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Autore: Hermione_strega    08/03/2005    14 recensioni
Harry Potter è al sesto anno, che si prospetta più intenso dei precedenti: Lord Voldemort è tornato, il destino di Harry si va via via delineando, mentre aumentano i suoi poteri e le emozioni da sedicenne...
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Finalmente ecco il 5° capitolo, spero vi piaccia come i precedenti, io mi ritengo molto soddisfatta!!! Mi raccomando, continuate a recensire, naturalmente ringrazio tutti coloro che lo hanno già fatto, quelli che lo faranno e anche quelli che hanno semplicemente letto la mia fan-fiction. Un bacio!!!

 

CAPITOLO 5

 

Quella mattina Harry si alzò giusto in tempo per la lezione di Vitious: era riuscito ad addormentarsi solo verso le 4 del mattino, quando l’immagine di Hermione aveva abbandonato la sua mente e Ron aveva smesso di urlare nel sonno, invocando l’aiuto di Hagrid affinché lo salvasse dai figli di Aragog che volevano mangiarlo.

<< Ma dove eravate finiti? >> chiese Hermione a Harry e Ron, quando raggiunsero l’aula di incantesimi.

<< Ci siamo svegliati tardi! >> spiegò il moro

<< Tu ti sei svegliato tardi! >> precisò il rosso

<< Si, ma chi è che questa notte non mi ha fatto chiudere occhio?! >> lo rimbeccò Harry, suscitando una smorfia ironica di Ron, che disse: << Bèh! Magari pensavi a qualche ragazza! >>

Harry sgranò gli occhi: << Che vuoi dire? >> chiese titubante

<< Stavo solo……scherzando! >> rispose Ron, visibilmente sorpreso dal comportamento dell’amico.

<< Allora, vi volete dare una mossa?! >> urlò Hermione ai due ragazzi, che subito la raggiunsero nell’aula.

 

 

Nel pomeriggio, dopo le lezioni, la sala comune dei Grifondoro era gremita di persone: la pioggia impediva ai giovani maghi di uscire dal castello.

Vari gruppetti erano dislocati nella sala e lo scoppiettio del fuoco del camino era contrastato dal vociare dei ragazzi.

Dean, Seamus e Neville stavano scambiando le figurine “Streghe e Maghi famosi” con i fratelli Canon, mentre Harry e Ron giocavano agli scacchi dei maghi ed Hermione era intenta a scrivere una lettera a Krum: sembrava più lunga delle altre o forse così sembrava a Harry, che tutto pensava fuorché agli scacchi e di questo ne stava beneficiando Ron, che gli aveva appena “distrutto” un altro cavallo.

Il rosso, dal canto suo, forse avrebbe chiesto volentieri qualche occhio ai suoi “amati” ragni, dato che passava lo sguardo dalla scacchiera alla lunghezza della lettera di Hermione a Ginny. Con quest’ultima sembrava aver sventolato la bandiera della pace, ma continuava ad osservare con sguardo inquisitore ogni movimento della sorella.

L’ora della cena si avvicinò e tutti i ragazzi cominciarono ad avviarsi verso la sala grande. Ormai nella torre dei Grifondoro erano rimasti solo Harry, Ron ed Hermione ancora intenta a scrivere la lettera.

<< Ma cosa avrà da scrivergli?! >> disse ad un certo punto Harry irritato a Ron.

<< E’ quello che mi chiedo sempre! >> rispose il rosso guardando interrogativo la scacchiera.

<< Scacco matto! >> disse infine con un sorriso sulle labbra.

Harry non ci badò più di tanto, aveva altro a cui pensare.

<< Non so voi, ma io ho un certo appetito! >> disse Ron massaggiandosi la pancia.

<< Ho quasi finito, Ronald! >> disse Hermione senza distogliere lo sguardo dalla lettera che aumentava sempre più di lunghezza.

Harry si sentì invadere da una rabbia incontrollabile e, improvvisamente, una delle ampolle di vetro porta candele esplose. Hermione finalmente distolse lo sguardo dalla lettera, spaventata, e sia lei che Ron si voltarono verso Harry, che era terribilmente impacciato.

