Capitolo
5:Llitigio con Sasuke
Giunsi finalmente all’appartamento di Naruto. Mi ero sempre chiesto come potesse un ragazzino
vivere da solo in una casa, senza che nessuno lo mettesse in guardia sui pericoli
che ci possono essere anche nel luogo che si considera più sicuro al mondo.
Ero indeciso se entrare o no, ma quando vidi dalla
finestra che dormiva beatamente nel suo letto, decisi di non rischiare. Potevo
anche svegliarlo.
Volevo solo accertarmi che stesse bene, ma da
quello che il mio occhio percepiva, sembrava che il ragazzo alla fine era solo
esausto. Forse mi ero preoccupato troppo, ma solitamente quando usava il chakra del kyuubi, rimaneva più
gravemente ferito.
Avrei dovuto seguire il mio istinto e non basarmi
sulle apparenze.
Infatti il giorno dopo io e la mia squadra abbiamo
ripreso gli allenamenti, ma di Naruto nemmeno
l’ombra. E dire che ero giunto anche quella volta parecchio in ritardo, quindi
ero sicuro che avrei trovato tutti e tre i miei allievi pronti per qualsiasi
cosa gli avessi ordinato di fare, ma mi sbagliai.
Mi stupii. Non era da lui arrivare in ritardo. Bhe si qualche volta era capitato, ma era solo questione di
minuti, di un quarto d’ora al massimo. Ora si parlava di diverse ore.
“Kakashi-sensei! è strano
che Naruto non ci sia ancora! Non sa niente?” mi
chiese preoccupata Sakura
Scossi la testa
“è lei suo padre, se non sa niente lei, chi
dovrebbe saperlo?” disse Sasuke.
Aveva ragione
“Non è che si è sentito male? Dovremo andare a controllare?”
chiese la ragazza.
In quel momento i
dubbi del giorno prima tornarono ad assalirmi. Senza dire una parola ai
miei allievi, mi diressi verso l’appartamento di Naruto.
Entrai senza problemi dato che la porta non era chiusa a chiave.
Lo trovai ancora nello stesso posto in cui l’avevo
lasciato. Sembrava che dormisse semplicemente, ma solo avvicinandomi notai che
aveva l’affanno.
Provai a svegliarlo, ma appena gli sfiorai il
braccio, si ritrasse gemendo.
Mi insospettii della reazione e senza indugiare, scoprii il suo corpo, coperto solamente da un
leggero lenzuolo, e notai sulle braccia e gambe segni di scottature, come se
qualcuno si fosse divertito a spegnere delle sigarette su tutto il corpo. Gli
scoprii anche la pancia. Anche li c’erano gli stessi segni. Non ebbi dubbi,
erano le conseguenze dell’utilizzo del chakra del Kyuubi.
Non era abituato e in solo colpo era passato da
l’utilizzo di una coda a tre. Era stato molto avventato, anche se non aveva
nessuna scelta, e ora ne pagava le conseguenze. Il vero problema? Non sapevo
cosa fare.
In quel momento Sakura entrò nell’appartamento.
Anche lei come me aveva pensato di cercarlo in uno dei pochi posti dove poteva
essere.
“Kakashi-sensei!” disse
solamente perché io la fermai ordinandole di andare a
chiamare subito Tsunade-sama.
Mentre aspettavo l’intervento di Tsunade, feci l’unica cosa che potevo fare per dare a Naruto un po’ di sollievo. Gli misi un panno fresco sulla
fronte. Purtroppo le scottature non furono il solo regalino che Kyuubi gli aveva lasciato, ma anche la febbre doveva
mettersi in mezzo.
Ero preoccupato. Si, sapevo che sarebbe guarito in
fretta, in fondo la febbre rimane solo per qualche giorno, ma quello che mi
inquietava era…sarebbe stato sempre così ogni volte
che sarebbe ricorso a quel potere? E se nel caso avesse usato ancor maggior chakra? Quanto poteva reggere il suo corpo? e se ci fossero
stati dei danni collaterali permanenti?
I miei pensieri furono interrotti da un rumori di
tacchi abbastanza veloci, che mi fecero capire che da li a pochi secondi avrei
intravisto Tsunade entrare.
“Kakashi? Come sta?” mi
chiese.
Non ero un
medico, quindi non sapevo con precisione. Mi limitai a dirgli le cose che avevo
potuto appurare io con la mia poca esperienza.
Tsunade ascoltando quel poco che le dissi, cominciò a controllarlo. Gli misurò
temperatura, pressione e controllò quelle bruciature.
