Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: danyazzurra    07/11/2015    9 recensioni
Sirius è appena morto ed Harry si trova dentro l'ufficio del preside. L'unica cosa che riesce a pensare è ad un mondo dove lui non ha dovuto mai soffrire così, dove non è stato la causa della sofferenza o della morte degli altri. Un mondo dove Peter non ha tradito i suoi genitori, ma davvero sarebbe un mondo migliore?
Come avrete intuito è una what if...cosa sarebbe successo se Peter non avesse mai tradito Lily e James? un'idea pazza che mi è balzata in testa!! Spero che proverete a dargli una possibilità e che leggerete e mi farete sapere!! un bacione a tutti!!
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Ginny Weasley, Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Ron/Hermione
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Harry vide Hermione e Ron entrare dentro il bagno e chiudersi la porta alle spalle.
Per un attimo si sentì meglio gli sembrava quasi di essere tornato alla normalità.
Lui, Ron ed Hermione e nessun altra delle cose strane che aveva visto in quel giorno, ma poi guardò i capelli di Ron e la mano di Hermione e sentì la sua mascella stringersi per la rabbia.
“Dove sono?” domandò sbrigativo e Hermione sospirò “sei in ospedale, Harry” gli rispose pazientemente e Harry annuì “eravamo al ministero stanotte?” domandò ancora e Ron per la prima volta sorrise “esatto, amico, inizi a ricordare” disse rinfrancato.
“Ci hanno attaccato i Mangiamorte” continuò ed Hermione annuì ancora “e Sirius…” s’interruppe non riusciva a dirlo, ma per fortuna non ce ne fu bisogno.
“Sirius?” chiese Hermione “Sirius è arrivato dopo, insieme agli altri Auror, tu eri già stato…” si interruppe come se anche per lei fosse troppo dire quello che era successo e Harry scosse la testa.
“No, no, no… io mi ricordo… lui, il velo…” si portò le mani ai capelli, esasperato, prima di ricordarsi che non aveva i capelli abbastanza lunghi per sollevarli.
“E poi che mi è successo?” domandò “io non sono così…i miei capelli, la cicatrice…”
Hermione lo interruppe prendendolo per le spalle “non so cosa ti sia successo, Harry” gli disse fermando i suoi sproloqui “probabilmente è colpa della maledizione che ti ha quasi ucciso, ma ne verremo a capo, te lo giuro” gli disse sicura e finalmente Harry rivide la vecchia Hermione.
Quella che era sempre sicura di quello che diceva, quella che applicava la sua mente logica su tutto.
“Adesso, per favore, potresti uscire da questo bagno prima che tua madre o tua sorella impazziscano di paura?”
Harry inspirò bruscamente “mia madre?” sussurrò “mia sorella?”
Era tutto così incredibile.
“Quindi non sono in mano ai Mangiamorte?” chiese passando più volte lo sguardo da Ron a Hermione e viceversa.
Ron batté un pugno contro il muro “miseriaccia, Harry, non ricominciare” si arrabbiò e vedendo i suoi occhi così alterati anche Harry sentì l’ira fluirgli nelle vene.
“Scusami se ti sto turbando, Ron” affermò irritato “ma sai com’è, io ero orfano fino a qualche minuto fa, eravamo andati nell’ufficio Misteri, i Mangiamorte ci hanno circondati per quella stupida profezia e noi abbiamo lottato, ma loro erano più forti e noi solo dei ragazzini…” le parole fluivano come un fiume in piena “ma per fortuna è arrivato l’ordine della Fenice… e Sirius è… lui è morto” concluse in un sussurro pieno di dolore.
I due ragazzi lo stavano guardando come se non capissero e questo rese Harry ancora più furioso “PERCHE’ NON CAPITE!” urlò, ma quando vide lo sgomento nei loro occhi si calmò “io non so niente di tutto questo” disse ampliando le mani “io stavo aspettando Silente nel suo ufficio…”
“Aspettavi Silente?” lo interruppe finalmente Hermione e Harry si fermò per riprendere fiato “Harry, Silente è morto da due anni ormai, è morto il giorno della battaglia di Hogwarts…”
Harry sentì le parole di Hermione penetrargli piano nel cervello.
Silente era morto? Una battaglia ad Hogwarts?
Oddio gli sembrava così irreale, ma la voce grave di Hermione e l’espressione di entrambi gli fece capire che non stavano scherzando.
“E Hogwarts è…” prese un respiro cercando di fare battere il suo cuore “è funzionante? Senza Silente intendo…andiamo a scuola lì? Abbiamo dato i G.U.F.O.?”
