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Autore: Vincibosco934    07/11/2015    1 recensioni
Naga Aosugi, studente universitario di animo riservato alle prese con una deludente vita sociale, si fa convincere da un suo conoscente a partecipare ad un seminario del professor Zaccheus Steinmarder, noto studioso del folklore ed eccentrico romanziere ossessionato dagli eventi misteriosi. Ritrovandosi affascinato dalle lezioni dell'uomo e circondato da compagni che sembrano accettarlo per quello che è, accoglie con piacere la proposta di una escursione con la propria classe nella piccola cittadina di Gloom Hill, dove si narra accadano avvenimenti inquietanti. Naga non sa che quella gita sarà l'inizio di un incubo e che il sipario di un mondo buio e pericoloso sta per aprirsi davanti ai suoi occhi.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Naga chiuse  con cautela la zip del suo vecchio borsone, regolò la cinghia a tracolla e se la sistemò sulla spalla, tutto sotto gli occhi attenti di sua madre che, ritta come un fuso all’ingresso, si stringeva nervosamente addosso la vestaglia verde mela.
Un tonificante aroma di caffè giunse sino a loro e il viso abbronzato di Mary Griffin, la vicina di casa, fece capolino dalla cucina.

- Un espresso prima di partire, ragazzo?- chiese con voce raschiante e cupa, da fumatrice accanita.
Scosse il capo;

- La ringrazio signora Griffin, anche per il favore di rimanere qui, con mia madre.
Sentendosi chiamata in causa Yoko alzò il capo allarmata, ma il figlio la rassicurò posandogli una mano sulla spalla;

- Perché non vai a fare colazione con la signora Griffin? Rimarrà a farti compagnia per tutto il week end.
- E tu?- chiese con voce flebile la donna.
- Tornerà presto, tesoro- fece Mary, - Una  breve vacanza con gli amici. Sai come sono i giovani, hanno bisogno di allontanarsi un po’, ogni tanto.
- È una gita- studio- tenne a specificare Naga;
- Con il professor Steinmarder. Ci tengo molto ad andare, mamma.
Lai annuì, sconsolata:

- Va bene. Ma devi tornare.
Le ultime parole erano una supplica.
Il ragazzo si sforzò di sorridere:

- Ma certo. Ho lasciato il mio numero alla signora Griffin, così potrai chiamarmi quando vorrai.
Lanciò un occhiata al display del cellulare.
Le 7.45, era in ritardo.

- Ora vado.
Yoko lo afferrò per le spalle, fissandolo penosamente per un lungo momento. Mary si avvicinò a loro e convinse la donna a lasciarlo andare.

- Ora vai- bisbigliò frettolosamente la vicina.
Annuì e uscì. Lo scatto della porta che si chiudeva dietro di lui gli risuonò cupo alle orecchie. Fortunatamente non sentì altro, il pianto di sua madre lo avrebbe fatto ritornare sui suoi passi.
Lo strombazzare di un clacson lo fece sussultare. Kyle stava aspettando.
Scese le scale in fretta, per quanto glielo permettesse il peso che si portava addosso, e trovò l’amico che lo salutava al di là del portone e gli faceva cenno di affrettarsi.
Naga espresse un fischio ammirato di fronte al fuoristrada rosso metallizzato che li avrebbe portati a Gloom Hill.

- Ti piace?- gongolò Kyle.
- Fantastico!- ridacchiò, posando il bagaglio e sistemandosi poi nell’abitacolo lussuoso.
- Non c’è nessun altro?- chiese con stupore.
Kyle scrollò le spalle:

- Sean verrà più tardi con mezzi propri insieme a Cassandra. Masha Hexis invece ha chiesto un passaggio al professor Steinmarder; saranno gli ultimi ad arrivare, penso.
- Noi invece i primi?
- La casa che ci ospiterà è mia. Dovrò pur andare a controllare che tutto sia a posto prima di farli entrare.
- Giusto.
- Comunque la governante mi ha assicurato che non c’è nulla di che preoccuparsi.
Naga inarcò le sopracciglia in modo esagerato:

-Se sei così schifosamente ricco, mi chiedo perché mai tu non mi abbia ancora offerto un pranzo… O un caffè al massimo. Sono tuo amico, accidenti.
Fece un sorriso sghembo:

-Rimedierò. Anche se preferirei portarci una ragazza, a pranzo fuori.
-Accontentati.
Kyle mise in moto l’auto e Naga si sistemò meglio sul sedile, la mente non ancora del tutto sgombra dalla stanchezza mattutina.

-Se vuoi riposare, ti suggerisco di approfittarne.  Impiegheremo circa un’oretta per arrivare a Gloom Hill.

Naga comunque si era già appisolato.
Nel suo dormiveglia inquietanti ombre si riflessero sulle sue palpebre abbassate e una voce lontana e quasi indistinta mormorò alle sue orecchie distratte, il tono perentorio e ammonitore…
Sobbalzò sul sedile, drizzandosi a sedere.

-Oh, ti sei svegliato- borbottò Kyle;
-Scusami, ho fatto una manovra brusca. Comunque eccoci arrivati.

Lanciò uno sguardo fuori dal finestrino; su un basso promontorio alla sua destra sorgeva una splendida villa di campagna di mattoni rossi circondata da un vasto giardino un po’ decadente.

-Secoli fa apparteneva ad una famiglia di bassa nobiltà locale. C’è ancora uno stemma se non sbaglio, proprio sopra l’ingresso-  gli spiegò l’amico.

Parcheggiò il fuoristrada e Naga recuperò il suo bagaglio, facendosi strada sul sentiero di ghiaia che portava alla dimora. Era tutto molto silenzioso e lo stato d’abbandono del giardino non aiutava certo a rallegrare l’atmosfera.
Un agrifoglio dal fogliame verde scuro e lucente attrasse la sua attenzione. Kyle seguì il suo sguardo e si avvicinò all’albero, carezzandone amorevolmente la corteccia liscia e grigia.

-Siamo cresciuti insieme, io e questa pianta- ammise con un sorriso;
 

-È molto bella- commentò l’altro, non riuscendo a levarsi di dosso la strana sensazione che gli procurava l’agrifoglio.
La porta d’ingresso si spalancò e ne uscì fuori una signora anzianotta e in carne con indosso una divisa grigio topo.

-Signorino Kyle, ben arrivato- esclamò un po’ ansante.
-Signora Parsons, la trovo bene- rispose il giovane, - Siamo i primi?
La governante annuì, poi rivolse un cenno anche a Naga:

-Entrate, prego. Vi ho preparato un’abbondante colazione.
-Ottimo! Vieni Naga, mangiamo qualcosa; poi ti mostrerò la tenuta.
Il ragazzo annuì ed entrò in casa. Dalla finestra della cucina, dove li aspettava la colazione, si poteva scorgere l’agrifoglio solitario la cui chioma splendeva smeraldina alla luce del sole mattutino. I rami si muovevano leggermente, scricchiolando appena, come le ossa di un vecchio decrepito. Quel suono gli metteva i brividi addosso.

- Cosa c’è?- gli chiese Kyle, osservandolo pensieroso.
Scosse il capo:

- Nulla di importante.
 
   
 
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