Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Antonio Militari    03/11/2015    1 recensioni
Un ragazzo normalissimo, che frequenta una scuola normalissima con amici normalissimi, tranne per il fatto che lui, a differenza degli altri, sa usare "quella cosa". Tutto procede quindi al meglio, almeno fino a che non compare un altro ragazzo, che sembra conoscere bene "quella cosa". Inizia così il percorso di Alex per migliorare il proprio potere, al fine di sconfiggere una minaccia mortale... o almeno così sembra.
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1
“Ciao, ma... Come hai fatto ad entrare qui?”
“Prova a indovinare” Martin era steso sul letto, vestito nella stessa identica maniera di quando lo aveva lasciato alla porta, con la promessa di vedersi il giorno dopo. Aveva il cellulare in mano, e sembrava che stesse giocando a qualcosa
“Indovinare?” Provò a pensarci “Sei un esperto scalatore entrato dalla finestra?”
“La finestra è chiusa dall'interno” Rispose senza alzare gli occhi dal telefono.
Alex tentò di cambiare discorso “Ma non hai detto che i tuoi non ti lasciano avere la tv e il computer? Che ci fai con un telefono?”
Martin sventolò il cellulare d'ultima generazione “Questo? Me lo lasciano tenere: dicono che può essere utile per molte cose. Paradossale, vero?” rispose, sottolineando la parola 'paradossale'.
“Senti, io dovrei studiare, potresti uscire dalla camera? Magari passa a salutare i miei, mentre scendi” E si sedette alla scrivania, gettando lo zaino lontano.
“Io so” Disse semplicemente Martin, senza alzare gli occhi dall'oggetto che teneva in mano, evidentemente preso in qualche azione di guida spericolata. Alex rimase in silenzio, seduto sulla sedia, mentre cercava di passare mentalmente tutte le possibili maniere con cui qualcuno poteva scoprire quella cosa, contemporaneamente a tutte le cose che Martin poteva sapere e che non fossero, necessariamente, quella cosa.
-Magari mi faccio mille pippe mentali io- Pensò, quindi chiese “E che cosa sapresti, di grazia?”
“Quella cosa che tu non vuoi che si sappia e che continui a chiamare: Quella cosa
Merda.

2

“Ti ho detto di lasciarmi in pace!”
“Tanto non me ne vado”
“Se non la pianti ti faccio sparire”
La discussione tra i due era sfociata in questa sequenza di battute, continue, senza sosta, senza che i due si alterassero abbastanza per poter allarmare i genitori di Alex al piano di sotto.
“Perché non te ne fai una ragione e ti abitui alla mia fantastica presenza?”
“Piuttosto mi getto dalla finestra!”
“Liberissimo di farlo”
L'altro fece un'enorme sforzo per trattenere un urlo e ripiombò con la testa tra le mani.
“Almeno puoi dirmi come hai fatto ad accorgertene?”
“Non è il momento, e comunque non credo che capiresti”
“E quindi cosa hai intenzione di fare? Denunciarmi? E credi che qualcuno possa crederti?”
“Io penso che, volendo, ci possa riuscire”
Alex ridacchiò “Non credo proprio”.
Martin, mise via il telefono e si alzò a sedere: “Ok: ora ti faccio vedere” e si diresse all'armadio, aprì l'anta e vi entrò dentro. Alex lo guardò interrogativo, poi un piccolo urlo di sua madre lo spinse ad alzarsi e a fiondarsi al piano di sotto.

3

“Scusa mamma, è un mio amico, mi sono dimenticato di avvisarti”
“Mi spiace signora, non volevo spaventarla”
La donna corpulenta stava ancora appoggiata sul tavolo della cucina con il fiatone, e una mano premuta teatralmente contro il petto “Ma no caro, non mi hai spaventato” Mentì spudoratamente il donnone “Mi hai solo sorpresa” Quindi si rivolse, più dura, al figlio “Devi avvisarmi quando inviti gente a casa. Guardati attorno, è tutto un disastro!” E indicò la cucina intorno a se, perfettamente tenuta, pulita e ordinata. “Quando abbiamo ospiti devi darmi il tempo di ordinare, hai capito?”
“Si mamma” Rispose obbediente Alex, guardando di sottecchi Martin, che iniziava decisamente a spaventarlo.
“Va bene. In fondo non è successo nulla. Volete che vi preparo qualcosa per merenda? Ho appena comprato una crema di nocciola che è identica a quella marca che TUO PADRE NON VUOLE CHE SI NOMINI IN QUESTA CASA!” alzò la voce la donna, il che provocò un borbottio rumoroso nella stanza accanto.
“Grazie mamma, possiamo accendere la tele?”
“Chiedi a tuo padre” Gli rispose il donnone, tornando a sistemare gli ingredienti per la cena.

