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Autore: Antonio Militari    04/11/2015    1 recensioni
Un ragazzo normalissimo, che frequenta una scuola normalissima con amici normalissimi, tranne per il fatto che lui, a differenza degli altri, sa usare "quella cosa". Tutto procede quindi al meglio, almeno fino a che non compare un altro ragazzo, che sembra conoscere bene "quella cosa". Inizia così il percorso di Alex per migliorare il proprio potere, al fine di sconfiggere una minaccia mortale... o almeno così sembra.
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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1
Dopo una lunghissima ora e mezza di lavoro Alex ebbe il permesso di andare in camera per riposare, nonostante la madre si fosse lamentata del fatto che normalmente ci metteva dieci minuti e ora che aveva amici ci aveva messo di più, segno che normalmente non studiava, ma faceva finta.
Arrivato in camera si gettò sul letto, solo per urtare con la schiena contro le ginocchia di Martin.
“Ahia! Mi hai spezzato la schiena!”
“Sei tu che ti sei buttato”
“Ma un momento fa tu non c'eri!”
“Io sono sempre stato qua”
“Non è vero! Ti dico che tre secondi fa questo letto era libero”
“Secondo me ti sbagli”
“Basta! Ci rinuncio!”
E si rimise seduto alla scrivania, come si trovava all'inizio di questo racconto.
“Perché dici 'quella cosa' in corsivo?”
“Come scusa?” chiese Alex.
“Dico, quando ne parli o ci pensi, dici 'quella cosa', come se fosse scritta in corsivo”
“In corsivo?”
“Oh, insomma, se trovi in un testo una riga in corsivo, la leggi in maniera diversa, no? Con un'intonazione particolare, no? Come se dicessi... Conosci Jack? Quale Jack: quel Jack?”
Martin aveva trovato il modo per infastidire il proprio sgradevole coinquilino “Non conosco nessun Jack”
“Oh, andiamo. Mi hai capito benissimo”
“Ma riguardo a cosa?”

2
Dopo neanche cinque minuti di discussione Martin aveva lasciato il campo libero. -vittoria per scacco matto!- Pensò Alex, finalmente sdraiato sul proprio letto, mentre rifletteva su tutto quello che era accaduto.
“Perché dici 'quella cosa' in corsivo?” Alex fece un salto che quasi toccò il soffitto, si tirò leggermente a sedere sul letto e osservò Martin, impassibile, seduto alla sua scrivania. No, non avete capito: alla sua sua. In corsivo: quella di Martin!
“Come ci sono finito qui?” Chiese Alex stranito, osservandosi attorno. La stanza di Martin era molto semplice, ma tutto sommato carina. Un letto azzurro, un mobile pieno di vestiti neri, una scrivania quasi spoglia, una libreria ricca di libri senza titolo sul dorso. In contrasto alla semplicità del mobilio, le pareti erano tappezzate di poster di gruppi musicali, principalmente Dark e Metal, alcuni dei quali piacevano anche ad Alex.
“Ci sei sempre stato, non ricordi? Siamo venuti qui per studiare, hai mangiato una fetta di pane e nocciola, hai guardato un film...”
“Ma se voi non avete la televisione!”
“E poi abbiamo iniziato a discutere su quella cosa
Alex si ritrovò a pensare: giusto, quella cosa, Martin la conosceva. E se la possedesse anche lui? Non era poi così assurdo: avrebbe spiegato tante cose.
“Anche tu la possiedi?”
L'altro sembrò sinceramente stupito “Cosa?”
Quella cosa
“Visto? L'hai fatto di nuovo: l'hai detta in corsivo! Perché la dici in corsivo?”
“Ma non si dice così! Uno non può parlare in corsivo!”
Il cellulare di Alex iniziò a vibrare: era la madre.
Quando torni passa dall'alimentari e comprami un po' di pane. Cerca di non fare tardi.
Cosa stava succedendo? La madre sapeva che stava lì? Possibile che Martin avesse usato Quella cosa? Ma se fosse stato così allora come è possibile che lui avesse un perfetto ricordo di quello che era successo quel pomeriggio?
“Ti fai troppe domande: come fai a vivere così?”
“Io mi faccio troppe domande?” Chiese con finto stupore.
“Oh, insomma. Come funziona questo? Perché succede quello? Cos'è quest'altro? Basta... Se devi fare una cosa falla e basta, non ti preoccupare di dettagli inutili”
“Dettagli inutili? Per te è un dettaglio inutile il fatto che mi sono teletrasportato qui?”
“Ora sei qui?”
Alex non capì “Si”
“E allora non ti preoccupare di come è successo. Sei qui, punto”

3
Tutto questo non ha minimamente senso, ma in fondo tutto perdeva senso quando si parlava di Quella cosa, no? D'accordo, avrebbe provato a fidarsi.
“La dico in corsivo perché non è una cosa normale”
L'altro piegò la testa e lo guardò curioso “Non è una cosa normale?”
“Ovvio che non lo è”
“E tu come fai a saperlo?”
Alex rimase un attimo senza risposta. E io come faccio a saperlo? Nessuno sapeva che Alex possedeva quella cosa, e se qualcun altro fosse stato come lui? E se tutti fossero stati come lui? Nessuno lo avrebbe mai scoperto...
“E io come faccio a saperlo?” Chiese nuovamente ad alta voce, più a se stesso che all'amico.
“Non te lo chiedere. Ma ti prego, smettila di chiamarla quella cosa, perché inizia a darmi sui nervi” Poi aggiunse, sovrappensiero “Ed è un problema anche per copiare e incollare il testo”
“Scusa?”
“Niente, parlavo tra me e me” Rispose evasivo Martin “Comunque non dovresti usarla tutte le volte che ti passa per la testa”
“Non credo che tu sia in grado di dirmi che cosa è giusto e che cosa è sbagliato, dal momento che anche tu la usi a tuo piacere”
“Ma io non la possiedo. Il mio potere è ben diverso”
“Scusa?”
“Beh, ammetto che si assomigliano, ma la tua è una paradossalità attiva, la mia è una paradossalità passiva: per questo sono riuscito a trovarti subito”

Angolo dell'autore: Ed eccoci al terzo capitolo, dove si da, finalmente, un nome a quella cosa. Come sta andando la storia? Vi piace? Perché non mi lasciate una piccola recensione per farmi sapere cosa ne pensate? Grazie per aver letto fino a qui!
   
 
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