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Autore: _L_Black_    15/11/2015    3 recensioni
James e Lily Potter sono morti, lasciando dietro di loro la disperazione e la gioia per una guerra finita.
Ma quella notte, anche un'altra famiglia fu spezzata dai seguaci del Signore Oscuro.
Sirius Black è ad Azkaban e sua moglie brutalmente uccisa dai mangiamorte, lasciando la loro unica figlia in mano agli ultimi parenti rimasti.
Orion e Walburga Black.
Alyssa Black crescerà con gli ideali della purezza, con una voce dentro di lei che urla "libertà" e la voglia di scoprire cosa sia davvero successo quella notte.
La guerra l'aspetta e Alyssa è pronta a combatterla per i suoi ideali.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Orion Black, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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I Capitolo

La neve scendeva piuttosto lenta sopra il maniero dei Nott, il buio avvolgeva la struttura come un figlio e l'unica luce proveniva dalle finestre della casa. I coniugi Black arrivarono come sempre, in anticipo di dieci minuti rispetto agli altri invitati ed erano accomodati in salotto con Alyssa seduta accanto a loro, che giocava con una bambola regalatale da Narcissa.
Orion ogni tanto le lanciava qualche occhiata, giusto per controllare se fosse ancora accanto a lui. Purtroppo quella bambina somigliava più al padre che al resto dei Black.

Walburga parlava con la signora Nott dei purosangue sempre più rari al ministero, si può dire che parlavano di cose per loro normali, anche se la vera domanda che voleva fare la signora Black era un'altra: Cosa hanno detto i guaritori?

Il signor Nott invece, parlava dei vari problemi che la scomparsa del Signore Oscuro aveva portato al ministero.

E infine, c'era lui.

Theodore era seduto davanti ad Alyssa, fingeva di giocare con un modellino di manico di scopa e intanto osservava quella bambina così strana.
Sì, Alyssa Black per lui era strana, lei infatti faceva una cosa che lui non aveva mai imparato a fare.

Lei sorrideva.

La guardava giocare e sorridere chissà poi per quale motivo, forse i nonni le avevano regalato quella dannata bambola ma era davvero una motivazione plausibile di sorridere?

Alyssa doveva aver percepito gli occhi del bambino su di lei e alzò lo sguardo su di lui, sul volto della piccola Black, comparve un sorriso.

-Vuoi giocare?- chiese poi la bambina continuando a guardarlo.

Tutti i presenti si voltarono verso i bambini, i signori Nott con stupore mentre i Black con rassegnazione. Possibile che quella bambina non capisse le buone maniere?

Theodore guardò i genitori come per cercare conferma e la signora Nott annuì facendo un mezzo sorriso a suo figlio.

-Bambini, che ne dite allora di andare a giocare nell'atrio?- chiese la signora Nott con fare gentile.

Alyssa annuì subito e si alzò dal suo posto mentre Theodore tentennò un momento, non voleva passare del tempo con quella strana bambina e se poi lo picchiava?

La signora Nott tuttavia chiamò un elfo domestico che accorse subito da lei.

-Kramy porta i bambini nell'atrio a giocare, si stanno annoiando qui- disse la signora sorridendo.

L'elfo annuì e fece segno ai bambini di seguirlo.
Si avviarono verso il lungo corridoio dove alle pareti, vi erano appesi i quadri raffiguranti gli antenati dei Nott, che guardavano la scena confabulando tra di loro. Alyssa li guardava e – anche se non dava a vederlo – aveva un po' timore di loro. Quei ritratti non erano come Phineas che la controllava mentre giocava. Le voleva bene, anche quando inveiva contro suo padre.
Arrivarono nel grande atrio dove vi era una doppia scalinata in legno, la bambina l'aveva notata nel momento in cui erano arrivati e non vedeva l'ora di scivolare sopra il corrimano. Lo faceva spesso a Grimmauld Place, quando i suoi nonni erano impegnati nello studio e lei riusciva a sfuggire a Kreacher.
Nel frattempo, alla porta un altro elfo faceva entrare altri invitati appena giunti e tra loro, c'era anche suo cugino Draco il piagnucolone Malfoy, nome datogli quando a casa Black, si era graffiato la mano. Persino sua nonna aveva riso, quando la bimba gli aveva affibbiato quel nomignolo.
Alyssa fece una smorfia e si voltò verso il suo nuovo compagno di giochi.
Nuovo e anche l'unico.
Non era solita farsi amare dagli altri bambini, pensava sempre che i nonni le facessero conoscere dei tipi strani.

-Dai, giochiamo!- esclamò la bambina con troppa eccitazione.

Giocare con un bambino! Finalmente era arrivato il suo regalo di Natale.

-O...Ok- borbottò Theodore, abbassando lo sguardo.

-Ah sì, io sono Alyssa- disse la bambina, sorridendo.

-Io Theodore Julius Nott- disse il bambino, gonfiandosi il petto con l'aria.

Alyssa inarcò il sopracciglio e incrociò le braccia, un altro scemo, pensò rassegnata.

-Direi, che Theo va benissimo- disse Alyssa, con fare spicciolo mentre saliva su per le scale.

Theodore la guardò sorpreso, che insolente, pensò ma suo malgrado la seguì. Più per paura di ripercussioni che per altro.

Quella ragazzina per lui era troppo vivace, non era come Pansy, la quale ogni volta che andavano a casa dei Parkinson gli faceva vedere le sue bambole e poi andavano a prendere il té con i genitori. Lei era fin troppo piena di vita.

