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Autore: gigia96    16/11/2015    1 recensioni
Jade pensa di essere una ragazza normale fino a quando nel 1992 riceve la sua lettera da Hogwarts.
In quell'anno Harry e i suoi amici stanno per frequentare il secondo anno.
In quella scuola Jade conoscerà nuovi amici, vivrà molte avventure e scoprirà cosa vuol dire essere una strega, e che non basta agitare una bacchetta per esserlo.
Seguite Jade nei suoi anni a Hogwarts e osservatela crescere e imparare
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley, Il trio protagonista, Luna Lovegood, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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~~Quando salii sul treno entrai nel primo scompartimento libero,  mi sedetti pesantemente sui sedili, facendomi scappare un piccolo sospiro e mi misi a guardare fuori dal finestrino gli studenti che si affrettavano a salire sul treno in partenza.
Le settimane precedenti alle vacanze di Natale erano state terribili, dopo l’aggressione di Colin c’era stata un’ altra vittima e cominciavo ad essere preoccupata di poter essere la prossima, dato che venivano colpiti solo i Nati Babbani.
Di tutta quella faccenda non ne avevo fatto parola con la mia famiglia per non farli preoccupare inutilmente.
C’era da dire che le vacanze erano capitate nel momento più opportuno, avevo proprio bisogno di cambiare ambiente e di stare con la mia famiglia.
Ripensai alla mia vita prima di ricevere la lettera per Hogwarts. Avevo una vita così normale, non contando quell’unico episodio al pontile, in pochissimi mesi era cambiato tutto.
Lezioni nuove, scuola nuova, amici nuovi, pericolo di aggressioni improvvise e passeggiate notturne.
Mi venne in mente l’ultima passeggiata sotto la luna piena che avevo fatto prima delle vacanze, solo qualche sera prima.

Inizialmente avvenne come tutte le volte precedenti, mi alzai per seguire Luna e  questa volta ci avviamo al piano terra. Mentre percorrevamo un corridoio spoglio, che prima di allora non avevo mai percorso, Luna scomparve dentro un muro che dava verso l’esterno.
Mi misi di fronte al muro in cui era sparita e incerta posai una mano su di esso, non sentii resistenza e infatti la mia mano finì nel muro, capii allora che l’incantesimo funzionava molto similmente a quello del binario 9 ¾ .
Svelato il mistero non fu difficile per me seguire Luna attraverso il muro, passando mi venne istintivo chiudere gli occhi e quando li riaprii mi ritrovai all’esterno, non troppo lontana dalle serre di Erbologia.
A causa del mio momento di incertezza avevo perso di vista Luna, cominciai quindi a cercarla e a chiamarla sottovoce, non pensando che, essendo sonnambula, non mi avrebbe sentito. Mentre camminavo vidi una figura con una chioma bionda entrare nella Foresta Proibita e rimasi per un attimo paralizzata con gli occhi sbarrati.
Dopodiché cominciai a correre verso di lei e a urlare il suo nome.
- Luna! Non entrare lì, ti prego Luna svegliati! -
Non riuscii a raggiungerla prima che si addentrasse e nel momento in cui arrivai al limitare della foresta l’avevo di nuovo persa di vista, nascosta dagli alberi e dalle tenebre.
Rimasi qualche secondo ferma, indecisa se seguirla o andare a chiamare qualche professore, infine optai per la prima opzione. Inizialmente camminai speditamente spezzando rametti caduti e calpestando foglie secche, all’improvviso mi resi conto che non ero l’unico essere vivente nella foresta e che quindi, a meno che non avessi voluto avere tutta la foresta sapesse che fossi lì, avrei dovuto camminare più silenziosamente.
Era ormai quasi una decina di minuti che camminavo quando sentii dietro di me un rumore, quando mi voltai però non vidi  nulla di strano e quindi continuai a camminare.
Dopo poco sentii un altro suono, ma questa volta sembrava fosse più di una cosa a fare rumore, quando guardai dietro di me questa volta vidi una specie di palo nero peloso, poi si mosse di lato scoprendo il corpo del ragno più grande che avessi mai visto, grande quanto un’ automobile e chissà quanto veloce. Dietro ne spuntarono altri di dimensioni vagamente più piccole. Non mi sentii più le gambe e per un po’ rimasi a guardarli impietrita, sentendomi quasi svenire, dentro di me il mio cervello mi ordinava di scappare, ma il corpo non rispondeva.
Quando il ragno cominciò a muoversi verso di me gridai e fu allora che iniziai a correre, dalla mia parte avevo che fossi di piccole dimensioni, quindi sfruttavo qualsiasi sentiero stretto che avessi trovato. Dopo qualche minuto non sentii più il rivoltante ticchettio delle loro zampe, mi voltai e non li vidi, in ogni caso continuai a correre, inciampando più di una volta.
La mia corsa fu bruscamente interrotta dalla presenza di un altro animale di fronte a me, un lupo. Anch’esso di dimensioni superiori al normale, aveva inoltre un’eleganza e una fierezza nel portamento che non avevo mai visto in nessun’altro animale. Mi guardò e ululò nella direzione da cui ero venuta, poi di nuovo spostò il suo sguardo verso di me, in qualche modo mi fece capire che per quel giorno i ragni non sarebbero più stati un problema.
La bellezza di quel lupo mi incantava e il fatto che non sembrasse essere servatico lo rendeva ancora più maestoso, prima di riuscire a fermarmi avevo già allungato una mano verso il suo collo per accarezzare quella fantastica pelliccia.
Fu allora che sentii un ramo spezzarsi dietro di me, ritrassi la mano e mi voltai di scatto temendo che fossero nuovamente i ragni. Ma accanto a un albero c’era solamente la mia amica, finalmente sveglia, che mi guardava con aria stralunata.
- Dove siamo? E perché siamo qui? – mi chiese sussurrando.
- Stai tranquilla ora torniamo al castello – le risposi prendendola per mano.
Quando mi voltai il lupo non c’era più e mi chiesi se non avessi effettivamente immaginato tutto.

