Salve a tutte!
Sono tornata con la
Meyer-mania (vi spiego: questo capitolo su word, con la scrittura Arial
a 12 e
senza introduzione era di 22 pagine)xD
Bene, dopo aver sbraitato contro il pc
perché mi aveva cancellato tutto il capitolo, ora
l’ho modificato per la
seconda volta ed ora sono pronta a postare! :D
Come sempre ringrazio le 60 ragazze che
hanno messo la storia nei preferiti, chi ha solo letto e chi ha
commentato!
debblovers: tesorooooooo! Ma lo sai che la
mia migliore amica,
nonché Veronica nella storia, compie gli anni il tuo stesso
giorno? Wooow, che
coincidenza!! :) *sono giovani, hanno gli ormoni a mille, come
puoi
permettre che dormano insieme?!? XD troppa fiducia...* no
amore, sei tu che
sei troppo maliziosa xD un bacio tesoroooooooo (poi sabato ti
farò gli
auguri…ora no perché porta sfortuna xD) P.S.
STUPENDA la tua storia! Ma anche
triste…ieri sera ho pianto xD
kiarab: prima di tutto volevo
chiederti scusa per
sabato…non so che intenzione ti abbia dato, solo che non ero
molto presente
perché mia sorella aveva la febbre a 39 ed ero preoccupata
per lei, visto che
ero sola in casa con lei…mi perdoni? Cmq…ma
canzone che intendi tu è quella che
canta il coccodrillo? Io l’adoro xD Robert geloso
è stupendo, vero?
Specialmente se è geloso del nipotino xD *Per
quanto riguarda la nottata...
mhhhh casti casti!! uffiii!! qualche kissolotto!!* maliziosa
xD fidati, ce
ne saranno di baci…e che baci xD un baciooo (ahahaha xD)
Alice102: *Ahhhh non ho parole
per descrivere questa tale
opera. E semplicemente fantastica e più và avanti
e più mi piace..grazie per
aver il dono di saper scrivere cosi bene..* oddio!!! Sono
commossa! Davvero
pensi questo?? *-* grazieeeee che gentile! Sono contenta che ti piaccia
ç_ç me
piange di gioia. Un bacio e grazie 1000 ^^
Ithil: ciao Bea!! Allur, prima di
tutto: in bocca al lupo
x l’esameee!! Sono sicura che andrà benissimoo! ^^
*oddio la mia mente
malata avrebbe voluto che accadesse qualcosa in più tra i
due piccioncini,ma è
stato meglio così...* ahahahaha maliziosa xD *vuol
dire che la ama sul
serio! 10 punti per il ragazzo!!* sta iniziando a piacerti,
eh? xD *io
avrei appoggiato volentieri anche troy, naturalmente non per Brad...*
so di
non averlo spiegato, ma…perché secondo te Giulia
ha dato il via libera a Robert
per Troy? Ma per Orly ovviamente!! ^^ un bacio caraaaaaa
KikiCullen: mo ciaoooooo! *Genietto!(posso
chiamarti così? o
preferisci biscottina?tanto dobbiamo sposarci!XD)* la data
l’hai già scelta? xD comunque puoi chiamarmi come
vuoi, fatta eccezione per TOPOLINA e
TROTTOLINA AMOROSA xD *Segnerò sul calendario i
giorni con una scritta a
caratteri cubitali!Magari metto pure la nota sul cell!ok?*
guarda che poi
se non lo fai veramente ci rimango male xD …ok, mai mangiare
il fresh mango,
grazie per l’info xD io a Venezia vado il 5 maggio con la
scuola…tu quando? *E
visto che siamo in tempo di oscar, te ne accaparri uno nella categoria
miglio
fic su rapporti tra celebrità e comuni mortali.Contenta?*
contenta? Contentissima!
Che carina che sei!!!! *-* è così bella questa
storia? *E ora ti tocca il
discorso di ringraziamento* ok, a tuo rischio e pericolo:
EHM…beh…che
dire…grazie a tutti per questo Oscar, è veramente
stupendo. Sinceramente non mi
sembra vero di aver vinto, ma sono contenta, perché per
questa storia ho dato
anima e corpo. Prima di salutare tutti e di augurarvi un buon
proseguimento, ci
terrei a ringraziare un po’ di persone: allora, prima di
tutto voglio
ringraziare Claire (dal cognome sconosciuto) Pattinson per aver messo
al mondo
un figlio così bello, così simile a un dio greco,
così figo che anche il sole
impallidisce davanti a lui,
così…ehm…sto divagando xD dicevo:
voglio
ringraziarla perché è grazie a lei Robert
è quello che è e la mia storia è
potuta
nascere; poi voglio ringraziare il mio pc (sempre pieno di virus)
perché ogni
volta sopporta quando modifico i capitoli, poi voglio ringraziare la
mia povera
mente per aver fatto uscire questa storia e infine, ma non per
importanza,
voglio ringraziare i miei fans (viva la modestia xD), che ogni
lunedì e sabato
mi regalano un sorriso con le loro recensioni! Grazie,
veramente…ed ora buona
serata! E mi raccomando: W LE GOCCIOLEEEEEE! xD contenta del discorso?
Sei
soddisfatta? xD *mi pare ci sia pure Rob alla notte degli
oscar quindi
perchè non ci vai?* stai scherzando?
C’è anche lui???? O.O oddioo! Volo!!!
… che hai combinato col cuginetto? Comunque sì,
ho fatto da babysitter a mia
sorella che aveva la febbre :( poveraaa! Un baciooooo
Oasis: mo ciaoooo! Grazie 1000 ^^
eheheh Brian se vuoi te
lo cedo xD un baciooo
CriPattinson: ciao bella! *Non ho
parole...un capitolo
fantastico!!!!* *-* graziee! Che carinaa ^^ sono contenta che questa ff
ti
piaccia sempre di più, davvero! Mi rendi felicee! Un bacioooo
LaPiccolaPrincess: amoreeeee! Mi manchi anche
tuuuuuu ç_ç come stai
ora???? … ma…stai a pensare alla dieta di fronte
a pasticcini e torte gelato
tu? xD **Svogliatamente aprii la borsa per cercare le chiavi
di casa, ma
senza risultato e, solo dopo qualche minuto, ricordai con orrore di
aver
lasciate in camera mia.* Pensala così,potrebbe andare molto
peggio XD *Non
sapendo cosa fare mi sedetti sul dondolo e istintivamente guardai verso
il
cielo, constatando che il tempo stava peggiorando: tirava un gran vento
e
nuvoloni neri minacciavano di far cadere la pioggia e, come se non
bastasse,
ero talmente fortunata da non aver né un ombrello,
né una maglia a manica lunga
o una coperta.*Come non detto non parlo più XD*
ehm…hai parlato rospetto?
xD *Attenta che qualcuno potrebbe fraintendere il tuo
abbigliamento e non so
se mi spiego XD* ahahahahahahaha! No, non ti
spieghi…racconta xD … bella la
song, vero? comunque…ti giuro, mi piacciono gli horror ma me
la faccio addosso
(metaforicamente) nel vederli xD un mega kiss! Ti voglio beneeee
Twilighter001: ciao tesoro! Grazie 1000 per i
complimenti! ^^
comunque…uno come Rob per me puoi vedere se lo trovi al
supermercato…sempre che
magari non l’abbiano finito…fammi sapere poi xD un
bacioooooo
Ilarylove
Sol:
hey, benvenuta! :D *seguo la tua fic da molto
tempo. Volevo solo dirti che sei bravissima!* che carina,
grazie ^^ spero
ti piaccia questo nuovo (e luuuuuuuuuungo capitolo) un bacio!
fedev82: *BELLA-STUPENDA-MERAVIGLIOSA-FANTASTICA-STRAMITICA!!!!!!!!!!!!!*
addirittura???? *me arrossisce* bella la moto, vero? spero ti piaccia
anche
questo cap! un baciooo
Lion
E Lamb: ciao tesoro!!! *sei
bravissima come al solito e poi adoro il fatto ke i cap siano lunghi*
questo allora sarà il tuo capitolo preferito ^^ *x
quanto riguarda la partenza di giulia...meglio nn pensarci adesso ke
già mi
viene da piangere!!!* no, tesoro non piangere!!!
Dai, fai conto che
con la storia per ora sono solo al 3 giugno, mancano ancora 2 mesi
prima che
Giulia parta! =) un bacioooooo!
memi16: amore mio, sei
tornataa!! Sono
contenta!!! Sì, tranquilla mi ricordo che non avevi il pc!
xD è una figata
davvero? *-* *continua cosi che ci faranno un film*
dai, sarebbe figo!!
La parte di Giulia però la faccio io xD e quella di
Robert…beh, Robert
ovviamente! xD scena di sesso INCLUSA
U.U un bacio teso, sono
contenta che tu sia tornata!! :)
P.S. non odiatemi, ma ho messo un po’ di
storia in mezzo xD dai che non fa male studiarla xD
P.P.S. potere a Wikipedia xD
“Ma allora non mi sono sognata tutto! Sono veramente
abbracciata a Robert!” pensai con un sorriso a
trentadue denti.
