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Autore: MoonyS    01/11/2015    8 recensioni
« Weasley aspetta», stavolta accelera il passo e in un istante l'ha raggiunta, fermandola per il braccio.
Presa com'ero da loro due, non mi sono neanche accorta di James che, a modo suo, cerca di proteggere mia sorella. Si scaglia frapponendosi tra i due e guardando minacciosamente Scorpius.
« Togli le mani da lei»
« Potter sparisci» risponde pacato lui.
James fa un passo verso Scorpius come per allontanarlo, ma lui non si muove di un millimetro.
« Potter, non è con te che voglio parlare»
« Tu non devi parlare proprio con nessuno» ringhia James come un cane che difende il suo territorio.
Vedo una scintilla accendersi negli occhi glaciali di Scorpius, ma poi mi accorgo che incrocia lo sguardo di Rose sopra la spalla di James e sembra calmarsi. Gira i tacchi e va via senza aggiungere altro.
(Tratto dal Capitolo 10)
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Teddy Lupin | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Accartoccio l’ennesima pergamena e la lancio verso il cestino, dove tocca il bordo e rimbalza per terra in mezzo alle altre. Raccolgo i capelli in una coda alta e mi affaccio alla finestra della mia camera per prendere un po’ di aria in questa afosa notte di metà agosto. La lettera in cui Scorpius annuncia di dovermi raccontare urgentemente tantissime cose giace ancora sul mio letto, aperta e in una minacciosa attesa di una mia risposta. Se prima di lasciare Hogwarts pensavo che l’estate potesse aiutarmi a riprendere il controllo della situazione mi sbagliavo di grosso. Un brivido mi percorre la pelle al solo ricordo di quel silenzioso viaggio dalla stazione di Kings Cross fino a casa, un silenzio carico di domande e di tensione. In passato, quando mi era capitato di pensare al momento in cui la mia famiglia avrebbe scoperto la verità, avevo sempre immaginato sfuriate e punizioni senza fine. Probabilmente avrei preferito che andasse così, piuttosto che sopportare il silenzio dei miei genitori, le loro domande innaturalmente calme e quegli sguardi preoccupati che mi seguivano ogni volta che pensavano di passare inosservati. Papà sembrava contenersi solo per non deludere la mamma che, con ogni fibra del suo corpo, cercava di far passare la scoperta come una notizia di poco spessore. Aveva voluto sapere tutta la storia, per capire come ci fossimo avvicinati e in cosa consistesse il nostro rapporto, porgendomi solo le domande e le raccomandazioni che avrebbe fatto parlando di una qualsiasi altra persona che non fosse Scorpius Malfoy. Era stato imbarazzante dover parlare di noi in quella sorta di interrogatorio dall’atmosfera elettrica, esattamente come era imbarazzante ogni volta che dal nulla mia madre mi faceva qualche domanda su Scorpius come se avessimo parlato di lui appena pochi secondi prima. Pensava spesso a questa storia, si capiva a prescindere dalle domande improvvise e ancora di più si notava il fastidio nello sguardo di papà ogni volta che ci sentiva parlare di questo. Qualche volta, di notte, mi era capitato di sentirli litigare in cucina convinti che noi dormissimo e quindi di essere lontani da orecchie indiscrete. Papà cercava di convincere la mamma ad intervenire in maniera più dura, credeva che fosse il caso di farmi aprire gli occhi riguardo alla famiglia Malfoy e ripeteva che neanche nei suoi peggiori incubi sua figlia sarebbe finita nelle loro grinfie. La mamma, per mia fortuna, non voleva starlo a sentire. Lo rassicurava di non aver dimenticato tutto quello che i Malfoy le avevano fatto in passato, ma gli ricordava anche che più volte quando avrebbero potuto compiere il passo che avrebbe permesso al Signore Oscuro di vincere si erano fatti da parte, salvando la vita ad entrambi e a zio Harry. Neanche a lei piaceva l’idea che io fossi amica di Scorpius, ma voleva dare a quella famiglia l’opportunità di riscattarsi, di dimostrare che in fondo persino dentro di loro poteva celarsi qualcosa di buono. Sperava che ogni singola particella non oscura presente nel loro sangue fosse stata trasmessa a Scorpius e io non riuscivo a non pensare che se solo lo avesse conosciuto avrebbe potuto capire quanto questo fosse vero. Avevano parlato pure con Teddy, me lo aveva raccontato Emy. Lo avevano incastrato al Ministero ed erano furiosi perché li aveva tenuti all’oscuro di tutto, ma lui era riuscito a calmarli assicurando loro di avermi parlato nel momento in cui era venuto a saperlo e di avermi sempre tenuta d’occhio. Li ha rassicurati anche riguardo a Scorpius, descrivendolo come un ragazzo molto interessante e  molto meno pericoloso di quanto possa essere uno qualsiasi dei miei cugini. Credo che anche loro siano stati interrogati, non