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Autore: fewde    12/11/2015    0 recensioni
Un furto al ministero. Un solo oggetto rubato. Harry Potter è di nuovo coinvolto.
Come può questo aver a che vedere con la nostra piccola Katherine, che proveniente da un'anonima famiglia babbana è appena entrata a far parte del mondo magico? Lo scoprirete solo leggendo!
Storia sospesa.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La mattina dopo Kate fu svegliata da una disputa fra le sue compagne: «Ti dico che Leery è il miglior professore di Trasfigurazione che la scuola abbia mai avuto!» affermò convinta Lily Fox, una delle quattro compagne di dormitorio di Kate.
«Può essere bravo quanto vuole, ma non può reggere il confronto con i suoi due predecessori, soprattutto con Silente!» rispose altrettanto animatamente Lucy.
«Leery è giovane, ha ancora tempo di affermarsi e di dimostrare la sua superiorità rispetto a Silente!»
«Sii obbiettiva! Non puoi lodarlo così tanto solo perché è amico dei tuoi genitori! Silente resta Silente.»
«Chi è Silente?». Kate non se ne era accorta, ma seduta sul suo letto a gambe incrociate, con la lunghissima treccia di capelli rossi fra le mani, anche Sophie Knight stava seguendo la discussione e, come lei, non aveva la minima idea di chi fosse questo Silente.
«Silente è stato insegnate di Trasfigurazione e preside di questa scuola prima della professoressa McGranitt, ed era il più grande mago che la comunità magica avesse mai accolto da tempi remoti.» disse Lucy colmando la lacuna delle due ragazze. «E se proprio vogliamo sapere se questo Leery ha qualcosa a che vedere con la sua bravura ci basterà vestirci e scendere di sotto, ha detto che voleva quelli del primo anno riuniti nella Sala Comune per le nove in punto: è il nostro direttore di Casa.»
Kate si accorse di avere già l’uniforme addosso ma che era tutta stropicciata, quindi la cambiò e aspettò che anche le altre si fossero preparate.
Nel letto accanto al suo Lauren Mikeller era già pronta, e aspettava raggomitolata sullo schienale del letto. Ieri sera Kate aveva parlato più o meno con tutti i suoi compagni del primo anno, e anche con qualcuno dei più grandi, ma Lauren quasi non aveva proferito parola.
Le ragazze finirono di prepararsi e scesero di sotto nella Sala Comune: i ragazzi erano già lì e giocherellavano con minuscoli fuochi d’artificio magici che probabilmente avevano comprato da Tiri Vispi Weasley prima della partenza.
Quando le videro arrivare guardarono un attimo Andy Abbott e poi urlarono all’unisono: «Fuoco!»
Un oggetto di forma sferica rassomigliante a un pallina da golf, colorato di un verde militare e con una spoletta simile a quella di una granata fu lanciato in aria proprio da Andy e si diresse velocemente verso le ragazze. Anche se un po’ stordite dall’attacco improvviso, riuscirono a spostarsi di lato, ma la granata le inseguì e esplose proprio sopra le loro teste, rilasciando una polverina grigiastra che gli si attaccò sulle uniformi.
I ragazzi scoppiarono tutti a ridere mentre Kate e le compagne riuscivano a malapena a respirare: quella polvere aveva un odore nauseabondo e come se non bastasse le stava iniziando a far tossire pesantemente.
«Che cos’è?» riuscirono a chiedere tra un colpo di tosse e l’altro.
«Si chiama Granata Maleodorante» rispose Gordon Wills, un ragazzo  snello dai folti capelli ricci «e penso che non ci sia modo migliore del nome per spiegarvi il suo effetto. Un’invenzione di George Weasley in persona!»
«Siete veramente infantili.» li rimproverò Lucy, ma tutti e cinque non riuscivano a smettere di ridere.
Le ragazze stavano andando ad aprire le finestre della torre per far entrare un po’ d’aria, quando arrivò il professor Leery.
Kate lo aveva visto la sera prima a tavola mentre parlava con un altro professore grassoccio e con pochi capelli biondi in testa. Leery era magro e non troppo alto. Le cespugliose sopracciglia rossicce andavano di pari passo con gli arruffati capelli rossi, ancora completamente ben piantati sulla testa. Se non fosse stato per la barba incolta, anche se non troppo lunga, sarebbe potuto sembrare un giovanotto di buona famiglia, con quel suo mantello di prima mano, orlato con strisce giallo oro, rispecchianti i colori della casa.
«Buongiorno ragaz-» non fece neanche in tempo a finire la frase che il terribile olezzo colpì anche lui. «Cos’è questo odore orribile?» chiese contrariato fissandoli uno, soffermandosi particolarmente sui ragazzi.
«So che può sembrare strano professore,» disse Abbott, «ma non siamo noi ragazzi quelli maleodoranti!»
«Professore! Ci hanno tirato addosso una strana polvere!» ruggì Lily difendendosi.
«Non mi interessa chi ha fatto cosa! Questi scherzi infantili, ad Hogwarts, non sono tollerati! Ora, mi spiace che la preside sia impegnata in affari più importanti, sennò avreste avuto la possibilità di conoscerla di persona sin dal vostro secondo giorno di scuola. Sarebbe stato quasi un record. Ora, voi ragazzi andate a prendere i libri di Incantesimi e di Pozioni e tornate giù, voi ragazze fate lo stesso, ma prima cambiatevi l’uniforme. Lasciatela sul letto, quando tornerete nel Dormitorio la troverete pulita. Avete due minuti di tempo.»
