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Autore: luley0    01/11/2015    3 recensioni
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=eWWi3vaC2bA
Il giorno che si incontrarono Sophia e Zayn non potevano immaginare che si sarebbero inseguiti negli anni
Sophia conosce Zayn quando ha soli tredici anni, da quel momento in poi i due saranno destinati a rincontrarsi più volte nel corso degli anni per brevi ma intensi intervalli di tempo. Arrivata all'età di ventitré anni, sul punto di abbandonare Londra e i suoi sogni nel cassetto, le si presenta l'occasione che può cambiare la vita e diventa l'assistente personale di Harry Styles. Solo successivamente scoprirà che Harry è il migliore amico di Zayn, con il quale - dopo una vita passata a trovarsi e sfuggirsi di nuovo - avrà la propria occasione per restare.
«Se ti avessi incontrato prima, forse… mi sarei innamorata di te»
«Forse»

‘Ma allora ognuno, inconsapevolmente, è artefice del proprio destino oppure è quest’ultimo a riproporti combinazioni e combinazioni fino al suo corretto compimento? ’
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Trailer della storia

Capitolo 11

«Ricapitolando... Dobbiamo avvicinare Finch, provare a non essere uccisi nel gioco, far finta di essere fidanzati e far sì che Meredith non scopra che stiamo facendo finta di essere fidanzati per non distruggere tutte le tue possibilità di far affari con Finch» dissi tutto d'un fiato, tanto che giunsi all'ultima parola smorzandola.

«Esattamente»

Harry sorrise del tutto tranquillo, al contrario mio che ero un fascio di nervi.

«Questo non è un lavoro normale» decretai, sospirando.

«Povera Sophy - mi derise lui facendo labbruccio e sfiorandomi il naso con l'indice - dovresti tornare a fabbricare buste della spesa... quelli sì che erano tempi!»

«Hey! Non fabbricavo buste della spesa... Impaginavo volantini del supermercato» mi lamentai, mettendo un falso broncio.

«Ah, scusami... Posso solo immaginare quanto fosse eccitante»

Alzai gli occhi al cielo chiedendomi ad alta voce «Cosa ho fatto di così tremendo da meritarmi te?»

Harry fece finta di non sentire, ma non mi sfuggì come le pieghe all'estremità dei suoi occhi si diramassero accendendone le iridi verdi. Stava trattenendo un sorriso. Lo facevo divertire, ma non l'avrebbe mai ammesso.

Il corridoio del terzo piano era il campo da gioco del nostro gruppo, era allestito nel minimo dettaglio e non lasciava al caso neanche il più piccolo particolare, tanto che sembrava di essere entrati in un mondo parallelo.

I tacchi delle nostre scarpe producevano un rumore sordo sul pavimento in moquette. Sembrava una casa antica dall'esterno ma, appena all'interno, era chiaro fosse stata ristrutturata in tempi recenti.

Mi lasciò esterrefatta il modo in cui la villa fosse stata trasformata in un vero e proprio hotel dell'orrore. Le porte avevano le targhe in ottone laccato oro, con il numero sopra, e ogni coppia aveva ricevuto una chiave con un'etichetta in cuoio che recitava le cifre della stanza assegnata. Le luci, volutamente fioche, invece donavano all'ambiente un'atmosfera spettrale.

Alla ricerca della nostra camera ci accorgemmo della presenza di Niall ed Emma che, di fronte la stanza numero sei, parlavano e ridevano di gusto. Erano ancora troppo lontani per accorgersi del nostro arrivo, e sinceramente non sembravano molto interessati a ciò che stesse accadendo intorno, perché di colpo si zittirono e il biondo sospinse di poco la mia amica sull'asse della porta.

Nonostante la lontananza non mi sfuggì come il biondino prese ad accarezzare la guancia di lei, o come i suoi occhi blu fossero concentrati a studiare la linea perfetta delle labbra della ragazza. Dal canto suo, Em si tese come una corda di violino ma non girò la faccia neanche quando lui accarezzò con il pollice la sua guancia, e continuò a fissarlo affannata quando lo stesso dito scese a stuzzicarle il labbro inferiore.

