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Autore: viggy15    25/02/2009    1 recensioni
Introduzione rimossa poichè non vi sono cenni relativi alla trama. Si prega di inserirne una valida.
Rinoa81, assistente amministratrice.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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liceali 4

Sollevata la busta ficcò il volantino in bocca e con la mano libera afferrò gli altri due sacchetti. 

Lentamente si avvicinò alla porta e quella, rispettando il proprio nome, andò scorrendo lentamente e la fece uscire dal supermercato, un vento freddo le ricordò che l’autunno aveva ceduto tutte le sue foglie al vento. Ora l’inverno stava per sopraggiungere. Per non farsi trovare impreparati in un sacco della spesa si trovavano, medicine biologiche fra cui gocce per la gola, pillole alla liquirizia, soluzioni agl’agrumi e vari estratti di più fiori e piante. Nello stesso sacchetto: fazzoletti colorati con animaletti parlanti dei cartoni e una scatola sostanziosa di cerotti per le frequenti sbucciature da ricoprire. Sedutasi in macchina ispirò a fondo. Il suo riflesso nello specchietto rifletteva l’immagine di una giovane donna di età indefinita. Sotto gli occhi profonde occhiaie e due rughe lievi ai lati delle perle brune. A casa le luci erano quasi tutte spente. Solo in cucina e dalla porta chiusa della stanza da letto le luci erano accese. Cotta la cena e servita chiamò i gemelli a tavola e quelli, correndo e urlando la raggiunsero. 

Andando a dormire si sentì stanca come sempre, come se mai prima di allora o dopo avesse fatto un sonno completo. Il suo più grande sogno che elaborava da qualche settimana era quella di usare stoffe delle logore tutine dei gemelli per cucirgli nuovi abiti di carnevale. Tre giorni prima aveva visto il padre dei bimbi. Seduto in una porche grigia metallica, Valentina Croce –al suo fianco- sorrideva più magra e avvenente di quanto si ricordava. 

Li aveva ritrovati lì, per la tiburtina probabilmente persi mentre lei staccava dal suo lavoro di otto ore da cuoca in una ditta di tendaggi. Vedendoli si era sporta prima in avanti, per accertarsi che fossero veramente loro, e poi indietro, timorosa loro riconoscessero in quella triste donna la loro secchiona compagna di classe. 

Subito dopo si era messa a correre verso la metro. A casa doveva svolgere una ricerca per un liceale ricco e svogliato.  

Ventisei anni e la sua vita non era come quella che si aspettava …

Riscossa dal sogno vide dalla finestra l’aria limpida e fresca sbattere lievemente contro il vetro. Il bambino, o bambini che fossero, erano ancora piccoli feti che si notavano lievemente dalla panca solitamente piatta di Costanza, erano ancora in una limpida primavera e lei non aveva ancora scelto se tenere la creatura o abortire …

 

In questo capitolo non parla Costanza in prima persona per creare un distacco dal futuro astratto al presente tangibile, non si tratta di un errore stilistico :)

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