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Autore: Fonissa    12/11/2015    4 recensioni
*Dal primo capitolo*
Era si alza in piedi e fa cenno a Nico di avvicinarsi. Lui cammina fino a mettersi affianco a me. La Dea fa dei strani gesti con le mani e si vede un bagliore provenire dalla pancia di Nico.
“Ecco fatto.” Dice Era freddamente. Io e il figlio di Ade ci guardiamo. Siamo increduli, ma anche felici, anzi, più che felici, stra-felici.
Genere: Fantasy, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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Apro un pacchetto di patatine per poi rovesciare il contenuto nella grande ciotola che ho davanti. Metto il contenitore sul tavolo apparecchiato per la serata e mi siedo sul divano affianco a Nico, che fa fatica ad alzarsi a causa del pancione ormai di nove mesi.

“Devo ammettere che mi hai stupito quando hai detto che non volevi una grande festa, ma ti bastava un serata tra amici.” mi dice, appoggiandosi con la testa sul mio petto.

“Beh, avrei invitato comunque le stesse persone, tanto vale risparmiare energie e soldi per Sea.” dico, accarezzandogli il pancione e baciandolo.

“Già me lo vedo il grande Sea Luke Jackson, figlio di Percy Jackson e Nico Di Angelo, discendente di Ade e Poseidone, girare per il Campo Mezzosangue a circa un anno.” esclamo ridendo.

Abbiamo deciso il nome solo un paio di settimane fa. Non ci siamo fatti troppi complessi, è venuto spontaneo. Sea, come l'oceano, quello che a Nico ricordava sempre di me, e Luke, piccolo tributo a quello che è stato un grande eroe.

“Spero solo di non doverlo rincorrere ovunque.”

Sorrido, osservando l'orologio. Casa mia era stata allesstita a dovere. Alcuni tavoli sno stati messi nel salotto con sopra bibite e stuzzichini di ogni genere (anche un paio di alcolici), degli striscioni pendono dal soffitto. Il più grande di questi è azzurro e recita la scritta 'Buon 18° Compleanno Testa D'Alghe'. Un enorme stereo con luci connesse è stato comprato per l'occasione.

“Ti manca solo l'abito.” mi ricorda Nico osservando il mio sgaurdo perso nelle decorazioni.

“Manca anche il tuo!” gli rispondo, per poi aiutarlo ad alzarsi e andare entrambi in camera mia.

Io ho un semplice completo elegante mentre Nico pantaloni neri e una larga maglia anch'essa nera. Osservo per qualche secondo la mia camera, che da un paio di mesi ospitava i mobili per il futuro arrivo.

“Percy! Nico! Stanno salendo i vostri amici!” urla mia madre dalla cucina, dove sta finendo di decorare la torta.

Andiamo in salotto, dove vengo subito travolto dai miei amici che mi fanno auguri e mi consegnano i regali.

“Ehy Percy, era da un po' che non ci si vedeva!” esclama una voce a me molto familiare. Mi giro di scatto, verso l'ingresso. Sorrido vedendo Thalia sulla soglia di ingresso.

“Thalia! Che ci fai tu qui?” chiedo abbracciandola.

“Per il tuo compleanno, no? Ah, non sono sola.” e infatti dietro di lei spuntano Rachel, Travis e Connor Stoll, Grover, Juniper e con mia grande sorpresa perfino Clarisse con Chris.

Li guardo tutti uno a uno, sbalordito.

“Non farti strane idee, Jackson.” mi dice la figlia di Ares, per poi entrare con espressione dura, seguita da Chris che si scusa per lei con lo sguardo.

“Amico! Questo stereo è da urlo!” esclama Leo.

“Divertiti pure se vuoi.” gli rispondo. E qualche minuto dopo la musica parte portando con se la festa. Dopo qualche minuto però, mi trovo a disagio. Nico non è più nei paraggi.

Mi allontano un attimo dal centro del salotto e lo cerco in bagno, ma niente. Provo in camera nostra e finalmente lo trovo, seduto sul letto con le guance appoggiate alle mani e i gomiti sulle ginocchia.

“Che ti prende?” gli chiedo.

“Senti, io sapevo che sarebbero venuti i nostri amici più stretti, non tutte quelle persone!”

“Beh, sono i nostri amici più stretti...”

“Da quando Clarisse è tua amica? E poi magari saranno i tuoi amici, non i miei. Non sanno nemmeno di questo!” conclude indicandosi la pancia.

“Nemmeno io sapevo che sarebbero venuti, Nico. Però dai, non saranno tuoi amici, ma li conosci. E comunque sarebbero venuti a conoscenza di Sea prima o poi.”

“Lo so. Ma già non mi trovo a mio agio alle feste, figurati con tutta quella gente...”

“Ti do il permesso di incollarti a me per tutta la serata se vuoi.”

Io non mi incollo.

“Fidati, lo fai. Soprattutto quando dormi.”

