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Autore: Chemical Lady    14/11/2015    2 recensioni
[Modern!AU]
Enjolras è un giovane studente di legge, con una passione spropositata per tutto ciò che riguarda la sua bella Francia, per la politica in generale e con un pessimo rapporto con la tecnologia. Questa raccolta di one non è concentrata, come molte fan fiction, su una rivoluzione e come si è svolta…. Ma su la vita di questo ragazzo, largamente influenzata dai suoi tre coinquilini, dai suoi amici e da un certo Grantaire. Ovviamente nel suo cuore brucia la stessa fiamma patriottica dell’opera originale, ma cosa sarebbe successo se fosse nato con quasi cento ottanta anni di ritardo?
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Enjolras/Grantaire, Courfeyrac/Eponine, Bahorel/Provaire, Marius/Cosette, Joly/Musichetta/Bossuet.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: AU, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo della one: Il giusto, ‘primo SMS’.
Rating: Arancione.
Betareader: N/P
Avvertimenti:  Essendo una Modern!Au, si distacca parecchio dall’opera originale. Ho provato a mantenere però il carattere dei personaggi o, quanto meno, le loro attitudini :D
Genere: Commedia.
Coppie trattate: Slash e Het. (E Marius e Cosette, che non ho ancora ben capito cosa sono.
Enjolras/Nuovo personaggio.
Disclaimer: Non possiedo i personaggi di questo racconto, poiché essi sono usciti in un primo momento dalla penna di Victor Hugo e, successivamente, rielaborati dal genio di Claude-Michel Schönberg e Tom Hooper. I
Sommario: Enjolras è un giovane studente di legge, con una passione spropositata per tutto ciò che riguarda la sua bella Francia, per la politica in generale e con un pessimo rapporto con la tecnologia. Questa raccolta di one non è concentrata, come molte fan fiction, su una rivoluzione e come si è svolta…. Ma su la vita di questo ragazzo, largamente influenzata dai suoi tre coinquilini, dai suoi amici e da un certo Grantaire. Ovviamente nel suo cuore brucia la stessa fiamma patriottica dell’opera originale, ma cosa sarebbe successo se fosse nato con quasi cento ottanta anni di ritardo?

 
 
 

 
 
 
Un gruppo che sicuramente entrerà nella storia.
 
 
 
 
 
Parte III – Marius: Il giusto ‘primo SMS’.
 
 
 
 
 
