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Autore: Ninfea Blu    26/02/2009    15 recensioni
Dopo la notte dell'aggressione a Parigi, partiamo da lì.
Oscar finalmente scopre la realtà dei suoi sentimenti per l'amico di sempre. Ma dichiararsi non sarà facile e lei dovrà affrontare forse la battaglia più difficile e drammatica della sua vita per capire che l'amore ha ragioni più forti della razionalità... verso la fine il racconto potrebbe risultare un pò occ.
Ditemi se vi piace. Aggiunte immagini.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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ImagesTime.com - Free Images Hosting Lasciarono parlare solo i gesti febbrili e gli sguardi accesi nel buio illuminato dai lampi

Eccoci arrivati al finale; perdonatemi se vi ho fatto aspettare un po’, ma ero impegnata in altre cose e volevo fare l’ultimo disegno. Ringrazio tutte quelle che hanno letto fin qui (ho visto che siete tante) chi ha messo la storia nei preferiti e coloro che hanno recensito.

Sono rimasta piacevolmente sorpresa dal vostro entusiasmo, non pensavo che questa storia piacesse tanto.

Ora, visto le “velate minacce” ricevute da chi pretende il lieto fine a tutti i costi, spero con questo ultimo capitolo di aver evitato il plotone d’esecuzione davanti alla Bastiglia.

Siate clementi. Un saluto e buona lettura.

 

 

Epilogo

 

 

 

Era arrivato il momento.

Quella notte fu davvero l’inizio di un tempo nuovo.

Se le loro vite erano sempre corse parallele senza mai toccarsi, adesso si sarebbero intrecciate e fuse insieme.

Tutto, Parigi e l’aggressione, la morte della povera Diane, il temporale che scuoteva le finestre quella notte, ogni cosa li aveva portati al compimento di quell’istante.

Tutto questo aveva scatenato nell’animo di Oscar , un’inquietudine, una lotta interna tra la ragione e i sentimenti, che solo tra le braccia di Andrè poteva risolversi.

Momento atteso e bramato, inevitabile come il fato, perché Oscar e André erano nati, cresciuti, si erano incontrati, avevano condiviso la loro vita e conosciuto lo stesso dolore per quello.

Lasciarono parlare solo i gesti febbrili delle loro mani che correvano sui loro corpi, e gli sguardi accesi nascosti nel buio illuminato dai lampi.

Fu la prima notte di passione naturale e crescente, passata a cercarsi e scoprirsi sotto i vestiti, dominando la fretta mista alla paura di toglierli, per non rovinare con gesti sbagliati quel momento fatto di eterno.

Al buio si ritrovarono nudi nel letto, e solo i bagliori del temporale concedevano loro di rubare qualche lembo della pelle dell’altro.

Fu così che quella prima notte fecero l’amore.

Fu intima ed emozionante come qualcosa di sacro; la definitiva e totale fusione delle loro anime.

 

 

Non riuscivo a dormire stanotte; ora il temporale si allontana mentre gli ultimi lampi rischiarano questa stanza, ma non è per questo che non dormo.

Non potrei dormire con te sul mio fianco addormentata.

Osservo il tuo corpo bianco, i tuoi capelli biondi nascondono il tuo seno alla mia debole vista, rubo la tua immagine alla luce improvvisa dei lampi.

Potrei accendere una candela, ma non lo faccio.  Mi sembra più bello così.

In realtà non voglio dormire: voglio ripercorrere con la mente ogni sospiro, ogni carezza, ogni bacio, ogni parola non detta eppure sospesa in questa stanza, sentita col cuore, udita col pensiero.

Desidero fissare tutto nella mente, rendere tutto indelebile.

 

Pensavo a te prima, all’ultima volta che ti ho avuta tra le braccia, pochi giorni fa in giardino.

Sono giorni che mi chiedo da cosa fosse dettato quel tuo slancio insolito, eppure franco e sincero che hai avuto quella sera. Erano giorni che tremavo al pensiero di cosa potesse voler dire; non volevo neppure pensarlo…  forse mi ama?

Forse si sta accorgendo di me?

Forse mi sto ingannando, pensavo.

Eppure speravo… non potevo farne a meno.

È tutta la vita che spero.

Ho attraversato anche momenti bui in cui mi ero convinto che la mia speranza fosse illusoria; nonostante lo sconforto, qualcosa mi ha sempre indotto a non arrendermi mai alla logica del buon senso che mi diceva di rinunciare.

Tu hai rafforzato il mio desiderio e la fiducia nel mio sentimento è diventata più forte, complice una sera strana e magica in cui tu sei venuta a cercarmi.