Sapeva che erano domande sciocche messe nell’insieme di tutto quello, ma per lui Hogwarts era stato tutto.
“Silente era preparato. Ha unito la magia con tutti gli altri presidi e ha creato un incantesimo potentissimo che la nasconde agli occhi di Voldemort e dei Mangiamorte” Harry annuì speranzoso “ma nessuno va più a scuola, Harry” lo informò ancora Hermione “o almeno, non nel modo in cui siamo andati noi fino al terzo anno, ci sono tua madre, la madre di Daniel e qualche altra donna che insegnano ai bambini che vivono là con noi, ma ormai…”
Ad Harry parve di leggere una furiosa nostalgia nei suoi occhi, talmente forte da fargli venire un groppo alla gola come se la stesse provando lui stesso; e forse era davvero così.
Gli sembrava quasi di poter percepire sulla sua pelle la mancanza di Hogwarts, di quella che per lui era stata la sua casa, il primo luogo dove si era sentito desiderato e dove aveva trovato quell’amore di cui nei primi undici anni della sua vita aveva solo immaginato l’esistenza.
“Ormai è più che altro un ritrovo, una specie di rifugio per tutti quelli che loro considerano Mezzosangue e stronzate del genere e per tutti quelli che sono i cosiddetti traditori del proprio sangue… le persone che il grande Lord vorrebbe vedere estinte insomma” concluse Ron per lei e anche la sua voce sembrava avere una sfumatura di tristezza.
“Cosa è successo a questo mondo?” chiese Harry retorico, sentendo le lacrime premergli sugli occhi e quando spostò lo sguardo su Ron lo vide scambiarsi un’occhiata con Hermione.
Sembrava che non avessero previsto tutto questo, ma soprattutto, sembravano davvero loro.
Harry si lasciò scivolare lungo le piastrelle “io non capisco” disse, guardandosi le mani e vedendole tutte rovinate e piene di cicatrici.
“Io sono Harry James Potter, vero?” chiese con un filo di voce e Hermione guardò Ron sempre più nel panico.
“Harry” disse soltanto, ma lui scosse la testa.
“Non possono essere davvero i miei genitori” disse esprimendo la sua paura più grande “io sono orfano, Voldemort ha ucciso i miei genitori il giorno di Halloween e adesso ho perso anche Sirius, ma ho voi” disse alzando la testa “voi siete la mia famiglia… per favore, ditemi cosa mi sta succedendo” li pregò “sto impazzendo?”
Hermione si sentì stringere il cuore e si inginocchiò davanti a lui “Harry, è sicuramente colpa dell’incantesimo che ti ha colpito. I tuoi genitori sono vivi e così tua sorella e Sirius, Voldemort non li ha uccisi, forse ti ha fatto un incantesimo per fartelo pensare”.
Harry scosse la testa, ma decise che doveva reagire, non poteva restare chiuso in bagno come un vigliacco.
“I miei genitori sono vivi ed ho una sorella…”
“Alyssa” gli venne in aiuto Ron “ha la stessa età di Ginny…”
“Quindi un anno meno di noi” lo interruppe e Hermione e Ron annuirono sorridenti “ti ricordi?” ma Harry scosse la testa “mi ricordo di Ginny” affermò e non gli sfuggì come Ron ed Hermione si guardarono.
Avrebbe voluto chiedere spiegazioni, ma se poi veniva fuori che Ginny sapeva volare senza scopa? Non avrebbe retto ad altre cose sconvolgenti.
“E Daniel…” riprese Hermione, ma lui la interruppe di nuovo. “Daniel è quel ragazzo…”
“E’ il figlio di Sirius e Mary e anche lui ha un anno meno di noi” spiegò Ron e Harry si morse il labbro annuendo, inutile dire che non aveva la più pallida idea di chi fosse Mary.
“Ora possiamo uscire?” gli chiese Hermione alzandosi in piedi “devi essere visitato” lo informò e Harry annuì ancora, alzandosi a sua volta.
“In che anno siamo?” domandò e Hermione scosse la testa “è il 1996, Harry” gli rispose stancamente e Harry annuì.
Almeno quello era uguale.
“I mei genitori non sono morti” disse ancora prendendo l’asciugamano e tamponandosi il viso “Peter…”
“Non dire quel nome in presenza di tuo padre o degli altri Malandrini” lo interruppe Ron e Harry aggrottò le sopracciglia “perché?” chiese stupito.
Non poteva aver tradito suo padre, altrimenti lui avrebbe avuto la cicatrice e i suoi sarebbero morti da tempo ormai.