 
Era tradizione per i  Les Amis, nei giorni di bel tempo, trovarsi presso la fontana della sede di Lettere della Sorbonne, per pranzare tutti insieme.
Quel giorno, in via a dir poco straordinaria, si erano uniti anche Grantaire e Bahorel che, genericamente, non si vedevano in giro fino almeno alle tre del pomeriggio. Ora che aveva perso il lavoro, quest’ultimo era diventato addirittura mattiniero e frequentava tutti i corsi che poteva. Tanto valeva recuperare un paio di esami.
Mancava solo Bossuet, che pareva disperso. Non era di certo una novità dopotutto.
Marius si appoggiò ad Enjolras, sospirando affranto “Non troverò mai più la mia bella Ursula.”
“Fammelo aggiungere alla lista di cose di cui non mi importa un-”
“La sua bellezza rimarrà in eterno nel mio cuore!”
Grantaire, seduto un paio di gradini sotto di loro, sbuffò divertito “La Sorbona è grande, ma non è infinita. La troverai, coraggio!”
“Ma anche se così non fosse, nessuno morirà per questo.” Concluse Enjolras, condendo per bene la sua insalata al radicchio rosso, prima di prenderne una bella forchettata. Da quando era diventato vegetariano era particolarmente insopportabile. Forse erano le pastiglie di vitamine che gli passava sotto banco Joly, convinto che quella decisione gli sarebbe costata la vita.
Marius era pronto a riattaccare con quella filippica che ormai andava avanti da oltre una settimana, quando Bossuet apparve dal nulla accompagnato da un ragazzo bellissimo.
A dir poco.
Pontmercy lo riconobbe come il giovane che li aveva aiutati a trovare l’aula del professor Relevee, nel dipartimento di lingue, la settimana precedente.
“Ciao a tutti.” Esordì Julien, appoggiando la tracolla accanto a Joly “Enjolras, questo è Alaine. Ci teneva molto a conoscerti.” Disse poi, alla volta del biondino.
Tutti rimasero in silenzio, attendendo.
Grantaire fece un piccolo sorrisetto di scherno, pronto a sentire la risposta acida di Ras. Risposta che non arrivò.
Il riccio, infatti, appoggiò la ciotola dell’insalata e si alzò, pulendosi le mani in una salvietta prima di stringere la mano al nuovo arrivato “Ma chi cazzo è questo?” soffiò R con tono scocciato all’orecchio di Joly, che scrollò le spalle.
Je ne sais pas.”
Enjolras non sembrava averli sentiti. “Piacere mio.”
“No, fidati, il piacere è mio” il modo viscido che ebbe Alaine di ricalcare quel punto piacque sempre meno a R.
“Chi cazzo è questo??” domandò a quel punto a  Marius che rispose con un sbrigativo e soffiato ‘nonlosononmelochiederepensavosiconoscesserogià’.
A quel punto, Etienne li sentì.  Si voltò di scatto, guardandoli male tutti visto che l’intero gruppo aveva fatto  orecchie da elefante per poter seguire le dinamiche di quella conoscenza.
Ad Alaine, però, non pareva interessare più di tanto “Mi chiedevo se ti andava di vederci, di tanto in tanto. Jul mi ha parlato dei vostri incontri, mi piacerebbe partecipare, magari poi possiamo andare a bere qualcosa insieme.”
“Ras non beve.” Disse secco R.
Joly, dal canto suo, scoppiò a ridere “Jul? Sul serio?”
“Si va beh, so io cosa interessa a sto qui ed è il lato B della Francia.” Disse Bahorel, scatenando una serie di risate incontrollate. Marius rischiò di strozzarsi col succo all’albicocca.
Il biondino arrossì violentemente, prima di far cenno ad Alaine di spostarsi per poter parlare senza interruzioni. Grantaire sbottò malamente, ripetendosi “ Chi cazzo è questo?!”
“Un discreto pezzo di figo” rispose candidamente Jehan, con un sospiro, prima di spostare la treccia di rossi capelli oltre le spalle “Lo sapevo che prima o poi si sarebbe fatto avanti con Ras. Sono destinati a stare insieme e procreare bambini bellissimi.”
Bahorel lo guardò con dubbio “Credo che ti manchi la meccanica base della riproduzione umana,  Jehan” disse, beccandosi una spintarella.
“Avete capito che cosa intendevo, dai!”
Courfeyrac lo guardò con un’espressione degna di Perry l’Ornitorinco in incognito “Io, a dire il vero, no.”
“Due così belli stanno bene insieme.”
L’altro sbuffò, addentando un panino pieno di carne salata “Non è vero.” Replicò Courf con la bocca piena “Se tutti i belli stessero insieme e tutti i brutti pure, io non avrei una speranza con Ponine.”
“Infatti ancora non ci sei ancora uscito.” Disse Bossuet, beccandosi uno scappellotto da Courf.
“Tutto per colpa tua e della tua sfiga infettiva, bastardo!” sbottò il ricciolino, prima di mugugnare con sofferenza “Non può stare con Montparnasse, è viscido.”
“Stesso principio per Enjolras e Alaine, secondo me.” si intromise Marius e Grantaire sentì un minimo di sostegno.
“Alaine non è viscido.” Disse Bossuet “Si comporta di conseguenza. Ras fa gola a molti, solo che prima di oggi nessuno  sembrava essere interessante abbastanza per lui.” buttando la roba nella borsa, Grantaire si alzò “Scusa Taire, non intendevo che-”
“No, hai ragione Bossuet! Io non starò mai nemmeno lontanamente simpatico a Enjolras, perché sono un cazzone” allargò le braccia, guardando ogni persona presente, che intanto lo fissavano senza capire “Grazie  a Dio ho amici così leali da ricordarmelo ogni giorno.” Concluse, per poi allontanarsi ad ampie falcate.
Bahorel cercò di chiamarlo “Andiamo R, non prenderla così!”
Joly alzò un sopracciglio, scrollando poi il capo come per riprendersi “Perché ha reagito così? che mi sono perso?”
Courf allargò le braccia, lasciandosi poi andare lungo e disteso sugli scalini dietro di lui.
Non ne aveva idea.  
“Mi dispiace, non volevo farlo stare male. Non ci ho pensato” sussurrò piano Jehan, lasciandosi poi abbracciare da Bahorel.
“Nah, non credo che se la sia presa con te, dopotutto-”
“URSULA!”
Marius causò una sincope collettiva.
Era scattato in piedi, come se fosse stato seduto tutto quel tempo su un cuscino di molle e aveva indicato in mezzo alla folla, rischiando di colpire Ras che stava tornando da loro.
Passato il panico iniziare, tutti aguzzarono gli occhi “Dove?? dove??” domandò curioso Joly.
“La! Insieme a Chetta! Non posso crederci che la conosce e non mi ha detto nulla!!”
“Ma quella non si chiama Ursula” disse Bossuet, alzando un sopracciglio.
Joly ridacchiò “Lei è la coinquilina di Musichetta, si chiama Cosette. Se vuoi possiamo chiederle di darti il suo numero.”
 
