Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: riccardoIII    08/11/2015    7 recensioni
Questa è la storia di Sirius Black, dei Malandrini, di una generazione cresciuta nella guerra e che ha fatto la guerra. Questa è la storia di un bambino che diventa uomo, passo dopo passo, scelta dopo scelta, fino ad arrivare a un momento della sua vita in cui tutto cambierà, per l'ennesima volta, quella più importante. Fino a giungere alla Chiave di Volta.
"-Sirius Black, è un piacere conoscerti-
-Io sono James, e non credo che i cognomi siano importanti, tantomeno tra amici; e dimentica pure tutte quelle manfrine. Non sono mica tuo nonno, io-
Sirius sghignazzò apertamente sedendosi di fronte a lui.
-E così, io e te saremmo amici?-
-Io e te, mio caro Sirius, saremo amici. Me lo sento che sei un tipo forte-"
Rating e avvertimenti sono relativi a scene di maltrattamento di minore e di guerra.
I personaggi appartengono a J. K. Rowling; scrivo senza scopo di lucro.
Genere: Angst, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlus Potter, Dorea Black, Famiglia Black, I Malandrini, Ordine della Fenice | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'La Chiave di Volta - Other Voices'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prima aveva usato l'astuzia per vincere una volta in più.

La ripresa dall’attacco ad Hogsmeade non fu facile, o rapida; per una settimana intera la scuola ospitò un gruppo di Auror che interrogò ogni studente coinvolto o spettatore dello scontro. Charlus, che comandava il piccolo plotone distaccato al Castello, passò così molto tempo con i suoi figli, ragguagliandoli sulle indagini e monitorando la guarigione di Sirius. Inoltre, la morte di Brown aveva fatto diffondere un’aura di terrore che faticò parecchio a dissolversi e tutti i Grifondoro si erano caricati di un’aria più battagliera del solito: i compagni di Casa del defunto, per vendicare la sua memoria, non esitavano nemmeno un secondo ad attaccar briga con i Serpeverde.

I Malandrini avevano stilato gli elenchi richiesti da Silente e glieli avevano consegnati il martedì al termine delle lezioni. Sirius, facendosi quasi violenza, scrisse il nome “Regulus Black” in fondo alla lista dei sospettati collusi coi Mangiamorte; quando vide il nome del ragazzo, James strinse il braccio del suo migliore amico dimostrando il suo tacito supporto.

Senza che nemmeno se ne rendesse conto, il quindici novembre arrivò e Sirius venne svegliato da una secchiata di acqua gelida lanciata dai suoi tre compagni di Dormitorio, che avrebbero anche dovuto essere i suoi migliori amici. Mentre cercava di asciugarsi e di ucciderli allo stesso tempo, Sirius decise che non era più sicuro di volere per amici tre ragazzi che l’avevano annaffiato con tutta l’acqua del Lago Nero soltanto perché…
-È il mio compleanno!- urlò, quando ebbe realizzato la cosa.
Ai piedi del suo letto se ne stava una pila di regali, sui quali si lanciò all’istante sotto gli sguardi divertiti di James, Remus e Peter.
-Se scodinzolassi, Padfoot, saresti proprio un cane!-
Lui rispose con un signorile e maturo dito medio, girandosi per riprendere a scartare il primo pacco della pila. Non si stupì troppo quando dal piccolo involto emerse un orologio da taschino d’oro bianco con dodici lancette e dodici pietre molto simili a piccoli diamanti al posto dei numeri. Il biglietto che accompagnava il regalo era piuttosto semplice, ma fece sorridere Sirius come un bambino.

Al nostro ragazzo, con tutto l’affetto che un figlio splendido come lui  può meritare e l’augurio che il nostro piccolo regalo non sia sufficiente a segnare il tempo della sua vita. Sarai anche maggiorenne, ma noi saremo sempre i tuoi genitori fieri ed orgogliosi. Dorea e Charlus Potter”

Ci mancò poco che si commuovesse, in effetti, ma riuscì a recuperare un contegno degno di questo nome prima che i suoi amici si accorgessero di quell’attimo di defaiance.
Il secondo pacchetto era molto piccolo; per un attimo, Sirius credette ci fosse dentro un gioiello. Quando aprì la scatolina, invece, ci trovò una chiave. Leggermente confuso, spostò lo sguardo sul biglietto.