Nel momento in cui ripensai all’ultima passeggiata notturna mi ricordai del primo sogno che avevo fatto qui a Hogwarts e delle immagini frammentarie invasero la mia mente. La foresta, il lupo, il moncherino. Cominciai a chiedermi se quello e tutti gli altri strani sogni non fossero sogni premonitori, dopotutto a parte il finale quella sera era accaduto tutto quello che avevo sognato.
Mentre riflettevo preoccupata sulla mia scoperta, la porta del vagone in cui mi trovavo si aprì, ma non me ne accorsi fino al momento in cui la persona che era entrata non mi rivolse la parola.
- Ciao Jay, tutto a posto? – quasi sobbalzai quando sentii quelle parole, solo una persona mi chiamava in quel modo.
Quindi mi voltai verso la voce e vidi Hugh seduto accanto a me che mi sorrideva, mi ero dimenticata che lui tornava a casa ogni Natale e quindi cercando un vagone dove stare non avevo pensato al fatto che ci fosse anche lui sul treno.
- Si tutto bene, riflettevo. Tu? – risposi sorridendo a mia volta.
- Si, a dir la verità sono un po’ stanco, il professor Piton questa settimana ci ha fatto impazzire assegnandoci a ogni lezione un compito più difficile, cercavo uno scompartimento vuoto in cui riposare fino a quando non sono passato qui davanti e ti ho vista -
- Ti capisco, questa settimana il professore ha fatto impazzire un po’ tutti a quanto ho capito confrontandomi anche con altri alunni, magari l’ha fatto per non farci pensare a tutti questi attacchi, solo che in questo modo ci fa quasi rimpiangere di non essere stati pietrificati a nostra volta -
Hugh scoppiò a ridere alla battuta, mi piaceva molto la sua risata, calda e che faceva venire voglia di ridere anche a chi la ascoltava, perciò dopo qualche secondo iniziai anche io a ridacchiare.
In periodi di stress a volte basta una minima battuta per ritrovare un momento di serenità.
Quando le risate si placarono, ci fu qualche minuto di silenzio in cui entrambi guardavamo davanti a noi, fu di nuovo Hugh a parlare per primo.
- Quindi non ti dispiace se dormo un po’? – io scossi la testa in segno di diniego.
- Anche io sono un po’ stanca, meglio riposare dato che il viaggio è lungo -
Dopo qualche minuto entrambi dormivamo, io appoggiata alla sua spalla e lui sulla mia testa.

