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Autore: _LadySlytherine    02/11/2015    0 recensioni
Anna, in una classica giornata di luglio, parte con la sua famiglia per una vacanza a Santa Maria di Castellabate, dove incontra Antonio in un contesto piuttosto strano e ne nasce una grandissima amicizia che porterà all' amore più sincero.
In un paese di risate, gioia e piccoli vicoletti, vedremo due ragazzi crescere e affrontare mille e mille problemi insieme.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 2- Arrivo a Castellabate

Potrei dire con certezza di essere stata la prima amica di Antonio.
Era luglio. Il 6 luglio 1977.
Io avevo 11 anni, lui 12 e fu "amicizia a prima vista".
Ma è meglio se comincio dal principio.
Erano settimane che la mia famiglia (mamma, papà, zio e zia) progettava le vacanze estive.
Saremo partiti alle 8:00 di mercoledì (il 6) quindi mancavano 2 giorni. Non è che ero proprio al culmine della felicità,per me il mare era solo una distesa di acqua salata che brucia agli occhi, percio' ero piu' un tipo da montagna io, e tre mesi a Santa Maria di Castellabate non erano il massimo per me.
Bhè, almeno potrò leggere in pace e andare in giro da sola, mi dicevo. Quelle erano le cose positive.
Leggere era la mia passione: leggevo quando ero felice, triste,arrabbiata,delusa e avevo l'abitudine di lasciare i libri sparsi per casa. I miei parenti e i miei amici non comprendevano a fondo il mio amore per i libri, e spesso mi isolavo per questo. E a furia di " smettila di leggere e vai a giocare fuori" oppure "Cosa c'è di bello nei libri?" diventai fredda, scostante e avevo difficoltà ad aprirmi con le persone.
Ma tornando a noi, era lunedì e avevo già preparato le valigie. Erano tre ore di macchina da Avellino a Castellabate, quindi portai dei tramezzini per il viaggio e due bottiglie d'acqua.
Faceva un caldo bestiale.
Passarono i 2 giorni e la mattina del 6 sentii la sveglia suonarmi nelle orecchie, mi girai e vidi che erano le 7:30 . Saremo partiti alle 10:00, quindi decisi  che era ora di alzarsi.
Scesi al piano di sotto, dove c'era la cucina, ancora in camicia da notte per fare colazione, e poi andarmi a vestire.
"Annarella! Sei pronta per partire?" mi chiese mia mamma piu' eccitata di me.
Il mio vero nome e' Anna, ma visto che nonna si chiamava Anna e almeno 4 mie cugine si chiamano cosi' e io sono la piu' piccola, per tutti sono Annarella o Annuccia.
"Mh" risposi sedendomi al mio solito posto. Una mia caratteristica è che appena sveglia io non so parlare. E' come se le mie labbra fossero incollate.
Presi la solita tazza di latte e caffè e qualche biscotto, poi salii sopra per prepararmi.
Visto che faceva caldissimo, scelsi una camicetta a maniche corte bianca, un paio di jeans che mi arrivavano a metà coscia, i miei fidati sandali neri e mi recai al bagno.
Per ingannare il tempo visto che erano solo le 8:40 ed ero già pronta, andai nella mia cameretta lilla e cominciai a leggere.
Ci eravamo trasferiti in questa casa quando avevo 4 anni e ricordo benissimo di aver scelto io il colore e il letto della mia nuova cameretta. Scelsi un letto con la testiera in ferro battuto bianco, deformato fino a formare tanti piccoli fiorellini bianchi. Il lilla è sempre stato il mio colore preferito, cosi' feci dipingere le pareti di quel colore, poi mamma e papà scelsero i comodini, l' armadio e la scivania in legno scuro.
Nel corso degli anni l'avevo decorata secondo il mio stile: c'erano parecchie foto di paesaggi attaccate alle pareti, dei disegni sulle ante dell' armadio e un cartello appeso alla porta che diceva così: " Non entrare senza il permesso di Anna Camilla Alberti." che feci quando avevo 7 anni.Passo' così un'altra ora e decisi di portare le mie valigie all'entrata, dove trova mamma che finiva di allacciarsi i sandali e papa' che caricava le valigie nella nostra macchina blu.
"Amore di papa', hai portato le valigie giu'?"
"Si, papa'"
E cosi' partimmo.
Passai le successive tre ore a leggere, mangiare i tramezzini e ascoltare la radio, mentre mamma e papa' parlottavano tra loro.
Arrivati a destinazione, papa' parcheggio' la macchina nel vialetto di una piccola villetta bianca, con le finestre e le porte dipinte di rosso e tanti fiori sull'enorme terrazza.
Notai che c'erano molte finestre, credo per far passare piu' velocemente l'aria e far rinfrescare la casa.
La villetta di mio zio era a 5 minuti dalla spiaggia e dal piccolo paese.
Il salotto aveva i pavimenti di mattonelle di un fresco color verde acqua, mentre le pareti color menta erano coprete da vari mobiletti pieni di tazzine,portaceneri eccetera.
C'era una scala a chiocciola in legno che portava al piano di sopra dove c'era la cucina, un bagno, e l' accesso alla terrazza. Nella parte destra del salotto c'era una porta che presumevo portasse alle camere da letto.
Esplorai per un po' la villetta e vidi con piacere che dalla finestra della mia camera  (un divano letto, un comodino e un armadio in legno) si vedeva il mare.
Uscii fuori, ma non c'era niente di interessante a parte la strada, gli alberi che nascondevano le altre villette e la Vespa bianca di mio zio.
Quando tutte le valigie furono disfatte, decisi che avrei esplorato un po' il paese e dopo sarei andata in spiaggia, quindi mi misi il costume sotto i vestiti, mi armai di borsetta a tracolla ( dove tenevo acqua e un po' di spiccioli) e chiesi il permesso a mamma. Mi diressi in strada e dopo qualche minuto di vagabondaggio tra i famosi vicoletti caratteristici del paese, mi trovai in quella che pensai fosse una piazza, dal momento che era un grande spazio libero, circondato da antichi palazzi e su un lato si trovava un bar gramito di gente che si godeva il proprio gelato seduto nei tavolini disposti all'esterno.
Mi avvicinai al bar e comprai un ghiacciolo al limone con gli spiccioli che avevo in borsa.
Mi sedeti sulla balaustra in cemento che dava sul bellissimo panorama del mare, gli scogli e la spiaggia piena di gente.
Ascoltai il lento infrangersi delle onde sugli scogli, il gridolio eccitato dei bambini che facevano il bagno e assaporai il profumo dell' aria.
Aveva il sapore del sale.
"Ciao!"








 
   
 
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