Non vediamo l’ora di guardarti mentre aprirai il nostro regalo. Il fatto è che non capirai un bel niente, quindi eccoci costretti a spiegarti ogni cosa. Questa, Pads, è la chiave della tua felicità. Poiché la seconda parte del tuo regalo era troppo ingombrante da incartare e portare in Dormitorio (forse anche un filino contro le regole della scuola, ma non ne siamo sicuri), per il momento dovrai accontentarti di sognare la moto e dormire con le chiavi di accensione (Remus dice che si chiamano così) sotto il cuscino. Che poi, che senso ha avere un mezzo di trasporto con delle chiavi? Cos’è, una porta? Bah.
Comunque, il tuo nuovo bolide ti aspetta  a casa. Papà dice che lo terrà al sicuro dalle ire della mamma, e spero davvero che ci riesca, perché è troppo figo per essere buttato tra i rifiuti solo perché è pericoloso. Si può cadere anche dalle scope, mica solo dalle moto volanti, no? La mamma può fare quella dalla mentalità aperta quanto le pare, ma secondo me non le va a genio perché è Babbana…
Oh, giusto; si, il nostro regalo è una moto volante! Chi sono gli amici migliori del mondo???
Buon compleanno, Sirius. E ricorda: sarai sempre il più vecchio! Wormtail, Moony e Prongs”

Se prima era commosso, ora era totalmente attonito. Con gli occhi che rischiavano di cadergli fuori dalle orbite alzò lo sguardo sui suoi amici, che lo guardavano felici.
-Voi… È uno scherzo, vero?-
I tre scossero la testa simultaneamente, senza smettere di sorridere.
-Ma… Siete impazziti?! Vi sarà costata una fortuna!-
Peter e Remus fecero un sorriso timido.
-In realtà, no- intervenne James, -Vedi, non è nuova. L’abbiamo scovata sul mercato dell’usato, ma papà l’ha portata da un meccanico, mi pare si dica così, che ha confermato che è in ottime condizioni. Abbiamo pensato che avrebbe avuto più carattere, e che tu saresti stato ugualmente felice anche se non fossi stato il suo primo proprietario, perché è comunque una moto e, anche se io preferisco le scope, posso assicurarti che è davvero meravigliosa. Impazzirai, vedendola! E poi, c’era un tizio all’Ufficio Trasporto Magico che doveva un favore a mia madre per un indagine che aveva sistemato qualche tempo fa. Papà l’ha convinta a collaborare, così ora la moto vola ed è registrata a tuo nome e questo è perfettamente legale-
Sirius, che non riusciva a capacitarsi della cosa, rimase un attimo seduto sul pavimento, ancora leggermente umido e col biglietto e la chiave stretti in mano. Poi, con un urlo di gioia, si buttò a pesce sui suoi amici, dicendosi che dopotutto un gavettone per la sveglia il giorno del proprio compleanno poteva anche essere un’idea divertente.
Dopo una breve quanto soddisfacente lotta, i quattro districarono gambe e braccia e riemersero dal groviglio di corpi che avevano creato. Con un enorme sorriso riconoscente, Sirius tornò a scartare gli ultimi pacchetti.
Sua cugina Andromeda gli aveva regalato un rasoio magico; a Sirius la barba era spuntata un paio d’anni prima e ormai era folta ed omogenea. Non si rasava mai completamente, sostenendo che un velo di barba lo facesse sembrare più uomo e gli desse quella leggera aria tormentata che attirava le ragazze. Dalle istruzioni allegate, pareva che il rasoio fosse in grado di seguire perfettamente le direttive che gli venivano date, purché fossero sufficientemente precise; Sirius lo trovò un regalo molto utile e stava per metterlo via quando dalla carta sgusciò fuori una pergamena su cui erano stati tracciati una serie di scarabocchi colorati che con molta fantasia potevano somigliare ad un disegno; in fondo al foglio c’era l’impronta di una mano piuttosto piccola e paffuta e, accanto, Andromeda aveva scritto, probabilmente sotto dettatura di Ninfadora, “Buon compleanno Sirius!”. Al ragazzo si strinse il cuore pensando a quel pezzo di famiglia che gli rimaneva; decise, in quel momento, che nelle prossime vacanze sarebbe andato a trovare i Tonks.
Quando James ebbe finito di prenderlo in giro per il disegno impiastricciato della sua cuginetta, Sirius si voltò a guardare gli ultimi pacchetti. Alcuni, scoprì, erano presenti piuttosto sdolcinati di qualche ragazzina che si era presa una cotta per lui e aveva un animo da persecutrice nascosto; questa lista comprendeva scatole di cioccolata, un paio di boxer grigio perla di seta che, giurò sulla sua vita, non avrebbe mai indossato e una lettera d’amore ricoperta di quelli che parevano proprio baci veri, dati con le labbra truccate da un rossetto rosso piuttosto intenso. Ci vollero dieci minuti perché i suoi amici smettessero di rotolarsi dalle risate.
Scoprì che Mary gli aveva regalato un Lucido Levigante per Manici di Scopa Extra-Lusso; a Sirius luccicarono gli occhi quando lo guardò con una certa reverenza, così lo mise delicatamente accanto agli altri con l’idea di provarlo il prima possibile e si voltò a fronteggiare gli ultimi pacchetti rimanenti.
Ce n’erano solo altri due; uno era grande e piuttosto sottile, l’altro più ingombrante. Decise di aprire prima quello che pareva più innocuo.
Era un LP. Sulla copertina, in bianco e nero, una donna se ne stava, immobile, a guardare il muro. In alto, il nome dell’artista sovrastava il titolo del disco: “Patti Smith”. Attaccato al retro della custodia c’era un biglietto.