che non me lo aspettassi. La cosa che mi ha sorpresa è stata che tutti, compresa me, si siano sforzati di convincere i miei genitori che la nostra sia solo un’amicizia. Forse non mi aspettavo tanta solidarietà da parte di chi fino a pochi giorni prima mi assillava parlando di un amore impossibile da nascondere, ma se da parte di Fred un po’ avrei potuto immaginarlo quello che mi lasciava del tutto sbalordita era James. Non si era messo a tessere le lodi di Scorpius – d’altronde questo sarebbe sembrato sospetto pure a me – ma con la sua solita sufficienza aveva liquidato la questione in poche parole, confermando che Malfoy sia troppo idiota per rappresentare una qualsiasi minaccia e che se la mia massima ambizione era quella di diventare stupida come lui avevo preso la strada giusta, ma comunque ne ero cosciente ed erano unicamente affari miei. Considerando che si trattava di James non avrei mai potuto sperare in qualcosa di meglio, anzi probabilmente un giorno mi avrebbe rinfacciato di essere in debito con lui perché, a quanto pare, i miei genitori si fidano più di un arrogante quattordicenne occhialuto che del resto della comunità magica, dato che dopo aver parlato con lui hanno un po’ abbassato la guardia. Continuano a storcere il naso quando vedono arrivare qualche gufo per me che non riconoscono, ma cercano di far finta di nulla e così, anche io, quando posso evito di far notare il ritmo costante della nostra corrispondenza. Ecco, questa è un’altra cosa che non mi sarei mai aspettata: io e Scorpius ci sentivamo molto spesso, a volte anche ogni giorno ma comunque non passavano mai più di tre giorni prima di avere sue notizie. A scuola eravamo abituati a vederci ogni giorno e a scriverci nei periodi in cui incontrarsi era complicato, ma conoscendolo non mi sarei aspettata di ricevere più di un paio di lettere durante l’intera estate. Invece aveva iniziato a scrivermi il giorno stesso in cui siamo tornati a casa e, nonostante non abbia mai risposto alle mie domande sulle reazioni della sua famiglia – tranne che un “niente di che” possa essere considerato risposta – ha sempre trovato un motivo per contattarmi. Così abbiamo passato giorni a discutere di una sua passione che non pensavo fosse così profonda, la musica, giorni a litigare a modo nostro per stupidaggini senza rilievo e altri giorni semplicemente a raccontarci la nostra estate. Io non ho mai detto molto in realtà, ma lui mi ha raccontato un po’ tutto dei viaggi con la sua famiglia e anche della sua nuova ragazza. Sì, Scorpius aveva una nuova ragazza. Katie Price, una Tassorosso del nostro anno che ha incontrato durante un campeggio poco dopo la fine della scuola. Me lo ha comunicato quasi subito, con i suoi soliti modi a metà tra il menefreghismo e la soddisfazione, e devo ammettere di non averla presa così male come avrei pensato. Non ho fatto i salti di gioia, non credo di poter diventare amica di Katie come magari mi sarebbe piaciuto esserlo con Jolie, ma la notizia non mi ha fatto male. Non è stato un forte pugno allo stomaco, diciamo che si avvicinava di più ad uno schiaffo, sonoro ma non violento. Non impazzisco dalla voglia di conoscere ogni dettaglio della loro storia ma, in fondo, quando mi dice che con lei si trova bene una piccola parte di me si sente punta nel vivo. È una parte veramente infinitesimale però, perché Katie è una ragazza bellissima e di una dolcezza infinita ma non mi spaventa. Continuo a ripetermi che io e Scorpius siamo amici, mentre lei è solo una delle tante ragazze di passaggio. Ho accettato i sentimenti che provo per lui e nonostante il mio cuore nutra qualche vana speranza, mi importa solo di averlo come amico. Un profondo sbadiglio mi distrae da quei pensieri, così getto un’ultima occhiata fuori dalla finestra e poi mi avvicino al letto. Prendo in mano la lettera e mi siedo per terra, appoggiando la testa sul materasso, poi rimango lì a fissare il soffitto fin quando il sonno mi coglie di sorpresa e mi addormento. I miei sogni, come di consueto, sono strani e confusi. Sogno James al comando di un esercito di maghi sottomessi alle sue minacce e strane magie che trasformano tutte le cose a lui sgradite in pluffe. Nonostante la situazione catastrofica e terrificante io riesco solo a trovare buffo vedere mio cugino circondato da pluffe così mi metto a ridere e rido così forte da arrivare quasi a svegliarmi. Quel mondo pieno di pluffe diventa sfocato e per un momento, da una piccola fessura, sembra spuntare una sagoma color platino. Sta dicendo il mio nome. Impossibile non riconoscerlo, impossibile non sorridere. Ma quando la fessura si chiude e la sagoma scompare, il sogno non torna a fuoco e nel giro di pochi istanti vedo tutto buio. Peccato, non volevo svegliarmi.
