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Autore: Giuliabia    04/11/2015    1 recensioni
Sono passati due mesi da quell'infelice annuncio davanti alla macchinetta del caffè, due mesi in cui Camilla e Gaetano si sono evitati in tutti i modi. Ancora una volta saranno le indagini per un omicidio a riavvicinarli. Ma questa volta Camilla si renderà conto di cosa sta perdendo? E Gaetano sarà disposto a perdonare?
Genere: Romantico, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“A te che io ti ho vista piangere nella mia mano
fragile che potevo ucciderti stringendoti un po’
e poi ti ho vista con la forza di un aeroplano
prendere in mano la tua vita e trascinarla in salvo
a te che sei semplicemente sei
sostanza dei giorni miei
essenza dei sogni miei”
 
- No Gaetano ti prego, dimmi che non è vero, dimmi che non stiamo parlando del mio Michele.
Il mio Michele? Il MIO Michele??? Gaetano doveva mantenere la calma, lei aveva subito un brutto colpo, non era certo il momento di essere gelosi, soprattutto di un uomo che ormai, seppure in modo così violento, non rappresentava più un pericolo…eppure non poteva fare a meno di chiedersi se davvero non l’avesse persa del tutto.
Le lacrime di Camilla lo riscossero da questi pensieri poco adeguati al momento…lei si aggrappò a lui come una bambina e lui fece l’unica cosa che sapeva fare quando si trovava di fronte a quella donna…la strinse e la consolò…come peraltro aveva sempre fatto da dieci anni a quella parte.
- Camilla, amore mio, ti giuro che farò tutto il possibile per trovare l'assassino di Michele ma per farlo avrò bisogno di tutta la tua collaborazione...ricordi quanti casi abbiamo risolto insieme in passato? Ce la faremo anche questa volta vedrai.
Camilla continuava a piangere e Gaetano non sapeva che significato dare a quelle lacrime...era il normale e comprensibile pianto per un amico scomparso o era qualcosa di più? Non sapeva cosa pensare e non era neanche il momento giusto per pensarci...adesso Camilla aveva bisogno di lui e lui ancora una volta non le avrebbe fatto mancare il suo aiuto...nonostante tutto.
- Camilla calmati, ho bisogno che tu sia lucida...io cercherò di trovare il bandolo di questa situazione ma anche tu devi aiutarmi a capire. Ho bisogno che tu mi dica tutto quello che sai di Michele, l'uomo che era e l'uomo che è diventato, chi frequentava, cosa faceva, soprattutto...soprattutto dopo l'ultimo caso che l'ha visto coinvolto due mesi fa. E questa volta niente omissioni né falsità, ho bisogno di sapere tutto, ogni più piccolo ed insignificante dettaglio.
Un po’ si vergognava ad ammetterlo anche con se stesso, ma tutte quelle informazioni, fondamentali per le indagini, forse avrebbero aiutato anche a lui a capire quello che aveva bisogno di capire, ossia se quel Michele l’aveva nel frattempo soppiantato nel cuore di Camilla (ammesso che lui, in quel cuore, ci fosse mai stato) o se c’erano ancora speranze per loro.
Lo sguardo di Camilla gli diceva che stavolta avrebbe potuto contare sulla sua completa sincerità e collaborazione - Io e Michele ci siamo conosciuti più di trent’anni fa, eravamo entrambi due ragazzini, io più di lui. Lui era affascinante, deciso, sicuro di sé e io mi sono innamorata…tutto andò bene fino a quando mi chiese di prendere una decisione sul nostro futuro, io non ero pronta, risposi di no e lui partì senza di me.
Gaetano non riuscì a trattenere una battuta sarcastica - Certe cose non cambiano mai eh - lei gli restituì uno sguardo triste e colpevole.
- Per trent’anni non ci siamo più sentiti ma era stato il mio primo amore, non potevo dimenticarlo. Ci siamo reincontrati per caso poco più di due mesi fa e rivederlo ha riportato a galla tutto, per un attimo mi sono sentita di nuovo una ragazzina spensierata e senza responsabilità, forse in quel momento avevo bisogno di evadere da tutto quello che mi stava succedendo, Livietta, la bambina, il tradimento di Renzo, il bambino di Renzo…tu…mi sono comportata come una stupida adolescente ma allora non me ne rendevo conto.
Queste parole erano la cosa più vicina ad una scusa che Gaetano avesse mai avuto da lei…stava cercando di dirgli qualcosa? Non voleva illudersi, non poteva illudersi ancora una volta.
- Continua Camilla.
- Ci siamo visti…più di una volta, ma Michele non era l’uomo di una volta, non lo riconoscevo più…era sfuggente eppure insistente, era strano, mi ha portato a mentire a te…e questa cosa non gliela potrò mai perdonare.