Mi avevi detto che ti piace il Punk e, da ciò che ho potuto ascoltare alla festa, sono certa che tu non abbia cambiato gusti. Sono stata piuttosto indecisa sul disco da regalarti, perché non sapevo quali avessi già; alla fine, ho optato per questo. “Radio Ethiopia” è stato pubblicato solo un mese fa, dubito che tu sia già riuscito a metterci le mani sopra, e la Smith, a quanto pare, è la nuova promessa del Punk americano. A quanto ho capito dalle poche parole che ci siamo scambiati sui tuoi gusti musicali, non hai mai lasciato la nostra terra; beh, è ora di esplorare nuovi orizzonti!
Spero che il disco ti piaccia, sul serio. Accettalo come il dono che ti spetta dalla tua sorellina per un giorno importante come questo.
Confido anche che la maggiore età porti un po’ più di sale nella tua zucca, oltre che un po’ più di alcol nel tuo stomaco.
Con i miei migliori e più sinceri auguri, Lily”

Quella giornata lo stava lasciando senza parole un po’ troppo spesso, ed erano solo le otto del mattino.
Non si era minimamente aspettato un regalo da parte di Lily; dall’attacco ad Hogsmeade, ovviamente, avevano avuto parecchie occasioni per chiacchierare. Ora erano amici sul serio, non soltanto quando uno dei due era a pezzi e aveva bisogno di sostegno. Scherzavano, si prendevano in giro, condividevano i pasti e i tragitti da un’ala all’altra del Castello. Sirius aveva scoperto tante cose della ragazza che non sapeva, dal suo odio per il viola alla sua più grande aspirazione: mai comportarsi come una stupida oca qualunque. Eppure, questo non l’aveva preventivato.
Istintivamente sorrise. Lily era quel genere di persona capace di farti un regalo senza fartelo pesare, facendo passare l’atto in sé come una cosa scontata. Stava imparando a volerle bene, o meglio ad accettare l’affetto che già provava per lei da un po’ di tempo, e la trovava sempre più una persona eccezionale. Se solo James non fosse stato così testardo…
Dal giorno dell’attacco, Prongs aveva tenuto fede alla promessa che aveva fatto a se stesso; aveva messo da parte quello che provava per la ragazza, qualunque cosa fosse, così ora si limitava a comportarsi con lei come faceva con Mary. Questo aveva ovviamente contribuito ad un avvicinamento della ragazza a tutto il gruppo, perché non doveva più temere di essere l’oggetto di derisioni e adescamenti, né c’era il pericolo che si trovassero persi in silenzi imbarazzanti a causa della freddezza che quei due si dimostravano. Se non era più così strano trovare i ragazzi del sesto anno seduti accanto al Prefetto Evans in Sala Grande a chiacchierare amabilmente probabilmente si doveva più al cambiamento dell’atteggiamento di James che a ciò che era accaduto a Sirius una decina di giorni prima.
Un colpo di tosse da parte del suo migliore amico lo risvegliò dalla trance in cui era caduto. Posò il disco sugli altri pacchetti prima di dedicarsi all’ultimo dono rimasto.
La carta in cui il pacco era avvolto era grigio-argento, piuttosto sobria e pesante; quando l’aveva scorto in fondo al mucchio, un brivido l’aveva percorso. Aveva la netta sensazione di sapere da dove venisse quel regalo, e non era davvero sicuro di volerlo aprire. Poi si ricordò di essere un Grifondoro e lo afferrò con decisione.