 
Errore madornale.
 
 
Musichetta fu ben felice di dare a Marius il numero di Cosette, visto che la biondina le aveva accennato ad un incontro con un bel ragazzo, anche se lei non aveva immediatamente collegato quel evento con quello che aveva raccontato Pontmercy.
Sembrava solo una formalità quindi, era palese che i due si piacessero, ma facevano comunque i difficili.
Per tutta la riunione di quel giovedì sera, Marius non fece altro che stressare tutti, domandando suggerimenti su il perfetto ‘primo sms’.
“La boiata del giorno” disse Bahorel, mentre Ferre e Ras si lanciavano nella classica discussione sui diritti e i doveri civili della classe borghese.
Nessuno li ascoltava mai quando strillavano come gallinelle nel pollaio, volendo far combaciare le loro visioni ben distanti. Ras era un aperto guerrafondaio, seppur cercava di moderarsi in ogni modo,  che non aveva pausa di conquistare i diritti dei cittadini con la forza delle armi e della violenza; Ferre, al contrario, prediligeva un regime più pacifica, alla Gandhi. Per lui, il potere doveva essere innocente e depurato da ogni qualsivoglia tipo di irruente passione.
Si trattava di cuore e anima, sentimenti puri.
 
 
“Sentimenti cristallini come l’acqua di montagna, Pontmercy!”
Courf si buttò su divano, rischiando di acciaccare Ferre, che si stavo godendo un po’ di televisione.
A quanto pare, la pace era finita.
Anche Ras parve intuirlo, visto il modo in cui storse il naso, senza però alzarlo dal tablet che aveva appoggiato sulle gambe. Rannicchiato così sembrava quasi un gatto.
“Non starete ancora parlando di Cosette, voglio sperare.” Disse Combeferre in tono piagnucoloso, alzando gli occhi verso il soffitto. Sistemò poi gli occhiali sul naso, dandosi mentalmente dell’idiota per una domanda così scema.
Naturalmente stavano parlando di Cosette, o di Eponine.
Ora che aveva trovato in Marius un ottimo alleato contro le pene d’amore, Courf non faceva altro che parlare della barista mentre il borghesotto di casa pensava a cosa fare con il numero della sua biondina.
Di sicuro non poteva giocarlo alla lotteria, tanto valeva chiamarla o scriverle almeno un sms.
Tempestivamente, Marius prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni da casa, tamburellando le tira sullo schermo del grosso smartphone “Potrei invitarla per un caffè. Cose ne pensi, Ferre?”
“Perché chiedi a me?”domandò Lucas, cambiando canale e trovando un tg. Enjolras gli fece segno di alzare il volume, ringhiando quando Marius decise di mettersi di fronte allo schermo.
“Perché tu, incredibilmente, hai successo con le donne.”
Il più grande dei quattro rimase un istante in silenzio, chiedendosi se era il caso o meno di offendersi.
Per evitare una rivoluzione domestica, decise di assecondare Pontmercy “Sì, dovresti invitarla.”
“Che le scrivo?”
Il biondo scosse il capo, chiedendosi cosa aveva fatto di male per meritarsi quel supplizio. “Sto cercano di organizzare lo sciopero del dodici, puoi per favore andare a farlo da Jehan?” domandò, cercando di essere gentile.
Come risposta, Marius prese il suo tablet e lo lanciò sul divano accanto a Courf, sedendosi poi sulle sue gambe.
La vena sulla tempia di Ras prese a pulsare.
“Forse dovrei semplicemente chiederle se oggi è libera…”
“Forse dovrei semplicemente ucciderti!”
Courfeyrac lanciò uno strillo, come un Nazgul, agitandosi sul posto “Ferre, scrivi una delle tue frasi poetiche, così aiuterai Bromercy!”
Il fatto che Marius fosse innamorato non solo lo rendeva un buon ascoltatore per i suoi problemi, ma ciò lo teneva anche lontano da Eponine.
Doveva assicurarsi di vederlo far centro con Cosette.
Con un sospiro, Lucas porse la mano a Marius, il quale gli passò il cellulare.
Scarabocchiò qualcosa di veloce, prima di passarlo a Courf per l’approvazione.
“Da quando t’ho incontrata non posso smettere di pensare ai tuoi occhi…. Ma cos’è sta cosa!?” il ricciolino storse il naso, cancellando tutto “Banalità che grandina. Mi hai deluso, Ferre.”
Lucas, per contraccolpo, lo guardò male da sopra le lenti spesse “Che problema c’è?!”
“Non può scriverle una cosa del genere. Aspetta, faccio io.”
Buttando Marius a terra, il biondo si appropriò del telefono, scarabocchiando un messaggio.
Poi inviò, senza far leggere a nessuno il contenuto del messaggio e scatenando quindi il panico.
Sia Courfeyrac che Marius diedero di matto, ma si calmarono appena si trovarono di fronte il testo incriminante.
‘Ciao, sono il ragazzo dell’altro giorno. Ti va di vederci per un altro caffè? Magari questa volta possiamo scambiarci almeno il nome ;) ‘
“Questa è una faccina ammiccante?” chiese Marius un po’ nel panico, mentre gli altri due concordavano sul fatto che poteva andare bene anche così.
Il biondo non diede segno di voler rispondere, limitando ad alzare le spalle e iniziando di nuovo ad organizzare le sue cose.
Aveva da fare, non poteva perdere altro tempo con quel branco di cazzoni.
Marius stava giusto per riprendere la filippica, quando gli arrivò un sms.
Era Cosette.
Speravo di risentirti, sarei davvero felice di rivederti. Facciamo domani alle cinque? Oh mio dio, Etienne!”
“Mi hai chiamato Et-!?”
La frase di Enjolras venne interrotta dalle braccia di Marius attorno al suo collo. Appena finito di leggere, infatti, il borghesotto gli si era praticamente lanciato addosso.
Era davvero, davvero entusiasta.
Così tanto che non avrebbe fatto altro che parlarne per tutta la sera, insieme al nuovo dramma, che andò a sostituirsi alla storia del primo ‘giusto’ sms: cosa era meglio indossare?
Casual o elegante?
Di quel passo, Marius si sarebbe ritrovato sotto ad un ponte.
 