Strinsi la mano di Harry, senza pensarci, mentre camminavamo fianco a fianco, bloccandomi di colpo una volta che mi fu chiara l'immagine di ciò che stava succedendo, e obbligando lui con me.

Niall infine si chinò sulle labbra di Emma e io per poco non lanciai un urlo.

Sapevo che non erano fatti miei e che Emma era abbastanza grande per decidere da sola, ma una popstar con problemi di alcool non era sicuramente ciò che definivo 'buon partito'!

I due presero a baciarsi appassionatamente nell'arco di pochi secondi, mentre Harry cercava di tirarmi verso il corridoio parallelo per evitare che intervenissi.

Tuttavia qualcuno lo fece per me siccome le porte dell'ascensore si aprirono proprio di fronte i due ragazzi, rivelando prima la figura di uno degli chaperon assunti da Finch e poi quella di quattro ragazzi che, solo dopo alcuni secondi, identificai come Louis, Reese e rispettivi accompagnatori.

Emma non sembrò accorgersi di nulla perché approfondì il bacio aggrappandosi alla giacca di Niall, il quale aveva il gomito appoggiato alla porta e con la mano libera le stringeva la vita.

Lei, ancora ignara dell'invadenza di occhi indiscreti, lo avvicinò a sé prendendogli il viso tra le mani e permettendogli di spingersi maggiormente contro il suo corpo.

Louis era immobile ad osservare la scena, e avrei potuto giurare di aver sentito il suo cuore frantumarsi in mille pezzi.

Reese aveva ragione, conosceva il fratello meglio di chiunque altro; Louis non odiava il fatto che Emma stesse con Niall perché non poteva sopportarlo ma non lo sopportava perché stava con Emma.

Quando il suono dei loro sospiri affannati scandì l'ennesimo bacio, Ree si schiarì la voce rumorosamente per attirare l'attenzione. Solo allora si accorsero della presenza di tutti noi.

Emma spalancò gli occhi per poi allontanarsi di un po' dal biondo; portandosi le dita sulle labbra, come se nascondendole avesse potuto celare ogni sua piccola colpa, non riuscì a sostenere gli occhi azzurri di Louis che la stavano praticamente consumando e li forzò sul pavimento.

«Numero sette, eh? - chiese Niall con fare provocatorio dopo essersi ricomposto, notando le chiavi che il castano aveva in mano. Era imperturbabile, forse solo un po' infastidito dall'interruzione - le nostre camere sono praticamente attaccate»

Il sorriso subdolo di Niall era la conferma che il riferimento alle camere vicine stesse ad alludere, sebbene velatamente, alle possibili rumorose attività notturne. Emma tuttavia era troppo scossa - e anche troppo ingenua - per afferrarne il significato.

Avrei voluto tirare un pugno a quel faccino di bronzo, ed Harry - con il quale, nel mentre, mi ero avvicinata di più al gruppo - lo capì, perché mi afferrò il braccio portandomi a fare un passo indietro.

Louis non lo ascoltò nemmeno, i suoi occhi erano ancora incastrati in quelli chiari quanto sfuggenti di Emma. Rividi me stessa in quello sguardo terso, sapevo come ci si sentiva ad essere nei panni di Lou.. E anche in quelli di Emma, sebbene non me ne facessi onore.

«È quasi mezzanotte - Ree ruppe il pesante silenzio che ci stava risucchiando tra le pareti di quello stretto corridoio - tra poco suonerà l'allarme di inizio gioco, dobbiamo entrare nelle nostre camere»

***

«Ok, io pensavo che a Louis piacesse Emma... Non che se ne fosse innamorato - Esclamò Reese sprofondando sul letto della stanza che condividevo con Harry, si era autoinvitata bellamente senza troppe cerimonie e aveva preso possesso della camera ancor prima che posassimo a terra i nostri bagagli - non penso di averlo mai visto così scosso»

«Sì, in effetti è sbiancato appena li ha visti» parlò il riccio, e nel mentre prese a spostare tutti i vestiti e gli accessori che avevo sistemato sui ripiani dell'armadio.

«Hey! - mi lamentai - avevamo detto tre ripiani per me e uno per te!»

