Eccoci arrivati al
finale; perdonatemi se vi ho fatto aspettare un po’, ma ero impegnata in altre
cose e volevo fare l’ultimo disegno. Ringrazio tutte quelle che hanno letto fin
qui (ho visto che siete tante) chi ha messo la storia nei preferiti e coloro che
hanno recensito.
Sono rimasta
piacevolmente sorpresa dal vostro entusiasmo, non pensavo che questa storia
piacesse tanto.
Ora, visto le
“velate minacce” ricevute da chi pretende il lieto fine a tutti i costi, spero con
questo ultimo capitolo di aver evitato il plotone d’esecuzione davanti alla
Bastiglia.
Siate clementi. Un
saluto e buona lettura.
Epilogo
Era arrivato il
momento.
Quella notte fu
davvero l’inizio di un tempo nuovo.
Se le loro vite erano
sempre corse parallele senza mai toccarsi, adesso si sarebbero intrecciate e
fuse insieme.
Tutto, Parigi e
l’aggressione, la morte della povera Diane, il temporale che scuoteva le
finestre quella notte, ogni cosa li aveva portati al compimento di quell’istante.
Tutto questo aveva
scatenato nell’animo di Oscar , un’inquietudine, una lotta interna tra la
ragione e i sentimenti, che solo tra le braccia di Andrè poteva risolversi.
Momento atteso e
bramato, inevitabile come il fato, perché Oscar e André erano nati, cresciuti,
si erano incontrati, avevano condiviso la loro vita e conosciuto lo stesso
dolore per quello.
Lasciarono parlare
solo i gesti febbrili delle loro mani che correvano sui loro corpi, e gli
sguardi accesi nascosti nel buio illuminato dai lampi.
Fu la prima notte di
passione naturale e crescente, passata a cercarsi e scoprirsi sotto i vestiti,
dominando la fretta mista alla paura di toglierli, per non rovinare con gesti
sbagliati quel momento fatto di eterno.
Al buio si
ritrovarono nudi nel letto, e solo i bagliori del temporale concedevano loro di
rubare qualche lembo della pelle dell’altro.
Fu così che quella
prima notte fecero l’amore.
Fu intima ed emozionante
come qualcosa di sacro; la definitiva e totale fusione delle loro anime.
Non riuscivo a dormire stanotte; ora il temporale si allontana mentre gli ultimi lampi rischiarano questa stanza, ma non è per questo che non dormo.
Non potrei dormire con te sul mio fianco addormentata.
Osservo il tuo corpo bianco, i tuoi capelli biondi nascondono il tuo seno alla mia debole vista, rubo la tua immagine alla luce improvvisa dei lampi.
Potrei accendere una candela, ma non lo faccio. Mi sembra più bello così.
In realtà non voglio dormire: voglio ripercorrere con la mente ogni sospiro, ogni carezza, ogni bacio, ogni parola non detta eppure sospesa in questa stanza, sentita col cuore, udita col pensiero.
Desidero fissare tutto nella mente, rendere tutto indelebile.
Pensavo a te prima, all’ultima volta che ti ho avuta tra le braccia, pochi giorni fa in giardino.
Sono giorni che mi
chiedo da cosa fosse dettato quel tuo slancio insolito, eppure franco e sincero
che hai avuto quella sera. Erano giorni che tremavo al pensiero di cosa potesse
voler dire; non volevo neppure pensarlo…
forse mi ama?
Forse si sta
accorgendo di me?
Forse mi sto
ingannando, pensavo.
Eppure speravo… non
potevo farne a meno.
È tutta la vita che
spero.
Ho attraversato
anche momenti bui in cui mi ero convinto che la mia speranza fosse illusoria;
nonostante lo sconforto, qualcosa mi ha sempre indotto a non arrendermi mai
alla logica del buon senso che mi diceva di rinunciare.
Tu hai rafforzato il
mio desiderio e la fiducia nel mio sentimento è diventata più forte, complice
una sera strana e magica in cui tu sei venuta a cercarmi.
Se avevo quasi
smesso di sperare, è stato quella sera che ho ricominciato.
Poi abbiamo ripreso
la vita di tutti i giorni in caserma, apparentemente vicini eppure distanti in
qualche modo, lontani da ciò che volevamo veramente.
Io pensavo a quel
momento come non avrei dovuto, vi tornavo sopra con la memoria, cercando di
cogliere ogni dettaglio dei tuoi movimenti, le tue parole accorate, il tuo
sguardo malinconico.
