Titolo: È così palese! [che sei innamorato
di lui]
Autore: Janelle
Categoria: Merlin
Pairing: Arthur/Merlin,
Morgana/Gwen
Generi: Romantico,
Commedia
Note: Slash,
Shoujo–ai
Part: 2/2
È
così palese!
[che
sei innamorato di lui]
Merlin
e Gwen, in quell’ultimo periodo (una settimana netta), stavano stranamente insieme – sempre. A dirla tutta stavano
appiccicati come fidanzatini, scatenando le risate di Gaius ogniqualvolta li
vedeva chiacchierare fitti fitti o scambiarsi due parole mentre il ragazzo
veniva sommerso da pomodori durante la gogna pomeridiana.
Oltre
a questo bizzarro avvenimento, erano aumentate le punizioni di Arthur nei
confronti del suo servitore, tant’è che il popolo cominciava a riconoscerlo ed
acclamarlo come “vittima sacrificale per il loro
divertimento”.
Merlin
si trovava per l’appunto alla gogna, evitando paurosamente un pazzo che credeva
che le arance non facessero male.
–
Merlin! – cinguettò Gwen, mentre i capelli ricci le si smuovevano al vento,
stranamente sciolti. – Arthur ti ha di nuovo messo alla gogna?
–.
–
Già, e con un motivo serio! – sbuffò, abbassando il capo di scatto. Sputò i
resti di pomodoro marcio, schifato. – Esisto –.
– Oh,
maddai! – scherzò lei, nascondendo un’evidente preoccupazione – Non sarà davvero
quello il motivo, probabilmente avete interpretato male una sua espres-
–.
Il
mago alzò gli occhi blu, serio. – Me l’ha detto proprio lui
–.
– Ah,
– balbettò, alzando immediatamente gli occhi color cioccolato verso la finestra
di Lady Morgana. Cosa diavolo avevano
fatto?, pensò, sconcertata. Volevano
solo affrettare un po’ la loro storia!
–
Beh, che novità ci sono? – domandò il moro, lanciando un’occhiata furiosa al
contadino delle arance. – Potrebbe, ehm, smetterla? – urlò, ricevendo in
risposta una marea di ortaggi sul volto.
– Ah,
ehm, devo andare – trillò, nervosa – Mi stavo dimenticando che devo portare a
Lady Morgana dell’acqua fresca... i fiori, sai, insomma... vado! – e detto ciò si voltò, imprecando
sottovoce.
Cos’avevano
fatto?
...
–
Lady Morgana, è terribile! – biasciò, il volto teso in una smorfia terrorizzata.
– Ho appena parlato con Merlin! Come abbiamo potuto non notarlo? Nell’ultimo
periodo è finito alla gogna più spesso del solito! –.
La
ragazza rimase in silenzio per un bel po’, poi si morse un labbro. – Arthur! Maledizione! Perché il mio fratellastro
deve sempre mettermi i bastoni fra le ruote?! – sbottò,
scocciata.
–
Molto probabilmente non accetta ciò che prova nei confronti di Merlin... – buttò
lì Gwen.
– Indubbiamente! Ha proprio ragione
Merlin; è solo un asino! – si sfogò. Aveva spiato il comportamento del principe
per quella settimana, notando che era costantemente turbato – eccezion fatta in
presenza di Merlin perché in quel caso diventava intrattabile.
Evidentemente,
si era reso conto di provare qualcosa per il moro; non c’era alcun dubbio. Ma si
ostentava a tenerlo nascosto, a impedire a quel sentimento di uscire allo
scoperto...
– Non
possiamo far nulla... – biasciò la serva, scoraggiata. – Non abbiamo fatto altro
che accrescere i giorni di gogna per Merlin! –.
– No,
mi rifiuto, – sbottò l’altra, determinata. – I giochi non sono ancora finiti –
echeggiò, con l’assenso di Gwen.
...
Un
quieto bussare distrusse il magico silenzio che si era venuto a creare. Lanciò
un grugnito, riservando un occhio alla porta. – AVANTI! –.
La
testolina nera di Merlin spuntò oltre l’uscio, coperto di pomodori e di altro
materiale non catalogabile. – Sire,
mi avete chiamato? –.
Il
principe sospirò attento, facendogli cenno di entrare. – Si, in effetti. Se
ricordi bene devi ancora pulirmi tutta la stanza – celò, atono, spiando fuori
dalla finestra.
