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Autore: Yum_R_i    06/11/2015    1 recensioni
è stato un incontro. Anzi, due.
Di sicuro destino, direbbero molti, ma noi no, non ci crediamo.
Siamo semplicemente noi e questa è semplicemente la nostra complicata storia.
A quattro mani con Akkarin90 (per chi ha già iniziato a leggerla: c'è stato solo un cambio di nickname)
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sabaku no Gaara, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Gaara, Naruto/Sakura, Naruto/Sasuke, Sasuke/Sakura
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nessun contesto
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Ed ecco a voi che...dopo 123948282 anni, torniamo ad aggiornare!
Ci spiace davvero molto, ma la vita universitaria e problemi vari ci hanno tenuto lontano per un po! 
Speriamo che il capitolo possa piacervi, fateci sapere cosa ne pensate!
Yumi & Akkarin


Il mondo si stagliava oltre le sue iridi chiare, ma non riusciva proprio ad afferrarlo. 

Tutto continuava ad esistere, lei ne era certa, la sua testa cercava di urlarglielo addosso, ma Sakura non le prestava ascolto e il suono dei pensieri appariva sempre più flebile e lontano. Si sentiva scivolare in una dimensione grigia, dove non esisteva il tempo, e dove forse avrebbe finito per smaterializzarsi persino lei. 
Scivolava lungo il marciapiede, come un'ombra divisa tra due mondi che non sa cos'altro fare se non trascinarsi in avanti. I pochi passanti, reduci da una giornate lavorativa che era andata troppo per le lunghe, non la notavano nemmeno. 
Un'anima di pioggia e mediocrità.
Perchè quello era il suo personale After. Dopo una delle sue crisi, semplicemente lei non esisteva. Conosceva a memoria l'iter che era programmata a seguire. Prima l'ansia improvvisa, l'adrenalina di una fine vicina, poi l'emicrania, la nausea, i respiri strozzati e il mondo che spariva dietro una coltre di nebbia.
La studentessa modello avrebbe saputo snocciolare i sintomi con estrema facilità davanti a un'intera commissione insegnanti, la vera Sakura Haruno se li sentiva addosso tutti, uno dopo l'altro, un temporale che lasciava segni evidenti del suo passaggio. E infine l'ultimo stadio: l'apatia. Il gradino che era più difficile scalare, una gabbia l'avvolgeva grigia e morbida, fino a non lasciarle più lo spazio necessario per respirare. Poteva limitarsi a guardare il mondo esterno, cercando di ignorare i segnali che il suo corpo le mandava. In quello stato avrebbe potuto uccidersi con la spontaneità e la delicatezza di un petalo di ciliegio trascinato dal vento. Sorrise tra se, il volto ridotto a una maschera di cera. Suonava tutto così profetico, vero bambolina? 
 
Un tocco sulla spalla, una mano troppo calda rispetto alla sua temperatura corporea. Si voltò di soprassalto, come scottata, due macchie di inchiostro a fissarla. -Cosa ti è preso?- 
Una vocina le diceva insistentemente di risvegliarsi, di tornare a vivere il mondo e di smetterla di limitarsi a guardarlo dall'esterno. Ecco, era così che si sentiva. Un personaggio dimenticato dall'autore, un pensiero sbagliato, appena abbozzato a cui mancavano ancora tutte le caratteristiche per essere, non solo un protagonista, ma anche semplicemente una comparsa. Lei nella trama della sua vita al momento non compariva neppure. 
-Sakura!- Erano due mani quelle che scuotevano il suo corpo con violenza, le mani di ... -Akira?- Chiese la ragazza con un filo di voce, inclinando lievemente il viso, la testa persa in ricordi lontani, ma ancora dannatamente troppo vividi. 
-No, sono io, Naruto! E se questo per te è un gioco, sappi che non è divertente- La ragazza a quel nome riemerse istantaneamente dal suo torpore. Naruto, la causa di tutto, il traditore. 
-Allontanati subito da me- Gli occhi ridotti a due frammenti di ghiaccio. Il biondo fece un passo indietro, come colpito da una barriera invisibile. Scosse il capo amareggiato e...
-... ORA BASTAAA! Sono stanco dei tuoi modi di fare, stanco delle tue manie! Guardi tutti dall'alto verso il basso, non mi dai mai una spiegazione e ti chiudi in un silenzio tombale per giorni, mi credi forse troppo stupido per capire? Gironzolavi per casa senza nemmeno guardarmi in faccia all'inizio, sbattevi le porte per non farmi entrare, ma pensavo iniziassi a valere qualcosa di più per te-
La ragazza rimase immobile, lo sguardo fisso negli occhi di lui. Parole di fuoco, che avevano il potere di ucciderla, gli occhi tornarono ad appannarsi. 
-E smettila, smettila di piangerti addosso, non sei più una bambina, povera piccola Sakura- 
Sakura non seppe cosa la fece scattare, se il riferimento alla sua infanzia o sentire il suo nome pronunciato così, sputato, quasi con ribrezzo. Qualcosa si mosse in lei.
-Ma chi ti credi di essere? Non mi conosci, fino a qualche mese fa per me non esistevi neppure, quindi smettila di sparare sentenze! Non ti permettere di giudicare me quando nemmeno il tuo comportamento è così irreprensibile. Fai tanto l'eroe, ma alla prima occasione ti riveli esattamente come tutti gli altri!- 
- Io.. Cosa?- 
-SABAKU NO GAARA! Giorni e giorni persi a parlare, ad ascoltare tutti i tuoi dubbi. è bastato vedersi una volta e siete tornati insieme? Così, di punto n bianco. Va benissimo, ma la prossima volta non commetterò lo stesso errore. Torna a prendere le tue cose e vattene da casa mia!-
 
