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Autore: sweetPotterina    14/11/2015    3 recensioni
“Voglio risparmiarti dall’oscurità”.
Avevano un muto accordo.
La regola? Non parlarsi.
Lo scopo? Qualcuno, sapendo, avrebbe detto tenersi compagnia.
Sembrava meno lacerante il dolore quando si era in due.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Lavanda Brown, Ron Weasley, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione, Lavanda/Ron, Ron/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Ombra costante'
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CAPITOLO VIII
A NATALE PUOI


La bestialità della vita mi ha calpestato e schiacciato,
mi ha tagliato le ali in pieno volo e derubato di tutte le gioie cui avevo diritto.
(EM Cioran)



Dicembre 1996.

Aveva preparato le valigie, aveva salutato tutti i suoi amici e professori augurando loro delle buone feste.
Eppure, mentre scendeva le scale con Ginny, sentiva che doveva fare qualcos’altro prima di lasciare il castello, che c’era qualcun altro ancora da salutare.
Lo aveva cercato con lo sguardo tra la folla di studenti, ma non lo aveva trovato, nemmeno tra le divise verde-argento. Così, poco prima di oltrepassare la soglia, si era ritrovata a biascicare delle scuse alla sua amica e correre via nella direzione opposta.
Ed ora eccola lì, dopo aver corso su e giù per il castello, nell’unico posto in cui - avrebbe dovuto saperlo - lo avrebbe trovato.
L’idea che lui si fermasse ad Hogwarts per le vacanze natalizie scemò nello stesso istante in cui lo vide, in fondo all’aula di pozioni, coperto dal suo pesante e lungo mantello, mentre cercava di far entrare alcuni libri in una valigia.
Rimase ferma sulla soglia, improvvisamente senza parole e fiato in gola.
Il mago, intanto, aveva alzato lo sguardo soltanto un istante, prima di riabbassarlo e continuare ciò che stava facendo.
-Ho da fare, Mezzosangue. Sparisci, oggi non ho davvero voglia di perdere del tempo con te.
Hermione deglutì e strinse tra le mani la maniglia della sua borsa, improvvisamente nervosa.
Che diamine le era saltato in testa di andare da lui?
-Sono… sono passata solo per salutarti. Tra poche ore partiamo e…
Lui la interruppe bruscamente. Era evidente che non vedeva l’ora che lei si togliesse dai piedi.
-Bene, ora che lo hai fatto puoi anche toglierti di torno.
Hermione rimase ferma in piedi, apparentemente calma. Se ne accertò con la coda dell’occhio, finché non scorse un tremito attraversare il corpo della ragazza.
Lasciò andare i suoi libri e alzò lo sguardo verso di lei, spazientito. -Ancora qui?
Hermione strinse i denti. -Perché lo fai?
Draco sgranò gli occhi e le chiese ilare –Che cosa, Mezzosangue?
-Questo. Questo allontanarti da tutto e tutti, questo essere sempre indisponente nei confronti degli altri. So che non siamo amici, Malfoy, e che tra noi c’è soltanto un immenso odio- aveva calcato sulla parola finale con sarcasmo, quasi volesse esprimere quanto per lei fosse ridicolo il suo atteggiamento. -Ma sono venuta qui per salutarti, per augurarti Buon Natale, e tu l’unica cosa che sai fare è mandarmi via? Non dico che tu debba esserne felice o grato, per carità!, ma potresti quanto meno fingere un’educazione che evidentemente non ti appartiene.
Aveva parlato a raffica, con quanto fiato in gola, dando voce alla sua rabbia ed esasperazione, gesticolando e scalciando con i piedi quasi fosse una bambina.
Draco, dal canto suo, si era irrigidito tanto da sembrare una statua di sale, prima di sbottare improvvisamente con un celato rimprovero glaciale.
-Preferiresti che io fingessi di gradire i tuoi auguri? I tuoi saluti?
Hermione si ritrovò a corto di parole, non era quello ciò che intendeva dirgli. -Sì… cioè, no. Ma…
Draco la interruppe ancora una volta, alzando una mano per scacciare quelle che secondo lui erano inutili chiacchiere.
-Perché sei davvero qui?
Hermione fece un passo avanti e aggrottando la fronte rispose quel che per lei era l’ovvio. -Te l’ho appena detto, Malfoy. La prossima settimana è Natale e noi…
La fermò prima che lei potesse dire qualcosa sul tempo che avevano passato che non avrebbe gradito.
Draco abbassò il capo e tornò a sbrigare le proprie faccende. -E allora? Tutto qui?
Hermione capì il suo tentativo di sviare il discorso e lo assecondò. Nemmeno lei era ancora pronta per parlare di quanto accaduto tra loro, ammesso che qualcosa fosse davvero accaduto.
Hermione si scrollò le spalle, improvvisamente stanca, e ammorbidì i lineamenti, ricordandosi le parole del suo saggio nonno.
-Beh… a Natale puoi, Malfoy. Puoi davvero.
Draco rimase sbigottito tanto da alzare lo sguardo sulla strega, trovando ad accoglierlo sul viso di lei due occhi dolci e delusi. Non ebbe il tempo di chiederle nessuna spiegazione che la vide richiamare con la propria bacchetta la valigia e dirigersi verso l’uscita dandogli le spalle.
-Ti auguro buone feste, Draco.
La sentì dire prima di scomparire fuori dalla porta.