Ricordavo tutto il
tormento, eppure quanta gioia ho provato ad avere il tuo corpo tra le braccia,
a sentirti così vicina e abbandonata, fiduciosa.
Tu avevi piena
fiducia in me, qualcosa che avevo creduto di aver perso del tutto, una notte di
tanto tempo fa.
Invece stanotte
piombi qui, inquieta, guidata da chissà quale impulso e io sto qui a pormi
mille domande, a tentare di ragionare, a trattenere la paura che tu possa
andartene e lasciarmi solo un'altra volta. Rinuncio a capire…
Perché davvero tutto
è diventato incomprensibile, eppure assolutamente chiaro.
Perché questo amore
è passato in mezzo a tutto e non sì è fermato davanti a niente.
Ha superato la mia
pazzia ed è andato oltre la tua gelida paura.
Tutto sfuma e si
confonde nell’ attimo stesso in cui ti avvicini a me nel buio di questa notte
che mi appare quasi irreale. Non posso vedere i tuoi occhi, ma ho l’impressione
di sentirli come spilli che mi pungono la carne viva.
Tu quasi non parli.
Gli unici suoni che
sento si mischiano al tumulto furioso del mio cuore; sono i sibili del vento e
i tuoni di questo temporale che non si placa.
Sento che ti premi
contro di me e per un istante ho paura… cosa fai, Oscar?
Cosa sei venuta a
fare?
Non hai paura del
rischio che corri ad essere qui?
Poi sento le tue
mani che mi cercano nel buio… le tue labbra…
Dio, non le
ricordavo così…
Non sapevo che erano
così…
dolci e tenere…
appassionate e
titubanti… ma quasi fameliche.
Capisco che non ti
fermerai; sai esattamente quello che vuoi, ma i gesti sono così nuovi per te.
Mi lascio prendere dalla vertigine, mentre la tua voce mi supplica di togliermi
la camicia.
Faccio uno sforzo
immenso per non lasciarmi travolgere, per non affrettare tutto.
Voglio che duri il
più possibile questa nostra felicità.
Voglio trasportarti
con me e tu mi lasci fare.
Mi sembra
incredibile, un sogno che si concretizza, non ho mai osato sperare che si
manifestasse neppure nelle mie fantasie più rosee.
Basta un istante e
mentre ti stringo a me, tutto diventa limpido e trasparente; è come guardare in
uno specchio e vedere se stessi per la prima volta.
Adesso so perché non
sono morto quella notte a Sant. Antoine; tu dovevi venire da me stanotte per
dirmi che mi ami senza dire una parola… perché le parole tra noi non sono mai
servite… erano superflue a volte…
Perché io sento
anche i tuoi pensieri e tu lo sai.
Ora i nostri corpi
parlano per noi…
Questo è il nostro
inizio, Oscar…
****
Adesso sei davvero mio…
È così semplice e
così perfetto…
Perché doveva
accadere.
Ho la strana
sensazione che tutto quello che è accaduto fino ad oggi, ogni cosa detta, ogni
cosa fatta, ogni pena ed ogni gioia sia stata concepita dall’universo,
all’unico scopo di portarci qui, tra queste lenzuola, in questo letto, il tuo
corpo sul mio, nel mio.
Quando ti ho baciato
ho capito che non avrei più dormito questa notte…
e io che pensavo di
poter riposare tranquilla tra le tue braccia…
no, non è vero… ma
chi cerco ancora di ingannare?
L’ho fatto con me
stessa per molto tempo, ma con te non sono mai riuscita.
Era questo che
volevo, volevo te. Ti volevo perché sei mio e io sono tua.
Volevo le tue mani e
i tuoi occhi… la tua voce e il silenzio dei nostri corpi in una morsa. E non mi
basterà una sola notte… e non ne basterebbero mille.
Ti volevo perché sei l’ineluttabile…
Ti volevo perché a
nessun altro mi sarei concessa così… perché per troppo tempo siamo stati
lontani… eppure vicini come pochi riescono ad esserlo.
Perché noi siamo
uguali e contrari.
Ti volevo e ti
voglio sempre di più… e anche tu.
Ti voglio perché sei
il solo che può placare questa tempesta che si è scatenata nella mia anima…
Ti voglio perché sei
il solo uomo che può darmi la pace… il solo che può rischiarare la notte che ho
dentro.
Tu togli le paure, i
dubbi, mi perdoni e mi ami.
E ora sono stupita e
commossa di fronte alla meraviglia di questo momento.