I ragazzi salirono le scale verso il loro Dormitorio ancora ridacchiando, mentre le ragazze cercavano di spiegare al professore che non era colpa loro. Dopo diverse lamentele il professore annunciò: «Un minuto. Fra un minuto vi voglio qui, cambiate e con i libri». Probabilmente le ragazze non notarono il divertirsi del professore nei suoi occhi chiari né nel suo sorriso increspato, e corsero su per le scale senza più fiatare.
Kate si cambiò in fretta e prese dal baule i libri richiesti. Due uniformi su tre sporcate in un giorno, non poteva andare meglio Kate.
Quando arrivarono giù i ragazzi erano già pronti.
«Bene. Io sono Edward Leery e, purtroppo, sono il vostro direttore di Casa. Non voglio più vedere scemenze del genere o sarò costretto a togliervi punti».
«Tenete» disse porgendo un foglio di pergamena ad ognuno, «questo è l’orario delle vostre lezioni, non perdetelo. Sotto troverete anche le informazioni per l’orario dei pasti e del coprifuoco, entro il quale dovrete essere tutti qui o nel vostro Dormitorio. Dietro c’è una mappa della scuola. Ora per far si che non facciate tardi il vostro primo giorno vi accompagnerò nella Sala Grande e poi nell’aula di Incantesimi. Seguitemi».
Kate e gli altri lo seguirono per un’infinità di corridoi, scale, passaggi nascosti e cercavano di tenere a mente le decine di consigli del professore, «Andando di qua arriverete diretti all’aula di incantesimi, vi conviene quando venite dalla Sala Comune, ma non quando arrivate dalla Sala Grande, poi vi farò vedere una seconda strada», «qua c’è la biblioteca», «girando a destra, dietro quella porta c’è la Sala Trofei».
Arrivate in Sala Grande Kate fece un’abbondante colazione e poi insieme agli altri, scortati sempre da Leery, si diresse nell’aula di Incantesimi.
Il professor Vitious li aspettava con un sorriso stampato sulla faccia. Li salutò uno ad uno informandosi sulle loro prime ore nel castello e poi gli chiese di accomodarsi. Seduti già li aspettavano i nuovi Corvonero smistati il giorno prima.
Kate inquadrò subito Vitious come un mago molto dotato ma molto sbadato, tanto che iniziò subito da quella prima lezione a pianificare qualche scherzo da fargli.
Vitious provò subito ad impressionarli con qualche incantesimo. La maggior parte della classe non rimase sorpresa quando con un semplice gesto della bacchetta sollevò una boccetta di inchiostro o quando chiamò a se il libro di Ebony Adams e quello gli arrivò dritto in mano, ma quei ragazzi che non provenivano da famiglie di maghi erano tutt’occhi. Il professore continuò per altri cinque minuti ad eccitarli con incantesimi sempre più affascinanti, ormai tutti avevano gli occhi putanti su di lui, ma proprio sul momento più bello si fermò.
«Se volete imparare a padroneggiare gli incantesimi che ho fatto dovrete studiare ed esercitarvi ogni giorno. La magia non si impara poltrendo e agitando a caso la bacchetta.» disse con la sua voce stridula, condita da un tocco di severità.
Per tutta la lezione non toccarono la bacchetta, e il professor Vitious gli parlò solo della teoria degli incantesimi. Alla fine delle due ore li salutò e gli ricordò di studiare le pagine 2-10 del Manuale degli Incantesimi.
Kate e i suoi compagni si diressero verso l'aula di Pozioni, segnata sulla mappa dal professor Leery. Si muoveva abbastanza sicura tra i corridoi e riuscì a condurre tutti i suoi compagni per tempo a lezione. Appena entrati i ragazzi non poterono far a meno di storcere un po' il naso, l'aula era piena di bottiglie e ampolle di vetro di tutte le dimensioni con dentro liquidi dai più svariati colori che emanavo un odore simile a quello dello zolfo. Infondo alla stanza su quella che era la cattedra del professore vi erano tre calderoni pieni da cui saliva del fumo rossastro. Kate vi si avvicinò per guardare meglio il contenuto quando una voce alle sue spalle la fece sobbalzare: «Attenta ragazza, potrebbe non piacerti toccare quelle pozioni». Il professore era entrato e sorrideva ai ragazzi. «Bene, sono arrivati anche i nostri cari Serpeverde, sedetevi che iniziamo».
Nel complesso la lezione di Pozioni fu piacevole, il professor Lumacorno era un vecchietto pelato con gli occhi acquosi, ma differentemente da quello che suggeriva il suo aspetto, era un mago arzillo e simpatico. Gli mostrò le pozioni che aveva preparato e poi li fece mettere subito a lavoro. Inizialmente Kate trovò noiosissimo pesare erbe e tagliare radici, ma quando il colore dell'intruglio del suo calderone divenne dello stesso colore di quello del libro, si sentì fortemente soddisfatta. Alla fine della lezione Lumacorno esaminò tutte le pozioni, decretando come migliori le due preparate da Alyson Selwin e da Lucy Johnson. Entrambe le case ottennero un punto e Lumacorno invitò le due ragazze a prendersi un té con lui il pomeriggio seguente.
Prima di uscire dall'aula Alyson sentì sussurare ai suoi compagni: «Si vede fin da subito che i purosangue sono i maghi migliore».
Kate non capì cosa intendesse, ma dal tono con cui lo disse non le piacque. In ogni caso ora non poteva perdere tempo a chiedere alle sue compagne, doveva correre nel dormitorio per preparare uno scherzo ai ragazzi, non aveva digerito quello subito e voleva dimostrare fin da subito che lei era quella che gli scherzi li faceva.
  
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