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Autore: JulesB    13/11/2015    2 recensioni
Magnus ha un'importante domanda per Alec. La sua risposta potrebbe influenzare entrambi, in diversi modi ovviamente.
Storia tradotta dell'autrice Cumberbatch Critter.
Dal testo: "La caduta fu breve prima di atterrare sullo stomaco muscoloso di Magnus. Le braccia serpeggiavano attorno alla sua schiena, poi Alec, sospirando tranquillamente, poggiò il mento sul petto dello stregone per guardarlo. Ricevette un semplice sorriso, mentre le braccia attorno a lui lo stringevano. Ad Alec non importava, non lo facevano sentire in trappola, ma al sicuro."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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"Non volevo, Alexander?" Magnus fece di nuovo le fusa, ghignando con il suo sorriso felino. Sembrava un sorrisetto che non solo voleva dire Sono il gatto che ha fatto la crema ma anche Ho la mia torta di compleanno, e la sto dannatamente per mangiare anche.

"T-tu, a-ah..." I suoi pensieri lo lasciarono nel momento in cui si sentì delle mani morbide e calde scivolare sotto la sua maglietta. Quelle dita gli carezzarono lo stomaco, lanciando brividi lungo il suo corpo. Le dita scesero, afferrando il bordo della maglietta, e Alec non riuscì a fermarle. Allungò una mano alla cieca, scorrendo le sue dita lungo lo stomaco non marcato dello stregone. Voleva semplicemente toccarlo. Era ingiusto che solo Magnus potesse toccare.

Le dita di Alec salirono su un capezzolo perfettamente definito di Magnus. Lo ruotò tra le sue dita come esperimento, e un basso gemito che non gli apparteneva divise l'aria. Era come l'elettricità - un corto circuito del suo sistema, che lo lasciò con il desiderio di avere di più. Quel gemito era la prova che Magnus poteva essere spinto verso il limite e Alec scoprì che voleva disperatamente portarlo oltre.

Fu costretto in un rude e umido bacio, le sue dita ancora lavoravano bisognose sul suo corpo. La sua mano libera serpeggiò fino a tracciare piccoli disegni sul petto caldo di Magnus, come se stesse disegnando delle rune lungo la sua pelle. Quali rune avrebbe dovuto disegnare, eccetto amore, e bisogno, e ecstasy, e sesso...

Uno scosso gemito venne emesso nella bocca di Magnus quando lo stregone mosse una mano sulla sua schiena, schiacciandolo più vicino, finendo così inguine contro inguine. Alec schiacciò i fianchi contro di lui, ancora, solo sperimentalmente, e fu come toccare dei cavi in tensione - toccare cavi in tensione con le mani bagnate.

"Toccami, Alec..." esalò Magnus, e le parole luccicarono un po', non diversamente dai glitter che di solito indossava. "Le tue dita... sono magiche..." Magnus si chinò e diede un amorevole morso al capezzolo destro di Alec. Quest'ultimo si lasciò sfuggire un urlo, le sue unghie si conficcarono nella schiena di Magnus.

"M-Magnus...Oh.." le sue parole caddero nel vuoto, e una parte di lui ringraziò il fatto che Magnus non era distratto, perché il modo in cui la lingua dello stregone stava lavorando attorno al suo capezzolo turgido era ancora un'altra forma di magia. Uno schiocco di dita non avrebbe potuto sostituire niente di tutto quello.

Una calda e bagnata scia di baci scese sul suo stomaco. L'unica cosa che ancora lo faceva restare in piedi era il muro dietro le sue spalle, una mano di Magnus sulla parte bassa della sua schiena, e le sue stesse braccia attorno alle spalle dello stregone, perché le sue gambe si erano ridotte in poltiglia negli ultimi pochi minuti.

Fece scendere le sue dita sui fianchi di Magnus, assaporando il modo in cui la sua pelle tonica fremeva. Le sue dita si arricciarono attorno all'elastico dei boxer dello stregone, infilandosi un po' al di sotto per sentire la sua deliziosa pelle calda. Ma non le tolse, nonostante i suoi pensieri tempestavano il suo cervello, per una sola ragione.

"D-dannato te, Shadowhunter" sbuffò Magnus "Se non ti sbrighi, Io..."

Uno strillo metallico tagliò l'aria ed entrambi si fermarono all'istante. Alec poté giurare che il suo cuore si fosse fermato, e persino Magnus sembrava un po' più pallido sotto il rossore delle sue guance. Dopo un momento, Alec realizzò che niente stava strillando, ma della musica a tutto volume venne dal cellulare di Magnus che era stato abbandonato sul comodino non molto lontano da loro. Emise un tremante sospiro, guardando di lato. Magnus emise un ringhio attraverso il suo respiro, schioccando le dita, e il suono si interruppe.

"Sì?"

"Magnus Bane!" una voce familiare bruciò attraverso il microfono del telefono, e Alec allontanò frettolosamente Magnus lontano come se potessero essere visti.
"C'è Alec lì con te?"

"S-sì, Izzy, sono qui!" balbettò, cercando di riprendere fiato senza essere troppo rumoroso.