Quando mi svegliai era ormai buio fuori e Hugh era già sveglio, stava leggendo il libro di Pozioni.
- Buongiorno, se non ti fossi svegliata entro una decina di minuti ti avrei dovuto svegliare io dato che siamo quasi arrivati -
Quando me lo disse dentro di me mi maledissi per non essermi  svegliata più tardi, mi stropicciai un occhio con la mano e sbadigliai.
- Dove siamo? – chiesi guardando fuori dalla finestra e cercando di intuirlo dal poco che riuscivo a distinguere.
- Non so precisamente, ero molto assorto nello studio quindi non so dirti dove siamo -
- Mentre siamo ancora sul treno ti va di aiutarmi a fare un po’ dei compiti che mi hanno assegnato? -
E fino al momento in cui il treno non cominciò a rallentare fummo entrambi occupati a studiare, anche se si trattò solo di un quarto d’ora circa.
Quando ci fermammo eravamo già pronti per uscire con bagagli e gabbie alla mano, nel mio caso la gabbia era vuota dato che avevo lasciato Anacleto libero prima di partire, mentre nella gabbia di Hugh c’era un magnifico esemplare di gufo reale.
Alla banchina c’erano i miei genitori e Connor, quando ci videro ci vennero incontro. Mio padre prese subito la mia valigia così da togliermi un peso e uno a uno mi abbracciarono. Connor dopo avermi abbracciato mi prese con un braccio per il collo e con il pugno chiuso strofinò la mano fra i miei capelli, scompigliandomeli.
Invece Hugh e mio fratello si salutarono afferrandosi la mano, abbracciandosi e dandosi pacche sulla schiena.
La famiglia di Hugh aspettava poco lontano, per quanto ne sapevo non aveva mai avuto ottimi rapporti con i suoi genitori e aveva sempre considerato noi la sua seconda famiglia. Dopo i saluti, ci fece un cenno con la mano e si avviò verso la sua famiglia, poi si fermò e si voltò verso di noi.
- Ci vediamo la Vigilia di Natale – disse e con un altro cenno di saluto si allontanò.

Il viaggio in macchina fu piacevole, io e la mia famiglia ci raccontammo rispettivamente quello che ci era successo in quei mesi e io evitai di proposito di parlare degli attacchi, dei sogni e dell’ultimo vagabondaggio notturno.
Non avevamo mai avuto segreti fra noi e perciò mi dispiacque nascondere alcuni dettagli sulla mia permanenza a Hogwarts, ma nonostante questo la conversazione fu sempre viva e interessante.
Connor non intervenne molto sul mio racconto riguardo Hogwarts e mi chiesi quanto in realtà lui sapesse grazie a Hugh, in ogni caso non fece domande scomode.
Quando iniziai a riconoscere le strade intorno a me non riuscivo quasi a stare ferma sul sedile ad aspettare.
 Brighton mi era mancata, con il suo tempo mite, l’atmosfera gioiosa del periodo natalizio, guardandomi attorno gioivo nel riconoscere le strade e i negozi e mi ritornavano alla mente ricordi per ciascuno di quei luoghi.
Fu quando imboccammo la via di casa che trattenni il fiato, già vedevo casa nostra con tutte le decorazioni natalizie come da tradizione. Scesi dalla macchina e, quasi saltellante, mi avviai alla porta, dal tetto scese Anacleto e mi chiesi da quanto mi stesse aspettando lì.
Entrando la prima cosa che vidi fu l’albero di Natale, ogni anno aggiungevamo una nuova pallina che rappresentava l’anno che era passato, quest’anno la pallina era decorata con lo stemma di Hogwarts, vedendola quasi mi vennero le lacrime agli occhi. Sotto l’albero c’erano, come al solito, molti regali di vari colori e dimensioni.
Mentre salivo le scale toccai la parete e il corrimano come per riappropriarmi di casa mia, entrai in camera mia e mi buttai sul letto a braccia aperte.
- Casa dolce casa – sussurrai con la faccia affondata nel mio cuscino.

 

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Sono tornata e con mesi di ritardo, più volte in questi mesi avrei voluto scrivere questo capitolo e più volte non l'ho fatto, solo qualche settimana fa ho effettivamente ripreso in mano la storia, scusatemi, spero che non siate tutti spariti. Inoltre volevo scusarmi perchè non riprende esattamente dal momento in cui finisce il capitolo precedente come avevo promesso, ma dato il lasso di tempo passato fra essi non mi pareva il caso. Comunque ringrazio in anticipo chi continuerà a leggere la mia storia, chi la recensirà, chi l'ha gia recensita e chi l'ha messa fra le seguite, grazie mille. Vi lascio con la promessa che tornarò presto con un nuovo capitolo, sappiate che cercherò di scrivere uno o due capitoli al mese. Un abbraccio, al prossimo capitolo

  
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