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Autore: HermioneGranger03    15/11/2015    1 recensioni
- Volevo parlarvi di Dominique Delacour. Ogni volta che litiga con la sorella, si consola con lo shopping, e questo andrebbe bene se litigassero una volta ogni tanto, ma ormai litigano 7 volte al giorno e ogni giorno, per cui il centro commerciale è una seconda casa per Domy! Ora, per farla smettere di vivere al centro commerciale, io proporrei o di farle smettere di litigare, -
-Impossibile- si lasciò sfuggire Jamie.
-Oppure, - continuò Rose squadrando male James - di trovarle un fidanzato! –
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Un po' tutti | Coppie: Bill/Fleur, Rose/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Alice si svegliò alle due del mattino, gridando in preda al panico.
Ora condivideva la stanza col fratello, e non doveva preoccuparsi di attraversare il lungo corridoio che la separava dalla propria stanza alla sua, per raggiungerlo quando aveva una visione.
Lorcan, che aveva comunque passato una notte in bianco, si alzò immediatamente dal letto e percorse la breve distanza che lo separava dalla sorella, per poi sedersi accanto a lei sul suo letto.
- L-Lily – disse, tremando. – Continuo a sognare Lily che mi guarda, poi a un certo punto c’è come un luccichio, e dopo si fa tutto buio e cado; poi sogno di essere Roxanne, al San Mungo, e vedo cose orribili, poi qualcosa striscia sopra di me e mi mozza il fiato. I-in quel momento mi sveglio.
- Vieni – le sussurrò gentilmente il fratello – Andiamo di sotto.

Una volta seduti al tavolo della cucina, Alice con una tazza di camomilla tra le mani, Lorcan si fece spiegare dettagliatamente il sogno.
- ... E poi mi sono svegliata. Lorcan, promettimi una cosa. – disse la ragazza, una volta finito il racconto.
- Cosa?
- Non lasciarla mai da sola. Lily, intendo. Assicurati che sia sempre con qualcuno che possa proteggerla, quando tu non puoi. Nel bene o nel male, sento che lei ha un ruolo importante in questa storia. – Alice era serissima, al punto da spaventare Lorcan e anche un’altra persona, che stava origliando.
- Questa storia è profondamente inquietante. – mormorò Fred, da dietro lo stipite della porta.
Sfortunatamente, i due fratelli lo sentirono.
- Frederick James II! Ci stavi spiando, forse? – sibilò la ragazza, che era poco più piccola del suddetto ma riusciva comunque a mettergli una paura pazzesca.
Il ragazzo viveva lì da un po’ di tempo, ormai, da quando i suoi genitori erano stati rapiti da quegli uomini che si facevano chiamare Mangiamorte e Roxanne mandata al San Mungo in terapia intensiva per via del trauma subito.
- Io? Certo che sì! È mia sorella quella ricoverata al San Mungo, è mia sorella quella che vi ha detto dei Mangiamorte! Ed è sempre mia sorella quella che... – aggiunse abbassando la voce; non si era accorto di essersi quasi messo a gridare.
- Che... Cosa? – chiese la coetanea, incuriosita.
- Quella cosa che sentivi... strisciare, mentre eri Roxanne... sembrava un serpente?
- Ehm... sì! C’era anche una voce, che sussurrava qualcosa in una lingua oscura. Sembrava come il mordoriano del Signore degli Anelli, per intender...
La ragazza non fece in tempo a finire la frase che il telefonino di Fred squillò.
- Sì?
- Lei è Fred Weasley, fratello di Roxanne Weasley e figlio di George e Angelina Weasley? – chiese una voce simile a quelle delle segreterie telefoniche.
- Sì, sì, sono io; che c’è di importante? – rispose, con tutta l’arroganza che può avere un tredicenne.
- La chiamo da parte dell’ospedale San Mungo. Sua sorella... è stata morsa da un serpente.


Si precipitarono all’ospedale, lasciando un biglietto a Luna e Neville. Solo appena arrivarono alla sala d’attesa pensarono di avvertire qualcuno.