« Weasley»
Stavolta la voce suona nitida nelle mie orecchie, così nitida da sembrare reale. Apro gli occhi di scatto e trovo Scorpius in ginocchio sul pavimento con le mani sulle mie spalle. Istintivamente faccio un balzo indietro per lo spavento, sfuggendo alla sua presa e finendo per sbattere la testa contro lo spigolo del comodino. Lui si mette a ridere e il mio stomaco fa una capriola all’indietro più destabilizzante della botta che ho appena preso dietro la nuca. Scatto in avanti e gli serro le mani sulla bocca.
« Ma sei impazzito?», sbotto sottovoce, « Fa piano»
Lotta ancora qualche istante contro le risate, poi finalmente si rilassa sedendosi con la schiena poggiata al letto. Adesso sono io a sovrastarlo in ginocchio al suo fianco e resto incantata ad osservarlo come per assicurarmi che ogni suo connotato si trovi ancora al proprio posto. Sono passati quasi due mesi dall’ultima volta che l’ho visto e i miei occhi sembrano dubitare di sé stessi. I suoi lineamenti sono leggermente più spigolosi di quanto ricordassi, le braccia e le gambe sembrano essere state stirate: è come se fossero allungate così rapidamente da non permettere al suo corpo di fornire carne a sufficienza per ricoprire l’intera superficie. Il ragazzino dai lineamenti tondeggianti da bambino che ricordo io è diventato uno spilungone quasi pelle e ossa. Quando mi rendo conto di essere rimasta a fissarlo in quella posizione così a lungo arrossisco e, ringraziando di essere al buio, tolgo le mani dalle sue labbra e mi siedo poggiando la schiena al comodino. Raccolgo le gambe al petto e le abbraccio, poggiando il mento sulle ginocchia.
« Che ci fai qui?» chiedo quasi intimorita. Non voglio ammetterlo ma una piccola parte di me teme ancora che sia un sogno o, peggio, un’allucinazione.
« Ma tu dormi sempre per terra?» chiede a sua volta con espressione confusa.
« Eh?», per un istante rimango stupita dalla domanda ma poi affondo il viso tra le ginocchia per soffocare le risate, « Mi sono addormentata all’improvviso»
Scorpius probabilmente non presta neanche attenzione alla risposta perché il suo sguardo è stato attirato da un fogliettino che sbuca per metà da sotto il letto. Lo raccoglie e lo esamina cercando di esporlo, per quanto possibile, alla flebile luce della luna.
« È la mia lettera», commenta quasi indignato, « È così che tratti le mie lettere?»
Alzo gli occhi al cielo e gliela tolgo dalle mani. « Mi sono addormentata prima di riuscire a rispondere», ignoro la sua occhiataccia ferita, « Tu perché sei in camera mia in piena notte»
Indica nuovamente il foglio che tengo ancora tra le mani. « Cosa non ti è chiaro della parola urgente
« Ehm», balbetto confusa, « Tutto in questo caso»
« Mi sembrava abbastanza chiaro il messaggio, devo raccontarti urgentemente tantissime cose»
« Ok», aggrotto le sopracciglia capendo sempre meno, « E non potevi farlo per lettera?»
« Se non mi rispondi», lascia in sospeso la frase mostrandosi parecchio infastidito. « E poi no», sorride guardandomi quasi come farebbe un bambino davanti ad un cono gelato enorme, « Volevo parlati di presenza»
« Come mai?», il mio tono adesso sembra più allarmato che confuso.