Hai preso possesso
di me con un ardore e una delicatezza indicibili, con una naturalezza
commovente, e forse con un leggero timore… perché non hai mai voluto farmi
male.
Ma tu non potresti
farmene.
E ora non mi
interessa più sapere se prima di questa notte, tu abbia avuto altre donne oltre
me.
Io so, André.
Perché io so per
certo che tu non avresti concesso a nessuna, quello che stai donando a me, ora.
No, nessuna ti ha
mai avuto. Perché solo io ti ho reso mio.
Solo io possiedo la
tua anima; l’ho occupata tanto tempo fa e non ho più voluto lasciarla… tu non
hai voluto che la lasciassi.
Perché solo tu mi
hai svelato chi sono.
Stanotte ho scoperto
chi sono davvero.
Solo con te ho scoperto
me stessa; la donna con cui ho fatto a pugni tutta la vita e con questa donna
ho fatto la pace.
E mi scopro diversa
e allo stesso tempo, uguale a sempre.
Sempre io, sempre
Oscar.
Per giorni sono
stata in balia delle maree del mio cuore, in preda alle correnti.
Ma stanotte è come
se avessi attraversato il fuoco per venire qui…
Un fuoco che ha
distrutto ogni dubbio, ogni esitazione, ogni tabù che potevo avere, tutte le
giustificazioni che potevo trovare, tutte le remore che mi imponevo hanno
ceduto, sono crollate abbattute da questo sentimento vero e reale, quasi fatale
che mi comanda. E io ubbidirò solo a questo.
Non ascolterò
nient’altro da ora in avanti.
Per ogni giorno e
notte futura, per tutte quelle che ci verranno concesse.
E questa notte ho
vinto la battaglia più difficile di tutta la mia vita, la lotta coi miei
istinti, il richiamo del sangue che vuole mischiarsi al tuo, la mia anima che
cerca la tua e la trova.
Perché così
dev’essere e così sarà.
È una felicità troppo
grande perché io possa trattenerla.
Devo gridare questa
gioia incontenibile.
Lasciami gridare
amore mio.
Lasciami gridare in
questa notte squarciata dal fragore del tuono.
Lascia che il
temporale si sfoghi, amore mio.
Cerchi di sigillare
la mia bocca con la tua mano, vorresti impedirmi di urlare per la felicità che
mi stai dando…
No, amore mio,
lasciami esultare, perché la gioia straborda dal mio cuore.
Essa è un’
esplosione incontenibile.
Mi sento esplodere
per questo amore che non riesco più a trattenere.
No, amore mio, non
aver paura.
Io non ne ho, vedi?
Per la prima volta
non ho paura di essere davvero io.
Nessuno ci sentirà.
I nostri sussurri di
felicità, le nostre grida estatiche si mischieranno, confondendosi con il boato
di questo temporale ormai arrivato al culmine.
Vieni con me, amore
mio…
Seguimi in questo
delirio…
Ecco, adesso anche
il temporale si sta placando.
È durato una notte
intera e ora si sta calmando.
I nostri cuori
riprendono il loro ritmo regolare.
Arriva anche il
sonno… non è mai stato così dolce.
Così placarono le
loro anime che ormai anelavano solo a quell’unione, per far trionfare la vita,
cancellare il dolore e la paura di perdere l’altro, perdendosi nell’altro.
Dimenticarono chi erano
e ogni cosa fino al mattino.
A quella prima notte
d’amore seguirono tutte le altre, in tutte le notti future, anche in caserma se
capitava, nell’ufficio di Oscar, gustando anche l’eccitazione del rischio e del
proibito, lasciandosi travolgere dalla corrente che ormai li aveva investiti. E
poi rivestirsi, ricomporsi in fretta e tornare ognuno al proprio posto, per non
destare alcun sospetto.
Perché era un amore
che andava protetto e difeso, un segreto che non poteva essere condiviso con un
mondo che non era ancora pronto alla sua grandezza.
Senza più sprecare
altro tempo a rimpiangere ciò che non era stato.
Senza aspettare un
tempo migliore che non sarebbe venuto.
Senza chiedersi se
fosse giusto o sbagliato; perché era quello il momento di vivere quell’amore
cresciuto nel dolore e per questo più forte, anche di loro.
Quell’amore che
avevano saputo scoprire.
E così si sarebbero
amati e si amarono fino all’ultimo dei loro giorni.
Fine
Grazie ancora per avere letto fin qui, spero che vi sia piaciuto, se no fatemelo sapere.