La vidi sospirare e immettere chakra
nel corpo di Naruto. Le bruciature sul suo corpo
scomparvero fortunatamente.
“Per fortuna non era niente di grave. Ha la febbre
piuttosto alta e la pressione un po’ bassa, ma posso assicurarti che nel giro
di qualche giorno si rimetterà. Solo una raccomandazione Kakashi.
Gli allenamenti devono essere sospesi per una settimana. Nel caso si lamentasse
di questo, legalo e rinchiudilo da qualche parte, ma non permettergli di
sforzarsi, intesi?” mi disse Tsunade con aria seria
“Per ora sarebbe meglio portarlo all’ospedale, non è salutare lasciarlo qui da
solo!”
“Resterò io con lui!” dissi osservandolo mentre
dormiva. Il respiro sembrava essersi regolarizzato.
“Sai come prenderti cura di un malato?” mi chiese.
“No!” dissi sinceramente
“gli darò una mano io Tsunade-sama!”
intervenne Sakura che fino ad allora era rimasta sulla soglia delle porta per
non disturbare.
Tsunade fissò prima la mia allieva e poi me. Sorrise “Bene. credo che farti un
po’ di esperienza non ti faccia male! Sakura, affido Kakashi
e Naruto nelle tue mani…soprattutto
Kakashi. Vedi di non fargli combinare guai!”
“Si!” disse Sakura.
Quando Tsunade se ne andò,
Sakura mi disse che si sarebbe assentata un attimo per avvertire Sasuke dell’allenamento saltato. Subito precisai.
“Sakura! Solo perché Tsunade
ha detto che Naruto deve stare a riposo una
settimana, questo non vale per te e Sasuke. Oggi
l’allenamento è saltato, ma domani vi voglio allo stesso posto, stessa ora!”
La vidi demoralizzarsi. Già si pregustava delle
vacanze che non avevo intenzione di dare.
Rimasi accanto a Naruto
tutto il giorno e con l’aiuto di Sakura mi presi cura di lui. Solo verso sera
riuscii a convincere la ragazza a tornare a casa sua. Non si fidava a lasciarmi solo. Che bello quando la gente
si fida di te!
Il mattino dopo mi accorsi che mi ero addormentato
sulla sedia sulla quale mi ero seduto per controllare mio figlio. Naruto era ancora profondamente addormentato e io decisi di
andarmi a preparare un buon caffè. Dovetti accontentarmi del latte caldo.
Dovevo immaginarmelo che Naruto in casa non avesse
nemmeno un chicco di caffè.
Mentre bevvi il mio latte diedi un occhiata in giro, la casa non era un
granchè. Le mura erano da ridipingere, ragnatele
negli angoli e soprattutto immondizia in giro. Sospirai. C’era un bel po’ di
lavoretti da fare li dentro. Ma una cosa attirò la mia attenzione. Sopra un
comodino, c’era un qualcosa che luccicava. Lo presi in mano. Rimasi stupito di
scoprire cos’era. Conoscevo bene quell’oggetto. Sorrisi. Ero felice che
possedesse almeno qualcosa di lei.
Improvvisamente sentii dei mugolii. Era Naruto che si stava svegliando.
“Buongiorno!” dissi sorridendogli. Ovviamente solo
io sapevo di aver sorriso.
Naruto si strofinò gli occhi e quando mise bene a fuoco le cose, rimase
stupito di trovarmi li.
“Kakashi-sensei?” disse
mettendosi a sedere.
“Come ti senti?” chiesi.
“uhm…ho un po’ di mal di
testa! Ma…”
Posai una mano sulla fronte. Il gesto lo colse di
sorpresa.
“Direi che la febbre è scesa, ma ti conviene
riposare ancora un po’!” gli dissi facendolo nuovamente stendere.
“Cosa ci fa qui?”
“Che domande! Non
posso preoccuparmi di mio figlio?” dissi questa frase con una tale
semplicità che non mi accorsi nemmeno di averlo chiamato figlio.
Nemmeno Naruto se lo
aspettava, infatti potei notare le sue guance arrossire.
“Non ti starà tornando la febbre spero” gli chiesi,
cercando di far sparire l’imbarazzo.
“N-no. ma che giorno è? Mi sembra di aver dormito
secoli!”
“Ci credo! Hai fatto il bello addormentato da
quando siamo tornati dalla missione, cioè da due giorni!” dissi
“Coooosa? Dormo da due
giorni?” abbassò la testa “Non credevo che il potere di Kyuubi
mi stancasse tanto!”