Ron si scambiò di nuovo un’occhiata con Hermione e quando lei annuì riprese. “Peter Minus è morto per proteggere te e i tuoi genitori, per tuo padre e gli altri è ancora doloroso sentir parlare di lui”.
“Morto?” gli tornarono in mente le parole di Sirius al suo terzo anno, le parole che usò contro Peter: “saresti dovuto morire”.
Oddio, ma dove si trovava in un’altra dimensione?
Peter Minus aveva mostrato il coraggio che non aveva avuto nella sua realtà? Aveva tenuto testa a Voldemort?
Gli sembrava così strano. Un gesto così coraggioso per venire da quel piccolo odioso ratto… no, doveva decisamente smettere di pensarla così.
Non era così qui. Non in questo mondo.
Si chiese quante altre persone sarebbero state diverse. Se questo nuovo mondo avesse cambiato qualcuno che conosceva rendendolo migliore come era successo a Peter.
Ron e Hermione probabilmente dovettero leggere di nuovo la paura e lo shock nel suo sguardo perché lei gli prese la mano e gliela strinse.
“Va tutto bene, Harry” gli disse “ti aiuteremo”.
Harry annuì e aprì la porta, fermandosi proprio nell’arco di essa.
Guardò per prima quella che dicevano essere sua sorella. Gli avevano spiegato avere un anno meno di lui ed era follemente identica a lui, sembrava che i suoi genitori avessero usato lo stesso stampo: capelli neri, occhi verdi, anche i lineamenti del volto somigliavano molto ai suoi, anzi, sembravano i suoi addolciti nella versione femminile.
“Alyssa” disse e la vide rilasciare il respiro. Annuì e, nonostante due lacrime le stessero percorrendo le guance, un sorriso le si aprì sul volto.
Harry spostò gli occhi sul ragazzo moro con gli occhi grigi che era seduto accanto a sua sorella e gli teneva la mano “Tu sei Daniel, il figlio di Sirius” disse e anche il ragazzo annuì, ma al contrario di sua sorella non sorrise e i suoi occhi grigi sembravano pieni di rabbia.
Poi si fece coraggio e guardò le due persone che erano rimaste nella stanza.
Suo padre aveva le mani sulle spalle di sua madre ed entrambi lo guardavano come se fossero in attesa di una qualche valutazione.
L’uomo follemente identico a lui che tutti gli avevano sempre descritto adesso era lì e lo stava guardando con i suoi occhi nocciola.
“Papà” disse Harry e si accorse di come fosse difficile per lui pronunciare quella parola. Non credeva che l’avrebbe mai pronunciata con suo padre davanti a lui, in carne ed ossa.
Abbassò gli occhi e questi si riempirono di lacrime quando guardò sua madre e vide che lo stava osservando con quegli occhi verdi pieni di lacrime e fissi su di lui.
I suoi stessi occhi, la sua mamma.
“Harry” disse e per un attimo lui chiuse gli occhi. Le uniche volte che aveva sentito la voce di sua madre erano stati in un ricordo al suo terzo anno e quando la sua bacchetta aveva obbligato quella di Voldemort a risputare tutti i suoi vecchi incantesimi.
“Harry, tesoro…”
Harry non resistette più. Non sapeva se era un sogno, una realtà alternativa, se fosse davvero morto o chissà cos’altro, ma mai, mai neanche nei suoi sogni si era illuso che una cosa del genere potesse succedere per cui corse verso sua madre e la travolse in un abbraccio.
“Harry” disse lei tra le lacrime e stringendolo il più possibile a sé.
Harry sapeva di essere più grande e più alto di sua madre, ma in quel momento lei gli pareva un gigante.
L’abbraccio di sua madre lo completava così tanto che Harry non avrebbe voluto nient’altro.
Suo padre gli strinse la spalla e lui alzò il viso e lo guardò da sopra la testa di sua madre.
Dio quanto volte aveva sperato di trovarsi davanti a suo padre, di poter parlare con lui e invece per adesso si era comportato solo come un pazzo psicopatico.
“Scusate” disse allontanandosi da sua madre, per un attimo il suo sguardo s’incrociò con quello di Ginny e le sorrise, ma lei restò seria.
Questa Ginny era davvero diversa. La Ginny che conosceva lui non smetteva mai di sorridere, era solare e piena di vita, era dura e forte, quello sì, ma non aveva la freddezza che sembrava trasmettere lei.
Qualcuno si schiarì la voce “Harry” disse Ron e da come lo stava guardando Harry capì che qualsiasi dimensione fosse, la gelosia di Ron verso la sua sorellina non era cambiata.
