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Autore: Antonio Militari    09/11/2015    1 recensioni
Un ragazzo normalissimo, che frequenta una scuola normalissima con amici normalissimi, tranne per il fatto che lui, a differenza degli altri, sa usare "quella cosa". Tutto procede quindi al meglio, almeno fino a che non compare un altro ragazzo, che sembra conoscere bene "quella cosa". Inizia così il percorso di Alex per migliorare il proprio potere, al fine di sconfiggere una minaccia mortale... o almeno così sembra.
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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1
Era passato ormai un mese da quando Alex aveva distrutto quattro anni di ricerche di vitale importanza alla sede distaccata della Patetica, ma ormai quel fatto era quasi dimenticato. Tutti trovavano Alex simpatico, alla base, con il risultato che nessuno lo incolpava più dell'incidente, se non in maniera paternale, ammonendolo di non commettere più errori del genere: la rabbia omicida che Alex aveva visto negli occhi degli scienziati era sparita, anche perché, grazie alla documentazione tenuta in posto sicuro, il lavoro perso si poteva circoscrivere all'ultimo anno, e non a tutti e quattro. Ad ogni modo Alex veniva invitato gentilmente ad allontanarsi ogni volta che si avvicinava, o anche solo guardava, la porta di un laboratorio.
Continuava a vivere a casa, ovviamente, ma la porta del suo armadio era stata collegata, grazie ad un complicato trucco dei Paradossali, alla base, cosicché ogni giorno potesse andare ad allenarsi. Aveva imparato a mantenere i Sai per più di mezzora, nonostante Roberto avesse un potere non debole, e riusciva anche a combattere restando concentrato, ma non riusciva ancora a liberare l'elettricità senza calare d'attenzione, e senza, quindi, che i Sai gli sparissero di mano.
Si vedeva spesso anche con Martin, che lo aggiornava in continuazione della situazione attuale della ricerca su Ciccia della Patentata: sembrava che gli sviluppi fossero fermi, ma che già riuscissero ad estendere Ciccia al livello della parte superiore del viso, e che quindi determinati soggetti potessero cambiare, almeno parzialmente, aspetto.
Comunque questo, a lui, ancora non interessava, dal momento che doveva ancora imparare a governare il proprio potere. Almeno questo era quello che pensava quando...

2
“Mettiti la tuta, più in fretta che puoi” gli disse Roberto con fare serio, appena entrò nella palestra. Alex corse nello spogliatoio e si infilò la tuta in pochi secondi. La tuta della Patetica era fatta per essere comoda e utile: era quindi composta di un paio di pantaloni abbastanza attillati e una maglia dello stesso genere, di color grigio chiaro con cuciture nere, ed il logo della Patetica ricamato in oro sul petto. Non c'era spazio per tenere armi, ma una cintura con diverse apparecchiature elettroniche si. Uscì dallo spogliatoio dopo essersi infilato i pesanti stivali neri.
Nella palestra c'era diversa gente davanti alla porta, con due Paradossali passivi in giacca e cravatta che, evidentemente, stavano lì per trasformare la porta in un teletrasporto. La squadra presente era composta da Martin, la cui tuta si distingueva per il colore totalmente nero, due Passivi che Alex aveva conosciuto e Roberto. Si rese conto, con stupore, di essere l'unico attivo della squadra.
“Oggi vediamo come sta andando il tuo addestramento” gli sorrise Martin, e tutti entrarono, uno dopo l'altro, nella porta.

3
La prima cosa che notò, della stanza circolare bianca, fu che era uguale alla palestra, ad eccezione della mancanza di strumenti per allenarsi e dei segni neri che delineavano il grande dojo. A ripensarci, effettivamente la palestra non era circolare, ma il primo impatto fu quello. La seconda cosa che vide era il gruppo che stava entrando da una porta esattamente di fronte a loro.
Roberto gli aveva insegnato ad usare il proprio potere per capire quello degli altri, quindi riconobbe nel gruppo cinque attivi, e nessun attivo. Le tute che portavano erano uguali a quelle della Patetica, ma di colore rosso, tranne una persona, evidentemente il capitano, che usava una tuta bianca, con cuciture nere. Il logo dorato che brillava sul petto del gruppo era quello della Patentata.
Martin fu il primo a parlare “Come da patti abbiamo portato la nostra recluta, la vostra?”
L'uomo in bianco indicò un ragazzo della stessa età di Alex “Eccola”
Roberto gli si avvicinò sussurrando “Questo è un allenamento particolare: è un patto che la Patetica ha fatto con la Patentata un paio di anni fa. Per imparare a combattere devi combattere veramente”
Alex deglutì rumorosamente. “Allora possono iniziare: nessun intervento, nessun intromissione. Ma nessuno dei due deve morire”
L'uomo in bianco sorrise, cattivo “Ovviamente”.
Alex e l'altro ragazzo si portarono al centro del circolo, insieme ai rispettivi allenatori, che rivolsero agli allievi le ultime raccomandazioni “Tieni la guardia alta, non cedere il fianco, attento a quando cambi impugnatura e buona fortuna”
Mentre Roberto si allontanava dal centro, Alex iniziò a sudare freddo.