“Non sei spiritoso.” risponde mettendo il broncio,

“E' la verità!” dico, per poi baciarlo.

“Che dici, vuoi ritornare in salotto?”

“Pff, vabene. Ma lo faccio solo per te.”

Ritorniamo nella stanza, dove nessuno sembra aver notato la nostra breve assenza.

“E' vero allora ciò che ci ha detto Chirone.” dice Travis avvicinandosi.

“L'anno prossimo avremo un marmocchio al Campo!” continua Connor.

“Un altro Jackson?! Dei, che tortura.” esclama Clarisse alzando gli occhi al cielo.

“Io, personalmente, non voglio sapere come sia successo tutto ciò.” dice Thalia ridendo.

“Mi aggrego.” afferma Rachel.

 

La serata procede benissimo, con canzoni a tutto volume, cibo che sembra non finire mai (grazie mamma) e un lento per finire. Tutto è abbastanza normale, beh, a parte il taglio della torta sfociato in un duello di dolci. Alla fine tutti se ne vanno felici e pieni di torta, alcuni anche un po' brilli.

Verso le cinque del mattino ho di nuovo casa libera. Io e Nico facciamo una doccia veloce per poi metterci a letto.

“Nico?” chiedo, appena ci stendiamo sotto le lenzuola.

“Mh...” dice questo assonnato.

“Tu non mi ha fatto un regalo di compleanno.”

“Il tuo regalo lo sto portando in grembo, idiota.” mi risponde acidamente, per poi sorridere.

“Oh beh, allora grazie di avermi fatto il regalo più bello della mia vita.”

 

 

Apro gli occhi completamente intontito dal sonno. La sveglia al mio fianco segna le dieci del mattino. Mi giro dall'altra parte e ciò che vedo mi sveglia completamente. Nico è seduto sul letto, col respiro affannato. Il materasso dalla sua parte ha una macchia umida.

“Percy, Sea...” prova a dire.

Salto dal letto e afferro il cellulare.

“Pronto? Darcy?” dico mentre il cuore mi arriva in gola.

“Percy? Che hai?” mi risponde la dottoressa dall'altra parte del telefono.

“Nico! Il bambino! Ora!” esclamo solamente non riuscendo ad rticolare una frase di senso compiuto.

“Cavolo. Percy, sta calmo. E soprattutto, stai vicino a Nico. Correte in ospedale, in questo istante!” e con questo attacca.

Ancora in pigiama, infilo velocemente una felpa e prendo in braccio Nico.

“Amore, tranquillo. Ora andiamo in ospedale.”

In quel momento una fitta travolge il corpo del più piccolo, che si stringe acor di più a me.

“Mamma! Paul!” esclamo andando in salotto. I due sono già svegli e appena ci vedono afferrano le chiavi di casa e della macchina, precipitandosi fuori.

Mi sembra il viaggio in macchina più lungo che io abbia mai fatto. Nico è steso con la testa sulle mie gambe, mentre io gli tengo la mano e cerco di farlo respirare regolarmente come consigliato da mia madre.

Arrivati all'ospedale il figlio di Ade viene subito messo su una barella e portato in sala parto. Io mi accascio su una delle sedie in sala d'attesa. La mia mente a poco a poco si rilassa, permettendomi di pensare in maniera più lucida.

“Percy, ho avvertito i tuoi amici. Saranno qui tra poco.” mi informa Paul. Io sorrido per ringraziarlo.

 

E' un quarto d'ora che vado avanti e indietro per la sala, non sapendo cosa fare per scaricare la tensione.

“Ma quanto tempo ci stanno mettendo?” esclamo.

“Percy, tesoro, è un parto E' normale. Ora per favore, siediti, mi stai facendo venire il mal di testa.” esclama mia madre. Mi siedo di nuovo, spostando gli occhi da una parte all'altra. On quel momento sento delle urla provenire dalla sala accoglienza.

“SONO LA SORELLA DELLA PERSONA CHE SI TROVA IN SALA PARTO. DOVETE FARMI ENTRARE!”

Questa è sicuramente Hazel,

“Ma signorina, non abbiamo nessun documento...”
“I MIEI AMICI STANNO PER DIVENTARE GENITORI.” questa era la voce di Annabeth.

Li raggiungo subito, correndo.

“Testa D'alghe! Finalmente! Puoi dire a queste persone che tu ci conosci?!” mi dice la bionda non appena mi vede.

“Si, sono i miei amici.” dico rivolto alle infermiere.

“Mi dispiace, ma la maggior parte di loro sono minorenni. E non posso farli entrare senza un rapporto di parentela...”

“QUALE LETTERA NON CAPISCE DELLA PAROLA S O R E L L A?!” dice Hazel, scandendo per bene le lettere dell'ultima parola.

“Non c'è nessun documento ad attestarlo...”

“Qua non ci muoviamo più. Me ne occupo io.” esclama Piper, per poi avvicinarsi guandando l'infermiare negli occhi.