 “Ehy, guarda chi si è degnato di tornare tra noi” la voce profonda accompagnata da quella risata canina fecero fermare il cuore nel petto di Harry.
Lo aveva visto poche ore prima scomparire dietro al velo, ma il suo Sirius, non aveva niente di questo Sirius.
Questo Sirius aveva i capelli raccolti in una coda e non aveva il viso scavato o le occhiaie di chi non dorme da tempo, anzi, sembrava in forma e i suoi occhi brillavano come non li aveva mai visti brillare, ma era comunque lui.
Era lui ed era vivo.
“Sirius” sussurrò emozionato e corse verso di lui gettandogli le braccia al collo.
Non sapeva se stava apparendo come un pazzo agli occhi degli altri, ma a lui Sirius era mancato come l’aria.
Era una mancanza diversa di quella che provava costantemente per i suoi genitori.
Sirius lo aveva vissuto.
“Ehy, che succede, Harry” gli chiese accarezzandogli affettuosamente la schiena.
“Mi dispiace, Sirius” gli disse staccandosi “io non volevo…” s’interruppe, cosa doveva dirgli?
Non volevo farti uccidere? Non volevo che venissi a rischiare la vita a causa mia?
Ufficialmente quel Sirius non aveva fatto niente di tutto quello.
Si allontanò ancora e sospirò quando lo vide aggrottare le sopracciglia e spostare lo sguardo su James.
Suo padre prese un respiro e, solo rispondendo al suo sguardo, sembrò che fosse già riuscito a fargli capire la situazione.
Harry rimase affascinato da quell’intesa della quale aveva solo sentito parlare.
Spinto dalla curiosità guardò Daniel, magari anche lui aveva quel genere d’intesa con lui, in fondo se i suoi genitori erano così amici anche loro dovevano essere cresciuti molto uniti.
Ma dallo sguardo pieno di rabbia con il quale il ragazzo rispose dedusse che non era così e anzi, lo portò a chiedersi se fossero anche solo amici.
Tra lui e Ginny sembrava una gara a chi lo apprezzava meno.
“Usciamo un attimo” disse Lily distogliendolo dai suoi pensieri.
Non era ancora abituato a sentire la voce di sua madre e men che mai a vedere il sorriso che accompagnò il suo sguardo mentre si posava su di lui prima di uscire con i due Malandrini.
Harry si sedette sul letto “potete dirmi cosa mi è successo?” chiese. Voleva sapere cosa gli era successo in questo mondo, perché tutti avevano avuto paura che potesse morire.
Alyssa si sedette davanti a lui e Harry capì che sarebbe stata lei a raccontarglielo.
“E’ colpa mia” gli disse e per la seconda volta poté leggere la colpa nei suoi occhi “mi sono ficcata in un guaio e tu sei venuto a salvarmi… come fai sempre” aggiunse e Harry sorrise.
Quella ragazzina gli ispirava dolcezza. E poi in che guaio poteva essersi messa? L’aveva trovata a baciare qualche ragazzo?
“Alyssa, lo sai che Harry e l’ES sarebbero andati all’ufficio misteri lo stesso” la tranquillizzò Ginny e lei annuì ancora con le lacrime agli occhi.
E.S.? era lo stesso E.S. che conosceva lui?
Fece per chiederlo, ma la ragazzina riprese subito. “Già, ma se fossi stata un po’ più attenta, Harry non si sarebbe preso quella maledizione in pieno per me…e adesso guarda, non si ricorda neanche di me” disse e il labbro le tremò.
Harry si mosse come se qualcuno gli stesse guidando la mano, si mosse sentendo il cuore agire al posto del suo cervello. Gli sollevò il mento e la guardò “non dire sciocchezze, pulce” le disse con una dolcezza che non sapeva nemmeno da dove gli era uscita e lei spalancò gli occhi prima di abbracciarlo e continuare a ripetere le sue scuse a profusione.
Harry guardò di nuovo Ginny, era come se i suoi occhi castani lo calamitassero, ma lei non abbassò gli occhi imbarazzata come avrebbe fatto la Ginny, timida e dolce che conosceva lui, anzi, continuò a guardarlo fino a quando non fu lui a spostare lo sguardo.
“Io… ti prometto che mi passerà presto” le disse rassicurante e lei annuì asciugandosi le lacrime.
Harry guardò per un attimo Daniel, il figlio di Sirius, e di nuovo il suo sguardo scostante gli provocarono dispiacere. Gli sembrava quasi che fosse Sirius ad avercela con lui e non poteva sopportarlo.
“Mi dispiace non ricordarmi di tutti voi” disse guardandolo e lui spostò gli occhi verso il muro.