Quando toccò la carta regalo ebbe la sensazione di aver avuto ragione: era straordinariamente simile alla tappezzeria della sua stanza che aveva tentato disperatamente di coprire alla fine delle vacanze di Natale del suo quarto anno. Le mani gli tremarono leggermente mentre staccava la carta e ne tirava fuori una cassetta di legno scuro e lucido; sollevò il coperchio con un groppo in gola, lo stomaco stretto in ununa morsa. All’interno della scatola, allargata dalla magia, c’erano diversi oggetti collezionati nel corso della sua infanzia e dimenticati in Grimmauld Place: la sua vecchia scopa, tirata a lucido come se l’avesse cavalcata solo il giorno prima;  regali di compleanni passati, di quando era ancora bambino; la sua copia delle Fiabe di Beda il Bardo, con la pelle della copertina consumata a furia di leggerle per sé e per Regulus; il mantello blu con gli alamari d’oro che, a sette anni, usava per giocare a combattere i cattivi come un piccolo Auror, pensando però che quelli da catturare fossero i Babbani; una foto scattata alla festa per i suoi undici anni, dove un piccolo e splendido Sirius ancora bambino se ne stava, perfetto nella sua veste di velluto verde col collo alla coreana e i bordi intessuti di fili d’argento, ritto in piedi al fianco della sua copia su scala ridotta, un Regulus vestito di un blu profondo, e di Orion e Walburga, freddi e impeccabili come al solito. Nessuno sorrideva.
In cima alla pila di roba, un anello d’oro con lo stemma dei Black faceva bella mostra di sé, accanto ad una pergamena arrotolata. Sirius allungò la mano nella piccola cassetta e, senza toccare il resto, prese l’anello e lo avvicinò agli occhi, leggermente attonito. Sapeva che ogni discendente maschio della famiglia Black ne riceveva uno per il raggiungimento della maggiore età come segno di ingresso ufficiale nel mondo degli adulti e dei Black che contano; suo padre ne aveva uno uguale, e anche lo zio Cygnus e i nonni. Fin da bambino gli era stato detto che, quando sarebbe stato abbastanza grande da guidare la famiglia come ci si aspettava che facesse, ne avrebbe ricevuto uno in dono. Passò il pollice sul cane cesellato, sconvolto. Non si era aspettato un regalo dai Black, figurarsi quello.
Sentì una mano posarsi sulla sua spalla e si voltò; alla sua destra, James si era inginocchiato al suo fianco e lo guardava con un mezzo sorriso. Prongs tese la mano sinistra in un tacito invito e Sirius allungò il braccio, lasciando cadere l’anello nel palmo aperto di James, per poi voltarsi e, con una forza nuova, afferrare la pergamena sigillata e aprirla.

Questo giorno sarebbe dovuto essere una gioia per la Famiglia Black; invece, oggi, celebriamo un lutto. La perdita dell’erede della Casata, della speranza per un futuro di onore e ricchezza. Mettere da parte i sogni riposti in un figlio indegno non è semplice per un genitore che in lui aveva confidato, ma non c’è scelta per chi voglia superare un evento tragico come questo. I Black hanno vissuto, regnato per secoli; non sarà certo un membro ribelle ed ingrato a distruggere tutto ciò che abbiamo costruito.
Questo, Sirius, segna la fine dei nostri rapporti. Ti rendo ciò che è tuo e ti dono un monito perpetuo di quello che avrebbe potuto essere, ma non sarà per la tua stupidità. Che quell’anello sia per te una persecuzione, una immortale testimonianza degli errori che hai compiuto, di ciò che hai perduto, unito al nome che indegnamente porti. Noi non abbiamo bisogno di nulla che ci ricordi la tua deprecabile esistenza un giorno di più.”

