglio fare un certo epilogo o meno… E se decido di farlo, bisogna vedere come lo farò (?)
La smetto con questi deliri e mi ritiro xD Grazie a Ya_mi (che mi aiuta sempre con i capitoli <3), a perckson1219, Arly e yeollie per le recensioni al capitolo precedente! Siete tanti çvç non ricevevo tante recensioni da un sacco di tempo çvvvç <3 Davvero, grazie mille çvç Spero di continuare a ricevere i vostri pareri! In questo momento in cui le cose si fanno difficili e serie mi spronano tantissimo! >_<
Un bacione e a presto (si spera a Dicembre!)
~ Mitsuki <3
   
 
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