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Autore: Antonio Militari    13/11/2015    1 recensioni
Un ragazzo normalissimo, che frequenta una scuola normalissima con amici normalissimi, tranne per il fatto che lui, a differenza degli altri, sa usare "quella cosa". Tutto procede quindi al meglio, almeno fino a che non compare un altro ragazzo, che sembra conoscere bene "quella cosa". Inizia così il percorso di Alex per migliorare il proprio potere, al fine di sconfiggere una minaccia mortale... o almeno così sembra.
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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1
“Come prima cosa voglio dirti che tua madre è tenuta qui con il potere della Paradossalità, e che qualsiasi cosa accada a me farà si che il leggero strappo spazio-temporale che la tiene qui si spezzi, con il risultato di ucciderla, separando il suo corpo dall'anima. Mi hai capito bene?”
Alex era talmente stordito da non avere neanche la forza di provare odio per l'uomo che parlava, ma annuì leggermente, cercando di capire che cosa stesse succedendo. Poi qualcosa gli scattò nella testa e tirò fuori la mano dalla tasca, portandosi dietro un biglietto scarabocchiato con una matita è un codice Morse!
“Mi dispiace, Alex, non volevo che lo trovassi” Disse Martin, osservando il biglietto che Alex teneva in mano convulsamente.
“Hai organizzato tu tutto questo?” Alex non poteva crederci.
“In realtà abbiamo organizzato le cose in due” A parlare era stato Tony, dalla poltrona “Ma devo ammettere che il grosso del piano è suo”
“Come hai potuto?” Alex non sapeva se gli faceva più male il fatto di essere stato tradito o il fatto di non essersene accorto fino a quel momento.
Martin, invece, sembrava calmo come al solito “Hai letto il biglietto, no? Sei pericoloso. Non avevamo scelta”
“Ma perché io!” Alex sentiva le lacrime agli occhi
“Non lo hai capito Alex?! Non te ne rendi ancora conto?!” Alex osservò per la prima volta un nuovo Martin, furioso e fuori di se, più di quella volta che aveva combattuto contro Silvio “Io non esisto! Noi non esistiamo! Esisti solo tu! Tu sei il centro della Patetica! Se la Patentata esiste è perché esisti tu!”
“Non capisco”
Intervenne Tony “È molto semplice Alex: tu, e solamente tu, possiedi un potere, quello di modificare la realtà ma, come hai capito fin da bambino, non puoi rivelarlo a nessuno. Questo ti ha fatto soffrire molto, vero?”
Alex annuì, iniziando a capire.
“Avevi bisogno di qualcuno con cui parlare e qualcuno con cui condividere un tale potere e, soprattutto, un motivo per usarlo correttamente”
“Alleati e nemici” sussurrò Martin tra i denti.
“Io vi avrei creati?” si sorprese a dire Alex.
“Tu ci hai creati, e ci hai dato uno scopo di vita, uno scopo però, che noi non volevamo avere, un'esistenza che, però, non volevamo vivere” L'uomo in bianco sembrava tranquillo come non mai.
“Ma poi, col tempo, tutto è cambiato: seguendo le tue regole abbiamo fondato la Patetica e la Patentata, e la cosa ci è piaciuta. Molti di noi hanno dimenticato la loro origine, ma io e Martin, insieme ad altri pochi, abbiamo mantenuto i nostri ricordi. Poi i nostri laboratori hanno fatto due scoperte interessanti: la prima è che noi siamo eterni, immortali, perché non apparteniamo a questo mondo. La seconda è che se tu morissi, noi smetteremmo di esistere, a meno che...”
“A meno che?”
“A meno che tu non usi il tuo potere per modificare la realtà e sparire dalla faccia della terra” sputò fuori con rabbia Martin.

2
Ora capiva la presenza di sua madre. Se avesse cercato di fare qualcosa o si fosse rifiutato di collaborare lei sarebbe morta e, come aveva provato in occasione della morte del nonno, il suo potere non l'avrebbe riportata in vita. Doveva suicidarsi, per salvarla, anche se così non avrebbe avuto modo di sapere se si sarebbe salvata. Certo non avrebbero avuto più motivo di ucciderla, a meno che non volessero eliminarla come testimone, o sfogare la rabbia che provavano contro di lui si di lei. Alex, in ogni caso, avrebbe perso.
Si era chiarito tutto ora. Martin che lo avvicinava, il suo ingresso nella squadra, Michelle che lo estenuava per non fargli pensare ai piccolissimi segni che mostravano le vere intenzioni di Martin, il diversivo e il perché Marcetti lo chiamasse il soggetto.
Ora dovevano essere prese delle decisioni.
Spostò lo sguardo su tutti i presenti: gli uomini che non conosceva evitarono di guardarlo, Silvio sorrideva compiaciuto, Tony aveva l'espressione di chi aveva appena vinto una partita a scacchi, Martin lo fissava duro e la madre, con il volto rigato dalle lacrime, scuoteva la testa violentemente, articolando senza parlare “Ti prego non salvarmi”.
Non aveva più tempo, doveva scegliere.

3
Sorrise. Aveva preso una decisione. Allargò le braccia, e si sollevò in aria, improvvisamente accendendosi di luce. Chiuse gli occhi, per non guardare la madre. Ci pensò un attimo: anche lei, in ogni caso ci avrebbe perso, perdendo la vita o il figlio. Qualunque fosse stata la sua scelta, tutti ci avrebbero perso. Non ci sarebbero state vittorie. Alex sorrise nuovamente, nell'alto della sua posizione. Sentì il potere fluire, mentre operava la sua scelta, verso l'esterno, avvolgendo tutto quello che lo circondava. Dopo qualche istante, Alex aprì gli occhi, ora senza pupilla, e il potere si attivò.
Angolo dell'autore: Ed ecco che ci avviciniamo al finale. In effetti, questo doveva essere, con qualche modifica, il capitolo finale, ma dal momento che non ero soddisfatto, avendo lasciato troppi rami narrativi in sospeso, ho deciso di continuare. Giuro che appena finisco mi rileggo tutto per correggere gli errori! Ringrazio tutti i lettori e ne approfitto per comunicare che domani non carico, perché starò fuori casa tutto il giorno. Ci risentiamo direttamente lunedì. Statemi bene!
   
 
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