Voltai lentamente la testa di lato per non svegliarlo e vidi dalla
sua radiosveglia grigia che erano le nove e quarantatre; nonostante in
quel
momento l’unica cosa che volevo fosse restare abbracciata a
lui, visto che si
stava al caldo e mi sentivo in paradiso tra le sue braccia,
svogliatamente e
lentamente mi alzai dal letto cercando di non svegliarlo, riuscendoci
miracolosamente, e, per fare in modo che lui non si accorgesse della
mia fuga,
spostai il cuscino sul quale avevo dormito tra le sue braccia e lui lo
strinse
a sé e portò anche una gamba sopra di esso,
abbracciandolo.
Evitai di scoppiare a ridere e, prima di dirigermi in bagno, presi
la macchina fotografica appoggiata sulla scrivania e scattai una foto,
pregando
che non ci fosse il flash, poiché la scena che stavo vedendo
era dolcissima e
allo stesso tempo troppo buffa. Purtroppo le mie preghiere furono vane
perché
un bagliore accecante illuminò la stanza; ma nonostante
ciò, il signorino non
solo continuò a dormire indisturbato, ma mise addirittura la
testa sotto il suo
cuscino.
Indisturbata scattai ancora un’altra foto, poi appoggiai la
macchina fotografica per andare in bagno per lavarmi la faccia e darmi
una
sistemata; indietreggiando, però, non notai di avere la
porta subito dietro e
così, non appena mi voltai, diedi una craniata contro di
essa e sbattei inoltre
il mignolo del piede nello stipite della porta. Imprecai in silenzio e
mi
voltai per controllare Robert che, nonostante avessi fatto un gran
baccano,
continuò a dormire pacificamente.
Dolorante e zoppicante mi diressi in bagno e quando uscii andai in
cucina per preparare la colazione: non sapendo cosa Robert volesse
mangiare,
decisi di preparargli una tipica colazione italiana: latte,
caffè, cereali e
biscotti. Misi sui fornelli il caffè e il latte, tirai fuori
da uno sportello i
cereali e i suoi biscotti sgaffi e, come se si fossero dati
appuntamento, una
volta che il caffè e il latte furono pronti, Robert scese in
cucina.
< Buongiorno bell’addormentato! > esclamai
tutta pimpante.
< ‘Giorno… > rispose sbadigliando.
< Non sapendo cosa volessi mangiare ho deciso di preparare io
la colazione: latte, cereali e caffè. Può andare
bene? >
< Perfetto! > disse sbadigliando nuovamente.
Scoppiai a ridere, perché solo in quel momento, guardandolo
bene,
mi accorsi che aveva tutti i capelli spettinati: sembrava un bambino di
cinque
anni da quanto era dolce.
< Cosa c’è? > domandò
confuso e ancora addormentato.
< Ma ti sei visto allo specchio? Oddio i tuoi
capelli… >
risposi incapace di continuare la frase a causa del troppo ridere e
lui, preoccupato,
corse in bagno e
quando ritornò in
cucina mi guardò con uno sguardo da finto offeso.
< A tutti capita di avere i capelli spettinati la mattina!
>
< Sì, non lo metto in dubbio! Ma tu fai morire dal
ridere… >
risposi sogghignando.
Robert continuava a fare l’offeso e così,
zoppicando ancora, mi
avvicinai a lui per sistemargli i capelli.
< Che hai fatto? > domandò indicando il piede.
< Ah, niente tranquillo…solo un brutto incidente
mentre stavo
uscendo dalla tua camera: ho sbattuto contro lo stipite della
porta… >
< Ehm…fammi guardare… > rispose
tentando di non ridere <
ti fa male? >
< Solo quando cammino >
< Oh povera piccola…allora è meglio non
far appoggiare il
piedino a terra… > disse sorridendomi come solo lui
sapeva fare.
Mi prese in braccio e mi mise a sedere sul tavolo della cucina ed
io, sapendo cosa avesse intenzione, di fare lo precedetti avvicinandomi
alle
sua labbra e baciandolo: nonostante fosse stupito del fatto che io
avessi fatto
la prima mossa, dischiuse le labbra e le nostre lingue
s’incontrarono e quando
ci staccammo mi fece scendere dal tavolo e mi appoggiò sulla
sedia affianco
alla sua, iniziando poi a fare colazione.
Quando finimmo di mangiare ci vestimmo e Robert mi
riaccompagnò a
casa; trascorsi il resto della giornata studiando latino, matematica e
spagnolo
e la sera la passai chattando su msn con le mie amiche che mi diedero
una bella
strigliata perché non mi facevo mai sentire e andai a letto
alle cinque di
mattina, dopo aver fatto l’alba con Teresa.
Martedì mattina mi svegliai poco prima di mezzogiorno e
mezza; scesi
in cucina indossando ancora il pigiama e, non avendo molta fame,
pranzai
mangiando un panino al prosciutto e formaggio.
< Buongiorno > disse una voce per nulla simile a quella
di
mio fratello.
Mi voltai.
< Robert? Ma cosa ci fai qui? >
< Beh sono venuto a prenderti…dai forza vatti a
vestire che è
tardi! >
< Ma per andare dove? >
< Al British Museum ovviamente! Avevo promesso che ti ci avrei
portato, e così farò > mi disse tutto
contento.
Sorrisi, misi il piatto vuoto dentro la lavastoviglie, lo baciai
velocemente e mi diressi di sopra per vestirmi: presi
dall’armadio un paio di
shorts marroni, una canotta bianca con sopra dei disegni di farfalle
colorate e
un paio di sandali bassi, mi pettinai i capelli mettendo due forcine ai
lati,
mi lavai i denti e scesi di sotto.
< Pronta? > domandò porgendomi il braccio.
< Certo mia guida personale! > risposi.
< Prima il maggiordomo, ora la guida…la prossima
volta come mi
chiamerai? > chiese divertito.
< Ah, non lo so! Dipende dalla situazione > risposi
facendogli la lingua.
Salutammo Teo ed uscimmo di casa.
< Nuova macchina? > domandai notando una Range Rover nera
davanti al vialetto di casa.
< No, non è mia. Ho portato questa mattina la BMW a
fare il
collaudo e la concessionaria mi ha dato questa come sostituzione
>
< E ti ha dato una Range Rover? Notevole… >
< Già! > rispose soddisfatto. < ti
piace? > aggiunse.
< A dir la verità non tanto…non sono mai
stata molto attratta
dalle macchine troppo grandi… > ammisi.
< La Range Rover per me è stato il mio primo amore
invece >
rispose sorridendo.
Arrivammo dopo una mezz’ora al British Museum e facemmo una
fila
di circa un quarto d’ora.
< Dobbiamo ringraziare il cappellino da baseball e gli occhiali
da sole… >
< Perché? >
< Beh perché nessuno ti ha riconosciuto…
>
< Ah giusto! >
Mettemmo tre pound a testa come offerta libera e poi iniziammo il
nostro giro.
< Sapevi che c’è la mostra di Michelangelo?
> chiesi
prendendo un opuscolo e la mappa del museo.
< Sì…prima di passare a prenderti ho
telefonato per prenotare due
biglietti, ma era tutto esaurito…prometto che ti
porterò! >
< Tranquillo! Possiamo andarci anche la settimana prossima, non
è un problema… >
< Ehm…c’è un piccolo
problema…la settimana prossima parto per
l’America con tutto il cast per pubblicizzare alla Comic Con
di San Diego
Twilight… >
< Ah… >
< Sto via solo una settimana, poi torno… >
< Sì certo tranquillo! > risposi guardandolo e
sorridendogli
< avanti prof! Raccontami un po’ del museo…
> esclamai prendendolo il
giro.
< Beh…il museo è stato fondato nel 1753 da
sir Hans Sloane,
un medico e scienziato, ed è
stata aperta per la prima volta al pubblico il 15 Gennaio del 1759. Hey
piccola
di qua… > disse prendendomi per mano e conducendomi
nella Sala Egiziana.
< O mio dio la Stele di Rosetta! L’ho studiata
l’anno scorso in
Storia dell’Arte! > esclamai.
< Cosa ti ricordi? >
< Che è di granito scuro e che riporta
un’iscrizione con tre
differenti grafie: geroglifico, demotico e greco, precisamente
dall’alto in
basso. La differenza tra il geroglifico e il demotico sta
essenzialmente in
dove venivano usate le scritture: il geroglifico nei testi sacri o in
documenti
importanti, mentre il demotico
era usato
per documenti d’importanza minore ed era usato da gente meno
istruita. Poi
ovviamente il Greco servì nel 1822 a
Jean-François Champollion per far
comprendere cosa c’era scritto nelle scritture
sopra… >
<
Bravissima complimenti! >
<
Beh, me lo ricordo solo perché adoro l’arte
Egiziana… >
<
Davvero? >
<
Sì! Da piccola sarei voluta diventare
un’archeologa…oltre ad attrice, cantante,
ballerina, veterinaria, medico, scrittrice e cameriera…
>
<
Però! Vedo che ti piace variare! > disse ridendo.
<
Beh, sì! > ammisi.
<
E di questi lavori qui adesso ce n’è uno che ti
piacerebbe fare? >
<
Beh…cantante no perché mi vergogno a cantare in
pubblico e perché non ho una
così gran bella voce, anche se me la cavo; attrice no
perché sono troppo
timida; ballerina no perché non ho mai preso lezioni;
veterinaria no perché non
sopporterei di sopprimere qualche animale e non sopporto la vista del
sangue, per
cui escluderei anche il medico, e cameriera…beh non lo
so…non ho molta pazienza…
>
<
Per quanto riguarda la scrittrice invece? >
<
Adoro scrivere, solo che non saprei su cosa cimentarmi…
>
<
Non credi di essere un po’ troppo autocritica? >
<
Forse. Ma comunque ho ancora un po’ di tempo per
pensarci… > risposi alzando
le spalle.