«No, tu l'hai detto!»

«Ma tu hai solo due maglie, e per di più sono uguali!»

«Ho solo due maglie perché staremo qui dentro per soli due giorni» rispose esasperato come se il suo ragionamento fosse ovvio.

Ovvio che non lo era.

«E se una si sporca? E se devi vestirti più elegante domani? E se invece farà più freddo e hai bisogno di una felpa? - iniziai ad elencare, e lui provò a rispondere con un «sei fastidiosamente previdente» che sentii appena perché iniziai subito a spostare ad uno ad uno i suoi dannatissimi prodotti per capelli in un angolino recondito dell'armadio - piuttosto, perché diavolo hai portato tutte queste bottigliette inutili? Tanto tra qualche anno diventerai calvo»

Harry si toccò i capelli terrorizzato, come per controllare che stessero ancora tutti lì, poi scrollò la testa cambiando discorso «Quello che mi chiedo su Louis e su come ha reagito è... perché solo ora? Non siete amici da una vita, voi quattro? Solo ora si è reso conto che Emma gli piace?» chiese il riccio.

«Forse è una cosa recente» provai.

«O forse solo ora si sta accorgendo di poterla perdere - rispose Ree - in fondo Emma ha sempre avuto storielle di poco conto e che si contano sulle dita di una mano. Ed ho notato che è un periodo che si sta allontanando da lui, non so se sia dipeso dall'arrivo di Niall»

«Se è per questo la stiamo perdendo anche noi - riflettei ad alta voce - non le si può dire niente, soprattutto su Niall, che si mette sulla difensiva»

«Non ci voleva questa nuova frequentazione»

«Qual è il problema? Niall e Emma si stanno conoscendo... Se a lei lui piace perché dovrebbe rappresentare un problema?» si intromise Harry arrendendosi a lasciarmi tutto lo spazio e andando a prendere un paio di birre dal mini frigo.

«Tu davvero credi che Niall vada bene per Em?» chiesi retorica, con una palese punta di scetticismo sulla lingua.

«Perché non dovrebbe andare bene?»

«Niall non è una persona normale... Sempre in tour, sempre pieno di donne e sempre a qualche festa... Emma soffrirà solamente»

«Se è questa la base su cui lo giudichi... Ricorda che fino ad adesso è stato un ragazzo single, libero di fare quello che voleva - ormai era diventata una discussione tra me e Harry - ma in ogni caso, anche se lui non fosse adatto ad Emma... Cosa c'entra Louis in tutto ciò?»

«Louis è perfetto per lei»

«Se sono così perfetti, perché non stanno insieme?» mi provocò Harry.

«Beh... Cosa vuol dire? Solo perché non hanno mai avuto i tempi giusti non significa che non siano fatti l'uno per l'altro»

Harry sorrise furbo, abbassando lo sguardo alla sua bottiglia di birra.

«Allora lo vedi? Ciò che non ti permette di essere felice non è il fatto di essere insieme in un tempo sbagliato... Sei tu a non permetterti di essere felice»

Aprii la bocca senza emettere tuttavia nessun suono udibile. Harry mi aveva stuzzicato portandomi proprio dove voleva, cioè ad ammettere che tutto il discorso fatto prima su Zayn fosse solo una scusa con cui giustificavo il mio non volerci provare.

«Oppure essere insieme nei tempi giusti ma nei posti sbagliati» continuò, ma non badai molto alla sua ultima frase, perché ero già a fare avanti e indietro sul tappeto persiano al centro della stanza lamentando di come riuscisse ogni volta a rigirarmi come una frittata.

«Basta! D'ora in poi inizierò ad osservare il voto del silenzio con te! Come fai a farmi dire quello che vuoi?»

«Non voglio prendermi meriti che non ho - Harry iniziò a gongolare, ridacchiando in modo irritante - sei tu a rendermi tutto più semplice»

«Certo che per essere una falsa coppia... Siete abbastanza affiatati - prese la parola Reese che, sorridendo sorniona, per tutto il tempo non aveva fatto altro che osservarci - anzi spiegatemi un po' cos'è questa storia»

«È una pessima idea per rendermi ridicola con Zayn» sospirai affranta.