Merlin
aggrottò le sopracciglia. – Ma, Sire, non potrei...? – indugiò, guardando
com’era conciato.
– No,
– rispose, secco. – Non abbiamo tempo, Merlin. Devi farlo ora. Anche perché dopo dovrò partecipare
ad una cena formale e voglio essere certo che quando tornerò tutto sia al suo
posto –.
Il
ragazzo, sconsolato, entrò nella stanza e si chiuse la porta alle spalle. Da quel giorno, quell’asino non aveva fatto
che trattarlo male e punirlo per ogni singola cosa e...
Lui
non aveva fatto nulla per impedirglielo.
Se lo
avesse contestato, molto probabilmente avrebbe finito col nominare quello che
ormai definiva un “accidentale
sfioramento di labbra dettato da una pietà momentanea” e che per qualche
strano motivo aveva popolato tutte le sue notti in quell’ultima
settimana.
Scrutò
di sottecchi i folti capelli biondi del principe, indugiando per un attimo sui
sottili fasci di luce solare che si abbattevano sul suo volto, rilasciando una
quiete ombra sopra gli zigomi.
Arthur
si voltò di scatto, scoprendolo a fissarlo come un pesce lesso. – Ah! – biasciò,
arrossendo come non mai. – Ah, eh, io, scusate – balbettò.
Il
principe serrò le labbra. Aveva architettato quel piano per un semplice motivo; era certo
– sicuro! – che vedere Merlin
conciato come uno straccione, sporco di cibi marci e con un odore nauseabondo
addosso l’avrebbe risvegliato da quella strana malattia che l’aveva
contagiato.
Eppure,
osservando quegli occhi blu abbassarsi per l’imbarazzo e un forte rossore
colorargli le guance, non riusciva a capacitarsi del fatto che lo trovasse tenero.
Maledizione!
Tenero!
–
Feh, io me ne vado! – sbottò, scattando dalla seggiola e senza degnarlo di uno
sguardo si gettò sulla porta, girandola a vuoto.
A
vuoto?
– Ma
che diavol... – mormorò, roteando furiosamente il pomello. – È CHIUSA A CHIAVE,
MALEDIZIONE! – fu il suo urlo, gettandosi sulla porta.
–
...Cosa? – biasciò Merlin, sconvolto. – Ma chi... –.
Il
principe digrignò i denti bianchi, talmente arrabbiato che il suo volto aveva
assunto il medesimo colore dei suoi abiti. - Chiunque sia sta...
–.
–
LADY MORGANA! – esclamò Merlin, colpito da un’illuminazione. – Come ho potuto
essere così stupido? Tutta quella storia, il sogno, e quelle parole... lei sapeva! – gemette, mettendosi una
mano nei capelli.
Arthur
stortò il capo. – Morgana? Cosa stai farfugliando, Merlin? Spiegati! – tuonò,
tremendamente stizzito.
Il
mago deglutì, lasciandosi cadere deliberatamente sulla seggiola dietro di lui. –
Beh, due settimane fa circa, Lady Morgana è venuta da me dicendomi che doveva
parlarmi... – sussurrò, scrutando l’espressione del biondo, attento. – E... e...
–.
– Di
cosa ti voleva parlare? – sbottò, allontanandosi dalla porta di qualche passo e
cercando di buttarla giù con una spallata.
–
D–di un sogno, – confessò lui, arrossendo velatamente. – Su me e... voi –.
Ci
mancò poco che Arthur centrasse la porta con la faccia, spiaccicandosela. Si
voltò di scatto, e se possibile pareva ancor più arrabbiato di prima. – Su me e te? – masticò, pallido. – Cosa
intendi, Merlin? Cosa ti ha detto? –.
Il
moro non riuscì neanche a guardarlo, cominciando a torturarsi le mani bianche. –
Che–che... n–noi... eravamo... ecco... s–sul... – e con timore, inclinò il capo
verso il letto del principe.
Il
susseguirsi di emozioni contrastanti sul volto del principe lo fecero
rabbrividire. Quando, alla fine, si stampò un ghigno sadico sulle labbra, sentì
definitivamente un brivido di terrore risalirgli la
schiena.
...
–
Lady Morgana... – gemette Gwen, preoccupata, fissando tristemente oltre la
finestra. – Merlin è di nuovo alla gogna –.