<
Giusto > concordò stringendomi maggiormente a
sé < sai altro sulla Stele?
>
<
Veramente è tutto ciò che ricordo…
>
<
Beh, è comunque tanto! >
<
Sì, e se si pensa che in un anno non ho mai ascoltato la mia
prof di arte poi è
una conquista! >
Proseguimmo
il nostro giro e quando vidi le mummie pregai Robert di farmi una foto.
Vidi
molte altre opere del museo: ad esempio i manufatti
del sepolcro di Sutton Hoo,
il Bracciale in oro dal tesoro di Oxus,
le impronte
del Buddha, i fregi del Partenone e il cilindro di Ciro.
Passammo
talmente tanto tempo a vedere ogni singola opera che alla fine dovemmo
uscire
perché il museo stava per chiudere; fortunatamente ci
saremmo tornati il prima
possibile per vedere la mostra di Michelangelo e per finire il giro del
museo.
<
Piccola sono solo le sei…che facciamo? >
domandò Robert
guardando l’orologio.
< Boh decidi tu…per me è
uguale… >
< Eh no tesoro! Ho sempre deciso io…adesso
è il tuo turno… >
< Beh ecco se devi essere sincera…è stato
bellissima la visita
al museo, solo che mi ha stancata tantissimo…se passassimo
una seratina in
casa? Oppure se volevi uscire magari Kell e gli altri vogliono andare
da
qualche parte … >
Mi sorrise.
< No piccola, voglio stare con te il più possibile
prima di
partire. Restare a casa è ok, non ci sono
problemi… >
< Non sembri molto convinto…senti, chiama Kell, Jared
e gli
altri ed esci con loro…io e te ci vediamo domani…
>
< No, smettila! Ho detto che voglio stare con te il
più
possibile finché non parto e così
sarà. Mangiamo qualcosa da me? O preferisci
stare da te? >
< No, da te va benissimo. Solo una cosa: potremmo passare prima
da me? Così avviso Teo e prendo le mie cose…
>
< Per cosa? >
< Beh ovviamente mi fermo a dormire da te! > esclamai
quasi
scandalizzata perché non aveva capito subito.
< Mi sembra giusto! > mi disse ridendo < andiamo
su
forza! >
Passai da casa a prendere il mio pigiama ed avvisai Teo che mi
sarei fermato a dormire da Robert e, poco prima di arrivare a casa sua,
passammo a prendere la sua mitica BMW.
Quella sera cenammo con una frittata con le patate cucinata da
lui.
< Wow non sapevo che tu sapessi cucinare… >
dissi mangiando
una forchettata di frittata.
< Ti piace? >
< È ottima! >
< Grazie, sono contento che ti piaccia >
Non appena finii la mia ultima forchettata di frittata il mio
piatto sparì e mi ritrovai abbracciata al mio cuoco
personale.
< Sei bellissima… >
< Grazie > risposi arrossendo.
Mi prese in braccio ed io automaticamente avvinghiai le mie gambe
alla sua vita e mi portò sul divano continuando imperterrito
a baciarmi e poi,
non appena si staccò dalle mie labbra, iniziò a
farmi il solletico ed io, come
riflesso incondizionato, iniziai a dimenarmi come se fossi matta,
tentando di
allontanarlo da me. Quando finsi di essermi fatta male si
allontanò preoccupato
ed io corsi lontana dal divano ridendo; lui
m’inseguì per tutta casa, piano di
sopra incluso e, appena entrai nella stanza degli ospiti, mi fermai per
riprendere fiato e lui mi abbracciò da dietro, mi fece
volteggiare e poi mi
buttò sul letto, per poi continuare con la tortura di prima.
Mi disse che dovevo pagare per avergli fatto prendere un
accidente. Cercai nuovamente di fregarlo, ma non mi credette.
Quell’orribile
tortura continuò per altri cinque minuti, poi stanco si
stese accanto a me.
Solo in quel momento notai una chitarra vicino alla finestra.
< Mi suoni qualcosa? >
< Cosa vuoi che ti suoni? >
< Quello che vuoi…basta che oltre a suonare tu
canti… >
< Devo anche cantare? > domandò sbuffando e
tentando di non
ridere.
< Per me? > domandai facendogli uno sguardo da cerbiatta.
< Ok…poi m’insegnerai a fare uno sguardo
così? > chiese
divertito.
< Solo se ora canti per me! >
< Andata! > esclamò stringendomi la mano.
When
the night falls down
I wait for you
And you come around
And the worlds alive
With the sound of kids
On the street outside
When you walk into the room
You pull me close and we start to move
And were spinning with the stars above
And you lift me up in a wave of love...
Ooh, baby, do you know what that’s worth?
Ooh heaven is a place on earth
They say in heaven love comes first
Well make heaven a place on earth
Ooh heaven is a place on earth
When I feel alone
I reach for you
And you bring me home
When I’m lost at sea
I hear your voice
And it carries me
In this world were just beginning
To understand the miracle of living
Baby I was afraid before
But I’m not afraid anymore
Ooh, baby, do you know what that’s worth?
Ooh heaven is a place on earth
They say in heaven love comes first
Well make heaven a place on earth
Ooh heaven is a place on earth
Heaven is a place on earth
Ooh heaven is a place on earth
Ooh, baby, do you know what that’s worth?
Ooh heaven is a place on earth
Ooh, baby, do you know what that’s worth?
Ooh heaven is a place on earth
They say in heaven love comes first
Well make heaven a place on earth
Ooh heaven is a place on earth
<
Oddio…non potevi scegliere canzone migliore lo sai? >
gli
dissi.
< Ti piace? >
< Da matti…e poi tu sei bravissimo > risposi
prendendogli
dalle mani la chitarra e appoggiandola lontano da lui e accoccolandomi
sul suo
petto.
Dopo pochi minuti mi addormentai tra le sue braccia, svegliandomi
dopo qualche ora sempre tra le braccia di Robert, ma sul divano.
< Rob… >
Sentendosi chiamare spense subito la televisione ed iniziò
ad
accarezzarmi i capelli.
< Piccola finalmente ti sei svegliata >
< Ma quanto ho dormito? >
< Un paio d’ore… >
< E perché non mi hai svegliato? >
< Perché eri così tenera…
>
< Sì ma…siamo venuti per stare un
po’ insieme, non perché tu
potessi vedere me dormire…non ti pare? >
< Che lagna che sei! Si da il caso che mi piaccia vederti
dormire, quindi non vedo dove sia il problema… >
< Che ore sono? >
< Quasi mezzanotte… >
< Sono stanchissima… > risposi sbuffando.
< La camminata al museo ti ha proprio stancata eh? >
< Sì >
< Perché non vai a letto? >
< Perché voglio stare con te… >
< Anche se dormi? >
< Sì >
< Sei testarda… >
< Perché tu no? > domandai sarcastica e
sorridemmo entrambi.
< Piccola? >
< Mmm? >
< Ti da fastidio se tengo la TV accesa? >
< Assolutamente no… >
< Grazie > sussurrò in un orecchio.
Mi sussurrò qualcos’altro, ma ero troppo stanca
per concentrarmi
su quello che stava dicendo e infatti mi riaddormentai poco dopo.
Mi svegliai qualche ora dopo tutta indolenzita perché
avevamo
dormito entrambi sul divano e, quando mi mossi, anche lui si
svegliò.
< Ben svegliata >
< Grazie, anche tu… >
< Che ore sono? > mi domandò.
< Le sette e mezza >
< Mmm…non voglio alzarmi… >
< A chi lo dici…ma a che ora ti sei addormentato?
>
< Alle quattro… >
< Come le quattro? E fino a quell’ora cosa fai visto?
>
< Uno special sui Simpson e Intervista Col Vampiro…
>
< No! Dovevi svegliarmi! Io amo i Simpson e adoro quel
film…
>
< Mi spiace piccola, la prossima volta ti sveglierò!
>
< Ecco, bravo! > gli diedi un bacio a fior di labbra e
poi
mi alzai dal divano.
Mi prese per mano e si alzò pure lui e, mentre stavamo per
dirigerci in cucina, qualcuno bussò alla porta.
< Aspettavi visite? > domandai sbadigliando.
< No… > rispose mentre apriva la porta e
davanti a noi ci
trovammo Jared con una borsa da piscina.
< Ciao papi…ma che ci fai qui? >
< Beh…io e Rob dovevamo andare in piscina
oggi… >
< Oh…oddio me ne ero completamente dimenticato! Jared
scusami
mi dispiace tanto! >
< Lo vedo che te ne sei dimenticato…ma non sapevo
fossi in
dolce compagnia > rispose Jared ammiccando nella mia direzione.
< Beh… > disse Robert imbarazzato passandosi
una mano tra i
capelli.
< Comunque è lo stesso, non
preoccuparti…vado da solo, andremo
un’altra volta insieme. Non volevo disturbarvi…
> disse sorridendo.
< No aspetta! > esclamai < Rob preparati e vai con
Jared…io mi faccio una doccia e poi mi faccio venire a
prendere da Teo… >
< Sei sicura? >
< Più che sicura! Forza vatti a vestire, io intanto
intrattengo
Jared >
< Ok > mi disse baciandomi e correndo di sopra a
cambiarsi.