Adesso sembrava davvero infuriato.
“La verità è che non so niente di tutto questo”. Il mio mondo è completamente diverso, avrebbe voluto dire, ma non voleva apparire pazzo.
“Potete spiegarmi tutto?”
“Cosa vuoi sapere?” gli chiese Hermione “tutto” rispose Harry guardandola in maniera eloquente “cosa è successo da dopo il 31 ottobre 1981…”
Tutti parvero trattenere il respiro a quella data e persino Daniel riportò lo sguardo su di lui.
“Sei ubriaco?” domandò e Harry cercò di non arrabbiarsi. Perché non capivano che non ne sapeva niente?
“Ok, andiamo” disse Ginny e lui la guardò come fecero anche gli altri “non serve a nessuno un prescelto disinformato” e Harry sbatté le palpebre. Doveva ricordare di dirlo a Silente.
“Ma si è ripreso ora” protestò Alyssa “Ginny, pensiamoci bene, se non ricorda gli incantesimi potrebbe morire…” intervenne Hermione.
“E se non riprende in mano la sua vita?” domandò Ginny rabbiosa guardando la sua amica negli occhi.
“Hai presente cosa faranno Voldemort, o Lestrange o Rockwood, se lo pescano in queste condizioni?”
Hermione sospirò, ma non protestò più.
Daniel scosse la testa “ma fuori c’è mio padre e zio James e zia Lily. Harry si è appena ripreso e loro non ci permetteranno di…”
“Ci penso io a distrarli, ma state attenti a mio fratello” raccomandò loro Alyssa.
Gli altri annuirono e Daniel le arruffò i capelli “sei grande” le disse prima di uscire insieme a tutti gli altri.
Harry li seguì per il corridoio, visti dall’esterno sembravano degli Auror in missione per quanto erano furtivi e sicuri di sé.
Si chiese se loro se ne rendessero conto, ma poi scosse la testa. Non era quello il momento.
Doveva correre, doveva tenere il loro passo e non restare indietro come un qualunque Babbano.
Quando uscì dall’ospedale però non poté fare a meno di fermarsi.
Quando dicevano ospedale aveva dato per scontato che si trattasse del San Mungo, ma aveva visto l’esterno del San Mungo giusto quell’anno, quando il signor Weasley era stato attaccato e quello non era lo stesso posto.
A dirla tutta non avrebbe neanche saputo dire dove si trovava, non avrebbe mai potuto riconoscerlo.
Tutto quello che c’era intorno a quel posto era distrutto. Devastato era la parola giusta.
Uno scenario da film post apocalittici.

COMMENTO: ECCOCI QUA!! IL CAPITLO ERA PRONTO PER CUI PERCHE’ NON PUBBLICARE? ;) COME QUALCUNO DI VOI AVEVA INTUITO, QUESTO NUOVO MONDO DI MONDO MIGLIORE HA BEN POCO, HARRY HA Sì I SUOI GENITORI E UNA FAMIGLIA COMPLETA SU CUI FARE AFFIDAMENTO, MA CONTEMPORANEAMENTE NON HA MAI SCONFITTO VOLDEMORT GRAZIE AL SACRIFICIO DI SUA MADRE E QUINDI VOLDEMORT E’ NEL PIENO DEL POTERE E LE CONSEGUENZE LE VEDRETE PIANO PIANO!! AH PER QUANTO RIGUARDA I PERSONAGGI, IO CERCHERO' DI RESTARE IL PIU' CANON POSSIBILE PERCHE' AMO QUELLI DESCRITTI DALLA NOSTRA ZIA ROW, MA RICORDATE SEMPRE CHE QUESTI HANNO FATTO ESPERIENZE DIVERSE...PER CUI I LORO CARATTERI DI BASE SARANNO QUELLI, MA NON SARANNO UGUALI IN TUTTO E IN PRIMIS LO DICO PER QUESTA GINNY UN PO' PIU' "CATTIVA" VERSO HARRY SPERO CHE VI PIACCIA LA MIA IDEA E RINGRAZIO LE FANTASTICISSIME RAGAZZE CHE MI HANNO FATTO SAPERE IL LORO PARERE…E’ STATO IMPORTANTISSIMO PER ME!! QUINDI GRAZIE A ARYELLE / SHIORI LILY CHIARA / INOTPERFECT_IMTRUE / LILYSCORPIUS / SOLARIA87 / ZONAMI 84 E ROXY HP!! GRAZIE DI CUORE!! SPERO MI FACCIATE SAPERE ANCHE SU QUESTO CAPITOLO!! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO!! UN BACIONE!!
   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: danyazzurra