Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: gangamoon    13/11/2015    3 recensioni
Quando Severus si risveglia dal coma in cui è rimasto per mesi, trova al suo capezzale una persona che non si sarebbe mai aspettato di rivedere per prima. Eppure è a lei che deve la vita, non solo quella che stava per perdere a causa del serpente, ma anche quella che di lì a poco ricomincerà a vivere pienamente, sospinto dai venti di un nuovo amore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao gente :) vi ricordate quando, qualche capitolo fa, ho scritto che saremmo andati quasi in calata? Bene, qui c’è il “quasi”, perché non poteva essere tutto rose e fiori… e spero che non mi lincerete, perché non so se ho esagerato (o, meglio, se Severus esageri).
Ma ne riparliamo giù... Buona lettura :)

 

 
La settimana successiva Severus e Irina tornarono a Spinner’s end per cominciare a riflettere sul da farsi. Guardandola alla luce del sole quella casa cadeva proprio a pezzi, in parte per la mancanza di manutenzione nel passato, in parte per i più recenti attacchi dei Mangiamorte.
– Innanzitutto conviene dividerci i compiti – suggerì la donna facendo comparire un’impalcatura (era ancora mattina presto)
– A che serve? – chiese Severus con un sopracciglio inarcato – Non useremo la magia?
– Certo… ma non dobbiamo dare nell’occhio.
– Hai ragione. Quindi teniamo le impalcature per comparsa e noi lavoriamo dall’interno con la magia… mi sembra una buona idea – concordò l’uomo.
Ogni fine settimana libero, così, lo trascorsero a Spinner’s end. Decisero che Severus si sarebbe occupato della struttura dell’edificio, mentre Irina di pulire, mettere in ordine e riarredare l’appartamento. Non era un lavoro semplice, nonostante l’uso della magia, e ben presto Severus si ritrovò a darle una mano per svolgere le sue mansioni.
Altrettanto presto svanì l’atmosfera idilliaca che si era creata all’inizio.
Severus cominciava a irritarsi. Non era abituato ad avere qualcuno sempre in giro e al fatto che questo qualcuno mettesse mano alle sue cose.
Eppure non era certo la prima volta che lavoravano fianco a fianco. Anzi, era cominciato tutto così… Perché adesso avvertiva dentro di sé questo fastidio? Non era il comportamento di Irina il problema, doveva essere qualcosa che nasceva dentro di lui. Il vecchio istinto alla misantropia forse? O una sottile paura dell’avvenire? Di questo voltare pagina a cui non si sentiva preparato fino in fondo…?
– Che ne faccio di queste? – chiese Irina mostrando una cassettina contenente delle vecchie ampolle di vetro, il primo set da pozionista di Severus.
– Ti sarei grato se non toccassi nulla di ciò che non ti riguarda
– Ho soltanto chiesto… come faccio a mettere in ordine se…
– Vai a ordinare da qualche altra parte! – disse alzando la voce.
Irina corrugò la fronte.
Non l’aveva mai vista arrabbiata.
– Non sono il tuo elfo domestico!
– Ti ho soltanto detto di non toccare le mie cose
– Sto solo pulendo! Non le butto le tue cose!... Sei ridicolo!
– Tu sei ridicola!
Si guardarono un attimo negli occhi. Erano veramente ridicoli. Cercarono entrambi di trattenere una risata, non volendo cedere. Così Severus si voltò e fece per andarsene, fingendosi offeso.
– Bene – disse.
Irina non amava litigare. Così, d’istinto, lasciò cadere quello che teneva in mano e lo abbracciò da dietro le spalle. L’uomo strinse le sue mani accarezzandole.
Ma non era ancora finita.
– Cos’è che hai lanciato a terra?
Irina si irrigidì e guardò con la coda dell’occhio al pavimento.
– Niente…
Severus si voltò di scatto.
– Vedi perché non voglio che tocchi le mie cose!
– Mi dispiace – Irina era veramente mortificata. Gli occhi lucidi di lacrime. – Pensavo che fare pace fosse più importante…
– Non se peggiora la situazione!
– Ti ho detto che mi dispiace! Si possono aggiustare… – ormai le lacrime le rigavano il viso
– Non metterti anche a frignare!
– Non puoi trattarmi in questo modo! Non sono una tua studentessa!
– Ma ti comporti come una ragazzina!