Dalla stretta che si faceva sempre più feroce sulla sua spalla Sirius intuì che James avesse letto il contenuto della lettera; senza proferire parola, Sirius appallottolò la pergamena spessa e costosa e la scagliò contro il muro, preda di una furia cieca.
-Bene- disse, con voce vibrante per la collera, -Sono felice che anche loro abbiano definitivamente archiviato la faccenda. Che si dimentichino pure di avermi messo al mondo, io non ho bisogno di loro. Io sono già andato avanti!-
Scattò in piedi e, senza degnare di uno sguardo Remus e Peter, che ben poco avevano colto avendo osservato la scena da lontano, si chiuse in bagno sbattendosi dietro la porta.
Perché diavolo era così sconvolto? Perché si era infuriato tanto, se non gli importava più nulla? Perché continuava a fare male, dopo tutto quel tempo, dopo che aveva ricostruito la sua vita? Aveva una famiglia vera, ora; aveva James, e Charlus e Dorea, aveva i Malandrini, e tutti i suoi amici. Aveva trovato anche Lily. Cosa diavolo gli succedeva? Perché bastava una lettera di Orion per fargli andare il sangue al cervello? Orion che non vedeva da un anno e mezzo, di cui non aveva minimamente sentito la mancanza; Orion che l’aveva ferito, Maledetto, che aveva tentato di soggiogarlo e di circuirlo, che l’aveva fatto crescere senza affetto e l’aveva lasciato nelle mani di quella pazza di sua moglie; Orion che l’avrebbe costretto con la forza a unirsi all’esercito di Voldemort, che sarebbe stato disposto a mandarlo a morire come stava facendo con Regulus…
Cosa Merlino c’era di sbagliato in lui?!
Un fruscio gli fece sollevare il capo, abbandonato sul petto da quando aveva posato le mani sul lavandino. Si voltò, ma la porta era ancora chiusa; cercò intorno a sé qualcosa che avrebbe potuto provocare il rumore e trovò delle pergamene incastrate sotto la porta. Si chinò per raccoglierle e le guardò a bocca aperta: in cima, c’era il biglietto che accompagnava il regalo di Lily; poi veniva quello dei Malandrini, scritto nella grafia frettolosa di James; infine, il biglietto di auguri di Charlus e Dorea. Rilesse quelle parole e all’improvviso la furia scomparve, sostituita dal calore che solo i Potter erano in grado di infondergli. Un ultimo fruscio gli disse che un altro foglietto era stato passato dal sottile spiraglio sotto l’uscio.

Non conta il sangue, ma il cuore; la tua famiglia è qui, Sir”

Con un piccolo sorriso nascente sulle labbra, Sirius posò i biglietti su una delle mensole e si spogliò, infilandosi poi sotto la doccia. Qualche istante
dopo, il suono dello scrosciare dell’acqua si mischiò alla voce di Sirius che, cantando a squarciagola, si augurava da solo buon compleanno.
Quando uscì dal bagno, cinque minuti dopo, con un asciugamano avvolto attorno alla vita e i capelli bagnati, i suoi tre amici lo aspettavano perfettamente vestiti, seduti sui rispettivi letti, chiacchierando come se nulla fosse accaduto. Mentre si chinava sul baule per estrarne della biancheria pulita, Sirius notò che i suoi regali erano stati spostati, in un ordine maniacale che poteva essere opera solo di Remus, sopra il suo comodino; la cassetta di legno, invece, era sparita. Non faticò a capire che doveva averla in custodia James, pronto a rendergliela quando sarebbe stato pronto.
Lasciarono il Dormitorio cinque minuti dopo, ridendo come se nulla fosse accaduto; sulla strada per la Sala Grande incrociarono qualche compagno di squadra che fece gli auguri a Sirius. Si sedettero accanto a Lily e Mary al tavolo Grifondoro e le due ragazze scoccarono due baci sulla guancia del festeggiato, facendo ridere tutta la tavolata. Sirius le ringraziò per i regali  e le invitò a trascorrere la serata nel loro Dormitorio, per brindare tutti insieme.