«Forse volevi dire che è la mia brillante idea per far ingelosire Zayn» ritrattò Harry.

«Attenti - disse Ree, ridendo - se continuate a battibeccare in questo modo... potreste rischiare di essere quasi credibili»

«Ma se siamo stati pessimi prima!» piagnucolai, imbarazzata anche solo al pensiero della cena.

Reese sembrò pensarci su, portando un paio di dita al mento, poi scattò in piedi dando un'occhiata all'orologio.

«Harry tu sei un pessimo attore e tu, Soph, dovresti evitare di guardarlo con quegli occhi da tivorreiuccidereora, piuttosto cercare di essere voi stessi... siete una coppia formidabile anche senza provarci. Comportatevi come quando siete a lavoro, però vi consiglio di essere un po' più affettuosi tra voi»

***

Una volta che Reese fu fuori, chiusi la porta dietro di me, appoggiandomi e lasciando che il mio corpo scivolasse lungo essa fino a raggiungere la moquette blu mare.

Mi servirono quei pochi minuti di calma apparente e silenzio per riordinare avvenimenti ed emozioni. E quello che ne era venuto fuori era soltanto un gran caos di sentimenti.

Mi sedetti e raccolsi la testa tra le mani, i capelli che avevo arricciato per l'occasione caddero a cascata sulle ginocchia, impedendomi di vedere oltre.

«Hey» dopo alcuni minuti i passi e il tono pacato, anche leggermente preoccupato, di Harry mi scossero dalla miriade di pensieri che si stavano affollando nella mia già dolorante testa. Si era cambiato, jeans neri e camicia verde scuro.

«Cosa c'è?»

«In che casino ci siamo messi? - gli dissi con voce spezzata - non ricordo di aver fatto nulla di più stupido... neanche alle elementari»

«Se non te la senti... ci penso io a sistemare tutto - Harry, inginocchiandosi, raccolse i miei capelli riportandoli indietro, liberandomi così la visuale ad uno dei suoi sorrisi dolci. Provava a trasmettermi un pizzico della sua tranquillità. Anche se, qualcosa mi diceva, che anche lui era turbato per qualche motivo - non è stata un'idea brillante, lo so...»

«Allora lo ammetti?» risi.

«Sì ma qui lo dico e qui lo nego - si sedette di fronte a me incrociando una gamba per terra e lasciando che l'altra piegata sfiorasse la mia spalla. Per fortuna, notai, aveva indossato un paio di scarpe da ginnastica e non le solite scarpe eleganti che tanto gli contestavo - senti Soph, è stata la prima cosa che mi è venuta in mente da fare... Tu mi sembravi a disagio davanti Zayn e Giselle, quasi umiliata dalla situazione e volevo fare qualcosa... Avevi quell'espressione...»

«Quale espressione?»

Aggrottai lo sguardo.

«Si dai, quell'espressione» tornò a ripetersi senza farmi capire, alzando un sopracciglio.

Stetti zitta, aspettando che si spiegasse meglio.

«Quella che metti su quando ti senti a disagio. Sgrani gli occhi e arricci il labbro superiore... Insomma, la solita - concluse come se avesse appena detto qualcosa di talmente palese da non richiedere spreco di fiato - ogni volta non so se stai per scoppiare a piangere o per fare una sfuriata. Ce l'avevi la sera che ci incontrammo, al tavolo con le modelle, o quando Niall ti ha dato della portaborse... ma questa volta, con Zayn, avrei giurato che saresti scoppiata a piangere da un momento all'altro»

Harry prese a toccarsi i capelli, probabilmente imbarazzato da quella piccola ma preziosa descrizione che aveva fatto di me. Era sempre distratto e con mille cose da fare, per non parlare della sua propensione a viaggiare sempre col pensiero su binari non convenzionali, non mi aspettavo di certo che si prendesse del tempo per osservarmi così attentamente. Eppure avevo da sempre vantato di essere una di quelle persone capaci di non far trasparire nessuna emozione, era difficile capire a cosa stessi pensando. E potevo affermarlo per esperienza personale.