Severus stava ormai perdendo la pazienza e vederla piangere gli stava facendo venire i nervi. Si sentiva strano, turbato, non gli era mai capitato di litigare fin ora e sentiva che la situazione gli stava sfuggendo di mano. Ma prima ancora che potesse accorgersi di quello che stava facendo, proprio la sua mano colpì la guancia di Irina. La donna sgranò gli occhi portandosi una mano al viso. Lui rimase col fiato sospeso e il braccio a mezz’aria. Poi lei corse via, andando a chiudersi in camera da letto. Subito lui si mosse per andarle dietro, ma alla fine rimase fermo sul posto, chiedendosi come mai potesse essere accaduta una cosa simile. Si chinò per raccogliere i frammenti di quel disastro. Nella mente si sovrapponevano le immagini del presente e del passato, quando suo padre picchiava sua madre. Come era potuto arrivare a tanto? Non voleva essere come suo padre. L’aveva sempre disprezzato e odiato per il suo comportamento violento. E adesso…
Una scheggia di vetro lo riportò al presente.
“E se le avessi fatto del male sul serio?” pensò, guardando un rivolo di sangue che gocciolava dal palmo della sua mano. Ripulì tutto con un colpo di bacchetta e andò al piano di sopra. Bussò leggermente alla porta.
– Irina? – chiamò con poca voce – mi fai entrare?
Dalla stanza udiva ancora i suoi singhiozzi.
– Irina, mi dispiace. Aprimi, per favore.
Ancora nessuna risposta. Provò a girare la maniglia, ma la porta era chiusa a chiave.
– Iri?
Altre immagini invasero la sua mente. Quelle di un ragazzo disperato che implorava un quadro di lasciarlo passare… Non si perse d’animo. Non poteva mandare sempre tutto a rotoli. Prese la bacchetta e sussurrò la formula.
Alohomora – la porta si aprì con un leggero scatto.
– Non ti ho dato il permesso di entrare – disse con la voce soffocata dal cuscino.
– Avresti dovuto mettere delle barriere…
Si avvicinò piano e si inginocchiò al lato del letto.
– Irina, mi dispiace tanto. Ti prego, perdonami…
– Certo che ti perdono… però…
– Sono un idiota. Non so davvero cosa mi sia preso. Non si ripeterà mai più, lo giuro… Guardami…
Lei si voltò lentamente asciugandosi le lacrime e mostrandogli il suo bel sorriso, anche se la guancia arrossata le bruciava un po’. Lui la accarezzò delicatamente, guardandola con occhi tristi. Riusciva sempre a fare del male alle persone che amava. Il suo perdono non gli bastava, lui non sarebbe mai riuscito a perdonarsi e si vergognava profondamente per quel suo gesto irrazionale. Adesso anche il suo sguardo si stava appannando di lacrime. Quando lei avvicinò una mano al suo viso lui si ritrasse. Doveva uscire di lì. Si alzò di scatto.
– Severus?!
Scese le scale quasi di corsa e in pochi minuti si ritrovò in strada.
Lei gli andò dietro. Temeva che potesse fare qualcosa di insensato. Quell’uomo aveva una particolare inclinazione ai sensi di colpa.
Lo raggiunse in un parco giochi a pochi isolati da casa. Era seduto su un’altalena e guardava fisso per terra, dondolandosi stancamente.
– Sev? Non devi sentirti in colpa… capita a tutti di litigare.
Vedendo che non reagiva si sedette sulle sue ginocchia cingendogli le braccia al collo e posandogli un bacio sulla guancia.
– Scusa.
– È tutto a posto, Sev.
Lui continuò, più che mai pentito.
– Scusami per aver alzato la voce … e per averti alzato le mani… Vuoi ancora sposarmi? – chiese con un nodo alla gola.
– Certo che ti voglio sposare! Io ti amo – disse lei guardandolo negli occhi.
Il suo sorriso era così luminoso che alla fine anche lui ne fu contagiato. Lo abbracciò forte, sbilanciando il peso e facendogli così perdere l’equilibrio. Si ribaltarono, cadendo all’indietro sull’erba, con le gambe ancora sul seggiolino dell’altalena.
Ridendo per la situazione fecero finalmente pace e si scambiarono un bacio. Fin quando non udirono un bambino schiamazzare poco lontano.
– Mamma, guarda quei due! Che buffi!
“Pidocchi insopportabili” pensò con stizza Severus.
Con un po’ di fatica riuscì a districarsi e aiutò anche Irina ad alzarsi. Quindi, datisi una spolverata, si incamminarono verso casa mano nella mano.



 
Spero si sia capito che Severus non ha reagito così per due fiale rotte…
Volevo dare un po’ più di carattere a Irina (che comunque è particolarmente sensibile e dalla lacrima facile) e questo fatto ha un po’ destabilizzato Severus, il quale a volte tende ad agire d’impulso.
Inoltre volevo che Irina lo perdonasse, fondamentale differenza rispetto a Lily, anche se un ceffone non corrisponde a una parola di troppo.
Se lo perdona è perche sa che davvero una cosa simile non si ripeterà mai più: Severus ha un carattere molto volitivo e quando fa un giuramento lo mantiene.
Questo è il mio parere :) il vostro è sempre ben accetto (soprattutto perché non mi intendo di psicologia e qualcuno ne saprà più di me ;) )
Alla prossima! :)

 
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: gangamoon