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Autore: Fastenia_93    14/11/2015    4 recensioni
Edward Cullen e Isabella Swan.
Si sono amati come non mai. Di quell' amore che ti sfinisce. Di quell' amore che ti rende fragile come una piuma ma nello stesso tempo forte come una roccia. Di quell' amore che è capace di farti toccare il cielo con un dito ma che è anche capace di farti sprofondare nella più nera depressione se qualcosa dovesse andare storto.
Si sono lasciati.
Si sono odiati.
Ma se di mezzo c’è il destino due anime come loro si rincontreranno sempre…
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ciaooo :)). Scusate per l'enorme ritardo ma ho avuto un sacco di problemi che non sto qui a dirvi per non annoiarvi. Vi lascio al capitolo e spero che vi piaccia. Buona lettura. Ringrazio tutte le persone che seguono questa storia e vi chiedo ancora perdono per la mia mancanza. A presto. Baci. Fastenia_93.

 
…If Two Souls Are Destinated Always Meet…

…Capitolo 7…

…Una Telefonata Difficile…
 
POV Bella

Come rovinarsi la giornata appena iniziata? Facile. Basta che alla tua porta si presenti Edward Cullen in tutta la sua bellezza. Ma non è mica finita qui!. Per logorarti maggiormente e costantemente la tua giornata basti sempre che il suddetto Edward Cullen resti a casa tua per tutto il giorno a conoscere la figlia che avete in comune. Quella stessa figlia che quattro anni fa mi ha chiesto di uccidere e che invece ora sembra non avere che occhi solo per lei. Che situazione straziante!. Avrei così tanta voglia di picchiarlo su quel bel visino che si ritrova tanto da immaginarmi che al posto suo ci sia un sacco da boxe, ma non vorrei provocare a mia figlia uno shock.
Mettiamo in chiaro una cosa non sono pentita in alcun modo della scelta che ho fatto. Sono sempre convintissima della scelta fatta. Mia figlia ha il diritto e il dovere di conoscere suo padre e di sapere che anche lei ha entrambi i genitori. Così non soffrirà più quell’assenza.
Per tutto il giorno ho fatto sempre in modo di lasciarli soli a conoscersi. Mi sono dovuta ricredere alla grande.
Se anni fa sapevo che Edward potesse essere un padre meraviglioso, dopo la sua reazione alla scoperta della mia gravidanza, ho iniziato a pensare lo schifo di persona che credevo potesse essere. Poi lo guardo mentre gioca con nostra figlia - suona fottutamente bene ‘nostra figlia’! – e mi sono dovuta ricredere alla grande. Lo so che non mi devo far convincere solo vedendo come si comporta il primo giorno ma mi ha fatto uno strano effetto. Ho immaginato come potevamo essere se lui non avesse buttato tutto alle ortiche. E come ogni volta un senso di malinconia si impossessa di me stessa.
Il pranzo è stato un momento davvero strano. Parlavamo solo loro due. Di qualsiasi cosa gli passasse per la mente mentre io mi limitavo solo a correggere alcune parole che la piccola ancora non riesce a pronunciare molto bene. Oppure a volte facevo alcune precisazioni. Se sorridevo lo facevo solo per mia figlia, per non farle pesare in alcun modo questa situazione. Se lei era al settimo cielo non si poteva dire la stessa cosa di me. Ma per mia figlia soffrirei anche le pene più crudeli che esistano al mondo.
Il pomeriggio mi sono rintanata nel mio studio ma ho lasciato la porta aperta così potevo ascoltarli senza farmi vedere. Lo sto tenendo sotto “sorveglianza”.
Ho lavorato su alcuni problemi che sono sorti su un paziente in studio.
Ero così immersa nel mio lavoro che non mi ero neanche accorta che Edward era nel mio studio e che mi stava fissando. Mi sono resa conto della sua presenza solo quando si è schiarito la voce.
E’ stato strano il suo comportamento ma comprensibile. Dopo tutto sono o non sono una psicologa?!
Sembra che abbia timore di me. Non assomiglia per niente all’Edward che ho conosciuto parecchi anni fa. L’Edward stronzo, forte, sicuro di se a cui tutto era concesso e dovuto ma che con le persone a lui importanti era dolce, sensibile. Insomma ho sempre detto che aveva una doppia personalità mentre ora sembra che non ne abbia proprio una di personalità. E’ davvero strana la faccenda. Devo indagare. Si sa la curiosità è donna e poi un po’ mi intenerisce il suo comportamento.  Con questi pensieri aggiunti all’infinità di altri pensieri che riguardano sempre Edward e mia figlia, mi addormento.
 