La scelta ricadde sulla famiglia Potter e Weasley-Granger, vale a dire gli zii Harry, Ron, Hermione e Ginny e poi Al, James, Lily, Rose e Hugo.
Dominique, la portinaia della famiglia, era già lì. Non è dato sapere come facesse a intercettare le notizie così velocemente.
- Dom! Come fai a essere qua se non ti abbiamo neanche avvisato?
- Ho avuto un brutto presentimento. Pensavo di fare bene a venire.
- Oh. Sì, hai fatto benissimo a venire qui, l’hai già vista?
- No, non mi hanno fatto entrare sebbene continuassi a dirgli di essere una parente. Ce n’est pas ammissible! – Si mise a borbottare maledizioni in francese.

Gli altri arrivarono un paio di minuti dopo, abbastanza sfatti e con l’onnipresente Malfoy al seguito.
- Ancora lui? Ma perché ce l’avete sempre appresso? Che è, un cane? – obiettò Fred.
- Pensavamo che fosse bene portarlo con noi. Voleva venire anche Daphne, ma poi...
- Non voglio più vederla. Ecco perché non è venuta. – completò Albus per Rose.
- Sì, non si può dire che vi siate lasciati bene. Lei insiste comunque nel voler venire. – Scorpius era al telefono, stava parlando con la sorella maggiore.
- Che venga, allora. Ma non provi a parlarmi. – Albus si voltò e andò nel giardino dell’edificio, seguito da Rose e Scorp.
Lily provò a raggiungerli, ma non appena si accorse che non la volevano attorno cambiò direzione. Si voltò verso Alice e le indicò una panchina che era nei pressi di una albero, come per invitarla a raggiungerla.
Si sedettero strette l’una all’altra.
- Senti, Alice, vorrei chiederti una cosa... – mormorò la rossa, a occhi bassi.
- Che c’è? Riguarda quell’idiota di mio fratello? – chiese l’altra, allegramente.
- No. Secondo te... io sono cambiata, da quando sto con lui?
- Oh, puoi giurarci. E no, non in meglio.
- Dovrei lasciarlo? – le chiese.
- No! – quasi gridò lei. Poi si ricordò l’ora e il luogo in cui si trovarono.
- Voglio dire, no. Magari riesci a migliorarlo. Tu sei l’unica persona a cui tiene davvero dalla morte di Lysander. – ripeté, a voce più bassa.
- Io non voglio abbandonarlo. Non voglio che rimanga ferito come Albus con Daphne.
- Solo una cosa: ritorna normale. Non voglio un’amica snob e... VIP come Chris.
Lily stava per mettersi a piangere. Alice non ne capiva il motivo.
- Posso dirti un segreto?
- Fai pure. – rispose Alice, interrogativa.
- Sai che Daph è stata denunciata?
- Sì, l’ho sentito... Perché?
- C’ero anche io con lei. Lorcan mi ha portato via insieme a lui, per non farci beccare.
****
Albus stava uscendo dall’ospedale.
Erano le quattro, ed avevano aspettato circa due ore prima di poter vedere la cugina, per poi scoprire che non era successo niente di grave. Che presa in giro.
Così, ora stava tornando a casa da solo. Rose e Scorpius dovevano tornare nelle rispettive abitazioni.
Il ragazzo teneva lo sguardo per terra, il cappuccio della felpa nera alzato a coprirgli la testa; pioveva.
A qualche metro di distanza da lui, la ragazza che stava disperatamente cercando di ignorare; quel giorno lui e Daphne facevano la stessa strada.
- Albus...
- Non. Parlare. – le intimò lui senza guardarla, con gli occhi color smeraldo lucidi. Il modo in cui lei pronunciava il suo nome gli era piaciuto sin dal primo giorno che l’aveva vista.
Era sul treno, il primo viaggio verso Hogwarts, e stava cercando uno scompartimento libero con Rosie.
Un bambino della sua età, biondo dagli occhi grigi, sedeva in uno scompartimento vuoto con una ragazzina più grande di forse un anno, con i capelli scuri e grandi occhi castani. L’avevano colpito fin da subito, quegli occhi.