«Lo so che eri in buona fede quando hai risposto che stavamo insieme - bisbigliai dopo qualche secondo, non volevo mettere Harry ulteriormente in imbarazzo - ed avevo quella espressione perché Giselle è stato uno dei motivi per cui tra me e Zayn non ha funzionato... ma hai pensato alle conseguenze? Non tanto per me, che non ho niente da perdere...»

«Che significa?»

«Significa che Zayn potrebbe fregarsene altamente oppure... Prendersela con te. Non voglio mettermi in mezzo alla vostra amicizia»

«Lui non potrebbe dirmi niente in ogni caso... sta con Giselle, fino a prova contraria. E poi se il piano funzionasse... potremmo anche decidere di rivelare la messinscena»

«Non so se sia una buona idea»

«Vuoi che mi inventi qualcosa per tirarci fuori da questa farsa? Possiamo lasciare la villa anche ora» propose poi, conscio della mia incertezza.

«No, dobbiamo ancora avvicinarci al signor Finch... Non possiamo abbandonare proprio ora»

«Parlavo anche del finto fidanzamento... Posso ritrattare facendoti uscire pulita»

Non so quale lampadina mi si accese in quell'istante, forse fu Harry che mettendosi in piedi mi prese con sé e mi tirò su accarezzandomi con il calore del suo tocco lungo il braccio, o forse i suoi occhi che trattenevano la tacita promessa di starmi accanto qualsiasi cosa fosse successa. O forse semplicemente parlare con lui mi aveva dato nuova forza. Qualsiasi fosse stata la causa, improvvisamente percepii una, nuova per me, determinazione. Pensai a tutti quelli che erano stati i miei limiti negli ultimi dieci anni. Avevo fatto delle rinunce, avevo assopito sogni e desideri per non dare fastidio, per non rappresentare un problema per nessuno.

Ma al diavolo.

Avevo da poco colto l'occasione della mia vita accettando un lavoro da sogno. Di certo non mi sarei fermata sul più bello.

Sarei diventata un problema, un fastidio. Per Giselle, e anche per Zayn, avrei fatto qualsiasi cosa, anche la meno ortodossa, pur di arrivare all'obiettivo.

Il mio scopo era chiudere una porta, una fase della mia vita. Quella dell'insicurezza. Rimaneva solo da chiedersi se Zayn sarebbe rimasto fuori o avrebbe varcato la soglia.

«Sai una cosa? - esclamai, gli occhi di Harry scattarono nei miei - dovremmo farlo invece, ho cambiato idea»

«Soph, sei sicura di star bene? - annuii con troppo entusiasmo perché lui continuò a guardami male - hai mai preso in considerazione di farti dare l'infermità mentale?»

«Ah, davvero simpatico! - sbuffai - piuttosto, la settimana di prova è finita da un pezzo... e non mi hai detto più nulla»

Harry si allontanò di qualche passo per avvicinarsi al letto dove aveva lasciato il telefono, ma mantenne di poco la testa girata verso di me rendendomi chiara la sua perplessità.

«Quale settimana di prova?» mi chiese come se fosse appena sceso dalle nuvole.

«La mia settimana di prova! - esclamai - come puoi essertene dimenticato»

«Ah sì, la settimana di prova - ritornò a pochi passi da me del tutto tranquillo - perché? Ci credi ancora?»

Spalancai la bocca, e incrociando le braccia attesi una risposta un po' più esaustiva. O meglio, attesi una risposta per poi urlargli contro indipendentemente da essa.

«Era una cazzata - spiegò con quella calma da prenderlo a schiaffi - tu continuavi a blaterare sulla moralità, la preparazione professionale e altre stronzate del genere e ti ho raccontato la prima cosa che mi è venuta in mente per farti stare zitta»

«Mio Dio, non posso crederci! - urlai - mi hai preso in giro! Io.. Io...»

«Lo stai facendo di nuovo - Harry portò le mani al petto come difesa appena io iniziai a dare in escandescenza, con l'espressione in volto di un bambino che ha combinato un guaio davanti alla mamma - stai sgranando gli occhi ... Ma questa volta penso che tu stia per fare una sfuriata»

«Oh sì, pensi bene!»