« Per vedere la tua espressione», sfodera un sorriso da un orecchio all’altro.
« Come sei arrivato qua?», mi sorprendo io stessa di essermelo chiesta solo in quel momento.
« Ti sembra importante adesso?» sbotta.
Sto per rispondergli ma entrambi ci blocchiamo, come congelati, sentendo il parquet scricchiolare da qualche parte al piano di sotto.
« Ok», sussurro accettando quell’assurda situazione, « Ma non qua»
Strabuzza gli occhi non afferrando il senso delle mie parole. « Se sento un altro rumore mi viene un infarto», spiego, « Non possiamo rimanere qui»
Scorpius annuisce dandomi ragione e agilmente si alza. Si avvicina alla finestra e prende la sua scopa, che non avevo visto a causa del buio, facendomi segno con la mano di raggiungerlo. Mi metto in piedi anche io, ma sono talmente titubante da non riuscire a fare neanche un passo così Scorpius allarga le braccia come per chiedermi quale problema ci fosse. Esito un istante ancora, guardandomi la canottiera e i pantaloncini.
« Sono in pigiama» commento come se questo bastasse a spiegare perché non volessi uscire.
« Che importa?», alza gli occhi al cielo spazientito, « Siamo solo noi due»
Per un attimo quella piccola parte di me senza filtri – sempre quella – avrebbe voluto rispondere che la sua risposta non era poi così di conforto, dato che proprio da lui avrei dovuto evitare di farmi vedere in quelle condizioni. Ma poi quel noi due mi ha convinta. E come avrebbe potuto non farlo? Non aveva mica parlato di “io e te”. Un noi due è tutta un’altra cosa.
« Tieni questa», si slaccia la felpa che aveva annodato in vita e me la porge appena mi avvicino a lui. D’istinto faccio mezzo passo indietro respingendo la sua offerta. « Fa caldo» mi giustifico.
« Mettila», spinge la felpa nelle mie mani, « Volando sentirai freddo»
Sto per ribattere che potrei prendere una delle mie o che in questo modo sarà lui a sentire freddo, ma poi decido di rimanere in silenzio. Approfitto del fatto che mi stia dando le spalle per affondare il viso tra la stoffa pesante della felpa e lasciare che mi inondi le narici di quell’inebriante odore dolce e pungente che conosco fin troppo bene, poi la indosso chiudendo la cerniera fino alla fine. In quel momento Scorpius si gira e mi guarda con occhi divertiti.
« Ti sta così grande che lì dentro potremmo entrarci entrambi contemporaneamente», poi ammicca malizioso, « E di sicuro non ti dispiacerebbe»
Gli mando un’occhiataccia – ringraziando Merlino che il buio nasconda quanto sia arrossita – e istintivamente Scorpius alza le braccia per mettersi sulla difensiva, così scoppio a ridere. « Quanto sei coraggioso», lo prendo in giro, « Muoviamoci, dai»
Mi concede un’ultima occhiata dagli innumerevoli significati e poi salta a cavallo del suo manico di scopa, aiutandomi a salire dietro di lui. « Tieniti forte» mi raccomanda prima di spiccare il volo e io, approfittando della situazione, non me lo faccio ripetere due volte. Gli cingo la vita con le braccia e schiaccio il mio viso dietro le sue spalle per ripararmi dal vento freddo della notte. Sotto di noi vedo sfrecciare gli alberi e le luci delle strade deserte mentre la città dorme beata. Non so neanche dove mi stia portando e, sinceramente, non mi interessa. Mi andrebbe bene anche una discarica abbandonata oppure continuare a volare tutta la notte. Si sta così bene tra le stelle insieme a lui. Quando ormai non riesco più a capire dove ci troviamo, Scorpius stacca una mano dal legno del suo manico e la porta indietro, poggiandola sulla mia gamba. Scivola dietro il mio ginocchio e con dolcezza stringe la presa. Il mio stomaco sembra voler fare un triplo tuffo carpiato già dalla scopa, dritto verso il suolo, ma non posso darlo a vedere perché in quel momento Scorpius si volta verso di me e guardandomi con la coda dell’occhio mi chiede « Tutto bene?»
