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Autore: MaddaLena ME    15/11/2015    1 recensioni
Un repayment un po’ per tutti:
* Hermione
* Neville
* Piton
* i secondogeniti
* i secondi nomi
* i Serpeverde
* l’Occlumanzia e le Arti Oscure
* i sognatori, gli appassionati e i caparbi
* gli studenti
* i professori

Il cambiamento è goccia che scava la roccia: di fronte ad una mente brillante, un'altra non può evitare di esserne influenzata.. il rapporto è biunivoco!
Capitoli totali: 12
Dal cap. 2:
Squadrò la divisa, avvicinandosi, con un moto serpeggiante e sinuoso, fino a vorticare attorno al ragazzo. Con stupore evidente:«Dunque, sei un Serpeverde, per via del tuo secondo nome… per me?» domandò, ripensando a quanto gli aveva detto il giorno precedente.
Piton era incredulo. Lui ha fatto e avrebbe fatto qualsiasi cosa per Lily. Ma nessuno, che lui ricordasse, aveva fatto mai qualcosa per lui, solo per lui. Appositamente per lui. Tutto ciò gli parve insolito, per non dire sospetto.
Infatti, con una smorfia dipinta sul volto sgraziato, gli si avvicinò, per indurlo a parlare.
«Già, esattamente » disse appena, in un soffio, il giovane Albus Severus.
Genere: Comico, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuova generazione di streghe e maghi, Severus Piton, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Ci rivediamo al Castello!

«Io ho capito perché non sopportava Neville» disse Al; poi fece una pausa strategica, per mantenere il pathos, prima di proseguire: «Anche lui era nato alla fine di luglio, come mio padre. Se Voldemort avesse interpretato diversamente la profezia, avrebbe cercato Neville, non mio padre. E mia nonna non sarebbe morta. È così, non è vero?»
Vide Piton farsi ancora più trasparente e mordersi lievemente un labbro. Non aspettò oltre. Era la più eloquente delle risposte. Commentò, rassegnato: «Tanto.. con i se e i con i ma non si fa la storia!» esclamò a voce alta.
Poi parve distrarsi, per un attimo, sfogliando un quaderno. Ma dopo pochi minuti, tornò alla carica, sempre con domande impegnative:«Com’è… la morte?»
«È come chiudere gli occhi un momento e… poi riaprirli in un altro luogo.» disse con calma, soppesando ogni parola. Non riuscì a dire altro. Non poteva. Non era facile esprimere la morte a parole, neppure per chi ci era passato.
«E… fa male?»
«Fa male la solitudine, fanno male le ferite, ma la morte, in sé, non fa male!» spiegò, con estrema lentezza, con voce quasi annoiata.
 Il ragazzo rimase pensieroso, come se dovesse rimuginare ancora un po’ su queste rivelazioni, Quindi, riprese a scrivere le risposte ad un questionario di Storia della Magia, che doveva portare compilato per il giorno successivo.
«Lei pensa che mia nonna sia stupida?» chiese il ragazzo, senza preavviso.
Il fantasma si indignò, tirò a sé il mantello e, risentito, esclamò:  
«Come osi pronunciare una frase simile?»
«Forse sono io che sbaglio, ma in un libro sull'aldilà, ho letto che, per i morti, ogni risentimento, causa la perdita della gioia perfetta, che potrebbero invece raggiungere» si fermò e aggiunse, in un soffio: «Come può pensare che mia nonna non l'abbia ancora perdonata, dopo tanti anni, per un semplice momento di stizza?»
«Allora... Forse perché non mi ha mai più cercato, in tutti questi anni?»
«Le donne hanno tanti pensieri, sempre; le vostre strade si erano divise. Ma, se Lei pensa che il suo animo era buono e che non fosse stupida, allora... L'ha perdonata di sicuro, non può dubitarne in alcun modo! In più» aggiunse poi, con un ghigno compiaciuto di se stesso e del risultato a cui era pervenuto «c’è il Patronus. Ancora adesso è lo stesso di Lily. E non avrebbe senso che il legame sia univoco. Quindi, mi viene da pensare che non si sia mai spezzato, completamente, tale legame…. neppure quando Lei lo ha creduto!»
Aveva esposto il suo pensiero in modo lucido, impeccabile. Piton ne era sinceramente ammirato.  
«Devi frequentare parecchio tua zia, non c'è altra spiegazione!» fu il commento più inaspettato che si potesse pensare provenire dal pozionista: eppure fu proprio il primo che gli affiorò alle labbra: indiretto ed imprevedibile. Assieme ad un ancora più sorprendente sorriso. Era veramente incredibile a delicatezza che quel giovane gli riservava e che gli era palese, persino in quello che aveva tutta l’aria d’essere un rimprovero.
Il giovane sorrise: «Un po'».
Poi ascoltò lo spettro proseguire:
«Devo ammettere che, per essere una Babbana, è sempre stata molto sveglia!» poi aggiunse, con disappunto: «Peccato fosse una melliflua Grifondoro!»
"L'unità delle Case è ancora di là da venire!” pensò Albus, in quell’istante. Ma subito chiuse la mente ed impedì a Piton di accedervi.
Lo spirito sorrise. Non aveva letto nulla, ma aveva notato quel che il ragazzo aveva fatto. Per quanto potesse averne predisposizione, chiudere la mente richiedeva determinazione, fiducia, volontà e soprattutto una concentrazione che era difficile da tenere a solo 13 anni: si meritava di veder riconosciuti i propri sforzi!
«Con l'occlumanzia, batti la velocità di tuo fratello sulla scopa! » mentre lo pronunciò, si accorse che non era un complimento, ma la pura e semplice verità!
Vide un ghigno di compiacimento affacciarsi sul viso del ragazzo. Dopo aver ricevuto il miglior complimento possibile dal miglior occlumante che avesse mai incontrato, ora era riuscito addirittura a carpirgli un pensiero. Era un giorno da segnare sul calendario!
Ne convenne anche lo spirito, che, alla risposta, priva di arroganza, che lo raggiunse («Ho solo avuto un ottimo Maestro!»), si trovò a riconoscere:
«Non sono tutti pessimi, questi Potter!».
E, d’improvviso, iniziò una scomposizione corpuscolare, mentre si librava sempre più in alto nel cielo, fluttuando con grazia ed eleganza virili e maestose. Mentre, senz’alcuna fatica, come se non fosse la sua volontà a guidarlo, ma una forza superiore che sapeva perfettamente cosa fare, svoltava, volando, in direzione dell’ufficio della preside, si voltò verso il ragazzo a domandargli:
«Sai dove sto andando, vero?»
L’adolescente annuì, con elegante solennità ed agitò la bacchetta nell’aria, pronunciando l’incantesimo a mezza voce.
Una bellissima cerva argentata si sprigionò, accompagnandolo nel suo breve tragitto.
«Ci rivediamo ad Hogwarts, allora. Ci sarò sempre, per te. Farai grandi cose. Anzi… ne hai già fatte!» fu l’ultimo saluto, da fantasma, di Severus Piton.
“La morte sarà solo l’ultimo nemico ad essere sconfitto!” pensò. E sorrise. Ancora una volta, uno sguardo verde e gentile aveva accelerato il corso degli eventi e gli aveva dato una mano a compiere la propria missione.
   
 
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