Se avevo quasi smesso di sperare, è stato quella sera che ho ricominciato.

Poi abbiamo ripreso la vita di tutti i giorni in caserma, apparentemente vicini eppure distanti in qualche modo, lontani da ciò che volevamo veramente.

Io pensavo a quel momento come non avrei dovuto, vi tornavo sopra con la memoria, cercando di cogliere ogni dettaglio dei tuoi movimenti, le tue parole accorate, il tuo sguardo malinconico.

Ricordavo tutto il tormento, eppure quanta gioia ho provato ad avere il tuo corpo tra le braccia, a sentirti così vicina e abbandonata, fiduciosa.

Tu avevi piena fiducia in me, qualcosa che avevo creduto di aver perso del tutto, una notte di tanto tempo fa.

Invece stanotte piombi qui, inquieta, guidata da chissà quale impulso e io sto qui a pormi mille domande, a tentare di ragionare, a trattenere la paura che tu possa andartene e lasciarmi solo un'altra volta. Rinuncio a capire…

Perché davvero tutto è diventato incomprensibile, eppure assolutamente chiaro.

Perché questo amore è passato in mezzo a tutto e non sì è fermato davanti a niente.

Ha superato la mia pazzia ed è andato oltre la tua gelida paura.

Tutto sfuma e si confonde nell’ attimo stesso in cui ti avvicini a me nel buio di questa notte che mi appare quasi irreale. Non posso vedere i tuoi occhi, ma ho l’impressione di sentirli come spilli che mi pungono la carne viva.

Tu quasi non parli.

Gli unici suoni che sento si mischiano al tumulto furioso del mio cuore; sono i sibili del vento e i tuoni di questo temporale che non si placa.

Sento che ti premi contro di me e per un istante ho paura… cosa fai, Oscar?

Cosa sei venuta a fare?

Non hai paura del rischio che corri ad essere qui?

Poi sento le tue mani che mi cercano nel buio… le tue labbra…

Dio, non le ricordavo così…

Non sapevo che erano così…

dolci e tenere…

appassionate e titubanti… ma quasi fameliche.

Capisco che non ti fermerai; sai esattamente quello che vuoi, ma i gesti sono così nuovi per te. Mi lascio prendere dalla vertigine, mentre la tua voce mi supplica di togliermi la camicia.

Faccio uno sforzo immenso per non lasciarmi travolgere, per non affrettare tutto.

Voglio che duri il più possibile questa nostra felicità.

Voglio trasportarti con me e tu mi lasci fare.

Mi sembra incredibile, un sogno che si concretizza, non ho mai osato sperare che si manifestasse neppure nelle mie fantasie più rosee.

Basta un istante e mentre ti stringo a me, tutto diventa limpido e trasparente; è come guardare in uno specchio e vedere se stessi per la prima volta.

Adesso so perché non sono morto quella notte a Sant. Antoine; tu dovevi venire da me stanotte per dirmi che mi ami senza dire una parola… perché le parole tra noi non sono mai servite… erano superflue a volte…

Perché io sento anche i tuoi pensieri e tu lo sai.

Ora i nostri corpi parlano per noi…

Questo è il nostro inizio, Oscar…

 

 

****

 

 

Adesso sei davvero mio…

È così semplice e così perfetto…

Perché doveva accadere.

Ho la strana sensazione che tutto quello che è accaduto fino ad oggi, ogni cosa detta, ogni cosa fatta, ogni pena ed ogni gioia sia stata concepita dall’universo, all’unico scopo di portarci qui, tra queste lenzuola, in questo letto, il tuo corpo sul mio, nel mio.

Quando ti ho baciato ho capito che non avrei più dormito questa notte…

e io che pensavo di poter riposare tranquilla tra le tue braccia…

no, non è vero… ma chi cerco ancora di ingannare?

L’ho fatto con me stessa per molto tempo, ma con te non sono mai riuscita.

Era questo che volevo, volevo te. Ti volevo perché sei mio e io sono tua.

Volevo le tue mani e i tuoi occhi… la tua voce e il silenzio dei nostri corpi in una morsa. E non mi basterà una sola notte… e non ne basterebbero mille.

Ti volevo perché sei l’ineluttabile…

Ti volevo perché a nessun altro mi sarei concessa così… perché per troppo tempo siamo stati lontani… eppure vicini come pochi riescono ad esserlo.

Perché noi siamo uguali e contrari.

Ti volevo e ti voglio sempre di più… e anche tu.

Ti voglio perché sei il solo che può placare questa tempesta che si è scatenata nella mia anima…

Ti voglio perché sei il solo uomo che può darmi la pace… il solo che può rischiarare la notte che ho dentro.

