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Autore: Kay    09/03/2005    0 recensioni
I personaggi sono molti ma i principali sono: Kei, Aì, Takao, Hilary, Max, Rei, Mao e molti altri vecchi e nuovi! Spero vi piaccia!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Takao Kinomiya, Max Mizuhara, Kei Hiwatari, Rei Kon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8 DISAVVENTURE

Gli otto ragazzi si prepararono per uscire. Nel momento in cui misero piede fuori era una bella giornata con qualche nuvoletta.

Takao: che cosa ne pensate se ci prendessimo un gelato?

Kei: è una buona idea!

Tutti si voltarono per fissare il ragazzo, increduli.

Kei: che cos’ho detto?

Max: tu vuoi prenderti un gelato?

Kei: e allora?

Rei: ma non avresti mai ammesso che ti piace il gelato.

Kei: sono una persona come le altre, non ho nulla d’anomalo!

Aì: non vi saranno tornati in mente i dubbi di tre anni fa!

Takao: quali?

Kei: lasciamo perdere, andiamo.

Così andarono alla prima gelateria più vicina.

Prima di arrivare, un vecchietto li fermò.

Vecchietto/nonno J: salve!

Tutti: salve!

Nonno J(da vecchietto mendicante): scommetto che voi siete giovani, poveri e vorreste queste quattro sacche di gioielli, banconote, diamanti e monete d’oro!

Kei: veramente non siamo poveri!

Takao: parla per te!

Rei: quali sono le condizioni?

Nonno J: dovrete dire delle parole, che vi dirò io, per sempre.

Kei: no, è una truffa. Io non ci sto.

Takao/Max/Rei: noi sì!

Kei: a pensarci bene, però… ok, accetto anch’io; ma prendo quella con le banconote!

Mao/Aì/Emily/Hilary: aspettate, non fate sciocchezze!

Ormai era troppo tardi. Il vecchietto aveva dato ai ragazzi le sacche, ma prima aveva detto loro che avrebbero dovuto dire per sempre “Ti spacco il muso”(Takao), “Tutti e quattro”(Max) “Non c’importa”(Rei) e “Poi se ne parla”(Kei).

In seguito, il mendicante se n’andò. I ragazzi si diressero alla gelateria; purtroppo le ragazze decisero di fermarsi in un negozio e dissero ai primi di ordinare loro i gelati. Questi accennarono col capo ed entrarono nella gelateria.

Il gelataio si rivolse a loro dando le spalle.

Gelataio/Sergey: cosa volete?

Takao: ti spacco il muso! “Non sono riuscito a dire cono al cioccolato?!”.

Il gelataio si voltò di scatto.

Sergey: come? Chi è stato?!

Max: tutti e quatto! “Ma io volevo dire Takao! Perché ho detto così?!”.

Sergey: non è educato sapete?!

Rei: non c’importa! “Perché ho risposto in quel modo? Avevo in mente di dire che lo sapevamo!”.

Sergey: vi manderò in tribunale!

Kei: poi se ne parla! “Veramente volevo dirgli che non è il caso di andare davanti al giudice, ma anche la risposta che mi è venuta va bene”.

Sergey: l’avete voluto voi!

Il gelataio chiamò il giudice, che portò sia lui che i quattro ragazzi in tribunale. Mao, Aì, Emily e Hilary li raggiunsero non appena lo seppero.

Tutti presero i posti.

Giudice/Zagart: cos’è successo?!

Vorkov: lo chieda a loro quattro!

Zagart: cosa avete detto a quel signore?!

Takao: ti spacco il muso “Oh no! Un’altra volta!”.

Max(bisbigliando nell’orecchio di Takao): tutti e quattro! “ma cosa sto dicendo? Volevo dire solo la parola ‘Takao’”

Zagart: chi glie l’ha detto?

Max: tutti e quattro “ormai è chiaro per dire Takao dico questa frase!”.

Zagart: lo sapete che è un termine molto volgare?!

Rei: non c’importa “ma che cosa bisogna fare per dire che lo sapevamo?”.

Zagart: complimenti vi siete comportati da veri maleducati! Per punizione pulirete i marciapiedi della città a partire da…

Kei aveva alzato la mano.

Zagart: … vuoi aggiungere…?

Kei: poi se ne parla “volevo dire che non poteva farlo! È ingiusto! Non può rovinarci la vacanza!”.

Zagart: molto bene! Vi condanno ad immediata pulizia dei marcia…//???: aspettate!

Un vecchio era appoggiato alla porta del tribunale e teneva le braccia conserte. Era quello che aveva dato loro le sacche colme di ricchezze.

Zagart: vuole aggiungere qualche altro vocabolo volgare anche lei?

Nonno J: no, questi ragazzi sono sotto la mia responsabilità, chiedo di lasciar perdere per la punizione.

Zagart: io no lo so più! Che deve fare un povero giudice per essere rispettato? Qui ognuno fa i comodi suoi! ... Annulliamo questa maledetta punizione, sperando che siate tutti più contenti!