- Scusate, posso sedermi? Non c’è posto da nessun’altra parte, e io e Rose non sappiamo dove andare.
- Certo che potete! Io sono Scorpius, e lei è Daphne. Voi chi siete? – aveva chiesto il biondo.
- Scorp, lei è Rosalie Weasley. E lui è... Albus Severus Potter, se non sbaglio. Mio padre dice che sei uguale a tuo padre. – aveva detto Daphne.
- Chiamami pure Al – le aveva risposto lui.
Così, Albus e Rose erano entrati, ed avevano passato un pomeriggio di chiacchere e risate insieme a quei ragazzi, Scorpius e Daphne Malfoy.
- In che casa volete essere Smistati, voi? – aveva chiesto Daphne a un certo punto, mentre scartava una Cioccorana. – Io sono una Corvonero, è il mio secondo anno.
- Io vorrei essere un Grifondoro, e anche Rosie, penso. Giusto? – aveva risposto il bambino con gli occhi verdi.
La cugina assentì.
- Anche a me piacerebbe essere Grifondoro, ma devo tenere alto l’onore della famiglia ed andare a Serpeverde. – sospirò il biondo, rassegnato.
- Ma non è giusto! – sbottò Rose, indignata. – Dovresti andare nella Casa che vuoi, e non dove ti obbligano ad andare.
- Grazie – aveva detto lui arrossendo leggermente. – In effetti, a chi importa? Me ne andrò in Grifondoro, punto. E se mamma e papà non saranno contenti, peggio per loro.
In effetti, i tre ragazzini erano stati tutti e tre Smistati in Grifondoro.
Albus tornò bruscamente al presente.
- Senti, spiegami una cosa. – disse a Daphne, voltandosi verso di lei. – Perché ti sei messa con me, se stavi già con lui?
- Io... io non lo amavo, e lui non amava me. Era solo per divertirsi, una specie di strappo alle regole quando la vita si faceva troppo stressante. Ma da quando mi sono messa con te, non ho più sentito il bisogno di cercare Christopher. Questo perché io ti amo, Al Potter. Mi sei piaciuto dal primo momento che ti ho visto, e conoscendoti ho capito che mi stavo innamorando di te. E sappi che, se mai dovessi perdonarmi... non ti tradirei più. Mai più.
Albus era stato ad ascoltare questa spiegazione con un sorrisetto sulle labbra.
- Ti amo anche io, Daphne. L’ho sempre fatto.
- Quindi stiamo di nuovo insieme, no? – chiese lei.
- Ah, non lo so. Giudica tu; le persone che stanno insieme fanno questo?
E la baciò. Si baciarono a lungo, consapevoli di essere in mezzo alla strada, ma incuranti di ciò. In quel bacio c’erano tutte le cose che non si erano detti, tutto il loro amore, tutto. Semplicemente tutto.
Albus entrò in casa totalmente fradicio, e salì subito in camera sua per cambiarsi.
Una volta indossati un vecchio paio di jeans strappati e una T-shirt nera, scese in soggiorno; trovò Lily sdraiata supina sul divano a dormire.
Aveva la testa appoggiata sul bracciolo e gli occhi chiusi; i capelli, ritornati del loro solito rosso-arancio, erano sparpagliati attorno alla sua testa in lunghi riccioli.
Al sorrise alla vista della sorellina che dormiva, così fragile... Nonostante tutto quello che stava succedendo, era pur sempre una quattordicenne, anche piuttosto piccola per la sua età.
Il più grande le si avvicinò silenziosamente. Prese una coperta da una poltrona e la sistemò sul corpo della più piccola.
- Sogni d’oro, sorellina. – sussurrò, stampandole un bacio sulla fronte.
Poi tornò di sopra e bussò alla porta dello studio di suo padre. Sapeva che non stava dormendo, non lo faceva da settimane, ormai.
- Albus? Entra, che c’è? – chiese il padre, seduto alla scrivania con la testa tra le mani.
- Volevo farti una domanda. – disse il ragazzo, cautamente. Ultimamente il padre era diventato più irascibile e incline alla violenza, e suo figlio se ne chiedeva spesso il perché. Ma non fu quella la domanda che pose.