Sembrò un momento interminabile, poi Hermione abbassando lo sguardo e disse: << Credo che continuerò domani la lettera, sarà meglio andare a cenare o non troveremo nulla da mangiare! >>. Così dicendo mise la lettera in un libro e, sempre con lo sguardo basso, si diresse nella sala grande seguita dai due amici.

Nessuno di loro tre osò proferire parola durante la cena. Si liquidarono con un “buonanotte” e andarono nei rispettivi dormitori.

Dean, Seamus e Neville non erano ancora rientrati, Ron era disteso sul letto a pancia in su, mentre Harry era intento a pulire dai residui di pozioni le boccette.

<< Harry, sei innamorato di Hermione? >> disse improvvisamente Ron, con lo sguardo rivolto al soffitto e l’espressione seria.

Harry si sentì svuotare lo stomaco e lasciò cadere le fiale sul pavimento, mandandole in frantumi.

<< Harry!!! Non posso crederci! >> Ron era balzato a sedere sul letto e guardava Harry scioccato.

<< Cosa? Ma io……veramente! >> Harry non sapeva cosa dire, era terrorizzato.

<< Guarda cosa hai combinato! >> disse Ron, guardando i pezzi di vetro sparsi sul pavimento. Con un colpo di bacchetta riparò al disastro dell’amico, che tirò un sospiro di sollievo.

Harry era pronto a sentirsi ripetere la domanda, mentre riponeva le boccette nel baule. Ma Ron indossò il pigiama e si mise nel letto. Dopo un attimo era nel mondo dei sogni. Sembrava che l’incidente fosse valso a qualcosa.

Anche Harry indossò il pigiama e si mise nel letto, ma a differenza dell’amico non riuscì subito ad addormentarsi.

No, non poteva essere innamorato di Hermione, lei era la sua migliore amica. Certo era terribilmente attratto da lei, ma dopotutto era diventata bellissima, non che per lui prima non lo fosse, ma ora era decisamente stupenda.

Innamorato? Era innamorato di Hermione? No, non poteva succedere, non doveva succedere!

Una cosa era certa: nessuna ragazza avrebbe mai potuto prendere il posto di Hermione, mai! Lei era troppo speciale, lei era Hermione, la sua Hermione.

 

 

Nei giorni successivi la mente e il corpo di Harry furono impegnati nell’allenamento di quidditch.

Una mattina il sole splendeva alto in cielo e un Harry preoccupato si diresse al campo da quidditch: quel giorno si sarebbe tenuta la prima partita del campionato, Grifondoro contro Tassorosso.

<< Abbiamo capito Harry, non siamo mica stupidi! >> disse Ron esausto, quando Harry aveva appena terminato di ripetere lo schema di gioco per l’ottava volta quella mattina.

<< Scusate, è solo che sono molto agitato, è la mia prima partita come Capitano! >> si scusò Harry.

<< Nervoso, Potter? >> Harry si voltò.

<< Hermione, cosa ci fai qui? >> domandò Harry ad una raggiante ragazza dai lunghi capelli ricci.

<< Volevo augurare “buona fortuna” alla mia squadra! >>

I ragazzi la ringraziarono.

<< Forse dovremmo prepararci! >> disse il portiere dai capelli rossi e uscì dagli spogliatoi seguito dal resto della squadra.

Solo Harry restò immobile a fissare Hermione, avrebbe voluto dirle qualcosa, ma non sapeva cosa.

La ragazza sorrise e si avvicinò a lui.

<< Andrà tutto bene! Sei il migliore! >>

<< Speriamo che non vi deluda! >>

<< Tu non mi deludi mai! >>così dicendo avvicino ancora di più il suo volto a quello di lui.

<< Prendi quel boccino per me! >> disse in un sussurro quasi impercettibile, poi gli diede un bacio in un angolo delle labbra.