Tu togli le paure, i dubbi, mi perdoni e mi ami.

E ora sono stupita e commossa di fronte alla meraviglia di questo momento.

Hai preso possesso di me con un ardore e una delicatezza indicibili, con una naturalezza commovente, e forse con un leggero timore… perché non hai mai voluto farmi male.

Ma tu non potresti farmene.

E ora non mi interessa più sapere se prima di questa notte, tu abbia avuto altre donne oltre me.

Io so, André.

Perché io so per certo che tu non avresti concesso a nessuna, quello che stai donando a me, ora.

No, nessuna ti ha mai avuto. Perché solo io ti ho reso mio.

Solo io possiedo la tua anima; l’ho occupata tanto tempo fa e non ho più voluto lasciarla… tu non hai voluto che la lasciassi.

Perché solo tu mi hai svelato chi sono.

Stanotte ho scoperto chi sono davvero.

Solo con te ho scoperto me stessa; la donna con cui ho fatto a pugni tutta la vita e con questa donna ho fatto la pace.

E mi scopro diversa e allo stesso tempo, uguale a sempre.

 

Sempre io, sempre Oscar.

 

Per giorni sono stata in balia delle maree del mio cuore, in preda alle correnti.

Ma stanotte è come se avessi attraversato il fuoco per venire qui…

Un fuoco che ha distrutto ogni dubbio, ogni esitazione, ogni tabù che potevo avere, tutte le giustificazioni che potevo trovare, tutte le remore che mi imponevo hanno ceduto, sono crollate abbattute da questo sentimento vero e reale, quasi fatale che mi comanda. E io ubbidirò solo a questo.

Non ascolterò nient’altro da ora in avanti.

Per ogni giorno e notte futura, per tutte quelle che ci verranno concesse.

E questa notte ho vinto la battaglia più difficile di tutta la mia vita, la lotta coi miei istinti, il richiamo del sangue che vuole mischiarsi al tuo, la mia anima che cerca la tua e la trova.

Perché così dev’essere e così sarà.

 

È una felicità troppo grande perché io possa trattenerla.

Devo gridare questa gioia incontenibile.

Lasciami gridare amore mio.

Lasciami gridare in questa notte squarciata dal fragore del tuono.

Lascia che il temporale si sfoghi, amore mio.

Cerchi di sigillare la mia bocca con la tua mano, vorresti impedirmi di urlare per la felicità che mi stai dando…

No, amore mio, lasciami esultare, perché la gioia straborda dal mio cuore.

Essa è un’ esplosione incontenibile.

Mi sento esplodere per questo amore che non riesco più a trattenere.

No, amore mio, non aver paura.

Io non ne ho, vedi?

Per la prima volta non ho paura di essere davvero io.

Nessuno ci sentirà.

I nostri sussurri di felicità, le nostre grida estatiche si mischieranno, confondendosi con il boato di questo temporale ormai arrivato al culmine.

 

 

Vieni con me, amore mio…

 

Seguimi in questo delirio…

 

 

Ecco, adesso anche il temporale si sta placando.

È durato una notte intera e ora si sta calmando.

I nostri cuori riprendono il loro ritmo regolare.

Arriva anche il sonno…  non è mai stato così dolce.

 

 

Così placarono le loro anime che ormai anelavano solo a quell’unione, per far trionfare la vita, cancellare il dolore e la paura di perdere l’altro, perdendosi nell’altro.

Dimenticarono chi erano e ogni cosa fino al mattino.

A quella prima notte d’amore seguirono tutte le altre, in tutte le notti future, anche in caserma se capitava, nell’ufficio di Oscar, gustando anche l’eccitazione del rischio e del proibito, lasciandosi travolgere dalla corrente che ormai li aveva investiti. E poi rivestirsi, ricomporsi in fretta e tornare ognuno al proprio posto, per non destare alcun sospetto.

Perché era un amore che andava protetto e difeso, un segreto che non poteva essere condiviso con un mondo che non era ancora pronto alla sua grandezza.

Senza più sprecare altro tempo a rimpiangere ciò che non era stato.

Senza aspettare un tempo migliore che non sarebbe venuto.

Senza chiedersi se fosse giusto o sbagliato; perché era quello il momento di vivere quell’amore cresciuto nel dolore e per questo più forte, anche di loro.

Quell’amore che avevano saputo scoprire.

E così si sarebbero amati e si amarono fino all’ultimo dei loro giorni.

 

 

Fine

 

Grazie ancora per avere letto fin qui, spero che vi sia piaciuto, se no fatemelo sapere.

 

 

 

 

 

 

   
 
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