La giornata trascorse piuttosto in fretta; cominciarono con due ore di Pozioni coi Serpeverde, i cui tentativi di Elisir Eterni diventarono tutti misteriosamente giallo canarino. La smorfia rancorosa che Piton rivolse loro valse il rischio corso per Scambiare la corteccia dell’Albero Rigenerante con della semplice corteccia di Ardesia e fece dimenticare completamente Sirius di Orion e dei Black.
Prima di pranzo ebbero altre due ore di Trasfigurazione e si divertirono a Cambiare il colore delle proprie sopracciglia; la Trasfigurazione umana, che in genere era uno degli argomenti più complessi e che mettevano più in difficoltà gli studenti, non aveva più alcun segreto per James e Sirius. Dopo che ebbero provato cinque tonalità diverse di giallo per sopracciglio, la McGrannitt si riprese dallo shock e i loro compagni smisero di guardarli come se fossero due Avvincini. Per non dargli soddisfazioni, la Professoressa li invitò a Trasfigurare anche il resto del loro viso con un sorrisino di scherno; il risultato fu che, alla fine della lezione, i due amici avevano provato sei forme di naso diverse, di cui uno identico a quello di Mocciosus che aveva fatto esplodere mezza aula in risate senza freni, tre colori di occhi (Sirius aveva cercato senza successo di imitare il verde di quelli di Lily), barbe rosse e bianche di diverse lunghezze e infine si erano fatti crescere i capelli per poi farli diventare argentei come quelli di Silente. Remus li aveva osservati tutto il tempo con uno sguardo a metà tra il divertito e il rassegnato che, però, sembrava solo ridicolo sotto le sue sopracciglia arancioni e Peter, che per una volta aveva centrato l’Incantesimo al primo colpo pur senza mettere su una scena da primedonne come loro, li aveva guardati sghignazzando. Alla fine, la McGrannitt non ebbe altra scelta che assegnare cinquanta punti ai Grifondoro per la maestria che i due avevano dimostrato e Moony aveva appena cominciato a rimproverarli una volta messo il naso fuori dall’aula che Lily e Mary li avevano, ancora una volta, raggiunti, deridendoli per il loro egocentrismo. Anche momenti come questi, però, erano diversi da un tempo; Lily rideva dei loro modi un po’ troppo esuberanti, perché ormai sapeva cosa c’era sotto e non li reputava più soltanto dei ragazzini idioti ma dei giovani uomini che sapevano quali fossero le loro responsabilità e proprio per questo non perdevano mai l’occasione per divertirsi quando potevano.
Dopo pranzo li aspettava un’ora sola di lezione di Aritmanzia, mentre Peter aveva Cura delle Creature Magiche; si persero in complicati conti e fogli su fogli di schemi di intersezione piuttosto difficili e confusi. Ma finalmente la giornata scolastica finì e loro poterono rilassarsi, tornando nella loro stanza e sistemandola per la piccola festicciola che li aspettava dopo cena; non essendoci poi stata la possibilità di fare rifornimento ad Hogsmeade per evidenti motivi, i quattro dovettero “accontentarsi” di ciò che gli offrirono gli Elfi Domestici di Hogwarts, ovvero una strepitosa torta alla Burrobirra e cannella che era stata commissionata dai suoi amici, dolcetti di tutti i tipi e sandwiches, una cassa di Burrobirra e una bottiglia di Whisky che James aveva “preso in prestito” per il brindisi da Lumacorno, che, secondo il ragazzo, “non ne avrebbe affatto sentito la mancanza, perché ha decisamente troppi alcolici nel suo ufficio”. Remus non era stato molto d’accordo, ma alla fine aveva chinato il capo davanti alla faccia tosta di James e si erano diretti a cena.

Fu una serata divertente e tranquilla; erano solo in sei perché, dopo quello che era accaduto in seguito alla festa per la vittoria della partita, avevano deciso di far passare la cosa in sordina. Silente non aveva detto nulla, ma tutti sapevano che lui sapeva che fosse girato dell’alcol nella loro Sala Comune, ed anche in grande quantità, e temevano che la sorveglianza fosse decisamente aumentata. In più, una festa in grande stile pochi giorni dopo la morte di un loro compagno non gli era sembrata un’ottima idea.
Sirius riesumò dal suo baule le strane sigarette che si era guadagnato all’appuntamento con quella ragazza, quando erano usciti a festeggiare i risultati dei G.U.F.O. e, vedendole, Mary e Lily esplosero in risatine sommesse, spiegando loro che da qualche anno a quella parte quelle “cose” erano molto di moda tra i Babbani, perché c’era dentro una pianta che faceva “rilassare”. Canne, si chiamavano.
Be’, il loro lavoro lo facevano bene, concordarono tutti e sei quando delle due “canne” rimasero solo i filtri spenti in una bottiglia vuota e loro sghignazzavano, seduti sul pavimento con una cappa di fumo che avvolgeva le loro teste.
Quando si svegliò il giorno dopo, ancora seduto sulla dura e fredda pietra, con la testa poggiata sulla spalla di James, Sirius vide che erano ancora tutti lì, addormentati e sereni, e ringraziò Godric perché era sabato e non ci sarebbero state lezioni da seguire. Quando si fu raddrizzato a sufficienza per non sentirsi il collo segato in due come quello di Nick Quasi Senza Testa realizzò anche, con un grosso sorriso, che quello era stato un bellissimo compleanno e che nessuno in quella stanza gli avrebbe impedito di svegliarli proprio come l’affetto che provava nei loro confronti meritava: con una bella secchiata d’acqua gelida sulla testa.