« Eh?» balbetto confusa, credendo per un attimo che si stesse riferendo alle mie reazioni ai suoi gesti. Fortunatamente riesco a tornare lucida – se così si può dire – e con un sorriso enorme gli rispondo « Benissimo»
Si volta ancora un po’ come per assicurarsi che fosse vero, che fossi ancora tutta intera e non stessi morendo di freddo o di chissà cos’altro, poi torna a guardare avanti e riporta entrambe le mani sulla scopa. « Siamo quasi arrivati» mi rassicura a modo suo. Effettivamente dopo appena un paio di minuti inizia ad abbassarsi di quota finché i nostri piedi poggiano per terra. Sciolgo a malincuore l’abbraccio e infilo rapidamente le mani nelle tasche della felpa, come se in questo modo potessi tenere a bada più facilmente la voglia di stringerle di nuovo intorno a lui. Scorpius mi sorride con quel suo sguardo da E-Menomale-Che-Non-Volevi-Indossarla e poi lascia la scopa per terra. Solo in quel momento mi guardo intorno per la prima volta da quando siamo arrivati. Siamo su un prato, all’interno di un parco molto probabilmente perché in lontananza credo di distinguere un sentiero incorniciato da alberi e panchine.
« Dove siamo?»
« Qui ho imparato a giocare a Quidditch con mio padre» risponde con un sorriso nostalgico sedendosi sull’erba.
Faccio lo stesso e mi guardo intorno ancora un po’ in silenzio. Voglio imprimere nella mia memoria ogni singolo dettaglio di quel posto. « Come mai siamo venuti proprio qui?» chiedo timidamente, stringendo le gambe contro il petto.
« Preferivi altro?»
Alzo gli occhi al cielo. « Non intendevo questo»
«  È il primo posto che mi è venuto in mente», fa spallucce, « Allora, vuoi sapere o no?»
La sua espressione esaltata mi fa capire che non potrà resistere ancora molto, quindi annuisco e mi metto comoda per sentire cosa abbia da dirmi di tanto urgente.
« Io e Katie ci siamo lasciati» annuncia in tono trionfante.
Alzo un sopracciglio con sguardo confuso e allarmato. « Che le hai fatto?»
« Niente», risponde di scatto, « Almeno non finché si è comportata bene»
Gli mando un’occhiata di fuoco e lui si mette a ridere. « Perché non mi devi credere mai?»
« Chissà» sbuffo.
« Sto dicendo la verità», si difende, « Perché avrei dovuto trattarla male se mi trovavo bene con lei?»
« Appunto»
« Sono stato molto più carino di quanto abbia mai fatto con le altre»
Sento qualcosa bruciare in un punto indefinito del mio stomaco, ma il fastidio si attenua appena mi ricordo che in fondo si sono già lasciati. « Quindi che avrebbe fatto di tanto grave?»
« Mi assillava», sbotta come se aspettasse di dirlo da secoli, « Inizialmente andava tutto alla grande ma poi ha iniziato a volermi vedere sempre e si arrabbiava se non potevo»
« Quindi hai iniziato ad evitarla» continuo io, conoscendo troppo bene il suo carattere.
« Naturalmente», sottolinea come se fosse l’unica cosa sensata da fare, « E lei ha iniziato a mandarmi lettere lunghissime in cui non faceva altro che lamentarsi. Dopo la seconda ho smesso di leggerle, erano troppo lunghe»
Sbarro gli occhi incredula ma lui, prima che io potessi dire qualcosa, tira fuori dalla tasca dei pantaloni dei fogli ripiegati e me li porge. Inizio a leggere la prima delle tante lettere e a stento riesco a trattenere un sorriso quando penso a come quella ragazza si sia rovinata con le proprie mani. Alle ennesime virgolette buttate lì per cercare di rendere meno melodrammatiche delle frasi che sembravano essere state copiate dai cioccolatini non resisto più e scoppio a ridere.
« Capisci?» esclama Scorpius come se quella fosse la sua unica occasione di non essere preso per folle.
« Ok, è un tantino assillante» ammetto.
« Tu mi conosci, sai che amo prendermi il merito della mia stronzaggine», continua con quell’aria da santarellino che non gli si addice per niente, « Ma questa volta non ho colpa, la mia è stata solo una reazione»
« Che hai fatto?»
« Niente», sorride con espressione angelica, « Dopo un po’ mi sono stancato di risponderle»
« E?», lo invito a continuare sapendo che non sarebbe così divertito da un semplice silenzio.
« E ho iniziato a risponderle con parole a caso»
« In che senso?»
« Credo che il mio capolavoro sia stato un “Caccabomba… Caccabomba… Caccabomba” in risposta ad una delle ultime lettere»
Per un istante lo guardo senza credere alle mie orecchie, poi scoppio a ridere così forte da dovermi tenere la pancia. Alla fine i crampi sono talmente forti che mi accascio quasi completamente sull’erba.