La
figliastra del Re si sentiva assolutamente impotente. Aveva fatto tutto ciò che
era in suo potere per mettere in difficoltà Arthur e costringerlo a farsi avanti
con il moro, ma a nulla erano serviti i suoi sforzi.
Aveva
finto di provare attrazione verso Merlin, aveva mentito... aveva perfino chiuso
quei due asini in una stanza, da
soli!
Eppure
Merlin, puntualmente, finiva ogni
pomeriggio alla gogna.
...
–
Gwen, – esclamò Gaius, vedendola entrare. – Scusami, ma tu per caso sai se
Merlin si è cacciato in qualche brutto guaio? – domandò,
diretto.
La
ragazza dissentì, confusa. – Non credo... per quale motivo mi ponete questa
domanda? –.
– No,
perché, ultimamente non torna a dormire
la notte... – mormorò, crucciato.
Lei
sbarrò gli occhi, trattenendo un urlo per la sorpresa. – N–non torna la notte?
N–neanche per dormire? – berciò, scioccata.
– No,
in effetti... lo vedo solo al mattino, quando giunge di corsa e poi esce di
nuovo dicendo che il principe lo aspetta. Non vorrei che in realtà mi stesse
mentendo... – continuò, dispiaciuto.
–
M–mentire? – disse, arrossendo. – Non lo farebbe mai, Gaius, fidatevi.
Sicuramente è colpa di Arthur... gli avrà dato dei ridicoli compiti che lo impegnano anche la
notte –.
–
Sarà... – rispose il medico, sospirando. – Chissà che compiti sono... –.
...
–
Arthur, – soffiò Merlin, trattenendo un gemito roco di protesta. – Forse
dovreste moderare i modi... i g–graffi sulla schiena potrebbero notarli –
balbettò, mentre le labbra morbide del principi gli divoravano la
spalla.
–
Perché? – replicò lui, divertito. – Le tue assenze ingiustificate la notte non
basterebbero a far pensare che sei con
me? –. Gli carezzò gradevolmente i capelli neri, trascinandogli la testa
all’indietro.
–
A–appunto – riuscì a dire, serrando le dita attorno alla lenzuola per non
posarle in punti da cui, difficilmente, sarebbe riuscito a staccarsi. – Perché non mi fate tornare
da G–Gaius, per la notte...? –.
–
Purtroppo di giorno devi adempiere ai tuoi doveri, Merlin, e poi ti attende la
gogna – celò, lasciando una scia di baci lungo la mascella pallida del ragazzo.
–
N–Non... ah! ..Credo che siate molto
gentile, – berciò, sentendo le dita del principe solleticargli la vita. –
Potreste evitarmi di andare alla gogna t–tutti i giorni –.
– Ma
così, – disse lui, con sorriso irrisorio. – Morgana capirebbe che la nostra è
tutta una subdola macchinazione per farla impazzire –. Rimase un attimo fermo,
scrutando il volto arrossato del suo servo e aspettando che ricambiasse il suo
sguardo, potendovi leggere lo stesso desiderio bruciante che lo stava
divorando.
–
No–no! – riuscì a dire, sconcertato, capendo perfettamente le sue intenzioni. –
Mi avete dato un sacco di cose da fare, Arthur, non possiamo, davvero, noi... –
non riuscì a concludere la frase, sentendo la mano ruvida del ragazzo insinuarsi
nei pantaloni e sfiorargli l’inguine. – Ah! –.
–
Direi che non hai voce in capitolo, Merlin, – tiranneggiò, più che soddisfatto,
prima di catturarlo in un bacio travolgente. – È così palese che mi desideri!
–.
[e
che mi ami, proprio come me]
Ok,
visto che mi è stato chiesto esplicitamente da hay–chan e Arwen
Woodbane, e
che tanto ho un sacco di tempo da perdere (xD), ho deciso di tentare un
continuo.
Beh,
niente scene Gwen/Morgana, lo so, ma se devo essere sincera non sapevo proprio
che scrivere xD Invece per le scene hoooot su Merlin e Arthur mi sono dovuta
acculturare leggendo altre ff ù_ù
Spero
vi sia piaciuta questa (non degna?) fine della storia, in cui, avete ragione,
Morgana è troppo pervertita per i suoi standard ma che a me piace taaaaanto XD
Grazie
a tutti i recensori e a chi l’ha aggiunta ai preferiti; sono onorata! Baci,
Janelle.