Quando l'allarme suonò capimmo che il gioco era appena iniziato. Ciò non ci permise di continuare la nostra discussione o per meglio dire, la sfuriata che stavo facendo ad Harry senza che lui avesse modo di replicare.

Il gioco era una sorta di Cluedo vivente in cui bisognava trovare arma del delitto, movente e colpevole. Se fossimo rimasti 'vivi' e avessimo trovato il colpevole, io ed Harry avremmo avuto più possibilità di avvicinarci a Finch e di parlare.

Quando andai a controllare con chi la sorte avesse deciso di farmi giocare la prima manche per poco non mi venne un mancamento.

Io e Zayn, nella biblioteca.

Perfetto.

***

«Sei qui»

La luce bassa della stanza non era l'unica causa della mia inquietudine, il vero responsabile era lui.

Si era cambiato, jeans dal lavaggio nero e maglioncino grigio. Niente avrebbe potuto pregiudicare la sua bellezza, neanche il tempo.

«Strano, vero? - rise, ma la sua risata non aveva nulla di spontaneo - siamo ancora io e te...»

«Zayn.. Ascolta»

«Sophie»

Parlammo in contemporanea, per poi abbassare lo sguardo imbarazzati.

«Parla tu» mi sollecitò.

«Vorrei... - iniziai con un filo di voce - vorrei che facessimo chiarezza»

Ecco, non mi sentivo credibile. Io stessa stavo mentendo spudoratamente sebbene non avessi detto ancora una parola.

Ma avevo bisogno di un vero confronto con lui, un momento di sincerità assoluta. Indipendentemente da come le nostre vite fossero andate avanti separatamente.

«È quello che vorrei anche io - Zayn era nervoso, si toccava la barba in continuazione sfregandoci contro i polpastrelli, e Dio solo da dove presi la forza per non guardare quelle labbra meravigliose - le cose non dovrebbero più andare così tra noi. Incontrarci casualmente e poi perderci. Soprattutto non avrei voluto sapere di te ed Harry in questo modo, avreste potuto dirmelo quella sera stessa in casa mia. Almeno non avrei fatto la figura dell'idiota»

Lo sentii inquietarsi dal tono di voce, nonostante la partenza diplomatica e pacata a cui si era costretto mandando giù un groppo alla gola.

Tra noi non era finita.

Ci veniva così facile dirci addio, ma non facevamo altro che dannarci nel dimostrare di poter andare avanti senza aver bisogno dell'altro.

«Anche tu avresti potuto dirmi di Giselle - lo attaccai, mi venne spontaneo - invece di chiedermi di rivederci e di riempirmi di cavolate sul quanto significasse qualcosa l'esserci incontrati di nuovo»

«Io e Giselle... - sospirò, frustrato - non è come pensi, non siamo tornati insieme dopo che io e te ci siamo lasciati tre anni fa...»

«Non mi importa» mentii, mettendo la distanza che reputavo più giusta tra di noi.

Quella del tavolo in cui erano stati sistemati casualmente i libri per riprodurre al meglio l'ambiente di una biblioteca.

«Sì che ti importa - Zayn però non la pensava come me, perché iniziò a seguirmi tracciando con una mano il perimetro del tavolo rettangolare fino ad arrivare ad afferrare il mio braccio - ti importa come a me importa di te ed Harry»

«A che gioco stai giocando, Zayn? È giusto che tu stia con Giselle, il tempo mi ha dato ragione... Non ero pazza quando mi facevo venire le crisi di gelosia perché tu non eri mai presente per me, ma sempre accanto a Giselle ogni cosa le accadesse!»

«Sai benissimo qual era la situazione da lei, non potevo abbandonarla» rispose innervosito.

«Certo, però potevi abbandonare me!»

«Non l'ho mai fatto perché...»

«Perché, cosa?»

«Perché... sai cosa provavo per te»

«No, non l'ho mai saputo»

Zayn era ad un centimetro da me, che respirava affannosamente, e non sapevo neanche come si fosse avvicinato così tanto.

«La tua era solo una cotta di poco conto - dissi prima che potesse aprire bocca - Ora stai con Giselle e lei, a quanto pare, non conosce neanche il mio nome»

«Giselle sa benissimo chi sei» commentò a denti stretti.