Alyssa si voltò e lo attese, non appena le fu accanto rimasero qualche secondo in silenzio.

-Beh? Inizia tu- disse Alyssa spazientita.

Theodore la guardò con aria interrogativa, cosa c'era di così divertente nello stare in cima a delle scale?

-Dai, scivola!- ordinò Alyssa ormai nervosa.

Il bambino abbassò lo sguardo imbarazzato, lei era così forte rispetto a lui e da una parte voleva fare quello che gli diceva ma dall'altra...beh, i suoi genitori non gli avrebbero dato il regalo di Natale! Ma soprattutto lui non sapeva.

-E' che...- sussurrò il bambino, ormai diventato rosso in volto. -E' che io non so giocare!- urlò tutto d'un fiato per scacciare il suo imbarazzo.

Tra i due ci fu un silenzio tombale. Alyssa lo fissava stupita, senza riuscire a credere alle sue orecchie, Theodore intanto la guardava con vergogna.

La bambina fece un respiro profondo e guardò il bambino, per poi sorridere.

-Te lo insegno io!- esclamò con ovvietà.

Si arrampicò sulla ringhiera di mogano con poca difficoltà e si mise a cavalcioni, incurante di stropicciare il vestito che sua nonna le aveva fatto indossare.

-Devi reggerti bene, poi chiudi gli occhi e scivoli!- urlò felice e si buttò, scivolando velocemente verso la fine delle scale.

Theodore urlò spaventato, e se le fosse successo qualcosa? Probabilmente il signor Black lo avrebbe ucciso, ne era certo e invece Alyssa cadde in piedi con suo sommo stupore.

Si voltò verso Theodore e scoppiò in una fragorosa risata, guardando l'espressione impaurita del bambino.

-Tocca a te- esclamò tra le risate.

Theodore fece un respiro profondo e si arrampicò sulla ringhiera, per poi mettersi a cavalcioni su di essa. Tentennò per qualche secondo ma alla fine chiuse gli occhi e scivolò.

Urlò come mai aveva fatto nella sua giovanissima vita e quando arrivò alla fine, cadde rovinosamente a terra di sedere.

Alyssa rise ancora di più e solo allora, finalmente Theodore Nott esplose in una risata di cuore.

Una cosa che mai aveva fatto in tutta la sua vita eppure gli sembrò la più semplice da fare.

La bambina rimase sorpresa di ciò e non fece nulla per nasconderlo.

-Quindi sei normale!- esclamò in tutto il suo stupore.

Theodore continuò a ridere e annuì alle parole della bambina davanti a lui. Oramai aveva imparato, non voleva di certo smettere di farlo.

Alyssa si sedette accanto a lui e solo dopo qualche minuto si ripresero dalle risate. In quel momento non riusciva a credere a quanto fosse stata stupida nel pensare a lui come uno scemo, certo, il più intelligente non era ma si poteva fare qualcosa.

-Io e te faremo grandi cose Theo- esclamò con convinzione. -Saremo un duo infallibile, vedrai!- continuò felice.

Theodore la guardò senza capire ma fubsul punto di chiederle spiegazioni, l'elfo Kramy tornò a riprenderli.

E mentre camminavano lungo il corridoio, Alyssa gli si avvicinò e con un sorriso gli sussurrò. -Da oggi siamo amici-

Theodore la guardò, quel momento diventò uno dei suoi ricordi più belli, annuì e sorrise, aveva finalmente imparato a fare una cosa che mai si era sognato di compiere.

Sorridere.

Tornati nella sala con tutti gli invitati, Alyssa si andò a sedere diligentemente accanto ai suoi nonni che continuavano a parlare con i padroni di casa.

Theodore e Alyssa si scambiarono uno sguardo d'intesa mentre la cena veniva servita ai commensali, quel gesto non passò inosservato agli occhi di Walburga e sorrise. Un sorriso che nessuno forse solo Orion era riuscito a scorgere qualche volta.

***

Al rientro a casa, Kreacher portò velocemente Alyssa a dormire mentre Orion e Walburga rimasero ancora un po' in salotto, seduti davanti a una tazza di té.

-Hai visto? Alyssa ha fatto amicizia con Theodore- disse Walburga soddisfatta.

Orion annuì ma non rispose.

Sapeva bene dove volesse arrivare sua moglie, che dagli sbagli non aveva mai imparato.

-Dovrà scegliere lei cosa fare nella propria vita, Walburga non voglio sentire storie. Ho già perso due figli, non voglio perdere anche lei- disse Orion guardando sua moglie negli occhi.

Si aspettava una scenata, un qualcosa che gli facesse capire di star impazzendo e invece da parte della donna non arrivò risposta, annuì e si alzò pronta per andare a dormire.

-Hai ragione, Orion. Sarà lei a decidere ma non credo che la sua scelta sarà tanto lontana dalla mia- disse prima di lasciare la stanza.

Orion rimase solo nel salotto, sospirò e si alzò ad affacciare nella stanza di Alyssa.

Non appena aprì la porta, vide la nipote dormire beata con la bocca aperta e i capelli attaccati al cuscino, fece un mezzo sorriso, riconoscendovi il suo primogenito che non vedeva da anni ormai.

-No Theo, ti ho detto che a Hogwarts ci va chi mangia più caramelle...si- sussurrò la bambina nel sonno.

Orion richiuse la porta e andò a coricarsi nella propria camera, forse sua moglie non aveva poi tutti i torti. 
  
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