< Jared prego entra… >
< Grazie bimba! > disse seguendomi in cucina.
Mi sedetti a tavola e notai che mi stava fissando incessantemente.
< Cosa c’è? > domandai.
< Cosa ci fai in casa di Robert? > mi chiese con fare
sospettoso e allo stesso tempo malizioso.
< Non è quello che pensi! > esclamai
arrossendo di botto.
Iniziò a ridere.
< E cosa dovrei pensare allora? >
< Che mi sono semplicemente fermata a dormire da lui. Jared,
sono ancora vergine… > dissi sussurrando
l’ultima parte.
< Me lo diresti in caso contrario vero? >
< Assolutamente > risposi guardandolo negli occhi mentre
stavo addentando una ciambella e Robert ci raggiunse poco dopo.
< Eccomi Jay sono pronto! > esclamò.
< Perfetto, allora possiamo andare! Ciao bimba! > disse
avvicinandosi a me e dandomi un sonoro bacio sulla guancia.
< Ciao papi > risposi abbracciandolo.
Poi venne il turno di Robert, che mi abbracciò stretta e mi
baciò
teneramente.
< Ti chiamo dopo ok? >
< Certo! Buona nuotata! > sussurrai abbracciandolo di
nuovo.
< Ti lascio le mie chiavi di scorta. Quando vai via chiudi ok?
>
< Assolutamente! > risposi.
Non appena se ne furono andati, finii di fare colazione, poi mi
feci una doccia e, notando che la maglietta che mi ero presa come
cambio era
sporca, fregai una maglia dal cassetto di Robert; infine chiamai Teo,
che mi
venne a prendere dopo dieci minuti.
< Hey guarda cosa ho trovato? > disse una volta in
macchina
dandomi un malloppo di riviste.
< Hai trovato delle riviste di pettegolezzi? Wow
impressionante… > risposi sarcastica.
< No furbona, sfogliale! >
Feci come mi aveva detto e iniziai a sfogliare la prima rivista,
finché non arrivai a pagina diciotto: c’era
raffigurata una foto mia e di
Robert al tappeto rosso e, sotto di essa, c’era una nota.
< Questi giornali sono tutti uguali e…O MIO DIO!
> esclamai
guardando scandalizzata un giornale.
< Cosa? >
< Mi hanno dato della sciacquetta! >
< Non è possibile… >
< Tu dici? La premiere
si è rivelata piena di sorprese. Ma la sorpresa maggiore
è stata vedere Robert
Pattinson in dolce compagnia. Ma lei chi è? Una futura
ragazza fissa o
semplicemente una ragazza da una botta e via? >
lessi indignata.
< Che giornale è? > mi chiese.
< Fragola Nera > risposi stizzita.
< Ah…ecco perché… >
< Perché cosa? >
< Perché ti hanno definito così: quel
giornale ha avuto diversi
problemi con Robert qualche anno fa. Non chiedermi perché,
non ne ho la minima
idea; ma ce l’hanno a morte con lui. Mi dispiace
però che se la siano presi con
te… >
< Anche a me, comunque non parliamone più
… >
< Sicura? Niente causa legale? >
< Sicura >
< Ok…piccola senti andiamo a fare la spesa? Il frigo
è
praticamente vuoto… >
< Certo, andiamo! > risposi fingendo di essere
entusiasta: quell’articolo
mi aveva rovinato la giornata.
Alle quattro del pomeriggio suonarono alla porta e quando andai ad
aprire mi trovai Robert davanti con un mazzo di fiori.
< E questi? > domandai prendendo il mazzo e sorridendo.
< Sono una richiesta di perdono per questa mattina: mi dispiace
averti mandato via… >
< Beh, semmai il contrario! Sono io che ti ho sbattuto fuori
casa tua… > dissi ridendo.
< Ma sì, tanto hai capito! Senti, ti va un gelato?
>
< Certo > risposi sorridendogli.
Misi i fiori dentro un vaso e invitammo Teo ad unirsi a noi, solo
che ma rifiutò. Presi la mia borsa della Converse, infilando
dentro il
portafoglio, le chiavi di casa, il cellulare e anche la Fragola Nera.
Uscimmo di casa e ci dirigemmo a piedi verso la gelateria; quella
volta mi servii Phil, imbarazzato nel vedermi con un altro ragazzo;
dopo essere
usciti dalla gelateria, c’incamminammo verso un parco, dove
ci sedemmo su una
panchina nascosta.
Lì mi feci coraggio e chiesi del suo conflitto con la
rivista.
< Rob? >
< Sì piccola? >
< Posso farti una domanda? > domandai titubante.
< Certo > rispose sorridendo.
< Beh ecco…cos’è successo tra te
e la Fragola Nera? >
S’incupì.
< Perché lo vuoi sapere? > domandò
quasi adirato.
< Io…scusa, non sono affari miei… >
risposi imbarazzata.
< No scusa tu…è che non mi piace molto
parlare del mio rapporto
con quella rivista… > restammo in silenzio per
diversi minuti, poi aggiunse <
due anni fa conobbi una ragazza argentina, Carmela. In breve tempo
divenne la
mia migliore amica. Le raccontai un segreto che ora non sto a
raccontarti. Per
farla breve il giorno dopo averglielo raccontato, lo trovai
spiattellato nella
prima pagina della Fragola Nera. Subito dopo scoprii che Carmela mi
aveva
incastrato: aveva finto di essere mia amica per poter scoprire questo
fantomatico segreto e scrivere un articolo per entrare a far parte di
quella
rivista. Ovviamente la prima cosa che feci fu fare causa a lei e alla
rivista; il
direttore della Fragola Nera cercò di comprare il mio
silenzio, ma questo mi
fece imbestialire ancora di più. Vinsi la causa e la rivista
dovette darmi
tanti di quei soldi che si ritrovò sull’orlo del
lastrico. Stavano rischiando
il fallimento per colpa mia, perché io fui il primo a
ribellarmi a “quell’innocente
scherzo“ come lo
chiamavano loro. Inoltre pagarono una multa salata. Questo è
il motivo per il
quale la rivista mi odia. Ma dimmi…perché lo
volevi sapere? >
< Beh ecco… > iniziai a dire sempre
più titubante.
< Fammi indovinare…hanno scritto qualche cattiveria
su di me
alla premiere…>
< Non proprio su di te… > risposi tirando
fuori dalla borsa
il giornale < vai a pagina cinquantasette > aggiunsi.
Prese velocemente il giornale e cercò la pagina e, quando la
trovò,
fissò l’articolo per qualche minuto, poi si
alzò in piedi e prese il giornale
scaraventandolo arrabbiato nel cestino. Sobbalzai spaventata.
< Oddio Giulia scusami, non volevo spaventarti…
> disse
dispiaciuto sedendosi nuovamente accanto a me e prendendomi le mani.
< Non preoccuparti… > risposi sorridendo.
< No invece: primo perché ho avuto una reazione
troppo brusca e
secondo, che è più importante, per ripicca nei
miei confronti ti hanno messo in
mezzo. Ma te lo prometto, non la passeranno liscia… >
< No >
< No? > mi chiese ironico.
< No…voglio sorvolare su questo. Voglio essere
sincera, ci sono
rimasta molto male per quello che ho letto perché mi hanno
insultata. Ma io non
sono una che cerca vendetta per ogni cosa e non voglio diventarlo ora.
Ci
tenevo solo a sapere perché mi avevano attaccata
così ed ora che lo so sono a
posto. Non m’importa niente di quello che possono pensare gli
altri, m’importa
solo di stare con te… >
< Sì, ma non mi piace che tu venga offesa…
>
< Ti ringrazio, ma io sono a posto così. Non ho
intenzione
d’intentare alcuna denuncia… >
< Sicura? >
< Sì… >
< Ti ammiro lo sai? Io al tuo posto gliel’avrei fatta
pagare…
>
< Non mi piace essere vendicativa… >
< Ma sei davvero sicura? >
< Sì > dissi sorridendogli.
< Ok… > mi disse alzandosi ancora dalla
panchina per poi
avvicinarsi al mio viso e baciandomi dolcemente.
Automaticamente scattai in piedi e lo abbracciai senza staccare le
mie labbra da lui.
< Tesoro mi dispiace davvero averti messa in mezzo…
>
< Non fa niente, non è colpa tua…torniamo
a casa? >
< Sì… >
C’incamminammo verso casa lentamente e silenziosamente per
tutto
il tragitto, mano nella mano. Una volta arrivati mi baciò
dolcemente e poi se
ne andò.
< Ah Giulia? >
< Sì? > domandai voltandomi.
< L’hai presa tu la mia maglia grigia a maniche lunghe
dall’armadio? >
Mi misi a ridere.
< Sì. Questa mattina mentre stavo per infilarmi la
mia maglia
ho notato che era macchiata. La lavo e poi te la
restituisco… >
< No tranquilla. Tienila pure > disse facendomi
l’occhiolino
e poi se ne andò.
La sera la passai con Teo a mangiare pizza e a guardare la saga di
Scary Movie e andammo a dormire alle undici e tre quarti.
La mattina seguente appena accesi il cellulare lessi il messaggio
di Robert.
“Buongiorno principessa.