Un altro accenno alla loro situazione, con una parola Gaetano avrebbe potuto portarla a dire di più…ma stavolta non voleva, stavolta doveva essere lei a fare il primo passo.
- E dopo cosa è successo?
- Niente, dopo la fine di quella storia non ci siamo più visti, lui ha cercato di chiamarmi ma io ho svicolato, non mi piaceva l’uomo che era diventato e aveva rischiato di far diventare anche me la donna che non volevo essere.
Un guizzo di speranza per Gaetano, forse qualcosa di più.
- Quindi non sai chi faceva parte di questa sua nuova vita?
- No niente, a quanto ho visto in quel breve periodo la sua vita trascorreva tra il camper e il negozio di fiori…dovreste indagare su Oreste, non mi è mai piaciuto quell’uomo, ha sicuramente qualcosa da nascondere.
- E chi te lo dice questo?
- E’ evidente…ha l’occhio malandrino.
Gaetano non potè trattenere una risatina al ricordo…anche lei stava pensando la stessa cosa, ne era certo, lo leggeva nel suo sguardo -E allora andiamo a parlare con quest’uomo dall’occhio malandrino.
***
Gaetano rientrò a casa con mille pensieri in testa, vederla era stato difficile eppure bellissimo, gli era parso di cogliere dei segnali oppure si stava illudendo ancora una volta? Non era il momento di pensarci…adesso doveva concentrarsi sulle indagini, che non sarebbero stato per niente facili. Decise di prepararsi ed andare in commissariato.
- Ben arrivato Dottò, vi posso portare un caffè?
- No no grazie Torre, pensiamo al caso piuttosto…convocate per domani mattina in commissariato Oreste, il titolare del negozio di fiori in cui lavorava Michele Carpi.
- Agli ordini Dottò!
E vediamo cosa ha da raccontarci l’amico dall’occhio malandrino…a questo pensiero Gaetano sorrise…era inutile, la presenza di Camilla dava tutto un altro sapore alla sua vita. Decise di chiamarla per dirle della convocazione…sicuramente avrebbe voluto essere presente.
- Pronto Camilla, sono Gaetano. Ti chiamo per dirti che domani mattina ascolteremo quello che ha da dirci il titolare del negozio di fiori.
- Ottimo, ci vediamo domani allora.
- Guarda che non è necessario che tu sia presente, se non te la senti di assistere me ne posso occupare anch’io.
- Neanche per sogno…a domani - e riattaccò.
Gaetano aveva sentito il riso nella sua voce, quanto gli piaceva parlare con lei e quanto gli erano mancate le loro discussioni.
Il giorno dopo Camilla arrivò puntualissima in commissariato, aveva lo sguardo deciso di chi sa che non potrà fare a meno di intromettersi. Oreste era già arrivato e l’interrogatorio ebbe inizio.
- Allora, Oreste, cosa ci racconti di Michele Carpi?
- Cosa vuole che le dica? Sono contento che sia morto…quel bastardo, anche se in questo modo posso dire addio ai miei soldi.
- Cosa vorresti dire?
- Michele mi doveva dei soldi per un debito di gioco, anzi in realtà doveva dei soldi a parecchia gente. Si era infilato in un brutto giro, roba grossa.
- E anche tu facevi parte di questo giro?
- No no commissario, io dopo la prigione ho messo la testa a posto e mi sono dedicato agli affari, non volevo avere niente a che fare con quella gentaglia, c’era un via vai continuo di notte al suo camper, brutti ceffi…ma anche un sacco di donne…a quanto pare il bastardo piaceva alle femmine - e così dicendo strizzò l’occhio a Camilla che ascoltava pallida in un angolo.
Gaetano dovette fare un respiro profondo per resistere alla tentazione di cancellargli con un pugno quel sorrisetto beffardo e di correre ad abbracciare Camilla per darle un po’ di coraggio…era talmente pallida che temeva sarebbe svenuta da un momento all’altro.
- Ehi Oreste non divaghiamo su…dov’eri la notte in cui Michele è stato ucciso?
- Stavo dormendo…da solo! Commissario io non ho altro da dire…se pensate che l’abbia ucciso io vi sbagliate di grosso…la fila di chi lo voleva morto era molto lunga.
- Ok Oreste questa è la tua idea…intanto tu sei in stato di fermo. Torre portalo via.
- Subito Dottore.
Appena uscito Oreste, Gaetano si rivolse a Camilla che nel frattempo aveva recuperato una certa compostezza. - Mi dispiace tanto Camilla.