Il vecchio tirò fuori da una sacca che portava con sé un oggetto.

Nonno J: se vuole posso farle una proposta! Le regalerò questo bel burattino robot/Zeo senza fili e lei in cambio dovrà dire per sempre “Pinocchio!”. Accetta?

Zagart: certo! È bellissimo!

Nonostante i consigli dei ragazzi (che facevano i segni muti per evitare di dire qualcos’altro al posto di dire di no), il giudice prese il burattino robot e da quel momento si sentì strano.

Zagart: Pinocchio! Pinocchio! Pinocchio! (traduzione: mi sento un po’ strano… ?).

Burattino robot/Zeo: papà!

Zagart: Pinocchio! (traduzione: ha parlato!)

Zeo: papà Geppetto!

Zagart: Pinocchio! (traduzione: non sono Geppetto!)

Zeo: papà Geppetto!

I quattro ragazzi andarono dalle proprie ragazze, anche il vecchietto.

Takao: ti spacco il muso! (trad: Hilary!)

Kei: poi se ne parla! (trad: aiutateci, fate qualcosa!)

Nonno J: scusate! Ora pronuncio le formule magiche solo per voi quattro. ‘Rotola la balena, la mangia la pantera, che i quattro ragazzini ritornino cretini!’.

Rei: quanto fa due per due?

Max: nove.

Takao: cosa vuol dire Takao? Di chi è questa mano attaccata al braccio, che è attaccato alla spalla, che è attaccata al collo, che è attaccato alla testa… ?

Aì: li hai resi cioti al massimo!

Kei: ce ne vogliamo mangiare via? ... No, non era il verbo giusto, devo caderne un altro…

Aì: se Kei non riesce ad usare i verbi corretti, figuriamoci gli altri!

Nonno J: ora ci riprovo! ‘con il potere a me conferito da questa giornata…’

Mao: guarda che non si deve sposare nessuno!

Nonno J: se mi fate finire… ! 'col potere a me conferito da questa giornata, io vi faccio ritornare i ragazzi che eravate oggi quando vi siete svegliati!’.

Kei: mi è venuto mal di testa!

Rei: ora ricordo chi è stato!

Max: già! È colpa di quel vecchio!

Takao: gli spacco… mh!

Hilary tappò la bocca a Takao.

Hilary: hai parlato anche troppo oggi!

Emily: perché non andiamo a fare una passeggiata?

Rei: se siete d’accordo, possiamo dividerci in coppie!

Hilary: dobbiamo fare tutto a coppie?

Takao/Max/Rei/Kei: sì!

Gli otto ragazzi si divisero in quattro coppie e andarono a fare una passeggiata in quattro diverse direzioni.

In un bel parco, seduti a mangiare un gelato, c’erano Hilary e Takao.

Hilary: è bello stare vicino a te, sai?

Takao(arrossendo): d-davvero?

Hilary: è da quando ti ho visto per la prima volta, che ho cominciato a provare qualcosa per te. L’unico problema è che pensavo che tu non mi volessi, così per non farlo notare ho cominciato a comportarmi male con te.

Takao: senza offesa, ma la parte ti è uscita benissimo, perché io ci sono cascato in pieno!

Hilary: “vorrei che questo momento con te durasse per sempre!”.

Takao: Hilary?

Hilary: …si?

Takao: ti sei addormentata?

Hilary: no, scusami.

Rei e Mao stavano passeggiando per negozi.

Mao: guarda com’è bello quel vestito!

Rei: scommetto che ti starebbe benissimo!

Mao: veramente?

Rei: ti ho mai detto una bugia?

Mao: che dici se me lo compro?

Rei: entriamo, te lo pago io!

Mao: non c’è bisogno. Ho abbastanza soldi!

Rei: dai!

I due entrarono nel negozio, dove Mao, dopo aver provato il vestito lo comprò; nel frattempo su una collinetta (la stessa dov’era Kei nella puntata n. 41 della prima serie di Beyblade) Emily e Max guardavano il fiume di fronte loro, che scorreva lentamente.

Emily: Max, senti io…

Max: si?

Emily: con le ragazze stavamo progettando di andare a vivere assieme in una città dove c’è il mare, tutti e quattro in quattro villette a schiera…

Max: è una buona idea!

Emily: ci stavamo chiedendo cosa ne pensaste voi ragazzi; noi volevamo organizzare anche un matrimonio a quattro, ovviamente con voi, e…

Max: “scommetto che è stata un’idea di Mao e Hilary!” se vuoi parlerò io con gli altri.

Emily: faresti questo per le mie amiche?

Max: non per loro, ma per te!

Emily: oh Max!

Emily aveva le lacrime agli occhi, per questo motivo Max la baciò. Kei e Aì erano andati a prendere un gelato e si erano seduti ad un tavolino. Aì era soprappensiero.

Kei: Aì?

Aì: …

Kei: pronto, terra chiama Aì?

Aì: … ah! Sì, come?!

Kei: ehi, che ti prende?