***
 
 È circa un mese che va avanti questa storia. Ovvero ogni pomeriggio Edward viene a prendere la bambina ed escono insieme e due weekend al mese sta a casa sua con i suoi nonni e i suoi zii ma soprattutto con il suo papà. Vedo la piccola molto più serena, non fa altro che parlare e parlare di quanto sia bello, divertente e di quante cose faccia insieme a suo padre o a qualche altro membro della famiglia. Se prima ero certa della scelta fatta in merito alla questione “padre” ora ne sono sicurissima. Mi basta vedere il sorriso che si espande sul suo viso e quella luce che le illumina gli occhi quando mi racconta qualcosa riguardo suo padre e non penso a quanto io ne soffra di questa strana situazione creata. Ci comportiamo come una coppia divorziata con una bambina sballottata da una casa all’altra, da una parte all’altra mentre siamo come due sconosciuti, mentre siamo solo due ex fidanzati e nulla di più. Viviamo una specie di “guerra fredda” quando ci capita di rimanere soli e invece quando c’è la piccola ci sforziamo, quantomeno, di andare almeno d’accordo civilmente. Da parte mia evito il più possibile di fare battutine o di dire qualche frase sconveniente ma a volte non posso farne proprio a meno. La cosa che mi stupisce e che lui non ribatte mai sta zitto e subisce tutte le mie velate accuse.
Non ho detto niente né a mio padre né a mia madre quello che sta succedendo per ora. Ma sono sicura che non appena lo verranno a sapere prenderanno il primo volo disponibile per New York. Mio padre sicuramente verrà per “pareggiare i conti” ovvero non appena vedrà Edward non ci penserà un attimo a dargli un cazzotto per aver fatto soffrire me e la bambina e per averci abbandonate per quattro lunghi anni. Mentre mia madre, anche se ce l’avrà a morte con lui, tenterà di capire la mia scelta e sono sicura che mi appoggerà come ha sempre fatto.
Lo so che sto sbagliando perché dovrei dirlo ai miei genitori anche perché ho bisogno di sfogarmi con qualcuno. Se continuerò a tenermi tutto dentro finirà che sarò io ad aver bisogno di andare in terapia anziché farla ai miei pazienti.
Con un colpo secco afferro il cordless e compongo il numero di mio padre. Dopo vari squilli risponde.
“Pronto? Bella?” dice con tono felice. È da molto tempo che non ci sentiamo, ma per noi è normale non sentirci per molto tempo.
“Papà… Devo dirti una cosa…” inizio con voce tremolante, come se avessi paura, come se avessi un reato.
“Bella che succede? Stai male? Renesmee?” domanda preoccupato.
“Non papà io e la bambina stiamo entrambe bene. Anzi la bambina non potrebbe stare meglio…” rispondo cercando di placare la sua ansia.
“E allora Bella cosa sta succedendo, non mi fare preoccupare più di quanto non lo sia già. Che vuol dire che Renesmee non potrebbe essere più felice di così?” domanda con il suo solito fare da poliziotto, avevo dimenticato il fiuto che ha mio padre per le bugie. Devo dire tutto a mio padre. Su Bella, sei una mamma non puoi scappare dai problemi. Mi ricorda la mia cara coscienza. Grazie mille, davvero.
“Sì papà in questo momento e anche in questo mese Renesmee è stata all’apice della felicità perché… perché ho incontrato una persona… questa persone era la persona che Renesmee non ha mai conosciuto almeno fino ad un mese circa…” dico piano e balbettando per paura della sua reazione. Sono stata molto criptica nel mio discorso. Mio padre resta per molto tempo in silenzio, probabilmente sta cercando di capire quello che ho detto e sta anche cercando la persone di cui ho più volte ripetuto il nome nella frase precedente.
“Bella non ho capito bene quello che hai detto… Chi è la persone che Renesmee non ha mai conosciuto… Se ci penso mi viene solo una persona in mente ma credo che sia impossibile che tu l’abbia incontrata” dice mio padre con sicurezza, ignaro che invece abbia detto quella verità che sto faticando a dire in questa benedetta telefonata.
Non so cosa rispondere e da svariati minuti sono in silenzio mentre dall’altra parte sento solo il respiro di mio padre. Ha già capito tutto.
“Bella la persona che hai incontrato è… Edward?” chiede mio padre con molta lentezza come se temesse la mia reazione.
“Non proprio ma… Sì, papà” dico quasi in un sussurro. Ho paura che non l’abbia neanche sentito. Ma quanto mi sbagliavo.
“Prendo il primo volo disponibile e avviso tua madre” dice perentorio, non c’è possibilità di replica o di scelta nella sua voce.
“Okay, vi aspetto” dico sempre con la stessa nota di tristezza nella voce.
Riattacco dopo i classici saluti.
Ci mancava solo che i miei genitori arrivassero in città. Ora dovrò sicuramente spiegare tutto loro e probabilmente incontreranno Edward o la famiglia Cullen. Questa è la cosa che temo di più che mio padre possa attentare alla salute del mio ex.
Che qualcuno mi salvi! Speriamo vada tutto bene.
   
 
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