Il resto di novembre passò velocemente, tra lezioni impegnative, allenamenti notturni e il loro lavoro di spionaggio. Dopo l’attacco ad Hogsmeade i Mangiamorte erano stati tranquilli per poco, prima di sferrare un colpo deciso al cuore del Mondo Magico. La seconda settimana di dicembre con la posta del mattino arrivò una notizia di cui si parlò per parecchi mesi a venire: all’interno del Ministero della Magia, nell’Atrium, vennero ritrovati i corpi di Abbott, Stebbins, dei Signori McFarland e dei loro due figli, ovviamente senza vita. Portavano i segni della lunga prigionia alla quale erano stati costretti e di evidenti torture. Il quotidiano non entrò nei dettagli più scabrosi, ma pareva che i corpi fossero orribilmente sfigurati e mutilati. Il messaggio era piuttosto chiaro: consegnare i corpi di esponenti di rilievo del Mondo Magico, espostisi contro Voldemort, lasciandoli nel cuore del potere era uno sfregio e una sfida al Governo. Peccato che questo non fosse propriamente in grado di rilanciare.
Sirius e James vennero contattati ancora una volta da Silente; nella solita lettera in cui li informava della nuova Parola d’Ordine scelta per il mese chiese loro di restare a Hogwarts per le vacanze natalizie, in modo da monitorare la situazione. Inviarono la risposta con il loro consenso immediatamente e anche Remus e Peter, com’era prevedibile, decisero di restare.
-Non è un sacrificio; dopotutto, abbiamo sempre detto di voler trascorrere al Castello almeno un Natale- disse Moony alzando le spalle.
Così diedero i loro nomi alla McGrannitt quando lei, una mattina a colazione, passò al tavolo dei Grifondoro per prendere nota di chi sarebbe rimasto a scuola. Non si stupirono quando notarono di essere tra i pochi che restavano; in un periodo come quello i genitori volevano i figli accanto in ogni momento disponibile. Già le classi si erano ridotte a numeri esigui da un paio d’anni perché molti preferivano studiare a casa, e Sirius non riusciva proprio a capacitarsene; dopotutto, Hogwarts era uno dei posti più sicuri, considerando tutti gli Incantesimi Difensivi di cui era dotata. Inoltre, dopo l’attacco ad Hogsmeade la sicurezza era raddoppiata: nuovi Incanti erano stati posti sui confini e un piccolo drappello di Auror era stato stanziato come protezione stabile per il Castello.
Dorea, com’era prevedibile, non prese tanto bene la loro defezione; anche lei avrebbe preferito riunire la famiglia per le feste e loro non potevano scriverle per lettera la reale motivazione che li spingeva a restare, nel caso in cui questa fosse stata intercettata. La cosa che più disturbava Sirius era che non avrebbe potuto vedere la sua moto ancora per parecchi mesi, ma non si lamentò più di tanto.