« Ora capisci perché non potevo raccontartelo per lettera?», si distende accanto a me, « Non potevo perdermi la tua reazione»
Asciugo una lacrima con il dorso della mano mentre le risate sembrano finalmente calmarsi, poi con la coda dell’occhio lo guardo ed entrambi sorridiamo. Mi metto a sedere con uno scatto e gli do un pugno sul braccio, cogliendolo totalmente alla sprovvista.
« Ciò non toglie che tu sia stato uno stronzo», gli punto il dito contro.
« Ma è stata colpa sua!» esclama sulla difensiva.
« Ma l’avrai ferita»
« Non è vero», ci ripensa immediatamente, « Ok, è vero ma è stata lei a volermi incontrare per parlare»
« Quindi c’è dell’altro?»
« Voleva incontrarmi a tutti i costi», annuisce, « Mi ha insultato come credevo che una Tassorosso non fosse in grado di fare»
« Te lo meriti» commento con una mezza risata.
« Dovevi vedere come piangeva, sembrava una pazza», racconta con sguardo quasi divertito, « Continuava a piangere, urlare e insultarmi e io mi sforzavo di concentrarmi su altro per non scoppiarle a ridere in faccia»
« Tu sei un mostro» commento sconvolta.
« Dai, era ridicola» si giustifica ridendo.
« Era ferita»
« Non cercare di farmi sentire in colpa, so che la pensi come me riguardo a queste scenate»
« Adesso non c’entra quello che penso io», ribatto prontamente essendo stata punta sul vivo, « Tu devi sentirti in colpa»
« Per aver fatto piangere una ragazza? Mai»
Apro la bocca per replicare ma rimango in silenzio, così Scorpius si mette a sedere e mi spiega il suo punto di vista. « Io non le sopporto»
« Ma l’errore è tuo» esclamo come se fosse così evidente che non potesse non capirlo.
« Io con una persona devo starci bene, non voglio essere stressato»
« Ma se tutte le ragazze con cui stai finiscono per stressarti non è ora di farti qualche domanda?»
Mi guarda confuso, non capendo proprio dove io voglia arrivare. « Cioè?»
« Cioè, magari dovresti scegliere meglio e basarti sul carattere, non solo sul loro aspetto fisico»
« Una persona ti piacerà sempre e innanzitutto per il suo aspetto fisico»
« Ok, è ovvio che deve piacerti», sbuffo, « Ma che ne dici di conoscerla prima di buttarti in una storia?»
« Ci ho provato», continua a giustificarsi, « E sembrava perfetta anche se poi si è rivelata l’opposto»
« Ci hai provato?» chiedo poco convinta.
« Siamo usciti insieme tre volte prima che la baciassi»
« Spero che non sia stato troppo sfiancante lo sforzo» borbotto forse un po’ troppo infastidita.
Scorpius si mette a ridere e io torno ad ammorbidirmi leggermente. « Non è questo il punto», continua, « Katie ha superato il limite»
« Non potevi semplicemente dirglielo?»
« L’ho fatto ed è stato lì che ha iniziato con le lettere chilometriche»
« Cosa le avresti detto?»
« Lei si era arrabbiata perché dovevamo vederci, ma ho rimandato perché la sorella di Scott aveva un problema e non potevo non aiutarla»
« La sorella di Scott?» chiedo confusa.
« Ha una sorella più piccola, è il mio migliore amico. Avrei dovuto dirgli di no?»
« No, certo che no», rispondo sorpresa, « Forse Katie era solo gelosa»
« Ha nove anni la sorella di Scott», esclama, « Ma anche se avesse avuto la nostra età e fosse stata la più bella strega del mondo magico Katie non avrebbe avuto il diritto di arrabbiarsi»
« Andiamo Scorpius, sarebbe stato comprensibile un attacco di gelosia»
« Ok, ma se il problema fosse stato di Scott e non di sua sorella? Secondo te non avrei mollato tutto e tutti per raggiungerlo?»
« Ovvio, penso che chiunque lo avrebbe fatto»
« Appunto», esclama allargando teatralmente le braccia. « Quello che non capisco è come Katie e tutte le altre ragazze pensino di essere più importanti degli amici. Per me questa cosa non ha senso!», si avvicina un po’ di più fissandomi dritta negli occhi, « Lei quindi sarebbe più importante di te?»