Aì stava pensando a Yuri e anche a Kei. Entrambi l’amavano, ma alla fine, per i problemi sorti, si era messa con Kei. E Yuri? Che fine aveva fatto? L’amava ancora? Lei amava follemente Kei, ma sentiva anche qualcosa per Yuri. Si chiedeva chi amasse dei due. In un certo senso vinceva Kei, però con Yuri si sentiva un po’ più a suo agio. Forse perché con Yuri, al monastero, andavano più d’accordo nonostante fosse Kei il suo migliore amico. Tuttavia, con quest’ultimo era andata a letto assieme.

Kei: Aì, ti senti bene?

Aì: sì. Stavo solo riflettendo.

In quel momento una goccia di pioggia cadde sul naso di Aì. Kei gliel’asciugò come se fosse una lacrima.

Aì: forse è meglio tornare indietro. Sta iniziando a piovere e l’albergo è abbastanza lontano da qui.

Kei: come vuoi. Hai ragione.

Takao, Hilary, Max, Emily, Rei e Mao erano ritornati all’albergo. Mao aveva addosso il suo vestito nuovo, non aveva resistito all’idea di aspettare un altro minuto per indossarlo. Hilary ed Emily non finivano di dire che era bello. Max parlava con Takao e Rei riguardo l’idea delle ragazze.

Aì e Kei erano stati bloccati dalla pioggia.

Kei: rifugiamoci lì!

Aì: ma non c’entriamo entrambi! È un tubo (tipo quello dove si era riparato Andrea di Kiss me Licia nella prima puntata).

Kei: riparati solo tu, allora.

Aì: ma Kei, ti prenderai una polmonite stando sotto la pioggia! Dai vieni anche tu, ti faccio spazio.

Kei: non c’è bisogno.

Aì: dai!

I due rimasero lì dentro per molte ore. Kei dalla noia si mise addirittura a cantare “Scende la pioggia” di Gianni Morandi.

Aì: uffa!

Kei: ti stai annoiando anche tu, vero?

Aì: che possiamo fare? Fuori piove e noi siamo dentro un tubo, mentre gli altri staranno cenando!

Kei baciò Aì.

Aì: Kei! Ma che ti salta in mente!

Kei: ti sei dimenticata che stiamo insieme?

Aì: no, ma…

Lei aveva ancora i dubbi, su Kei, di prima.

Kei: non ti sto chiedendo il mondo, solo un bacio!

Aì: … Kei: ma si può sapere che ti prende? Se non mi ami più basta dirlo!

Aì: se è così che la pensi possiamo anche lasciarci!

Kei: d’accordo!

Kei si alzò e se n’andò.

Kei: “Sai cosa m’importa se è arrabbiata con tutto il mondo! Non c’è bisogno di fare il quel modo!”.

Aì era rimasta nel tubo.

Aì: “che egoista! Come faceva a piacermi?! Non aveva niente in comune non me ed io tanto meno con lui! Vorrei sapere ora che diavolo gli era preso per comportarsi in quel modo! … forse è colpa mia; forse… ma cosa sto pensando! Non ci sto capendo niente neppure io ora ed è tutta colpa sua!”.

La ragazza era rimasta ancora lì. Era passata mezz’ora e Kei non era tornato.

Aì: “forse non era solo colpa sua, anzi è tutta colpa mia; se io non avessi pensato a Yuri e a paragonare lui a Kei e viceversa non avrebbe reagito in quel modo.”.

Anche Kei aveva dei rimorsi.

Kei: “dovrei tornare da lei. L’ho lasciata sola per una stupidaggine, sono stato un cretino!”.

Kei si alzò, era seduto su uno scalino ed era bagnato fradicio. Cominciò a correre verso il tubo dove aveva lasciato Aì. Anche quest’ultima era andata a cercare Kei. Entrambi avevano paura di non trovarsi. Ormai avevano quasi perso la speranza di ritrovarsi, finché non s’incrociarono.

Aì: Kei!

Kei: Aì!

Si riabbracciarono. Aì stava piangendo. Sotto la pioggia, i due si baciarono.

Kei: sei ancora convinta che dobbiamo lasciarci?

Aì: lascia perdere quello che ho detto prima; ho sbagliato, è stata tutta colpa mia.

Kei: no, sono stato uno stron*o a dirti quelle cose!

Aì: lascia perdere!

Kei: posso chiederti cos’avevi?

I due, siccome ormai si stava facendo giorno andarono sulla collina con il fiume di fronte. Il sole sorgeva mentre loro si abbracciavano.

Kei: allora?

Aì: pensavo a noi e… a Yuri.

Kei: vale a dire?

Aì: sono stata una sciocca. Ho pensato di paragonare te a Yuri e mi sono confusa. Mi perdoni?

Kei: non hai fatto nulla di male! Era normale che tu ci paragonassi.

Aì:forse hai ragione…

Kei: allora rimedio!

Il ragazzo prese Aì in braccio.

Aì: che vuoi fare?

Kei: ti porto in albergo in braccio!

I due tornarono in albergo ridendo.

  
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