Mi feci serio “Perché non mi hai detto di stare
male?”
“Bhe…come ho detto non
credevo di stare così male e poi…non credevo che tu…ehm…niente!”
Sospirai. Credeva forse che per me fosse solo una
palla al piede?
Presi dal tavolo una medicina che Tsunade mi aveva ordinato tassativamente di dargli appena
si sarebbe svegliato, ma solo dopo parecchia fatica riuscii a convincere quella
peste a prenderla.
“Ehm…Kakashi-sensei. da
quanto è qui? Non lo sentita entrare!”
“Scommetto che non hai sentito nemmeno il via vai
che c’è stato in sti giorni. Comunque dalle 9.00
circa!”
Vidi il ragazzo spostare la testa e osservare l’ora
della sua sveglia. Erano le dieci.
“Qualcosa non va?!” chiesi vedendolo turbato.
Scosse la testa.
In quel momento sentii bussare la porta. Era Sakura
che premurosamente aveva portato la colazione a tutti e due. La ringrazia per
il gesto, ma la rimproverai anche per non essere al campo di allenamento come
le avevo detto la sera prima.
“Tanto si sa che lei arriva sempre in ritardo.
Perché arrivare al campo alle sette, se lei arriva come minimo con 3 ore di
ritardo? È assurdo!” si lamentò
“perché sono io a dirlo! Ora muoviti a raggiungere Sasuke!”
“Voglio venire anche io!” intervenne Naruto.
“No, per te gli allenamenti sono interrotti per una
settimana ed è inutile che provi a contestare perché sono irremovibile su
questa decisione!” gli dissi.
Alla fine riuscì a persuadermi, ma io riuscì a
convincerlo di rimanere solo a guardare. Avevamo trovato un compromesso.
“Voi andate, io vado a informare godaime della tua salute e vi raggiungo.”
Dopo che feci quello che mi ero proposto di fare,
raggiunsi i ragazzi al campo di allenamento e fui sorpreso della scena che mi
si presentò davanti. Sasuke e Naruto
che se le suonavano di santa ragione. era risaputo che tre quei due ci fosse un
rapporto tra amore e odio, ma non si erano mai azzuffai in quel modo.
Mi vidi costretto ad intervenire quando Naruto stava per colpire nuovamente Sasuke
con un pugno. Strano solitamente era Sasuke ad avere
la meglio.
Doveva essere successo qual cosa di veramente
grave, se Naruto riusciva a trovare le forze per
battere Sasuke, soprattutto ora che era in
convalescenza.
“Allora cosa sta succedendo qui?” chiesi tenendo
fermo il braccio di Naruto
“Cosa c’è Naruto? perché
sei così arrabbiato?” gli chiesi, ma il ragazzo con un movimento brusco si
liberò dalla mia presa e dopo aver guardato male Sasuke,
se ne andò.
Dovetti rivolgermi agli altri due.
“Allora, qualcuno mi vuole spiegare cosa stava succedendo
qui?”
Sasuke si voltò da un'altra parte e non mi degnò di una risposta. Allora
passai la parola a Sakura, la quale per la prima volta la vidi difendere Naruto.
“Questa volta Naruto non
centra niente! è stato Sasuke a provocarlo, gli ha
detto delle cose terribili!” disse Sakura a testa bassa.
Guardai Sasuke per un
attimo “Che cosa gli avresti detto?” gli chiesi, ma mi ignorò. “Sakura?”
“Bhe la cosa è nata
quando gli abbiamo chiesto se lei e Naruto, avevate
parlato un po’ della vostra situazione. gli abbiamo riferito che in questi
giorni lei gli è sempre stato accanto e quando lui ha detto di non saperlo e
che voi non gliel’avevate detto….bhe Sasuke se ne uscito che lei è rimasto ad accudirlo solo
perché si sentiva costretto e non perché lo volesse veramente. Insomma in poche
parole ha detto che Naruto è stato solo un errore e
che in realtà non lo voleva!” disse Sakura sempre a testa china.
In quel momento mi arrabbiai anch’io contro il mio
allievo. Guardandolo storto gli promisi che la prossima volta che avrebbe detto
una cosa del genere, solo per il gusto di offendere senza tenere conto dei
sentimenti degli altri, lo avrei espulso dalla mia squadra.
Dopo averlo rimproverato per benino, decisi che ora
era il momento di andare a parlare con mio figlio.
Dovetti evocare Pakkun
per riuscire a trovarlo. Sicuramente non voleva essere trovato e cercarlo nei
posti che frequentava di solito, non sarebbe stata una grande idea.