"Alexander Lightwood! Ero così preoccupata per te. Hai detto che saresti andato al Pandemonium a causa dei messaggi che abbiamo ricevuto, e hai lasciato qui il tuo cellulare, e poi mi sono addormentata ieri notte e tu non eri ancora a casa questa mattina-"

"Izzy, Isabelle, sto bene, davvero..." Alec catturò lo sguardo di Magnus per un momento, e l'occhiata che ricevette gli diede ancora un brivido lungo la spina dorsale. Stava bene... Stava per essere spogliato e volentieri scopato nel culo, ma stava bene.

"Ma, cosa è successo? E' successo qualcosa al club? Sapevo che sarei dovuta venire con te..."

"No, Izzy..." si strofinò il volto stancamente, come se si fosse stancato all'improvviso. "E' andato tutto bene con i demoni. Sono venuto da Magnus perché lo volevo, non perché ero ferito." Ricevette un'occhiata da Magnus, leggendo le sue labbra mentre diceva Sei andato al Pandemonium e non me l'hai detto? Alec schiacciò la mano sul ricevitore e rispose subito "Non ne avevo bisogno. Stavo bene."

"Così tu... hai trascorso la notte da Magnus.." il modo in cui lei lo disse, come se stesse tranquillamente sospettando qualcosa, fece diventare nuovamente rosso il suo volto. "Oh, uhm, scusa per averti disturbato, Alec. E Magnus. Io vado, uh... ci vediamo più tardi."

“Izzy!” chiamò, ma il bip costante della linea chiusa raggiunse le sue orecchie “Per l’Angelo, sono fottuto.”

“Tu, e il tuo parabatai, avete la capacità di scegliere le parole sbagliate da dire.” Fu tutto quello che disse Magnus.

C’era un’aria particolare nel modo in cui Alec camminava mentre lasciava la casa di Magnus. I suoi movimenti erano nervosi, e veloci, come un coniglio bloccato in una gabbia. Magnus decise che gli piaceva molto quando Alec si sentiva in trappola. L’aveva capito all’istante quando lo aveva premuto contro il muro.

A parte il fatto che Magnus sapeva che stava per fare qualcosa che avrebbe ferito Alec, stava cercando di non pensarci. Invece, i suoi pensieri ruotarono attorno al fatto che Alec era stato al Pandemonium prima di andare a casa sua. Magnus si era chiesto perché Alec puzzava un po’, come se si fosse rotolato in qualcosa di disgustoso mentre andava da lui, ma velocemente lasciò passare quel pensiero. Aveva comunque acceso un incenso- che aveva dovuto spegnere, perché Alec aveva le lacrime agli occhi da quanto tossiva. Beh, per lui non era così forte.

Chiamatelo un iperprotettivo vecchio bastardo, ma odiava quando Alec andava in qualche battaglia che non conosceva. E aveva anche una buona ragione- aveva, in diverse occasioni, salvato la vita del suo ragazzo. Sin da quel giorno quando aveva visto Alec combattere contro quel dannato demone insetto e lo aveva visto rovesciarsi nell’Est River senza vita, le prospettive della battaglia erano diverse. Alec odiava quando Magnus si intrufolava in qualche missione, invece di Isabelle o Jace, ma Alec spesso non notava quando Magnus gli scagliava incantesimi di protezione.

Per di più, a Magnus piaceva uscire in pubblico con il suo ragazzo. Gli piaceva davvero molto. Gli sarebbe piaciuto baciare in pubblico il suo ragazzo, se solo Alec non fosse così teso nella loro relazione. Magnus poteva capirlo… solo un po’. Ma, tu hai solo una vita da vivere, quindi perché restare nell’ombra e fondersi con l’ambiente circostante? Lui di sicuro non lo faceva. Fondersi, agire normalmente… Perché cercare di confondersi con la massa? Non ti faresti riconoscere nel breve tempo che ti è concesso di vivere, se resti seduto e guardi.

Certamente, Magnus non aveva una vita breve da vivere. Aveva tanto, tanto tempo. Era stato su quella terra per ottocento anni, fintanto che una battaglia non finiva male, sarebbe stato salvo e avrebbe potuto vivere quattro volte più di adesso. Probabilmente anche di più.

L’immortalità era una di quelle cose a cui pensava. Alec sarebbe invecchiato. Lui no. Magnus non dubitava di se stesso- anche se Alec fosse stato sul letto di morte a cento anni, lui lo avrebbe ancora amato. Ma sapeva che Alec era preoccupato di quella cosa. E sarebbe diventato un problema più avanti, nella vita. Davvero non voleva pensarci, non voleva. Solo che non poteva negare quello che sarebbe accaduto.

Forse una parte di lui, tuttavia, stava negando un fatto che sarebbe stato ovvio. Che non sarebbe invecchiato. Aveva detto ad Alec di “abbracciare il suo lato strano” perché avrebbe potuto ostentarlo per poco tempo. Magnus lo ostentava ogni giorno, e lo avrebbe fatto per molto tempo. Ma chi stava prendendo in giro? Forse stava solo disilludendo se stesso.

Ma pensò, mentre faceva schioccare le dita, facendo apparire tutto attrezzato e pronto per una notte di festa, che la soluzione ai suoi problemi era vivere nel momento. 




Non ripeterò mai abbastanza che amo questa storia, davvero. 
Ho contattato l'autrice per le recensioni,e le farebbe piacere averle. Quindi non siate timide, anche quelle negative sono ben accette.. Sono pur sempre una critica costruttiva! 

Buona lettura. 
   
 
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