Questo pomeriggio volevo portarti in giro, solo che Kris, Emma e le
altre hanno
intenzione di rapirti per portarti in una beauty farm. Questa sera non
potremo
vederci perché sono ad una cena fuori. Ti chiamo dopo, un
bacio“
< E tu come lo sai? >
< Me l’ha detto Robert >
< Ah, che guastafeste. Comunque dai, ci divertiremo! Ci faremo
coccolare per tutto il pomeriggio! Non puoi darci buca
perché abbiamo già
prenotato per te e quindi c’è anche la tua quota.
Sono centoventitre sterline a
testa >
< Centoventitre sterline? > domandai sorpresa.
< Sì… >
< Kris ma è troppo! >
< Sì, ma è pacchetto completo!
C’è la sauna, il massaggio, la
pulizia del viso e il bagno nei fanghi… >
< Tutto questo a centoventitre sterline? >
< Sì! Dai, è abbordabile come prezzo no?
>
< Beh sì infatti…ma io sono minorenne, non
so se me la facciano
fare la sauna… >
< Ah…cavolo è vero, non lo
fanno… >
< Beh vedrò di farmelo sostituire con
qualcos’altro! >
< Ok…senti l’appuntamento là
è per le tre >
< Perfetto! Come si chiama il posto? >
< Red Moon >
< Perfetto! Ci vediamo là alle tre allora! >
< Facciamo le tre meno dieci… >
< Perfetto! Ciao Kris, grazie per l’invito! >
< Figurati! Ciao! >
Mio fratello ed io pranzammo velocemente e poi si offrì di
accompagnarmi alla beauty farm, facendomi risparmiare i soldi del taxi
almeno
per l’andata. Alle tre meno dieci ero arrivata a
destinazione: con Teo alla
guida, che fosse tardi o no, si arrivava sempre in orario. Addirittura
arrivai
per prima: le altre infatti mi raggiunsero dopo qualche minuto.
Passai un pomeriggio favoloso, all’insegna delle coccole e,
al
posto della sauna, feci manicure e pedicure, esattamente come Emma.
< Giu? > mi chiamò mentre eravamo sedute.
< Dimmi >
< Mi dispiace per quello che la Fragola Nera ha scritto su di
te… >
< Ah…hai letto? > risposi.
< Beh…sì >
< Scommetto che l’hanno letto anche Kris, Nikki ed
Ashley… >
< È stata Nikki a passarci l’articolo
>
< Ok… >
< Hai intenzione di fare causa? >
< No, so che sarebbe più sensato denunciare questa
cosa, ma non
voglio >
< Perché? >
< Perché primo non voglio avere soldi da loro, semmai
vincessi
la causa, poi perché ho imparato col tempo a farmi scivolare
gl’insulti
addosso. Loro non mi conoscono, non sanno niente di me. Mi hanno
insultata solo
per vendere qualche giornaletto in più e se questo li fa
contenti ben venga
>
< Beh potresti fare come ha fatto Rob… >
< Cioè? >
< Fare causa e donare tutti i loro soldi in
beneficenza… >
< Ha fatto davvero questo? >
< Sì… >
< Ah, ma dai… > dissi per poi aggiungere
< comunque…non
voglio fare niente, sono a posto così. Solo una cosa: che
fine ha fatto
Carmela? >
< È tornata in Argentina qualche anno fa a seguito di
un suo
scandalo… >
< Ah… >
< Signorina l’ammiro lo sa? Io al suo posto avrei
fatto i salti
mortali pur d’intentare una causa legale contro quei
disgraziati… > disse la
mia estetista guardandomi, per poi aggiungere immediatamente
imbarazzata <
anche se non sono affari miei. Mi scusi… >
< No tranquilla non c’è problema. Grazie
> risposi
sorridendole.
Emma trattenne a stento una risata e, una volta uscite dalla sala,
ci dirigemmo verso l’ingresso per pagare e una volta uscite
dalla beauty farm
Emma ed io ci guardammo e poi scoppiammo a ridere.
< Cosa avete voi due? > domandò Stephenie.
< Ehm…mentre stavamo facendo la manicure stavamo
parlando di
quello che la Fragola Nera aveva scritto su di me e poi d’un
tratto si è
intromessa l’estetista dicendomi la sua. E allora
c’è venuta la ridarella. Mi
dispiace però, perché è stata
dolcissima… > risposi.
< Ah giusto…mi dispiace, abbiamo letto
l’articolo anche
Catherine, Elizabeth, Rachelle ed io…stai bene? >
< Sì, grazie. Quando l’ho letto,
all’inizio ci sono rimasta
male, ma poi ho sorvolato…non ho intenzione di fare causa e
nient’altro… >
< Sicura? > chiese Stephenie.
< Più che sicura! >
“Ma che c’hanno tutti la mania di fare
causa?” pensai
divertita.
< Ok…ragazze scusate ma si è fatto
tardi…dovrei tornare in
albergo… >
< Sì certo, anche noi dobbiamo andare…ciao
a tutte! >
Ci salutammo abbracciandoci e poi arrivai fino a piedi alla metro
più vicina e, quando arrivai alla fermata della metro, mi
trovai davanti Taylor
Lautner.
< Ciao > lo salutai educatamente.
< Ciao Giulia! Come stai? > esclamò sorridendo
e abbracciandomi.
< Bene grazie! Tu? >
< Tutto bene! Ti ho vista con Rob alla premiere di Batman. Eri
divina con quel vestito lo sai? >
< Grazie… > sorrisi imbarazzata < ero
agitatissima quella
sera, ma alla fine mi sono divertita moltissimo > aggiunsi
ridendo.
< Immagino! Io adoro andare alle premiere… >
< Sì, ma per te credo sia normale farti fotografare
ed
intervistare! Per me era una cosa totalmente nuova…anche se
devo dire che sono
stati tutti degli angeli con me… >
< A parte la Fragola Nera >
< Hai letto anche tu l’articolo? >
< Me l’ha detto Kellan che gliel’ha detto
Robert > mi
rispose mentre stavamo entrando nella metro che era appena arrivata.
< Dovrò ricordarmi di uccidere Robert…
> dissi ridendo.
< Ah, per così poco? > domandò
ridendo anche lui e lo fulminai
con lo sguardo.
< C’è qualcuno che non sa cosa la rivista
ha scritto su di me?
>
< Stando ai miei calcoli direi di no… >
Lo fulminai nuovamente con lo sguardo.
< Immagino tu sia elettrizzato di andare a San Diego per
pubblicizzare Twilight… >
< Non sto più nella pelle! >
< Partite domenica vero? >
< No, sabato. Abbiamo anticipato di un giorno la
partenza… >
< Oh…come mai? >
< Non lo so, devi chiedere a Steph e a Cath >
< E poi cosa farai? Tornerai a Londra o resterai negli States?
>
< Per un po’ starò a casa, ma poi penso di
tornare nuovamente
qui per farmi una vacanza. Adoro Londra…e poi, come posso
non tornare più? Se
non sbaglio devi leggermi le morti di Jacob Black no? >
< Ti ricordi ancora? > chiesi stupita e allo stesso tempo
divertita.
< Sì! Sono troppo curioso! Me le leggerai quando
torno vero?
>
< Lo prometto > risposi sorridendo e poi aggiunsi
< bene,
questa è la mia fermata. Ciao Taylor! >
< Ciao Giu! > disse sporgendosi per baciarmi la guancia.
Uscii velocemente dalla metro, poi presi l’autobus e, dopo
dieci
minuti, mi ritrovai davanti alla porta di casa.
Entrai in casa e dopo aver salutato Teo feci una doccia per
togliere tutto l’olio ma, quando uscii dal bagno, trovai Teo
terrorizzato.
< Teo che hai? >
< C’è Jessica… >
< Cosa? >
< C’è Jessica fuori dalla porta! >
< Non credevo che sapesse dove abiti… >
< Non lo credevo nemmeno io! Cosa faccio? Non voglio
vederla…
>
< Teo non fare il bambino di cinque anni! Ne hai diciannove!
Prenditi le tue responsabilità e dille che non vuoi
più vederla… >
< … >
< Teo avanti vai! >
< … >
Intanto il campanello continuava a suonare con insistenza.
< Teo? >
< Ti prego… >
< O mio dio sei impossibile! Ti salvo solo questa volta, poi
dalla prossima ti arrangi. Sono stata chiara? >
< Cristallino! Grazie! > disse baciandomi la guancia.
Scesi velocemente le scale e poi aprii la porta.
< Ciao, serve qualcosa? > domandai cordiale.
< A dir la verità cercavo Teo… >
rispose Jessica guardandomi
con aria superiore.
In quel momento le avrei sbattuto volentieri la porta in faccia,
ma mi finsi ancora più cordiale.
< Mi dispiace, è uscito da qualche minuto per andare
in
palestra… >
< Oh…ma tu sei la sua ragazza? > mi chiese
dispiaciuta.
< Diciamo che esco con lui di tanto in tanto…comunque
cosa devo
dirgli? >
< Solo che Jessica ha detto che è un essere schifoso
e che non
vuole più vederlo >
< Sarà fatto. Grazie e buona giornata >
risposi chiudendole
la porta in faccia.
< Piccola ti adoro! > mi disse Teo prendendomi in braccio.
< Sì, come ti pare…ma ora lasciami!
>
< Scusa… >
< Devo dire però che mi sono divertita…a
proposito, Jessica ha
detto che sei un essere schifoso e che non vuole più
vederti… >
< Sì, ho sentito grazie > mi disse ridendo.