4

Se la mamma di Alex era bassa, grossa e nonostante ciò imponente, il padre era tutto il contrario: alto, magro come un fuscello e dall'aspetto decisamente fragile, in contrasto, però ad un carattere duro e autoritario, che tendeva ad addolcirsi solo con il figlio. Al momento era seduto a capotavola, su una sedia nel salone, seminascosto dall'enorme giornale che stava leggendo.
“Scusa papà, possiamo accendere la televisione?”
L'uomo si alzò e rispose senza abbassare il giornale “Fate pure, ragazzi, ma tenete il volume basso, io vado a dormire” Sulla soglia, senza girarsi, commentò a voce alta, palesemente rispondendo alla moglie “E ricorda figliolo, che le grandi marche multinazionali, STANNO DISTRUGGENDO IL MONDO” Per tutta risposta la moglie, dalla cucina, emise un borbottio rumoroso.
Alex accese la televisione su un canale di telefilm a caso “Come diavolo hai fatto!” Chiese senza aspettare un secondo.
Martin gli tolse gentilmente il telecomando dalla mano e iniziò a fare zapping “Fatto che cosa?”
“Insomma... Quello che hai fatto!”
“Io ho solo aperto la porta e sono sceso” Rispose pacatamente Martin.
“Si, questo l'ho visto, ma... Come?”
Martin sorrise sfottendolo “Hanno inventato una cosa chiamata 'maniglia'”
“Ma io... tu... quella cosa!” esclamò il ragazzo, come se quella espressione potesse chiarire tutto ciò che aveva in mente.
“Ragazzi, è prono il pane! Ve lo porto di là?”
“Si, mamma! Possiamo mangiare sul tappeto?”
Il donnone entro con quattro fette abbondanti di pane con su due etti almeno di crema alla nocciola “Basta che non sporcate!”

5

Sdraiati sul tappeto i due osservavano pigramente un telefilm giallo, dove una vecchia signora indagava sull'ennesimo omicidio (Alex aveva sentito in giro che molti pensavano a lei come la donna porta-sfiga. Lui invece pensava che fosse proprio lei ad essere perseguitata dalla sfiga), mentre Alex cercava di fare mente locale su quanto stava accadendo in quel momento.
Ormai non aveva bisogno di altre conferme per poter dire che Martin conoscesse quella cosa, ma come si sarebbe dovuto comportare? E come aveva fatto il ragazzo a scendere le scale? La testa aveva iniziato a girargli, ma nonostante tutto sorrise al nuovo amico, cercando un argomento normale di cui parlare “Allora, ti piace questa serie?”
“Non me ne perdo una puntata” Rispose impassibile l'altro, senza staccare gli occhi dallo schermo.
“Wow” esclamò Alex, ma poi si corresse “Aspetta un momento! Ma avevi detto che non avevi la televisione!”
“Efatto: infaffi non fe l'ho” Rispose Martin, con un pezzo di pane in bocca “E allora come fai a seguirlo”
L'altro sembrò pensarci un attimo “No-o fo. L'ho feguo e bafta!” quindi mando giù il boccone. “Non mi pongo tutte queste domande” e riprese a guardare il film come se niente fosse.
Alex lo guardò perplesso, ma poi decise che era meglio lasciar perdere. Se aveva scoperto quella cosa, era evidente che avrebbe posseduto anche lui una qualche stranezza.

6

“Alex, perché tu e il tuo amico non vi mettete a fare i compiti?” Alex si alzò dal tappeto, portò il piatto sporco nella cucina, afferrò lo zaino che aveva lasciato apposta vicino alla porta e quindi si sedette al tavolo della sala da pranzo.
Aprì il libro di Geometria e iniziò a leggere il problema. Ad un certo punto, già stanco del lavoro che stava cercando di svolgere, scrisse la risposta sul quaderno, controllando poi che fosse giusta. Martin gli comparve alle spalle “Che stai facendo” e ad Alex gli prese un infarto.
“Svolgo un problema di geometria” e gli mostrò il quaderno, con il problema svolto in maniera confusionale scarabocchiato sopra.
“Non puoi svolgere un problema in questa maniera” gli rimbrottò l'amico.
“Che stai dicendo? Ho solo fatto un poco di casino nello scrivere”
“Si, e così facendo hai sbagliato anche un paio di passaggi: il risultato è sbagliato”
Alex sorrise, facendo il sapientone “Guarda meglio, mi sa che quello che sbaglia sei tu”
Ma Martin rispose semplicemente: “Hai scritto 12 cm, qui sul libro c'è scritto 14”
E ad Alex venne un secondo colpo “Ma che dici!” e tuffò letteralmente il naso nel libro. Dopo qualche secondo alzò lo sguardo, perplesso. Quattordici? Eppure era sicurissimo di aver usato quella cosa... Perché c'era scritto quattordici? Si voltò istintivamente verso Martin.
“Non guardare me. Sei tu quello che cerca di imbrogliare. Non puoi usare... quella cosa o come diavolo la chiami ogni volta che ne hai bisogno. Devi essere più responsabile”
Alex strinse le dita della mano destra chiedendosi che cosa lo trattenesse da sferrare un pugno dritto sul naso del ragazzo che aveva davanti: fino ad adesso le cose erano andate alla perfezione, perché adesso si trovava in questa situazione?
“Un problema si risolve in maniera precisa: Dati, Svolgimento, Soluzione. Forza: iniziamo da capo”
Alex ci pensò un attimo:
Problema=Martin
Svolgimento=Strangolamento
Soluzione=Ad Alex, piace.



Angolo dell'autore: Ecco il secondo capitolo della storia... Chi di voi ha gia capito che tipo di potere è "Quella cosa"? Grazie a tutti quelli che hanno letto il primo capitolo e a tutti quelli che stanno leggendo questo. Recensite?
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Antonio Militari