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Autore: Emmastory    06/11/2015    2 recensioni
Farebury. Un piccolo villaggio dell'Inghilterra dimora di molti abitanti. Nell'anno 1615, si trova ad ospitare la famiglia della giovane Miriel Finnegan, che a causa di una tragedia, perde tutto ciò che possiede, ritrovandosi costretta a nascondere un recondito segreto che dimora unicamente nel suo sangue, ovvero l'essere parte di un'intera stirpe di streghe.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di strega'
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Sangue-di-strega-I-mod
Sangue di strega: Origine magica
Capitolo V
Paure e rimembranze
 È ancora notte, ed io sono completamente immersa in una profonda dimensione onirica. Improvvisamente, il miagolare di Salem mi sveglia, avvertendomi quindi dell’arrivo del dorato mattino. Strofinandomi gli occhi, mi alzo lentamente dal letto, per poi respirare a pieni polmoni. Ora come ora, tutto è cambiato. Difatti, dati gli eventi che hanno recentemente avuto luogo nella mia vita, sono malvista dalla maggioranza della popolazione. Non riuscendo più a sopportare questa situazione, ho chiesto consiglio alle mie  sorelle, che mi hanno offerto il loro aiuto e forse l’unica soluzione possibile, ovvero trasferirmi in una casa ai margini del villaggio. Fidandomi ciecamente, ho dato loro retta, e in questo momento, mi trovo nella mia nuova stanza. Per mia fortuna, la casa in cui abito è modesta, e mi permette un tenore di vita nettamente migliore. Ad ogni modo, so bene che fra poco dovrò andare al lavoro, ragion per cui, mi sto preparando a dovere. In questo preciso istante, indosso ancora il mio pigiama, e raggiungendo il bagno di casa, scelgo di lavarmi e vestirmi, azioni che ad essere sincera non mi portano via molto tempo. Subito dopo, scelgo di avviarmi verso il mio negozio, ben sapendo che le giornaliere mansioni ad esso collegate assorbiranno la maggior parte delle mie energie. Cammino lentamente, e Salem mi segue camminando al mio fianco, e mostrandomi quindi tutta la sua lealtà. In breve, raggiungo la mia destinazione, e rimanendo in piedi dietro al bancone del mio negozio, attendo l’arrivo di un potenziale cliente. Per mia sfortuna, il tempo continua a scorrere, e le ore passano veloci. Sospirando, so che le mie speranze iniziano a scemare, ma nonostante tutto non demordo, evitando quindi di scompormi. Comportandosi da amico, Salem mi si avvicina colpendomi la mano con il muso. Non chiede che di essere accarezzato, e mostrando un debole sorriso, realizzo questo suo desiderio. Alcuni istanti dopo, lo sento fare le fusa, finendo quindi per lasciarmi sfuggire una risata. Volgendo il mio sguardo all’orizzonte, noto che qualcuno si sta avvicinando a me, per poi scoprire che è solo mia sorella Minerva, venuta a farmi visita unicamente per parlare. “Valtor è tornato da me, ma sembrava ferito.” Disse, tacendo subito dopo. In quel preciso istante, le mie emozioni mi tradirono, ed io non ebbi scelta dissimile dal guardarla senza capire. “Chi è Valtor?” le chiesi, sperando di non apparire ingenua ai suoi occhi. “Il mio corvo.” Rispose, chiarendo la situazione e riportando alla mia mente il ricordo del giorno in cui avevo ricevuto la sua lettera solo grazie a quel volatile. “È stata colpa di Salem.” Continuai, posando su di lui il mio sguardo e regalando un sorriso a mia sorella. “Forse tentava di proteggerti.” Disse ridendo. Unendomi quindi alla sua ilarità, mi informai sul vero motivo della sua visita. “Perché dovrebbe farlo?” chiesi, sperando che Minerva perdonasse quella forse retorica domanda. “Perché le Sangue Nero non sono le uniche streghe ad esistere.” Rispose, facendo forse involontariamente in modo che un dubbio si insinuasse nella mia mente. Ad essere sincera, sapevo bene dell’esistenza di altre due stirpi di streghe del nostro stesso calibro, ma il semplice fatto non averne mai incontrata una mi spingeva a non credere nella realtà del loro essere. Quasi come se volesse mostrarsi d’accordo con me, perfino Salem si mostrò confuso. “Devi solo fare attenzione.” Disse Minerva, per poi salutarmi e sparire teletrasportandosi altrove. Ad ogni modo, quella odierna appariva come una di quelle giornate in cui la noia ti assale, impedendoti di trovare piacere in ognuna delle attività che sei solito praticare. Seduta su un sgabello, rifletto. Sono ora immersa nei miei pensieri, e uno di questi va alla mia cara nonna Zelda. Sin da quando mia madre è morta, lei è stata, oltre a mio padre, l’unica persona che avesse scelto di prendersi cura di me e delle mie sorelle. Inoltre, è da lei che ho imparato tutto quello che so sulle streghe e sul mondo della magia, e anche se quell’orribile incendio, ha devastato la casa in cui sono cresciuta cancellando anche gran parte dei miei ricordi, so bene che anche dopo la sua dipartita lei farà sempre parte della mia vita. Inoltre, non ho sue notizie sin dal giorno in cui quella tragedia si consumò, e incontrarla è uno dei miei più grandi desideri. Ad ogni modo, dati i miei trascorsi, ho deciso di smettere di usare i miei poteri fino a quando non sarò sicura di non destare più sospetti. Nel mio silenzio, continuo a concedermi del tempo per pensare, guardando quindi in faccia la realtà e comprendendo che le mie sono semplici paure unite alle mie rimembranze.
   
 
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