Verso sera Teo ed io uscimmo con Sam e Max e mi divertii
tantissimo ad uscire con quei tre psicopatici, perché
facevamo gli scemi e scattammo
anche un sacco di foto insieme. Alle dieci e mezza mentre io ero ancora
in giro
con i ragazzi Robert mi chiamò al cellulare.
< Pronto? >
< Ciao piccola! >
< Hey ciao! Come sta andando la cena? >
< Abbastanza bene. Sono fuori dal ristorante con mio padre,
George e mio nonno per la pausa sigaretta >
Venimmo interrotti dalle prese in giro di mio fratello, Max e Sam.
< Rob scusa un attimo > gli dissi allontanandomi dai
ragazzi.
< Dove sei? >
< Fuori con Teo, Max e Sam che si stanno divertendo a
fare i cretini… >
< Io tra poco ho finito, anche perché i bambini sono
esausti.
Magari quando abbiamo finito se siete ancora in giro vengo a fare un
salto…
>
< Certo sicuro! Ci vediamo dopo allora! >
< Ok. Ti chiamo quando sto per arrivare. A proposito, ti
salutano tutti >
< Oh grazie ricambia. A dopo > dissi chiudendo la
conversazione.
< Che dice il fidanzatino? > chiese Sam non appena tornai
da
loro.
< Che appena ha finito la cena viene a fare un salto qua >
< Evvai! > esclamò Max ridendo.
< Max è partito vero? > sussurrai a Teo piano.
< È brillo… >
Dopo dieci minuti Robert mi telefonò di nuovo e ci raggiunse
poco
dopo.
< Ciao ragazzi! > disse mentre lo vidi raggiungere Teo,
Max
e Sam.
< Ciao Rob! > li sentii rispondere imitando la mia voce.
< Molto divertente ragazzi. Dov’è Giulia?
> domandò notando
la mia assenza.
< Al telefono, laggiù > rispose Teo
indicandomi.
Terminai la conversazione con mia madre dopo cinque minuti.
< Ben arrivato > gli dissi sedendomi sulle sue gambe.
< Ciao piccola, grazie > rispose baciandomi sulle labbra.
< Ma prendetevi una camera in un albergo… >
esclamò Sam.
< Ma anche no! > intervenne Teo.
Scoppiammo a ridere.
< Ragazzi vado a prendere da bere. Voi volete qualcosa? >
< Birra! > risposero in coro Teo, Max e Sam.
< Per te piccola? > mi chiese carezzandomi i capelli.
< Una coca piccola con limone e ghiaccio >
< Torno subito > ci disse: il suo subito fu dopo dieci
minuti.
< Alla buon’ora! Temevamo fossi fuggito con le nostre
birre
> esclamò Max quando Robert tornò.
< Scusate, c’era una fila pazzesca > disse
mentre ci porgeva
le nostre bevande.
< Grazie > ringraziai quando mi porse la coca.
< Prego > rispose facendomi alzare per poi sedermi sulle
sue
gambe.
Chiacchierammo fino all’una, poi tornammo a casa.
< Ti fermi a dormire da me? > mi chiese poco prima di
separarci.
< Questa sera no… >
< Perché? > mi chiese dispiaciuto.
< Perché ti sto abituando troppo bene signorino e poi
perché
domani resto a casa a studiare un po’… >
< Venerdì mattina andiamo a vedere la mostra? >
< Sì certo! >
< Quale mostra? > s’intromise Teo.
< Quella di Michelangelo al British Museum. Vuoi venire anche
tu Teo? >
< Beh se non disturbo accetterei l’invito…
>
< Nessun disturbo tranquillo! Ci vediamo venerdì alle
dieci ok?
Ci troviamo lì o vi passo a prendere io? >
< No, ci vediamo lì… >
< Perfetto! Ciao ragazzi! >
< Ciao! > risposero Teo, Max e Sam.
< Ciao piccola > disse baciandomi dolcemente.
< Ciao, buonanotte > risposi carezzandogli la guancia.
Tornai a casa e m’infilai subito sotto le coperte.
Venerdì mi svegliai alle otto, pensando tristemente che il
giorno
dopo Robert sarebbe partito con gli altri per una settimana per San
Diego.
Mi preparai indossando un vestito bianco con una giacca in jeans
sempre bianca e misi un paio di ciabatte bianche.
< Sei un gelataio? > mi chiese Teo appena mi vide.
< Sì! Come sto? >
< Molto bene! La colazione è già pronta
>
< Oh grazie ma non ho molta fame… > risposi.
< Devi mangiare qualcosa però… >
< Beh dai mangerò qualcosa dopo… >
Non ribatté, probabilmente perché sapeva che
sarebbe stato inutile.
Arrivammo alle dieci precise e, non appena incontrammo Robert, guardai
mio fratello con odio.
< Buongiorno bellezza! Ti ho portato la colazione! >
< Oh ma che gentile! E per caso centra col fatto che non abbia
voluto mangiare niente questa mattina? > risposi guardando male
Teo.
< Scusa piccola, ma devi pur mangiare… >
rispose Teo con un
sorriso.
Presi il muffin al cioccolato che mi stava porgendo Robert e lo
mangiai.
< Contenti? >
< Sì, siamo le persone più felici del
mondo…giusto Rob? >
< Giustissimo! > rispose sorridendo.
Guardai malissimo entrambi, ma poi li presi a braccetto a ci
dirigemmo verso l’entrata. La mostra, che durò un
paio d’ore, fu spettacolare:
vidi un sacco di opere di Michelangelo, opere che vedere in foto non
rispecchiavano per niente la bellezza originaria.
Finita la mostra Robert e Teo mi fecero vedere le opere del museo
che l’altra volta non ero riuscita a vedere.
Tra un’opera e l’altra, si fece l’una e
quaranta.
< Ragazzi ho fame…andiamo a mangiare? >
propose Teo.
< Sì ok…pranziamo qui nel ristorantino?
> chiesi.
< Sì! > disse Teo.
< Perfetto! Forza andiamo! > aggiunse Robert.
Raggiungemmo la zona ristoro ma, notando che c’era un sacco
di
fila, decidemmo all’unanimità di pranzare
prendendo un panino.
< Ora che si fa? > chiesi.
< Io ho un colloquio di lavoro > rispose Teo.
< Tu hai un cosa? > domandai con gli occhi sbarrati.
< Un colloquio di lavoro > mi disse come se fosse la cosa
più naturale del mondo poi notando la mia faccia triste
aggiunse < no
piccola tranquilla è solo per la stagione estiva, poi torno
a Ravenna con te
>
< Ah ok…credevo volessi fermarti qui…
>
< No. Amo Londra, ma non mi sognerei mai di lasciarti da
sola…
>
Sorrisi.
< Che colloquio è? > domandò Robert.
< Barista in un bar vicino a casa >
< Quello col karaoke? > chiesi.
< Esatto, proprio quello >
< Ah, che bello! Dai allora, vai a fare bella figura! Ci
vediamo stasera! Ciao! >
< Mi vuoi mandare via per caso? >
< No, amo quel posto e quindi voglio che tu abbia il lavoro,
così posso venire a cantare liberamente >
< Non ti credo…comunque ora vado. Ciao ragazzi!
>
Dopo che Teo se ne fu andato,
mi voltai verso Robert.
< Cosa facciamo? >
< Passiamo da te e poi prendi la roba per restare a dormire da
me >
< Perché? >
< Come perché? Domani parto e quindi vorrei stare con
te, mi
sembra logico… >
< Ok va bene…e dopo aver preso la roba che si fa?
>
< Decideremo poi…ora forza andiamo! > mi disse
accompagnandomi alla macchina.
Arrivata a casa, presi uno zaino con dentro il cambio, scrissi un
biglietto
a Teo che attaccai al frigorifero con la calamita e poi uscimmo di casa.
< A proposito, mi stavo dimenticando! Dovrei andare in un
negozio a cambiare una camicia…ti scoccia andare? >
< Mi stai chiedendo se mi scoccia andare a fare shopping con
te? >
< Esatto… >
< Tu sei matto! Andiamo! > esclamai ridendo.
Parcheggiammo non molto lontani dal centro di Londra, aspettai che
Robert si camuffasse per bene indossando una felpa bianca, un
cappellino bianco
e un paio di occhiali da sole neri e poi ci dirigemmo verso i negozi.
Per prima cosa andammo a cambiare la camicia e, appena entrammo
nel negozio, tutte le commesse fecero a gara per servirlo: tra tutte,
ci servì
una ragazza castana con i capelli mossi, con gli occhi azzurro intenso,
alta e
con il fisico da fotomodella che,nonostante vedesse che era con me,
fece in
tutti i modi la svenevole con lui.
Quando poi Robert uscì dal camerino provandosi una camicia e
un
paio di pantaloni e mi chiese come stesse, Tiffany, la commessa, che
non era
stata interpellata, rispose per me.
< Oh, se mi posso permettere, sei un figo da paura vestito
così! > cinguettò e la incenerii con lo
sguardo.
< Non lo so, non mi convince molto questa camicia…
> rispose
Rob, poi mi chiese < Giu che ne pensi? >
< Non mi piace… >
< Perfetto grazie > mi disse sorridendomi e facendomi
l’occhiolino.
“Muhahaha ben ti sta!” pensai
mentre guardavo l’espressione
sbigottita di Tiffany nel vedere che l’occhiolino di Robert
era rivolto a me e
non a lei.
