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Autore: RedEco    04/11/2015    0 recensioni
Mikiko fissò il ragazzo dritto negli occhi ed incrociò le braccia, esibendo la sua espressione più severa. «Allora Sky, che ti è successo stavolta?» chiese con tono fermo.
«Nulla di che, sono solo inciampato e ho sbattuto la faccia» fu l’intelligente risposta di Sky.
Mikiko non si scompose «Dove? Su un pugno?» chiese sarcastica «Ripetutamente?»

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Routine, lividi e scuse campate in aria.
Genere: Fantasy, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Azzurro come il cielo su Rio'
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«Baka!»
Sky, tentò di asciugarsi le lacrime con la manica della maglia e tirò su col naso, quindi alzò lo sguardo su Mikiko, che camminava spedita davanti a lui, tirandoselo dietro per un braccio «Cosa?» forse a causa dei suoi stessi singhiozzi, non aveva capito ciò che la bambina gli aveva appena detto.
Per tutta risposta Mikiko si fermò e si voltò verso di lui «Sei un idiota!» gli urlò contro, con un tono che non ci si aspetterebbe da una bambina di dieci anni.
A quell’accusa Sky assunse un’espressione contrariata e protestò con un acuto «Eh?! Non è vero!» disse per poi “riprendersi” il braccio che Mikiko ancora gli stringeva e usarlo per asciugarsi nuovamente le lacrime.
«Sì che è vero!» ribatté Mikiko «solo un idiota potrebbe farsi quello» aggiunse, indicando il brutto taglio che campeggiava sulla fronte di Sky, malamente tamponato con una manica.
Tutto era cominciato poco prima, quando Magnus, il padre di Mikiko, aveva deciso, per qualche imperscrutabile motivo, di dare prova della propria forza abbattendo un muro a testate. A onor di cronaca, bisognava precisare che Magnus era un omone grosso e muscoloso, oltre che un mago molto potente. Di conseguenza gli era bastato un singolo colpo, preceduto da una sorta di esaltato grido di battaglia e seguito da un altrettanto esaltato «Ho vinto!», per far collassare un’ampia sezione di muratura, il tutto senza particolare sforzo, e senza nemmeno un graffio.
Dal canto suo, Mikiko aveva trovato quella dimostrazione di forza abbastanza insensata, ma Sky, che come tutti i maschi non poteva resistere al richiamo della stupidità, aveva ammirato la scena con la bocca spalancata e gli occhi sbrilluccicanti.
A quel punto Sky, che in dieci anni di vita evidentemente non aveva mai visto un muro, aveva avuto la brillante pensata di replicare l’impresa. Inutile dire che aveva vinto il muro. E Sky si era ritrovato a rotolarsi per terra, piangendo dal dolore.
Mikiko si era subito precipitata a soccorrerlo: fortunatamente non sembrava grave, la fronte di Sky sanguinava, ma almeno non gli stava uscendo il cervello dalla testa, sempre che ce l’avesse mai avuto. Resistendo all’impulso di guarire Sky a suon di botte, Mikiko l’aveva afferrato per un braccio e, senza neanche aspettare che il bambino si rialzasse, l’aveva trascinato quasi di peso fino a casa propria.

«Allora, che ha fatto Gabriel di tanto idiota questa volta?» Mikiko si voltò verso la porta di casa, dove sua madre li stava osservando, appoggiata ad uno stipite. Tsukiko Miyazaki, una giapponese dai corti capelli neri e dall’aspetto composto ed elegante, era una delle poche persone che chiamava Sky sempre con il suo nome di battesimo.
Mikiko puntò l’indice contro Sky «Papà ha distrutto a testate un muro, e questo idiota ha tentato di imitarlo» disse con tono accusatore.
Tsukiko si avvicinò ai due bambini e si chinò di fronte a Sky «Allora Mikiko a ragione, sei proprio un idiota» disse, al che Sky assunse un’aria decisamente offesa «Fammi vedere» aggiunse poi, scostando la manica, ormai sporca di sangue, che il bambino teneva premuta in fronte, rivelando così la ferita: si trattava solamente di un piccolo taglio, nulla di particolarmente preoccupante. Fortunatamente la donna aveva notato in anticipo l’arrivo dei ragazzi e, abituata a pensare al peggio, si era preparata a dovere; pulì la fronte di Sky con un fazzoletto, disinfettò la ferita, e cominciò ad avvolgere una benda attorno alla testa di Sky. Avrebbe potuto usare delle magie curative, e quella piccola ferita sarebbe diventata solo un vago ricordo, ma sperava che affrontare il dolore avrebbe insegnato a Gabriel che i muri non andavano affrontati di testa.
«Allora, perché l’hai fatto?» chiese gentilmente Tsukiko, mentre ancora completava la medicazione. Sky la guardò, ancora imbronciato, per alcuni secondi, poi si decise a parlare «È che Magnus è tipo super forte, e volevo essere come lui» confessò abbassando lo sguardo. Tsukiko accennò un sorriso «Uomini» sospirò «Tutti uguali! Dimmi Gabriel, non credi che anche io sia forte?» chiese, tornando seria. Sky rabbrividì, sapeva per esperienza che Tsukiko sapeva essere ben più potente - e pericolosa - del marito; vagamente spaventato, fece di sì con la testa. «Beh, io non tiro testate ai muri» proseguì la donna, una volta ultimata la fasciatura «e forse non sarò “super forte” come Magnus, ma sono sempre qui, pronta ad aiutare te e Mikiko quando vi fate male; personalmente, credo sia questo ciò che significa veramente essere forti» concluse, dandogli un lieve bacio sulla fronte.





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Com'è che in ogni capitolo Sky finisce per farsi male? Dite che lo maltratto? XD
Più seriamente, la storia mi sembra venuta bene, ma ho dei dubbi su alcuni punti, in particolare la fine del flashback (troppo brusca?), e il finale.
Ho ritardato la pubblicazione di alcuni giorni perché non riuscivo a trovare un titolo decente, e neanche questo mi convince del tutto. Qualche idea?

   
 
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