- Ossia? – chiese l’altro, con la voce che tradiva l’impazienza.
- Senti, papà... che è successo davvero ai genitori di Roxanne?
- Vuoi sapere la verità? La vuoi sapere? – gridò Harry. – Sono morti. Morti, Albus!
- Ma non è possibile che George e Angelina siano morti. Loro... loro erano fantastici. Una leggenda.
- Ci stiamo indagando da un po’ di tempo. Ora, per favore, vattene, piccolo Sherlock. O non risponderò di me. – La voce le padre era pericolosamente tesa.
Mentre usciva dallo studio, il ragazzo non poté fare a meno di chiedersi quando e come avesse fatto la sua vita a diventare così assurda e complicata.
****
Scorpius e Rose erano tornati nelle rispettive case, ma in quella del ragazzo non c’era ancora nessuno: la madre era andata dai Nott, Christine era in discoteca dalle dieci della sera prima, ma Daphne non si sapeva che fine avesse fatto.
Scorp si sdraiò sul divanetto del soggiorno, aspettando che la maggiore tornasse a casa.
Quando la ragazza rientrò, aveva un sorriso stampato sul volto e le guance arrossate.
- Che è successo di così bello? – chiese il fratello, sollevando lo sguardo dal libro che stava leggendo.
- Oh, mi sono solo... riappacificata con Albus. – spiegò l’altra, arrossendo ancora di più e ridacchiando.
- Oh, ho visto. Ha modificato il suo stato Whatsapp in “Grazie di esistere. Ti amo” con un cuore. Direi che più che riappacificarvi vi siete...
- Davvero l’ha fatto? Oh, che cosa dolce! Vado subito a cambiare anche il mio! – lo interruppe Daphne, col telefono in mano.
- Puah. – disse Scorpius disgustato. –Perché dovete essere così dannatamente sdolcinati? Io e Rosie non facciamo così.
- Oh, sì che lo fate! Siete anche peggio di noi... – lo contraddisse Daphne.
Scorpius rise.
- Senti, Daph, volevo che mi parlassi di ciò che è successo tre giorni fa. – Naturalmente, il fratello alludeva alla denuncia che la ragazza aveva ricevuto esattamente tre giorni prima e che, però, era stata misteriosamente ritirata.
- Non so perché la denuncia sia stata ritirata e non voglio saperlo. Fine della storia. – disse lei, tornando seria.
- Io non mi riferivo a quello. Mi stavo chiedendo il perché della tua denuncia; cosa hai fatto, ecco.
- No. No, no e ancora no.
- Non mi dirai mai la verità, vero? – chiese il biondo.
- Non posso dirlo, ho fatto un voto infrangibile. – rispose la bruna.
- Mostrami i tuoi ricordi, allora. – propose lui, timidamente.
- Va bene. Vieni con me.
Lo guidò in camera sua, dove un Pensatoio pieno di fili argentati troneggiava sulla scrivania.
Ne estrasse uno da una provetta e lo mise lì dentro. Poi si spostò per far sì che il fratello potesse vedere.

- Daphne, tu sai che se questo viene fuori, tu potresti essere arrestata, vero?
- Certo, ecco perché nessuno lo saprà mai... Oblivion. – sussurrò.












NdA:
Ciao, ragazzi! Come va? Tutto a posto con la scuola? Io sono stata sommersa di compiti, a cui si aggiungevano man mano i miei impegni pomeridiani, le foto di Tom Felton e Matthew Daddario, un racconto da scrivere per un concorso di scrittura di classe (hanno scelto me! Capite? Me! Beh, me, hermioneron100- troppo spam? Naaaaah- e il nostro migliore amico), i libri nuovi su cui fangirlare...
Insomma, niente. Le solite cose.
Non penso di avere altro da dire, tranne che ho completato la storia spin-off di questa, che parla di ‘ciò che accadde davvero quella notte’, e se volete posso pubblicarla.
Recensite!
Byeeee!






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