 
Jehan aveva passato un bellissimo pomeriggio in biblioteca insieme alle ragazze che frequentavano con lui il laboratorio di scrittura creativa.
Nonostante il clima freddo di metà ottobre, il rosso non sembrava per niente toccato.
Anzi, il suo umore era alle stelle.
Non vedeva l’ora di tornare, annaffiare tutte le sue piantine e aiutare Bahorel per la quarta sera di fila a spulciare fra le offerte di lavoro.
Se fosse andata avanti così, si sarebbero ritrovati nei casini.
Senza un lavoro per mantenersi, André avrebbe dovuto far su tutte le sue cose e sarebbe dovuto tornare a casa dei suoi, rinunciando anche a frequentare per qualche tempo a causa della distanza.
Quello ovviamente non era contemplabile.
Girò l’angolo, tornando con i pensieri sul presente non appena udì una melodia particolarmente triste.
Alzò lo sguardo dalla punta consunta dei suoi anfibi neri e vide Grantaire, seduto a terra, con la custodia della chitarra aperta e piena di monetine di fronte.
Stava suonando una canzone che il rosso non conosceva, ma che era davvero, davvero molto triste…
‘I have loved you for many years, maybe I am just not enough. You've made me realize my deepest fear, by lying and tearing us up…
You say I'm crazy ‘cause you don't think I know what you've done
But when you call me baby I know I'm not the only one”
Ouch.
Prese un bel respiro, strinse la tracolla della cartella fra le dita e si incamminò verso di lui, sentendo il tanfo della birra di bassa categoria quando ancora lo staccava di diversi metri.
Sarebbe stata una lunga, lunga settimana. 


 
Continua.



NdA.
Per prima cosa, mi scuso per il ritardo ridicolo con cui posto, ma non voglio abbandonarla questa storia così ne ho scritto un po' un mese, un po' un altro e alla fine ho ottenuto un capitolo troppo lungo che ho spezzato in due.
Ergo la prossima volta dovremmo vederci prima, ma preferisco non promettere che promettere e non mantenere.
Ringrazio coloro che leggeranno nonostante l'imbarazzante vuoto di tempo che ho fatto passare.
Un abbraccione.
J.

 
  
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