- Oreste è viscido e subdolo ma non è stato lui…purtroppo. Piuttosto dovreste concentrare l’attenzione sulle sue amicizie femminili…un uomo con troppe donne intorno ha sempre qualcosa da nascondere.
- E una donna con troppi uomini? - Gaetano non era proprio riuscito a trattenersi.
- Cosa vorresti dire?
- Niente niente…quindi dovrei indagare anche su di te?
- Io ti ho detto tutto.
- Tutto tutto? Giura.
- Giuro - e Camilla sorrise.
***
Intanto i giorni passavano e le indagini erano ad un punto morto. Il giorno dopo l’interrogatorio di Oreste, grazie ad una perquisizione approfondita del camper di Michele avevano trovato il biglietto di un night club in periferia, avevano interrogato decine di persone, tutti lo odiavano per un qualche motivo ma sembrava che l’alibi di chiunque fosse inattaccabile.
Gaetano non sapeva più dove sbattere la testa anche se da un certo punto di vista avrebbe voluto che quelle indagini non finissero mai, in fondo gli permettevano di stare vicino a Camilla con la quale gli sembrava di avere ritrovato la complicità di una volta.
Dieci giorni dopo l’omicidio Camilla arrivò in commissariato di prima mattina - Stanotte ho avuto come un flash e mi sono ricordata di una donna che ho visto una volta litigare furiosamente con Michele nei pressi del suo camper. In quel momento non ci avevo badato più di tanto ma adesso che ci penso mi ricordo che lei era veramente furiosa, piangeva e urlava e diceva che gliel’avrebbe fatta pagare…era alta e bionda e ho sentito Michele chiamarla Cecilia.
- Ah potrebbe essere Cecilia Sarti, la moglie del titolare del night club. Mmm interessante…quando l’abbiamo interrogata ha detto di non avere mai visto Michele in vita sua. Torre, torniamo al night club, forse siamo sulla pista giusta. Camilla tu aspettami qui, potrebbe essere pericoloso.
- Neanche per sogno…dove vai tu vengo anch’io.
Un colpo al cuore per Gaetano, ricordava benissimo quando aveva sentito quella frase…sembrava un’altra vita.
Cinque minuti dopo erano al club - Polizia, avremmo bisogno di parlare con Cecilia Sarti.
- Venite, vi porto subito da lei.
- Signora Sarti, veniamo subito al dunque. La prima volta che abbiamo parlato lei ha negato di conoscere Michele Carpi eppure una fonte autorevole ci ha riferito di averla sentita litigare violentemente con lui un paio di mesi fa. Perché non ce l’ha detto?
- Non volevo finire nei guai e non era una cosa importante.
- Cosa è importante e cosa non lo è lo decidiamo noi. Qual è stato il motivo del litigio?
- Questione di soldi ma niente di che. Quel giorno mi sono lasciata prendere dalla rabbia ma poi me ne sono andata e dopo quella volta non l’ho più visto.
- Neanche al parco?
- Quale parco? Glielo ripeto Commissario…quella è stata la prima ed ultima volta che ho visto quell’uomo.
- E quindi come è possibile che un suo capello sia rimasto impigliato tra le dita del Signor Carpi? L’abbiamo fatto analizzare e sono sicuro che se lo confrontassimo con i suoi capelli, Signora, potremmo accertare che era veramente suo - era un bluff ma ci doveva provare.
Lei impallidì ed abbassò la testa sconfitta - Lui era un bastardo Commissario. Il giorno del litigio ero andata al suo camper per chiedergli di darci i soldi che ci doveva, l’ho implorato, l’ho pregato ma lui rideva, rideva. Ero fuori di me, gli ho urlato che gliel’avrei fatta pagare ma era tanto per dire, non l’avrei mai fatto davvero. Poi l’altra sera mentre passeggiavo al parco l’ho visto, tutto tronfio ed impettito con i suoi vestiti nuovi e non ci ho visto più. Ho cominciato ad urlare che se non ci dava i soldi l’avrei denunciato, lui ha fatto finta di non sentirmi ed ha cominciato a camminare, allora mi sono avvicinata e gli ho dato una spinta per farmi ascoltare…lui è inciampato e ha battuto la testa su una radice. Non volevo ucciderlo Commissario, è stato un incidente.
- Questo lo deciderà il giudice. Portatela dentro.
Mentre usciva Gaetano si trovò di fronte Camilla - Mi dispiace Camilla…non avrei voluto che tu sentissi tutte quelle cose.
- Non ti preoccupare, ormai avevo capito che tipo era, anche se non pensavo fino a questo punto. Sono stata veramente una stupida, ho sbagliato tutto. Io…possiamo parlare Gaetano?
- Un’altra volta magari, adesso devo proprio andare. Ciao Camilla.
   
 
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