Il mio cuore perde un battito e io rimango senza parole, così Scorpius aggiunge « Se tu mi avessi cercato mentre ero fuori con lei, l’avrei lasciata nel primo bar e sarei corso da te»
Cercando di ignorare il fatto che il mio cuore ormai seguisse un ritmo tutto suo, cerco di recuperare le mie facoltà mentali per interrompere quel suo discorso, altrimenti avrei finito per dargli ragione. « Quello che dici sull’amicizia è giusto», balbetto ancora scossa dalle sue parole, « Ma non puoi mettere così tanto in secondo piano una ragazza perché, per come la vedo io, prima di tutto dovrebbe essere tua amica»
« Assolutamente no», esclama come se avessi appena detto un’eresia, « Quello della fidanzata è un ruolo totalmente diverso»
Provo a ribattere ma non mi lascia neanche iniziare a parlare. « Voi ragazze vivete male in fidanzamento», spiega come se si trattasse di una verità assoluta, « Date troppa importanza a tutto e rendete le cose pesanti»
Alzo gli occhi al cielo sperando di riuscire a fargli capire il senso del mio discorso senza doverlo ripetere all’infinito. « Non sto dicendo che la ragazza deve essere la persona più importante. Se io avessi il ragazzo gli amici continuerebbero ad avere la priorità, perché loro resteranno sempre mentre il fidanzato quasi sicuramente no»
« Bravissima» esclama come se avessimo detto le stesse cose.
« Però è anche vero che quando passi tanto tempo con un ragazzo non può non diventare tuo amico», aggiungo, « Solo che acquista importanza poco per volta»
« È quello che vorrei fare capire io alle ragazze», commenta sconsolato, « Inizia sempre tutto bene ma poi si rivelano una fregatura»
« Non puoi sperare di trovare la ragazza dei tuoi sogni per pura fortuna», sbotto spazientita, « Se non impari a conoscere le persone prima di legarti a loro sarai sempre sorpreso negativamente»
« E la colpa sarebbe mia? Sono loro che fingono di essere diverse» borbotta quasi come un bambino a cui la mamma non ha comprato il gelato.
« Per quanto si può fingere? Un mese? Due? Poi chiunque si rivela per quello che è. Se si tratta di una conoscente è un conto, ma se ci stai insieme diventa tutto pesante», lo guardo per un istante con quell’aria innocente e poi sbotto « È colpa tua, non venire a fare la vittima! Sei tu che cerchi queste situazioni e finisci per comportarti in modo schifoso»
« Ma io sono la vittima» commenta sconvolto, anche se so che ormai lo fa solo per provocarmi ulteriormente.
« Certo, la vittima», alzo gli occhi al cielo ormai al limite della pazienza, « Non ti senti in colpa quando le ragazze scoppiano a piangere davanti a te in quel modo?»
« Dai, Katie ha esagerato» risponde ridendo.
« Va bene, ha esagerato perché ha fatto una tragedia ma evidentemente teneva tanto a te e l’hai ferita»
« Tra una lacrima e l'altra mi ha detto che non avrebbe augurato neanche al suo peggior nemico di trovare uno come me e che spera che io possa incontrare una ragazza che mi faccia soffrire anche solo la metà di quanto stava soffrendo lei» racconta senza mostrare neanche l’ombra di un rimorso.
Per un attimo rimango senza parole, colpita dalla durezza di quella frase. Guardo Scorpius con tutto l’affetto che posso contenere in corpo e mi chiedo come possa una persona tanto speciale arrivare a questo. Lo conosco troppo bene per non credere che sia capace di ferire così tanto una ragazza. È bravo con le parole, non ha difficoltà a trovare la frase innocente che in realtà ti spezza il cuore. « E tu non ti senti in colpa?» chiedo poi, quasi in un sussurro.
Scorpius non risponde subito. Mi guarda negli occhi per un tempo che sembra infinito e infine, spiazzandomi, con una mezza risata dice « Io non mi metterò mai con te»
Rimango impietrita a guardarlo con gli occhi sbarrati, sorpresa da quella frase del tutto fuori contesto. « Eh?»
Si mette a ridere scuotendo la testa. « Te lo giuro Rosie, io non mi fidanzerò mai con te»
« Questo lo so», mi metto a ridere anche io per l’assurdità di quella situazione.