Strattonai il mio polso dalla sua presa, dirigendomi a passi svelti verso la porta.

«Aspetta -la sua voce però mi tirò indietro come un magnete - se non smettiamo di fare sempre gli stessi errori non riusciremo mai ad uscire da questo circolo vizioso»

Chiusi gli occhi, ancora dandogli le spalle, e presi quanto più ossigeno potessi. Mi imposi di non piangere, mordendomi il labbro inferiore.

Aveva ragione. Noi non riuscivamo a fare altrimenti, ci gridavamo contro. Parole mirate a ferirci.

Funzionava così tra noi. Non ne avevamo mai abbastanza. Mettevamo l'anima nel distruggerci.

«Volevi sincerità, vero? - dopo un silenzio doloroso, colmo di ricordi, parlò. Il suono delle sue parole era più dolce, quasi quanto il tocco della sua mano sul mio collo - sarò sincero con te, non sbaglierò più»

D'istinto portai la mano destra dietro il collo, per farla aderire alla sua. Lui la strinse, e questo bastò per farmi accelerare i battiti del mio cuore.

Non potevo vederlo, ma lo sentivo. Sentivo che, proprio come me, avrebbe voluto starmi più vicino. Affondare nell'incavo del mio collo e stringermi la vita.

Forse non eravamo mai stati bravi a comunicare con le parole, ma conoscevamo perfettamente l'uno il corpo dell'altro.

E una cosa era certa: stare lontani non era qualcosa che ci riusciva bene.

«Ho ripreso a frequentare Giselle qualche giorno prima che ci incontrassimo di nuovo, poco tempo fa - mi costrinse a girarmi verso di lui mettendo qualche centimetro in più tra i nostri volti, ma tenendomi per la vita- non stiamo insieme, ma ci stiamo riprovando. Sono successe delle cose che ci hanno avvicinato»

«Capisco» abbassai lo sguardo sul suo petto.

«E tu? Puoi essere sincera con me?» anche lui abbassò la testa, perché sentii appoggiarla contro la mia.

Che voleva che gli dicessi?

Si aspettava che gli parlassi di Harry?

«Non voglio le storielle che stava raccontando Harry a tavola... Voglio sapere cosa provi per lui»

Perché?, mi chiesi.

Perché non voleva sapere da quando stavamo insieme? O come ci eravamo conosciuti?

Perché dovevo dirgli cosa provavo se lui mi aveva detto di Giselle solo da quanto avevano iniziato a frequentarsi.

E io cosa avrei dovuto rispondere?

Non era una delle domande che avevo preparato.

«Harry mi piace - ed era vero, non volevo mentire più di quanto già stessi facendo - e ci frequentiamo da qualche settimana»

Zayn annuì ancora premendo sulla mia fronte, alzai gli occhi e vidi i suoi scuri spenti.

«Ora ho capito perché ci siamo rincontrati - si allontanò da me e io sentii freddo, ma la sensazione di distacco durò poco perché mi tirò verso di sé per abbracciarmi. E sul mio orecchio sentii il suo respiro caldo e la sua voce roca sussurrarmi - non avevamo avuto l'addio che meritavamo»

 


Hola!
Gioie e dolori per tutti i team della storia...
Harry e Sophia stanno consolidando sempre di più il loro legame, e infine lei ha deciso di portare avanti la farsa proposta da Harry. 
Mentre Zayn si chiarisce (a modo suo) su Giselle e... dice addio a Soph.
Di Emma che pensate? Si lascia baciare da Niall ma non riesce a reggere lo sguardo di Louis... come mai?
Fatemi sapere cosa ne pensate. Non sono molto soddisfatta di questi ultimi capitoli, per questo sono sempre in forse se pubblicare o meno..
Grazie a chi recensisce e a chi ha aggiunto la storia tra le preferite/seguite/ricordate <3
Ps. se siete dei lettori attenti... la trama è più fitta di quello che immaginate, e io ho disseminato qualche indizio qua e là (non parlo di questo capitolo, ma in generale)... occhio ;)

   
 
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