Jiraya- sama aveva sempre avuto un unico motto nella sua vita, ricordò Naruto, "Non c'è niente di più imprevedibile di un sufflè e di una donna". Lo aveva sentito snocciolare centinaia di volte episodi a favore della sua tesi, e finora aveva sempre pensato che la maggior parte fossero tutte storie inventate. Eppure, iniziava quasi a ricredersi. 
E questo perchè Sakura Haruno era ... Spaventata. 
Nulla di più incredibile, di più inatteso. Aveva semplicemente paura di tornare sola, si sentiva tradita perchè credeva che, dopo avergli aperto non solo le porte di casa, ma anche il suo animo, lui le avesse voltato le spalle. Era una questione di fiducia, per Sakura Naruto ne era degno, e non c'era altro di cui discutere. Ora era tutto chiaro. Non appena lei aveva iniziato a urlare, infrangendo la barriera che si era costruita intono, il potere speciale del ragazzo si era riattivato e adesso percepiva chiaramente i sentimenti contrastanti che si animavano in lei.
- Io non ti lascio Sakura-chan- le disse solamente, regalandole un sorriso -e poi quell'appartamento deve essere una vera noia senza di me, in effetti i vicini potrebbero ringraziarti se me ne andassi forse, ma noi non gliela daremo vinta così facilmente- Scoppiò a ridere. 
Le gettò un'occhiata: sul volto era dipinta un'espressione incredula, confusa, tremava leggermente. 
Il ragazzo vedendola così vulnerabile, fece la cosa più sconsiderata, più stupida e più da Naruto Uzumaki che potesse fare: la abbracciò. Il corpo di lei era gelido e si era irrigidito per quel contatto fisico imprevisto, ma Sakura non si spostò, le braccia senza vita abbandonate lungo i fianchi, il viso nascosto nella felpa arancione di lui. 
-Sai, ha scelto lui il mio nome, l'ha scelto Akira- bisbigliò la ragazza dopo un tempo indefinibile. Naruto si ricordò del nome con cui lei lo aveva chiamato poco prima. -Amava i fiori di ciliegio, sembrava che tutta la primavera danzasse nel suo sguardo. Ha combattuto contro mamma e papà per mesi prima ancora che io venissi al mondo per convincerli a chiamarmi così- 
-Sakura, Akira è....-
-Sì, Akira era mio fartello-
 
E la ragazza raccontò. Per la prima volta, stretta in quell'abbraccio, con la pioggia a sfiorarle il viso, sentì il bisogno di condividere con qualcuno i suoi ricordi. Erano ormai tre anni che aveva seppellito tutto dentro di se. Ma Naruto meritava di conoscere la storia, ad Akira Naruto sarebbe piaciuto, ne era sicura. 
- Io e lui eravamo molto legati, fin da quando ero piccola è sempre stato il mio punto di riferimento. Mi trattava da adulta, mi prendeva sul serio. Era il compagno di giochi, ma anche la persona più fidata. I nostri genitori erano spesso in viaggio per lavoro, e io sono cresciuta con lui e il suo sorriso radioso. Era innamorato della vita e e aveva una parola gentile per tutti. Eppure... Pare che ciò non sia bastato...-
La ragazza ebbe un sussulto e Naruto istintivamente la strinse a sè più forte. 
- Me l'ha strappato via un incidente d'auto...- riuscì a balbettare lei tra i singhiozzi. -Dopo un coma di pochi giorni, è scappato da questo mondo, abbandonandomi qui da sola. I primi tempi furono durissimi, non riuscivo a vivere senza di lui, non mangiavo, non dormivo, quasi non parlavo. I miei genitori mi spedirono da decine di specialisti, ma lo vedevo da come mi guardavano che non erano convinti che io potessi farcela. Poi incontrai Lady Tsunade, mi iscrissi a medicina e in qualche modo la mia vita riprese il suo corso, anche se... Ancora adesso a volte io...-
Sakura interruppe il discorso staccandosi dal corpo caldo di lui e passandosi una mano sul volto, inondato dalle lacrime. 
-Grazie- le disse semplicemente. 
La ragazza annuì, non c'era bisogno di altro, leggeva tutto il resto in quegli occhi blu di universo. 
- E tu scusami- riuscì a sussurrare, distogliendo lo sguardo per l'imbarazzo. 
...
-No che non ti scuso! Non puoi uscire di casa e tornare la sera con dei capelli rosa senza nemmeno avvisareee!-
  
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