< Rob? > lo chiamai.
< Sì? > disse dentro il camerino mentre si
stava togliendo
la camicia.
< Provati questa > dissi mentre gli porgevo una camicia
nera
di lino.
< Questa sì che mi piace! > esclamò.
< Oh sì, con questa camicia stai decisamente meglio
>
rispose Tiffany fissandolo intensamente quando uscì dal
camerino, nonostante
fosse seccata perché non era stata lei a dargli la camicia.
Restò ad adularlo per altri cinque minuti, poi alla fine
andammo a
pagare e, poco prima di uscire dal negozio, Tiffany ci
chiamò.
< Robert aspetta! Hai dimenticato gli occhiali da
sole… >
Robert tornò indietro verso la cassa e li riprese.
< Grazie >
< Figurati…un’altra cosa…ti
dispiacerebbe farmi un autografo?
> gli chiese lanciandogli uno sguardo da gatta morta.
< Certo > rispose sorridendole e le firmò un
pezzo di carta.
“Vuoi giocare Tiffany? Bene, eccoti
accontentata…” pensai
guardandola con un ghigno.
Quando Robert mi si riavvicinò nuovamente gli fregai gli
occhiali
da sole e li indossai.
< Prima o poi li perderai quegli occhiali lo sai? >
< Spero di no, li adoro! > mi disse ridendo.
Mi alzai in punta di piedi per baciarlo e prima di uscire mi
voltai verso Tiffany, che mi guardava con aria sempre più
sbigottita.
< Grazie mille, sei stata molto gentile ad aiutarci! >
esclamai e abbracciai Robert.
Una volta fuori dal negozio mollai la presa.
< Mi piace vederti gelosa lo sai? > mi disse sfilandomi
dagli occhi i suoi occhiali da sole e rimettendoseli.
< Scusa, ma Tiffany stava facendo troppo la
svenevole… >
< Sì forse…hey vieni > dissi
prendendolo per mano e
conducendolo davanti alla vetrina di un negozio.
< Guarda! > esclamai.
< Cosa? >
< Quei calzini! Oddio sono un amore! Devo assolutamente
prenderli per mia sorella! > esclamai ed entrammo nel negozio.
< Salve, posso esservi utile? > domandò una
commessa sui
vent’anni avvicinandosi a noi, per poi rimanere sbigottita
riconoscendo Robert.
< Sì, vorrei quei calzini da bimba con Winnie the
Pooh… >
risposi sperando che non iniziasse anche lei a rompere le scatole.
< Quelli con anche le farfalle con i brillantini? >
< Sì esatto! >
< Te le prendo subito > disse andando verso il magazzino
e
tornò pochi minuti dopo con due scatole < li abbiamo
rosa e bianchi. Quali
preferisci? > aggiunse.
< Quelli bianchi >
< Perfetto! Siete a posto così? >
< Se non è un problema daremo un’occhiata
in giro > rispose
Robert sorridendole.
< Certo, non ci sono problemi, se avete bisogno chiamatemi
>
rispose sorridendoci.
< Questa commessa mi piace, almeno non sta flirtando
spudoratamente con te… > sussurrai e Robert rise.
Ci separammo e lui andò nel reparto maschile, mentre io
quello
femminile e dopo dieci minuti Robert, non vedendomi, venne a cercarmi.
< Tesoro ti sei persa? >
< Sono nel camerino! Mi sto provando dei costumi…
>
< Posso vedere? >
< Certo! >
Aprii la tenda ed uscii con un costume a due pezzi color
grigio/verde acqua con la scritta in gotico
Rock‘n’roll. La parte sopra era a
triangolo, mentre i lati delle mutande erano disegnati con tanti fili.
< Ti sta benissimo questo costume! > esclamò
Robert.
< Come te lo vedi addosso? > domandò
gentilmente la commessa
avvicinandosi.
< Mi piace… > risposi.
< Sì, ti sta molto bene…vuoi provare anche
l’altro? > mi
chiese.
< Mmm…sì grazie >
La commessa mi passò il secondo costume ed io richiusi il
camerino
e uscii di nuovo dopo cinque minuti.
< Sei bellissima, ma preferisco l’altro > mi
disse Robert.
< Sì, concordo con lui > disse la commessa.
< Voi dite? >
Il secondo costume era color verde acqua, con il reggiseno sempre
a triangolo, solo che questo era tenuto da una specie di cordoncino con
perline
che prendevano il colore del costume; le mutande, invece, si
allacciavano sul
fianco sinistro.
< Beh, però c’è da ammettere che
sta veramente bene con
entrambi… >
< Piccola…uno te lo prendo io e uno te lo paghi tu
ok? >
< Assolutamente no! Tu non mi devi comprare niente! >
risposi.
< Voglio farti un regalo… >
< Rob no… >
< Se vuoi te li compro io! Sei da urlo! >
esclamò un ragazzo
guardandomi maliziosamente.
< Hey, non fai nient’altro da fare che guardare la mia
ragazza?
> rispose Robert visibilmente irritato e sussultai quando mi
sentii nominare
come sua ragazza.
< Evidentemente no… >
< Rob, calmati… > gli dissi notando che si
stava scaldando.
< Chiudiamo la tenda aspetta… > disse la
commessa.
Mi cambiai velocemente, preoccupata per quello che Robert avrebbe
potuto fare. Presi i due costumi e li rimisi dentro le scatole. Quando
uscii
dalla cabina notai che il ragazzo di prima se n’era andato.
< Tutto ok? > gli chiesi avvicinandomi.
< Sì…la commessa l’ha mandato
via…piccola allora cosa fai con i
costumi? >
< Beh…dopo aver notato che il primo viene ottanta
sterline,
mentre il secondo settanta, ho deciso di non prendere nessuno dei
due…costano
un po’ troppo… >
< Posso regalarti il primo che hai provato? >
< Perché? >
< Perché ti stava troppo bene e sarebbe un vero
peccato
lasciarlo qui… >
< Non demorderai facilmente vero? >
< Esatto… >
< Ve bene, ci rinuncio…se me lo vuoi regalare fallo
pure…grazie
> dissi sorridendogli.
< È un piacere… > prese il costume
e poi si diresse verso la
cassa.
Pagò ed infine uscimmo ed io, poco convinta, tornai dentro
il
negozio e uscì pochi minuti dopo con una nuova sportina,
contenente il secondo
costume.
Robert scoppiò a ridere.
< Vedo che alla fine hai ceduto… >
< Sì…tanto i costumi li metto,
quindi… >
< Beh, hai fatto bene. Ti stavano veramente bene entrambi
>
disse sorridendo.
Restammo in giro fino alle cinque e mezza del pomeriggio: Robert
comprò
anche dei giochi per i suoi nipoti, un costume a pantalone per lui, un
dopobarba su mio consiglio e due paia di scarpe da ginnastica.
Io presi oltre ai costumi e i calzini per mia sorella, una
maschera per il viso, tre cerchietti, un pigiama estivo e due paia di
scarpe:
un paio di sandali bianchi e un paio di ciabatte da mare.
Arrivammo a casa di Robert e scaricammo tutte le buste in casa.
< Piccola faccio una scappata da mia sorella che porto i giochi
ai bambini e poi torno. Mi aspetti qui? >
< Ok certo >
< Benissimo, torno tra una ventina di minuti >
< A dopo > risposi.
Quando rimasi sola, mi misi subito in costume e feci un tuffo in
piscina e quando Robert tornò a casa non lo sentii; capii
che era arrivato solo
quando, dopo che era entrato in piscina, mi sentii prendere per i
fianchi.
< Hey… >
< Hey… >
< Costume nuovo? >
< Anche tu se non vedo male >
Sorridemmo entrambi, poi mi avvicinai a lui e ci baciammo. Ci
staccammo solo quando spinsi la sua testa dentro l’acqua
ridendo e lui, per
farmela pagare, mi prese in braccio e uscimmo dall’acqua. Una
volta risaliti in
superficie, sempre tenendomi in braccio, si tuffò insieme a
me. Restammo a
giocare per qualche ora e quando si fece buio tornammo dentro casa.
< Ti va di mangiare degli spiedini di pesce? Mi sono fermato a
prenderli mentre stavo tornando a casa… >
< Più che volentieri! > risposi.
< Ok dai allora vai a farti una doccia e poi quando torni ci
diamo il cambio >
< Signorsì capitano! > esclamai prendendolo in
giro.
Tornai in cucina dopo venti minuti e gli diedi il cambio.
< Eccomi > disse abbracciandomi da dietro una volta sceso.
< Hey > risposi appoggiandomi al suo petto e chiudendo
gli
occhi.
< Che buon profumo… >
< Parli di me o degli spiedini? >
< Degli spiedini, è ovvio! Ho una fame…
> rispose ridendo.
< Metti a tavola tu mentre io finisco di preparare i pomodori?
>
< Certo! >
Dopo cena sparecchiammo, poi Robert mi prese per mano e mi
portò
in piscina.
< Rob, non ho intenzione di fare un altro bagno…
>
< Infatti non devi farlo. Aspetta qui > mi disse per poi
scappare in sala.
Tornò dopo un minuto con lo stereo. Lo accese e mise su una
stazione radio.
< Mi concede questo ballo? > domandò
porgendomi la mano.
< Con molto piacere mio cavaliere! > risposi ridendo.