Finalmente riuscirono a cavare qualcosa dal loro costante monitoraggio degli spostamenti dei Serpeverde indagati; la sera prima della partenza dell’Espresso, mentre loro se ne stavano in un Sala Comune vuota ad arrostire le salsicce rubate nelle Cucine sul fuoco scoppiettante del camino bevendo Burrobirra calda a tarda sera, Peter, che aveva il turno di guardia da mezzanotte all’una, richiamò l’attenzione degli amici.
-Eccoli! Rosier, Piton, Mulciber, Nott, Wilkies, Travers, Avery e …-
Peter si bloccò prima di concludere la frase e Sirius non ebbe davvero bisogno di vedere la Mappa per sapere chi completasse il gruppetto. Con lo stomaco improvvisamente pesante come il piombo si sporse e lesse il nome dell’ultimo componente del gruppo. Regulus Black.
-Sono nella loro Sala Comune, ecco perché non li hanno mai beccati fuori dai Dormitori dopo il coprifuoco. E saranno stati bene attenti a riunirsi solo a notte fonda, in modo da non essere visti o sentiti da orecchie indiscrete. Ma domani si parte, e tutti vanno a letto presto la sera prima delle vacanze… Avranno anticipato il loro meeting-
James digrignò i denti alle parole di Remus. Sirius, invece, non fiatò. Era ancora troppo preso dal fatto che nel circolo di probabili Mangiamorte fosse compreso anche quell’idiota di Regulus…
-Il punto è che non possiamo sentire cosa dicono, quando sono nella loro Sala Comune. Ci vedrebbero se aprissimo l’ingresso, ammesso che riuscissimo a trovare la parola d’ordine. E in teoria noi non dovremmo poter sapere dove sono e cosa fanno le persone in questa scuola, ricordate? Non possiamo andare da Silente e dirgli: “Ehi, sa che abbiamo una Mappa che ci mostra anche quando quell’idiota di Mulciber va in bagno? È così che abbiamo scoperto che quei deficienti si incontrano nella loro Sala Comune, di notte. Le sembra una prova sufficiente?”-
Prongs, come al solito, aveva guardato al lato pratico della questione. Per un attimo nessuno rispose perché erano troppo presi dai rispettivi pensieri; infine, fu Remus a parlare.
-Noi non possiamo entrare lì, giusto, ma possiamo fare in modo di ascoltare ciò che dicono… Non so se il Preside accetterà, è un tantino lesivo della privacy degli studenti, ma potrebbe essere davvero utile… Certo, bisognerebbe studiare la cosa con cura e agire con la massima…-
-Merlino, Moony! Perché non ci spieghi, invece di parlare da solo come ogni volta?!-
Remus guardò Sirius con un cipiglio offeso, ma poi si decise a vuotare il sacco.
-I quadri, Sirius. Potremmo stregare uno dei quadri della Sala Comune Serpeverde in modo che formi una specie di passaggio da cui ascoltare ciò che dicono. Una specie di Specchio a Doppio Senso, come quelli che avete tu e James-
Cadde il silenzio.
-E questo è… Possibile?- chiese Peter, frastornato. Remus si grattò il mento, la fronte corrugata.
-Credo di si. In realtà non sarebbe nemmeno necessario stregarlo, se trovassimo un soggetto di uno dei ritratti abbastanza collaborativo da riferire ciò che si dicono, ma dubito che chiunque sia appeso alla parete di quella Sala sarebbe disposto a rivelare a noi le loro conversazioni private, o a non avvertirli del fatto che vogliamo origliare i loro segreti. E Silente potrebbe non apprezzare il metodo, in realtà…-
Il viso di Sirius fu distorto da un ghigno quasi sadico.
-Ma chi dice che il nostro adorato Preside debba saperlo?-
James si aprì in un’espressione gemella a quella dell’amico, elettrizzato; Peter pareva solo attonito, ma Remus si fece indignato.
-Non possiamo fare una cosa del genere senza informare Silente, Pads! Dovremo entrare nel loro Dormitorio per farlo di persona, e sarebbe rischioso, non trovi? E poi è davvero lesivo dei diritti degli studenti, pensa se qualcuno ascoltasse quello che dici tu quando credi di essere solo!-
Sirius arricciò le labbra.
-Non mi pare che tu fossi così reticente quando abbiamo fatto in modo di pedinare ogni singola persona o animale che entri in questa scuola, Signor Prefetto-
James e Peter scoppiarono a ridere, mentre Remus diventava rosso come un peperone e distoglieva lo sguardo. Quando si furono ripresi dall’attacco di ilarità, Sirius continuò.
-Basterà sfruttare bene queste vacanze; agiremo in un momento in cui i Dormitori sono vuoti, ci procureremo la parola d’ordine seguendo qualche studente sotto il Mantello. E non sarà necessario sentire tutto sempre, attiveremo il passaggio solo quando vedremo sulla Mappa che sono riuniti. Con Silente ci inventeremo una qualche scusa per giustificare ciò che scopriremo… Quando ci ha arruolati sapeva chi fossimo, sapeva che avremmo usato mezzi anche poco ortodossi-
Remus non parve tropo convinto, ma James gli diede una pacca di approvazione sulla spalla e Peter assunse un cipiglio piuttosto risoluto.
-Mozione Malandrina approvata, allora!-
 
Note (storiche):
l'album di Patti Smith "Radio Ethiopia" è stato davvero pubblicato nell'ottobre del 1976. Con questo album viene consacrata come un'esponente di punta del rock in evoluzione. La mia è solo una citazione e non intendo pertanto ledere in alcun modo il Copiright.
Grazie a tutti voi, come sempre!
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: riccardoIII