Improvvisamente si fa serio e, sempre guardandomi negli occhi, mette una mano sopra la mia. « Dico sul serio», stringe le dita intorno alle mie, « Ti voglio troppo bene, non potrei mai»
« Scorpius», balbetto in difficoltà, « Lo so e ti assicuro che ne sono felice perché io non starei mai con uno come te»
« E fai bene, anche se…», esita un istante e per la prima volta nei suoi occhi intravedo una sfumatura di rimorso « Tu non staresti con me, non con uno come me»
Non riesco a trattenere una mezza risata e involontariamente abbasso lo sguardo. Come faccio a mentirgli così spudoratamente, guardandolo negli occhi? Come faccio a dirgli che mai potrei sopportare una persona come lui, ma che proprio insieme a lui e ai suoi difetti passerei il resto della mia vita?
« Ti assicuro che dopo aver capito come sei non potrei mai stare con nessuno che si comporti come te», cerco di rifugiarmi in una mezza verità.
« Ma non puoi capirlo prima che un ragazzo è così, esattamente come non lo capiscono le ragazze con cui sto io», dal tono in cui parla sembra scusarsi per conto di tutti i ragazzi che mi avrebbero potuto fare soffrire in futuro.
« Invece no», mi metto a ridere e gli do un colpetto con la spalla, « Io ti ho decifrato subito, appena ti ho conosciuto»
Anche lui si mette a ridere e finalmente si rilassa. « Questo è vero», si distende sull’erba incrociando le braccia dietro la testa, « Ma ciò non toglie che voi siate tutte folli e opprimenti»
Sbuffo sonoramente e lui si mette a ridere. « La maggior parte delle ragazze sono così, ma non tutte», alzo la felpa fin sopra il naso e inebriata da quel suo odore azzardo un discorso forse troppo esplicito . « Io sono la prima a pensarla come te. Non sopporto le relazioni opprimenti e sono sempre stata in lotta con le mie amiche quando pretendevano di farmi credere che controllare minuto per minuto la vita del proprio ragazzo fosse normale e giusto. È da pazzi, è vero, ma se sai che sono in poche a pensarla come me datti una mossa. Conosci le ragazze prima di metterti con loro, non ti affidare alla sorte, perché è vero che può capitare ma è anche vero che è molto più facile lasciarsi scappare la ragazza giusta»
« Rosie, lo so», sospira sfiduciato, « Ma secondo me non esistono le ragazze così»
« Una ragazza che la pensa come me non esiste?», alzo gli occhi al cielo, « Basta cercare»
« Tu sei la ragazza giusta» borbotta tra sé e sé.
Per un attimo mi blocco, convinta di aver sentito male mentre continuavo con la mia paternale. « Hai detto qualcosa?» gli chiedo.
« Dicevo che lo so», mi sorride, « Devo solo trovarne un’altra come te»
« Devi solo cercare bene» sorrido a mia volta allungandomi su un fianco per dargli un buffetto sul braccio. Si mette a ridere e mi tira giù, facendomi coricare accanto a lui.
« Tutte le ragazze dovrebbero essere come te», inclina la testa fino a toccare la mia, « Non sopporto le persone stressanti»
« Io ti stresso sempre», gli faccio notare.
« Che c’entra?», mi guarda con la coda dell’occhio e sorride, « Tu stressi in modo divertente»
« Oh, certo. Mi sembra logico»
Entrambi ci mettiamo a ridere e poi rimaniamo lì distesi a guardare le stelle, con le nostre teste che si sfiorano.
 
 
 *Note dell'autore: buonasera ^^ scusate se questa volta mi sono dedicata solo a Rose e Scorpius ma volevo lasciare questo piccolo spazio solo per loro due. Se pensavamo che la famiglia fosse il loro problema principale ci sbagliavamo, il loro più grande ostacolo sono loro due. Credo che si siano spiegati fin troppo bene da soli, quindi non aggiungo altro... ma vorrei sapere cosa ne pensate voi perché è tutto così confuso che a questo punto si potrebbe arrivare da qualunque parte. 
 
Approfitto di questo mio piccolo spazio personale per ringraziarvi immensamente per le stupende recensioni che continuate a lasciarmi e che mi spingono ad andare avanti! Siete davvero eccezionali e senza di voi probabilmente avrei già mollato da tempo... non smetterò mai di ripeterlo! Grazie grazie grazie grazie!!!!
 
Grazie anche ai lettori silenziosi e a chi ha aggiunto la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate.
 
Grazie ancora a tutti <3
 
Baci
 
MoonyS 
  
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