4
L'avversario era un attivo, non un passivo, quindi poteva usare tranquillamente l'elettricità senza la paura che i Sai sparissero, ma non poteva attaccare troppo direttamente, perché questo, invece, avrebbe messo a repentaglio le armi. Squadrò il ragazzo, che era evidentemente un Paradossale, e l'altro fece lo stesso. Silenziosamente si scambiarono gli auguri reciproci con lo sguardo, quindi Martin urlò “Sfoderate le armi” e in mano ad Alex apparvero i due Sai, che fece roteare mentre sprizzavano scintille, per intimorire l'avversario. Il ragazzo, dal canto suo, mostrò, come se niente fosse, una pistola, con un sorriso sadico sul volto.
“Pronti!” Esclamò l'uomo in bianco.
Il piombo è magnetico? Si chiese in preda all'ansia. Martin avrebbe detto che era inutile porsi certe domande, ma lui era un attivo, non un passivo: aveva bisogno di sapere. È magnetico o no? “Via!” Gridarono i due Capitani contemporaneamente.
Non avendo modo di controllare se il piombo fosse o meno magnetico, Alex optò per un'altra strategia, quando il ragazzo gli sparò contro Alex incrociò le armi di fronte a se e il proiettile semplicemente sparì.
L'altro lo guardò contrariato, ma non aveva tempo per provare un altro colpo, dal momento che Alex gli stava correndo incontro: portò la mano dietro la schiena e, invece della pistola, riportò davanti una lunga katana. Perfetto. Al pari dei Sai, lui conosceva perfettamente le Katane. Si scontrarono rumorosamente, ma Alex incastrò la lama avversaria con gli tsuba di un Sai, e con l'altro, dalla parte del tirapugni, colpì il ragazzo allo stomaco, che grugnì ma non si lasciò scoraggiare, allontanandosi rapidamente dallo scontro; Quindi gli si avventò nuovamente contro per colpire, però, soltanto l'aria.

5
Tra i trucchi che Roberto gli aveva insegnato, ce ne stava uno molto simpatico, che comportava il librarsi in aria per qualche lungo secondo, modificando la densità dell'aria intorno a se, e così, al colpo del giovane, Alex aveva risposto saltando, quasi al rallentatore, rimanendo sospeso a tre metri d'altezza per circa due secondi, prima di atterrargli alle spalle. Con un movimento rapido passò la punta del Sai sulla schiena dell'avversario, lacerando la tuta e segnando di un leggero rosso le spalle del ragazzo.
Il tipo si voltò a fissarlo, furioso, ma ormai ad Alex quella cosa piaceva, e nessuno sarebbe riuscito a mettergli tanta paura da arrendersi. Si scontrarono ancora con qualche colpo veloce che meritò, al giovane in tuta rossa, un altro segno, stavolta sulla gamba destra, poco sopra la rotula.
Gli sorrise sadico “Hai intenzione di arrenderti o no?”
L'altro tornò a fulminarlo con lo sguardo “Decisamente no, stronzo!”
Nonostante il tono duro Alex ritrovò in quella voce la voce di una persona simpatica, e si chiese in quale modo potesse essere stato reclutato dai malvagi della Patentata. Ma adesso non aveva più importanza: simpatico o antipatico, buono o cattivo, ora che aveva assaporato l'odore del sangue e del potere, Alex provava solo il desiderio di umiliare quel ragazzo, con una voglia tanto crudele, da sorprendere addirittura se stesso.
Si scontarono per la terza volta, e per la terza volta Alex ebbe la meglio, questa volta riuscì a superare le difese dell'altro e a colpirgli il sedere, aprendo un leggerissimo taglio orizzontale sulle natiche. Se lo sguardo avesse il potere di uccidere, Alex sarebbe crollato morto sul colpo, dopo l'ennesima occhiata che l'altro gli inviò.
Alex degustò quel momento con gioia cattiva, mentre il ragazzo si preparò per un altro attacco, arrivandogli addosso frontalmente. Questa volta fu però diverso: nel momento dell'impatto i Sai si piegarono su se stessi, senza offrire alcuna resistenza alla pesante katana, che passò sul sopracciglio di Alex, spaccandolo. Se non avesse portato la schiena indietro, inoltre, gli avrebbe probabilmente aperto la testa in due.
Portatosi a distanza Alex guardò i Sai, ormai inutilizzabili, mentre il sangue iniziò a raggiungergli l'occhio sinistro, bruciando al contatto e annebbiandogli la vista. “Adesso non fai più lo sborone, idiota?” Chiese l'altro, con un sorriso sadico sul volto. Modificare ciò che è modificato si ricordò Alex, iniziando a pentirsi di essere stato così sicuro di se. Fece sparire i Sai e si mise in posizione di combattimento, a mani nude “Ora ti apro il culo” mormorò a denti stretti.

Angolo dell'autore: Eccoci qui al nuovo capitolo. Vorrei rispondere a MaggiePaper, a cui risponderò anche nelle recensioni. Nella versione originale salvata sul computer, andavo a capo sempre ogni dialogo, e ogni paragrafo era diviso in periodi, segnati, appunto, con degli a capo. Ma non so perché ogni tanto l'editor HTML impazzisce, e non mi impagina correttamente i capitoli.
Adesso, dopo la tua segnalazione, mi sto mettendo a scrivere il codice da solo. Mi rendo conto che è una pazzia, ma vedrai che in pochi giorni avrò ricaricato tutti i capitoli passati con l'impaginazione corretta. Grazie mille!
   
 
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