Harry sentì la testa girare vertiginosamente. Avrebbe voluto stringere Hermione fra le sue braccia e baciarla con tutta la passione possibile. Ma si limitò a sorriderle e uscì anche lui dagli spogliatoi, dopo aver preso la sua Firebolt.  

La partita iniziò e subito Grifondoro fu in vantaggio. Dagli spalti i “grifoni” gridavano entusiasti e Colin Canon scattava innumerevoli foto al nuovo Capitano, mentre Seamus commentava la partita lasciandosi trasportare dall’animo rosso-oro e, come il suo predecessore, veniva ripreso di continuo dalla McGranitt.

Ormai Grifondoro vinceva 60 a 20, quando un bolide colpì alla schiena Ron, che precipitò al suolo. La partita fu interrotta e tutti i giocatori (Tassorosso compresi) andarono in soccorso del rosso.

<< Va tutto bene, Ron? >> chiese Harry all’amico che cercava faticosamente di alzarsi.

<< Non saprei, ho un tremendo dolore alla schiena! >>

<< Per te la partita termina! >>

<< Non se ne parla, come farete senza portiere?! E poi io sto benissimo! >> ma una fitta di dolore lo tradì.

<< No, Ron! Una partita di Quidditch non vale la tua schiena! >> rispose Harry con uno sguardo che non ammetteva repliche e che unito a quello di Madama Chips, appena giunta, costrinse Ron ad abbandonare il campo.

Ora era tutto nelle mani di Harry: doveva assolutamente prendere il boccino il più velocemente possibile. Infatti, con il Grifondoro senza portiere, la squadra dei Tassorosso stava rimontando, e ora vinceva 80 a 70.

Harry aveva appena udito la voce di Seamus annunciare un nuovo punto degli avversari, quando vide il boccino. Si precipitò nella sua direzione e fu subito seguito dal cercatore dei Tassorosso. Erano a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro, Harry tese la mano e sentì le dita sfiorare le leggere e dorate ali del boccino.

<< Altro punto per Tassorosso che ora……ma Harry Potter afferrà il boccino d’oro, GRIFONDORO VINCE!!! >> la voce di Seamus echeggiò per tutto il campo e fu subito coperta dal boato che esplose dagli spalti dei Grifondoro.

Tutti scesero sul campo per festeggiare la vittoria della loro squadra e il nuovo Capitano.

<< Potter, Potter! >> la folla era in delirio.

<< Ero sicura che ce l’avresti fatta! >> urlò Hermione abbracciandolo. Quando si staccarono Harry le mostrò il boccino, Hermione arrossì, poi si guardarono negli occhi intensamente. Restarono così per qualche minuto, incuranti della folla intorno a loro.

<< Complimenti! >> disse un ragazzo di Grifondoro che Harry non conosceva, dandogli una pacca sulla spalla e destandolo da quello che sembrava un sogno meraviglioso.

Dopo un po’ l’intera squadra di Grifondoro più Hermione si ritrovarono in infermeria per annunciare la vittoria a Ron, il quale sembrava non aver riportato gravi danni dall’incidente, ma avrebbe comunque dovuto starsene a riposo per un po’ di tempo.

La felicità di Ron fu “distrutta” da Madama Chips che gli comunicò la sua convalescenza: 3 giorni in infermeria, immobile.

<< Ma, venerdì c’è la gita a Hogsmade! >> disse il rosso disperato.

<< Sono spiacente Weasley, ma non credo che potrai andarci! >> disse Madama Chips.

<< Ma… >>

<< Vuoi trascorrere un mese in infermeria?! Perché è quello che ti succederà se non stai a riposo! >>

Ron acconsentì, anche se a malavoglia, con un cenno del capo.

<< Sta tranquillo Ron, ti faremo compagnia noi! >> disse Harry ed Hermione annuì.

<< Grazie ragazzi, ma preferisco che almeno voi andiate a divertirvi! >>

<< E poi così mi porterete le migliori leccornie di Hogsmade! >> aggiunse Ron, quando vide gli sguardi di disapprovo dei suoi amici.

<< Ok Ron, ma non sarà lo stesso senza te! >> disse il moro.