Ballammo un lento sulle le note di Far Away dei Nickelback.
Misused, Mistakes
Too long, Too late
Who was I to make you wait
Just one chance
Just one breath
Just in case there's just one left
'Cause you know,
you know, you know
That I love you
I have loved you all along
And I miss you
Been far away for far too long
I keep dreaming you'll be with me
and you'll never go
Stop breathing if
I don't see you anymore
On my knees, I'll ask
Last chance for one last dance
'Cause with you, I'd withstand
All of hell to hold your hand
I'd give it all
I'd give for us
Give anything but I won't give up
'Cause you know,
you know, you know
That I love you
I have loved you all along
And I miss you
Been far away for far too long
I keep dreaming you'll be with me
and you'll never go
Stop breathing if
I don't see you anymore
So far away
Been far away for far too long
So far away
Been far away for far too long
But you know, you know, you know
I wanted
I wanted you to stay
'Cause I needed
I need to hear you say
That I love you
I have loved you all along
And I forgive you
For being away for far too long
So keep breathing
'Cause I'm not leaving you anymore
Believe it
Hold on to me and, never let me go
Keep breathing
'Cause I'm not leaving you anymore
Believe it
Hold on to me and, never let me go
Keep breathing
Hold on to me and, never let me go
Keep breathing
Hold on to me and, never let me go
< Beh, quando hai detto “mi
concedi questo ballo?“, intendevi veramente un
ballo solo >
< Piccola, sono un uomo di parola io, non lo sapevi? >
< L’ho notato… > risposi e iniziai a
rabbrividire.
< Hai freddo? > mi chiese preoccupato.
< Un po’…sai, stare solo con un vestitino
leggero non è che sia
così tanto caldo… >
< Hai ragione…dai su torniamo in casa > disse
prendendo lo
stereo e rientrando.
Ci sedemmo sul divano e guardammo la televisione per circa
quaranta minuti poi, alle undici e mezza, proposi di andare a dormire,
dovendoci svegliare molto presto la mattina seguente. Indossai il mio
pigiama
e, quando entrai nel letto, mi accoccolai tra le sue braccia; lui si
addormentò
subito, mentre io l’osservai dormire per un’oretta
e poi, esausta, mi
addormentai.
Sabato mattina ci svegliammo prima del previsto, all’incirca
verso
le sei.
< Hey… >
< Buongiorno >
< Facciamo colazione? >
< Non ho fame…mi si è chiuso lo
stomaco… > risposi triste.
< Eddai, sto via solo una settimana, non per sempre…
>
< Sarà peggio quando tornerò io in
Italia… > dissi in
Italiano, in modo che non capisse.
< Cosa? > domandò curioso.
< No, niente… > risposi scuotendo la testa.
Dal momento che Robert aveva preparato in fretta e furia la
valigia, mi chiese di aiutarlo a sistemarla, visto che eravamo entrambi
svegli
ed era presto. Finimmo dopo un’ora e poi scendemmo per bere
solo un caffè. Ci
vestimmo molto lentamente ed io prendevo in giro perché
Robert voleva infilarsi
le mie maglie.
< Senti, solo perché Lizzy da piccolo ti vestiva da
donna,
questo non vuol dire che devi rovinarmi i vestiti in memoria dei vecchi
tempi…
>
Non mi ascoltò minimamente.
< Come mi sta questa maglia? > mi chiese dopo essersi
infilato un mio golfino.
< Stretta direi… > risposi ridendo e, dopo
aver preso la
macchina fotografica, gli feci qualche foto con il mio golfino.
< Ed io ora che me ne faccio di un golfino tutto allargato?
>
< Beh, tutte le volte che lo guardi puoi pensare a
me… >
< Quello l’avrei fatto anche senza golfino…
>
< È più romantico col golfino…
> disse ridendo < Vieni
qui piccola… > aggiunse aprendo le braccia.
Mi catapultai addosso a lui e restammo abbracciati per diverso
tempo; dopodiché a malincuore, ci staccammo e, una volta
arrivato il taxi che
avevamo chiamato dieci minuti prima, ci dirigemmo verso
l’aeroporto.
Quando arrivammo notai che erano già arrivati tutti, Teo
compreso:
fu tristissimo per me salutare i ragazzi, perché non sapevo
se li avrei rivisti
ancora, perché sarebbero ritornati tutti dalle loro famiglie
e così, col
magone, abbracciai tutti energicamente.
< Questo non va bene! La mia compagna di ballo non deve essere
triste capito? >
< Kell come farò senza di te? Con chi
andrò a ballare? >
< Chi ti pesterà i piedi più che
altro… > rispose lui
ridendo.
< Ecco, bravo! Hai rovinato l’atmosfera! > gli
feci la
linguaccia.
< Ragazze mi mancherete un casino! > dissi abbracciando
Kristen,
Nikki ed Ashley.
< Anche tu! Ma non credere di liberarti di noi chiaro? Una
volta finita la settimana torneremo a Londra! >
< Davvero? >
< Ma certo! Non possiamo lasciarti in mano a quel maniaco per
tutta l’estate, anche se Emma ti controllerà
ovviamente… >
< Hey, guarda che ti sento Kris! > rispose Robert e
scoppiammo tutti a ridere.
Arrivò anche il turno di salutare Peter, Elizabeth, Jackson, Cam,
Rachelle, Taylor e Edi.
<
Ciao Cam! > dissi abbracciandolo forte.
< Ciao pulce! Ci vediamo quando torno ok? >
< Torni? > domandai felice.
< Ma certo! > rispose scompigliandomi i capelli.
< Ciao! Ricorda che devi leggermi le storie quando torno!
>
disse Taylor abbracciandomi energicamente.
< Certo Taylor, tranquillo! > risposi abbracciandolo.
< Quali storie? Perché scrivi? > chiese
Stephenie.
< Beh…sto scrivendo una parodia di
Twilight… >
< Una parodia di Twilight? >
< Non è proprio una parodia su tutto il
libro…è una storia
composta da venti capitoli nei quali ogni volta faccio morire Jacob
Black… >
< Oddio davvero? Voglio leggerli anche io! >
< Allora sarete costretti a tornare tutti a Londra,
così potrò
leggerveli… >
< Mi sembra giusto…finito a San Diego ci mettiamo
tutti
d’accordo e torniamo a Londra solo per sentire le tue storie!
>
< Guardate che ci conto! >
< Sì, tranquilla! Io tornerò di sicuro,
anche perché ho
promesso ai miei figli che li avrei portati… >
< Grande Steph! > dissi abbracciandola.
< E chi non torna a Londra paga penitenza! >
esclamò Teo.
< Io appoggio Teo! > rispose Robert.
Facemmo tante altre foto, poi Robert mi prese per mano e mi
condusse lontano dagli altri per stare con me qualche minuto prima di
fare il
check-in.
< Sbadatella cerca di non ammalarti ok? >
< Perché dovrei ammalarmi? > domandai.
< Non sei tu quella che si è dimenticata la settimana
scorsa le
chiavi di casa in camera e che si stava per prendere un bel raffreddore
solo
pochi giorni dopo il suo arrivo qui a Londra? > chiese divertito.
< Sì ma…vabbè, prometto di non
ammalarmi…contento? >
< Sì > disse avvicinandosi per baciarmi.
< Mi mancherai… >
< Anche tu amore… >
“No, mi rifiuto di piangere adesso! Avanti Giu,
starà via solo
una settimana! Se piango ora che sta via solo per sette giorni,
figuriamoci
quando tornerò a Ravenna!” pensavo
continuamente mentre gli sorridevo e
mascheravo il mio cattivo umore.
Dopo esserci baciati nuovamente, mi prese il polso e mi
allacciò
un braccialetto.
< E questo? > domandai.
< L’ho comprato giovedì sera in una
bancarella mentre mi stavo
dirigendo con i miei familiari al ristorante. Ti piace? >
< È bellissimo > esclamai abbracciandolo per
poi tornare a
fissare il braccialetto: era di cuoio con un tante di perline colorate
e
attaccate come se fossero pendenti.
< Sai, Samantha mi ha aiutato a sceglierlo… >
< Appena la vedrò la ringrazierò! >
esclamai e sorridemmo
entrambi.
Quando tornammo dagli altri li salutai abbracciandoli di nuovo,
poi andarono a fare tutti il check-in e restammo solo Teo, Emma,
Rupert, Daniel,
Tom, Jared ed io.
< Ragazzi…vi va di fare colazione? > propose
d’un tratto
Tom.
< Sì…questa mattina né io
né Robert abbiamo mangiato… >
< Io nemmeno… > aggiunse Emma.
< Mi sa che qui non ha mangiato nessuno… >
disse Teo.
< Andiamo al bar dell’aeroporto o in un altro bar?
> domandò
Daniel.
< Ce ne sarebbe uno qui nei dintorni dove fanno un cappuccino
veramente buono e le paste sono ottime… > disse Jared.
< Il White Coffe? > domandò Emma.
< Sì > disse Jared.
< Andiamo lì? > chiesi.
< Sì! Ci troviamo al White Coffe tra venti minuti,
ok? >
disse Daniel.
< Sì! > risposero in coro.
Arrivammo dopo venti minuti al bar e mentre stavamo facendo
colazione vidi un aereo alzarsi in volo. Era l’aereo di
Robert. Sorrisi e
mentalmente gli augurai buon viaggio.