Hermione affrettò il passo, con l’intento di raggiungere al più presto i suoi amici sul treno.
Voleva dimenticare quanto accaduto con Malfoy, voleva dimenticare di aver provato a essergli amica. Lui non voleva degli amici e soprattutto non aveva bisogno del suo aiuto.
Qualunque cosa lei pensasse di lui doveva togliersela dalla testa.
Doveva togliersi dalla testa lui e qualsiasi cosa l’avesse intenerita nei suoi confronti.
Diede la colpa ai suoi ormoni che forse, dopo quanto accaduto con Ron, dovevano essere impazziti per la mancanza di affetto desiderato.
Trasalì quando qualcuno le afferrò un braccio e l’attimo dopo si ritrovò schiacciata ad un muro.
-Malfoy!- urlò, quando lui si acquattò addosso a lei, bloccandole ogni via di fuga stringendole entrambe le braccia.
-Cosa?
Hermione corrugò la fronte confusa dalla sua espressione dura. Ma la sua espressione di palese sorpresa doveva essere abbastanza chiara perché lo sentì continuare.
-Tu prima hai detto una cosa sul Natale. Ed io voglio sapere a cosa tu esattamente ti riferissi.
Se prima le aveva ringhiato contro, la sua voce rauca adesso sembrava il grido di una bestia sì, ma disperata.
Le aveva semplicemente riferito quando le diceva sempre il suo povero e vecchio nonno, non credeva che lui la stesse davvero ascoltando più ormai.
Ad ogni modo, quando comprese, il volto di Hermione si ammorbidì di comprensione. –A tutto, Malfoy. A Natale puoi anche fare quello che non puoi fare mai. Puoi…
Stava per elencargli tutte le cose che collegate ad un Malfoy sarebbero apparse ridicole, come fare beneficenza ai poveri o sedersi alla tavola di un magonò, ma niente di tutto questo sarebbe stato strano come quello che lui improvvisamente fece.
L’abbracciò.
Draco Malfoy, un purosangue serpeverde abbracciò lei, Hermione Granger, una mezzosangue grifondoro.
Lo comprese effettivamente quando sentì il suo corpo venire avvolto da quello del mago, completamente, e quando si ritrovò la vista oscurata dalla sua spalla che a malapena arrivava alla sua fronte.
Le mancò il fiato, per l’emozione.
Persino la borsa le cadde dalla mano, risuonando in un tondo sordo nel pavimento.
Ma nessuno dei due se ne accorse.
Era come pietrificata.
Eppure non desiderò altro ossigeno quanto avvertì la delicata fragranza di cui sembravano impregnati i vestiti di lui e che investì le sue narici.
Né sentì il bisogno di ripararsi dal freddo, quando il fischio del vento oltrepassò una vetrata, perchè il corpo del ragazzo che la stringeva era caldo, più di quanto avesse mai potuto immaginare.
Rimase letteralmente a bocca aperta e con gli occhi sgranati, mentre il cuore di Draco batteva furiosamente contro il suo, e nascondeva il viso tra i suoi capelli e l’incavo della sua spalla.
Il serpeverde era aggrappato a lei. Sì, perché quello non era un semplice abbraccio e lei in vita sua ne aveva ricevuti tanti. Da i suoi genitori, dai suoi amici, da conoscenti persino.
Sapeva cosa voleva dire un abbraccio impacciato, uno di riconciliazione, uno di affetto, uno di felice ritrovamento.
Fu per questo motivo che diede volontà alle sue braccia rimaste mollemente penzoloni sui fianchi e le alzò per circondare la vita del ragazzo.
Ma il suo movimento lento dovette aver fatto troppo rumore, forse più della borsa scivolata tra le sue dita, in quanto si accorse subito che qualcosa intorno a loro si era rotto. L’incantesimo che li aveva avvolti si era spezzato, così che le sua braccia ricaddero lungo i suoi fianchi l’istante dopo mentre il ragazzo tornava ritto e la guardava con lo stesso sguardo allucinato del suo.
Era evidentemente sconvolto, prima che tramutasse la sua espressione in una maschera di rimprovero –verso chi? se stesso?- e sparisse via.
Non provò neanche a fermarlo, congelata da quella surreale situazione. Prese un profondo respiro portandosi una mano sul cuore che si accorse che batteva forte al centro del petto, come impazzito.
Dopodiché come un automa prese la sua borsetta e si incamminò verso l’uscita.

Non seppe mai dire cosa in quel momento provò esattamente, ma nei giorni successivi si convinse che, quegli istanti che sembrarono non finire mai, in cui lui fu tra le sue braccia, furono indimenticabili.
Nonostante mentre dava le spalle al castello, quella mattina, ripetesse incessantemente a se stessa di dover assolutamente dimenticare Draco Malfoy.

   
 
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