<< Non litigherò con nessuno! >> aggiunse Hermione in tono scherzoso.

 

 

Venerdì mattina un cielo azzurro e un sole splendente accolsero i ragazzi dal 3° anno in poi che si sarebbero recati a Hogsmade.

La mancanza di Ron si avvertì quasi subito: le sue battute e il suo modo di scherzare così naturale rallegravano sempre tutti.

Harry, Hermione e Ginny erano appena entrati nel pub “I tre manici di scopa”, quando la loro attenzione fu catturata da una ragazza bionda che sedeva da sola ad un tavolino. I tre ragazzi si avvicinarono a lei.

<< Ciao Luna, come va? >> disse Hermione amichevolmente.

<< Salve ragazzi, tutto bene! >> rispose la ragazza che fino a qualche secondo prima sembrava contemplare la sua tazza di burrobirra.

<< Possiamo sederci qui con te? >> chiese Ginny.

<< Certo! >> rispose la biondina.

Harry stava per chiederle come mai era tutta sola, ma le sembrò una domanda alquanto stupida dato che Luna era la classica ragazza che tutti cercavano di evitare per la sua stramberia.

Harry, Hermione e Ginny ordinarono tre burrobirre e iniziarono a parlare del più e del meno. Dopo un po’ furono interrotti da un grosso barbagianni che entrò planando dalla finestra aperta e atterrò sul tavolo davanti a Ginny che si affrettò a prendere il foglio di pergamena dalla zampa dell’animale che subito dopo volò via. Ginny lesse velocemente il biglietto e arrossì violentemente: << Ragazzi mi dispiace moltissimo, ma devo andare…ci vediamo più tardi! >> e così dicendo uscì quasi di corsa dal pub, lasciando un po’ perplessi gli amici.

Dopo un po’ anche loro uscirono; il cielo era diventato alquanto nuvoloso, ma per il momento il sole stava avendo la meglio.

<< Bèh allora ci vediamo! >> esclamò Luna in tono mellifluo.

<< Come te ne vai? >> le chiese Harry, ma la ragazza era già sparita tra la folla.

<< Quella ragazza è proprio strana! >> esclamò il ragazzo ed Hermione fece spallucce.

Erano quasi le cinque del pomeriggio quando iniziò a pioggerellare. Harry ed Hermione avevano comprato ogni sorta di dolci da portare al loro amico.

La pioggia stava incalzando e loro trovarono riparo presso la Stamberga Strillante.

Hermione improvvisamente esplose in una sonora risata.

<< Cosa c’è da ridere? >> chiese Harry curioso.

<< Sembri un pulcino bagnato! >> disse la ragazza tra una risata e l’altra.

Effettivamente erano tutti bagnati, Harry cercò di scostarsi i capelli bagnati che ricadevano su gli occhiali.

<< Bèh anche tu sei bagnata fradicia! >>

Le loro risa furono interrotte da un sonoro tuono e la pioggia aumentò. I due ragazzi si ritrassero maggiormente alla parete esterna della Stamberga, cercando di ripararsi sotto la tettoia di legno. Senza accorgersene si avvicinarono ed Harry, quasi d’istinto strinse Hermione a se.

La ragazza alzò lo sguardo verso di lui. Harry scostò una ciocca di capelli bagnati dal viso di Hermione, le sfiorò la guancia e avvicinò il suo volto a quello di lei continuando a guardarla negli occhi. Questa volta non c’era nessuno a impedirgli di farlo e lui non si sarebbe fermato…non questa volta. Chiuse gli occhi e così fece anche Hermione, le loro labbra si sfiorarono lentamente per poi unirsi in un delicato bacio. Harry la strinse di più a se e approfondì il bacio che da molto tempo ormai desiderava ardentemente.

Dopo quella che sembrò un’eternità, uno splendido modo di trascorrere l’eternità, i due giovani allontanarono le proprie labbra da quelle dell’altro e restarono a guardarsi per molto tempo ancora abbracciati, mentre la pioggia continuava a scrosciare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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