“Senta, ci dispiace davvero dei casini che stiamo creando. Che ne dice di lasciarci passare? Non vorrà mica che due giovani genitori no abbiamo l'aiuto dei loro amici, vero?”

“No...Non lo voglio. Passate pure.” afferma l'infermiera e io ritorno in sala d'attesa seguito dagli altri.

“Hai usato la lingua ammaliatrice, vero?” chiede Jason alla sua ragazza.

“Già.” risponde questa con naturalezza.

“Aqua-men, perchè sei in pigiama?” mi chiede Leo.

“Perchè non ho avuto tempo di infilarmi niente. Ah, e non chiamarmi Acqua-men.”

Tutti ridiamo, poi cala il silenzio.

Stiamo in silenzio per un'ora e mezza, ognuno assorto eni propri pensieri e nelle proprie preoccupazioni.

Poi si sente un urlo, anzi, un piano disperato. Dopo dieci minuti vedo distrattamente Nico che viene portato in un'altra stanza. Sembrava che dormisse.

Darcy esce subito dopo, con un enorme sorriso stampato sulla faccia.

“Tre chili e quattro, in ottima forma. Congratulazioni Percy, sei ufficialmente padre di un maschietto.”

Tutto diventa ovattato intorno a me. Sento i miei amici gioire, alcuni anche piangere. Mia madre si butta tra le braccia di Paul, esclamando un “Sono nonna!”

Io non so che fare, mi limito a sorridere come un ebete, non accorgendomi delle lacrime che escono dai miei occhi.

Sono padre.

 

Il giorno dopo mi sveglio a causa di alcuni raggi di sole che entrano dalla finestra. Mi stiracchio, indolenzito dal fatto di aver dormito su una sedia, affianco al letto di Nico. Nello stesso istante, anche lui si sveglia.

“Buongiorno.” dico dolcemente, baciandolo.

“Percy? Cos'è successo?” dice il ragazzo stropicciandosi gli occhi.

“Oh niente, hai solo partorito.”

“Ah giusto... Aspetta, COSA?!”

“Non ricordi nulla?”

“Mi hanno anestetizzato. Ricordo solo un forte dolore, poi niente.” cerca di alzarsi, ma io lo fermo.

“Stai steso, non puoi ancora stare in piedi.”

“Sea. Come sta Sea?” domanda all'improvviso preoccupato.

“Benissimo. E' in ottima saluto e pesa tre chili e quattro.”

“Mio figlio. Siamo padri...”

“Eh già, siamo padri.” Sorridiamo entrambi, per poi baciarci di nuovo. Ci stacchiamo quando sentiamo bussare alla porta.

“Scusate se disturbo. Vi interessa vedere il piccolo Sea Luke Jackson?” esclama Darcy con dolcezza, spingendo dentro la sala privata una specie di culla di plastica trasparente. Quando questa rriva a fianco a noi, inizio a piangere e Nico mi segue. Un neonato dalla pelle leggermente abbronzata, qualche ciuffo nero sulla testa e una tutina azzurra dorme tranquillamente.

Provo ad asciugarmi le lacrime, ma non riesco a smettere di piangere. Darcy ci guarda per un po', per poi lasciarci da soli. Osserviamo per minuti interi Sea, fino a quando non si sveglia mostrando un paio di occhi verde mare.

“Ha i tuoi occhi.”

Annuisco, ancora commosso.

“Dovresti prenderlo.” dico a Nico, non distogliendo gli occhi da mio figlio.

“Io non so come si fa, ho paura di fargli male...”

“Da qualche parte dovremo pur iniziare.”

Il più piccolo fa spallucce, poi mette una mano sotto la testa di Sea e l'altra sotto il corpo, per poi stringerselo al petto mentre io accompagno le sue mani con le mie. Senza che me ne accorga, Sea mi stringe un dito e io non posso far a meno di ridacchiare. Poi il piccolo inizia a tastare il petto di Nico.

“Cosa fa?” chiede questo.

“Penso che stia cercando qualcosa che di solito le donna hanno ma che tu non hai.” dico sarcasticamente.

“Ah...” mi risponde Nico leggermente deluso, mentre io prendo un biberon già pronto e lo metto a riscaldare.

“Le infermiere mi hanno spiegato come fare. Dovremmo cavarcela.” spiego dopo qualche minuto, prendendo il altte caldo e porgendolo a Nico.

“Aiutami tu.”

“Certo.” mentre io lo aiuto a mantenere il bambino, il figlio di Ade inizia a dare il biberon a Sea, che succhia vorace senza problemi.

“Ehy Nico...”

“Si?”

“Ti amo.”

“Ti amo anche io.”

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

EFFETTO SORPRESA!

A parte gli scherzi, si, vi ho fatto questo regalino.. che dite, vi è piaciuto?

Sciao sciao

-Animalia

  
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